REPUBBLICA ITALIANA ANNO 1999

Transcript

1 REPUBBLICA ITALIANA N REG. RIC. ANNO 1999 IN NOME DEL POPOLO ITALIANO N. 255 REG. SENT.. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana ANNO 2008 Sezione Seconda composto dai Signori: Giuseppe PETRUZZELLI Vincenzo FIORENTINO Stefano TOSCHEI Presidente Componente; Estensore; ha pronunciato la seguente SENTENZA sul ricorso n. R.g 2545 del 1999 proposto dalla WASTE MANAGEMENT ITALIA-W.M.I. S.p.a., in persona de legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avv.ti Alessandro Pazzi e Alessandro Cassetti ed elettivamente domiciliata presso lo studio del secondo difensore in Firenze, Via Gustavo Modena 23; contro il COMUNE DI SAN CASCIANO in VAL DI PESA, in persona del Sindaco pro tempore, non costituitosi in giudizio ; per l annullamento, previo sospensione dell efficacia della diffida emessa dal Comune di San Casciano in Val di Pesa alla SASPI S.p.a. perché provvedesse, in solido con il proprietario di un lotto di terreno situato nel predetto Comune loc. Le Mandrie, a redigere nel termine di 60 gg un piano di indagini preliminari, in conformità della delibera 1447/98, finalizzato alla bonifica del sito. Visto il ricorso con i relativi allegati;

2 2 Vista l ordinanza n. 284 dell 11 novembre 1999, con la quale questo Tribunale ha respinto l istanza cautelare avanzata dalla parte ricorrente; Esaminata la ulteriore memoria depositata; Visti gli atti tutti della causa; Relatore alla pubblica udienza dell 8 febbraio 2007 ed alle Camere di consiglio del 22 marzo 2007 e del 19 aprile 2007 il dott. Stefano Toschei; presente per la parte ricorrente l avv. Alessandro Cassetti ; Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue. FATTOE DIRITTO 1. La Società Waste Management Italia-W.M.I. S.p.a. (d ora in poi, Waste) impugna il provvedimento con il quale, il responsabile dell ufficio competente del Comune di San Casciano in Val di Pesa, ha intimato alla SASPI S.p.a. di provvedere, in solido con il proprietario di un lotto di terreno situato nel predetto Comune loc. Le Mandrie, di redigere nel termine di 60 gg un piano di indagini preliminari, in conformità della delibera 1447/98, finalizzato alla bonifica del sito. Chiarisce la ricorrente che la Società SASPI S.p.a. si è fusa per incorporazione con la Waste (ved. atto allegato) e che il provvedimento di cui sopra si appalesa illegittimo in quanto fondato su presupposti errati. La ragione della sua adozione, infatti, sottenderebbe alla circostanza che fino alla metà degli anni ottanta, nelle immediate adiacenze dei terreni in questione, era in attività un impianto di incenerimento dei rifiuti gestito dalla SASPI e che la tipologia dei rifiuti rinvenuti nel corso del sopralluogo del 22 marzo 1999, che (per come si legge nel provvedimento impugnato) ha permesso l attivazione del procedimento conclusosi con l adozione dell atto qui oggetto di gravame, lascerebbe presumere, quale responsabile del loro interramento e della conseguente contaminazione dei

3 3 terreni, la sopra citata Società, quale gestore a quel tempo dei terreni in questione (cfr. in tale senso la ricostruzione dei fatti operata nell atto introduttivo del presente giudizio e nella memoria conclusiva). Riferisce ancora la Società ricorrente che, dopo aver impugnato quell atto con il presente ricorso, il Comune emetteva analoga ordinanza n. 4 del 3 giugno 2002, riguardante particelle catastali confinanti con quelle in ordine alle quali è qui giudizio, ordinanza che veniva fatta oggetto di gravame nel corso del 2002, deciso in senso favorevole alla odierna parte ricorrente con sentenza di questa Sezione n. 662 del Il Collegio non può che registrare identità di fattispecie tra il giudizio qui in esame e quello deciso con la sentenza sopra indicata, di talché i principi espressi in quest ultima debbono essere confermati anche in questo caso, conducendo all accoglimento del gravame proposto dalla Waste. 3. Per completezza di motivazione va rammentato che anche nella vicenda decisa dalla sentenza n. 662 del 2004 l ordine da parte del Comune nei confronti della società ricorrente veniva giustificato con la ritenuta imputabilità del suddetto abbandono alla società S.A.S.P.I. S.p.a. (fusa dal 1 agosto 1999, per incorporazione, nella Società ricorrente) che aveva gestito, fino alla meta degli anni ottanta, nelle vicinanze dell area in questione, un impianto di incenerimento di rifiuti solidi urbani. Anche in detto caso la Waste si lamentava della circostanza che il Comune non aveva affatto svolto una adeguata istruttoria per individuare l effettivo autore dell inquinamento, limitandosi a ritenere, per via presupposta, che la sola circostanza collegata all aver la SASPI gestito un impianto di incenerimento in quell area territoriale - attività peraltro cessata da molti anni lasciasse presagire verosimilmente che alla stessa facesse obbligo di redigere un piano per la bonifica del sito.

