AVVERSITA DEL MOMENTO

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1 ASSOCIAZIONE REGIONALE GRUPPI COLTIVATORI SVILUPPO del PIEMONTE Supplemento a Coldiretti Informa n. 43 del 02/11/2012 Dir. Amm. B. Rivarossa - Dir. Resp. M. Pellegrino - Poste Italiane - Spedizione in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)1 art. 1, comma 2, DCB/CN Filiale di Cuneo Stampa in proprio Editore Federazione Provinciale Coltivatori Diretti di Cuneo FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale: l Europa investe nelle zone rurali Programma di Sviluppo Rurale Misura Sottoazione B) Informazione in campo agricolo In collaborazione Settore frutticolo ACTINIDIA AVVERSITA DEL MOMENTO - Misure di profilassi contro la batteriosi: in questo periodo è necessario iniziare un attenta e puntuale difesa contro il batterio che, come noto, trova nelle ferite naturali derivanti dallo stacco dei frutti e dalla caduta delle foglie vie preferenziali d ingresso. Oltre alla strategia di difesa si riporta un riepilogo normativo relativo all esecuzione di nuovi impianti per la prossima stagione vegetativa - - Protezione dal gelo dei giovani impianti: questa tipologia d impianto necessita di una particolare attenzione al fine di limitare al minimo eventuali danni da gelo precoce e invernale. In questo contesto si riportano i risultati ottenuti dalla sperimentazione CReSO.

2 LA BATTERIOSI DEL KIWI (PSA): strategia per la difesa autunno-invernale Nell annata in corso la malattia si è manifestata con una sintomatologia decisamente più attenuata rispetto all anno precedente; questo è certamente dovuto al decorso estivo caldo e asciutto che ha sfavorito lo sviluppo del batterio; in effetti molti appezzamenti che la scorsa primavera manifestavano i classici sintomi sia con maculature fogliari sia con essudati, al momento attuale parrebbero risanati; tuttavia non va dimenticata lo stato di latenza del batterio il quale, col ritorno di condizioni favorevoli, potrebbe riprendere la sua attività. Dunque una risposta definitiva sulla reale situazione, la potremo avere solo in primavera, dopo la ripresa vegetativa. Inoltre sussistono realtà differenti in relazione anche all azione del freddo dello scorso inverno che, oltre a determinare i cali produttivi che si evidenziano tuttora alla raccolta, ha ulteriormente aggravato i danni da PSA. MISURE DI PROFILASSI NEGLI IMPIANTI CON PRODUZIONE Come noto, le ferite determinate dallo stacco del frutto dal peduncolo risultano delle vie preferenziali all insediamento del batterio, pertanto, vi è la necessità di coprire nel più breve tempo possibile le lesioni originate, pertanto, si consiglia d intervenire, appena terminata la raccolta, con prodotti rameici. Questo trattamento avrà altresì un effetto secondario sulla vegetazione in quanto accelererà la caduta delle foglie permettendo di ridurre la scalarità dell abscissione fogliare e di aumentare l efficacia dei successivi interventi a protezione delle ferite. Di norma, dopo questo primo trattamento rameico ne saranno necessari altri posizionati allorquando siano previste precipitazioni significative. MISURE DI PROFILASSI NEGLI IMPIANTI SENZA PRODUZIONE Ciò premesso, è comunque necessario iniziare in questo periodo una profilassi adeguata basata in modo particolare su prodotti rameici i quali, come dimostrato anche dalle prove CReSO, hanno una riconosciuta efficacia. Di seguito si riportano le linee guida da adottare nella prevenzione sulla base delle differenti situazioni che si possono presentare: Anche in questo caso è necessario eseguire i trattamenti preventivi con rame anche anticipandoli rispetto alla situazione precedente allo scopo di favorire l abscissione fogliare e la relativa protezione delle cicatrici intervenendo prima delle piogge e nei periodi di maggiore umidità accompagnando la caduta delle foglie fino al suo termine. 2

