Vino & Alcool: dagli Effetti Salutari a quelli Tossici

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1 Arcispedale S. Maria Nuova 3 e Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica Vino & Alcool: dagli Effetti Salutari a quelli Tossici Reggio Emilia, 03 Ottobre 2008 A cura di William Giglioli - Salvatore Vaccaro 1

2 INDICE INTRODUZIONE Pag. 02 PARTE 1 - ALCOOL: METABOLISMO ED INTERAZIONI CON NUTRIENTI E FARMACI Pag. 03 Aspetti Generali e Metabolismo Pag. 04 Fabio Bassi Alcool e Nutrizione Pag. 09 Nino Carlo Battistini, Salvatore Vaccaro Alcool e Farmaci Pag. 19 Mauro Miselli PARTE 2 - L ALCOOL NEGLI STATI FISIOLOGICI Pag. 21 Effetti nel Periodo Gestazionale Pag. 22 Giovanni Battista La Sala e Collaboratori Alcool e Sport Pag. 26 Vincenzo Guiducci PARTE 3 - L ALCOOL NEGLI STATI PATOLOGICI E DIPENDENZA Pag. 29 Alcool e Diabete Mellito Pag. 30 Enrica Manicardi Effetti e Patologia sul Sistema Endocrino Pag. 33 Michele Zini Effetti e Patologia su Fegato, Pancreas ed Apparato Digerente Pag. 35 Giovanni Fornaciari Effetti e Patologia sul Sistema Nervoso Centrale e Periferico Pag. 40 Alberto Dallari Il Neuroimaging dell Etilismo Pag. 56 Giulio Zuccoli Alcool e Medicina Legale Pag. 61 Fulvio Fantozzi Il Ruolo del S.E.R.T. Pag. 63 Angiolina Dodi PARTE 4 - ABSTRACT E CONTRIBUTI Pag. 66 Vini e Vivande Pag. 67 Salvatore Vaccaro Consumo di Bevande Alcoliche nella Provincia di Reggio Emilia Pag. 68 2

3 Salvatore Vaccaro, Simona Bodecchi, Marika Iemmi Il Vino entra a pieno titolo nella cultura mediterranea ed in particolare in quella delle nostre terre. Il bere vino racchiude in sé una simbologia complessa che comprende un insieme di abitudini, di esperienze, di modi di vivere nati e tramandati nelle generazioni attraverso i secoli. Negli ultimi decenni, a ritmo incalzante, su questa abitudine si sono succedute valutazioni di ogni tipo che spaziano dagli aspetti clinici, psicologici, biochimici e comportamentali ed arrivano a giudizi finali spesso molto diversi gli uni dagli altri. La corretta collocazione del vino nella nostra alimentazione, tenendo conto dei rischi di tossicità, ma allo stesso tempo delle sue possibili potenzialità benefiche, è da sempre estremamente difficoltosa. Diviene così importante capire, per quanto possibile, quale possa essere il margine di sicurezza per la salute. Il problema può essere affrontato valutando il concetto di quantità, di modalità di assunzione e di accompagnamento o meno con i pasti, ed inoltre rapportandolo alla fascia di età, al sesso ed alle condizioni fisiologiche come la gravidanza, l allattamento, l accrescimento o la senilità. Ed ancora considerando l assunzione in contemporanea con farmaci od in presenza di particolari patologie. È altresì fondamentale non tralasciare i numerosi risvolti tossici che l etanolo può portare sviluppando dipendenza e gravi patologie. Il dibattito su questo argomento è in continuo divenire e noi, coinvolgendo vari esperti del settore a queste 3 e Giornate Reggiane di Dietetica e Nutrizione Clinica, culliamo la speranza che approfondendo un tema così complesso si possano fissare basi di aiuto alla nostra attività quotidiana. Dott. William Giglioli Coordinatore Team Nutrizione Artificiale ASMN 3

4 Parte 1 Alcool: Metabolismo ed Interazioni con Nutrienti e Farmaci 4

5 ALCOOL: ASPETTI GENERALI E METABOLISMO Fabio Bassi Medicina III a e Gastroenterologia - Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia Definizione Con il termine di Alcool si definisce una molecola idrosolubile di piccole dimensioni che viene assorbita lentamente dallo stomaco e più rapidamente a livello di intestino tenue, distribuita poi liberamente nell organismo. Viaggio di un drink: Assorbimento Ogni bevanda alcolica che viene ingerita è assorbita per semplice diffusione a livello dello stomaco e del primo tratto di intestino tenue (duodeno e digiuno); lo stomaco ha una notevole capacità di assorbimento, ma la velocità con cui l alcool viene assorbito è maggiore nel tratto digestivo successivo, in quanto a livello duodeno-digiunale il flusso ematico sottomucoso è maggiore e quindi maggiore è la capacità di trasporto. Il tasso di assorbimento dell alcool è influenzato da numerosi fattori: tra questi i principali sono la concentrazione della bevanda alcolica, l assunzione concomitante di alimenti (in particolare i carboidrati, che ritardano lo svuotamento gastrico e rallentano il passaggio nel duodeno), il contenuto calorico del pasto, la concomitante assunzione di farmaci (soprattutto attraverso una azione sullo svuotamento gastrico), la miscelazione con anidride carbonica (che accelera l immissione in circolo). Dopo l ingestione per via orale, la concentrazione ematica di alcool raggiunge un picco iniziale abbastanza velocemente (a distanza di circa un ora), segue una fase di plateau, poi tale concentrazione si riduce progressivamente in maniera più o meno lineare nel giro di altre quattro ore. L alcool viene rimosso dal sangue alla velocità di circa 3,3 mmol/ora (15 mg/100 ml/ora). La concentrazione ematica di alcool varia in accordo al sesso, alle dimensioni dell organismo, alla fase del ciclo mestruale (è più alto durante la fase premestruale e alla ovulazione), alla pregressa esposizione all alcool, al tipo di drink, all ingestione concomitante di alimenti o farmaci. Le differenze di sensibilità all alcool tra i due sessi sono in gran parte dovute al differente spazio di distribuzione: infatti esse praticamente scompaiono se si tiene in considerazione questo parametro. Diffusione Una volta assorbito nel torrente circolatorio, l alcool diffonde rapidamente attraverso le pareti dei capillari nei vari tessuti, raggiungendo un equilibrio tra l acqua nel sangue e i fluidi extracellulari attraverso un singolo passaggio nei capillari, e raggiungendo un equilibrio tra l acqua nel sangue e l acqua totale nei tessuti in un tempo variabile da pochi minuti ad alcune ore a seconda dell area di sezione trasversale del letto capillare locale e dal 5

