L arte della potatura

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1 Federazione Italiana Gruppi Coltivatori Sviluppo FEDERSVILUPPO ASSOCIAZIONE REGIONALE DEL PIEMONTE FEASR Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale L Europa investe nelle zone rurali Programma di sviluppo rurale Misura Sottoazione B Informazione nel settore agricolo L arte della potatura Programma di sviluppo rurale Misura Sottoazione B Informazione nel settore agricolo Provincia di Torino - anno 2014

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3 L arte della potatura Testi di Marco Bottazzi e Sergio Bunino Foto e disegni di Marco Bottazzi Con la insostituibile collaborazione di Monica Brugiafreddo In memoria di Piero Latino: senza i suoi insegnamenti questo opuscolo non ci sarebbe Illustrazione di copertina: Il tempo e le cose, olio su tavola, Vittorio Emanuele

4 Supplemento al n. 9 de Il coltivatore piemontese, 1-30 settembre 2014 In distribuzione gratuita presso le sedi coldiretti Videoimpaginazione e stampa: la fotocomposizione - Torino

5 INTRODUZIONE Il professor Piero Romisondo, per anni direttore dell Istituto di frutticoltura industriale della facoltà di Agraria di Torino, affermava spesso che la potatura, a differenza di ogni altra attività agricola, è un arte. Questa sintetica definizione ci dà un idea di come la potatura, nel ciclo produttivo di un frutteto, sia un momento importante di fusione tra teoria e pratica e anche di creatività. È il momento in cui il produttore deve aver chiare tutte le sue scelte teoriche: perché ha scelto un determinato portainnesto, che forma di allevamento intende adottare, che finalità produttive persegue ecc. Nello stesso tempo deve fare appello a tutte le sue conoscenze pratiche, nate dall attenta e poliennale osservazione dell ambito in cui lavora: ad esempio le diverse risposte delle piante ai tagli di potatura. Risulta chiaro quindi quanto sia difficile, come per qualsiasi forma d arte, insegnare a potare; e se ciò è difficile a tavolino, ancor più arduo è tentare di farlo in un breve manuale. La pubblicazione che si propone intende fornire al moderno operatore frutticolo, ma anche all hobbista, uno strumento agile, di rapida consultazione, che completi le sue conoscenze teoriche e sia in grado di orientarlo nelle sue scelte pratiche. Gli autori, forti di una più che ventennale esperienza come tecnici frutticoli, hanno pensato di riversare su un opuscolo alcune delle risposte date alle innumerevoli domande scaturite dalle discussioni nate in frutteto e nei corsi di potatura. Con la speranza di poter offrire un quaderno di appunti, da portare in tasca insieme alle forbici, che non fanno il potatore, ma servono. Michele Mellano Direttore Coldiretti Torino Torino, settembre 2014 III

6 INDICE Perché si potano le piante 1 Riconoscimento degli organi delle piante 7 Fisiologia e potatura 17 I diversi interventi della potatura 23 Influenza dell epoca di potatura 33 Influenza dell età della pianta 37 Sequenza del calendario delle operazioni di potatura su piante adulte 43 Struttura della pianta e controllo della vigoria 49 La potatura di formazione 56 La potatura di produzione 69 Attrezzatura e modalità di taglio 83 L impianto del frutteto 87 IV

7 PERCHÉ SI POTANO LE PIANTE Iniziando una discussione sulla potatura immancabilmente, prima o poi, viene posta una domanda, soprattutto da chi vede ogni intervento dell uomo sulle piante come una violenza sulla natura: perché potare le piante quando la natura per millenni ha creato alberi possenti e belli che vivono e fruttificano senza l aiuto dell uomo? Per poter rispondere è necessario capire come le piante si sviluppano in natura, cioè come si sviluppano i rami e i frutti negli anni. La conoscenza dello sviluppo naturale di una pianta è anche la chiave per comprendere al meglio le modalità della potatura. Sviluppo delle piante in natura Ipotizziamo di seguire lo sviluppo naturale di una giovane ideale piantina da frutto costituita da un tronco di due anni su cui sono inseriti tre rami di un anno rivestiti di gemme (fig. 1). fig. 1 Alla fine dell inverno, al risveglio vegetativo, le gemme di rivestimento dei rami di un anno germogliano: Alcune gemme svilupperanno nuovi germogli (fig. 2). fig. 2) le gemme evolvono in germogli e fiori Altre gemme daranno origine a fiori, che diverranno frutti, maturando in diverse stagioni dell anno, a seconda della specie e della varietà (fig. 2-3). 1

8 Durante lo sviluppo ogni germoglio si riveste di foglie e, all inserzione di ogni foglia, si origina una nuova gemma (fig. 3). Le foglie e quindi le gemme sono posizionate in modo da non ostacolare l illuminazione e lo spazio di quelle posizionate più in basso sul germoglio (fig. 1 a pag. 7). fig. 3) evoluzione dei germogli e dei frutti - notare le gemme presenti all inserzione delle foglie In estate inizia la lignificazione dei germogli che si completerà nell autunno, con la maturazione completa del ramo rivestito di gemme (fig. 4). fig. 4) nuovi rami di 1 anno (rivestiti di gemme) inseriti sul ramo di due anni - notare le gemme presenti unicamente su rami di 1 anno 1: un anno 2: due anni C: cicatrice di passaggio tra legno di un anno e legno di due anni Quindi, dopo un anno la pianta ideale sarà formata dal tronco, che ha ora 3 anni, dai tre rami che hanno due anni e da nuovi rami di un anno. È da notare come unicamente i rami di un anno siano provvisti di gemme di rivestimento: sia il tronco, sia i rami di due anni, le cui gemme hanno generato la nuova vegetazione (e la produzione) non presentano più gemme visibili (fig. 4). 2

9 Negli anni successivi il ciclo si ripete, la chioma si sviluppa e la vegetazione attiva, quella cioè in grado di produrre nuovi rami e frutti, si allontana sempre più dal tronco (fig. 5). fig. 5 Si può allora dire che ogni ramo originato da una gemma: 1) il primo anno si sviluppa contornandosi di gemme; 2) il secondo anno produce frutti e nuovi germogli dallo sviluppo delle gemme originatesi l anno precedente; 3) esaurisce così la sua capacità produttiva e diventa unicamente un sostegno per la nuova vegetazione. Le piante devono allora produrre ogni anno nuova vegetazione in grado di sostituire i rami non più produttivi. Questo continuo sviluppo di vegetazione crea una chioma imponente, ma anche molto fitta, che non lascia penetrare la luce nelle parti più interne (fig. 6). fig. 6) chioma molto fitta Le foglie dei rami più bassi e interni della chioma, non ricevendo un adeguata illuminazione, possono effettuare in maniera limitata l importante processo della fotosintesi clorofilliana, cioè la sintesi di nuovi tessuti: frutti e rami, che avviene esclusivamente in presenza di luce. Questa vegetazione interna è quindi incapace di generare nuova chioma di vigore adeguato in grado di dare una produzione di qualità, nei casi più estremi essa vive a spese delle foglie attive, situate nella parte più esterna della chioma. 3