3 MISURE DI PROFILASSI CONTRO PSA (autunno - inverno) TABELLA RIASSUNTIVA DEI TRATTAMENTI PREVENTIVI DA ESEGUIRE IN TUTTI GLI IMPIANTI PERIODO DI APPLICAZIONE DOPO LA RACCOLTA, ANCHE IN ASSENZA DI PRODUZIONE META CADUTA FOGLIE PRODOTTO Idrossido di Rame 1 o Ossicloruro Rame 1 o Chelati di Rame Concimi fogliari rameici Prodotti precedenti o Solfato o Ossido di Rame 1 DOSE g/hl RAME METALLO 100 g/hl (Es. Duke 35 % ecc: 285 g/hl) g/hl (Es. Poltiglia Bordolese 20 % ecc: g/hl) COMPLETA CADUTA FOGLIE Solfato o Ossidodi Rame 1 (in quanto più persistenti) 200 g/hl 1 leggere attentamente l etichetta allo scopo di accertare il campo applicativo del formulato (Actinidia, Batteriosi) NOTE APPLICATIVE PER GLI INTERVENTI IN POST - RACCOLTA a. entro le 24/48 ore dalle operazioni di stacco dei frutti intervenire con un prodotto rameico alla dose di 100 gr/hl di rame metallo. Per il successo del trattamento è essenziale garantire la migliore copertura di tutta la pianta e in particolare dei peduncoli i quali costituirebbero una delle vie d ingresso del PSA. Per ottenere ciò si dovranno apportare al mezzo di distribuzione le opportune modifiche che consentano la bagnatura delle parti interne ed esterne della pianta. b. durante la fase di caduta foglie, se questa si dovesse protrarre a lungo ed in presenza di condizioni di elevata umidità, prevedere un ulteriore intervento rameico. c. a completa caduta foglie, effettuare un ultimo intervento, preferendo, in questa fase, le formulazioni rameiche di maggior persistenza e resistenza al dilavamento. 1. DURANTE LE OPERAZIONI DI POTATURA a. Disinfettare le superfici dei grossi tagli con prodotti ricoprenti; b. Adottare le pratiche di disinfezione degli strumenti di taglio (utilizzando i prodotti già consigliati in passato, es. Jet five ecc); 2. FINE OPERAZIONI DI POTATURA Intervenire entro le 24/48 ore dal termine delle operazioni di potatura con prodotto rameico distribuito con atomizzatore su tutta la pianta al fine di creare una copertura su tutte le superfici di taglio. 3

4 BUONA PRATICA AGRONOMICA 1. CALCITAZIONI: in assenza di una buona dotazione di calcio, certificata da un analisi del suolo, apportare questo elemento in due applicazioni (autunnale e primaverile) per un totale di 20 q/ha. 2. QUANDO POTARE: iniziare appena possibile, operando, negli appezzamenti più a rischio anche se vi sono ancora foglie; evitare le giornate con più elevata umidità preferendo periodi con clima più secco. 3. GESTIONE DEL LEGNO DI POTATURA: effettuare la bruciatura dei rami al fine di eliminare il batterio presente nelle branche colpite. Le modalità prescritte dal Servizio Fitosanitario Regionale in alternativa sono: trinciatura dei rami con un immediata distribuzione di calce sui residui vegetali, oppure conferimento a limitrofa caldaia a biomassa su mezzi telonati. INTERVENTI ATTI A FAVORIRE LA CADUTA DELLE FOGLIE (no consentiti nel BIO) Allo scopo di ridurre il periodo, in genere abbastanza prolungato, di caduta foglie, risulta utile l utilizzo di prodotti che, oltre al rame, contengano altri componenti che, come si può desumere dai risultati della nostra esperienza, facilitino tale azione. A riprova di quanto affermato vengono riportati i risultati di una prova in cui si sono utilizzati prodotti a base di fosforo e potassio (3 trattamenti in associazione ai rameici) tenendo presente che altri similari (es. Blattab ecc) svolgono un azione simile. Risultati ottenuti in una prova CReSO al fine di facilitare la filloptosi dopo la raccolta 4

