Dott. Andrea Acquisti FORMATORE A.S. 2013/2014

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1 Dott. Andrea Acquisti FORMATORE A.S. 2013/2014 FORMAZIONE SPECIFICA del lavoratore prevista dall ACCORDO IN CONFERENZA PERMANENTE STATO REGIONI del ai sensi dell articolo 37, comma 2 del D.lgs 9 aprile 2008 n.81 e s.m.i. Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore

2 FORMAZIONE LAVORATORI FORMAZIONE GENERALE: 4 ore FORMAZIONE SPECIFICA: 4/8/12 ore a seconda della mansione e del livello di rischio previsto dal DVR dell istituzione scolastica ai sensi della circolare del Servizio Istruzione della P.A.T. n /2013- S167/26.11/ES del (rischio medio, istruzione) AGGIORNAMENTO: 6 ore quinquiennali LAVORATORE E STUDENTI EQUIPARATI AI LAVORATORI Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 1

3 FORMAZIONE BASE CONTENUTI erogati nella formazione di base a.s. 2012/2013: 1.Struttura del D.lgs 81/ Organi di vigilanza e controllo 3.Organizzazione sicurezza in azienda 4.Concetto di rischio, danno, infortunio 5.Rischi legati agli ambienti di lavoro e alla mansione 6.Rischi legati per la sicurezza e per la salute 7.Rischi specifici in ambiente scolastico 8. DPI 9. Gestione Emergenze 10.Cenni al I soccorso Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 2

4 FORMAZIONE SPECIFICA CONTENUTI previsti formazione specifica a.s. 2013/2014: -I PARTE: ( ) CONTENUTI GENERALI: 1. lavoratori e obblighi, 2. luoghi di lavoro, 3. valutazione dei rischi, 4. norme tecniche e marchio CE. CONTENTI SPECIFICI: 5. attrezzature, 6. elettrocuzione, 7. VDT, 8. microclima e illuminazione, 9. rumore, 10. MMC, 10A DUVRI e piano manutenzioni * Per ogni rischio verranno precisate le principali misure di prevenzione e protezione -PAUSA: ( ) -II PARTE: ( ) ALTRI CONTENUTI: 11. valutazione rischio incendio, 12. tipologia e dinamica di incendio, 13. misure di prevenzione e protezione, 14. addetti all emergenza, 15. piano di emergenza, 16. procedura di esodo: incendio e terremoto, 17. infortunio: analisi di un caso specifico. -SOPRALLUOGO NELL EDIFICIO SCOLASTICO: ( ) -VERIFICA DEGLI APPRENDIMENTI E QUESTIONARIO: ( ) Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 3

5 FORMAZIONE SPECIFICA ALCUNI CONCETTI visti nella formazione generale, a.s. 2012/13: Datore di lavoro Dirigente Preposto Servizio di prevenzione e protezione Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza Medico competente (se previsto) Lavoratori Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 4

6 LAVORATORI ESTUDENTI EQUIPARATI AI LAVORATORI 1.LAVORATORE E STUDENTI EQUIPARATI AI LAVORATORI art.2 comma 1, lettera a) del D.lgs 81/2008: Lavoratore «persona che.. svolge un attività lavorativa nell ambito dell organizzazione di un datore di lavoro pubblico o provato con o senza retribuzione» Allievo nelle scuole Sono equiparati ai lavoratori gli allievi degli istituti di istruzione nei quali si faccia uso dei laboratori, attrezzature di lavoro in genere, agenti chimici, fisici e biologici, ivi le attrezzature fornite di videoterminali limitatamente ai periodi in cui l allievo sia effettivamente applicato alle strumentazioni o ai laboratori in questione. In sintesi sono equiparati ai lavoratori gli allievi delle scuole di ogni ordine e grado: -impiegati effettivamente in laboratori nell uso di sostanze e attrezzature di lavoro; -quando sono esposti a rischio chimico, fisico o biologico, anche in aula attrezzata; -quando usano VDT (solo se l attività curriculare viene svolta in aula di informatica). Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 5