4 4 La vicenda (unica, sia con riferimento a quella qui in esame che a quella già risolta in sede giudiziale dalla sentenza n. 662 del 2004) va iscritta nell ambito di applicazione dell art. 14 comma 3 del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22 (decreto ovviamente espressamente e più volte richiamato nel provvedimento qui impugnato). Come è noto, il suindicato articolo 14, premesso il divieto di abbandono e di deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo (comma 1), pone (comma 3) l obbligo di procedere alla rimozione dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi a carico dell autore della violazione, e prevede un obbligo solidale del proprietario (o dei titolari di diritti reali o personali di godimento sull area) solo se imputabili della violazione a titolo di dolo o colpa. Nel disciplinare la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati l art. 17 dello stesso decreto demanda al Comune (comma 9), ove i responsabili non provvedano o non siano individuabili, la realizzazione d ufficio dei relativi interventi; e dispone che detti interventi costituiscono onere reale sulle aree inquinate (comma 10), mentre la relativa spesa è assistita da privilegio speciale immobiliare sulle aree stesse oltre che da privilegio generale mobiliare (comma 11). Nel solco di questi principi, il regolamento attuativo (D.M. 25 ottobre 1999 n. 471, recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati) precisa all art. 8 che la diffida ad eseguire i necessari interventi a rivolta dal Comune, con propria ordinanza al responsabile dell inquinamento (comma 2); ed aggiunge (comma 3) che l ordinanza è notificata anche al proprietario del sito ai sensi e per gli effetti dell art. 17 commi 10 e 11 del citato decreto legislativo n. 22 del 1997 (norme queste riprodotte, peraltro, nell art. 20 della legge della Regione Toscana 18

5 maggio 1998 n. 25). 5 Ciò significa che il proprietario, ove non sia responsabile della violazione, non ha l obbligo di provvedere, ma solo l onere di farlo se intende evitare le conseguenze derivanti dai vincoli che gravano sull area, nella specie di onere reale e di privilegio speciale immobiliare Dal quadro normativo sopra delineato si rileva, innanzitutto, che l Amministrazione investita del potere sanzionatorio di cui trattasi debba darsi carico di svolgere gli opportuni e congrui accertamenti del caso, intesi a verificare la sussistenza di fatti suscettivi di integrare la fattispecie di responsabilità dolosa o colposa a carico degli interessati esplicitandone, non meno compiutamente le ragioni. Nel caso di specie nel provvedimento impugnato manca ogni riferimento ad un accertamento nei sensi di cui sopra essendosi l Amministrazione sostanzialmente limitata ad affermare l imputabilità dell abbandono dei rifiuti alla società SASPI solo sul fatto che tale società (fusa dal 1 agosto 1999, per incorporazione, nella società ricorrente) aveva gestito fino alla metà degli anni ottanta, nell area posta nella località indicata nel provvedimento impugnato, un impianto di rifiuti solidi urbani. 5. Riprodotte come sopra le osservazioni svolte nella sentenza n. 662 del 2004 e fatte proprie da questo Collegio nel caso qui in esame, attagliandosi perfettamente alla presente fattispecie, il ricorso può trovare accoglimento con annullamento del provvedimento impugnato. La mancata costituzione in giudizio dell Amministrazione intimata rende le spese irripetibili. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Toscana, Sezione Seconda,

6 6 pronunciando in via definitiva sul ricorso in epigrafe, lo accoglie e, per l effetto, annulla l atto impugnato. Spese irripetibili. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Firenze nelle Camere di consiglio dell 8 febbraio 2007, del 22 marzo 2007 e del 19 aprile Il Presidente Giuseppe Petruzzelli F.to Giuseppe Petruzzelli Il relatore ed estensore Stefano Toschei F.to Stefano Toschei Il Segretario F.to Silvana Nannucci DEPOSITATA IN SEGRETERIA IL 29 FEBBRAIO 2008 Firenze, lì 29 FEBBRAIO 2008 Il Collaboratore di Cancelleria F.to Silvia Lazzarini