DETERMINA DEL DIRETTORE n.2 del 17 Febbraio Oggetto: Sperimentazione dell assegno per l assistenza all anziano non autosufficiente.

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1 Società della Salute della Valdinievole Piazza XX Settembre, Pescia (PT) cod.fisc Tel Fax emai: segreteriasds@usl3.toscana.it DETERMINA DEL DIRETTORE n.2 del 17 Febbraio 2010 Oggetto: Sperimentazione dell assegno per l assistenza all anziano non autosufficiente. IL DIRETTORE RICHIAMATA la deliberazione della Giunta n.12 dell 1 Luglio 2008 con la quale il sottoscritto è stato nominato Direttore della SDS; PREMESSO CHE con atto ai rogiti del Segretario Comunale del Comune di Montecatini Terme, registrati in data N Rep sono stati sottoscritti lo Statuto e la Convenzione della Società della Salute della Valdinievole, con la quale sono state conferite a quest ultima anche la gestione delle attività socio-sanitarie e socio-assistenziali di cui all art. 71 bis comma 3 lett. c) e d) della L.R. n. 40/2005 s.m.i, e la gestione all interno di queste del Fondo della non autosufficienza; VISTA la convenzione stipulata in data 07/05/2009 tra la Società della Salute della Valdinievole e l Azienda USL3 di Pistoia, con la quale si affida alla Azienda USL 3 di Pistoia la gestione delle attività di assistenza sociale e delle attività socio-sanitarie ad alta integrazione di cui all art. 71 bis comma 3 lett. c) e d) della L.R. n.40/2005 s.m.i, e la gestione all interno di queste del Fondo della non autosufficienza; VISTA la nota del Presidente della SdS del 26/11/2009 Prot. 589, con la quale si richiede alla Azienda USL 3 di prorogare la convenzione in essere fra Azienda USL 3 e SdS Valdinievole per le attività di cui al punto precedente; 1

2 CONSIDERATO CHE la Regione Toscana con Delibera RT n. 1091/2009 ha assegnato, anche per la Zona Valdinievole, specifiche risorse finanziarie aggiuntive alla Azienda USL 3, e che la SdS intende utilizzare tali risorse per finanziare il progetto di cui in oggetto; VISTO il progetto Sperimentazione dell assegno per l assistenza all anziano non autosufficiente predisposto dagli Uffici competenti e di cui all Allegato A al presente atto; VISTO quanto disposto dagli art.71 bis e 71 novies della Legge Regionale n. 40/2005 e s.m.i.; VISTO l art. 31 del D.lgs n.267; VISTO il comma della Convenzione Il Direttore che individua le competenze attribuite al Direttore della SdS; VISTO l art. 107, comma3, lettera d) del D.lgs n.267; DETERMINA per i motivi espressi in narrativa 1) DI approvare il Progetto Sperimentazione dell assegno per l assistenza all anziano non autosufficiente predisposto dagli Uffici competenti e di cui all Allegato A al presente atto; 2) DI trasmette il presente provvedimento a: - Coordinatore UVM Zona Valdininievole; - Responsabile U.F. Servizi Sociali della Azienda USL 3 Zona Valdinievole; - Responsabile U.F. ASC della Azienda USL 3 Zona Valdinievole; Il Direttore della Società della Salute Valdinievole Dott. Claudio Bartolini Firmato in originale 2

