Newsletter 04/2013. Introduzione. L uso del tabacco: cenni storici I RISCHI CORRELATI AL TABAGISMO IN AMBIENTE DI LAVORO

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1 Codroipo, lì 15 aprile 2013 Prot. 5513LM Newsletter 04/2013 Introduzione I RISCHI CORRELATI AL TABAGISMO IN AMBIENTE DI LAVORO In questa e nelle prossime due newsletter affronteremo le problematiche relative al fumo negli ambienti di lavoro. L argomento verrà trattato innanzitutto introducendo una breve spiegazione sull introduzione del tabacco. Seguirà la descrizione della composizione e degli effetti del fumo, sia attivo che passivo. Nella prossima informativa verranno chiariti gli interventi di politica sanitaria nazionale e i principali adempimenti previsti dalla normativa. Per concludere, l ultima newsletter elencherà le principali patologie da contemporanea esposizione a tossici professionali e a fumo di tabacco. L uso del tabacco: cenni storici Attivo o passivo, il fumo occupa un posto eminente nella storia della medicina. Era già presente dall età del bronzo. Le prime notizie documentate si trovano in uno scritto intitolato Storia Generale delle Indie. Ma la storia del tabacco e del fumo ha inizio ufficialmente con la scoperta dell America. Il fumo era usato dagli indigeni per le sue proprietà terapeutiche eccellenti, per curare l asma e le patologie dell apparato respiratorio, l ulcera e le piaghe. Il petum o tabago veniva annusato, masticato o fumato in delle ECONSULTING del dott. Luciano Martinelli Via Roma, 15 int Codroipo (UD) Tel Fax C.F. MRTLCN68R31C817V P.IVA E.mail:info@studioeconsulting.eu Web Site: Posta elettronica certificata: info@pec.studioeconsulting.eu

2 2 specie di pipe di pietra rossastra. Sia per i Maya, che per i pellirosse il far ardere il tabacco rappresentava anche un fatto religioso: osannare il dio Balan. Sembra che a portare il tabacco in Europa fosse il frate Romano Pace; l ambasciatore portoghese Jean Nicot fece omaggio a Caterina de Medici non solo delle foglie ma anche dei semi della pianta che venne denominata herba nicotina. Nel 700 il tabacco era usato per combattere la peste, le ulcere gastriche e le polmoniti. Le prime campagne antifumo Già nel 1604, in Inghilterra, Giacomo I Stuart ( ) aveva indetto pubblici dibattiti in cui si mostravano cervelli e polmoni di fumatori deceduti ricoperti di incrostazioni nere dovute al fumo. Oltre a far male a se stessi sosteneva il sovrano i fumatori, agitando pipe di tabacco e soffiando il fumo addosso agli altri, infettano l aria e le persone che li circondano. A sostegno delle proprie convinzioni il sovrano pubblicò uno studio counterblast against tobacco in cui anticipò alcuni degli effetti dannosi del fumo tra cui il danno polmonare. L invettiva fu molto dura tanto che venne emanato un decreto che imponeva una tassa altissima sull importazione del tabacco. Anche la Chiesa provò ad ostacolare la diffusione del fumo. Urbano VIII, papa dal 1623 al l644, per richiesta della Chiesa di Siviglia, emanò nel 1642 la bolla Ad futuram Rei Memoriam con la quale veniva scomunicato chiunque avesse fumato o fiutato in chiesa. Da allora si susseguirono altre campagne, anche molto repressive, contro i fumatori. In Cina, ad esempio, chi era sorpreso a fumare veniva atrocemente torturato e in Iran subiva il taglio di orecchie e naso. Tutto questo non impedì comunque la nascita della sigaretta come la conosciamo oggi, che avvenne nel XVIII secolo. In tempi più recenti, la correlazione tra l'abitudine al fumo di tabacco e lo sviluppo correlato allo stesso di varie patologie era stata pubblicamente denunciata dal First Surgeon General's Report on Smoking and Health nel Nei venti anni che seguirono la documentazione su questa relazione è stata consolidata nel tempo tanto che nel 1983 lo stesso comitato scientifico ha definito il