10 Potatura naturale Per limitare la presenza di vegetazione inattiva, in natura la pianta autoregola la propria chioma lasciando seccare i rami non attivi, i quali cadono poi al suolo. Si può quindi parlare di una potatura naturale (fig. 7). fig. 7) notare alcuni rami secchi all interno della chioma L esempio più eclatante è dato dal Pino domestico, il pino da pinoli: su questi alberi il disseccamento e la conseguente perdita della vegetazione in ombra è così spinto che rimangono sulla pianta unicamente i rami apicali (fig. 8). fig. 8) pino domestico Questa forma di autopotatura è però presente, in maniera più o meno evidente, in tutte le piante da frutto (fig. 9 e 10). fig. 9) pesco notare la vegetazione attiva (evidenziata dalla presenza dei fiori) unicamente nella parte distale della chioma 4

11 Riassumendo Ogni ramo produce frutti e nuova vegetazione una sola volta, nel secondo anno di vita, per poi diventare sostegno per la nuova vegetazione. La pianta deve quindi continuamente rinnovare i rami non più produttivi sviluppando nuova vegetazione produttiva. La vegetazione giovane negli anni si mantiene costantemente sulla parte esterna e soleggiata della chioma. Parte dei rami interni della chioma vengono eliminati attraverso una sorta di potatura naturale. Una pianta adulta non potata sarà perciò costituita dalla giovane vegetazione produttiva posta all esterno di un imponente impalcatura formata da legno sempre più vecchio dagli apici verso il tronco principale (fig. 9 e 10). Sviluppo e potatura Analizzato il comportamento delle piante in natura, possiamo ora provare a rispondere alla domanda iniziale: perché potare le piante? in natura le piante producono frutti e semi non per far piacere all uomo ma per riprodurre la specie: fatta questa considerazione si può dedurre che: 1) l allontanamento progressivo della chioma dal suolo è una caratteristica positiva perché permette alla pianta di sfuggire alla competizione per la luce data dalle altre piante, mantenendo la vegetazione attiva costantemente illuminata. 2) Una chioma molto espansa produrrà molti frutti, non importa se di scarsa qualità per i nostri gusti, garantendo una buona propagazione della specie (i frutti sono il contenitore dei semi). Il frutticoltore elimina la competizione di altri vegetali e coltiva le piante per ottenere: 1) piante da gestire con facilità, con una chioma facilmente raggiungibile in tutte le sue parti. 2) Una ottimale densità di vegetazione attiva ben esposta alla luce, condizione necessaria per ottenere tutti gli anni frutti di qualità. IN CONCLUSIONE: la potatura si effettua per: CONTENERE LE DIMENSIONI delle piante per poter gestire agevolmente le operazioni necessarie RINNOVARE LA VEGETAZIONE, in natura la vegetazione si rinnova mediante lo sviluppo di nuovi rami sempre più lontani dal tronco. Nelle piante coltivate, volendo contenere le dimensioni, è necessario sostituire continuamente i rami che hanno prodotto con nuova vegetazione produttiva DIRADARE la chioma mantenendo la giusta fittezza della vegetazione. 5

12 Si ammirano spesso, nei giardini, magnifici esemplari di alberi monumentali, con una struttura simile a un opera d arte (fig. 10), la cui produzione è tuttavia raggiungibile unicamente facendo ricorso a pericolosi equilibrismi. fig. 10) albero imponente: notare la vegetazione giovane unicamente nella parte distale della chioma All impianto è allora necessario decidere se si desidera un albero che possa essere ammirato dai nostri figli oppure una pianta le cui dimensioni permettano di eseguire con facilità le diverse operazioni (raccolta, potatura) e la vegetazione dia la possibilità a tutte le foglie di avere la massima quantità di luce possibile. PER TUTTE QUESTE RAGIONI: È NECESSARIO POTARE CON REGOLARITÀ LE PIANTE DA FRUTTO 6

13 RICONOSCIMENTO DEGLI ORGANI DELLE PIANTE Per effettuare una corretta potatura è necessario conoscere i principali organi delle piante e il loro comportamento. Gemme Le gemme sono gli organi che danno origine a nuovi germogli e fiori. 1) Le gemme si possono distinguere in base al periodo in cui germogliano. Gemme dormienti: sono le classiche gemme di rivestimento del ramo di un anno viste nel 1 capitolo. Si formano durante lo sviluppo del germoglio alla base delle foglie; germoglieranno però solo durante la primavera successiva, avendo bisogno di un periodo di freddo, diverso da specie a specie, per superare la dormienza invernale (fig. 1). fig. 1) gemme dormienti gemme dormienti notare la disposizione in germogliamento ottimale delle gemme sul ramo Gemme pronte: soprattutto su rami molto vigorosi alcune gemme dormienti si sviluppano nello stesso anno in cui si sono formate, dando origine a rami detti anticipati o femminelle. Questa caratteristica è particolarmente evidente nel pesco (fig. 2). fig. 2) rami anticipati (pesco) 7

14 Gemme di sostituzione: si è detto nel 1 capitolo che i rami di più di un anno perdono la capacità di produrre gemme di rivestimento. Sulla vegetazione di ogni età sono però presenti gemme particolari, invisibili a occhio nudo e disposte in modo casuale, che rimangono dormienti per anni. Sono le gemme di sostituzione, o gemme latenti, germogliano di norma a seguito di un taglio o di una rottura del ramo cui sono prossime per ripristinare la vegetazione perduta (fig. 3). fig. 3) rami originati da gemme di sostituzione su kaki, dopo un drastico taglio del ceppo 2) Le gemme dormienti (gemme di rivestimento) sono le gemme che producono ogni anno frutti e nuova vegetazione. Si possono distinguere in base al tipo di sviluppo in: Gemme a legno e Gemme produttive In alcune specie sono presenti gemme che producono unicamente germogli e, distinte, gemme che producono unicamente fiori (e quindi frutti). Le prime sono dette gemme a legno, le seconde gemme a fiore o gemme a frutto. I due tipi di gemme sono facilmente distinguibili perché le prime sono più affusolate, mentre le seconde appaiono più grosse e globose (fig. 4). Nelle Drupacee (Pesco, Albicocco, Susino, Ciliegio ecc.) le gemme a fiore sono sempre accompagnate a una gemma a legno in una formazione detta tripletta. fig. 4a) pesco sinistra: gemma a legno fra 2 gemme a fiore (tripletta) destra: gemme a fiore e gemme a legno germogliate 8

