Relazione geologica ai sensi della DGR n. IX/2616 del 30 novembre 2011
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1 STUDIO DI GEOLOGIA TECNICA e SERVIZI per l AMBIENTE Dr. Geol. Francesco SERRA. Via Dante Alighieri, 6 Rivolta d Adda Tel.: ;Fax: ; geoserra@serrafra.191.it CF : SRRFNC59T27H357Z - PI : Corte Maria Luisa srl La Roccia srl PIANO ATTUATIVO IN VARIANTE A PGT DENOMINATO AREA 33 AREA DI TRASFORMAZIONE TR16 OMINO DI FERRO Relazione geologica ai sensi della DGR n. IX/2616 del 30 novembre settembre 2017 comm.1805
2 INDICE GENERALE 1. PREMESSA INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO ASPETTI GEOLOGICI GENERALI INQUADRAMENTO IDROLOGICO ED IDROGEOLOGICO IDROGRAFIA ED IDROLOGIA ASPETTI IDROGEOLOGICI ACQUISIZIONE DEI DATI E MODELLO GEOLOGICO ASPETTI SISMICI MODELLO SISMICO MONODIMENSIONALE, PERICOLOSITÀ SISMICA LOCALE E ACTEGORIA DI SUOLO VERIFICA ALLA LIQUEFAZIONE CONDIZIONI TOPOGRAFICHE GESTIONE MATERIALI DI SCAVO FATTIBILITA DELL INTERVENTO E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE VERIFICA FATTIBILITÀ E COMPATIBILITÀ ALLEGATI ALLEGATO A: INDAGINI GEOGNOSTICHE UTILIZZATE ALLEGATO B : INTERPRETAZIONE PROVE PENETROMETRICHE STATICHE
3 1. PREMESSA Nel presente rapporto si considerano le problematiche geologiche geomorfologiche idrogeologiche geotecniche e sismiche relative ai terreni interessati dal piano attuativo in variante al PGT denominato Area 33 - area di trasformazione TR 16 Omino di Ferro ubicato nel territorio comunale di Casorate Primo (Pv) fra via Besate e via Capo di Vico. L area di trasformazione in oggetto è suddivisa in tre Subcomparti dove sono previsti edifici commerciali con i relativi parcheggi, aree verdi ed infrastrutture. La presente relazione va intesa esclusivamente ed unicamente come a supporto della valutazione della fattibilità dell intervento e della sua compatibilità con gli attuali vincoli normativi, in particolare in riferimento al contesto idrogeologico, sismico e geotecnico locale, compreso le norme ed i vincoli di piano che discendono dallo studio geologico del territorio a supporto del PGT vigente ai sensi della L.R. 12/05 e smi. In particolare quindi lo studio tiene conto della normativa regionale ed in particolare da quanto previsto nella DGR IX/2616/2011 (relazione R3 come citata nella modulistica alla DGR X/5001 del 30 marzo 2016). Nella presente relazione si considerano le problematiche geologiche, idrogeologiche, geotecniche e sismiche relative ai terreni interessati dal piano attuattivo in oggetto. Per quanto riguarda le problematiche specifiche relative ai successivi progetti delle opere e dei manufatti che verranno realizzati ed alle indagini, agli studi ed alle relazioni geologiche geotecniche sismiche da redarre ai sensi del D.M (Aggiornamento del D.M Norme Tecniche per le costruzioni ) come richiamato anche nel capitolo 2 e nel paragrafo 2.3 delle Norme Geologiche di Piano vigenti, si rimanda ai successivi approfondimenti, di cui in questa sede, si riporteranno soltanto alcune indicazioni operative. L area di intervento è indicata nella figura 1 seguente sulla corografia della Carta Tecnica Regionale (CTR 1: n. B7a1) e sullo stralcio più aggiornato di google earth (figura 2) Pag. 3 di 44
4 Figura 1: Corografia con ubicazione dell area oggetto della presente relazione (da CTR n. B7a1, scala 1:10.000) Pag. 4 di 44
5 Figura 2: ubicazione del sito su stralcio aggiornato di google earth (agg: maggio 2017) Pag. 5 di 44