3 ALLEGATO A SPERIMENTAZIONE DELL ASSEGNO PER L ASSISTENZA ALL ANZIANO NON AUTOSUFFICIENTE SOGGETTO PUBBLICO TITOLARE E GESTORE: Società della Salute della Valdinievole Titolo del progetto: Sperimentazione assegno per l assistenza all anziano non autosufficiente Responsabile del progetto: Dott. Marco Bonini, Direttore UFC ASC Esercizio finanziario di riferimento: DESCRIZIONE DEL PROGETTO Sintesi del contenuto del progetto In taluni casi, nonostante che l Unità di Valutazione Multidisciplinare (UVM) proponga per l anziano non autosufficiente Piani Assistenziali Personalizzati (PAP) estremamente meditati e complessi e si impegni in una faticosa opera di condivisione, i familiari scelgono soluzioni assistenziali che vanno in una direzione diversa da quella ritenuta dagli operatori la più idonea per l anziano: questo si verifica complessivamente nella Zona Distretto in circa 4-5 occasioni all anno. Così il rapporto tra i servizi e la famiglia dell anziano può risolversi in una prolungata fase di incomprensioni e di aspro contenzioso che, spesso, sfocia in problematiche perfino di carattere legale. Per questo, in rare e particolari situazioni, una volta espletati tutti i possibili tentativi di condivisione, occorre pensare e proporre soluzioni alternative che possano mediare tra l esigenza di garantire all anziano la necessaria copertura assistenziale, anche nell ottica degli indirizzi regionali che intendono privilegiare la domiciliarità, e le problematiche che, a detta dei familiari, impediscono l adesione al PAP. Contesto Fin dal 1994 la nostra Azienda USL, in accordo con i Comuni, ha approvato un regolamento che disciplina gli ingressi in RSA, prevedendo, per i ricoveri permanenti, l assoluta priorità agli anziani non autosufficienti soli o con familiari che per gravi motivi non possono partecipare all assistenza. I posti letto nelle RSA dell Azienda USL e quelli in convenzione nelle RSA private hanno costituito e costituiscono, in una visione di rete dei servizi, una delle risorse a disposizione dell UVM per aiutare gli anziani a ritornare al proprio domicilio. A tal fine, sono stati privilegiati i ricoveri temporanei per anziani non autosufficienti che abbiano una propria famiglia (persone bisognose di cicli di degenza brevi per concedere alla famiglia una sorta di riposo assistenziale; anziani soli o con familiari non validi dal punto di vista assistenziale che, ad esempio dopo un ricovero ospedaliero per un evento acuto, hanno necessità di un periodo di convalescenza ovvero di permettere alla famiglia di riorganizzarsi, anche dal punto di vista abitativo, dopo la sopravvenuta non autosufficienza, ecc.). Al momento della valutazione multidimensionale si considera totalmente non autosufficiente, e quindi da ospitare necessariamente in modo permanente in RSA, soltanto chi non ha risorse in tutte le aree dello stato 3

4 di salute (fisica, psichica, sociale). Negli altri casi si predispongono piani assistenziali che prevedono, oltre a ricoveri temporanei in RSA, frequenza a centri diurni, assistenza domiciliare, attivazione di servizi aggiuntivi di supporto, sociali e sanitari, ecc. Capita tuttavia che gli sforzi della UVM non siano accettati e talvolta, adducendo motivazioni e giustificazioni di varia tipologia, spesso non del tutto condivisibili o comunque espresse in maniera parziale, i familiari unilateralmente decidono di ricoverare privatamente in una RSA il loro anziano. Successivamente, in certi casi addirittura venendo a creare le condizioni che di fatto rendono sempre più difficile il ritorno del congiunto nel proprio precedente contesto familiare, viene richiesto con insistenza alla comunità di farsi carico della decisione presa, in tutto o in parte, con l erogazione quantomeno della c.d. quota sanitaria. A questo punto occorre prendere atto della situazione di rifiuto in cui l anziano viene comunque a trovarsi. In questi casi l UVM effettua una nuova e più approfondita valutazione e provvede a proporre un nuovo e, spesso, più complesso ed impegnativo percorso di rientro dell anziano al proprio domicilio, nel tentativo di venire incontro alle esigenze manifestate dalla famiglia. Qualora si venga a riconfermare la presenza di risorse sociali, ancorché da sostenere e implementare, per poter mantenere l anziano al proprio domicilio, l UVM formula ancora piani assistenziali con soluzioni alternative al ricovero definitivo. Tutto ciò con l obiettivo di privilegiare la domiciliarità in tutte le situazioni in cui le condizioni, fisiche, comportamentali e relazionali dell anziano lo permettano, comprese quelle in cui altri (quasi sempre i figli) avevano fatto scelte per conto dell anziano che escludevano il domicilio stesso. Questa vera e propria contrattazione con successivi tentativi di condivisione nell interesse del anziano può essere riproposta più volte, anche con eventuali variazioni. Tuttavia in queste situazioni può capitare che non sia possibile individuare una soluzione accettata e si viene a creare un rifiuto nei confronti di qualsiasi ipotesi di mediazione che può sfociare, appunto, nel ricorso a vie legali o nel ricorso a tutti i possibili livelli superiori di giudizio (Unità Funzionali di riferimento, Zona Distretto, Direzione Aziendale, Regione e oltre), ivi compreso il tentativo di utilizzare anche vari percorsi di pressione. Il risultato di queste circostanze, invariabilmente, è una contrapposizione rigida che perdura nel tempo e lascia l anziano istituzionalizzato per mesi, riducendo di fatto le reali possibilità di un ritorno in ambito familiare. Inoltre questo può comportare che i servizi finiscano per perdere le tracce dell anziano e non siano in grado nel tempo di verificare le ricadute dell intervento scelto dai familiari. Obiettivi e risultati attesi: ampliare il sistema della rete delle possibilità assistenziali di presa in carico dell anziano non autosufficiente; favorire il rapporto tra i servizi e i familiari di anziani non autosufficienti, anche nei casi in cui non si verifichi concordanza sul PAP nonostante ripetuti tentativi di valutazione e condivisione; ridurre le scelte assistenziali operate in proprio dai familiari e non sempre rispondenti alla finalità di sostegno alle residue potenzialità dell anziano e del suo contesto; creare una rete di offerta sostenibile rispetto ai costi, anche allargando il ventaglio di scelte possibili; 4

