Graziano Vittone Luca Nari
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1 [Digitare il testo] 2016 Graziano Vittone Luca Nari Venerdì 20 maggio 2016 AGGIORNAMENTO TECNICO N 13 GRANDINATA NEL SALUZZESE Profilassi da seguire negli impianti colpiti. POMACEE Melo Ticchiolatura: fase sensibile
2 GRANDINATA ZONA SALUZZESE Nella giornata di ieri si sono verificate una serie di temporali associati a grandine che hanno colpito diversi comuni dell areale frutticolo ed in particolari quelli pedemontani di Revello, Envie, Barge e tutta la Valle Bronda. L evento grandinigeno è stato importante in quanto si è protratto per quasi un ora ed ha interessato una vasta area a forte vocazione frutticola. I danni alle produzioni, in particolare su actinidia, sono stati ingenti e il raccolto in molti casi totalmente compromesso. In generale gli impianti antigrandine hanno dimostrato una discreta tenuta in quanto non si sono fortunatamente registrati cedimenti alle strutture ma la formazione di grosse sacche (sistema ad elastico in particolare) ha consentito il passaggio di chicchi di grandine danneggiando i frutti medio-bassi ma in alcuni casi la grandine è riuscita ad infiltrarsi sotto rete danneggiando i frutti in fase di accrescimento. ACTINIDIA Dopo eventi così devastanti (vedi foto sotto) è importante intraprendere tutta una serie di azioni per riportare al più presto l impianto colpito alla sua efficienza. In questa nota vengono fornite alcune indicazioni che scaturiscono dall esperienza maturata negli scorsi anni a seguito delle grandinate che si sono verificate in passato nelle diverse zone ed in particolare quella dell anno scorso che ha interessato la zona di Campiglione Fenile laddove la rimondatura consigliata ha permesso la ricostituzione della pianta nel giro di una sola stagione con un entità produttiva quest anno non ancora nella norma ma superiore al 50%.
3 POTATURA 1. Piante con apparato fogliare completamente compromesso e presenza di numerose lesioni sui tralci Si tratta di situazioni in cui la pianta ha assunto l aspetto tipicamente invernale: infatti non c è più traccia di foglie o parti verdi e presenta un aspetto assolutamente prostrato (fig.1a 1b). E ovvio che non si parla di produzione per l anno in corso, ma si dovrà lavorare per riportare al più presto la pianta alla sua struttura iniziale e, se la stagione decorrerà favorevole, già ottenere, per il prossimo anno un discreto quantitativo di frutti. Si dovrà dunque procedere all eliminazione dei tralci danneggiati effettuando un taglio di ritorno con speronature (fig. 2). Si sconsiglia di eseguire tagli raso sul cordone in quanto si rischierebbe di bloccare ulteriormente la pianta già pesantemente colpita. Fig. 1a 1b: actinidieto gravemente colpito Fig. 2: branca con ferita da speronare (prima e dopo) Lo scopo è quello di rinnovare la struttura della pianta con pochi ma decisi tagli in modo da eliminare il legno ricco di ferite da cui avrebbe accesso il batterio Pseudomonas syringae actinidiae limitandole ad un numero significativamente inferiore e quindi più facilmente difendibili. Questo tipo d intervento, in alcune situazioni di passata gestione non proprio ottimale, può rappresentare l occasione per ricostruire la pianta stessa secondo i criteri classici.
