EUROBAROMETRO 71 OPINIONE PUBBLICA NELL UNIONE EUROPEA PRIMAVERA

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1 Eurobarometro Standard Commissione Europea EUROBAROMETRO 71 OPINIONE PUBBLICA NELL UNIONE EUROPEA PRIMAVERA 2009 Eurobarometro Standard 71 / Primavera 2009 TNS Opinion & Social RAPPORTO NAZIONALE ITALIA Questo sondaggio è stato richiesto e coordinato dalla Direzione Generale per Comunicazione. Questo rapporto è stato prodotto per la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Questo documento non rappresenta il punto di vista della Commissione Europea. Le interpretazioni e le opinioni contenute nel rapporto sono esclusivamente dell autore.

2 CAPITOLO I Gli italiani e l Unione europea Il 48% degli italiani ritiene che far parte dell Unione europea sia una cosa positiva per il paese. Si tratta della maggioranza relativa del campione, a fronte del 30% che mantiene un giudizio neutro sull appartenenza all Ue, e il 16% per il quale invece la membership europea rappresenta qualcosa di negativo per il paese. La soddisfazione per l appartenenza all Ue è in aumento, forse anche in virtù di un rinnovato apprezzamento per il ruolo dell Italia a Bruxelles. Sono infatti adesso in maggioranza gli intervistati che ritengono che l Italia conti nell Unione europea. Gli italiani ritrovano inoltre un forte senso di fiducia verso le istituzioni comunitarie. Il 48% del campione dice di fidarsi dell Ue nel suo insieme. Il 53% si fida del Parlamento europeo, il 50% della Commissione Ue e il 46% della Banca centrale europea. Si tratta di giudizi positivi in forte aumento rispetto agli ultimi rilevamenti e superiori alla media europea. Resta invece bassa la fiducia nelle istituzioni italiane, e cala ulteriormente per Governo e Parlamento. Nonostante suscitino fiducia, le istituzioni europee restano tuttavia una realtà distante che la maggior parte degli italiani fatica ancora a comprendere. Ben il 56% degli intervistati ammettono di non conoscere il funzionamento della macchina comunitaria. La scarsa conoscenza dei meccanismi comunitari non impedisce agli italiani di supportare l estensione delle competenze europee in tutti i settori sui quali il campione è stato intervistato. In netta maggioranza gli italiani si schierano in favore di maggiori poteri per l Ue tanto nei campi su cui tradizionalmente si concorda sulla necessità di maggiore integrazione, come la politica estera e la lotta al terrorismo, quanto in altri dove solitamente la gestione nazionale è favorita, quali la lotta alla disoccupazione o la protezione dei diritti sociali. Ciononostante, gli italiani rimproverano all Ue uno scarso raccordo con le autorità locali e regionali. Il 52% del campione ritiene che i poteri locali non siano tenuti in sufficiente considerazione a Bruxelles. E questo assume un valore tanto più negativo se si considera che per gli italiani le istituzioni locali sono quelle che influiscono di più sulla vita di tutti i giorni.

3 Tutto sommato, italiani ed europei si dicono ottimisti sul futuro dell Ue e ritengono che possibili progressi nel processo di integrazione sono collegati ad un accresciuto impegno di Bruxelles sulle questioni economiche, sociali e relative all immigrazione. Non a caso, i problemi economici sono considerati dagli italiani la sfida prioritaria per il paese in questo momento e nel futuro. La lotta alla disoccupazione, all inflazione e alla criminalità seguono nella lista delle priorità indicate dal campione italiano. CAPITOLO II Le reazioni alla crisi economica L 81% degli italiani ritengono che la situazione economica del paese sia negativa, seppure la percentuale degli scontenti è calata rispetto all 87% registrato nell ultimo rilevamento di inizio anno. Tra i cittadini europei prevale lo stesso sentimento, con il 78% di critici. Il giudizio critico si estende anche all economia europea, considerata in cattive condizioni dal 78% del campione italiano. Il pessimismo prevale anche guardando al futuro. Solo il 26% degli italiani sono ottimisti sulle sorti dell economia nazionale ed europea nei prossimi dodici mesi. Eppure emergono alcuni segnali che sembrano indicare che per gli italiani il peggio è passato. I pessimisti sulle sorti dell economia italiana ed europea sono infatti in calo, pur rimanendo maggioritari. Ritornano inoltre ad essere in maggioranza gli italiani convinti che le prospettive economiche della propria famiglia siano positive. Il 22% ritiene che le proprie condizioni finanziarie miglioreranno nell arco dei prossimi dodici mesi, contro il 21% di scettici. L accresciuto sentimento di fiducia trova in un certo senso conferma nel fatto che l Unione europea è considerata l istituzione più adatta a far fronte alla crisi finanziaria ed economica in corso. Gli italiani preferiscono per questo compito l Ue ad altre istituzioni internazionali quali il G20 o il Fondo monetario internazionale, ma anche nei confronti del Governo italiano o degli Stati Uniti.