5 monitorare le condizioni clinico - funzionali - assistenziali degli anziani che si trovano ad essere istituzionalizzati nonostante siano stati oggetto di proposte assistenziali diverse; evitare alla comunità l assunzione definitiva di spese derivanti da scelte di carattere residenziale che siano prese al di fuori di un PAP. Articolazione del progetto AZIONI L UVM dovrà, come al solito, valutare il bisogno dei casi segnalati e le richieste di erogazione della c.d. quota sanitaria relativa ai ricoveri residenziali. Nella loro valutazione gli operatori della UVM dovranno acquisire e tener conto della volontà dell anziano. Per questo l UVM dovrà espletare ogni possibile tentativo di condivisione, incontrando i familiari ed illustrando meticolosamente quanto proposto. L UVM dovrà sempre identificare il livello di isogravità del bisogno assistenziale. La mancata presentazione dell ISEE eventualmente richiesto per la predisposizione dei PAP impedirà anche l attivazione di questo percorso sperimentale. I PAP predisposti dovranno essere presentati alle famiglie ed adeguatamente motivati e, in caso di mancata condivisione, l UVM provvederà a nuova rivalutazione e ad una nuova articolazione della proposta di PAP. Nel caso in cui, nonostante i ripetuti tentativi, non sia possibile addivenire ad una soluzione, sarà l UVM stessa a proporre una valutazione del caso ad un livello superiore, composto dal Responsabile della Zona Distretto / Società della Salute, dal Responsabile della UF Assistenza Sociale, dal Direttore della UFC Assistenza Sanitaria di Comunità e dal Coordinatore della UVM. Il caso sarà presentato unitamente a tutta la documentazione disponibile e ad una relazione esaustiva relativa al caso ed al suo iter. L UVM dovrà provvedere a far integrare la documentazione da una dichiarazione esauriente e debitamente sottoscritta da parte dei familiari (nel caso in cui siano presenti più figli, la dichiarazione dovrà essere sottoscritta da tutti, ovvero ciascuno dovrà produrre a propria dichiarazione sotoscritta); da questa dovranno emergere in maniera chiara e completa tutte le motivazioni addotte che sono ritenute tali da impedire la condivisione dei PAP proposti. Inoltre dovrà essere previsto l impegno da parte della famiglia a condividere un nuovo progetto con il servizio. Questa dichiarazione andrà a costituire il fulcro del giudizio del gruppo di rivalutazione superiore. Questo gruppo potrà avvalersi anche di eventuali consulenze integrative. Nel caso in cui si valuti possibile accedere al percorso sperimentale, il gruppo provvede a formulare una proposta economica non contrattabile che sarà presentata ai familiari sotto forma di assegno integrativo per l assistenza con una durata, di norma, annuale (12 mesi) ed erogazioni frazionate mensilmente. L eventuale erogazione del contributo non potrà avere valore retroattivo. L accettazione da parte della famiglia di questo contributo comporta l impegno a farsi carico complessivamente dei bisogni dell anziano, rinunciando ad usufruire di ogni altra possibilità assistenziale ad esclusione di quelle a carattere esclusivamente sanitario (assistenza infermieristica, assistenza da parte del Medico di Medicina Generale). 5

