Melfi, li 15 dicembre REGIONE BASILICATA Al Presidente della Giunta Regionale Dott Marcello Pittella. Egregio Presidente,
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1 Melfi, li 15 dicembre 2014 REGIONE BASILICATA Al Presidente della Giunta Regionale Dott Marcello Pittella Egregio Presidente, faccio seguito agli incontri avuti sul tema ambiente, con particolare riferimento al ciclo dei rifiuti, per rivolgerti un particolare apprezzamento per la sensibilità dimostrata e l apertura, che ho già avuto modo di segnalare pubblicamente, a introdurre significativi cambiamenti utili all intera comunità regionale. Per ricambiare l attenzione che hai riservato e che so vorrai mantenere rispetto alle vicende della comunità di Melfi e del Vulture, mi permetto di offrirti un piccolo contributo alle fatiche che stai affrontando nella guida della massima istituzione regionale. Il caso Melfi è un caso concreto su cui, a mio avviso, è possibile costruire una nuova strategia del ciclo dei rifiuti che tenda a massimizzare il recupero dei rifiuti e a incentivare la riduzione della produzione a monte dei rifiuti stessi. Negli ultimi 24 mesi, tra il 2012 e il 2013, nel Comune di Melfi siamo riusciti a produrre un cambiamento notevole. Nei dieci anni precedenti ( ) l insediamento dell attuale governo cittadino (giugno 2011), a Melfi la raccolta differenziata oscillava tra il 4% e il 9,5%, nonostante la presenza del sistema di ritiro porta a porta (che copriva il 40% circa dei residenti); il rifiuto indifferenziato (oltre il 90%) veniva smaltito con il conferimento presso l inceneritore Fenice. A partire dal 2012, con una paziente e determinata variazione nelle modalità organizzative di gestione del servizio (senza cambiare il gestore), abbandonando l inefficiente sistema di raccolta domiciliare, siamo passati dal 9% al 60% di differenziata. Inoltre, grazie alla condivisione con il gestore concessionario, è stato attivato un impianto per il recupero dei rifiuti (il primo autorizzato in Basilicata e oggi l unico impianto in esercizio), dopo la raccolta differenziata, che ci consente di raggiungere risultati notevoli: - differenziata 60%; - recupero dei rifiuti con trasformazione degli stessi in prodotti reimmessi sul mercato; - recupero della frazione indifferenziata con riduzione del rifiuto non recuperato al 20%; - riduzione significativa della tassa rifiuti, con tariffe tra le più basse della Basilicata; - attivazione di nuova occupazione (25 posti di lavoro) per la gestione dell impianto di recupero dei rifiuti, senza alcun costo per la pubblica amministrazione, anzi con un risparmio notevole del costo complessivo di gestione del ciclo dei rifiuti; - eliminazione dell inceneritore dal ciclo dei rifiuti.
2 In ultimo, con l attuale e transitoria produzione di CSS di elevata qualità a scarso impatto ambientale (recuperato dalla frazione indifferenziata che oggi è il 40%), oggi il Comune di Melfi recupera l 80% circa dei rifiuti urbani e non utilizza più l inceneritore presente sul territorio. La condizione raggiunta mantiene ancora notevoli spazi di miglioramento; insieme al gestore pensiamo di poter arrivare a recuperare il 90/92% dei rifiuti e di riuscire a minimizzare fino alla sua definitiva scomparsa anche la quota di CSS, nel medio periodo. Sulla scorta del caso Melfi e di altri esempi presenti sul territorio regionale, anche se si tratta di esempi numericamente limitati ma di notevole interesse, ritengo sia possibile imprimere una accelerazione al processo di cambiamento e di miglioramento del ciclo dei rifiuto dell intera comunità regionale. Si tratterebbe di produrre un articolato meccanismo che si basi sul coinvolgimento di tutti gli attori, dai cittadini, alle comunità locali al sistema industriale. E un cambiamento che può produrre un impatto molto positivo sulla comunità regionale anche attraverso lo stimolo al cambiamento dei processi industriali, su cui la Regione potrebbe incidere con la previsione di incentivi finalizzati alla riduzione dei rifiuti presenti nel processo produttivo