3 3 fumo di sigaretta "la più grande causa di morte e di malattia evitabile negli US". Il tabacco e i suoi effetti E' stato calcolato che il fumo causi: - l'87% dei decessi per cancro del polmone; - l'82% di quelli per BPCO; - il 21% di quelli per incidenti coronarici; - il 18% di quelli per ictus. La patogenicità del fumo è riconducibile alla presenza di oltre sostanze chimiche, di cui molte tossiche (le più conosciute sono la nicotina, il monossido di carbonio, l ammoniaca, il cianuro di idrogeno, l ossido di azoto) e circa 60 cancerogene (benzene, cadmio, polonio-210, arsenico, cromo esavalente, formaldeide, 1,3 butadiene, idrocarburi policiclici aromatici, nitrosamine...) che, unite all alta temperatura della combustione, sono estremamente nocive per molti organi (polmoni, bronchi, congiuntive, arterie, cuore, cervello, reni, fegato, sangue ). Gli effetti cancerogeni del fumo di tabacco sono dovuti principalmente al catrame, ovvero il residuo secco, scuro e colloso risultante dalla combustione dopo la rimozione della nicotina e dei composti gassosi. Le piante di tabacco accumulano piccole concentrazioni di polonio-210, un isotopo che e prodotto soprattutto dalla radioattività naturale dei fertilizzanti. I fumatori inalano polonio che si fissa nei polmoni e può provocare il cancro. Da decenni l'industria conosce le procedure per eliminare quasi tutto il polonio dal fumo di sigaretta, ma non ha fatto nulla: il polonio potrebbe semplicemente essere ridotto con il lavaggio delle foglie di tabacco; questo lavaggio potrebbe aiutare anche a rimuovere metalli tossici quali piombo, arsenico e cadmio. Stime prudenti basate sul rischio da esposizioni suggeriscono che il polonio-210 potrebbe essere responsabile del 2% dei tumori polmonari indotti dal fumo. Oltre a questo, alcuni esperti fanno notare che gli effetti del danno causato dalle radiazioni e da altre sostanze cancerogene si amplificano a vicenda. La nicotina contenuta nel tabacco provoca dipendenza: questa sostanza infatti arriva al cervello in pochi secondi e provoca il benessere e il piacere che spingono ad accendere un altra sigaretta. Il 40% dei fumatori italiani vuole smettere di fumare ma non ci riesce a causa dei sintomi da astinenza da nicotina. Tra questi si

4 4 citano l insonnia, il desiderio di fumare, frustrazione, irrequietezza, impazienza, rabbia, depressione, irritabilità e stipsi. Inoltre il fumo contiene monossido di carbonio che si lega all emoglobina; in questo modo viene trasportato meno ossigeno in tutto l organismo, i muscoli si stancano più facilmente e, di conseguenza, le prestazioni fisiche di un fumatore risultano peggiori di quelle di un non fumatore. Alcuni studi hanno paragonato i livelli biologici di alcuni agenti chimici nei fumatori e nei non fumatori. E stato riscontrato che i fumatori hanno una concentrazione di polonio-210 quattro volte superiore rispetto ai non fumatori, benzene nell aria espirata dieci volte superiore e livelli di cadmio nel sangue doppi. Il cadmio riduce l efficienza dei sistemi enzimatici che metabolizzano le tossine contribuendo allo sviluppo delle patologie polmonari indotte dal fumo di sigaretta. Il tabagismo Il tabagismo è una condizione patologica caratterizzata dall'abitudine quotidiana e irrefrenabile di assumere fumo di tabacco. La dipendenza da tabacco è, pertanto, una malattia cronica recidivante. Lo status del tabacco come sostanza capace di indurre tossicodipendenza è stato stabilito nel 1988 dal Surgeon General USA e poi confermato dall'oms e dall'american psychiatric association che hanno inserito la dipendenza da nicotina fra le tossicodipendenze. Circa il 20% dei fumatori abituali sono affetti da dipendenza fisica alla nicotina di grado moderato-grave, con sintomi di astinenza. Questi fumatori sono incapaci di smettere di fumare, anche quando siano motivati a farlo dalla consapevolezza dei danni provocati da fumo. E' razionale che, quindi, la dipendenza da tabacco sia trattata anche con farmaci che, simulando le azioni della nicotina, siano in grado di indurre l'estinzione dell'associazione tra nicotina e componenti sensoriali del tabacco e allo stesso tempo disassuefare il soggetto dalla tolleranza e dalla dipendenza fisica alla nicotina. Nel 2010 ha dichiarato di essere fumatore il 20% delle donne e il 24% degli uomini adulti italiani, quindi, in totale, 11 milioni di persone ; queste percentuali sono in diminuzione rispetto al Il fumo di tabacco è, dopo l'ipertensione arteriosa, la più importante causa di morte nell'ultima revisione della classificazione internazionale delle malattie. La mortalità attribuibile al fumo è il