15 fig. 4b) pesco sinistra germoglio fiorito destra frutti e germogli in accrescimento Altre specie producono gemme a legno e gemme miste: queste ultime danno origine contemporaneamente a un infiorescenza e a un germoglio. Non sono cioè presenti gemme unicamente a fiore (fig. 5). fig. 5a) melo gemme a legno laterali e gemma mista apicale (notare le differenti dimensioni) 5b) pero: germoglio prodotto da gemma a legno schema e foto 9

16 5c) pero: gemma mista: germoglio e gruppo di frutti schema e foto Diversificazione delle gemme nelle diverse specie frutticole più comuni Gemme a legno e gemme a frutto Gemme a legno e gemme miste - Drupacee: piante che danno frutti con il nòcciolo (parte interna del frutto, di consistenza legnosa, contenente il seme): Albicocco Ciliegio Mandorlo Pesco Susino - Altre specie Olivo - Pomacee: piante che danno pomi (falsi frutti contenenti 10 semi): Cotogno Melo Pero - Altre specie Agrumi Kaki Kiwi Mirtillo Nocciòlo Vite 10

17 Germogli, Rami e Branche È necessario porre attenzione ai diversi nomi dati ai getti vegetativi durante le fasi del loro sviluppo. Germoglio: è il getto vegetativo dell anno durante il suo sviluppo (fig. 3 a pag. 2). In estate il germoglio, fino a quel momento di consistenza erbacea, diventa legnoso (si parla di agostamento per evidenziare il periodo in cui inizia la lignificazione). Ramo: è il getto vegetativo lignificato di 1 o 2 anni (fig. 1-4 a pag. 1 e 2). Branca: è il ramo di due o più anni, rivestito di un certo numero di rami laterali (fig. 3-4 a pag. 2). Rami dell anno e vigoria Come abbiamo visto, i rami di un anno, sviluppatisi dalle gemme di rivestimento, sono gli organi deputati alla produzione di frutta e rinnovo della vegetazione. Sono quindi gli organi più importanti per il frutticoltore. Le piante arboree sviluppano ogni anno rami di diversa vigoria e comportamento, caratteristiche che si ripercuotono sull intera chioma e sulla produzione di frutti: una corretta potatura ha come presupposto il riconoscimento dei rami proprio in funzione di queste caratteristiche (questa distinzione è particolarmente evidente in pomacee e drupacee). Rami molto vigorosi o succhioni Si tratta di rami di vigoria eccessiva; di norma sono inseriti sul dorso delle branche che li portano ed hanno uno sviluppo verticale (fig. 6). fig. 6) succhioni all apice di una pianta 11

18 Nelle drupacee i succhioni dell anno possono superare i 2 m di lunghezza e, soprattutto nel pesco, la parte terminale si può rivestire di rami anticipati (fig. 2 a pag. 7). Come vedremo in seguito vi è una relazione inversa tra vigoria e produttività, allora rami molto vigorosi sono poco produttivi; inoltre questi rami, verticali e vigorosi, spingono velocemente verso l alto la vegetazione produttiva. Nelle pomacee in particolare i succhioni sono sempre sprovvisti di gemme miste, non sono quindi produttivi. Per questi motivi i succhioni di norma devono essere eliminati, o, come vedremo in seguito, frenati nel loro vigore con inclinazioni. Rami di media vigoria o rami misti Sono rami importanti per il frutticoltore perché concorrono alla formazione di uno scheletro della pianta equilibrato e, di norma, hanno una buona produzione, sia per quantità che per qualità dei frutti (fig. 7). fig. 7) rami misti a sinistra melo in basso albicocco Per media vigoria si intende una lunghezza indicativa di cm; in realtà il dato varia molto secondo la specie, la varietà e il portinnesto. 12

19 Rami ad accrescimento limitato: brindilli Si tratta di rami molto esili che in alcune varietà forniscono ottime produzioni (fig. 8). fig. 8) brindilli su ramo di due anni a lato albicocco in basso melo ramo con brindilli e lamburde Rami ad accrescimento molto limitato: Lamburde (pomacee) e dardi (drupacee) Le lamburde delle pomacee sono rami con uno sviluppo annuale di pochi millimetri, per questo sono spesso considerate delle gemme, anche nel linguaggio tecnico. Come vedremo nei capitoli successivi è invece importante saper distinguere le lamburde dalle gemme (fig. 9). fig. 9) lamburde di pero a sinistra lamburda in vegetazione a destra lamburde in pre-fioritura 13

20 I dardi, presenti sulle drupacee, sono rami ad accrescimento annuale di qualche centimetro, sono quindi più evidenti delle lamburde (fig. 10). Su albicocco e ciliegio, sono chiamati mazzetti di maggio. fig. 10) dardi a sinistra ciliegio a destra albicocco Lamburde e dardi sono ottimi rami produttivi e possono produrre per diversi anni. Questa affermazione sembra contrastare con quanto detto in precedenza, secondo cui i rami producono una sola volta, nel secondo anno di vita: Lamburde e dardi non fanno eccezione, il ramo produttivo è sempre quello dell anno, cioè l ultima porzione della lamburda, o del dardo, che diventa anch essa una branca, anche se di minime dimensioni. L accrescimento estremamente limitato però non permette, se non dopo molti anni, di apprezzarne lo sviluppo (fig. 11). fig. 11a) ramo misto: è evidente lo sviluppo dell anno successivo e sono riconoscibili i nuovi rami di un anno della branca fig. 11b) lamburda: lo sviluppo è così poco evidente che non si apprezzano le diverse età della branca 14