e nei prodotti finali. Il messaggio da far passare al mondo produttivo dovrebbe essere: ciò che non è riciclabile e/o compostabile deve essere riprogettato perché il rifiuto residuo (specialmente se a valle di un sistema di raccolta differenziata che deve tendere a superare il 70%) rappresenta l output di un processo produttivo suscettibile di miglioramento, che la stessa industria può essere indotta/incentivata a ripensare. Nel condividere gli obbiettivi della strategia rifiuti zero, la gestione del ciclo, visto nel suo complesso, deve disfarsi necessariamente degli inceneritori; è una conseguenza logica, considerato che l inceneritore non azzera il rifiuto, non elimina la materia, ma la trasforma semplicemente in sostanze dannose per la salute umana che vengono diffuse nell ambiente in altra forma. La presenza dell inceneritore, di per sé, spinge il sistema di gestione dei rifiuti a non tendere verso il recupero, ma ad adagiarsi con l utilizzo di un metodo di trasformazione della materia che risolve la fisiologica inerzia del sistema al cambiamento; ma noi sappiamo che quei cambiamenti sono vitali per una comunità che ambisce a fare della questione ambientale il punto di partenza, la base su cui progettare e costruire lo sviluppo socio-economico dell intera comunità regionale. L esperienza avuta sul caso Melfi mi conferma che un cambiamento concreto sulla materia non solo è possibile ma consente di raggiungere obbiettivi rilevanti sul piano ambientale, di tutela della salute, di sviluppo occupazionale e di risparmi per la pubblica amministrazione e per il cittadino. Recuperare i rifiuti conviene. Per questo ti offro una ipotesi di proposta di legge che sono convinto troverai interessante, almeno come primo spunto di riflessione e che potrebbe essere utilizzata per dare un anima e una filosofia al cambiamento dell intero sistema di gestione dei rifiuti. La proposta contiene: 1. i principi e gli obbiettivi della strategia rifiuti zero 2020 ; 2. gli obbiettivi minimi del prossimo piano regionale di gestione dei rifiuti; 3. la previsione esplicita della dismissione degli inceneritori;
3 4. principi ispiratori di un meccanismo di incentivazione finanziario per il conseguimento concreto degli obbiettivi, con l istituzione di un Fondo regionale strategia rifiuti zero 2020 ; 5. la previsione di un primo obbiettivo per il 2015 (differenziata al 50%) con una misura di incentivazione per i cittadini dei Comuni virtuosi e un fondo complessivo di 10 milioni. Nel ringraziarti per l attenzione dedicata alla problematica, fiducioso nell opera di difficile cambiamento che sono certo vorrai intraprendere, colgo l occasione per porgerti Cordiali saluti Il Sindaco VALVANO
4 BOZZA PROPOSTA DI LEGGE ARTICOLO.. - STRATEGIA RIFIUTI ZERO 2020 Con l obbiettivo di contribuire al riassetto più complessivo, su scala globale, del ciclo di produzione-consumo entro i limiti di compatibilità e sostenibilità ambientale, la Regione Basilicata è impegnata a realizzare un percorso integrato, coinvolgente le comunità locali e il sistema produttivo, definito Strategia Rifiuti Zero L obbiettivo strategico di lungo periodo, che dovrà ispirare la redazione del nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti, consiste: 1. massimizzare la riduzione dei rifiuti, il riuso dei prodotti e dei componenti di prodotti e il riciclaggio, in modo da tendere a zero entro l anno 2020; 2. proteggere l ambiente e la salute prevenendo e riducendo gli impatti negativi della produzione e della gestione dei rifiuti; 3. rafforzare la prevenzione primaria delle malattie ascrivibili ai rischi indotti da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti; 4. favorire l accesso all informazione e la partecipazione dei cittadini in materia di ambiente e di ciclo di trattamento dei rifiuti; 5. realizzare un programma, a livello regionale, di promozione di nuove iniziative industriali o di innovazioni tecnologiche o di processo che puntino al riutilizzo, al riciclo, al recupero e alla riprogettazione industriale di beni e di prodotti