7 STUDENTI EQUIPARATI AI LAVORATORI Non sono considerati studenti equiparati -gli allievi di ogni età durante le attività in palestra (sebbene coperti da assicurazione INAIL); -gli allievi in laboratorio, se il docente esegue personalmente solo esercitazioni dimostrative; -gli allievi della scuola primaria occupati in attività creative all interno di apposite aule attrezzate a questo scopo. Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 6

8 OBBLIGHI DEI LAVORATORI OBBLIGHI DEI LAVORATORI art.20 del D.lgs 81/2008: Comma 1: ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli effetti delle sue azioni o omissioni, conforme alla sua formazione, alle istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro. Comma 2: i lavoratori devono in particolare: a) contribuire assieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all adempimento degli obblighi previsti a tutela della sicurezza e della salute e sicurezza dei luoghi di lavoro; b) osservare le norme e le misure disposte dal datore di lavoro c-d) usare con cura i dispositivi tecnico-sanitari e gli altri mezzi di protezione e) segnalare le deficienze dei dispositivi e dei mezzi di protezione f) non rimuovere o modificare detti dispositivi e mezzi di protezione h) Partecipa ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal datori di lavoro SANZIONI AMMINISTRATIVE art.59 in violazione art. 20 c.3 SANZIONI PENALI art.59 in violazione art.20 c 2 Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 7

9 LUOGHI DI LAVORO 2.LUOGHI DI LAVORO Titolo II del D.lgs 81/2008: I posti di lavoro in genere, i luoghi di passaggio e di transito, le uscite dai locali, i pavimenti, le scale, le passerelle devono avere i requisiti tali da non costituire causa diretta o indiretta di infortunio. Art. 63: requisiti di salute e di sicurezza Comma 1: i luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti dell allegato IV. Comma 2: i luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto, se del caso, dei lavoratori disabili. Comma 3: l'obbligo di cui al comma 2 vige in particolare per le porte, le vie di circolazione, le scale, le docce, i gabinetti ed i posti di lavoro utilizzati ed occupati direttamente da lavoratori disabili. 8

10 LUOGHI DI LAVORO LUOGHI DI LAVORO Titolo II del D.lgs 81/2008: Art.64: obbligo del Datore di Lavoro Comma 1: il datore di lavoro provvede affinché: a) i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti di cui all'articolo 63, commi 1, 2 e 3 (l art.63 prescrive una serie di requisiti di salute e di sicurezza raccolti nell allegato IV); b) le vie di circolazione interne o all'aperto che conducono a uscite o ad uscite di emergenza e le uscite di emergenza siano sgombre allo scopo di consentirne l'utilizzazione in ogni evenienza; c) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; d) i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare pulitura, onde assicurare condizioni igieniche adeguate; e) gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano sottoposti a regolare manutenzione 9

11 LUOGHI DI LAVORO LUOGHI DI LAVORO E STUDENTI EQUIPARATI Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore 10

12 VALUTAZIONE DEI RISCHI 3.VALUTAZIONE DEI RISCHI Titolo I del D.lgs 81/2008: Art.17, comma 1: obblighi del Datore di Lavoro non delegabili Il Datore di lavoeo non può delegare le seguenti attività: -la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall articolo 28 In sostanza si deduce che la valutazione dei rischi per un istituto scolastico riguarda: - TUTTI I RISCHI valutati nel DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEI RISCHI - RISCHIO INCENDIO valutato nel DOCUMENTO DI VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO - RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO nel DOCUMENTO DI VALUTAZIONE RISCHIO STRESS LAVORO CORRELATO 11