21 Ramo anticipato È il germoglio che, sviluppandosi da una gemma pronta, si accresce l anno stesso in cui questa si è formata. Nel pesco lo sviluppo di rami anticipati su rami vigorosi rappresenta la norma (fig. 2 a pag. 7 ). Polloni Sono i germogli che si sviluppano dalla base della pianta. Devono essere sempre eliminati (fig. 12). La maggior parte delle piante da frutto è propagata tramite innesto. I polloni perciò non appartengono alla varietà coltivata, non servono quindi per una sostituzione della pianta in caso di morte della stessa. fig. 12) polloni alla base della pianta Riconoscimento dei rami dell anno dai rami più vecchi Se è importante il riconoscimento dei diversi rami di 1 anno, è necessario innanzitutto saper distinguere il ramo di 1 anno dai rami più vecchi. Osserviamo la branca in figura, quali sono i rami di 1 anno? Sull asse principale, partendo dall apice, riconosciamo il passaggio dal ramo di un anno a quello di due anni dal diverso colore e dalle cicatrici di divisione (fig. 13). Lo stesso discorso vale per i rami laterali. 15

22 fig. 13 a sinistra) notare le cicatrici di discontinuità fra il ramo di 1 e 2 anni C p: cicatrice su ramo principale C s: cicatrice dei rami secondari fig. 13 a destra) su rami anticipati non ci sono cicatrici perché i laterali hanno la stessa età del ramo su cui sono inseriti TABELLA RIASSUNTIVA RAMI: MELO E PESCO Melo: lamburda brindillo ramo misto apice di succhione (1/3 della lunghezza) Pesco: ramo misto brindillo dardo 16

23 FISIOLOGIA E POTATURA Per capire come la pianta reagisce ai diversi interventi di potatura è necessario prendere in considerazione alcuni elementi di fisiologia che influenzano direttamente la potatura. È bene non sottovalutare i concetti che troverete nelle prossime pagine, anche se a prima vista sembrano troppo teorici e poco utilizzabili nella realtà. Al contrario vi preghiamo di rileggerli fino a farli vostri, memorizzando ogni capitoletto, perché sono informazioni basilari per capire i capitoli successivi. Conoscere almeno alcuni aspetti della fisiologia delle piante è necessario per potare in modo intelligente e non tagliare così, perché mi han detto di fare così. Equilibrio Chioma Radici Di una pianta si può osservare unicamente la chioma, cioè la parte aerea. Vi è però una parte molto importante che rimane nascosta sotto il terreno, è l apparato radicale, indispensabile per poter assorbire dal terreno l acqua e le sostanze nutritive indispensabili per lo sviluppo (azoto, fosforo, potassio, magnesio ecc.). Le sue dimensioni sono simili a quelle della parte aerea. Lo sviluppo delle radici è quindi in equilibrio con lo sviluppo della chioma: una drastica riduzione della chioma altera l equilibrio tra chioma e radici, si ha allora una spinta a legno, cioè una produzione di nuova vegetazione per ripristinare l equilibrio (fig. 1). fig. 1) a sinistra, equilibrio fra chioma e radici a destra: equilibrio alterato in seguito a potatura 17

24 Flusso della linfa La linfa è una miscela di acqua e sali minerali, elementi indispensabili per la vita della pianta. L acqua, insieme ai sali minerali, è assorbita dalle radici e portata alle foglie tramite i vasi linfatici. La linfa scorre dalle radici verso le foglie, Il suo percorso termina nelle gemme apicali dei rami (fig. 2). Una rottura, o un taglio (è bene ricordare che per la pianta il taglio è una rottura accidentale), determinano l interruzione del flusso della linfa verso la gemma apicale. fig. 2) flusso della linfa (in blu) verso le gemme apicali L interruzione del flusso linfatico è per la pianta uno stimolo allo sviluppo di nuovi germogli vigorosi per ovviare alla soppressione di vegetazione (fig. 3). fig. 3) influenza del taglio di un ramo sullo sviluppo dei futuri germogli a) ramo intero: al risveglio vegetativo si sviluppano germogli lungo tutto il ramo (i germogli apicali sono più vigorosi e con un angolo più acuto) b) ramo tagliato: al risveglio si sviluppano rami molto vigorosi al disotto del taglio, con un angolo molto chiuso Da quanto appena detto si capisce come i tagli stimolino lo sviluppo di rami vigorosi. 18

25 Linfa, vigoria e direzione dei rami Il flusso della linfa è favorito dalla spinta verticale verso l alto, per questa ragione: un ramo è tanto più vigoroso quanto più è verticale più l asse vegetativo si allontana dalla verticale più diminuisce la spinta vegetativa. La diversa direzione di un ramo ha ripercussioni anche sull emissione dei germogli laterali: un ramo verticale produrrà rami molto vigorosi all apice e rami di vigoria sensibilmente decrescente verso la base; un ramo inclinato avrà un emissione di germogli laterali più equilibrati. L inclinazione ideale è attorno ai gradi, rami orizzontali andranno incontro a una eccessiva produzione di germogli dalla parte superiore; rami rivolti in basso sono ottimi per la produzione, ma non utilizzabili per l impalcatura della pianta (fig. 4). fig. 4) direzione di un ramo, vigoria ed emissione dei nuovi germogli a) ramo verticale b) ramo obliquo c) ramo orizzontale d) ramo obliquo verso il basso Vigoria e produzione Come abbiamo visto descrivendo i succhioni a pag. 12 vi è un rapporto inverso tra vigoria e produttività in quanto i nutrienti sintetizzati dalle foglie non possono nutrire un abbondante produzione di legno (cioè di rami) e contemporaneamente una buona fruttificazione. Se uniamo i due concetti appena visti: vigoria/direzione dei rami e vigoria/produzione possiamo capire come: ogni intervento che favorisca la velocità di crescita di un ramo inibisce la produzione; ogni intervento che riduca la velocità di crescita dei germogli favorisce l attività riproduttiva. Allora: se allontanando un ramo dalla verticale diminuisce la spinta vegetativa, di conseguenza, aumenta quella riproduttiva. Il massimo di capacità produttiva, unita a un miglior equilibrio dei germogli laterali, si ha per un inclinazione tra i 30 e 45 gradi (fig. 5). 19

