LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI RISCHI E L APPLICAZIONE DEL D.LGS. 231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE

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1 LA CORRETTA VALUTAZIONE DEI RISCHI E L APPLICAZIONE DEL D.LGS. 231/01 NELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE Pag. 1 di 46

2 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro L art. 3 del D.Lgs. 81/08 s.m.i. al paragrafo 1 così recita: Il presente decreto legislativo si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio. Lo stesso art. 3 nel proseguo individua attività specifiche che, sulla base di particolati esigenze connesse al servizio espletato o alla peculiarità organizzativa, richiedono una applicazione nel rispetto anche di altre leggi e/o decreti. Poiché nelle attività specifiche NON vengono citate le attività sportive ad esse si applicano unicamente gli articoli del D.Lgs. 81/08 s.m.i. Pag. 2 di 46

3 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro Quindi le Società/Associazioni Sportive, indipendentemente dalla loro struttura gerarchica e organizzativa nonché dalla loro dimensione, dal loro ruolo di gestori o utilizzatori di impianti sportivi sono soggetti all applicazione del D.Lgs. 81/08 s.m.i. con l individuazione dei fattori di rischio connessi allo specifico tipo di attività nello specifico luogo di lavoro (impianto sportivo). D altronde gli Enti Locali nei documenti di appalto per affidamento del servizio per gestione degli impianti sportivi richiedono l osservanza delle norme e degli obblighi in materia di sicurezza e delle condizioni di lavoro con particolare riferimento al D.Lgs. 81/08. Pag. 3 di 46

4 D.Lgs. 81/08 aggiornato con il D.Lgs. 106/09 TIT II LUOGHI DI LAVORO LUOGHI DI LAVORO (es. palestre, piscine, ) LA SPECIFICITÀ DI CHI OPERA E/O PRATICA ATTIVITÀ SPORTIVE IN QUESTI LUOGHI PORTA A CONSIDERARE IL RUOLO DEL PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA DEL GESTORE DELL UTILIZZATORE Pag. 4 di 46

5 PROPRIETARIO DELLA STRUTTURA (pubblico o privato) Deve garantire al gestore la rintracciabilità di tutta la documentazione relativa alla conformità legislativa della struttura e degli impianti pertinenti (es. agibilità dei locali, conformità impianti, denuncia e verifica impianti di messa a terra e scariche atmosferiche, CPI, ecc.) ed inoltre dovrà renderla disponibile, in fase di audit della sicurezza (iniziale e periodico), da parte del gestore. Nel caso degli impianti sportivi il riferimento legislativo è il D.M integrato con il D.M (Norme di sicurezza per la costruzione e l esercizio degli impianti sportivi) (es.: nel caso delle piscine i riferimenti sono l accordo Ministero della Salute- Regioni del e le norme tecniche relative ai requisiti di sicurezza per la progettazione, costruzione e gestione delle stesse) Pag. 5 di 46

6 GESTORE (associazione sportiva / ente / privato / ente pubblico) Deve garantire il rispetto della sicurezza sia in termine di esercizio dell impianto sportivo, della palestra, della piscina, che di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro se il gestore si avvale di lavoratori subordinati e/o subordinati di fatto (volontari) deve assolvere agli adempimenti del D.Lgs. 81/08 s.m.i. se vi sono terzi (Associazioni Sportive) frequentanti la palestra, la piscina, l impianto sportivo, il gestore deve predisporre una gestione documentale dei prerequisiti relativi ai luoghi e alle attrezzature nonché dei rischi residui Si devono utilizzare le indicazioni di cui all art. 26 (come minimo comma 1 e 2) del D.Lgs. 81/08 s.m.i.: INFORMATIVA DI COOPERAZIONE E COORDINAMENTO Pag. 6 di 46

7 UTILIZZATORE (società/associazione sportiva) La Società/Associazione Sportiva, indipendentemente dalla sua specificità sportiva, dalla sua struttura gerarchica e organizzativa, nonché dalla sua dimensione, è soggetta all applicazione del D.Lgs. 81/08 s.m.i. e quindi deve individuare e valutare i rischi connessi ai processi di supporto all attività sportiva, equiparabili alle attività di tipo occupazionale (es. attività di segreteria, di movimentazione materiale, di preparazione degli attrezzi sportivi, di trasporto atleti, di manutenzione locali e attrezzature, ecc.) negli specifici luoghi di lavoro (sede della Società/Associazione e/o altri luoghi di svolgimento delle attività) N.B.: si tratta dei rischi complementari all evento agonistico, alle sedute di preparazione o di allenamento Pag. 7 di 46

