>> VALANGHE << Sicuri Sulla Neve 2016

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1 >> VALANGHE << Sicuri Sulla Neve 2016 Clusone 08 Gennaio 2016

2 CONVINZIONI - DETTI 1. Il pericolo è legato ai rialzi termici e al caldo, per cui basta muoversi al mattino presto, o comunque col freddo. 2. Più fa freddo, meno c è pericolo. 3. Con poca neve non c è pericolo. 4. È tanto che non nevica quindi il manto nevoso è stabilizzato. 5. Dopo 2 o 3 giorni la neve fresca è assestata. Sono detti che capita sovente di sentire dai frequentatori della montagna invernale. CONSIDERAZIONI spesso vere, ma a volte potrebbero riservare spiacevoli SORPRESE.

3 STATO del MANTO NEVOSO Sotto la coltre nevosa, a contatto con il terreno la temperatura è stabilmente intorno allo 0 C a causa del Calore proveniente dalla terra e dall isolamento garantito dalla neve

4 A determinare la differenza di trasformazione delle neve È il rapporto noto come >> GRADIENTE TERMICO << Gradiente Termico: 3/30=0,1 C/cm

5 >> GRADIENTE TERMICO << Gradiente Termico: 6/30=0,2 C/cm

6 >> GRADIENTE TERMICO << Gradiente Termico: 3/15=0,2 C/cm

7 Considerazioni Gradiente Se aumenta lo spessore della neve il gradiente diminuisce (NEVICA) Se aumenta temperatura (restando inferiore a 0 C) il gradiente diminuisce (Foehn, pioggia) Se diminuisce lo spessore del manto nevoso aumenta il gradiente(vento) Se diminuisce la temperature aumenta il gradiente (Notte)

8 TIPO di METAMORFISMO Metamorfismo Distruttivo Con Gradiente Inferiore a 0,2. Temperatura sotto 0 C ma relativamente vicino allo 0 C. Molto sotto lo 0 C ma con tanta neve. Metamorfismo Costruttivo Con Gradiente Superiore a 0,2. Temperatura molto sotto 0 C e poca neve. Metamorfismo di Fusione. Temperatura esterna superiore a 0 C.

9 Metamorfismo distruttivo Si formano grani arrotondati Aumenta l assestamento Si ha Coesione Aumenta il consolidamento Neve Farinosa Può produrre Valanghe a debole coesione, entro pochi giorni È corretta l affermazione che dopo 2, 3 giorni la situazione è stabile.

10 Valanghe a debole coesione 1. valanghe che si innescano in un punto 2. si formano su pendenze tra 40 e metamorfismo distruttivo e di fusione Hanno un origine puntiforme e sono inizialmente costituite da una piccola quantità di neve (solitamente meno di un metro cubo) che inizia a scivolare lungo il pendio

11 Metamorfismo da fusione 1. i grani si fondono e l H 2 O scende verso l interno 2 durante il processo colate superficiali e scarichi spontanei Può produrre Valanghe a debole Coesione

12 Metamorfismo costruttivo 1. si forma la brina di fondo 2. si forma brina di superfice 3. sono entrambi grani a bassissima coesione 4. si eliminano solo per fusione o per pioggia 5. si può verificare anche da situazioni di metamorfosi distruttiva se le condizioni di gradiente sono rispettate Può produrre Valanghe a lastroni Ecco il caso molto freddo non ha reso le condizioni sicure anzi ha creato l effetto opposto

13 Brina di fondo e di superfice In condizioni di gradiente medio/elevato (superiore a 0,2), l interno del Manto Nevoso è termodinamicamente agitato. Dal suolo più caldo, l aria, che costituisce circa il 90% della neve, si muovono verso la superficie, molto più fredda. Grandi quantità di vapore, incontrando i cristalli più freddi sublima, accrescendone le dimensioni e cambiandone le forme,da tonde a spigolose fino ad arrivare ai cristalli a forma di calice, che hanno una bassa coesione. 1. Negli strati bassi e intermedi si forma la brina di profondità 2. In superfice, dove la temperatura è molto sotto le zero, l umidità dell aria cristallizza immediatamente, e forma la brina di superfice

14 Valanghe A Lastroni Esse sono costituite da grandi lastre (o stati) di neve compatta, che si mettono In movimento a seguito di una frattura della lastra stessa. Lo spessore della lastra può variare dai 10 cm ai 10 metri (mediamente intorno al metro) E la lunghezza della frattura può essere di pochi metri ma anche superiore al chilometro Piccoli sovraccarichi può provocare il distacco, il 95% delle vittime sono responsabili del distacco, per evitare caricare il meno possibile, (passare uno alla volta e distanziati)

