"Gli artisti sono comunque molto ricchi, scaricare qualche brano gratuitamente non li danneggerà."

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1 DAL SITO: La musica gratis è una bella idea. Qual è il problema?" È un equivoco diffuso che utilizzare la cosiddetta "musica gratuita" - scaricandola da Internet o masterizzandola senza il consenso di chi l'ha creata e senza pagare nulla - in realtà non danneggia nessuno. Niente potrebbe essere più lontano dalla realtà. La diffusione online o la copia non autorizzate non sono affatto gratuite, ma sono i musicisti e la gente che investe nella musica a pagarne il prezzo. Gli artisti, prima di tutto, le etichette che hanno investito in essi, gli editori che gestiscono il copyright delle loro canzoni e le migliaia di persone impegnante nei diversi settori dell'industria musicale vengono tutti danneggiati. Scaricare e masterizzare musica senza permesso non ricompensa gli sforzi di coloro che creano, sviluppano e registrano musica, e la cui sopravvivenza dipende economicamente da essa. PIù copie illegali e distribuzione su Internet significano meno vendite, e ciò significa a sua volta meno soldi per le case discografiche da investire negli artisti e nella musica. Ciò interessa intere categorie di persone: i dipendenti dei negozi di dischi che rischiano la chiusura, l'aspirante artista che non otterrà un contratto perché le case discografiche hanno meno soldi da investire in nuovi talenti, l'imprenditore che sta facendo dischi con gruppi locali, e l'artista il cui primo album non ha venduto abbastanza da generare un profitto. Al vertice di ciò, ci sono le migliaia di persone il cui reddito dipende dalla musica: dagli ingegneri del suono e i dipendenti degli stabilimenti di replica dei CD fino ai manager dei gruppi e ai grafici. Ci sono anche un numero incalcolabile di riviste musicali, imprenditori che cercano di avviare servizi online autorizzati, designers, PR specializzati e la lista continua. Inoltre, copiare musica senza permesso è illegale. E solo perché non coinvolge il crimine organizzato o refurtiva venduta agli angoli delle strade non significa che non vada considerato seriamente. "Gli artisti sono comunque molto ricchi, scaricare qualche brano gratuitamente non li danneggerà." La maggioranza degli artisti NON è ricca. E non si tratta solo di qualche brano ma potenzialmente di tutto quanto sia stato mai registrato. Ma i più danneggiati sono gli artisti emergenti, perché non pagare la musica significa molti meno soldi da investire per loro. Che alla fine significa che sono proprio gli amanti della musica a rimetterci. Meno artisti hanno la chance di essere pubblicati, e le etichette sono meno disponibili a prendersi il rischio con musica più sperimentale o generi di nicchia. I consumatori di "musica gratuita" possono avere un benefico a breve termine, ma al costo di danneggiare nel lungo periodo gli artisti che apprezzano di più, e i nuovi talenti. La gente che accusa l'industria discografica di non produrre niente di nuovo dovrebbe fermarsi a pensare sull'impatto che ciò ha sui nuovi artisti. Pensate ai gruppi - e ce ne sono molti, incluso U2, R.E.M. o David Gray - che non hanno avuto successo con il loro primo o secondo album. I gruppi hanno bisogno di tempo per crescere, ma se le loro prime vendite vengono "cannibalizzate" su Internet, non avranno mai l'opportunità di diventare

2 ciò che sono ora gli U2 o i R.E.M. "Diffondere musica su Internet o masterizzarla senza permesso può essere illegale, ma l'industria musicale non ne sta esagerando gli effetti sul settore?" Ci sono prove evidenti che la copia e distribuzione senza permesso hanno come conseguenza che meno musica viene venduta. Per esempio, guardate a come sono scese le vendite di album da quando la diffusione su Internet è aumentata. Durante un periodo di quattro mesi nel 2002 il numero di files musicali disponibili su siti illegali è quasi raddoppiato da 500 milioni a 900 milioni. Allo stesso tempo le vendite di dischi nel mondo sono scese di circa il 7%. Come risultato nel 2002 sono stati venduti circa 250 milioni di album in meno rispetto al La diffusione su Internet e le copie di massa illegali non sono state le uniche ragioni di tale declino, ma sicuramente quelle che hanno avuto il maggior impatto. In particolare, le vendite degli artisti più di successo sono calate: nel 2001 per la prima volta in molti anni nessun album ha venduto