6 volume-minuto di flusso ematico per grammo di tessuto. Nel complesso quindi il volume di distribuzione dell alcool è il volume di acqua totale corporea. Essendo la distribuzione dell alcool nell organismo veicolata dall acqua, la maggior parte dei tessuti (come il cuore, il cervello, i muscoli) è esposta alla stessa concentrazione di alcool del sangue. L unica eccezione è rappresentata dal fegato, dove l esposizione è maggiore poiché il sangue giunge a tale organo direttamente dallo stomaco e dall intestino tenue attraverso la vena porta. La diffusione dell alcool nell organismo è in genere lenta ad eccezione di quegli organi con un ricco apporto ematico, quali il sistema nervoso centrale e i polmoni. A livello dei grassi la diffusione è molto modesta a causa della scarsa liposolubilità della molecola di alcool. Di conseguenza le concentrazioni ematiche e tessutali di alcool sono più elevate nelle donne (che presentano una proporzione più elevata di tessuto adiposo sottocutaneo e un minor volume ematico) rispetto agli uomini, a parità di alcool ingerito (tenendo anche in considerazione l aggiustamento per il peso corporeo). In più, i livelli di alcool-deidrogenasi (uno degli enzimi che interviene nel metabolismo dell alcool) nello stomaco possono essere più bassi nelle donne rispetto agli uomini, così che una minore quota di alcool può essere metabolizzata prima di essere assorbita. Metabolismo Il primo step nel metabolismo dell alcool è l ossidazione ad acetaldeide in presenza di cofattori e attraverso la alcool-deidrogenasi, di cui esistono almeno quattro isoenzimi. Questa attività inizia a livello della mucosa gastrica (first pass metabolism) dove è presente una attività alcoldeidrogenasica. L acetaldeide è una sostanza tossica e altamente reattiva, che negli individui sani viene rapidamente ossidata ad acetato attraverso l aldeidedeidrogenasi, di cui esistono numerosi isoenzimi. La variabilità genetica degli enzimi che intervengono nel metabolismo dell alcool è alla base delle differenze razziali e individuali nella tolleranza e nella suscettibilità al danno d organo nei confronti dell etanolo. In condizioni normali l acetato, a livello di fegato e tessuti periferici, è poi ossidato ad anidride carbonica e acqua che rappresentano i prodotti di eliminazione assieme a residue quantità di etanolo che vengono eliminate per via respiratoria (su questo aspetto si basa il test sul respiro in uso dalla polizia stradale) o renale. Un aspetto particolare nel metabolismo dell alcool è quello che accade nel miocardio in cui non vi è un metabolismo ossidativo dell etanolo ma in cui, ad opera di una sintetasi specifica, si determina la formazione di etilesteri di acidi grassi che giocherebbero un ruolo importante nel determinismo del danno miocardio da etanolo. Analogo fenomeno si verifica anche a livello cerebrale ove peraltro vi è anche una attività acetaldeide-deidrogenasi. Negli individui con abitudine etilica protratta si vengono a instaurare due meccanismi di tolleranza : si assiste a un incremento del metabolismo dell alcool (come dimostrato dalla presenza di elevati livelli ematici di acetato) e a una induzione enzimatica del citocromo P450. Come conseguenza si ha una inibizione della gluconeogenesi epatica, una riduzione del ciclo dell acido citrico e una compromissione della ossidazione degli acidi grassi. La produzione di glucosio è quindi ridotta (con il rischio di ipoglicemie), la 6

7 sovrapproduzione di acido lattico blocca l escrezione renale di acido urico, l accumulo di acidi grassi è convertito in lipidi e corpi chetonici. Eliminazione Più del 90% dell alcool è eliminato attraverso il fegato, il 2-5% è escreto immodificato con le urine, il sudore, il respiro. Sesso ed età In base a quanto descritto finora è facilmente intuibile come le differenze legate al sesso e all età nella farmacocinetica dell alcool siano in gran parte spiegate dalle differenze nella composizione corporea e alle conseguenti differenze nei volumi di distribuzione corporea (le donne presentano una più alta percentuale di grasso corporeo e una corrispondente minore percentuale cimasa magra rispetto all uomo). Quando infatti la quantità è calcolata sulla base dell acqua corporea totale piuttosto che sul peso corporeo le differenze legate all età e al sesso virtualmente scompaiono. Alcool e nutrizione L alcool può essere considerato un macronutriente in quanto fornisce 29 kj/g. L alcool agisce poi farmacologicamente sul sistema nervoso agendo in primo luogo attraverso la attivazione dei recettori dell acido gamma-aminobutirrico. Entrambe queste azioni hanno effetti sull apporto alimentare. Benché un moderato apporto di alcool possa stimolare l introduzione di alimenti nel breve termine, gli effetti complessivi dell alcool sul bilancio energetico in termini di rischio di obesità non risultano ancora del tutto chiariti. Effetti dell alcool L ingestione di alcolici può determinare sia effetti piacevoli che tossici, in relazione soprattutto alle quantità ingerite e alla persistenza dell abitudine. Effetti piacevoli Gli effetti piacevoli dell alcool sono meglio raggiunti quando l ingestione si accompagna ai pasti e quando la bevanda alcolica è diluita. In base agli effetti sul comportamento, l alcool può essere considerato un sedativo e un blando anestetico. E ipotizzato che attivi i centri del piacere nel sistema nervoso centrale innescando il rilascio di neurotrasmettitori quali la dopamina e la serotonina. Produce un senso di benessere, rilassamento, euforia e disinibizione. Questi sentimenti possono essere accompagnati da modificazioni fisiologiche quali flushing, sudorazioni, tachicardia, incremento della pressione arteriosa, probabilmente dovuti a una stimolazione dell ipotalamo e a un aumentato rilascio di amine simpaticomimetiche e ormoni ipofiso-surrenalici. Effetti tossici Un incremento progressivo della assunzione di alcool porta a uno stato di intossicazione che dipende dalla quantità di alcool introdotto e dalla pregressa abitudine etilica. Anche a una bassa concentrazione ematica di alcool di circa 6,5 mmol/l (30 mg/100 7