15 Considerazioni Per avere la trasformazione costruttiva con 40 cm di neve, la temperatura deve scendere a -8 e ci rimanga, mentre con 2 metri di neve deve scendere a -40. La prima condizione è molto frequente pertanto è meglio che: 1. Più neve c è meglio è. 2. È meglio che faccia freddo ma senza eccessi. 3. Ecco altre affermazioni che si smentiscono. 1. Sulla brina di superfice si può accumulare neve trasportata dal vento, e di conseguenza le valanghe a lastroni hanno una superfice di scorrimento. 2. Anche con grandi nevicate, la neve dal vento può essere spostata, con la conseguenza che lo spessore del manto nevoso cala, provocando l innalzamento del gradiente (metamorfismo costruttivo) IL VENTO E UN COSTRUTTORE DI VALANGHE

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17 Discesa Da Cima Visolo (Presolana)

18 Pala Timonio

19 Pala Timonio

20 Pala Timonio dalla vetta

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22 Pizzo di Petto da Lizzola

23 Pizzo di Petto da Lizzola

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25 Pendii Critici I pendii con pericolo di caduta valanga sono quelli con una inclinazione tra i 28 e i 45 (60%-100%) PROVA PENDOLO 1. Fare l impronta di un bastoncino sulla massima pendenza 2. Mettere l impugnatura del secondo bastoncino vicino al primo per formare un pendolo 3. Se il bastoncino che pendola incontra l impronta sotto significa che il pendio è più di 30

26 Fattore Terreno Morfologia Canaloni Avvallamenti e cambi di pendenza sono elementi a rischio per accumuli causa vento Cornici possono rompersi in qualsiasi momento, al di sotto delle cornici il vento deposita spesso neve Crepe nel manto nevoso segnalano possibili pericoli di distacco

27 Fattore Umano 1. PIANIFICAZIONE TEMPI: in linea di principio m dislivello/ora. 2. MAI SOLI: anche piccoli incidenti possono risultare fatali. 3. DIMENSIONI GRUPPO: più piccolo è e più è flessibile al massimo 8 persone per gruppo. 4. CONSULTARE BOLLETTINO NIVO METEO e/o dalle guide locali o rifugi le condizioni nevose e climatiche.

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29 Scala Europea del pericolo da Valanga

30 Scala Europea del pericolo da Valanga

31 Curva di Sopravvivenza

32 L attrezzatura Di Autosoccorso necessaria per muoversi in montagna d inverno è: A.R.T.V.A. PALA SONDA

33 L attrezzatura Di Autosoccorso. A.R.V.A. A.R.V.A. SONDA A.R.V.A. A.R.V.A. SONDA MANI MANI 7 PALA da NEVE PALA da NEVE + + RACCHETTE da NEVE RACCHETTE da NEVE Prova effettuata su 60 esercizi. Profonditá 1,0 m. (tempo) in MINUTI

34 C.N.S.A.S.

35 Alla base di tutto ci sono le onde elettromagnetiche In tutto il mondo si è stabilito che la frequenza ottimale di lavoro è : 457 KHz Corso SA1 CAI Bergamo

36 Interruttore posizione ON Linee di flusso o linee di induzione o linee Corso SA1 di CAI Bergamo campo

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38 Portata MASSIMA e portata MINIMA Portata Massima Portata Minima Nello stesso punto, la capacità di catturare le linee di flusso sarà massima con l antenna dell apparecchio ricevente parallela o coassiale alla linea di flusso e sarà minima con l antenna perpendicolare o ortogonale.

39 Portata utile è la distanza a cui è possibile riceve il segnale nelle peggiori condizioni di utilizzo. (minimo accoppiamento, profondità del sepolto, ostacoli vari) In ogni caso, per convenzione si assume la portata utile: per un ARTVA analogico pari a 1/5 della portata massima (alcune didattiche indicano il 50% della portata minima) per un ARTVA digitale pari a 10 metri

40 Antenne coassiali massimo della porta efficace Corso SA1 CAI Bergamo

41 Antenne parallele massimo della porta efficace Corso SA1 CAI Bergamo

42 Antenne ortogonali minimo della porta efficace Corso SA1 CAI Bergamo

43 Antenne ortogonali minimo della porta efficace Corso SA1 CAI Bergamo

44 Esistono TRE tipologie di ARTVA: Tutti gli ARTVA funzionano con lo stesso principio, l unica differenza che li distingue tra loro è come fa ogni strumento a trasmettere all utente le informazioni che percepisce, ovvero l intensità del campo magnetico che riceve in quel preciso istante. ARTVA ANALOGICI ARTVA ANALOGICO- DIGITALI ARTVA PURAMENTE DIGITALI