più di dieci milioni di copie negli Stati Uniti, il mercato più esteso del mondo - un dato che si è poi ripetuto nel 2002 quando solo un album, The Eminem Show di Eminem, ha sorpassato la soglia dei dieci milioni di dischi venduti. E quando calano le vendite dei grandi nomi, ci sono ripercussioni per la crescita e il supporto dei nuovi talenti. Forse, il dato più preoccupante è che la maggioranza delle persone che scaricano musica da Internet sono giovani fans, che sono anche i maggiori consumatori di musica. Il 41% dei ragazzi che in Europa scarica musica "gratuitamente" afferma di comprare meno CD, comparato con solo un 19% che dice di acquistarne di più. Un'intera nuova generazione di amanti della musica sta danneggiando la grande varietà che essi stessi cercano nella musica. "Ho sentito artisti sostenere che far scaricare gratuitamente la loro musica è la maniera migliore per farsi ascoltare, così promuovendo la propria musica ed aumentando le vendite." Noi sosteniamo l'uso di materiale promozionale disponibile per il download gratuito - ma solo quando l'artista e gli altri aventi diritto hanno autorizzato un tale uso. Questa deve essere una scelta che fanno loro, non imposta da altri. Rendere la musica disponibile su Internet è una possibilità di crescita molto interessante per gli artisti. La rete può essere un valido strumento per nuovi talenti che vogliono attirare interesse su di essi. Comunque non è vero che diffondere la musica gratuitamente promuove sempre le vendite di un brano o di un album. Le ricerche dimostrano che scaricare e masterizzare tende di più a sostituire le vendite che a promuoverle. Studi di mercato a livello internazionale dimostrano che un terzo delle persone che ricorrono al file-sharing spende meno nell'acquisto di musica da quando ha cominciato ad ottenerla gratuitamente. La maggior parte degli artisti è contenta che i consumatori scarichino la loro musica, ma solo quando ciò avviene in maniera legittima e con il loro consenso. E coloro che vogliono diffondere la propria musica in questo modo hanno la chance di farlo.

3 MP3.com, per esempio, contiene migliaia di brani di aspiranti artisti - anche se è dubbio quanti artisti, sempre che ve ne siano, siano stati capaci di intraprendere una carriera solo attraverso Internet. Il fatto è che la maggior parte delle persone che vanno online per scaricare musica sono molto più spesso alla ricerca di artisti conosciuti - anche se nuovi per loro - piuttosto che completi sconosciuti. Quelli che pensano di avere il diritto di "scambiarsi" la musica illegalmente con milioni di individui senza dover pagare stanno danneggiando l'industria della musica, e di conseguenza stanno minacciando la carriera di aspiranti artisti prima ancora che inizino. "Il vero problema è che l'industria musicale vuole fermare il progresso della tecnologia." La tecnologia non è nemica della musica - semmai l'opposto. C'è sempre stato un rapporto forte fra i progressi della tecnologia e l'industria della musica: dal grammofono di Edison, passando attraverso il vinile, le cassette, i CD e fino ai file MP3. L'impatto della tecnologia digitale ha ampliato le possibilità ad artisti e molti altri coinvolti nella musica: permettendo maggior sperimentazione e strumenti di home recording sofisticati, collaborazioni online in tempo reale, webcast (trasmissione online di eventi in diretta), sonorità di qualità superiore - e la possibilità di condividere tutto ciò con una cerchia molto più ampia di ascoltatori. L'industria musicale farà sempre uso della tecnologia - come ad esempio con i nuovi formati SuperAudio CD e DVD Audio - o con l'opportunità che i nuovi telefoni 3G offrono. La tecnologia sta anche aiutando a trasferire migliaia di vecchi brani fuori repertorio in formato digitale. Ma mentre i metodi di registrazione o distribuzione potrebbero cambiare, ciò che non cambia è che la sopravvivenza degli artisti e di coloro che lavorano con essi dipende economicamente dal copyright e dall'essere pagati per ciò che fanno. "Non ci sono siti autorizzati che posso usare, perciò sono costretto ad avvalermi di quelli illegittimi."" Ci sono già siti legittimi che offrono centinaia di migliaia di brani di tutte le principali case discografiche major e indipendenti - e molti altri stanno nascendo continuamente. Questi siti offrono prodotti e servizi di qualità migliore rispetto alle alternative illegali. Molti di essi stanno