8 ml) il rischio di danno non intenzionale è più alto rispetto alla assenza di alcool nel sangue, benché debba essere tenuta in considerazione l esperienza individuale e la complessità della mansione da svolgere. A 17,4 mmol/l (80 mg/100 ml), il limite legale corrente per poter guidare nel Regno Unito, il rischio di un incidente automobilistico raddoppia; a 34,7 mmol/l (160 mg/100 ml) addirittura aumenta oltre le dieci volte. A 21,7 mmol/l (100 mg/100 ml) gli individui diventano aggressivi; a questo livello se viene interrotta l assunzione di alcool si possono manifestare gli effetti di hangover, quali insonnia, affaticamento, nausea e cefalea. Se al contrario l assunzione di alcool viene continuata, a 43,4 mmol/l (200 mg/100 ml) l individuo inizia a farfugliare, compare instabilità motoria, può sopraggiungere perdita di coscienza. Concentrazioni ematiche superiori a 86,8 mmol/l (400 mg/100 ml) sono in genere fatali per il sopraggiungere di fibrillazione ventricolare, insufficienza respiratoria, ab ingestis. E ormai universalmente riconosciuto che il regolare apporto di alcool nel tempo sia di danno alla maggior parte dei tessuti dell organismo. La relazione tra i livelli di alcool nel sangue e le patologie alcool-correlate è complessa. Alcune forme di patologia sono legate al metabolismo dell alcool e quindi alla quantità totale di alcool introdotta in relazione a un periodo di tempo (steatosi epatica, epatite, cirrosi, epatocarcinoma, gastrite, pancreatite, neoplasie del cavo orale, della laringe, dell esofago, della mammella, del colon, del polmone, diabete, deficit nutrizionali, cardiomiopatie, ipertensione arteriosa, strokes, neuropatie, miopatie, disfunzioni sessuali, infertilità, danno fetale, tossicità ematopoietica, alterazioni cutanee, endocrinologiche, immunitarie, danni renali), mentre altri tipi di malattia sono legati principalmente alle massime concentrazioni di alcool raggiunte nel sangue e nei fluidi corporei durante un singolo episodio di ingestione di alcolici (epatite, gastrite, pancreatite, gotta, aritmie cardiache, traumi, strokes, danno fetale). Alcool e società Il consumo rischioso e dannoso di alcool ha un notevole impatto sulla salute pubblica ed è causa di costi riferibili al sistema di cura, alle assicurazioni sanitarie, al rafforzamento della legge e dell ordine pubblico; ha quindi un impatto negativo sullo sviluppo economico e sulla società nel suo insieme. E un determinante di salute fondamentale ed è una delle cause principali di morte prematura e di malattia evitabile (causa netta del 7,4% di malattia e di morte prematura nell Unione Europea). In Italia, nonostante il consumo medio pro-capite di alcool puro sia diminuito del 37% circa nel corso degli ultimi 20 anni, si assiste a un notevole incremento del numero di consumatori e a una relativa stabilità delle fasce di popolazione che ne abusa. Come dimostrato da recenti valutazioni dell Osservatorio Nazionale Alcool dell Istituto Superiore di Sanità la diminuzione del consumo medio di alcool nasconde problemi tuttora irrisolti. In seguito alle modificate abitudini e alla nuova cultura del bere, influenzate dalla sempre maggiore disponibilità ed offerta di bevande alcoliche, i giovani (ma anche gli adulti e in particolare le donne) hanno adottato modelli di consumo che, separando il bere dalla ritualità dei pasti, hanno trasformato il significato originale del bere in un valore e in un gesto comportamentale prevalentemente legato all uso di alcool in funzione degli effetti che esso è in grado di esercitare sulle performance personali (l alcool è utilizzato per sentirsi più 8

9 sicuri, più loquaci, per facilitare le relazioni interpersonali, per apparire più emancipati, per essere più facilmente accettati dal gruppo o per conquistare un ruolo di presunta leadership nel gruppo). L alcool infatti, a differenza degli altri principali fattori di rischio, gode di una accettazione sociale. Bibliografia essenziale 1. Paton A. Alcohol in the body. BMJ 2005; 330: Yeomans MR. Effects of alcohol on food and energy intake in human subjects: evidence for passive and active over-consumption of energy. British Journal of Nutrition 2004; 92 suppl. 1: S31-S Lieber CS. Alcohol metabolism: general aspects. Comprehensive Handbook of Alcohol related Pathology. 2005, volume I: Kalant H. Effects of food and body composition on blood alcohol levels. Comprehensive Handbook of Alcohol related Pathology. 2005, volume I: Patussi V, Mezzani L, Scafato E. An overview of pathologies occurring in alcohol abusers. Comprehensive Handbook of Alcohol related Pathology. 2005, volume I:

10 ALCOOL E NUTRIZIONE Nino Carlo Battistini, Salvatore Vaccaro Cattedra di Scienze Tecniche Dietetiche - Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia Team Nutrizionale - Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia Premessa La parola Alcool deriva dal termine arabo al-kool, che significa finissima polvere per tingere le sopracciglia di nero. Giunta in occidente assunse il significato di polvere impalpabile, finché nel XVI secolo il medico alchimista Paracelso chiamò in questo modo ogni polvere essenziale o essenza del vino (alcohol vini). La nostra cultura alcolica è infarcita di luoghi comuni e pregiudizi: che fa salute, che fa virile, che fa sangue, che l'alcol muove ricchezze (fatturato annuo 12 miliardi di Euro, ma anche danni sociali per 14 miliardi di Euro!). È indiscutibile però che l'uomo, sin dall'antichità, ha sempre prodotto e consumato sostanze alcoliche. La pianta più utilizzata inizialmente fu l'albero della palma, ma anche la canapa, l'agave, il riso, il grano, l'orzo. Tra le attuali bevande la birra ha le tradizioni più antiche, ve ne sono tracce risalenti a anni prima di Cristo, mentre la nascita del vino è relativamente più recente e data intorno al A.C. Questa differenza di età è giustificata dal fatto che l'orzo era geograficamente molto più diffuso e di più facile conservazione, quindi era possibile produrre la bevanda quando se ne aveva bisogno. La coltivazione dell'uva era meno diffusa, richiedeva metodi di coltivazione più complessi, il raccolto e l'impiego erano legati ad un solo periodo dell anno: la vendemmia. Inoltre, conservare il vino richiedeva tecnologie più sofisticate rispetto alla birra. La viticoltura e l'arte di fare il vino hanno origini orientali, sono infatti le popolazioni ariane che introducono in occidente queste culture in occasione delle loro migrazioni. Le bevande alcoliche in generale, e il vino in particolare, hanno trovato grande utilizzo in campo medico: da Ippocrate, il grande medico greco, a Galeno, alla Scuola Salernitana fino ai primi anni di questo secolo. Anche nella medicina araba il vino trova vari impieghi a scopo terapeutico, e questo uso permane in parte anche dopo la proibizione coranica. Le bevande alcoliche hanno avuto anche un importante ruolo nelle pratiche religiose di moltissimi popoli, dal Mescal utilizzato nelle civiltà precolombiane, al vino utilizzato in Grecia e a Roma con la mitologia di Dioniso e di Bacco cui erano dedicate apposite feste religiose. La vite e il vino hanno un ruolo centrale nella religione cristiana: la tradizione legata a Noe', il vino come sangue di Cristo, i membri della Chiesa come tralci di un'unica vite. Nella tradizione ebraica il vino è simbolo della festa e della gioia del Giorno fuori dal Tempo oltre che segno di alleanza fra Dio e il popolo eletto. 10