13 NORMA TECNICA E MARCHIO CE 4.NORMA TECNICA E MARCHIO CE FONTI DEL DIRITTO PRIMARIE: Leggi ordinarie, Decreti Legge (DL), Decreti Legislativi (D.lgs), Decreti del Presidente della Repubblica (DPR). FONTI DEL DIRITTO SECONDARIE: Decreti Ministeriali, Accordi in Conferenza Stato Regioni, Norme tecniche nazionali, accordi interconfederali. NORMA TECNICA: specifica tecnica, approvata e pubblicata da una organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione (UNI), la cui osservanza non sia obbligatoria. Esempi: norma internazionale (ISO) - norma europea (EN) - norma nazionale (UNI) e norme CEN (UNI ed EN). Alcune certificazioni di prodotto sono obbligatorie (marchio CE): giocattoli, guanti di protezione e attrezzature di lavoro. LINEE GUIDA: atti di indirizzo e coordinamento per l applicazione della normativa in materia di salute e sicurezza (OHSAS 18001). BUONE PRASSI: soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e con le norme di buona tecnica, adottate volontariamente 12

14 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Articolo 69, comma 1: «attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro.» Articolo 70: requisiti di sicurezza 1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto 2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all'emanazione di norme legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all'allegato V. 13

15 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Articolo 70: requisiti di sicurezza 3. Si considerano conformi alle disposizioni di cui al comma 2 le attrezzature di lavoro costruite secondo le prescrizioni dei decreti ministeriali adottati ai sensi dell'articolo 395 del decreto Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547, ovvero dell'articolo 28 del decreto legislativo 19 settembre 1994, n Le attrezzature costruite ed immesse sul mercato dopo il 6 settembre 1996 devono essere dotate di Marcatura CE secondo il D.lgs. 27/01/2010, recepimento in Italia della direttiva 2006/42/CE (Nuova Direttiva Macchine) 14

16 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Nuova Direttiva Macchine 2006 La marcatura CE può essere apposta sulla macchina solo se essa soddisfa tutti i requisiti essenziali di sicurezza ad essa applicabili. Per dimostrare la conformità della macchina il fabbricante deve: -costituire il Fascicolo Tecnico apporre la marcatura CE sulla macchina -consegnare la dichiarazione di conformità -consegnare il manuale d uso e manutenzione nella lingua originale dell utilizzatore 15

17 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Articolo 71: obblighi del Datore di Lavoro 1.Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all art. precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie. 2.All atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione: -le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere; -i rischi presenti nell ambiente di lavoro; -i rischi derivanti dall impiego delle attrezzature stesse; -i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso. 16

18 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Articolo 71: obblighi del Datore di Lavoro 8.Fermo restando quanto disposto al comma 4, il datore di lavoro provvede affinché: 1) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle condizioni di installazione siano sottoposte a un controllo iniziale (dopo l'installazione e prima della messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni montaggio in un nuovo cantiere o in una nuova località di impianto; 2) le attrezzature soggette a influssi che possono provocare deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni pericolose siano sottoposte a controlli periodici secondo quanto previsto dal fabbricante o dalle norme di buona tecnica e a controlli straordinari al fine di garantire il mantenimento di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che intervengano eventi eccezionali. 17

19 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Articolo 73: informazione e formazione 1. Nell'ambito degli obblighi di cui agli articoli 36 e 37 il datore di lavoro provvede, affinché per ogni attrezzatura di lavoro messa a disposizione, i lavoratori incaricati dell'uso dispongano di ogni necessaria informazione e istruzione e ricevano una formazione adeguata in rapporto alla sicurezza relativamente alle condizioni di impiego delle attrezzature e alle situazioni anormali prevedibili. 2. Il datore di lavoro provvede altresì a informare i lavoratori sui rischi cui sono esposti durante l'uso delle attrezzature di lavoro 3. Le informazioni e le istruzioni d'uso devono risultare comprensibili ai lavoratori interessati. 18

