La Prevenzione delle Malattie Trasmesse con gli Alimenti
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- Albina Piazza
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1 Sub Commissari per l attuazione del Piano di Rientro (delibera Consiglio dei Ministri ) Task Force per le Attività Veterinarie La Prevenzione delle Malattie Trasmesse con gli Alimenti Il ruolo dei servizi veterinari nella prevenzione delle MTA: l esempio della brucellosi Gianluca Grandinetti gianluca.grandinetti@regcal.it Feroleto Antico (CZ) T Hotel 13, 14 e 15 marzo 2013
2 Definizione di Sanità Pubblica Veterinaria Branca delle attività di sanità pubblica che ha come scopo l applicazione delle capacità, conoscenze e risorse professionali della medicina veterinaria ai fini della protezione e del miglioramento della salute umana, intesa nel suo concetto più vasto, cioè comprendente anche economia ed ambiente (OMS 1983).
3 Evoluzione dei servizi di medicina veterinaria pubblica Legge 833/78 - Art Servizi veterinari Stabilisce norme per il riordino dei servizi veterinari a livello regionale nell'ambito di ciascuna unità sanitaria locale o in un ambito territoriale più ampio e fissa le competenze. Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502 Riordino della disciplina in materia sanitaria Si realizza la riorganizzazione dei servizi delle unità sanitarie locali in un apposito Dipartimento della prevenzione.
4 Art. 7-ter. Funzioni del dipartimento di prevenzione d) sanità pubblica veterinaria, che comprende sorveglianza epidemiologica delle popolazioni animali e profilassi delle malattie infettive e parassitarie; farmacovigilanza veterinaria; igiene delle produzioni zootecniche; tutela igienico sanitaria degli alimenti di origine animale; Art. 7-quater- Organizzazione del dipartimento di prevenzione 2. Le regioni disciplinano l articolazione delle aree dipartimentali di sanità pubblica, della tutela della salute negli ambienti di lavoro e della sanità pubblica veterinaria, prevedendo strutture organizzative specificamente dedicate a: a) igiene e sanità pubblica; b) igiene degli alimenti e della nutrizione; c) prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro; d) sanità animale; e) igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati; f) igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche.
5 Suddivisione in aree funzionali Area A: Sanità Animale - prevenzione, controllo e eradicazione delle malattie infettive degli animali. - Anagrafe zootecnica e degli insediamenti Area B: Igiene Alimenti di Origine Animale - ispezione, vigilanza e controllo degli alimenti di origine animale e dei suoi derivati - Controlli al macello, stabilimenti di produzione e trasformazione, vendita. Area C: Igiene Produzioni Zootecniche - igiene e compatibilità ambientale degli allevamenti, benessere animale e controllo della riproduzione animale. - Produzioni zootecniche, - Controllo dell'alimentazione animale e dell'uso del farmaco. - Controllo dello smaltimento dei sottoprodotti di origine animale.
6 Prevalenze delle varie patologie nell uomo Altre cause 18% Malattie polmonari 5% Lesioni 9% Malattie neoplastiche 12% Malattie cardiovascolari 30% Malattie infettive 26% WHO/FAO COLLABORATING CENTRE FOR RESEARCH AND TRAINING IN VETERINARY PUBLIC HEALTH
7 Infezioni emergenti e zoonosi le infezioni degli animali che vengono trasmesse all uomo (zoonosi) spesso sono state identificate e classificate tra le più importanti EIs (Emerging Infections) Anthony Fauci, 2004, director of National Institute of Allergy and Infectious Diseases, National Institute of Health, USA
8 1415 organismi noti per essere patogeni per l uomo 868 (61%) zoonosi 217 virus 538 batteri e rickettsie 307 funghi 66 protozoi 287 elminti 175 emergenti
9 Percentage of answers 4/28 Percezione dell importanza delle zoonosi nell uomo rabies brucellosis tuberculosis influenza salmonellosis cysticercosis hydatidosis leptospirosis prion diseases anthrax toxoplasmosis campylobacteriosis trichinosis leishmaniosis Fonte: FAO Survey based on 165 veterinary public health professionals
10 La Brucellosi E una zoonosi causata da batteri appartenenti al genere Brucella. Esistono vari biovars tra cui B. melitensis, B. aboutus, B.suis, B. ovis, B. neotomae. I primi quattro contagiano anche l uomo. È presente in tutto il mondo Colpisce varie specie animali, bovini, ovi-caprini, suini La malattia rappresenta un importante problema di sanità pubblica per le infezioni umane Causa gravi danni economici agli allevatori.