11 Alcool - alimento L'alcool, quello alimentare contenuto in diversa concentrazione nelle bevande alcoliche, è una sostanza che deriva dalla fermentazione degli zuccheri presenti nella frutta o dall'amido di cui sono ricchi cereali e tuberi. Le bevande alcoliche fermentate da vegetali o frutti, come il vino, la birra e molte altre, sono conosciute e consumate dall'uomo da millenni e fanno parte della cultura, dei riti e della vita sociale di quasi tutti i popoli del mondo. Sebbene proprio tali bevande, e per gli italiani il vino in particolare, rappresentano da tempo immemorabile uno dei componenti dell'alimentazione quotidiana, il punto di vista delle raccomandazioni dietetiche è ancora controverso. Infatti, ci sono nutrizionisti che sostengono che l'alcool, non rientrando tra i principi nutritivi classicamente riconosciuti (zuccheri, proteine, grassi, sali minerali, vitamine ed acqua) non dovrebbe essere inserito nelle tabelle di composizione alimentare e non andrebbe considerato nel calcolo dei fabbisogni giornalieri per i soggetti sani (L.A.R.N. - Livelli di Assunzione Raccomandati per i Nutrienti). È questa l'occasione per chiarire che, in linea generale, le vitamine e le proteine sono presenti nel vino in scarsa quantità, ma i sali minerali si trovano in buona quantità in tutti i fermentati alcolici. Inoltre, vino e superalcolici, secondo rigidi esperti, conterrebbero come unico principio nutritivo i glucidi (zuccheri). Il problema non risolto, quindi, consiste nel fatto che l'alcol etilico non è in grado di soddisfare, da solo o aggiunto agli altri alimenti, le importanti funzioni che vengono riconosciute ai nutrienti classici e che li rendono raccomandati. Non si deve però trascurare che, l'alcol ha un elevato potere calorico, infatti, la combustione di 1 grammo sviluppa 7,1 calorie. Ma non è un buon combustibile, perché brucia troppo rapidamente. Le calorie realizzate dalla trasformazione dell'alcol da parte del nostro organismo, vengono rapidamente disperse sotto forma di calore che si dissolve in pochi istanti a causa della vasodilatazione cutanea che si verifica dopo aver bevuto. Esiste una relazione tra alto consumo di alcol ed aumento dei depositi di grasso corporeo (azione ingrassante), infatti è evidente che se assunto in eccesso rispetto alle esigenze energetiche, l'alcol finisce col determinare un vero e proprio effetto ingrassante. Tant é che nel trattamento dell'obesità basta diminuire o eliminare del tutto le bevande alcoliche, per ottenere un primo rapido dimagramento. Le quantità raccomandabili, ci limiteremo alle indicazioni dell'o.m.s. in linea con i L.A.R.N. per la popolazione italiana: si può affermare che per la popolazione italiana adulta un assunzione quotidiana di 40 gr di alcol possa essere concessa (questo vale per gli uomini, per la donna, invece, si deve diminuire a 30 gr al giorno). In pratica, non più di 3 bicchieri di vino da ripartire tra i due pasti principali per i maschi e non più di 2 bicchieri per le donne; un poco meno per i soggetti anziani che vanno qui assimilati alle donne. Tali quantità non devono comunque superare il 10% dell' introito calorico (WHO, 1990). Vi sono infine situazioni fisiologiche e patologiche in cui non andrebbe consumato nessun tipo di bevanda alcoolica (gravidanza, età inferiore a 18 anni, diabete mellito, assunzione di alcuni farmaci, guida di autoveicoli) e non appare opportuno, per i motivi suddetti, allargare l'assunzione di alcool, anche in piccole quantità, alla popolazione che non ne fa attualmente uso (fonte L.A.R.N.). 11

12 Quindi l alcol non è da considerare come un alimento in grado di farci stare bene se assunto in quantità elevate, ma può rappresentare un buon complemento per gli alimenti e stimolare i processi digestivi quando l'ingestione è moderata. Una giusta quantità di vino o di birra durante i pasti può infatti avere effetti benefici su alcune funzioni digestive, mentre l'abuso causa con il tempo dipendenza e danni a vari organi e apparati. Quantità di alcol Il problema abuso-dipendenza etilica deve sempre essere affrontato, anche se la valutazione quantitativa di astemio, medio e forte bevitore è molto soggettiva e, spesso, è legata a un tentativo di minimizzare abitudini ormai acquisite da parte del soggetto in esame. Talvolta risulta difficile stabilire la reale quantità di alcol assunta nell'arco di una giornata, perché, per esempio, chi beve a pasto spesso non sa definire quanti bicchieri realmente beve e inoltre non considera mai la grandezza del bicchiere usato. Per quantificare l alcol bevuto è opportuno avere un'idea di quanto alcol ci sia in un bicchiere e in una bevanda. La quantità di alcol contenuta in ogni bevanda è diversa e varia in base alla sua gradazione alcolica, ma può essere identificata applicando la regola dell'unità alcolica (U.A.). Il sistema di calcolo è il seguente: 1. leggere sull'etichetta il numero di gradi alcolici che è espresso in volume %; 2. moltiplicare i gradi alcolici per 0,8 (peso specifico dell'alcol), ricordando che il risultato della moltiplicazione darà i gradi per 100 ml della bevanda; 3. moltiplicare questo secondo valore per 7 (Kcal per grammo date dall alcol), ottenendo così il numero di Kcal per 100 ml di bevanda. Alcuni esempi calcolati per dose bevanda (ml) di assunzione: Bevanda Alcol (vol.%) Dose in ml Alcol per dose kcal per dose Vino rosso secco Vino bianco secco Amaro Grappa ,5 95 Whisky Cognac ,5 95 Brandy Liquori da dessert Birra chiara 3, Assorbimento L'assorbimento dell alcol è estremamente rapido; infatti inizia immediatamente dopo l'ingestione e si completa in un tempo variabile dai 15 ai 40 minuti. La sua presenza nel sangue è riscontrabile entro 5 minuti dall'ingestione e raggiunge la massima concentrazione ematica in un tempo compreso tra i 30 minuti e 2 ore. 12

