Relazione Incontro con Ministro Di Maio, Roma 2 ottobre 2018

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1 Relazione Incontro con Ministro Di Maio, Roma 2 ottobre Quanto vale il Terzo settore italiano? Quantità: organizzazioni, 5 milioni di volontari, lavoratori. Biodiversità: una pluralità di forme giuridiche ed organizzative (volontariato, promozione sociale, cooperazione sociale e impresa sociale, cooperazione allo sviluppo) e di storie (la mobilitazione civica del 200, quella dell 800, quelle della modernità) che opera nelle fondamenta delle nostre comunità rendendole più ricche di legami, più resistenti nei momenti di crisi e di difficoltà, in ogni tempo, più creative nella ricerca di nuove soluzioni sociali. Sistemi per il progresso delle nostre comunità: Le organizzazioni di Terzo Settore si occupano e lo fanno sempre di più collaborando con altri soggetti della propria comunità: di persone e territori fragili e di una molteplicità di missioni e attività, tutte quelle che fanno la differenza nella qualità di vita delle persone, delle comunità: educazione in tutte le fasi del ciclo di vita (dalla prima infanzia alla terza età) cura e sostegno alla disabilità fisica e psichica, alla non autosufficienza, alla fragilità, prevenzione in ambito sociale e sanitario, formazione, accompagnamento e inclusione lavorativa di persone fragili e svantaggiate, promozione della salute, emergenze sociali, umanitarie, sanitarie e ambientali, cooperazione allo sviluppo, tutela e promozione di persone, diritti, beni comuni promozione della cultura tra i giovani, nelle periferie,... ; ricreazione, socialità, sport per tutti, con un idea larga di welfare che non vuol dire solo cura del disagio ma benessere delle persone. Sviluppo e crescita: Il Terzo settore in Italia è un attore protagonista di processi di sviluppo sostenibili e inclusivi, (rif. Ricerca del Forum sugli obiettivi di sostenibilità). Un fenomeno imponente, come ci dicono i numeri, che continua a crescere e che oggi richiama tanta attenzione non solo per essere la più grande esperienza di 1

2 iniziativa civica organizzata dei cittadini ma anche per il suo impatto economico ed occupazionale. Il valore del Terzo settore va quindi ben oltre quello dei suoi numeri e delle sue attività. 2. Identità e ruolo del Terzo settore italiano Il ruolo dell iniziativa civica organizzata dei cittadini (oggi chiamato Terzo settore) non è un invenzione recente, soprattutto non è il frutto dei grandi processi di decentramento amministrativo e delle grandi esternalizzazioni degli anni 80: è invece un ruolo acquisito nei secoli. In Toscana, la Regione da cui io provengo, le Misericordie già nel 200 si adoperavano per il trasporto di malati e defunti durante le grandi epidemie e non solo. La storia delle opere pie, delle iniziative sociali, sanitarie ed educative messe in campo da enti religiosi e da enti morali, non è ovviamente una storia solo toscana; in ogni Regione, in ogni epoca e con forme diverse nel nostro Paese, la mobilitazione sociale delle persone ha dato vita a iniziative che hanno contribuito a trasformare e migliorare le nostre comunità. Ne sono esempi l assistenza domiciliare, il decentramento culturale negli anni 80, l educazione di strada e i centri di aggregazione giovanile degli anni 90 e, oggi, gli ambulatori sociali, le cure condivise nei condomini, i progetti di contrasto alla povertà e alla povertà infantile, il moderno housing sociale, l agricoltura sociale, l accoglienza e l inclusione dei migranti. Queste sono solo alcune delle soluzioni sociali nate dalla creatività e dalla capacità di innovazione della mobilitazione civica delle comunità, in risposta a nuove priorità ed emergenze sociali. Il contributo di queste esperienze è grande: colgono priorità e urgenze sociali; costruiscono una condivisione nella comunità su queste priorità; creano, alimentano e sperimentano soluzioni sociali efficaci e mettono a disposizione delle istituzioni del territorio quelle più efficaci che, nel tempo, le hanno fatte proprie trasformandole da singole esperienze in politiche, progetti e azioni amministrative. Questa ricchezza è riconosciuta in più parti dalla nostra Costituzione che all art.2, 3 e soprattutto all art.118 si dà la pena di proteggere il ruolo della libera iniziativa organizzata dei cittadini, proprio in virtù di questa funzione promozionale delle persone e delle comunità e della funzione sussidiaria e concorrente rispetto a quella delle istituzioni. Dobbiamo recuperare consapevolezza e orgoglio del valore di un sano e reciproco dialogo tra la libera iniziativa organizzata dei cittadini in grado di ideare innovazione sociale e le Istituzioni pubbliche in grado di garantire una trasferibilità su ampia scala di queste innovazioni, di renderle fruibili in modo diffuso e universale incorporandole nelle proprie scelte politiche e amministrative. 2