5 ESECUZIONE DI NUOVI IMPIANTI Va subito premesso che la revoca del provvedimento regionale che vietava, sino allo scorso anno, l esecuzione di nuovi impianti di actinidia non significa che non esista più il rischio di diffusione del PSA. Infatti nelle zone in cui si è provveduto all estirpo degli impianti affetti da batteriosi, oltre ad essere tuttora vigente tale divieto nei casi in cui si è beneficiato del contributo previsto (vedi tabelle seguenti), sarebbe contro ogni logica di prudenza procedere all impianto di un nuovo actinidieto anche perché, va ribadito, non sono al momento conosciute varietà resistenti al batterio. Discorso diverso, può essere sostenuto in quelle aree nelle quali non è stata segnalata presenza d infezione, ponendo però la massima attenzione nella scelta del materiale vivaistico. A tale scopo si ricorda che è finalmente resa obbligatoria la vendita da parte delle aziende vivaistiche che producono in territorio italiano di accompagnare le piante con un etichetta che riporti le informazioni indicate nella tabella. I Rivenditori piemontesi, sono tenuti invece a rilasciare fotocopia dell etichetta originaria del vivaista produttore. Tabella riepilogativa sui vincoli da rispettare per i nuovi impianti di actinidia ESTIRPO SENZA CONTRIBUTO ESTIRPO ENTRO APRILE 2011 SI PUO REIMPIANTARE DAL 1 MAGGIO 2013 ESTIRPO ENTRO APRILE 2012 SI PUO REIMPIANTARE DAL 1 GENNAIO 2014 ESTIRPO CON CONTRIBUTO DOMANDA CONTRIBUTO CON SCADENZA BANDO IL 15 APRILE 2011 DOMANDA CONTRIBUTO CON SCADENZA BANDO IL 7 LUGLIO 2012 SI PUO REIMPIANTARE DAL 1 MAGGIO 2013 SI PUO REIMPIANTARE DAL 1 GENNAIO 2015 Fac-simile etichetta da apporre su ogni lotto di piante di actinidia pronte alla vendita Per lotto si intende piante con caratteristiche uguali: specie, varietà, sesso, tipo di produzione (talea/micropropagazione), fornitore di materiale iniziale, età. 5

6 PROTEZIONE DELLE GIOVANI PIANTE DALLE GELATE Nel periodo precedente l arrivo delle prime gelate autunnali risulta necessario proteggere le piante di actinidia in fase di allevamento (fino almeno al 3-4 anno) onde evitare danni derivanti da gelate precoci quando l attività linfatica delle piante non risulta ancora del tutto cessata. Dalle esperienze passate, si è visto che non vanno trascurate anche quelle con qualche anno in più, 5 6 anno: pertanto nelle zone più fredde non è da escludere la protezione, magari anche solo con sacchi di carta, anche su piante di quest'età. La sensibilità al freddo dipende dalla dimensione del tronco e dallo spessore della corteccia, ma soprattutto dal periodo in cui esso si verifica; infatti non costituiscono un grosso pericolo i rigori invernali a pianta ferma se non superano i -13, -14 C, ma piuttosto le gelate autunnali, anche di pochi gradi sotto lo zero, con flusso di linfa ancora attivo e così pure le gelate di fine inverno, specie se precedute da un inverno relativamente mite. Per questo motivo si raccomanda di provvedere alla copertura del tronco delle giovani piante utilizzando i vari materiali a disposizione, per un'altezza dalla base non inferiore ai cm. Negli ultimi anni il CReSO ha condotto un esperienza di verifica sull efficacia dei principali sistemi di protezione delle piante dal gelo. Nelle diverse annate si sono messe confronto i diversi materiali a disposizione e comunemente utilizzate nel nostro areale: paglia, polistirolo, sacchi juta e tessuto non tessuto. La sperimentazione CReSO La prima prova è stata eseguita nell inverno 2009/2010 nel quale la temperatura minima registrata il 20 dicembre 2009 raggiunse 16,8 C. Come si può osservare dal grafico sottostante sia il polistirolo sia la paglia furono in grado di contenere significativamente la temperatura rispetto a quella esterna di circa 10 C. Temperature registrate dal 1 dicembre 2009 al 20 gennaio 2010 all 1:00 A.m. 6