26 fig. 5) produzione di rami e frutti in funzione dell inclinazione a) ramo verticale sviluppa rami molto vigorosi e poca produzione b) ramo obliquo produce buona produzione e rami equilibrati c) ramo orizzontale ha buona produzione ma dà rami dorsali, poco razionali d) ramo inclinato in basso, produce rami poco vigorosi e buona produzione (non utilizzabile per l impalcatura della pianta) Il rapporto Vigoria/Produttività può essere generalizzato all intera pianta. In generale: una pianta molto vigorosa sarà una pianta poco produttiva perché i nutrienti sono utilizzati per costituire nuova vegetazione; una pianta con vigoria insufficiente produce una vegetazione stentata costituita da corti ed esili rametti; non ha sufficiente forza per sviluppare una chioma accettabile, in grado di portare a maturazione una buona produzione. Sarà quindi anch essa poco produttiva. Bisogna pensare che una pianta deve produrre frutta, ma anche nuovi rami capaci di rinnovare continuamente la vegetazione. Quindi le produzioni quantitativamente e qualitativamente migliori si ottengono su piante di vigoria equilibrata. Quantità e qualità dei frutti Abbiamo visto come esista una diretta concorrenza fra spinta vegetativa e spinta produttiva. Esiste però anche un rapporto inverso tra quantità e qualità dei frutti, infatti i nutrienti di una pianta sono sufficienti per portare a maturazione solo un giusto numero di frutti di buona qualità. 20

27 Si può dire che la potatura non deve massimizzare la produzione, è invece importante contenere la produttività con un adeguata potatura effettuata tutti gli anni, per avere un adeguato compromesso fra qualità e quantità; inoltre gli eccessi di produzione, stressando la pianta possono innescare fenomeni di alternanza di produzione. Cioè annate di eccessiva produzione seguite da annate di scarica produttiva. Vigoria e avversità La vigoria influenza anche la sensibilità alle avversità. Pensando agli animali, uomo compreso, siamo abituati a considerare la vigoria come un termine esclusivamente positivo; nelle piante il discorso è più complicato. Una pianta eccessivamente vigorosa produce una folta chioma, costituita da rami vigorosi, che non lascia penetrare luce e aria, si forma perciò un microclima poco luminoso e umido, favorevole all insorgenza di patologie fungine (fig. 6). fig. 6) monilia su pesco fig. 7) Afidi su melo Inoltre germogli vigorosi, durante l accrescimento, hanno un flusso di linfa più ricco, quindi più appetito dagli insetti fitomizi (succhiatori di piante) quali afidi e cocciniglie (fig. 7). Equilibrio Per le ragioni appena viste è importante che vi sia un certo equilibrio tra spinta vegetativa (la vigoria della pianta) e spinta produttiva (la capacità di produrre frutti). L eccessiva vigoria deprime la produzione, aumenta la sensibilità alle avversità e crea una chioma fitta e difficile da gestire. La bassa vigoria produce una chioma incapace di produrre contemporaneamente frutta di qualità e rinnovo vegetativo accettabile. 21

28 Vigoria e Gestione della pianta La vigoria di una pianta è influenzata da molti fattori: la specie, la varietà, il portinnesto, la fertilità del terreno e la disponibilità idrica. A parità di ogni altra condizione però la potatura, insieme alla concimazione, è comunque la pratica colturale che più influenza la vigoria della pianta. La quantità di fertilizzanti e la modalità di apporto, come gli interventi di potatura, devono quindi essere attentamente valutati al fine di ottimizzare l equilibrio fra produzione di frutti e produzione di legno. Ogni azione che aiuti a mantenere l equilibrio favorisce la produttività, ogni azione che altera l equilibrio porta a scompensi della produzione. Come vedremo, i più comuni errori che si compiono durante le operazioni di potatura spostano l equilibrio verso l eccessiva vigoria con il risultato di allevare piante poco produttive e difficili da gestire. EQUILIBRIO TRA PRODUZIONE E VIGORIA alta vigoria forte produzione di rami bassa produzione di frutta equilibrio tra produzione di frutti e rinnovo del legno buona produzione buona qualità bassa vigoria scarso rinnovo bassa produzione scarsa qualità fig. 8) alta vigoria bassa vigoria 22

29 I DIVERSI INTERVENTI DELLA POTATURA Riconosciuti i diversi tipi di rami e il loro comportamento vegetativo, impariamo a intervenire su di essi. L intervento classico della potatura è il taglio Ogni taglio effettuato sulla pianta induce una reazione diversa in funzione: 1) del tipo di taglio: accorciamento o eliminazione del ramo; 2) dell età del ramo su cui si effettua il taglio; 3) del periodo in cui si opera (pianta in riposo o in vegetazione); 4) dell età della pianta. È necessario di conseguenza porre grande attenzione alla scelta dei rami da potare, al tipo di taglio, alla scelta dell epoca di intervento, considerando anche l età della pianta. Esamineremo in questo capitolo i primi due punti appena esposti. 1) Tipo di taglio I tagli si possono suddividere in due grandi categorie: eliminazione completa di un ramo o di una branca (fig. 1); accorciamento più o meno spinto di un ramo (fig. 2). a) ramo a: ramo di un di anno un anno b) ramo di due anni fig. 1) eliminazione completa di un ramo 23

30 fig. 2) accorciamento più o meno spinto di alcuni rami di un anno 2) Età del ramo Parlando dei rami dell anno si è accennato all importanza del riconoscimento di questi rami da quelli più vecchi: I rami di 1 anno infatti rispondono ai tagli di potatura in maniera sensibilmente differente dai rami più vecchi. È quindi indispensabile, potando una pianta, aver sempre presente se il ramo da potare è di un anno oppure di più anni. Ramo di 1 anno In inverno il ramo di un anno è nel pieno della sua vigoria potenziale. La sua funzione è infatti produrre frutti e nuova vegetazione attraverso lo sviluppo delle gemme di rivestimento. Il ramo, come gia visto, si può potare mediante asportazione parziale o eliminazione. a) asportazione parziale di un ramo: si tratta di un accorciamento più o meno drastico del ramo (fig. 2). Come già visto nel 3 capitolo questo tipo di taglio determina l interruzione del flusso della linfa verso la gemma apicale (vedi pag. 18) e induce un forte riscoppio vegetativo, soprattutto a carico delle gemme poste in prossimità del taglio (fig. 3); in generale determina un aumento della vigoria della pianta con conseguente abbondante produzione di rami: tagli di questo tipo vengono detti tagli a legno. I tagli a legno tendono a indurre nella pianta un eccessiva vigoria, con una conseguente diminuzione della produttività. Per questa ragione questo tipo di taglio deve essere considerato un intervento eccezionale, da effettuare con oculatezza e solo in momenti particolari. 24

