Convegno ECM - LAZIO PREVENZIONE 2017 Prevenzione Patologie Cardiovascolari
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- Valeria Pesce
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1 Quarto Congresso Co.Si.P.S. Collaborazione tra Professionisti per una Sanità moderna ed efficace Convegno ECM - LAZIO PREVENZIONE 2017 Prevenzione Patologie Cardiovascolari La prevenzione dei disturbi circolatori - Il ruolo del Dipartimento di Prevenzione Dott.ssa Marisa Raffo Servizio Igiene e Sanità Pubblica ASL Roma1 Dipartimento di Prevenzione Fiano Romano 18 Novembre 2017
2 QUADRO GENERALE - OMS 56 milioni di decessi nel 2012 il 68% (38 milioni) dovuto a malattie croniche non trasmissibili (MCNT) più del 40% (16 milioni) premature (sotto i 70 anni). malattie cardiovascolari (43%) tumori (22%) malattie respiratorie croniche (11%) diabete (4%) mentre la mortalità per malattie infettive tende a diminuire, quella per MCNT è previsto nel 2030 arrivare a 52 milioni
3 QUADRO GENERALE Regione Europea la Regione Europea dell OMS presenta il più alto carico di MCNT a livello mondiale: patologie cardiovascolari e cancro causano ¾ della mortalità totale Fonte: Global Status Report, 2014 PNP, 2015
4 QUADRO GENERALE Italia Le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte nel nostro paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti, gli accidenti cerebrovascolari sono al terzo posto con il 13%, dopo i tumori: il Rapporto Istisan 2014 riporta per gli uomini di tutte le età decessi, con tasso standardizzato di 76,82 x persone, e per le donne decessi, con tasso standardizzato 63,44 x Fonte: Epicentro, 2017
5 Peso economico delle malattie cardiovascolari Rispetto al passato, nelle ultime decadi si sono evidenziate grandi differenze nell ospedalizzazione per malattie cardiocerebrovascolari: oltre la metà dei ricoveri non è causato da sindrome coronarica acuta o infarto del miocardio e ictus, ma a scompenso cardiaco e aritmie che rappresentano le complicanze più comuni di forme acute e subacute di ischemia miocardica Il 23,5% della spesa farmaceutica italiana (pari all'1,34 del prodotto interno lordo), è destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare (Relazione sullo stato di salute del Paese, 2000). Fonte: ISS, 2016
6 Problema disabilità Chi sopravvive a un attacco cardiaco diventa un malato cronico. La malattia modifica la qualità della vita e comporta notevoli costi economici per la società risultando responsabili di circa un sesto dei Dalys (Disability Adjusted Life Years, indicatore che misura il carico complessivo di malattia nella popolazione*) In Italia la prevalenza di cittadini affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille. *Daly è pari alla somma degli anni di vita persi a causa di una morte prematura (YLL) e di quelli vissuti in malattia piuttosto che in salute Fonte: (YLD) ISS, 2016
7 PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE almeno l 80% di tutti i casi di malattie cardiache, ictus e diabete di tipo 2 si possono prevenire la prevalenza delle persone con profilo di rischio favorevole nella popolazione generale è ancora molto bassa : 2% degli uomini e 7% delle donne di età anni (OEC/HES ).