45 ARTVA ANALOGICI BEEP Tutti dotati di COMMUTATORE Con l aumento di volume del segnale acustico

46 ARTVA ANALOGICO-DIGITALI Oltre al BEEP ; Tenendo la punta dell indicatore di intensità del segnale, sempre accesa o piena Indicatore di intensità del segnale

47 3 antenne 2 antenne disposte a L 2 antenne disposte a X Corso SA1 CAI Bergamo

48 Direzione da seguire Risultante Corso SA1 CAI Bergamo

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50 Avvertenze per l uso dell ARTVA Essendo un apparecchio che si basa sulle onde elettromagnetiche, un ARTVA in funzione crea un campo magnetico ciò comporta piccoli rischi quando si trova vicino ad altri campi magnetici

51 Attenzione - temporali - linee dell alta tensione - impianti di risalita - apparecchi radio - telefoni cellulari in ricezione almeno 50 cm. dall Arva - oggetti metallici Influenzano sia il raggio d azione di ricezione che di trasmissione Possono pregiudicare il funzionamento del DISPLAY

52 Come va indossato? L A.R.T.V.A. va indossato sopra al primo strato di vestiti. Non deve impedire i movimenti. Deve poter esser tolto nel minor tempo possibile. Va fissato correttamente con le apposite cinghie.

53 Come indossare l ARTVA:

54 All inizio della gita Il capo comitiva fa disporre tutti i compagni in riga, ad intervallo di almeno un metro Fa quindi predisporre tutti gli ARTVA in ricezione, sul valore minimo Pone il proprio ARTVA in trasmissione e sfila lentamente davanti a tutti i componenti, per verificare se tutti gli apparecchi ricevono il suo segnale. Completata questa verifica, fa disporre in trasmissione tutti gli apparecchi, ad esclusione del proprio, che viene commutato in ricezione sul valore minimo. Avvia il gruppo, che gli sfila dinnanzi, mentre lui verifica la corretta emissione di tutti gli ARTVA e la corretta ricezione del proprio. Riporta il proprio ARTVA in trasmissione e raggiunge i compagni. NON SARA EFFETTUATO NESSUN ALTRO INTERVENTO SUGLI A.R.T.V.A. SINO ALLA FINE DELLA GITA

55 3 FASI Prima di tutto Allertare 112 FASE PRIMARIA: ricerca del primo segnale FASE SECONDARIA: localizzazione FASE FINALE: ricerca di precisione SONDAGGIO

56 FASE PRIMARIA Nella ricerca del primo segnale bisogna considerare: 1. Quanti sono in grado di effettuare la ricerca 2. La portata utile degli strumenti 3. L estensione della valanga 4. Il punto di scomparsa del/i travolto/i se è possibile definirlo senza alcun dubbio 5. In che punto mi trovo della valanga quando inizio la ricerca 6. Ricerca vista,udito: IMPORTANTE

57 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Non ero presente 2. Non ci sono testimoni Inizio ricerca

58 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Non ero presente 2. Non ci sono testimoni Il doppio della portata utile Inizio ricerca Ricerca a greca o a navetta

59 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Non ero presente 2. Non ci sono testimoni Inizio ricerca Tra la traccia di ricerca e il bordo della valanga la distanza e pari alla portata utile

60 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Non ero presente 2. Non ci sono testimoni Inizio ricerca Il doppio della portata utile

61 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Non ero presente 2. Non ci sono testimoni Inizio ricerca Tra la traccia di ricerca e il bordo della valanga la distanza e pari alla portata utile

62 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Ero presente all evento Punto di travolgimento Punto di scomparsa Inizio ricerca

63 Quanti sono in grado di effettuare la ricerca? Ricerca con un solo soccorritore 1. Ero presente all evento Punto di travolgimento Punto di scomparsa Inizio ricerca

64 FASE SECONDARIA Ricerca per linee di induzione Corso SA1 CAI Bergamo

65 Linee di induzione Massima concentrazione Farsi condurre dallo strumento La ricerca si effettua da soli Segno il punto in cui ho trovato il primo segnale. Corso SA1 CAI Bergamo

66 Aggancio del primo segnale (LOCALIZZAZIONE) Ricerca per LINEE di INDUZIONE Fase finale Ricerca di precisione Punto da segnare Corso SA1 CAI Bergamo

67 120 Beep 70 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

68 120 Beep 75 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

69 120 Beep 80 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

70 120 Beep 75 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

71 120 Beep 70 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

72 120 Beep 75 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

73 120 Beep 80 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

74 120 Beep 75 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

75 120 Beep 70 Visualizzazione numerica sul display digitale Ruotando tutto il braccio con in mano lo strumento Corso SA1 CAI Bergamo