11 La Brucellosi nell uomo Per contatto diretto Per ingestione Per inalazione
12 La Brucellosi nell uomo - Contatto diretto attraverso la pelle materiale a rischio feti abortiti placente e perdite vaginali (aborto e parto) latte sangue urine organi genitali e linfonodi drenanti
13 La Brucellosi nell uomo per ingestione Ingestione di alimenti contaminati. latte prodotti lattiero caseari carne (?)
14 La Brucellosi nell uomo per inalazione Per via aerea nei laboratori e nei macelli Attività a rischio: macellazione Attività di laboratorio/diagnostica Popolazione a rischio: Lavoratori degli stabilimenti di macellazione Laboratoristi
15 Inoltre Casi in letteratura: inoculo accidentale di vaccini vivi (come B. abortus Strain 19 e B. melitensis Rev.1) infezione umana congenita e di trasmissione venerea
16 Sintomi nell uomo E una malattia caratterizzata da febbre intermittente o remittente, malessere anoressia e prostrazione Può persistere per settimane o mesi Generalmente appaiono pochi sintomi La fase acuta può progredire in cronica con ricadute, sviluppo di infezione persistente localizzata o una sindrome non specifica simile alla sindrome da stanchezza cronica.
17 Incidenza nell uomo nel mondo Pappas G. et al., Lancet Infect Dis 2006; 6: oltre nuovi casi all anno
18 incidenza/ numero di casi Incidenza/Numero di casi nell uomo in Italia negli anni 3 2,5 incidenza / n. casi , , anno Bollettino Epidemiologico, Ministero della Salute
19 Dati umani brucellosi 90% dei casi in Sicilia, Calabria (10%), Campania e Puglia Elevata % di ospedalizzazione Durata media del ricovero: 10 giorni Sottonotifica stimata da 2x a 25x
20 Punti chiave per la prevenzione della brucellosi nell uomo igiene dei lavoratori e igiene degli alimenti; tutti i prodotti caseari dovrebbero essere preparati con latte trattato temicamente; il consumo di latte crudo e di prodotti preparati da latte crudo dovrebbero essere evitati; la carne dovrebbe essere consumata adeguatamente cotta; speciali precauzioni dovrebbero essere prese dagli operatori del settore; medici e operatori sanitari dovrebbero essere consapevoli delle varie modalità di infezione da brucella; fare formazione sulla sicurezza alimentare e sui rischi legati al tipo di professione.
21 La brucellosi negli animali Colpisce prevalentemente animali da reddito (bovini, ovi-caprini, suini) La brucellosi ovina e caprina è principalmente causata da Brucella melitensis (biovars 1, 2 o 3) La brucellosi bovina è causata da Brucella abortus, meno frequentemente da B. melitensis e da B. suis. La brucellosi suina è generalmente causata da Brucella suis
22 Sintomi negli animali E caratterizzata da uno o più dei seguenti sintomi: aborto, ritenzione della placenta, orchite, epididimite e raramente artrite (nelle femmine l escrezione del microorganismo può avvenire con gli scoli uterini e con il latte)
23 Scambi di animali infetti Condivisione dei pascoli ed altri contatti (mezzi di trasporto, vie iatrogene) a seguito di contaminazione con placente e feti abortiti che disperdono la brucella nell ambiente. Modalità di trasmissione Gli animali infetti eliminano la brucella all aborto tramite il feto, gli invogli fetali, altre escrezioni, il colostro ed il latte; Vie di trasmissione in allevamento Ingestione di materiale contaminato; Via sessuale; Trasmissione congenita da madre a figlio con insorgenza di infezione latente (eliminazione degli animali infetti e della loro progenie); Disseminazione e infezione tra allevamenti