13 La velocità dell'assorbimento dipende dal fatto che l alcol etilico si diffonde facilmente attraverso le membrane biologiche in qualsiasi punto del tubo digerente, con una prevalenza nell'intestino tenue, ma anche nel cavo orale, nello stomaco nel colon e nel retto. Il passaggio nel sangue è tanto più rapido quanto più elevata è la concentrazione alcolica, mentre l'assunzione di una stessa quantità di alcol frazionata in più dosi, determina un tasso alcolico inferiore. La presenza di cibo nello stomaco determina un rallentamento dell'assorbimento dell'alcol, perciò se l'assunzione si verifica durante il pasto, il tasso alcolico presenta un picco inferiore e si normalizza più velocemente. Questo è il motivo per cui un paio di bicchieri di vino bevuti a digiuno producono un effetto maggiore che la stessa quantità di vino bevuto durante il pasto. L'ingestione di sostanze grasse, latte e derivati rallenta il processo di assorbimento dell alcol. Altre condizioni particolari influenzano il suo assorbimento, per esempio il tempo di svuotamento gastrico, il grado di acidità del succo gastrico, la contemporanea assunzione di farmaci che alterano la motilità gastroenterica e il flusso di sangue alle mucose. Le persone che soffrono di gastrite assorbono più facilmente l alcol, a causa delle alterazioni infiammatorie della mucosa gastrica. La velocità di assorbimento dell etanolo può essere quindi influenzata da: Sesso Peso Corporeo Modalità d assunzione Condizioni di Salute Assunzione di Farmaci Tipo di cibo presente nello stomaco Tipo di bevanda Momento (ora) di ingestione Distribuzione Per distribuzione si intende la diffusione di una sostanza nei diversi compartimenti dell'organismo. L'etanolo ha una rapida diffusione e distribuzione. Tanto maggiore è la vascolarizzazione di un organo, tanto più immediati saranno gli effetti dell alcol: i primi distretti ad essere interessati dalla diffusione dell alcol sono quindi il sistema nervoso centrale e, subito dopo, il fegato, i reni, il cuore. In un secondo tempo vengono interessati anche i muscoli, perché sono organi a perfusione lenta, e il tessuto adiposo, nel quale l'etanolo tende a depositarsi; per questo le persone grasse possono aver una maggior resistenza alla sostanza di quanto dimostrino di avere le persone magre. Fattori che possono influenzare la diffusione dell alcol: Stanchezza Tensione nervosa Affaticamento Malattie e medicine Nicotina e caffè Metabolismo Il 90-95% dell etanolo introdotto va incontro a complesse trasformazioni, che si svolgono quasi esclusivamente a livello epatico, perciò il fegato è l'organo più esposto agli effetti dei prodotti tossici che si sviluppano come conseguenza della degradazione dell alcol. 13

14 Anche la concentrazione alcolica della bevanda che si consuma ha molta importanza, come determinante risulta anche il fatto che l alcol venga ingerito a stomaco vuoto oppure durante e/o dopo i pasti. Contano infine la velocità con cui si beve e, naturalmente, le differenze tra individuo e individuo, come il peso corporeo, il sesso e lo stato di salute. Le azioni che l alcol produce sul sistema nervoso sono varie e dipendono soprattutto da quanto se ne ingerisce e in quali condizioni lo si fa. Assumere una moderata quantità alcolica, come è in grado di dare una birra, risulta leggermente euforizzante, producendo nel consumatore una sensazione di benessere che si traduce in un comportamento più rilassato, più aperto alla socialità, più positivo. Bere grandi quantità di alcol, in forte concentrazione e molto velocemente, deprime invece fortemente il sistema nervoso provocando abbattimento o comportamenti aggressivi ed alterazioni delle percezioni visive, uditive e motorie, fino ad arrivare a forme di perdita del controllo e della coscienza di sé. Tossicità Nel metabolismo dell'etanolo si verificano: modificazioni dello stato ossidoriduttivo delle cellule e, quindi, modificazioni funzionali di tipo metabolico; la produzione di metaboliti tossici e reattivi, come l acetaldeide, capaci di provocare lesioni cellulari reversibili se in fase precoce, ma che conducono a un danno irreparabile se l'abuso di alcol continua. La variazione del potenziale ossidoriduttivo delle cellule provoca l'attivazione di enzimi e una conseguente serie di disfunzioni metaboliche riguardanti il metabolismo lipidico, glucidico, l equilibrio acido-base e l eliminazione di acido urico. Quando esiste una condizione di intossicazione alcolica è facile trovare un accumulo di trigliceridi nel fegato (steatosi) e una dislipidemia nel sangue, caratterizzata soprattutto da aumento della produzione di acidi grassi (ipertrigliceridemia) e delle lipoproteine (dislipoproteinemia). Nell'etilismo cronico aumenta la concentrazione ematica delle HDL (le lipoproteine ad azione protettiva nei confronti dell'arteriosclerosi), ma insorgono le patologie epatiche derivanti dall etilismo cronico come la cirrosi, l epatite alcolica cronica, l epatocarcinoma. L alcol etilico influenza il metabolismo epatico dei glucidi inibendo il processo di sintesi del glucosio, il suo deposito sotto forma di glicogeno e attivando il processo di demolizione del glicogeno: in questo modo tende ad esaurire le scorte glicidiche ed ostacola la loro reintegrazione. È particolarmente pericolosa l'assunzione di alcol al mattino, a digiuno, perché le scorte di glicogeno sono praticamente esaurite, perciò facilmente si manifesta la condizione di ipoglicemia da alcol. La tossicità dell alcol, e precisamente dei suoi metaboliti liberati durante il processo di ossidoriduzione, si manifestano su numerose strutture causando gravi conseguenze. Oltre ai danni sul fegato, che costituisce l organo essenzialmente deputato alla trasformazione dell alcol, il bevitore cronico subisce danni allo stomaco, quali gastriti, emorragie ed ulcere, disturbi a livello del sistema nervoso, con manifestazioni dolorose alle gambe e alle braccia, disturbi di ordine psicologico, come depressione, alterazione della capacità di giudizio, di autocontrollo e di coordinazione, ipertensione, carenze vitaminiche, disturbi sessuali, danni cerebrali, malattie muscolari, cancro alla bocca, all'esofago, alla gola. 14