6 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO 2.1 Aspetti geologici generali Il territorio di Casorate Primo è situato nella parte settentrionale, di pianura della provincia di Pavia, caratterizzata da un altopiano modellata dalle diverse e successive fasi fluviali e fluvio glaciali collegate ai periodi geologici più recenti (Pliocene e Quaternario) interrotto dalla valli in cui scorrono gli attuali corsi d acqua (il fiume Ticino nella fattispecie che passa molto più ad ovest, al di fuori del territorio comunale) ; in particolare la morfologia del territorio comunale è caratterizzata da un unico terrazzo costituito da depositi appartenenti ad un'unica formazione geologica, classicamente definita come livello Fondamentale della Pianura ; nella carta geologica ufficiale in scala 1: (che verrà fra poco sostituita dalle nuove cartografie CARG 1:50.000) tutto il territorio comunale è attribuito, con una definizione classica un po superata, come Diluvium recente, cioè depositi fluviali formati da ghiaietto, sabbie e limo alterati in superficie e talora ricoperte da limi (loess) o argille (si veda figura 3 seguente). Nello studio geologico del territorio comunale a supporto del PGT Vigente (redatto dal Dr. Geol. D. Calvi, da cui verranno tratte diverse figure ed informazioni successive) la stessa formazione monotona che interessa tutto il territorio comunale viene denominato come Fluviale Recente (età : Pleistocene sup; glaciazione di riferimento : Wurm), appartenente al piano generale terrazzato (corrispondete al Livello Fondamentale della Pianura), unità costituita da sabbie prevalenti, localmente inglobanti ghiaia, ghiaietto e/o limi più o meno sabbiosi. Parte superficiale dallo spessore di circa quattro metri costituita da sabbie e/o sabbie limose bruno-rossastre. alterata Pag. 6 di 44
7 Figura 3: Stralcio Carta geologica di inquadramento, tratta dalla cartografia ufficiale (Carta geologica d Italia, Foglio n. 59 Pavia, scala 1: ) Pag. 7 di 44
8 3. INQUADRAMENTO IDROLOGICO ED IDROGEOLOGICO 3.1 Idrografia ed idrologia Il territorio comunale di Casorate Primo e dei paesi contermini è interessata da una fitta rete di canali, rogge e colatori che regolano la distribuzione delle acque per scopi irrigui all interno dei campi agricoli. La fonte di approvvigionamento principale è il fiume Ticino, ubicato in linea d aria a circa 5 6 chilometri verso ovest; da esso dipartono i canali irrigui principali che a loro volta alimentano canali e rogge secondarie. Di questi i principali nell ambito territoriale in oggetto sono il naviglio di Bereguardo, la Roggia Tolentina, La roggia Gambirone; come da normativa vigente si ricorda che Il Reticolo Idrico Minore di competenza comunale, individuato in base alla definizione del regolamento di attuazione della legge 36/94, è il reticolo idrografico costituito da tutte le acque superficiali (art. 1 comma 1 del regolamento) ad esclusione di tutte "le acque piovane non ancora convogliate in un corso d'acqua" (art. 1 comma 2 del regolamento). Nel Reticolo Idrico Minore sono inseriti tutti i corsi d acqua demaniali che non appartengono al reticolo idrico principale, al reticolo di bonifica e che non si qualificano come canali privati; come tali vengono vincolati con una fascia di rispetto. Nessun particolare elemento del reticolo minore è contiguo od interessa sito in oggetto. 3.2 Aspetti idrogeologici Per quanto riguarda gli aspetti idrogeologici che possono interagire con le opere fondazionali e più in generale con le opere di costruzione, ci si riferisce generalmente alla soggiacenza della falda freatica ed alla struttura degli acquiferi più superficiali presenti nel sottosuolo: la bassa soggiacenza della falda è in fondo il fondamentale fattore limitante, dal punto di vista geologico tecnico, per la pianificazione di interventi territoriali. Date le caratteristiche del territorio, la falda, che nel settore in oggetto scorre all incirca da nord-nord-est verso sud-sud-ovest, ha profondità mediamente intorno alla decina di metri (quota piano campagna circa 104 m slm; quota falda media di poco inferiore a 94 m slm). Pag. 8 di 44