31 fig. 3) sviluppo di rami vigorosi in seguito a un taglio a legno b) asportazione completa del ramo: L eliminazione completa del ramo (fig. 1a) non crea un interruzione del flusso della linfa perché con la gemma apicale vengono eliminate tutte le gemme di rivestimento: si eliminano quindi le condizioni per un forte riscoppio vegetativo. Il riscoppio vegetativo sarà dato dallo sviluppo delle gemme dei rami rimasti e sarà meno intenso e più equilibrato su tutta la pianta. Questo tipo di taglio induce nella pianta un buon equilibrio fra spinta vegetativa e produttiva, è detto perciò taglio a frutto. Riassumendo: sul ramo di 1 anno Tipo di taglio Reazione del ramo Raccorciamento del ramo Eliminazione dell intero ramo Taglio a legno Taglio a frutto dalle gemme rimaste più prossime al taglio si svilupperanno rami vigorosi crea un miglior equilibrio tra i rami della chioma 25

32 Per comprendere la differenza fra Taglio a Frutto e Taglio a Legno, soprattutto per capire come l eliminazione di un ramo possa favorire la fruttificazione, si può considerare una branca di due anni con quattro rami laterali di un anno (fig. 4). Sulla branca si può intervenire: accorciando più o meno a metà i quattro rami (tagli a legno); eliminando due rami (tagli a frutto). In entrambi i casi si sarà dimezzato il numero di gemme ma: nel primo caso i tagli a legno favoriscono lo sviluppo di germogli vigorosi e sfavoriscono la fruttificazione. Nel secondo caso, sui rami rimasti si avrà uno sviluppo di germogli equilibrati e una buona fruttificazione. fig. 4 a) gestione della branca mediante quattro tagli a legno fig. 4 b) gestione della branca mediante due tagli a frutto (diradamento) 26

33 Ramo di 2 o più anni Sul ramo di più anni si può intervenire come per il ramo di un anno mediante: 1) asportazione totale della branca: in questo caso la pianta reagisce come già visto per il ramo di 1 anno; si parla quindi di un taglio a frutto (fig. 1b); 2) asportazione parziale della branca: in questo caso la reazione è completamente diversa da quella vista per il ramo di un anno. Il ramo (o branca) di 2 o più anni, non ha gemme di rivestimento (vedi pag. 2) ma rami già sviluppati: in qualsiasi posizione si effettui il taglio, esso risulterà sempre al di sopra di un ramo laterale destinato a diventare il nuovo prolungamento. Possiamo anche dire che si effettua una deviazione della vegetazione su un ramo laterale (fig. 5). Taglio su ramo di due anni Taglio su ramo di tre anni fig. 5) deviazione (asportazione parziale) Con un taglio di questo tipo la corrente linfatica diretta verso la gemma apicale non viene interrotta, ma deviata verso altre gemme apicali che sostituiscono quella asportata. Anche in questo caso si limita il riscoppio vegetativo della pianta. Per queste ragioni un taglio su un ramo di due o più anni è sempre assimilabile a un taglio a frutto. 27

34 Il taglio di deviazione su un ramo o branca laterale è conosciuto come taglio di ritorno (fig. 6). Come vedremo in seguito il taglio di ritorno è il classico taglio utilizzato: sugli apici delle branche per contenere la forma della pianta entro le dimensioni volute; per rinnovare la vegetazione. fig. 6) taglio di ritorno su branca di albicocco Riassumendo: come visto nel 1 capitolo le piante si potano per contenere il volume della pianta, diradare la chioma e rinnovare la vegetazione. Per contenere il volume di norma non si devono accorciare i rami di un anno anche se molto lunghi, ma si ricorre ai tagli di ritorno su legno di due o più anni per non stimolare un eccesso di vigoria. Il diradamento si effettua tramite asportazione completa di alcuni rami e branche. Rinnovo della vegetazione: i tagli di ritorno e di diradamento svolgono anche la funzione di rinnovo della vegetazione favorendo lo sviluppo di una chioma equilibrata. I tagli a legno si effettuano, di norma, su piante poco vigorose per creare un rinnovo di vegetazione con buona vigoria. 28

35 Non solo tagli Nella moderna potatura si utilizzano alcuni interventi alternativi ai tagli, soprattutto per evitare l eccesso di vigoria. Inclinazione di un ramo Si è visto a pag. 19 che un germoglio è tanto più vigoroso quanto più si accresce verticalmente. In alternativa all eliminazione, l accrescimento dei rami vigorosi può essere rallentato mediante l inclinazione con un cordino o un distanziatore (fig. 7). Come risultato si ottiene un generale freno della vigoria e lo sviluppo di rami laterali più equilibrati. A fig. 7) inclinazione A: con cordino, su ramo laterale B: con distanziatori, su branche principali B Se si effettua l inclinazione in inverno su rami ormai lignificati, meno elastici e a sviluppo ultimato, l operazione risulta difficile e l effetto sarà unicamente una limitazione dell accrescimento dei rami laterali l anno successivo. Anticipando l inclinazione in estate si può frenare la vigoria dei germogli durante lo sviluppo, si otterranno allora rami più equilibrati e con una direzione più consona a una chioma armoniosa e aperta. L anno successivo anche i nuovi rami saranno più equilibrati. 29

36 Nella moderna potatura, soprattutto su piante giovani e vigorose l inclinazione è una pratica molto usata perchè permette di frenare la vegetazione limitando il numero dei tagli (fig. 8). fig. 8) frutteto di melo allevato a fusetto notare i nastri usati per inclinare le branche Se non viene effettuata l inclinazione estiva è comunque possibile intervenire in inverno. Se il ramo è troppo sviluppato e il legno poco elastico, per evitare spaccature dei rami lignificati si possono effettuare alcuni tagli paralleli profondi circa 2 cm (al massimo un terzo del diametro del ramo) utilizzando un segaccio (fig. 9). Con il metodo dei tagli paralleli si possono inclinare anche branche di due anni; deve però essere considerato un intervento straordinario che si effettua unicamente per rimediare a un errore. fig. 9) inclinazione tramite incisioni a) durante il taglio b) incisioni successive c) branca inclinata 30

37 Torsione In alternativa all inclinazione, i germogli vigorosi possono essere frenati mediante torsione. Le torsioni si effettuano nel mese di luglio, su germogli in accrescimento: si impugna con due mani il germoglio nel tratto basale torcendolo mentre lo si inclina. La torsione deve continuare fino a sentire un leggero crac dovuto allo scollamento dell epidermide dal legno sottostante (niente paura, non è facile spezzare un ramo con una semplice torsione). Sono necessari alcuni giorni perchè il flusso della linfa riprenda il suo corso normale, dopodiché il germoglio rimarrà inclinato, perdendo parte della sua originaria vigoria (fig. 10). La torsione risulta più semplice nelle drupacee che nelle pomacee. fig. 10) fasi della torsione Di norma l operazione si effettua su germogli laterali. Sui germogli che dovranno formare le branche principali si preferisce l inclinazione (pag. 29) per mantenere una direzione obliqua, ma sempre verso l alto. 31