20 ATTREZZATURE 5.ATTREZZATURE Titolo III, Capo I, del D.lgs 81/2008: Allegato VII: verifiche di attrezzature 19

21 ELETTROCUZIONE 6.ELETTROCUZIONE Rischio elettrico: definizione L evento elettrocuzione si manifesta quando, in seguito all applicazione di una differenza di potenziale fra due o più punti del corpo umano, questo viene percorso da corrente. La condizione di elevato pericolo è direttamente proporzionale: all intensità di corrente attraverso il corpo umano; durata del contatto con parti in tensione (msec.). - Inoltre anche il percorso della corrente è un fattore importante e concorre a determinare l'entità del danno per la salute. 20

22 ELETTROCUZIONE 6.ELETTROCUZIONE Rischio elettrico: accorgimenti 21

23 VIDEOTERMINALI 7.VDT Titolo VII del D.lgs 81/2008: Rischio dovuto all uso dei VDT I principali effetti del VDT sulla salute possono essere: - rischi per l apparato visivo - disturbi muscolo scheletrici - stress. Articolo 174: obblighi del Datore di Lavoro Il datore di lavoro, all'atto della valutazione del rischio, analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: -ai rischi per la vista e per gli occhi -ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale; -alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. 22

24 VIDEOTERMINALI 7.VDT Titolo VII del D.lgs 81/2008: Rischi per l apparato visivo I disturbi oculo-visivi sono: - bruciore, lacrimazione, secchezza, senso di corpo estraneo, ammiccamento frequente, fastidio alla luce, pesantezza, visione annebbiata, stanchezza alla lettura. Questi disturbi reversibili costituiscono la sindrome da fatica visiva (ASTENOPIA). Le principali cause possono essere riassunte in: - condizioni sfavorevoli di illuminazione - l eccesso o l insufficienza di illuminazione generale - la luce diretta proveniente dalle finestre o da fonti - artificiali non adeguatamente schermate - la scarsa definizione dei caratteri sullo schermo - impegno visivo statico, ravvicinato e protratto 23

25 VIDEOTERMINALI 7.VDT Titolo VII del D.lgs 81/2008: Disturbo muscolo - scheletrici I disturbi muscolo scheletrici sono senso di peso, senso di fastidio, intorpidimento, rigidità a: - collo - schiena - spalle - braccia - mani Le principali cause sono: - posizioni di lavoro inadeguate per errata scelta e disposizione arredi e VDT - posizioni di lavoro fisse e mantenute per tempi prolungati - movimenti rapidi e ripetitivi delle mani 24

26 VIDEOTERMINALI 7.VDT Titolo VII del D.lgs 81/2008: Stress Lo stress lavorativo si determina quando le capacità di una persona non sono adeguate rispetto al tipo e al livello delle richieste lavorative. Il tipo di reazione ad una data situazione dipende anche dalla personalità del soggetto: lo stesso tipo di lavoro può risultare soddisfacente, monotono o complesso in personalità diverse. I disturbi che si manifestano sono di tipo psicologico e psicosomatico: - tensione nervosa - stanchezza eccessiva - insonnia - ansia - depressione 25

27 VIDEOTERMINALI 7.VDT Titolo VII del D.lgs 81/2008: Stress Nel lavoro al videoterminale è possibile riscontrare una certa difficoltà degli operatori a seguire adeguatamente il continuo aggiornamento dei software. L'attività al videoterminale richiede pertanto che essa sia preceduta da un adeguato periodo di formazione all'uso dei programmi e procedure informatiche. E utile al riguardo: - seguire le indicazioni e la formazione ricevuti per l'uso dei programmi e delle procedure informatiche; - disporre di tempo sufficiente per acquisire le necessarie competenze ed abilità; - rispettare la corretta distribuzione delle pause; - utilizzare software per il quale si è avuta l'informazione necessaria, ovvero facile da usare. 26