15 Il bere in eccesso provoca gravissimi danni ed è causa di morte per molte persone (in Italia si stimano morti all'anno). Le principali condizioni che portano alla morte sono alcune patologie come la cirrosi epatica e i tumori, condizioni metaboliche particolari, come l'acidosi o l'ipoglicemia, ma anche gli incidenti stradali ed il suicidio. Eliminazione La quantità di alcol eliminata come tale e, quindi non metabolizzata, dipende dalla dose assunta ed oscilla tra il 2 e il 10% del totale. L eliminazione avviene principalmente attraverso i reni e i polmoni, ma piccole quantità possono comparire anche nella saliva, nel sudore, nelle lacrime, nella bile, nel succo gastrico e nel latte. Immaginando di quantificare la quantità di alcol bevuta come un unità alcolica (U.A.), si può dire che il nostro corpo impiega un tempo compreso tra 1 e 4 ore per smaltirne 1 unità e per liberarsi dei suoi effetti tossici. È quindi difficile la ripresa dopo una bevuta eccessiva, perciò quel senso di malessere e di confusione che l'accompagnano perdurano per un tempo tanto più lungo quanto più grande è la quantità di alcol ingerita. Il problema aumenta, nelle persone più giovani e più magre. (Tratto da "Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana" del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dell Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) 15

16 Altro aspetto da considerare sono i valori indicativi di alcolemia (gr di alcol per litro di sangue) in funzione della quantità di alcol ingerita (espressa in U.A.) e del tempo trascorso dall'ingestione (in condizione di digiuno) [tab. 2] e i relativi effetti sul nostro organismo [tab. 3]. I valori riportati sono calcolati prendendo in considerazione un peso di 70 kg per l'uomo e di 60 kg per la donna. L'assunzione durante i pasti determina una diminuzione dell'alcolemia all'incirca pari ad una U.A. Per ottenere i valori raggiungibili dopo i pasti bisognerà quindi diminuire di una unità il numero complessivo di U.A. ingerite. La formula usata tiene conto del volume di alcol introdotto, del volume di acqua corporea e della capacità dell'organismo di eliminare l'alcol. 16

17 Conclusioni Nei primi anni 80 un ampia ricerca epidemiologica condotta in Europa aveva evidenziato, che i francesi di età media, noti per essere grossi consumatori di cibi ad elevato contenuto di acidi grassi saturi e colesterolo (il consumo di formaggio pro capite in Francia supera, ad oggi, i 22 kg l anno), se confrontati con le altre popolazioni europee e con gli americani, avevano mostrato una netta diminuzione dell'incidenza della coronaropatia ad esito mortale (infarto acuto del miocardio). Il consumo di grassi, della popolazione francese è assimilabile a quella americana che è tristemente famosa per la preoccupante incidenza dell obesità e delle sue complicanze cardiovascolari. In ogni caso, gli studi che si sono poi susseguiti hanno evidenziato che la ragione di questa tendenza positiva (denominata il paradosso francese ) va attribuita ad alcune sostanze contenute nel vino rosso che svolgono un'attività anti-ossidante. Più precisamente, la sostanza in questione è il resveratrolo che appartiene ad un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva. Queste sostanze appartengono, a loro volta, alla grande famiglia dei flavonoidi (anche noti come polifenoli) che sono presenti negli ortaggi, nella frutta e anche nelle foglie del tè. Studi più recenti hanno evidenziato che nel vino rosso si trovano anche flavonoidi che ne appoggiano il potere anti-ossidante. Inoltre, molti sono anche gli studi che attribuiscono al consumo prolungato di vino, alcune modificazioni strutturali a carico di componenti del sangue. Per esempio, secondo ricerche italiane, i globuli rossi, le piastrine e altri fattori della coagulazione, se provenienti dal sangue di soggetti considerati forti bevitori, quando vengono stimolati (in laboratorio) da un forte insulto ossidativo, mostrano una differente composizione strutturale al confronto con le cellule del sangue che provengono invece da soggetti di controllo che non sono bevitori abituali. Quindi, sempre senza eccessi, un bicchiere di vino rosso ai pasti, può essere consigliabile. Effetti Positivi: se assunto in quantità moderata l alcol: stimola la secrezione salivare, gastrica e facilita la digestione, ma se la concentrazione è elevata la digestione viene ridotta ed anche inibita; ha un ruolo socializzante, in quanto a piccole dosi dà un senso di fiducia in se stessi; facilità di parola, leggera euforia, azione disinibitrice; stimola la fantasia e i processi ideativi; sul sistema cardiocircolatorio l alcol provoca dilatazione dei vasi sanguigni periferici diminuendo il rischio di arteriosclerosi e l infarto; sul sistema nervoso diminuisce la sensibilità al dolore; l alcol stimola anche la funzione respiratoria e la diuresi; il potere calorico dell alcol è di 7 kcal/gr, pertanto ha un piccolo ruolo nell apporto calorico della dieta; in cucina viene usato per rendere più piacevole il cibo. 17

18 Regole Fondamentali: bere sempre a stomaco pieno; bere a piccoli sorsi; bere alcol a bassa gradazione rispetto ai superalcolici; l'introduzione lenta di alcol dà una concentrazione più bassa; mai miscele di superalcolici; ambienti con aria viziata peggiorano la situazione. FALSE CREDENZE SULL ALCOL 1. Non è vero che l alcol aiuti la digestione; al contrario la rallenta e produce ipersecrezione gastrica con alterato svuotamento dello stomaco. 2. Non è vero che il vino faccia buon sangue; è vero invece che un abuso di alcol può essere responsabile di varie forme di anemia e di un aumento dei grassi presenti nel sangue. 3. Non è vero che le bevande alcoliche dissetino ma, al contrario, disidratano: l alcol richiede una maggior quantità di acqua per il suo metabolismo, e in più aumenta le perdite di acqua attraverso le urine, in quanto provoca un blocco dell ormone antidiuretico. 4. Non è del tutto vero che l alcol ci riscaldi. In realtà la vasodilatazione di cui è responsabile produce soltanto una momentanea e ingannevole sensazione di calore che in breve, però, comporta un ulteriore raffreddamento del corpo e che, in un ambiente non riscaldato, aumenta il rischio di assideramento. 5. Non è vero che l alcol aiuti a riprendersi da uno shock: al contrario, provocando vasodilatazione periferica, determina un diminuito afflusso di sangue agli organi interni e soprattutto al cervello. 6. Non è vero che l alcol dia forza. Essendo un sedativo produce soltanto una diminuzione del senso di affaticamento e di dolore. Inoltre solo una parte delle calorie da alcol possono essere utilizzate per il lavoro muscolare. COME COMPORTARSI Se desideri consumare bevande alcoliche, fallo con moderazione, durante i pasti secondo latradizione italiana, o in ogni caso immediatamente prima o dopo mangiato Fra tutte le bevande alcoliche, dai la preferenza a quelle a basso tenore alcolico (vino e birra). Evita del tutto l assunzione di alcol durante l infanzia, l adolescenza, la gravidanza e l allattamento, riducila se sei anziano. Non consumare bevande alcoliche se devi metterti alla guida di autoveicoli o devi far uso di apparecchiature delicate o pericolose per te o per gli altri, e quindi hai bisogno di conservare intatte attenzione, autocritica e coordinazione motoria. Se assumi farmaci (compresi molti farmaci che non richiedono la prescrizione medica), evita o riduci il consumo di alcol, a meno che tu non abbia ottenuta esplicita autorizzazione da parte del medico curante Riduci od elimina l assunzione di bevande alcoliche se sei in sovrappeso od obeso o se presenti una familiarità per diabete, obesità, ipertrigliceridemia, ecc Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata. Tratto da "Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana" del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dell Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione 18