7 La seconda prova è stata realizzata nell inverno 2011/2012 caratterizzato da temperature polari nel mese di febbraio e prolungate, a differenza del 2009, per quasi due settimane. Come possibile osservare dal grafico sottostante il giorno 7 febbraio la temperatura minima esterna è scesa sotto i 20 C, in questa occasione il solo polistirolo è riuscito ad apportare un miglioramento, rispetto al controllo, di non oltre 5 C. Temperature registrate dal 1 al 15 febbraio 2012 alle ore 4:00 A.m. Nella tabella sotto si sono riportate le temperature minime rilevate alle 4:00 del mattino all interno delle diverse tipologie di protezioni nei giorni più freddi di febbraio. Si può notare come il polistirolo sia l unico materiale che sia stato in grado differenziarsi statisticamente dal testimone (temperatura esterna) e dalle altre tesi in tutti i giorni di monitoraggio. Giorno Juta Paglia Polistirolo Tessuto Tubi isolanti Testimone 01-feb -11,7-9,4-8,9-11,0-11,4-11,0 02-feb -4,1-3,1-3,7-4,0-3,9-4,3 03-feb -10,4-9,9-8,3-10,0-10,5-10,0 04-feb -15,0 b -14,4 b -12,2 c -14,3 b -16,8 a -18,0 a 05-feb -16,8 ab -16,3 b -13,4 c -16,3 b -17,9 a -18,0 a 06-feb -18,8 a -17,7 a -14,2 b -18,3 a -19,0 a -18,0 a 07-feb -19,0 a -19,3 a -15,3 b -19,3 a -20,8 a -20,0 a 08-feb -1,8-2,2-2,3-2,1-2,3-2,1 09-feb -12,1-12,0-9,7-12,0-12,9-13,0 10-feb -2,5-4,1-3,9-4,0-3,7-4,0 11-feb -5,6-6,4-5,2-6,2-6,5-6,8 12-feb -9,8-9,3-9,0-9,9-10,8-11,0 13-feb -14,2 b -15,0 b -12,3 c -14,3 ab -15,8 ab -16,0 a 14-feb -9,7-9,7-8,7-10,7-11,0-11,0 15-feb -10,6-10,5-9,9-11,0-11,9-11,0 Temperature registrate dal 1 al 15 febbraio 2012 alle ore 4:00 A.m. con i diversi sistemi di protezione del tronco. 7

8 Conclusioni L esperienza di questi anni e le prove eseguite hanno dimostrato come paglia e polistirene (Polistirolo - EPS) siano i materiali più performanti. Altri materiali testati, dalla semplice carta dei sacchi a quelli utilizzati come isolanti in termoidraulica forniscono una protezione blanda, sufficiente solo nei casi di modesti abbassamenti termici; inoltre, con alcuni materiali, come la juta, si può favorire l insediamento di patogeni agenti di marciumi. L aspetto negativo dei due materiali che hanno dato i migliori risultati riguardano per la paglia l onerosità dovuta alla manodopera nell allestimento della protezione e per il polistirolo il costo maggiore rispetto gli altri sistemi. Infine, esaminando i dati delle due annate, emerge che la miglior protezione viene esercitata comunque solo in condizioni di freddo intenso ma limitato a pochi giorni (come nel 2009) mentre con freddo prolungato per una settimana ed oltre l azione protettiva di qualunque materiale risulta molto limitata. IN QUESTO PERIODO SI RACCOMANDA DI EVITARE LA DISTRIBUZIONE ANTICIPATA DI LETAME TANTOMENO LOCALIZZANDOLO AL PIEDE DELLA PIANTA: CIÒ PROVOCHEREBBE UN RITARDO NELLE MESSA A RIPOSO DELLA PIANTA, RENDENDOLA SENSIBILE AI PRIMI FREDDI!! 8

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