9 . Data 16/09/2017 N. Commessa 1805 C. Documento relazione 1805 Questi valori si evincono dalla ricca documentazione presente in letteratura (ed in particolare nei sistemi informativi della Provincia e della Regione) e pertanto si può ritenere che la falda non interagirà direttamente con le opere ed i manufatti che verranno realizzata a meno di avere piani interrati di una certa profondità. A supporto si riporta nella successiva figura 4 uno stralcio della carta idrogeologica realizzata per lo studio geologica supporto del PGT (op.cit.). Figura 4: stralcio carta idrogeologica dello studio allegato al PGT citato Pag. 9 di 44
10 Dalla ricostruzione idrogeologica locale si possono ricavare le seguenti indicazioni, utili per la valutazione della fattibilità geologica del Piano in oggetto : o La struttura idrogeologica locale è caratterizzata da un primo acquifero multistrato, separato dalle falde sottostanti da una serie di livelli argillosi (acquicludo) posizionati ad una ottantina di metri di profondità nel territorio in oggetto o Questo primo acquifero è a sua volta suddivisibile in due diverse falde; una falda più superficiale, di tipo freatico ed una falda più profonda, semiconfinata; fra questi due corpi idrici sono presenti lenti o livelli di argilla impermeabile (ubicati a quote medie di una quarantina di metri) che però non garantiscono una netta separazione fra le due parti che quindi presentano una certa comunicazione fra di loro. o La permeabilità locale è moderata nella prima decina di metri di profondità (strato aerato) per la presenza di un importante livello superficiale a composizione prevalentemente argillosa (spessori variabili fra 5 e 9 metri, come testimoniato dalle stratigrafie dei pozzi pubblici disponibili e riportati in allegato; per la loro posizione si veda la figura 4 precedente) o Da questo si ricava che la vulnerabilità dell acquifero captato (a partire da circa 50 metri di profondità) sia modesta; secondo quanto riportato nello studio geologico a supporto del PGT al quale si rimanda e su cui si concorda, la velocità di deflusso è inferiore a 10-3 Km/a per cui la vulnerabilità complessiva ed il conseguente rischio di contaminazione è valutato come MOLTO BASSO. Pertanto, per quanto riguarda il contesto idrogeologico, non si ritiene che ci siano particolari azioni ostative all utilizzo dei mappali in oggetto e non siano necessarie particolari prescrizioni da tenere presenti in sede di progettazione dei singoli manufatti che andranno poi realizzati, fatto salvi i normali accorgimenti per evitare comunque spargimenti o contaminazioni. A titolo prudenziale, si ritiene che si potrebbe evitare di interessare con opere edificatorio o con opere di scarico l estremo angolo sud occidentale del comparto nella porzione coincidente con la fascia di rispetto del pozzo Casorate 3 (n , si veda sempre figura 4 precedente), dove invece si ritengono comunque ammissibili opere di pavimentazione e/o asfaltatura. Pag. 10 di 44
11 4. ACQUISIZIONE DEI DATI E MODELLO GEOLOGICO Visto l obbiettivo del presente studio geologico, lo stato dei luoghi, e sulla base delle conoscenze geologiche e litostratigrafiche pregresse del sito, di quanto a disposizione negli archivi societari o disponibile verso terzi è stato possibile ricostruire un modello geologico adeguato a questa fase di studio. Si ritiene il modello geologico valido per tutta l area di trasformazione in oggetto e valido anche come modello sismo-stratigrafico del sito (app.5 del modulo 9 della DGR X/5001 del 39 marzo 2016) e base per il successivo modello geotecnico. In particolare si