3 Quando questa dialettica funziona, le testimonianze civiche del Terzo settore si trasformano prima in architetture sociali naturali della comunità, e poi in architetture istituzionali elevando qualità e accessibilità delle risposte sociali. Il dialogo tra libera iniziativa organizzata dei cittadini e chi esercita funzioni di interesse pubblico costituisce il principale motore del progresso sociale delle nostre comunità. Il prodotto di questo lavoro è la coesione sociale delle nostre comunità. Capacità di produrre coesione sociale e innovazione sociale è il miglior talento del Terzo settore, ed è virtù preziosa non solo perché riduce i costi, ma soprattutto perché valorizza le persone e i legami tra le persone e le organizzazioni nelle comunità, moltiplica gli effetti diretti e indiretti di ogni iniziativa, genera cambiamenti sociali più efficaci e in tempi più rapidi. Caratteristiche che assumono oggi una rinnovata centralità perché la ricerca di nuove soluzioni, cioè l innovazione sociale, è una priorità con alcune sfide urgenti. 3. Le sfide dell innovazione sociale del futuro A) Lo sviluppo sostenibile La prima è quella di un nuovo modello di sviluppo, più inclusivo e più sostenibile, e quindi attento alle persone, al territorio e alla comunità, capace di coniugare sviluppo economico e equa distribuzione del reddito, occupazione locale e utilità sociale e ambientale, di contribuire alla riduzione delle disuguaglianze tra persone (età, reddito, cultura) e tra territori (nord sud, centro e periferie, comunità urbane e comunità rurali). Un modello di sviluppo che dovrà anche essere capace di invertire i destini delle nostre comunità le quali, lasciate a percorsi inerziali denatalità, innalzamento dell età media della popolazione, migrazioni dei giovani che lasciano il nostro Paese, riduzione della popolazione attiva, spopolamento delle aree marginali e il conseguente degrado ambientale, diradamento delle relazioni sociali di prossimità, insostenibilità di promozione e protezione sociale hanno come unica prospettiva la decadenza e la recessione economica. La sfida del nuovo sviluppo è soprattutto una scommessa sulle nuove generazioni, sul futuro delle nostre comunità e sulle prospettive di benessere delle nostre comunità. Questo sfida il Terzo settore anche sul fronte delle grandi trasformazioni dell economia e delle economie sociali emergenti. 3

4 B) La trasformazione dei lavori del passato verso i lavori del futuro L evoluzione tecnologica e la funzione sostitutiva del talento umano delle tecnologie nei processi produttivi trasformeranno molti lavori del passato, faranno spazio a nuove competenze, ma genereranno nuova disoccupazione e nuove diseguaglianze. Una evoluzione che sfida il Terzo settore in quei settori che costituiscono presumibilmente i campi di compensazione occupazionale della nuova disoccupazione Il mondo del lavoro potrà aprire spazi importanti in tutti quei settori dove il talento umano è insostituibile: tempo libero, benessere e cultura (economia culturale e industria creativa), gestione dell ambiente e del territorio (economie verdi e blu) costituiscono ambiti in cui la creatività umana è insostituibile. C) Il welfare del domani L altra sfida dell innovazione sociale è quella del welfare del domani, la costruzione di un nuovo universalismo, capace di garantire a tutti l accesso a opportunità di sviluppo, di promozione personale e la necessaria protezione nei momenti e nelle fasi della vita in cui per motivi diversi diventiamo fragili (malattia, povertà, solitudine, non autosufficienza, vecchiaia). Una sfida che le analisi economiche descrivono anche come l unico mercato interno in crescita nel Paese, che sarà vinta solo se saremo in grado di consegnare alle generazioni future prospettive di benessere, promozione e protezione sociale all altezza di quelle che il vecchio welfare ha garantito a molte generazioni di cittadini per oltre 40 anni. Si tratta quindi di una sfida a tutto tondo che riguarda molti aspetti e molti attori: la ricerca di nuove sostenibilità; le scelte allocative delle risorse della fiscalità pubblica; la ricerca di nuove soluzioni di progetti e servizi che sappiano coniugare efficacia, qualità ma anche accessibilità territoriale ed economica; nuove soluzioni di funding e di mobilitazione delle risorse; nuove soluzioni di alleanze. In tutte queste sfide la creatività sociale del Terzo settore è e vuole essere un alleato prezioso. 4. Il valore della riforma del Terzo settore La riforma del Terzo settore si colloca in questa visione di futuro. 1) Prova a fotografare una istantanea moderna di questo mondo e a costruire un primo disegno coerente del Terzo settore in grado di riconoscere e valorizzare i soggetti privati, che svolgono attività di interesse generale attraverso forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di 4