28 MICROCLIMA E ILLUMINAZIONE 8.MICROCLIMA E ILLUMINAZIONE Microclima Il microclima sul posto di lavoro al VDT è in funzione di una serie di parametri fisici (temperatura, umidità relativa, velocità dell aria) più correlate alle caratteristiche costruttive dell ambiente che alla potenza termica dissipata dal VDT stesso. Un microclima incongruo è spesso indicato dagli operatori addetti al VDT quale principale fonte di disagio. A livello esemplificativo vengono di seguito indicati alcuni valori di riferimento: umidità relativa dell aria: 40-70%; portata d aria fresca: almeno 25 m3/ora per persona; temperatura dell aria: C d inverno; C d estate; velocità dell aria: non inferiore a 0,05 m/s; non superiore a 0,15 m/s in inverno; non superiore a 0,25 m/s d estate. 27

29 MICROCLIMA E ILLUMINAZIONE 8.MICROCLIMA E ILLUMINAZIONE Illuminazione La luce naturale dovrebbe costituire parte integrante della illuminazione ambientale. I valori raccomandati di illuminamento per gli uffici sono compresi tra 200 e 500 lux, con le seguenti ulteriori specifiche (UNI 10380): illuminamento prossimo a 200 lux in postazioni con uso esclusivo di VDT. Condizioni sfavorevoli di illuminazione con: - abbagliamenti diretti (finestra frontale) - riflessi (finestra alle spalle) - contrasti eccessivi (tra arredi e fonti di illuminazione) - assenza schermature alle finestre e alle fonti di luce artificiale 28

30 RUMORE 9.RUMORE Titolo VIII del D.lgs 81: Alcuni valori di riferimento, dedotti da rilevazioni fonometriche effettuate in prossimità dell operatore riportano: macchina per scrivere elettrica a nastro: db(a); video + digitazione tastiera: db(a); stampante a getto di inchiostro: circa 50 db(a); stampante ad aghi: circa 60 db(a); conversazione normale a un metro di distanza: db(a). Il VDT, quindi, se pur dotato di stampante ad aghi, ha un livello di emissione di rumore nettamente inferiore a quello che usualmente si registra in un ufficio ove operano più persone. Il D.Lgs. 81/08 Capo II) non identifica alcun rischio di ipoacusia da rumore per livelli di esposizione giornaliera (Lex,8h) inferiori agli 80 db(a). IPOACUSIA DA RUMORE: è una sordità bilaterale causata dalla continua e prolungata esposizione al rumore (irreversibile). 29

31 RUMORE Soglia di udibilità Tic tac di un orologio biblioteca / abitazione silenziosa Conversazione / ufficio affollato Traffico stradale / aspirapolvere Motociclo in accelerazione Tromba di automobile / tessitura Martello pneumatico / allarme Motori e reattori al banco/discoteca 130 Aereo a reazione al decollo 30

32 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 10.MMC Titolo VI del D.lgs 81: Articolo 167: movimentazione manuale dei carichi Movimentazione manuale dei carichi: le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni Ergonomiche sfavorevoli, comportano tra l'altro rischi di lesioni dorso-lombari Lesioni dorso-lombari: patologie delle strutture osteoarticolari, muscolotendinee e nervovascolari. 10A.DUVRI E PIANO MANUTENZIONI 31

33 Formazione specifica TIPOLOGIA 2 4 ore PAUSA

34 PIANO DI EMERGENZA PIANO DI EMERGENZA Decreto Ministeriale Valutazione del rischio incendio (articolo 2). 2. Squadra incaricata dell attuazione delle misure di prevenzione incendi, lotta antincendio e gestione delle emergenze (articolo 5). 3. All'esito della valutazione dei rischi d'incendio, il datore di lavoro adotta le necessarie misure organizzative e gestionali da attuare in caso di incendio riportandole in un piano di emergenza (articolo 3). Piano emergenza: obbligatorio con personale > 10 unità e attività soggette a CPI. 32