totalmente decostruibili e riciclabili. Per le finalità di cui al presente articolo, si applicano i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti di cui all articolo 179 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni, nonché le definizioni formulate dall articolo 183 dello stesso decreto legislativo e dall articolo 1 della decisione 2011/753/UE della Commissione in data 18 novembre In attuazione dell art.199 del D.Lgs. n. 03/04/2006 n.152, la Giunta Regionale provvederà alla definizione del Piano regionale di gestione dei rifiuti entro l anno Il piano dovrà tendere a dare concretezza gestionale ai principi indicati alla lettera c e d dell art.179 del D.Lgs. n.152/2006 e dovrà prevedere meccanismi stabili di incentivazione a beneficio delle comunità locali, soprattutto se organizzate in unioni di comuni o in convenzione, incentivi finalizzati a: a) ridurre la produzione di rifiuti; b) promuovere il riuso dei prodotti; c) massimizzare la raccolta differenziata; d) introdurre impianti di recupero dei rifiuti. Il piano regionale dovrà fissare gli obbiettivi di raccolta differenziata e recupero dei rifiuti per le comunità locali e prevedere misure correttive e/o piano di adeguamento per i comuni che non si allineano in tempi ragionevoli agli obbiettivi regionali. Il Piano Regionale dei Rifiuti dovrà stabilire, per i rifiuti urbani, i seguenti obiettivi minimi, validi per ciascun ente locale: a) entro il 2018: 65 per cento di raccolta differenziata; b) entro il 2020: 80 per cento di raccolta differenziata; c) entro il 2050: 20 per cento di riduzione dei rifiuti rispetto al 2013.
5 In applicazione dei principi di precauzione, sostenibilità, efficienza ed economicità, fissati dall art.178 del D.Lgs. n.152/2006, il riciclaggio e il recupero dei rifiuti sono obbiettivi ritenuti non compatibili in ambito regionale con il sistema di smaltimento per incenerimento, per cui nella definizione del Piano regionale dovrà essere eliminata la presenza degli inceneritori sul territorio della Regione Basilicata e, conseguentemente, dovrà essere definito un piano di dismissione degli impianti esistenti. In relazione alla pericolosità per la salute dell uomo, è sospeso, fino al 2020, il rilascio delle autorizzazioni all esercizio degli impianti di incenerimento/trattamento termico che siano in fase di progettazione, di procedura autorizzativa o, comunque, non ancora entrati in esercizio. Le disposizioni di cui al comma precedente hanno effetto anche rispetto a tutti gli impianti che utilizzano combustibile derivato da rifiuti (CDR) o combustibili solidi secondari (CSS) in sostituzione di carburanti tradizionali, sia per l autorizzazione all esercizio, il rinnovo o per l ampliamento. Decorsi sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, decadono o, comunque, sono revocate le autorizzazioni riguardanti il conferimento in impianti di incenerimento o di discarica, di rifiuti urbani indifferenziati che non siano stati sottoposti a operazioni finalizzate a ricavare ulteriori beni o materiali atti al riuso, al riciclaggio e al recupero di materia, nonché quelle per il conferimento in discarica di rifiuti contenenti sostanze putrescibili non sottoposte a stabilizzazione biologica. A decorrere dalla stessa data, è vietato smaltire in discarica o inviare a incenerimento i rifiuti riciclabili, comprese le biomasse agricole compostabili e inviare a incenerimento le frazioni di rifiuti che possono essere recuperate come materia. Il Piano regionale di gestione dei rifiuti dovrà disciplinare l utilizzo dei fondi derivanti dal gettito del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, di cui all articolo 3, comma 24 e seguenti, della legge 28 dicembre 1995, n Dovranno essere finanziati i progetti di investimento, nuovi impianti, riconversione di impianti esistenti, innovazioni tecnologiche, innovazioni di processi e le azioni immateriali, promosse da enti locali, imprese e soggetti privati, finalizzate a: a) al riuso, al riciclaggio, al recupero di materia, al compostaggio aerobico