5 beni e servizi, senza perseguire profitto e a fronte dell adozione di strumenti di trasparenza e controllo. Tuttavia la riforma nel complesso dei suoi provvedimenti (Codice TS, Impresa sociale, servizio civile, 5x1000) va ben oltre il tentativo di regolare in modo armonizzato e coerente la pluralità di iniziative, soggetti e norme che si sono sedimentati nei secoli. 2) In continuità con l art. 118 della Costituzione, riafferma il ruolo del T.S. e sottolinea il contributo al progresso sociale della biodiversità delle forme organizzative che nel tempo si sono affermate (volontariato, associazionismo di promozione sociale, cooperazione allo sviluppo, cooperazione sociale, enti filantropici, società di mutuo soccorso, enti religiosi). 3) Dà una lettura più ampia del volontariato, che valorizza l impegno civico di tutti i cittadini che donano il proprio tempo indipendentemente dalla specifica tipologia di ente del Terzo settore e trasversale a tutte le forme organizzative: odv, aps, imprese sociali. Il volontariato, l azione volontaria, diventa uno dei tratti peculiari e distintivi del Terzo settore italiano. 4) Disegna la via italiana all impresa sociale, come strumento per affrontare le sfida del nuovo sviluppo. Diversa dall impresa socialmente responsabile e diversa dall imprenditore che investe in attività di interesse generale, l impresa sociale è un modo intenzionale e costitutivo di utilizzare gli strumenti dell economia per massimizzare il risultato sociale compatibilmente con il risultato economico. L impresa sociale rappresenterà uno strumento nuovo e, a nostro avviso, potente dello sviluppo sostenibile del futuro. 5) Spinge le strategie di comunità per il cambiamento sociale, valorizzando in vari modi l apporto di tutti gli attori e incentivando direttamente e indirettamente tutti i soggetti (non solo quelli di Terzo settore), verso partenariati, reti e alleanze per il progresso delle comunità. Molte misure introdotte dalla riforma vanno in questa direzione: la coprogrammazione e la coprogettazone come forma ordinaria di relazione tra Terzo Settore e istituzioni pubbliche, l impresa sociale, l incentivazione fiscale alle donazioni delle persone fisiche e giuridiche, il consolidamento del 5x1000, la defiscalizzazione degli investimenti di capitale privato in imprese sociali, i titoli di solidarietà e il social lending, il social bonus. Il nostro auspicio è che queste misure, una volta esecutive (in gran parte oggi in attesa del parere UE), trasformino i comportamenti donativi, fiscali e di investimento di cittadini, enti, imprese, operatori finanziari e assicurativi, e aiutino ogni componente delle nostre comunità a concorrere con le proprie scelte economiche e finanziarie all interesse generale della comunità. 6) Mette a disposizione del Terzo settore italiano concreti sostegni allo sviluppo: fondi per i progetti del volontariato e dell associazionismo di promozione 5

6 sociale, finanziamenti per l impresa sociale, finanziamento strutturale dei centri di servizio per il volontariato, fiscalità di vantaggio, una strategia universale di mobilitazione civica attraverso il servizio civile. 7) Raccoglie la questione etica che in questi anni ha di volta in volta investito pezzi di mondo del Terzo settore e punta a dotare il Paese di un Terzo settore affidabile e coerente con le proprie finalità inserendo elementi di trasparenza e accountability identitaria, organizzativa, gestionale, rendicontativa sia sugli aspetti sociali che economici. Alcune cattive pratiche (e la complicità di una cronaca non sempre guidata da principi di corretta informazione) hanno alimentato un sentimento di diffidenza verso le formazioni sociali volte alla solidarietà e al bene comune e la riforma potrà dare un importante impulso i termini di trasparenza e legalità, ma siamo consapevoli che l etica delle organizzazioni va oltre la legalità e non può essere affidata solo alle norme e alla vigilanza delle istituzioni. Anche a noi come Terzo settore è oggi richiesto un supplemento di impegno. L etica delle organizzazioni è fortemente connessa all etica delle persone che le guidano e il rafforzamento del Dna valoriale è un pezzo importante di responsabilità che abbiamo deciso di condividere nel Forum con due fronti di impegno: o o quello della costruzione partecipata di un benchmark su qualità organizzativa degli Enti di Terzo settore (codice di qualità e protocollo di autocontrollo degli enti di terzo settore) quello della formazione dei quadri del Terzo settore. 5. Una riforma da migliorare e completare La Riforma del Terzo settore è non solo per il Terzo settore ma per il Paese una occasione importante. Oggi il quadro delle leggi è definito, ma il percorso non ancora concluso. Per rendere la riforma pienamente operativa devono essere ancora emanati: oltre 20 atti normativi per l attuazione del Codice del Terzo settore, poco meno di una decina per l impresa sociale, tutti quelli previsti per il Servizio Civile Universale e per il 5x1000. Rimando alla nota che abbiamo già avuto modo di condividere per le specifiche più puntuali sui singoli provvedimenti e mi limito a segnalarle qui oggi le questioni più urgenti. Auspichiamo il recupero già all interno della legge di bilancio della possibilità per il mondo del volontariato di portare avanti attività di autofinanziamento, la correzione 6