76 1. Una volta rilevato un segnale ben stabile, tenere l ARVA orizzontale e con l altoparlante rivolto verso l alto Procedere nella direzione individuata Beep Beep Beep Beep Beep 2. Ripetere il movimento a ventaglio finché non si individua la direzione che fornisce la maggior intensità Durante il movimento a ventaglio muovo tutto il Corso SA1 CAI Bergamo braccio con in mano lo strumento

77 Una volta individuata la tangente alla linea di flusso avanzo di qualche metro Beep Linea di induzione Verifico la direzione Corso SA1 CAI Bergamo

78 Linea di tangenza rispetto alla linea di induzione Beep Linea di induzione Corso SA1 CAI Bergamo

79 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

80 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

81 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

82 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

83 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

84 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

85 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

86 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

87 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

88 Beep Corso SA1 CAI Bergamo

89 A.R.V.A. sepolto A.R.V.A. in ricerca Beep 80 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

90 Beep Beep 60 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

91 Beep Beep Beep 40 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

92 Beep Beep Beep Beep 20 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

93 Beep Beep Beep Beep Beep 10 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

94 Beep Beep Beep Beep Beep Beep 02 Visualizzazione numerica sul display digitale Commutatore di volume Corso SA1 CAI Bergamo

95 Fase FINALE Ricerca di precisione Corso SA1 CAI Bergamo

96 Ricerca di precisione Si effettua quando riteniamo di essere su commutazioni basse dell ARTVA o di avere sul display numeri bassi Con sepolture profonde le distanze aumentano, di conseguenza commutazioni più alte o numeri più alti La posizione dell ARTVA va mantenuta uguale per tutta la fase di precisione L ARTVA va tenuto vicino al terreno

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99 Sondaggio Durante il sondaggio vanno mantenuti sempre indossati i guanti per evitare con il calore delle mani di creare delle croste di ghiaccio sulla sonda, creando di conseguenza un ulteriore difficoltà di penetrazione nel terreno La sonda va sempre introdotta perpendicolarmente al terreno

100 Persona sepolta Corso SA1 CAI Bergamo

101 A.R.T.V.A. in ricezione, posizionato dopo aver effettuato la Fase di precisione Persona sepolta Corso SA1 CAI Bergamo

102 A.R.T.V.A. in ricezione, posizionato dopo aver effettuato la Fase di precisione Racchetta da sci Persona sepolta Corso SA1 CAI Bergamo

103 A.R.T.V.A. in ricezione, posizionato dopo aver effettuato la Fase di precisione Racchetta da sci Persona sepolta Corso SA1 CAI Bergamo

104 Corso SA1 CAI Bergamo

105 SONDA Corso SA1 CAI Bergamo

106 Corso SA1 CAI Bergamo

107 Corso SA1 CAI Bergamo

108 Corso SA1 CAI Bergamo

109 Corso SA1 CAI Bergamo

110 Corso SA1 CAI Bergamo

111 Corso SA1 CAI Bergamo

112 Corso SA1 CAI Bergamo

113 Corso SA1 CAI Bergamo

114 Corso SA1 CAI Bergamo

115 Corso SA1 CAI Bergamo

116 Corso SA1 CAI Bergamo

117 Corso SA1 CAI Bergamo

118 Corso SA1 CAI Bergamo

119 YES Corso SA1 CAI Bergamo

120 Dopo aver sondato ai vertici delle racchette da sci e la risposta fosse ancora negativa, si passerebbe al sondaggio per maglie più strette. Posizionare la sonda in mezzo tra i due vertici dei bastoncini e sondare nuovamente Corso SA1 CAI Bergamo

121 Corso SA1 CAI Bergamo

122 Corso SA1 CAI Bergamo

123 Corso SA1 CAI Bergamo

124 L equilibrio ideale fra il tempo di ricerca e la precisione della localizzazione 1. FASE PRIMARIA 2. FASE SECONDARIA 3. FASE FINALE 4. SONDAGGIO Corso SA1 CAI Bergamo

125 Obiettivo distante: Velocità elevata, precisione scarsa. FASE PRIMARIA: ricerca del primo segnale Corso SA1 CAI Bergamo

126 Obiettivo in avvicinamento: Velocità media, precisione in aumento. FASE SECONDARIA: localizzazione Corso SA1 CAI Bergamo

127 Obiettivo vicino: Velocità minima, precisione accurata. FASE FINALE: ricerca di precisione Corso SA1 CAI Bergamo

128 Obiettivo vicinissimo: Velocità minima, precisione massima. SONDAGGIO Corso SA1 CAI Bergamo

129 Obiettivo raggiunto Corso SA1 CAI Bergamo

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131 Passo dei Laghi Gemelli

132 Passo dei Laghi Gemelli

133 Corso SA1 CAI Bergamo

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