sono utilizzate : N. 2 prove penetrometriche statiche CPT1 e CPT2 spinte rispettivamente a 14 e 13 metri dal piano campagna (1994, fonte: Geoplan, in Relazione stratigrafica allegata allo studio geologico del PGT vigente già citato) N. 5 prove dinamiche con penetrometro superpesante DPSH (fonte : Indagine geognostica su area dismessa (ex Chicco) nel territorio comunale di Casorate Primo (Pavia), Relazione Geologica redatta dal Dr. Geol. M. Tagliabue per conto di Iniziative Casorate suarl nel giugno 2006) N. 2 stratigrafie di pozzi pubblici (Casorate n. 3 e n 4, fonte : Relazione stratigrafica allegata allo studio geologico del PGT vigente già citato) Tutte le indagini citate sono riportate nell allegato 1 alla presente relazione; nella figura 5 seguente si riporta la loro ubicazione rispetto all area in oggetto. Pag. 11 di 44
12 S1 Figura 5: Ubicazione penetrometrie statiche (rosso), dinamiche (blu) e stratigrafia pozzi (verde) Per la valutazione litostratigrafica ci si è in particolare basati sull interpretazione delle prove penetrometriche statiche, confrontate con la stratigrafia del pozzo Casorate 4. Con l interpretazione delle prove penetrometriche statiche infatti si possono definire con una certa precisione le litologie e le caratteristiche geotecniche dei materiali in esame. Pag. 12 di 44
13 In particolare si sono applicate le classificazioni proposte da Robertson (figura 6) e da (AGI 1977, figura 7) definendo così un modello geologico generale che si è dimostrato congruente con le informazioni note per il sito. I risultati delle due prove sismiche e le loro interpretazioni sono riportati nell allegato B. Figura 6 : classificazione litologica a partire da prove penetrometriche statiche Pag. 13 di 44
14 Figura 7 : classificazione litologica a partire da prove penetrometriche statiche La prove penetrometriche statiche permettono inoltre di ricostruire con buon dettaglio e con maggior continuità le caratteristiche meccaniche dei terreni attraversati che risultano funzione dei valori di resistenza alla penetrazione (R P ) e dell attrito laterale (R L ). Pag. 14 di 44
15 Dall analisi litostratigrafica emerge la presenza di litologie con una certa eterogeneità sia in senso verticale che in senso orizzontale, con la prevalenza, almeno nei primo otto-dieci metri di terreni abbastanza fini, con livelli argillosi intercalati con livelli più limosi o limoso sabbiosi ; in aumento i profondità gli elementi più sabbiosi (sabbie fini o medie) I termini argillosi presentano generalmente una consistenza media ed i terreni incoerenti un grado di addensamento medio. Segnalata in alcune stratigrafia la presenza di torbe; in sede esecutiva andranno verificate direttamente queste informazioni con il dettaglio necessario per le opere che verranno realizzate. Sulla base di quanto noto si è definito il seguente modello geologico di riferimento valido per tutta l area in esame : Unità geologica Profondità [m] rispetto a p.r. Litologia Falda 1 da 0.0 a 4,0 m 2 da m Suoli, terreni rimaneggiati, terreni alterati a composizione limosa prevalenti Alternanze di livelli argillosi prevalenti con livelli più limosi A partire da circa 10 metri di profondità 3 da m Livelli limoso sabbiosi prevalenti m > 25.0 m Livelli sabbiosi medio o fini prevalenti Tabella 1: modello geologico del sottosuolo Pag. 15 di 44