7 del dispositivo fiscale e l inquadramento delle ex Ipab. Le attuali previsioni creano un quadro penalizzante e mettono a repentaglio la continuità delle attività tradizionale di una grande parte del volontariato e dell associazionismo. La definizione delle norme fiscali, delle attività secondarie e le linee guida della raccolta fondi sono peraltro indispensabili per consentire al mondo associativo di operare le proprie scelte identitarie e statutarie nel pieno rispetto dei processi democratici delle associazioni di volontariato e promozione sociale, chiamati a modificare il loro statuti entro agosto 2019 grazie alla proroga dei termini prevista dal governo nel correttivo al D. Lgs 112/17. Di fondamentale importanza per orientare in modo efficace e chiaro l operatività degli enti l emanazione delle linee guida al Bilancio sociale e la correzione dei parametri per la piena operatività delle associazioni di promozione sociale. L istituzione del Registro Unico del Terzo settore è indispensabile per dotare tutti gli enti vecchi e nuovi di una carta di identità e per l ancoraggio di tutte le norme di accountability relative alla coerenza identitaria, alla trasparenza gestionale e alla rendicontazione sociale che diversamente rischiano di rimanere inattuate. Da inserire nelle priorità dell agenda il completamento del quadro regolativo dell impresa sociale, in particolare per le parti che riguardano la vigilanza e i percorsi di armonizzazione normativa in alcuni settori (sport sociale, agricoltura sociale, impresa culturale, cooperazione allo sviluppo). Il completamento e la piena e rapida attuazione della riforma è certamente oggi per il Terzo settore italiano una priorità. Riconfermiamo al Ministro e al governo la nostra piena disponibilità come Forum Nazionale del Terzo Settore alla più ampia collaborazione per la costruzione di un quadro attuativo della riforma efficace ed equilibrato. 6) Non solo Riforma Ma Il Forum è anche il luogo per la costruzione di scambi e riflessioni comuni tra i soci anche su temi trasversali o specifici. Alcune emergenze sociali (la crescita della povertà e delle diseguaglianze nel paese, i fenomeni migratori, la crisi demografica) ci hanno spinto ad un confronto ancora più ampio che ci vede impegnati nella ricerca di soluzioni efficace con altri attori della nostra comunità/paese. Riteniamo fondamentale per il paese: un piano strutturale di contrasto alla povertà, che punti ad investire non solo adeguate e capienti risorse economiche, ma anche servizi per la piena riattivazione delle persone e delle famiglie sul piano sociale e lavorativo e la messa in campo di iniziative capaci di contrastare le conseguenze della povertà economica ed educativa per i soggetti più deboli, in particolare per i 7

8 bambini. Il forum è in questo senso impegnato da sempre nell Alleanza contro la povertà, e nella Impresa Sociale con i bambini, in collaborazione con Fondazione con Il sud e con le fondazioni di origine bancaria, per l impiego del Fondo di contrasto alla povertà minorile. l apertura di un tavolo con il governo e con i principali ministeri interessati, per costruire un approccio integrato al fenomeno delle migrazioni, delle iniziative volte a sostenere lo sviluppo dei paesi di origine dei migranti, alla qualificazione e al miglioramento dei percorsi di accoglienza e integrazione culturale e lavorativa, alla sperimentazione di percorsi di rientro. Una riflessione aperta dentro al forum, ma condivisa con molti degli altri attori impegnati su questi temi. L agenda aperta del Forum (che le consegniamo e non abbiamo il tempo qui oggi di approfondire) è un prodotto in costante aggiornamento che sintetizza le riflessioni dei nostri associati intorno ai temi specifici di settore dei nostri soci. Su tutti questi fronti il Terzo Settore Italiano è pronto a fare la sua parte, a rendere disponibili nel dialogo con le istituzioni i contributi di visione, di analisi, di esperienze e di proposta di cui è portatore. E l impegno alla costruzione del bene comune che abita i nostri statuti e che ci muove ogni giorno come persone, come cittadini, come organizzazioni. Disponibilità e impegno che oggi con il nostro grazie per questo atteso incontro, consegniamo al Ministro e al Governo del nostro Paese. 8

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