8 fattori di rischio non modificabili: età: il rischio aumenta progressivamente con l'avanzare dell'età In Europa, l Italia si colloca al secondo posto dopo la Germania, con un numero di anziani, di età uguale o superiore ai 65 anni, di , pari al 21,2% della popolazione totale sesso maschile: gli uomini sono più a rischio delle donne. Le malattie ischemiche del cuore sono la causa di mortalità più frequente tra i maschi, mentre tra le femmine, le prime tre cause sono rappresentate dalle malattie cerebrovascolari e dalle malattie ischemiche del cuore e da altre malattie del cuore familiarità: parenti con eventi cardiovascolari in età giovanile (meno di 55 anni negli uomini e di 65 nelle donne). Fonte: ISS, 2016
9 fattori di rischio modificabili: Fumo Pressione arteriosa 140/90 mmhg Colesterolemia totale colesterolemia 200 mg/dl HDL-colesterolemia 50 mg/dl Diabete glicemia > 126 mg/dl Fonte: ISS, 2016
10 fattori di rischio intermedi pur non rappresentando ancora una patologia conclamata, vanno già considerati condizioni patologiche, seppure ancora almeno in parte reversibili se diagnosticate e trattate in tempo: sovrappeso e obesità (BMI 25) sedentarietà dieta non corretta: - scarso consumo di frutta e verdura (meno di 5 porzioni al giorno) e di pesce, - eccessivo contenuto di sale e grassi saturi nei cibi Fonte: ISS, 2016
11 Attività fisica bambini e ragazzi (5 17 anni): almeno 60 minuti al giorno di attività moderata vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività prettamente sportive adulti (18 64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa (o combinazioni equivalenti delle due), in sessioni di almeno 10 minuti per volta, con rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte alla settimana anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l avvertenza di svolgere anche attività orientate all equilibrio per prevenire le cadute. Chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni, dovrebbe fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni. Fonte: OMS, 2010
12 Alimentazione Fonte: PASSI, 2016
13 VALUTAZIONE RISCHIO CARDIOVASCOLARE in Italia Nel quadriennio Passi rileva che su 10 intervistati: 2 riferiscono una diagnosi di ipertensione, 2 di ipercolesterolemia, 3 sono fumatori, 3 sedentari, 4 risultano in eccesso ponderale (IMC 25), quasi tutti (9 persone su 10) dichiarano di consumare meno di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno (five a day), come invece raccomandato. circa il 5% degli intervistati riferisce una diagnosi di diabete.
14 VALUTAZIONE RISCHIO CARDIOVASCOLARE Complessivamente più di 4 persone su 10 hanno almeno tre dei fattori di rischio cardiovascolare menzionati sopra e solo una piccolissima quota (meno del 3%) risulta del tutto libera dall'esposizione al rischio cardiovascolare noto. Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
15 VALUTAZIONE RISCHIO CARDIOVASCOLARE Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
16 fattori di rischio modificabili: FUMO -un italiano su 4 è fumatore attivo (circa 26%) -Il fumo di sigaretta è più frequente fra le classi socioeconomiche più svantaggiate (meno istruiti e/o con maggiori difficoltà economiche) e negli uomini. -il consumo medio giornaliero è di circa 12 sigarette, tuttavia un quarto dei fumatori ne consuma più di un pacchetto. Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
17 trend Dal 2008 la percentuale di fumatori va riducendosi significativamente in tutto il territorio italiano. Questa riduzione interessa in particolar modo le classi sociali più agiate (senza difficoltà economiche) e meno le persone economicamente più svantaggiate, fra le quali è più alta la quota di fumatori. Italiani vs stranieri Nord vs Sud
18 Attenzione operatori sanitari solo la metà dei fumatori dichiara di aver ricevuto il consiglio di smettere di fumare da un medico o da un operatore sanitario. I dati non mostrano un chiaro gradiente geografico nell'attenzione degli operatori sanitari a questo fenomeno