38 Cidiatura Per frenare un germoglio vigoroso si può, durante la stagione vegetativa, asportare l apice pizzicandolo con le dita: la lieve ferita ne ritarda lo sviluppo. La definizione di cidiatura deriva dall analogia tra l effetto di questa operazione e il danno provocato dall insetto Cydia molesta sui germogli del pesco. Questo intervento, utilizzato soprattutto nei piccoli frutteti, si effettua esclusivamente nei primi anni di allevamento di una pianta (fig. 11). fig. 11) cidiatura di un germoglio Taglio del Caporale Si tratta di un incisione della corteccia a V rovesciata, effettuata sopra una gemma, prima del germogliamento (fig. 12). L incisione elimina l inibizione ormonale data dalla gemma apicale dominante e permette alla gemma trattata di evolversi in germoglio. È comunque un intervento straordinario. fig. 12) taglio del Caporale 32

39 INFLUENZA DELL EPOCA DI POTATURA Nel capitolo precedente ci si è soffermati sui diversi interventi della potatura e sulle relative risposte della pianta. Si è detto che il taglio a frutto induce un riscoppio vegetativo inferiore a quello creato da un taglio a legno. A parità di taglio però, la stagione in cui si effettua la potatura ha un ruolo molto importante nel determinare la risposta della pianta al taglio. I tagli effettuati durante la stagione vegetativa provocano un emissione di germogli più limitata e una vigoria della pianta meno accentuata e meglio distribuita tra i diversi rami rispetto agli stessi tagli effettuati al bruno (in inverno). Come abbiamo visto (pag. 24) in inverno la pianta è nel pieno della sua vigoria potenziale. In primavera, con il germogliamento, inizia lo sviluppo dei germogli. In seguito l innalzamento della temperatura e la disponibilità idrica, grazie alle piogge primaverili, permettono un accrescimento vigoroso per tutta la primavera e l inizio dell estate. Dal mese di luglio però, le temperature molto elevate e la carenza d acqua provocano un arresto della vegetazione, a cui segue la lignificazione dei germogli (agostamento). In seguito, con le piogge di fine agosto e l abbassamento della temperatura si ha un secondo sviluppo, più contenuto, dei germogli. Intervenendo con dei tagli durante l estate potatura verde la forte spinta vegetativa tipica della primavera si è già esaurita, quindi la pianta reagisce emettendo una vegetazione meno vigorosa, più contenuta. Allora soprattutto su piante vigorose, effettuando alcuni tagli durante la stagione vegetativa si opera un freno alla vigoria e si aiuta la pianta a mantenere il delicato equilibrio fra fruttificazione e vigoria. La potatura verde non sostituisce la potatura invernale. Durante la stagione vegetativa si interviene essenzialmente per diradare alcuni germogli dell anno in fase di sviluppo. Si eliminano quelli più vigorosi e verticali, i futuri succhioni (fig. 1), inseriti dorsalmente sul ramo, che, per la loro posizione, si sviluppano in modo eccessivamente vigoroso. Questi succhioni si sviluppano nella parte interna della chioma creando una vegetazione troppo fitta. 33

40 fig. 1) germogli dorsali vigorosi da eliminare a sinistra: branca orizzontale a destra: germogli vigorosi che si sviluppano all interno della chioma fig. 2) sfoltimento della parte interna della chioma È importante eliminare i rami vigorosi interni alla chioma, sfoltendo anche i rami di media vigoria, in caso contrario si forma una chioma fitta, che non lascia penetrare la luce (fig. 2). La mancata eliminazione dei succhioni porta alla formazione di una chioma come in figura 3. In questo caso poi il frutticoltore ha peggiorato la situazione tagliando a legno tutti i succhioni, ed effettuando due drastiche capitozzature (tagli energici a due-quattro gemme) visibili sulla branca di sinistra. È da notare come i prolungamenti dei succhioni hanno qualche foglia all apice, il resto è spoglio; quindi la vegetazione attiva e produttiva è spinta molto in alto. 34

41 Bastano uno-due anni di potature di questo tipo per allevare piante come quella in fig. 1 a pag. 38; piante difficilmente considerabili come frutticole. fig. 3 Nei primi anni di formazione delle branche principali è importante, in potatura verde, diradare i germogli troppo fitti e quelli che possono fare concorrenza alla cima (fig. 4). fig. 4) potatura verde: germogli dorsali molto fitti, devono essere diradati prima dopo il diradamento Alcuni futuri succhioni, soprattutto se inseriti lateralmente sul ramo si possono mantenere, per non creare vuoti di vegetazione, a patto che si freni la vigoria tramite inclinazione o torsione (fig. 5). 35

42 fig. 5) potatura verde a) germoglio vigoroso e inserito dorsalmente sulla branca, è un possibile concorrente con l apice: si elimina b) germoglio inserito lateralmente con angolo di inserzione sulla branca aperto ; se necessario si frena la vigoria tramite inclinazione o torsione La potatura verde ha un effetto positivo perché: elimina germogli vigorosi (i futuri succhioni) che succhiano elementi nutritivi, consentendo alla pianta di indirizzare gli elementi su rami più equilibrati e sui frutti in formazione; limita il vigore dei riscoppi dovuti al taglio; in estate la vegetazione non è ancora completamente sviluppata, si asporta allora una quantità di legno inferiore a quella che andrebbe comunque eliminata con la successiva potatura invernale; permette l ingresso della luce all interno della chioma favorendo la maturazione e la colorazione dei frutti in accrescimento; favorisce l arieggiamento delle parti più interne della chioma, creando un ambiente più arieggiato, perciò sfavorevole allo sviluppo dei funghi patogeni (indispensabile ad esempio per contrastare la monilia delle drupacee); eliminando i futuri succhioni riduce l entità dei tagli da effettuare in inverno, si può quindi considerare una preparazione alla potatura invernale. 36