anche offrendo possibilità di trasferimento su dispositivi portatili. Non stanno progredendo così velocemente come sperato a causa della concorrenza scorretta dei siti illegali che hanno raggirato tutte i complessi procedimenti necessari. E non è una buona giustificazione dire che se non posso ottenere qualcosa legalmente allora lo rubo. "La pirateria su Internet può essere un problema, ma non si può fare niente per fermarla." È un problema enorme, ma deve essere fermato e lo si può fare. L'industria discografica ha varie strade per fermare il download illegale e il file sharing; da programmi educativi ad iniziative legali fino alle tecnologie che bloccano la copia e - dove necessario - il ricorso ad

4 azioni legali come deterrente. L'industria musicale ha lanciato molte iniziative per educare i consumatori di tutto il mondo a capire le conseguenze delle attività illegali online. Molte persone che amano la musica sono semplicemente inconsapevoli degli effetti che le loro azioni hanno su gruppi ed artisti. Tutti sanno che una delle maniere migliori perché la gente smetta di usare siti illegali è quella di fornir loro delle valide alternative. Molte case discografiche stanno investendo cifre enormi per sviluppare alternative legali. Ci vorrà un po' di tempo perché è duro competere con ciò che è gratis, ma sta già accadendo. Stiamo anche assistendo alla nascita di nuovi sistemi per migliorare i trasferimenti di musica su Internet. I digital rights mangement tools (strumenti di gestione dei diritti in digitale) vengono utilizzati per aiutare a tenere traccia della circolazione dei brani online, in maniera che tutti coloro che devono essere pagati lo saranno, dal primo all'ultimo. La nuova tecnologia è anche utilizzata per creare sistemi anti-copia per la musica sempre più sofisticati, simili a quelli già in uso per i DVD e i software. Ma se si vuole fermare la pirateria di massa occorre fare di più che investire solo in nuovi servizi autorizzati. Quindi, questi nuovi servizi non avranno successo se non esiste un ambiente leale in cui svilupparsi senza essere travolti dalla pirateria online. Perciò chi ignora le leggi sul copyright non si dovrebbe aspettare un percorso facile. Il copyright esiste per proteggere i diritti degli artisti, consentendogli di decidere se e come la copia, distribuzione, trasmissione e gli altri usi dei loro brani debba avvenire. Inoltre, a livello internazionale si stanno adottando legislazioni per migliorare la protezione sia a livello tecnologico che legale per aiutare a combattere la pirateria online. La gente che viola il copyright deve essere pronta a subirne le conseguenti sanzioni legali, civili e penali. "Usare il file-sharing e masterizzare è uguale a registrarsi una cassetta in casa, e ciò non ha mai danneggiato il settore musicale." Il file-sharing su Internet non può essere equiparato a duplicarsi una cassetta in casa. Sarebbe come paragonare uno che copia una lettera a mano ad una tipografia che "sforna" centinaia di copie al minuto della stessa lettera - e poi la rende disponibile gratuitamente a chiunque in tutto il mondo. La copia su CD-R è paragonabile ad una versione da casa della tecnologia di produzione in massa ad alta velocità che usano gli stabilimenti di replica dei CD. Puoi masterizzare almeno 200 album su diversi dischi CD-R in meno tempo di quello che ti serve per leggere questa pagina. Ed è anche più economico - 20 anni fa uno stabilimento di produzione dei CD costava 1 miliardo di dollari. Adesso la stessa funzione è accessibile ai consumatori per meno di 100 dollari. Il danno che tale sistema di copia crea alla musica è enorme. Ma presenta anche altri pericoli per l'ignaro consumatore. Se usi un servizio di peer-to-peer apri il tuo computer e tutti i dati in esso contenuti a centinaia di sconosciuti, semplicemente premendo un bottone. Quando usi un servizio di file-sharing potresti agire inconsapevolmente da "distributore di massa", perché ogni volta che sei online ogni altro utente nel mondo ha la possibilità di accedere al tuo hard disk. E ciò inoltre mette in pericolo il tuo PC, ad esempio