6 La proposta potrà essere integrata con altre iniziative. Questa proposta sperimentalmente sarà fissata in 350,00 mensili. In questo modo è possibile tener conto delle valutazioni e delle proposte della UVM, evitando al contempo alla stessa l onere di dover ritrattare la propria linea di comportamento, nonché quanto precedentemente progettato; l UVM può così intervenire comunque nella decisione, nelle poche e particolari situazioni in cui pare inevitabile ricorrere ad alternative eccezionali nell interesse dell anziano; l UVM potrà infine mantenere un contatto con i familiari conservando altresì la possibilità di riproporre nel tempo ancora le soluzioni ritenute migliori nell interesse dell anziano. L anziano può così essere mantenuto in carico e sottoposto a verifiche periodiche. Soggetti coinvolti: Zona Distretto / Società della Salute, UF Servizi Sociali, UFC Assistenza Sanitaria di Comunità, Unità di Valutazione Multidimensionale. Tempi: Dicembre 2009 Dicembre 2010 (prima annualità) con la possibilità di conferma anche per la successiva annualità. Quantificazione: persone coinvolte: si ipotizzano una sperimentazione annuale per circa n. 10 casi con un supporto economico della durata massima di 12 mesi e revisione semestrale. L importo mensile sarà erogato solo nel caso di cittadini valutati con un livello 4 o 5 di Isogravità. Per questa sperimentazione si utilizzano risorse relative all assistenza domiciliare; queste non devono comportare la riduzione del budget previsto ed assegnato per le proposte di tipo residenziale. Occorre sottolineare che l utilizzo di queste modalità comporta comunque per la comunità, di fatto, un risparmio rispetto a quanto sarebbe necessario attivare in alternativa a ricoveri residenziali per prendere in carico l anziano. L assegno mensile erogato non copre totalmente una eventuale retta di parte sanitaria, della cui copertura totale dovrà necessariamente farsi la famiglia stessa; questo anche al fine di ridurre l appetibilità di questa proposta alternativa. L erogazione non dovrà inoltre essere a tempo indeterminato in modo da lasciare aperta la possibilità di un ripensamento da parte dei familiari nei confronti di un ritorno, seppur parziale, dell anziano al proprio domicilio. Valutazione I risultati complessivi in termini assistenziali dovranno essere valutati a 6 e 12 mesi. Il buon esito della sperimentazione dovrà tener conto dell annullamento o, almeno, della riduzione del contenzioso tra servizi e familiari. Sarà anche opportuno valutare la possibilità di mantenere nel tempo questa possibilità nell ambito dei casi previsti. 6

7 PUBBLICAZIONE Ai sensi della L.241/90, dell art. 4 dello statuto consortile e per pubblicità notizia, copia della presente deliberazione viene affissa all Albo Pretorio della Società della Salute della Valdinievole, sita in Pescia Piazza XX Settembre, 22 il e vi rimarrà per 15 giorni consecutivi. Il DIRETTORE della SdS Valdinievole Dott. Claudio Bartolini CERTIFICATO DI PUBBLICAZIONE Pubblicato all Albo dal al Il DIRETTORE della SdS Valdinievole Dott. Claudio Bartolini Per copia conforme all originale in carta libera per uso amministrativo. Pescia, L Ufficio di Segreteria 7

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