e alla digestione anaerobica, compresi i centri per il riuso e i centri di raccolta, gli impianti che recuperano, ai fini del riciclaggio, parte del rifiuto residuale nonché gli scarti delle frazioni differenziate; b) finanziare i comuni per la riconversione dagli attuali sistemi verso la raccolta differenziata, con preferenza per il sistema di raccolta domiciliare; c) premiare i comuni che hanno minimizzato i rifiuti procapite/equivalente inviati a smaltimento o a recupero diverso dal riciclaggio; d) sovvenzionare progetti di riduzione e di riuso, anche attraverso l introduzione di innovazioni dei processi industriali che comportino la riduzione dei rifiuti e/o la crescita dei materiali riciclabili; e) sostenere progetti di nuovo insediamento industriale o di riconversione di imprese che utilizzano come materia prima principale i materiali derivanti dal ciclo dei rifiuti urbani e industriali;
6 f) finanziare centri di ricerca, pubblici e/o privati, promossi anche da comunità locali organizzate in ambiti di raccolta ottimale (ARO), per il recupero spinto di materia dai rifiuti urbani residui (RUR) da raccolte differenziate domiciliari. Le agevolazioni dovranno essere parametrate sulla base del criterio della percentuale di rifiuti non inviati a smaltimento o a recupero energetico rispetto ai rifiuti in entrata, previa formazione di una graduatoria che tiene conto del criterio unico basato sulla riduzione dei rifiuti inviati a smaltimento o a recupero diverso dal riciclaggio. Nelle more della definizione del piano regionale di gestione dei rifiuti, è istituito il Fondo strategia rifiuti zero 2020, con una dotazione iniziale, per l anno 2015, di 10 milioni di euro, finalizzato a stimolare il potenziamento della raccolta differenziata in tutte le comunità locali della Regione Basilicata. Il fondo si alimenta con le risorse derivanti dal tributo speciale e con le risorse ordinarie del bilancio regionale. Costituisce presupposto inderogabile, per beneficiare delle agevolazioni, l approvazione, da parte di ogni singolo Comune, di uno specifico piano di gestione dei rifiuti urbani che, oltre a descrivere l organizzazione, le modalità di conferimento delle diverse frazioni di rifiuti e la implementazione della gestione dell intero ciclo, contenga specifici obbiettivi in ordine alla differenziata, alla riduzione dei rifiuti e al riuso. In via sperimentale, per l anno 2015 il fondo sosterrà i Comuni considerati virtuosi, cioè quelli che si impegneranno a raggiungere almeno il 50% di raccolta differenziata, attraverso l erogazione di un contributo non inferiore a 40,00 e non superiore a 60,00 euro per ogni nucleo familiare residente; a tal fine si terranno in considerazione i dati dello stato civile al 01 gennaio dell anno di riferimento. L incentivo effettivamente riconosciuto a consuntivo, in favore dei soli Comuni che avranno raggiunto l obiettivo fissato, sarà quantificato suddividendo l intera risorsa finanziaria del fondo, messa a disposizione per tale misura, per il numero totale delle famiglie residenti nei comuni che hanno raggiunto l obbiettivo fissato. L agevolazione non potrà essere inferiore a 40,00 e non potrà comunque superare 60,00 euro per ogni nucleo familiare residente. Il contributo sarà riconosciuto a consuntivo, sulla base dei risultati effettivamente conseguiti e dovrà essere destinato: a) in misura pari ad almeno il 50% dovrà essere trasferito in favore dei contribuenti della tassa rifiuti, secondo criteri stabiliti da ogni Comune, attraverso la corrispondente riduzione della tassa per il servizio di smaltimento dei rifiuti; b) la restante parte, stabilita con delibera del Consiglio Comunale, potrà essere destinata a finanziarie investimenti e progetti di implementazione dell organizzazione del ciclo dei rifiuti al fine di massimizzare ulteriormente la differenziata e il recupero. Con specifico provvedimento approvato con delibera della Giunta Regionale saranno definite le procedure per l accesso alle agevolazioni.
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