19 fattori di rischio modificabili: PRESSIONE ARTERIOSA -più di 8 intervistati su 10 hanno misurato PA nei due anni precedenti l'intervista. - Circa l'80-90% delle persone ipertese dichiara di essere in trattamento farmacologico e di aver ricevuto i consigli per tenere sotto controllo la pressione arteriosa, come diminuire il consumo di sale, controllare il peso corporeo e svolgere regolarmente attività fisica. -I residenti nelle Regioni meridionali meno frequentemente di altri misurano la pressione arteriosa. Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
20 fattori di rischio modificabili: COLESTEROLEMIA circa 8 intervistati su 10 hanno misurato almeno una volta nella vita la colesterolemia: -1/5 con diagnosi di ipercolesterolemia (1/3 è in trattamento farmacologico e 80-90% ha ricevuto il consiglio di consumare meno carne e formaggi e più frutta e verdura, di fare regolare attività fisica e controllare il peso corporeo). -le Regioni del Sud insieme a quelle del Nord sono le aree territoriali con le percentuali più basse di persone che riferiscono di aver misurato la colesterolemia almeno una volta nella vita. Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
21 fattori di rischio modificabili: DIABETE Poco meno del 5% della popolazione adulta di anni riferisce una diagnosi di diabete. La prevalenza di diabetici, cresce con l'età (è inferiore al 2% nelle persone con meno di 50 anni e raggiunge il 10% fra quelle di anni), fortemente associato ad altri fattori di rischio cardiovascolare, quali : più frequente : fra gli uomini che fra le donne (5,41% vs 3,99%), nelle fasce di popolazione socio-economicamente più svantaggiate per istruzione o condizioni economiche, fra i cittadini italiani rispetto agli stranieri, nelle Regioni meridionali rispetto al Centro e al Nord Italia -l'ipertensione -l'ipercolesterolemia 50% -la sedentarietà -l'eccesso ponderale (70%) -il fumo (22%) Fonte: Epicentro, Dati Sorveglianza PASSI
22 fattori di rischio intermedi: In Italia nella popolazione adulta di anni obesità e sovrappeso il 70% (gli obesi sono circa il 25%) inattività fisica il 40% ISS, 2017
23 PNP
24 PRINCIPIO BASE: PNP Salute in tutte le Politiche : il movimento di promozione della salute prende atto che la salute delle persone non dipende soltanto dall offerta dei servizi sanitari e dagli stili di vita, ma anche, e soprattutto, dalla qualità degli ambienti e delle condizioni di vita e di lavoro, dalla disponibilità economica dei cittadini, dalla coesione della comunità e dall offerta di servizi pubblici di qualità. Questa nuova idea di tutela della salute, più ampia e complessa, è stata enunciata in alcuni documenti di indirizzo internazionali e fatta propria da molti Paesi.
25 SCELTA INTERVENTI: PNP l adozione di una ristretta cerchia di interventi supportati da prove di efficacia o indicazioni di buone pratiche, che saranno monitorati nel tempo e valutati (impianto valutativo definito a livello nazionale con l Accordo Stato- Regioni n. 56 del 25/03/2015) affronta in maniera sistematica le disuguaglianze di salute, che includono in particolare il tema dell accesso agli interventi di prevenzione da parte delle fasce vulnerabili di popolazione. A tal riguardo saranno valorizzate le azioni efficaci e gli strumenti operativi già sperimentati a livello regionale, al fine di favorire la massima efficienza delle azioni di contrasto alle disuguaglianze e l omogeneità degli interventi
26 SETTORE SANITARIO: PNP riveste, a livello regionale e locale, un ruolo fondamentale di coordinamento dei programmi e degli interventi del PRP, svolgendo al contempo una funzione di advocacy all interno e all esterno del sistema sanitario, mirante al coinvolgimento di diversi attori/istituzioni su comuni obiettivi di salute
27 PRP Lazio Articolazione degli interventi COMUNITA Sviluppo di programmi/interventi, volti a favorire l adozione di stili di vita attivi, nella popolazione adulta ed anziana, attivando reti e comunità locali AMBIENTE SCOLASTICO Sviluppo di programmi di promozione della salute integrati per i diversi fattori di rischio e condivisi tra servizi sanitari e istituzioni educative, attivando reti e comunità locali AMBIENTE DI LAVORO Sviluppo di programmi/interventi integrati per i diversi fattori di rischio e condivisi tra servizi sanitari e sociosanitari e datori di lavoro, volti a favorire l adozione di comportamenti sani, attivando reti e comunità locali SERVIZI SANITARI Sviluppo di programmi/interventi, volti a favorire le competenze per attività di counseling