16 5. ASPETTI SISMICI L emanazione dell ordinanza del P.C.M. n del 20 Marzo 2003 ha determinato la classificazione sismica del territorio nazionale attraverso la definizione di 4 zone sismiche. Questa classificazione è stata recepita nella D.G.R. n. X/2129 del 11 luglio 2014 (figura 8) vigente a tutti gli effetti a partire dal 10 aprile u.s. Secondo questa nuova classificazione il comune di Casorate Primo è attualmente da considerare sismico, appartenente alla zona sismica 3; in particolare la Delibera citata definisce per Casorate il valore di accelerazione massima pari a 0, Figura 8: Nuova classificazione sismica dei comuni della Lombardia (D.G.R. n.x/2129 del 11 luglio 2014). 5.1 Modello sismico monodimensionale, pericolosità sismica locale e actegoria di suolo Sulla base della normativa vigente e dello studio geologico allegato al PGT, si rileva che l area in oggetto è interessata dallo scenario di pericolosità sismica locale (PSL) definito, Pag. 16 di 44
17 secondo la normativa attuale come Z4b (amplificazione litologica relativa a zona pedemontana di falda di detrito, conoide alluvionale e conoide deltizio). Per il calcolo delle Vs30 si fa riferimento alla seguente espressione, riportata nel D.M ( Norme tecniche per le costruzioni ): V s30 = n dove H i e V i indicano lo spessore (in m) e la velocità delle onde di taglio (per deformazioni di taglio γ< 10-6 ) dello strato i-esimo, per un totale di N strati presenti nei 30 m superiori. A questo proposito non essendo disponibili prove geofisiche dirette (tipo MASW o REMI) si possono utilizzare le prove penetrometriche disponibili (CPT e DPSH) per una prima ipotesi di classificazione e per la successiva caratterizzazione sismica di secondo livello. Come visibile dalla tabella 2 seguente, contenuta nelle NTC, si può considerare l area in oggetto sulla base delle velocità Vs 30 misurate (si veda anche allegato B) come inserita in categoria di suolo C. Vista la presenza di una amplificazione di tipo Z4b è necessario procedere con un analisi di secondo livello, utilizzando le curve litologiche maggiormente compatibili contenute nell allegato 5 del DGR. n IX/2616 del 30 novembre 2011, e le relative curva di riferimento. Il valore previsto del fattore di amplificazione di normativa Fa per il comune di Categoria categoria di suolo c e periodo proprio dell edificio con soglia compresa fra 0,1 0,5s (edifici bassi con meno di cinque piani circa come quelli da realizzare nel sito in oggetto) è pari a Fa comunale =1.8. Dall analisi speditiva effettuata si ricava che per edifici con valori inferiori a 0,5s : i= 1 30 H i / V i Fattore di soglia calcolato fattore di soglia comunale Fa Per cui si ottiene che la normativa sismica nazionale nel caso in esame sarebbe sufficiente per tener conto della amplificazione sismica locale e quindi si dovrebbe adottare la categoria di suolo C nelle valutazioni progettuali delle strutture. Pag. 17 di 44
18 In sede di progettazione, una volta note le caratteristiche strutturali e le profondità delle fondazioni, sarà comunque necessario effettuare almeno un analisi sismica tipo MASW per una maggiore affidabilità della classificazione. Categori a A B Descrizione del profilo stratigrafico Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi, caratterizzati da valori di V s,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m Rocce tenere e depositi di terreni da grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità Parametri C u,30 V s,30 (m/s) N SPT,30 (kpa) > >50 >250 C D E Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento (con Vs>800 m/s) <180 <15 <70 Tabella 2 : categoria di suolo per il dimensionamento sismico Pag. 18 di 44