19 Bibliografia SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana) - I LARN per la popolazione italiana Edizioni EDRA spa Milano. Indicazioni dell'organizzazione Mondiale della Sanità in tema di livelli consigliati di consumo alcolico - Reports Online a cura di Calogero Surrenti Edizioni Internet a cura di Dematel srl (aggiornamento agosto 2000). Cannella C. e Corrada G. - I miti dell'alimentazione - Salani Editore The British Medical Journal 1999; 318: Education and Debate on: The French Paradox Gatti P, Viani P, Cervato G, Testolin G, Simonetti P, Cestaro B Effects of alcohol abuse: studies on human erythrocyte susceptibility to lipid peroxidation. Biochem Mol Biol Int Aug;30(5): Bevande alcoliche: se sì, solo in quantità controllata.tratto da "Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana" del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali e dell Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione.) Criqui MH & Ringel BL (1994) Does diet or alcohol explain the French paradox? The Lancet, 344: Gaziano JM, Buring JE, Breslow JL, Goldhaber SZ, Rosner B, van den Burgh M, Willet W & Hennekens CH (1993) Moderate alcohol intake, increased levels of high-density lipoprotein and its subfractions, and decreased risk of myocardial infarction. N. Eng.J. Med., 329: Gronback M, Deis A, Sorensen TIA, Becker U, Schnor P & Jensen G (1995) Mortality associated with moderate intakes of wine, beer or spirits. B. M. J., 310: Klatsky AL & Armostrong MA (1993) Alcoholic beverage choice and risk of coronary artery disease mortality: do red wine drinkers fare best? Am. J. Cardiol., 71: Langer RD, Criqui MH & Reed DM (1992) Lipoproteins and blood pressure as biological pathways for effect of moderate alcohol consumption on coronary heart disease. Circulation, 85: Rimm EB, Giovannucci EL, Willet WC, Colditz GA, Rosner B & Stampfer MJ (1991) Prospective study of alcohol consumption and risk of coronary disease in men, The Lancet, 338: Seigneur M, Bonnet J, Dorian B, Benchimol D, Drouillet F, Gouverneur G, Larrue J, Crockett R, Boisseau MR, Riberau-Gayon P & Bricaud H (1990) Effect of the consumption of alcohol, white wine, and red wine on platelet function and serum lipids. J. Appl. Cardiol.: 5: Veenstra J, Kluft C, Ockhuizen Th, Pol Hvd, Wedel M & Schaafsma G (1990): Effects of moderate alcohol consumption on platelet function, tissue-tipe plasminogen activator and plasminogen activactor inhibitor. Thromb. Haemostas., 63: WHO (1990) Diet, nutrition and the prevention of chronic diseases. Report of a WHO study Group. WHO Technical Report Series n. 797, Geneva 19

20 ALCOOL E FARMACI Mauro Miselli Farmacie Comunali Riunite - Reggio Emilia L alcool interagisce con molti farmaci aumentandone o riducendone l effetto e risultandone a sua volta influenzato. Gli anziani sono a più alto rischio di eventi avversi per la maggiore frequenza di politerapia che aumenta la probabilità di interazioni e la minor presenza di acqua corporea rispetto alla massa grassa che, a parità di assunzione, favorisce livelli ematici superiori di alcool. Le interazioni clinicamente significative sono di tipo metabolico e farmacodinamico. Il metronidazolo (forse il tinidazolo) e il cefamandolo possono causare una reazione (disulfiram-simile) caratterizzata da vampate di calore al volto, cefalea pulsante, ipotensione, tachicardia, nausea e vomito; raramente è pericolosa, ma sono segnalati casi di collasso, aritmie cardiache e decessi con dosi molto alte di alcool. Vampate di calore al volto vengono riportate anche in pazienti in trattamento con clorpropamide, ketoconazolo, griseofulvina e procarbazina. Il verapamile ritarda l eliminazione dell alcool e ne prolunga gli effetti. L alcool può interferire con i farmaci metabolizzati a livello epatico; il tipo di interferenza dipende dalle modalità di assunzione (acuta o cronica). La sbornia occasionale inibisce il metabolismo dei farmaci per competizione con gli enzimi epatici; per contro un assunzione regolare di ingenti quantitativi di alcool (>200g/die) stimola gli enzimi microsomiali accelerando il metabolismo dei farmaci. Nei forti bevitori, i livelli di fenitoina si riducono di circa un terzo; non vengono invece influenzati dall assunzione moderata od occasionale di alcool. Probabilmente anche la carbamazepina presenta un comportamento analogo. Negli etilisti cronici l emivita del warfarin si riduce e sono necessarie dosi maggiori per ottenere un effetto terapeutico, ma pazienti ben controllati col warfarin possono diventare eccessivamente scoagulati dopo una bevuta occasionale. Un elevato consumo cronico di alcool induce gli enzimi che trasformano il paracetamolo nel suo metabolita epatotossico. La malnutrizione spesso associata all alcolismo può comportare una carenza di glutatione con conseguente riduzione del meccanismo di sequestro dell epatotossina. I forti bevitori risultano perciò a maggior rischio di epatossicità dopo sovradosaggi modesti di paracetamolo. L alcool aumenta l effetto sedativo degli antidepressivi, degli ansiolitici, degli antipsicotici, degli analgesici stupefacenti e degli antistaminici di 1 a generazione. L entità della interazione dipende dalla dose del farmaco e dal grado di abitudine all alcool. Con alcuni farmaci, l effetto depressivo sul SNC è transitorio, si verifica solo all inizio del trattamento e scompare col tempo. In alcuni forti bevitori cronici, i farmaci depressori del SNC possono non avere alcun effetto additivo. I pazienti che assumono ACE-inibitori, nitrati, beta-bloccanti o alfa-bloccanti possono sviluppare una ipotensione posturale con vertigini e sincope dopo aver bevuto dell alcool soprattutto all inizio del trattamento. L alcool accentua la tendenza dei FANS a 20