5 5 15% dei decessi registrati ogni anno in Italia, pari a decessi. Secondo quanto riportato nella letteratura, la vita di un fumatore abituale che muore a causa del fumo è di circa 10 anni inferiore rispetto a un non fumatore. Il danno da fumo è tanto più evidente quanto più precocemente si è iniziato a fumare, un quindicenne ha una probabilità di morire di cancro tre volte maggiore rispetto a chi inizia dieci anni più tardi. Il fumo passivo Il fumo passivo (detto anche fumo ambientale - environmental tobacco smoke) è il risultato di una miscela con l'aria del fumo espirato dal fumatore attivo e del fumo prodotto dalla sigaretta o da altro dispositivo per fumare il tabacco e immesso direttamente nell'ambiente. Il fumo passivo è formato da una parte gassosa e da una parte corpuscolata e la sua concentrazione è variabile a seconda dell'entità della fonte e delle caratteristiche dell'ambiente dove è disperso, nonché della distanza del soggetto esposto dalla fonte di inquinamento. E stato comunque calcolato che l'esposizione passiva è quantitativamente più ricca per il contenuto in benzopirene (3 volte superiore), toluene (6 volte superiore), dimetilnitrosammina (50 volte superiore) del fumo inalato direttamente. Lo IARC (International Agency for Research on Cancer), a seguito di uno studio condotto in 12 nazioni nel 1986, ha inserito il fumo passivo nel gruppo 1 dei cancerogeni. Secondo questa classificazione, il fumo involontario è un cancerogeno certo per l'uomo: chi respira fumo passivo ha una probabilità di ammalarsi di tumore del 20/30% superiore rispetto ai non esposti. L'esposizione al fumo passivo nell'adulto può inoltre indurre irritazione delle mucose del cavo orale e delle vie respiratorie, malattia coronarica, difficoltà respiratoria, malattie respiratorie con riduzione della funzionalità polmonare, esacerbazione dell'asma. L'esposizione a fumo passivo durante la gravidanza può provocare basso peso alla nascita. I bambini sono a maggior rischio di sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), di malattie respiratorie, di tosse, di catarro, di dispnea, di esordio dell'asma, di otiti.

6 6 Rimanendo a completa disposizione per ulteriori chiarimenti sulla tematica trattata e rinviando l approfondimento alle successive due newsletter, lo scrivente studio porge i più cordiali saluti Cordiali saluti dott. Luciano Martinelli Approfondimento documentale e stesura dei testi ad opera della dott.ssa Alessia Petrussa Fonti consultate per la stesura della presente newsletter: Il cittadino e l'impresa. D.LGS 81/ tutela dal fumo passivo e luoghi di lavoro, S.P.I.S.A.L. - Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro. Il fumo di tabacco in azienda, ISPESL - Dipartimento di Medicina del Lavoro. Sugli agenti cancerogeni il primo indennizzo dell'inail per neoplasia da fumo passivo, Il sole 24 ore n p.42. Il fumo nei luoghi di lavoro: il ruolo del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, AIAS Associazione italiana addetti sicurezza Il presente elaborato è stato redatto utilizzando il font Sprang eco sans il cui utilizzo intensivo comporta un contenimento del 20% nel consumo annuale di toner (fonte consultata D.Lgs 196/03 (T.U. sul corretto trattamento dei dati e sulla tutela della privacy): secondo quanto previsto da tale disposto normativo in qualsiasi momento potrete non ricevere più circolari/comunicati da parte dello scrivente Studio rispedendo la presente comunicazione e scrivendo "CANCELLA" in oggetto.

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