28 PRP Lazio Articolazione degli interventi
29 Evidenze di efficacia ISS, 2016
30 Evidenze di efficacia ISS, 2016
31 Evidenze di efficacia ISS, 2016
32 Evidenze di efficacia Evitare la sedentarietà: passare ad un attività fisica lieve riduce per i sedentari il rischio di mortalità per patologia CV del 44% rispetto a prima (Pate, 1995)
33 Evidenze di efficacia ISS, 2016
34 PRP Lazio Articolazione degli interventi Criticità dei PRP precedenti
35 PRP Lazio Conoscenze per azioni mirate
36 Ruolo del Dipartimento di prevenzione La necessità di un Coordinamento dei Piani NON SOLO PER razionalizzare gli interventi MA ANCHE PER GARANTIRE un attività omogenea su alcuni temi trasversali all attuazione di tutti i Piani quali - la valutazione di ciò che si fa - l adozione di un piano di comunicazione un unico percorso ove inserire gli interventi di prevenzione individuale e collettiva la collaborazione interistituzionale finalizzata alla realizzazione di azioni che facilitino scelte di vita salutari l uso ordinario dei dati della Sorveglianza per la programmazione locale dei Piani Attuativi e, in qualche caso, per la loro valutazione La DGR del Lazio richiede alle ASL di provvedere alla nomina di un referente unico aziendale
37 LEA DPCM 2017
38 Individuazione programma di interventi di prevenzione sulla popolazione strategie di popolazione (programmi di promozione della salute) strategie sull individuo (identificazione precoce dei soggetti a rischio e successiva presa in carico).
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41 ASL Roma1 Creazione di tavoli aziendali - tra diversi servizi DIP - in collaborazione con distretti ed altri Servizi - in collaborazione con municipi, associazioni cittadini, Enti e Federazioni
42 ASL Roma1 promozione salute
43 ASL Roma1 fumo e alcool Somministrazione questionario ai DS nelle scuole Sopralluoghi TPALL nelle scuole Distribuzione Materiale informativo
44 ASL Roma1
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46 PROGETTO CARDIO ; 20% invitati venuti Chiamata attiva dei soggetti di 50 anni 869; 80% 3% 18% 11% A B C1 C D 26% 42%
47 PROGETTO CARDIO 50 Counselling e valutazione: Anamnesi Stili di vita Pressione Arteriosa Circonferenza Addominale BMI Glicemia ed eventuale Colesterolemia Stile di vita NON sano : Fumatore; BMI > 25; CA > M F 88; Attività Fisica bassa o assente Parametri NON nella norma: PA > 140/90; HGT > 110 Gruppo A Stile di vita sano Parametri nella norma Gruppo B Stile di vita non sano parametri nella norma Gruppo C Stile di vita non sano parametri non nella norma Gruppo C1 Stile di vita sano parametri non nella norma Gruppo D In terapia, esclusione secondaria
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51 Il futuro Negli ultimi 50 anni l invecchiamento della popolazione italiana è stato uno dei più rapidi tra i Paesi maggiormente sviluppati e si stima che nel 2050 la quota di ultra65enni ammonterà al 35,9% della popolazione totale, con un attesa di vita media pari a 82,5 anni (79,5 per gli uomini e 85,6 per le donne) Il diabete è destinato a diventare la causa maggiore di disabilità e di mortalità nei prossimi venti anni Fonte: Simona Giampaoli, ISS, 2017
52 Diseguaglianze L ingiustizia sociale incide su larga scala: Inferiore livello di scolarità e disagio sociale peggiorano la salute cardiovascolare gli ipertesi, i dislipidemici, gli obesi, i diabetici sono maggiormente concentrati nelle persone che presentano livello di scolarità più basso, così come certi stili di vita, quali l inattività fisica e l abitudine al fumo. Fonte: Simona Giampaoli, ISS, 2017
53 Diseguaglianze La causa fondamentale della deprivazione umana è l impossibilità di vivere vite lunghe e in salute, e questo è molto più che un problema medico: è legato agli svantaggi che hanno profonde radici sociali... Amartya Sen, premio Nobel per l Economia nel 1998
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