43 INFLUENZA DELL ETÀ DELLA PIANTA A parità di ogni altra condizione le reazioni della pianta ai tagli sono pesantemente influenzate dall età della pianta. EQUILIBRIO TRA ETÀ, PRODUZIONE E VIGORIA Pianta giovane Pianta in piena produzione Pianta senescente Alta vigoria Forte rinnovo vegetativo Bassa produzione Equilibrio tra produzione di frutti e rinnovo del legno Bassa vigoria Scarso rinnovo vegetativo Bassa produzione Scarsa qualità La vita delle piante può essere schematizzata in tre fasi: fase giovanile la mancanza di produzione, e quindi di spinta produttiva, sposta l equilibrio verso la spinta vegetativa, cioè verso la produzione di rami vigorosi; fase di equilibrio tipica delle piante in piena produzione; la produzione di frutta frena la spinta vegetativa favorendo l equilibrio della pianta; fase di senescenza la pianta produce poca vegetazione nuova e di bassa vigoria; la produzione è alternante e di scarsa qualità. Piante giovani (fino al 3-4 anno) Nei primi anni dall impianto le piante sono particolarmente vigorose. Un eccessivo ricorso a tagli, soprattutto tagli a legno, può creare una vegetazione eccessivamente vigorosa che, spostando l equilibrio verso la vigoria, ritarda l entrata in produzione. Allo stesso tempo non si permette una impostazione equilibrata della chioma; una pianta mal impostata si svilupperà negli anni sicuramente in modo irrazionale, con rami eccessivamente vigorosi e verticali che spostano velocemente in alto la vegetazione attiva, inoltre creano una chioma eccessivamente fitta, difficile da gestire. Piante di questo tipo necessitano di pesanti interventi di ridimensionamento che, se gestiti scorrettamente, possono ulteriormente aggravare la situazione. 37

44 La pianta in figura 1 avendo subito continui tagli a legno non è più ridimensionabile. Potrà iniziare a produrre unicamente se si smetteranno i tagli a legno; comunque la produzione sarà concentrata a diversi metri di altezza. fig. 1) pianta allevata con continui tagli a legno Su piante giovani si interviene ogni anno con pochi interventi: inclinazioni e tagli di diradamento, preferibilmente nel periodo vegetativo; tagli di ritorno solo a raggiungimento delle dimensioni definitive. Fino a qualche anno fa le piante si formavano mediante continui tagli a legno; piante così potate entravano in produzione dopo molti anni, oggi, intervenendo in maniera più razionale, si ottengono piante più equilibrate che iniziano a produrre dal 2-3 anno (fig. 2). fig. 2 Piante in produzione (dal 4-5 anno) Quando la pianta entra in piena produzione i frutti, necessitando di energia per il loro sviluppo, frenano la vigoria della pianta favorendo l equilibrio tra vigoria e produttività; si può allora intervenire con maggior tranquillità seguendo lo schema già visto: contenere le dimensioni della chioma; mantenere un numero adeguato di rami per avere una chioma folta, ma nello stesso tempo areata e luminosa; mantenere costante negli anni la produzione, sia dal punto di vista quantitativo sia qualitativo, riducendo il fenomeno dell alternanza. 38

45 Si effettuano: tagli di diradamento e tagli di ritorno durante la potatura invernale; diradamento dei germogli troppo vigorosi con la potatura verde; si può ricorrere a qualche inclinazione o torsione se necessario. Piante senescenti La potatura deve seguire la vita della pianta, cercando di mantenere il più a lungo possibile un buon rapporto fra lo sviluppo vegetativo e la produzione. Di norma nelle piante vecchie i germogli si sviluppano in modo stentato, si ha perciò un limitato rinnovo vegetativo per gli anni successivi. Piante di questo tipo si riconoscono facilmente per la mancanza di rami di vigoria accettabile (fig. 3). In realtà anche piante giovani possono apparire senescenti, cioè prive della necessaria vigoria (il pero è una specie che, nei frutteti famigliari spesso si trova in queste condizioni). fig. 3) pianta di pero senescente pur se di giovane età Su questa tipologia di piante è necessario stimolare la vigoria con una potatura invernale severa: si effettuano tagli di ritorno energici e alcune speronature, tagli che lasciano porzione di ramo della lunghezza di cm. Le speronature si effettuano sui rami medio-bassi della pianta per creare, o meglio, ricreare nuova vegetazione di vigoria accettabile nella parte bassa della chioma, vicino al tronco. Non avrebbe senso esaltare la vigoria verso l apice, facendo nuovamente scappare verso l alto la vegetazione attiva e accelerando l esaurimento dei rami basali. 39

46 In realtà non serve conoscere l età di una pianta per sapere come operare. È invece necessario valutare la vigoria della pianta a prescindere dall età. Osservando una pianta di cui non si conosce l età, si può parlare di: piante giovanili: quando si hanno rami di vigoria eccessiva, con molti succhioni; piante in equilibrio: quando vi è un giusto equilibrio fra rami di diversa vigoria; piante senescenti: quando si ha produzione di rami scarsamente vigorosi. Riassumendo: Su piante vigorose, con chioma molto fitta e la presenza di un gran numero di rami vigorosi, spesso poco produttivi, non bisogna farsi prendere dalla voglia di sfoltire drasticamente la chioma perché, come si è già visto, si avrebbe l effetto contrario, con un aumento della vigoria. I tagli drastici infatti favoriscono lo sviluppo di rami vigorosi; inoltre, con l eliminazione dei rami, si eliminano anche molte gemme a frutto, si diminuisce quindi la produzione favorendo ulteriormente la vigoria (vedi pag. 19). È necessario invece effettuare una potatura leggera per ridurre il riscoppio di nuovi germogli e mantenere una chioma più sporca, cioè ricca di vegetazione e quindi di gemme produttive per aumentare la produzione, aiutando quindi a contenere la vigoria. Si ricorre a inclinazioni e a diradamenti, effettuati essenzialmente in estate, per ridurre al minimo i tagli invernali. Su piante poco vigorose, ricche di gemme a fiore ma con rami di bassa vigoria: brindilli e lamburde (o mazzetti di maggio sulle drupacee), si interviene con una potatura severa; su queste piante è necessario esaltare la vigoria e, nello stesso tempo, limitare la produzione diradando severamente il numero di rami, quindi le gemme produttive. Si possono effettuare alcuni tagli a legno energici e speronature per produrre nuova vegetazione di vigoria accettabile nella parte medio bassa della chioma. 40

47 fig. 4a) branca da potare fig. 4b) potatura severa fig. 4c) potatura leggera si elimina circa il 20% della vegetazione 41

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