21 causare sanguinamento gastrointestinale, ma il rischio relativo in pazienti che assumono piccole quantità di alcool non è noto. L alcool potenzia gli effetti ipoglicemizzanti delle sulfoniluree legati alla inibizione della gluconeogenesi epatica e alla aumentata produzione di acidi grassi liberi. Nei diabetici in trattamento con metformina, le sbornie occasionali aumentano, invece, il rischio di acidosi lattica. Alcuni tipi di vino contengono l amina simpaticomimetica tiratina; in un paziente che sta assumendo un antidepressivo inibitore irreversibile delle monoamino-ossidasi come la tranilcipromina (Parmodalin), la tiramina può entrare in circolo e provocare gravi crisi ipertensive. 21

22 Parte 2 L Alcool in Stati Fisiologici 22

23 EFFETTI NEL PERIODO GESTAZIONALE G.B. La Sala, F. Vanacore, F. Iannotti e M.T. Villani S.C. di Ostetricia Ginecologia - Azienda Ospedaliera Arcispedale Santa Maria Nuova - Reggio Emilia Introduzione Secondo recenti dati dell ISTAT (17 aprile 2008), il consumo di alcolici nella popolazione italiana è consistentemente aumentato negli ultimi trent anni, anche se è rimasto stabile nell ultimo decennio, ed il 68,2% degli italiani intervistati, di età di 11 o più anni, ha dichiarato di avere consumato nell anno precedente una o più bevande alcoliche in almeno una occasione (1). Sempre secondo i suddetti dati dell ISTAT, tra i Paesi industrializzati l Italia è agli ultimi posti per consumo pro capite di alcol anche se è in aumento il numero di ragazzi, di giovani e di donne italiani che consumano alcol (1). Ormai da tempo sono conosciuti gli effetti tossici dell alcol sul fegato, sul sistema nervoso centrale e periferico, sul sistema cardiovascolare e su altri organi e apparati. È altresì noto che, però, gli effetti tossici dell alcol sono strettamente dose-dipendenti. Alcuni studi hanno evidenziato che le donne che assumono moderate quantità di alcol presentano un tasso minore di degenerazione dell attività cerebrale rispetto alle donne che non assumono alcol; l ipotesi eziopatogenetica del suddetto ruolo protettivo è che l assunzione di moderate quantità di alcol protegge da accidenti cardiovascolari anche di piccola entità aumentando le concentrazioni plasmatiche delle lipoproteine ad alta densità (HDL) e riducendo le concentrazioni di fibrinogeno e di fattori della coagulazione (2-3). A supporto di ciò, un successivo studio di neuroradiologia ha evidenziato che in donne anziane che assumono quotidianamente moderate quantità di alcol è presente una minore percentuale di microinfarti cerebrali e di alterazioni della materia grigia rispetto alle donne che non ne assumono affatto (4). Evidenze della Letteratura L assunzione di alcol da parte delle gestanti è ridotta in generale e la è in particolare da parte delle gestanti che ne assumono modiche quantità prima della gravidanza. I primi studi sugli effetti dell assunzione di alcol nel periodo gestazionale risalgono ai primi anni 70. Nel 1973, è stata descritta per la prima volta la Fetal Alcohol Syndrome (FAS), una sindrome fetale multiorgano causata dalla cronica ed elevata assunzione quotidiana di alcol da parte della gestante (5). Dato l impatto sociale ed economico, nel 2002 il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) del Dipartimento della Salute Pubblica degli USA ha istituito una Task Force per fare fronte al problema delle gestanti consumatrici di elevate quantità di alcol (6). Dal 2002, sotto il profilo nosografico, viene così definita la Fetal Alcohol Spectrum Disorders (FASDs), sindrome determinata dall assunzione cronica di elevate quantità di alcol nel periodo gestazionale (6). 23

24 La FASDs comprende numerose anomalie a carico del feto e variamente espresse caso per caso. Molte anomalie fetali della FASDs sono diagnosticabili ecograficamente nel corso della gravidanza (malformazioni del cranio e dello scheletro, malformazioni cardiache, ritardo di crescita intrauterina, ecc.). Invece, altre anomalie fetali della FASDs sono diagnosticabili soltanto nel periodo post-natale (alterazioni dell EEG, diminuzione della materia grigia cerebrale, atassia, deficit cerebrale motorio e cognitivo, difetti di dentizione e malocclusione, anomalie degli organi genitali interni, difetto di crescita post-natale, ecc.). La FASDs comprende le seguenti sindromi: la alcohol-related neurodevelopmental disorder (ARND), caratterizzata da anormalità cognitive e\o del comportamento;. la alcohol-related birth defects (ARBD), nella quale sono presenti contemporaneamente o isolate malformazioni cardiache, renali, ossee e dell orecchio; la FAS, che è la forma più severa della FASDs, è caratterizzata dalla contemporanea presenza di malformazioni facciali, di difetto di crescita e di alterazioni del sistema nervoso centrale nel periodo post-natale. Numerosi studi sono stati condotti per valutare gli effetti della assunzione cronica di alcol in gravidanza sulla incidenza dell aborto spontaneo e della morte endouterina del feto (MEF). Alcuni studi condotti su animali hanno evidenziato che elevate e persistenti concentrazioni plasmatiche di alcol causano un aumento dell incidenza dell aborto spontaneo e di alterazioni del cariotipo fetale animale (7-10). Invece, gli studi condotti sulla specie umana non hanno dato risultati dirimenti in quanto contenevano diversi potenziali e/o reali bias metodologici (la maggioranza delle donne che assumono cronicamente elevate quantità di alcol ha spesso uno stile di vita non salutare e, quindi, può presentare maggiori fattori di rischio indipendenti dalla assunzione di alcol; non tutte le donne che assumono cronicamente elevate quantità di alcol rispondono ai questionari con sincerità e precisione; confronti eseguiti su campioni non omogenei tra loro; ecc.). Comunque, nonostante i limiti già evidenziati, meritano di essere riportati i risultati di due recenti studi condotti sulla specie umana. Per quanto riguarda gli effetti della assunzione cronica di alcol in gravidanza sull aborto spontaneo e sulla MEF nella specie umana, nel 2008 sono stati pubblicati i risultati di uno studio condotto su gestanti al I - II trimestre di gravidanza. Le conclusioni del suddetto studio sono state che: - non si conoscono né la quantità né la frequenza di assunzione di alcol durante le gravidanze correlate ad un maggiore rischio di aborto spontaneo; - tre o più episodi di ubriacatura durante la gravidanza sono risultati correlati ad un maggiore rischio di MEF (11). Per quanto concerne gli effetti della assunzione cronica di alcol in gravidanza sul parto pretermine nella specie umana, i risultati di un recente studio italiano condotto su 502 gestanti hanno evidenziato che il rischio di parto pretermine aumenta soltanto nelle gestanti che cronicamente assumono alcol tre o più volte al giorno (12). 24

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