4 Questa tendenza a vedere l Unione europea come una protezione di fronte alla tempesta finanziaria globale emerge anche dal giudizio positivo nei confronti dell euro, fino a questo momento oggetto più di critica che di lode da parte degli italiani. La maggioranza relativa del campione italiano (49%) ritiene che l appartenenza alla Zona Euro ha reso l Italia più stabile economicamente. I consensi verso l Unione monetaria europea sono al 61% del totale ed un ampia maggioranza (52%) esprime anche la convinzione che in venti anni l euro sarà una valuta più potente del dollaro. Tav. 1.1: L euro rende più stabili economicamente? Inizio 2009 Metà 2009 Si No Non so Dal sondaggio emerge anche un nuovo approccio degli italiani verso l innovazione tecnologica e l economia di mercato. Il campione chiede maggiori progressi nello sviluppo di nuove tecnologie, anche se sottolinea che ogni cambiamento importante deve avvenire in modo graduale. L economia di mercato ritorna a suscitare giudizi positivi. Il 69% degli italiani crede che la libera concorrenza sia il migliore mezzo per garantire la prosperità economica. E il 65% concorda nel dichiarare che lo Stato interviene troppo nella vita di tutti i giorni. Tuttavia, gli italiani mettono anche in guardia da una deriva troppo individualistica e auspicano una società più solidale nel futuro.

5 La globalizzazione recupera consensi ed è sempre più vista come un opportunità per le aziende italiane più che una minaccia per il mondo del lavoro. Serve però una governance globale del fenomeno, e a questo riguardo l Unione europea gioca un ruolo fondamentale. Gli italiani ritengono infatti che l Ue aiuti sia a cogliere gli aspetti più positivi della globalizzazione, sia a proteggere da quelli più nefasti. CAPITOLO III Le questioni sociali L 86% degli italiani considera negativa la situazione occupazionale in Italia, mentre appena il 13% la giudica positiva. L 88% del campione è inoltre convinto che trovare un buon impiego in Italia sia difficile pur disponendo di ottime qualifiche. La media Ue di coloro che ritengono difficile trovare buoni lavori nel proprio paese è all 80%. Di fronte ad un panorama percepito così negativamente, la maggior parte degli intervistati italiani ammettono che sarebbero pronti a sacrificare un buono stipendio e la ricerca di un impiego più interessante pur di trovare un posto fisso. In ogni caso, il 51% del campione accetterebbe di cambiare lavoro ripetutamente se questo servisse ad evitare la disoccupazione. Le difficoltà nel mondo del lavoro sono amplificate da un sistema di protezione sociale che non soddisfa. Gli italiani criticano l intero impianto del welfare nazionale. Il 42% degli intervistati non ritiene che la sicurezza sociale in Italia copra a sufficienza le esigenze dei cittadini. Tra il campione europeo, molti considerano invece il proprio modello sociale valido anche per l esportazione in altri paesi. Gli italiani sollevano anche dubbi sulla sostenibilità del sistema previdenziale nazionale. Il 54% degli intervistati ammettono di non farsi troppe illusioni su quello che dovrebbero trovare in cassa quando matureranno il diritto di percepire una pensione. A differenza che per le pensioni, gli italiani mostrano in maggioranza una certa fiducia sul fatto che il sistema sanitario nazionale garantirà anche in futuro la copertura dei trattamenti a lungo termine. Lo pensa il 47% del campione, mentre il 36% è scettico.

6 CAPITOLO IV Identità e immigrazione Il 68% degli italiani dice di sentirsi europeo ma l appartenenze all Europa, seppur forte, resta comunque ampiamente minoritaria rispetto al sentimento di attaccamento alla nazione e alla regione di origine. Il 92% degli intervistati si sente italiano e la medesima percentuale sottolinea la propria identità regionale. Gli intervistati italiani ritengono che l identità europea sia costruita in particolare intorno all adesione a valori democratici. Nella graduatoria di elementi distintivi dell essere europeo, seguono la cultura comune, l elevato livello di protezione sociale, la storia comune, la geografia e lo spirito di iniziativa economica. L eredità religiosa comune risulta invece secondaria per delineare l identità europea. Solo il 10% di italiani e l 8% di europei la considera un fattore determinante. La forte identificazione nell Italia e nella propria regione, che di per sé sono elementi tutt altro che negativi, corrispondono però ad una situazione di crescente disagio nei confronti degli immigrati, soprattutto se di origini etniche diverse. Gli italiani li considerano infatti una causa di insicurezza, una minaccia per l occupazione dei connazionali e un peso sul sistema di protezione sociale. Gli intervistati non riconoscono agli immigrati neanche possibili effetti positivi sulla demografia, per riequilibrare il crescente invecchiamento della popolazione. Il campione si divide sui vantaggi di una società multietnica sulla vita culturale. Gli unici giudizi positivi riguardano l utilità degli immigrati per alcuni settori economici e il loro contributo al miglioramento della comprensione reciproca con altre parti del mondo. In un contesto generalmente critico verso l immigrazione, l idea di allargare l Unione europea ad altri paesi non ne esce certo rafforzata. Gli italiani contrari ad ulteriori allargamenti dell Ue sono infatti la maggioranza e raggiungono il 45% del totale. Stessa tendenza si registra a livello europeo. Eppure, nonostante l opposizione a nuovi allargamenti, il campione italiano e quello europeo concordano nel prevedere che i confini dell Unione si estenderanno ben oltre quelli del continente europeo da qui al 2030.