24 Dati animali Calabria Bovini N. aziende controllate 6152 (99,58%) 6034 (99,77%) 5641 (99,79%) N. aziende positive 217 (3,53%) 181 (3,0%) 96 (1,70%) N. animali testati (%) (99,82%) (98%) (97%) N. animali positivi (%) 999 (1,22%) 794 (0,94%) 353 (0,41%) Ovi-caprini N. aziende controllate 8268 (99,41%) 7991 (94,58%) 7803 (94,58%) N. aziende positive 201 (2,43%) 186 (2,33%) 85 (1,09%) N. animali testati (100%) (96,6%) (94,43%) N. animali positivi 2163 (0,66%) 2300 (0,58%) 458 (0,13%)
25 Normativa Legge 06/1964, n. 615, concernente la bonifica sanitaria degli allevamenti dalla tubercolosi e dalla brucellosi; Decreto del 06/1968, concernente il piano nazionale della brucellosi ovina e caprina Decreto del 07/1992, n. 453, concernente il piano nazionale per l'eradicazione della brucellosi negli allevamenti ovini e caprini; Decreto del 08/1994, n. 651 concernente il piano nazionale per l'eradicazione della brucellosi negli allevamenti bovini; O.M. 11/2006 che istituisce misure straordinarie di polizia veterinaria in materia di tubercolosi, brucellosi bovina e bufalina, brucellosi ovi-caprina e leucosi in Calabria, Campania, Puglia e Sicilia; DPGR 118/2011: Piano straordinario regionale per l eradicazione della brucellosi bovina e ovi-caprina, della leucosi e della tubercolosi bovina nelle Regione Calabria
26 Costi della brucellosi UNO DEI MAGGIORI PROBLEMI DELLA BRUCELLOSI SONO I COSTI RELATIVI: Nell uomo (per la malattia) costi per i trattamenti e complicazioni perdita di giornate di lavoro Negli animali (per la malattia e per le produzioni): (diretti) aborto, produzione di latte (indiretti) limitazioni commerciali
27 Modalità di controllo Utilizzo dell analisi del rischio Valutazione del rischio Gestione del rischio Comunicazione del rischio
28 Elementi dell analisi del rischio Valutazione del rischio quanti sono gli animali infetti? quanti sono i casi umani? dove sono? analisi costi benefici Gestione del rischio sierologia con monitoraggio della prevalenza nel tempo vaccinazione (?) test e macellazione (?) Comunicazione del rischio mantenere informate le persone coinvolte informazione all opinione pubblica: consapevolezza del rischio
29 Gestione del rischio vaccinazione di massa vaccinazione delle rimonte vaccinazione delle rimonte e test e macellazione test e macellazione biosicurezza e buone pratiche igieniche anagrafe degli allevamenti identificazione degli animali
30 Si può controllare il sistema? NO Si vaccinazione Trattamento del latte con il calore prevalenza < 2% (vero!) test e macellazione > 2% vaccinazione e/o test e macellazione quali animali vaccinare o macellare? quando vaccinare? con che cosa vaccinare (vaccini marker)?
31 Il controllo della brucellosi negli animali: attività Controllo sierologico (SAR e/o FDC) di tutti i bovini di età superiore ai 12 mesi 2 volte all anno; Controllo sierologico (SAR e/o FDC) di tutti gli ovi-caprini di età superiore ai 6 mesi una volta all anno; Se negativi: allevamento ufficialmente indenne Se positivi ( allevamento infetto/denuncia ai sensi del RPV 320/54): macellazione dei capi infetti; ripetizione degli esami sui capi sani a distanza di 21 giorni sino a completa negativizzazione per due controlli successivi;
32 28/28 Il controllo della brucellosi richiede un complesso sistema basato sulla collaborazione di: medici ricercatori epidemiologi veterinari produttori
33 La brucellosi è un problema di Sanità Pubblica; E una delle più frequenti zoonosi, soprattutto nell area del Mediterraneo e del Medio Oriente; Le strategie di controllo possono basarsi su: Eliminazione degli infetti vaccinazione La scelta dipende da vari fattori: Efficienza del sistema sanitario Prevalenza Conclusioni Capacità di implementare e di monitorare un piano
34 Grazie per l attenzione Titolo / Relatore
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