19 5.2 Verifica alla liquefazione Secondo le NTC vigenti (punto ) la verifica alla liquefazione può essere omessa quando si verifichi anche una sola di queste circostanze : Gli eventi sismici attesi sono minori a Mw = Le accelerazioni massime attese sono minori di 0,1 g (come ag max ) La profondità media stagionale della falda è superiore ai 15 metri dal piano campagna I depositi sono costituiti da sabbie pulite con valori normalizzati di NSPT (N1) 60 > 30 c/p La distribuzione granulometrica è esterna ai fusi granulometrici suscettibili di liquefazione (sabbie secondo la figura (a) ) a secondo del rapporto D 60 su D 10. Nel caso in oggetto si ritiene che almeno la seconda e la terza condizione siano soddisfatte ; in particolare i valori attesi di ag max 0,050, mentre è abbonante la presenza di argilla nella litostratigrafia locale. Si può quindi escludere la possibilità di fenomeni di liquefazione, essendo uno dei casi espressamente previsti a riguardo, come confermato anche dallo studio geologico allegato al PGT vigente. In sede di progetto esecutivo si potrà comunque ulteriormente approfondire questo a spetto sulla base delle prove che verranno eseguite in sito (in particolare con la verificica delal granulometria del sito). Di seguito si riporta a completamento per Casorate i valori di magnitudo attesa considerando l analisi dei dati di disaggregazione del sito in oggetto reperibili nel sito dell INGV ( si ottiene un valore medio di M W 5 (figura 9 seguente) Pag. 19 di 44
20 Figura 9 : dati disaggregazione di Casorate Primo (Fonte : sito INGV Pag. 20 di 44
21 5.3 Condizioni topografiche Sulla base delle planimetrie disponibili, a partire dalla CTR in scala 1: (figura 1), ma anche agli aerofotogrammetrici locali a scala 1:5000 e 1:2000 si può considerare il sito in oggetto è pianeggiante e quindi in riferimento al relativo punto delle NTC appartenente alla categoria topografica T1. Pag. 21 di 44
22 6. GESTIONE MATERIALI DI SCAVO Ulteriore aspetto importante da considerare è la gestione degli eventuali materiali di scavo, in particolare in riferimento ad eventuali asporti e bonifiche tecniche ed in rapporto all iter prescelto per il titolo abitativo. A questo proposito in linea generale - si ricorda che l operatore può scegliere di gestire i materiali da scavo risultanti da attività edilizie: 1. in qualità di rifiuti secondo le relative norme (avvio a recupero o smaltimento); ipotesi, da utilizzare senz altro per le macerie. 2. reimpiegandoli nel medesimo sito di escavazione per rinterri, ai sensi dell art. 185 comma 1 lettera c) del DLgs 152/ impiegandoli in altro sito o processo produttivo in qualità di sottoprodotti. La gestione delle terre e rocce da scavo è attualmente regolata dal DPR 13 giugno 2017 n. 120 pubblicato sulla GU n. 183 anno 158 del 7 agosto 2017 e vigente dallo scorso 22 agosto Per le modalità 1. e 2. non sono necessarie specifiche autorizzazioni o prese d atto da parte del Comune, fatti salvi i necessari titoli abilitativi edilizi ed il rispetto di quanto riportato nella DPR citata in particolare in merito alla qualità ambientali dei materiali in oggetto in riferimento alla destinazione d uso del sito (allegato 4 alla DPR citata) che deve risultare non contaminata Pag. 22 di 44
23 7. FATTIBILITA DELL INTERVENTO E CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE Il sito in oggetto è stato inserito dallo studio geologico allegato al PGT vigente in classe di fattibilità 2B (fattibilità con MODESTE limitazioni figura 10). Queste limitazioni sono state verificate come poco significative e compatibili con il Piano Attuattivo in oggetto, fermo restando il rispetto delle prescrizioni riportate nelle norme tecniche di piano con particolare riferimento all effettuazione delle indagini geognostiche previste, una volta note le tipologie progettuali delle opere. Per quanto riguarda al zona di rispetto del pozzo n. 3 ai sensi del DPR 236/88 e della DGR 6/15137/1996, si fa presente tutte le limitazioni di legge ed in particolare quelle riportate all articolo 4.1 delle norme geologiche di piano vigenti; fra le limitazioni ivi segnalata non si evincono particolari problematiche rispetto alle