5 facilitando la trasmissione di virus. "È colpa delle case discografiche che non mettono i brani dei loro artisti online abbastanza rapidamente." Mentre è molto facile per chiunque mettere un file MP3 online e darlo via gratuitamente, ciò che richiede tempo è farlo in maniera tale che resti traccia del percorso del brano durante tutto il processo, così che artista, editore, casa discografica, e il terzo rivenditore percepiscano tutti la quota del prezzo ad essi spettante. Il sistema per permettere ciò ha dovuto essere creato appositamente e ci sono stati complessi accordi tra tutte le parti coinvolte per avere le autorizzazioni alla vendita digitale di musica. Inoltre, non è vero che le case discografiche non hanno reso disponibili online i loro brani abbastanza rapidamente. L'industria musicale è più avanzata di ogni altro nel rendere i propri prodotti commerciabili digitalmente. La verità è che la comparsa del formato MP3 ha comportato che l'industria musicale è stata obbligata a lottare col problema del furto della proprietà intellettuale su Internet molto prima che altri settori. A differenza di molti altri prodotti dove Internet è semplicemente usato per aiutare a vendere il prodotto fisico, per la musica la copia virtuale scaricata online è praticamente di qualità identica al prodotto fisco originale. La velocità con cui il file musicale in MP3 si diffonde su Internet ha comportato che appena le case discografiche hanno iniziato a digitalizzare i loro prodotti, creare sistemi di pagamento ed investire nelle società (alcune delle quali travolte dal primo "crack" della "net economy"), si trovarono in una situazione in cui già dovevano concorrere col gratuito. E riuscire a concorrere su Internet con un mercato pirata superiore al 99% è molto difficile. Non è forse ridicolo aspettarsi che una casa discografica che investe enormi cifre nei propri artisti possa concorrere con un distributore che mette in circolazione la musica gratuitamente? Quale fornaio potrebbe sopravvivere con l'arrivo di un concorrente dall'altra parte della strada che inizia a dar via il pane gratis? "C'e solo una risposta alla pirateria: abbassare il prezzo dei CD." In un mondo ideale tutto sarebbe gratis. Gli artisti non avrebbero bisogno di soldi per comprare strumenti. Le case discografiche non investirebbero soldi nelle registrazioni. Grafici e rivenditori regalerebbero il loro tempo e i talent scouts non avrebbero alcun costo. Ma soprattutto, le tasse no esisterebbero. Ma dobbiamo affrontare la verità, questo è il mondo reale. E non ci si può aspettare che le etichette che legittimamente investono nella musica e nella sua creazione possano competere col commercio di musica che viene sottratta e data via "gratuitamente". Che ci piaccia o no, tutte le attività comportano delle spese e il settore musicale non è un'eccezione. Si spendono ingenti cifre per sviluppare i nuovi talenti, dalla loro ricerca fino alla registrazione, produzione, promozione, commercio e distribuzione dei loro lavori. Ma è anche vero che la maggioranza delle critiche al prezzo dei CD deriva da un malinteso su quanto le royalties, la distribuzione, il commercio, e lo sviluppo di artisti e repertorio influiscano sul prezzo di ogni CD che viene venduto. Questo è il vero costo di un CD, e non il costo del disco stesso.

6 Un altro mito è quello che i dirigenti degli studi si intaschino grosse cifre su ogni cosa che fanno uscire. I profitti in questo settore sono contenuti - per ogni dieci CD su cui le case discografiche investono tempo e denaro, normalmente solo uno dà un guadagno sull'investimento originario. Nel contempo l'industria discografica reinveste fino al 25% dei suoi profitti in nuovi artisti. La musica mantiene un alto valore monetario comparata ad altri tipi di intrattenimento; il "costo" per ogni ora di ascolto della musica è sensibilmente più basso che per i libri e altri prodotti della stampa, oppure il cinema o l'uso del telefono cellulare. Comprare un album è un investimento nella musica che ti rimarrà per tutta la vita. "In ogni caso nulla di quanto guadagnato dalle vendite online va all'artista." Hai sicuramente ragione se ti riferisci all'utilizzo di servizi online non autorizzati! Questo è il problema principale dei siti illegittimi - che l'artista ed ogni altra persona coinvolta nella realizzazione di musica non vengono pagati. Se invece ti riferisci ai siti online autorizzati, ciò è assolutamente falso. Le case discografiche pagano agli artisti le royalties sulla musica scaricata allo stesso modo che sulle vendite dei CD. La quota del prezzo di vendita che l'artista riceve dipende dagli accordi esistenti tra la casa discografica e l'artista e che sono stabiliti nel contratto con quest'ultimo.