4 Fig. 3: esito finale della potatura In seguito ad una potatura tanto drastica, la pianta per un paio di settimane apparentemente non darà segni di vita ma in breve tempo scoppieranno le prime gemme latenti che daranno origine ai germogli: naturalmente, dato lo squilibrio che si verifica fra la parte radicale ed ipogea dell albero, non si dovrà per quest anno apportare alcun fertilizzante e la stessa irrigazione dovrà essere contenuta al minimo almeno fino a quando non si avrà l emissione e sviluppo della nuova vegetazione. Oltre alla disinfezione localizzata dei grossi tagli con apposite paste cicatrizzanti o con rame concentrato, è necessario provvedere con un intervento con un prodotto rameico alla dose di 100 g di rame metallo ad ettolitro (Es. Poltiglia bordolese al 20% ecc: 500 g/hl). Nel giro di un mese dalla potatura la pianta emetterà una serie di germogli i quali dovranno essere cimati a cm dal cordone onde evitare la rottura degli stessi a causa del vento o della pioggia intensa: disinfettare i tagli dopo la cimatura! Questo tipo d intervento sul giovane germoglio, è già stato sperimentato in passato (fig. 4); il risultato che si ottiene è la formazione di 1-2 nuovi tralci fruttiferi i quali nella stagione corrente risultano essere pienamente produttivi (fig. 5). Affinché questa operazione produca gli effetti sperati, si dovrà formare, prima del sopraggiungere del freddo invernale, un legno il più possibile maturo, condizione che si ottiene se si prepara opportunamente la pianta sia attraverso una precoce sospensione dell apporto idrico sia con opportuni interventi a base di fosforo e successivamente con prodotti rameici. Fig. 4: la pianta in estate dopo la speronatura Fig. 5: produzione nell anno seguente
5 2. Piante con apparato fogliare solo in parte danneggiato e con previsione di produzione nel corrente anno Anche se con evidenti danni all apparato fogliare, in particolare sulle formazioni più vigorose poste all esterno, la pianta si presenta in una situazione più facilmente gestibile; in questo caso si consiglia al momento di lasciare riprendere la pianta in modo da comprendere l effettiva entità del danno e di effettuare eventuali rimondature solo successivamente. Fig. 6: impianto mediamente colpito INTERVENTI FITOSANITARI Nel caso 2 in cui la pianta presumibilmente riprenderà abbastanza velocemente il suo ciclo normale, non si dovrà assolutamente trascurare l aspetto fitosanitario che in questo contesto di massimo rischio per la diffusione del Psa, riveste un ruolo determinante: provvedere ad eseguire il più presto possibile un intervento tempestivo con prodotti rameici alla dose non inferiori i 40 g/hl di rame metallo (fra quelli che recentemente hanno ottenuto la deroga dei 120 gg) miscelandolo con 200 g/hl di zolfo e successivamente, a seconda dell andamento stagionale utilizzando 1-2 trattamenti con Bion dopo la fioritura. NOTA: nel caso si dovesse procedere ad operazioni di potatura allo scopo di ricostruire la pianta in produzione ricordarsi di lasciare intatte un numero rappresentativo di piante da mostrare al perito dell assicurazione e prevedere una documentazione fotografica di supporto. POMACEE Anche su melo è necessario fare alcune distinzioni: CASO-A (NO RESIDUO CONTROLLATO) CON PRODUZIONE IN PARTE COMMERCIABILE: intervenire con prodotti cicatrizzanti quali dithianon o captano, quest ultimo prodotto da usare non ripetutamente su Red Delicious. CASO-B (RESIDUO CONTROLLATO) CON PRODUZIONE IN PARTE COMMERCIABILE: in questo caso non è possibile impiegare i p.a. sopra citati ma si dovrà utilizzare il fluazinam (Ohayo ecc: 1.5 l/ha) oppure la miscela di rame + zolfo oppure il polisolfuro di calcio (1.5 kg/hl). CASO-C PRODUZIONE NON PIU COMMERCIABILE: in questo caso sono necessari interventi preventivi per i cancri del legno con prodotti rameici, ditianon o captano.
6 CASO-D IMPIANTI IN ALLEVAMETO: nel caso siano presenti danni sul legno li si dovranno asportare con opportune rimondature. In seguito si dovrà proteggere le ferite intervento con prodotti rameici oppure con captano + zolfo. DRUPACEE Nel caso in cui la produzione sia ancora commerciabile intervenire con un prodotto specifico antimonilia + zolfo. Anche su pesco, per coloro che intendano accedere al residuo controllato laddove non sono più consentiti antimonilia, intervenire con polisolfuro di calcio (1 kg/hl) che è un buon cicatrizzante. DIFESA DELLE POMACEE MELO Ticchiolatura In seguito ai temporali di ieri i quali hanno determinato condizioni favorevoli alla ticchiolatura, laddove non sia stato eseguito il trattamento preventivo consigliato nella giornata di mercoledì 18 maggio, si consiglia d intervenire in giornata con un prodotto ad azione retroattiva (difenoconazolo, penconazolo) più un prodotto ad azione preventiva.
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