linee del piano attuattivo in oggetto. Come già consigliato in sede di analisi idrogeologica, vista che l area interessata da questa fascia è marginale, si ritiene cautelativo non interessare questa zona con opere o manufatti ad eccezione di pavimentazioni, asfaltature o opere analoghe. In sede di progetti delle opere sarà necessario procedere con tutti gli approfondimenti previsti nel DM ed in particolare con la effettuazione di apposite e complete analisi geotecniche (sondaggi a carotaggio, penetrometrie statiche, pozzetti esplorativi) e prove sismiche (prove MASW e/o REMI) in modo da poter procedere con le verifiche geologiche geotecniche e sismiche attinenti a quella fase progettuale. Saranno anche da effettuare i necessari test ambientali ai sensi del D.Lgs 152/2006 e smi ed in particolare per quanto previsto dal DPR 120/2017 Pag. 23 di 44
24 Figura 10 : stralcio carta di fattibilità dello studio geologico vigente (op.cit.) Pag. 24 di 44
25 7.1 Verifica fattibilità e compatibilità Ai sensi della DGR IX/2616 del 2011 si sono valutate le criticità segnalate dallo studio geologico del PGT citate nel paragrafo precedente, con i necessari approfondimenti in questa relazione (in riferimento alle applicazioni del modulo 9 del DGR X/5001 del 2016) con la definizione delle caratteristiche litostratigrafiche, idrogeologiche e sismiche dei terreni in esame e le prescrizioni relative. Sulla base delle linee del Piano Attuattivo in variante al PGT in oggetto ( Area 33 ) e delle normative geologiche vigenti ed ai sensi della DGR citata e tenendo presenti le indicazioni riportate nel presente documento, gli interventi previsti nel piano in oggetto risultano totalmente fattibili e compatibili con il contesto geologico del sito.. Pag. 25 di 44
26 ALLEGATO A INDAGINI GEOGNOSTICHE Pag. 26 di 44
27 Pag. 27 di 44
28 Pag. 28 di 44
29 Pag. 29 di 44
30 Pag. 30 di 44
31 Pag. 31 di 44
32 Pag. 32 di 44
33 Pag. 33 di 44
34 Pag. 34 di 44
35 Pag. 35 di 44
36 ALLEGATO B INTERPRETAZIONE PROVE PENETROMETRICHE STATICHE Pag. 36 di 44
37 CPT1-1,00 qc [Mpa] 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0-1,00 fs [Mpa] 0,000 2,000 4,000 6,000 1,00 1,00 3,00 3,00 5,00 5,00 Profondità [m] 7,00 7,00 9,00 9,00 11,00 11,00 13,00 13,00 15,00 15,00 Pag. 37 di 44
38 CPT1 Robertson Ic coefficient (1998) 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0 Depth (m) -8,0-9,0-10,0-11,0-12,0-13,0-14,0-15,0-16,0-17,0 cohesionless soil area Sand and gravel Clean sand and silty sand Silty sand to sandy silt Clayey silt to silty clay Silty clay to clay cohesive soil area Organic soil peats Pag. 38 di 44
39 CPT1 CU (kpa) 0, Nk=15-2,0-4,0 Depth (m) -6,0-8,0-10,0-12,0 Pag. 39 di 44
40 Velocità Onde S [m/s] -1,00 0,0 50,0 100,0 150,0 200,0 250,0 300,0 350,0 400,0 Vs 1,00 3,00 5,00 profondità [m] 7,00 9,00 11,00 13,00 15,00 Pag. 40 di 44
41 CPT2-1,00 qc [Mpa] 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0-1,00 fs [Mpa] 0,000 20,000 40,000 60,000 1,00 1,00 3,00 3,00 5,00 5,00 Profondità [m] 7,00 7,00 9,00 9,00 11,00 11,00 13,00 13,00 15,00 15,00 Pag. 41 di 44
42 CPT2 Robertson Ic coefficient (1998) 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 0,0-1,0-2,0-3,0-4,0-5,0-6,0-7,0 Depth (m) -8,0-9,0-10,0-11,0-12,0-13,0-14,0-15,0-16,0-17,0 cohesionless soil area Sand and gravel Clean sand and silty sand Silty sand to sandy silt Clayey silt to silty clay Silty clay to clay cohesive soil area Organic soil peats Pag. 42 di 44
43 CPT2 CU (kpa) 0, Nk=15-2,0-4,0 Depth (m) -6,0-8,0-10,0-12,0 Pag. 43 di 44
44 Velocità Onde S [m/s] -1,00 0,0 50,0 100,0 150,0 200,0 250,0 300,0 350,0 400,0 Vs 1,00 3,00 5,00 profondità [m] 7,00 9,00 11,00 13,00 15,00 Pag. 44 di 44
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