35 PIANO DI EMERGENZA 11.VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO Articolo 28, comma 2 del D.lgs: valutazione dei rischi Il Datore di Lavoro, sotto la sua diretta responsabilità: - valuta i rischi esistenti nei luoghi di lavoro; - individua le misure necessarie per l eliminazione o la riduzione dei rischi; - programma l attuazione delle misure di sicurezza individuate; - predispone un programma di gestione e controllo delle misure di sicurezza. ISTITUTI SCOLASTICI: ATTIVITA A RISCHIO MEDIO O BASSO Altre norme di riferimento: Allegato IX del DM : attività ad alto rischio. D.M : - Attività a rischio medio: attività non ad alto rischio ma soggette a rilascio Certificato Prevenzione Incendi. «Punto 85: scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie e simili per oltre 100 persone presenti». - Attività a rischio basso 33

36 PIANO DI EMERGENZA 11.VALUTAZIONE RISCHIO INCENDIO Attività a rischio medio istituti scolastici - Le aree a rischio di incendio medio di I grado sono quelle ove è prescritto un carico d incendio < 30 Kg/mq e nei locali destinati allo svolgimento normale delle attività scolastiche (aule didattiche e aule studio, servizi igienici, spogliatoi, ecc.). - Le aree a rischio di incendio medio di II grado sono quelle che non sono costantemente presidiate, dove vi è la presenza di materiale combustibile e/o infiammabile o componenti elettrici e nei locali tecnici (depositi, sale macchine ascensore, cavedi quadri, aule speciali, ecc.). - Le aree a rischio di incendio medio di III grado sono quelle a rischio specifico (archivi, auditorium, laboratorio di chimica e palestra). In funzione dei seguenti elementi: - Presenza di sostanze infiammabili : metano (es. cucina, centrale termica), materiale cartaceo, cartoni, attrezzatura da lavoro (PC), arredi e mobili in legno. - Sorgenti di innesco (fiamme libere, cortocircuito di apparecchi elettrici, scintille, eventuale presenza di fumatori). 34

37 PIANO DI EMERGENZA 12.INCENDIO Tipologia di incendio 35

38 PIANO DI EMERGENZA 12.INCENDIO Dinamica di un incendio 36

39 PIANO DI EMERGENZA 13.MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE MISURE TECNICHE - Articolo 4 del DPR 462/01: manutenzione periodica impianto a terra e impianto scariche atmosferiche (cadenza biennale). - Compartimentazioni e percorsi protetti: scale e corridoi con strutture REI. - Segnaletica di sicurezza: con indicazione con percorsi di esodo e uscite di sicurezza. - Percorsi di esodo e porte REI: manutenzione periodica (cadenza semestrale). - Impianti di elevazione e autorimesse. MISURE ORGANIZZATIVE E GESTIONALI - Informazione dei lavoratori e degli studenti (obbligo del Datore di Lavoro) - Formazione dei lavoratori (corsi per addetti rischio medio) - Controllo semestrale sui mezzi di estinzione incendi: estintori e manichette - Richiesta di rilascio / rinnovo dei Certificati Prevenzione Incendi 37

40 PIANO DI EMERGENZA 14.ADDETTI ALL EMERGENZA E ALL ANTINCENDIO Tra i dipendenti devono essere nominati ed adeguatamente addestrati addetti alla squadra per la gestione delle emergenze e all antincendio. Questi addetti hanno le conoscenze sufficienti per valutare cosa si debba fare in presenza di un focolaio di incendio o altra emergenza, per esempio valutare la necessità e soprattutto la possibilità di intervenire direttamente oppure se dare immediatamente l ordine di evacuazione e richiedere aiuto esterno. Quindi: - ADDETTI ALLA GESTIONE DELLE EMERGENZE - ADDETTI ALL ANTINCENDIO 38

41 PIANO DI EMERGENZA 15.PIANO DI EMERGENZA Decreto Ministeriale Il responsabile è il datore di lavoro - Deve essere conosciuto dai lavoratori - Va accompagnato da planimetrie dell edificio - Va aggiornato in base a modifiche della struttura, della squadra di gestione delle emergenze, dei sistemi di allarme, dei prodotti pericolosi utilizzati ecc. Non prevede solo le emergenze dovute a incendi. Per esempio deve contenere anche un piano per la gestione delle emergenze sanitarie. - Verifica degli affollamenti massimi, della lunghezza dei percorsi d esodo, del numero delle uscite di piano ecc. Quindi: ADDETTI AL PRIMO SOCCORSO TITOLO I CAPO III SEZ- VI del TU 81/2008: gestione emergenze 39

42 PROCEDURA DI ESODO 16.PROCEDURA DI ESODO: INCENDIO Estratto del piano di evacuazione dell Istituto di Istruzione, punto 3 - mantieni la calma; - se l incendio si è sviluppato in classe esci subito chiudendo la porta; - in caso di allarme generale indicato dall apposito segnale, procedere all evacuazione secondo le modalità indicate nelle ISTRUZIONI DI SICUREZZA. Estratto del piano di evacuazione dell Istituto di Istruzione, punto 4 Il responsabile (Dirigente o Vice) valutata l opportunità di evacuare l edificio, diramerà o farà diramare il segnale di allarme. In assenza di apposita sirena, si utilizzerà il campanello trasmettendo più volte a brevi intervalli un triplice suono. 40

43 PROCEDURA DI ESODO 16.PROCEDURA DI ESODO: TERREMOTO Estratto del piano di evacuazione dell Istituto di Istruzione, punto 2 Se ti trovi in luogo chiuso: - mantieni la calma; - non precipitarti fuori; - resta in classe e riparati sotto il banco, sotto l architrave della porta o vicino ai muri portanti; - allontanati dalle finestre, porte con vetri, armadi perché cadendo potrebbero ferirti; - se sei nei corridoi o nel vano delle scale rientra nella tua classe o in quella più vicina; - dopo il terremoto, all ordine di evacuazione, abbandona l edificio senza usare l ascensore e ricongiungiti con gli altri compagni di classe nella zona di raccolta assegnata secondo le norme contenute nelle ISTRUZIONI DI SICUREZZA. Se sei all aperto: - mantieni la calma; - allontanati dall edificio, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee elettriche perché potrebbero cadere e ferirti; 41

44 Infortunio sul lavoro Prognosi > 40 giorni: -referto medico da inviare all autorità giudiziaria (art. 365 e 583 CP) -denuncia INAIL -registro infortuni La PAT anticipa le spese dello stipendio e le spese mediche dirette. Poi rimborso INAIL Infortunio alunno: richiesta risarcimento della famiglia Richiesta di risarcimento per DANNO INGIUSTO: art CC (anche danno biologico articolo 2059 CC) Il docente risponde ai sensi dell art del Codice Civile DANNNI CAUSATI dall alunno o DANNI CAUSATI DA UN MINORE a sé a ad altri Visita ispettiva UOPSAL Verifica violazioni alle norme di prevenzione: DATORE DI LAVORO MEDICO COMPETENTE PREPOSTI LAVORATORI Violazione articolo 18 / 28: a carico del datore di lavoro : ARRESTO O AMMENDA (CAPO IV del T.U.) Invio copia PROCURA REPUBBLICA + PRESCRIZIONE da fare Il destinatario del procedimento è il Presidente della PAT Il procedimento si conclude con una SENTENZA di assoluzione o condanna della PA Il docente può rispondere per DOLO o COLPA GRAVE: Art. 61 della legge n. 312 del 1980 e/o essere soggetto a sanzione disciplinare Controllo entro 60 gg: se positivo OBLAZIONE per ¼ pena Controllo entro 60 gg: se non positivo si apre il PROCEDIMENTO PENALE La PA avvia una azione amministrativa verso il dipendente (docente per esempio) Responsabilità PENALE CIVILE AMMINISTRATIVA 17.INFORTUNIO: ANALISI DI UN CASO SPECIFICO 42

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