8 VALUTAZIONE DEL RISCHIO La valutazione del rischio consente al Datore di Lavoro di adottare i provvedimenti opportuni per salvaguardare, in primis, la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro e, contemporaneamente, la salute e la sicurezza degli addetti che a vario titolo operano all interno degli stessi e, più in generale, degli spettatori. A tal fine la valutazione del rischio svolge la funzione essenziale di prevenzione del rischio attraverso la sua attuazione preliminare e permanente durante tutte le fasi dell attività lavorativa. Pag. 8 di 46

9 FASE I: INDIVIDUAZIONE DELL ATTIVITÀ nei luoghi di lavoro relativi alla mansione FASE II: IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI Osservazione e studio delle attività e collegamento dei rischi (es. cadute dall alto, scivolamenti, cadute a livello, urti, colpi. esposizione ad agenti biologici, agenti chimici, incidente stradale) considerando: caratteristiche generali dei luoghi di lavoro (requisiti igienici, impianti, climatizzazione, ecc.) rapporto uomo / attrezzature (attrezzature, mezzi, ecc.) rapporto uomo / ambiente (eventi atmosferici violenti quali vento, fulmini, caduta di alberi; sostanze e preparati, agenti biologici, ecc.) analisi dei posti di lavoro e delle mansioni normativa di riferimento FASE III: VALUTAZIONE DELL ENTITÀ DEL RISCHIO Pag. 9 di 46

10 OBBLIGHI Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro In ordine cronologico questi sono gli obblighi che devono essere assolti dalle Società e Associazioni Sportive nell ambito del D.Lgs. 81/08 s.m.i. 1 Individuazione del datore di lavoro nella figura del Presidente o del Delegato nominato dal Consiglio Direttivo, o dal Socio nominato dall Assemblea del Soci, e comunque in funzione della specifica organizzazione. Con il termine DATORE DI LAVORO l art. 2 comma 1b del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita: datore di lavoro : il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore o, comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l assetto dell organizzazione nel cui ambito il lavoratore presta la propria attività, ha la responsabilità dell organizzazione stessa o dell unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa. Pag. 10 di 46

11 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 2 Designazione del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) che può identificarsi anche con il datore di lavoro L art. 2 comma 1f del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita: responsabile del servizio di prevenzione e protezione : persona in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all articolo 32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione dai rischi Il Datore di Lavoro può assumere anche il ruolo di RSPP e quindi DL/RSPP Pag. 11 di 46

12 Impegno (ore e gg) minimo/anno del RSPP Pag. 12 di 46

13 Pag. 13 di 46

14 Pag. 14 di 46

15 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 3 Individuazione dei lavoratori delle attività sportive ai sensi dell art. 2 e art. 3 del D.Lgs. 81/08 s.m.i. L art. 2 comma 1a del D.Lgs. 81/08 s.m.i. così recita: lavoratore : persona che, indipendentemente dalla tipologia contrat-tuale, svolge un attività lavorativa nel-l ambito dell organizzazione di un dato-re di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione anche al solo fine di apprendere un mestiere, un arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari Nell ambito delle società sportive esiste anche il lavoratore che svolge attività di volontariato Pag. 15 di 46

16 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 4 Elezione interna del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) o individuazione a livello territoriale o comparto sportivo secondo gli artt. 57 e 48 del D.Lgs. 81/08 s.m.i. 5 Eventuale nomina del Medico Competente in funzione della tipologia di rischio presente nell ambito dell attività svolta 6 Individuazione dei soggetti con compiti di primo soccorso e gestione emergenze. Pag. 16 di 46

17 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 7 Valutazione dei Rischi e redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) Ai sensi dell art. 29 comma 1 Il datore di lavoro (DL) effettua la valutazione ed elabora il documento (DVR) ma al co. 5 i datori di lavoro che occupano fino a 10 lavoratori effettuano la valutazione del rischio [ ] sulla base delle procedure standardizzate di cui all art. 6 co. 8 lett. f) Pag. 17 di 46

18 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro 8 Messa in sicurezza dei luoghi di lavoro (attrezzature, impiantistica, arredi, dotazioni antincendio, ecc.) 9 Informazione, formazione e addestramento degli operatori addetti alle attività sportive ( vd. aggiornamento quinquennale, di durata minima di 6 ore, per il livello di rischio basso: ateco 2002 lettera O). Pag. 18 di 46

19 MODALITA OPERATIVE 1 Prima di avviare le attività per assolvere gli obblighi legislativi è importante conoscere TUTTE le norme cogenti e/o volontarie che interessano la specifica Società/Associazione Sportiva e che possono quindi impattare sulla redazione del DVR e prima ancora sulla valutazione dei rischi. Si ricorda che il Responsabile della Società/Associazione Sportiva, indipendentemente dalla presenza o meno di lavoratori, è soggetto alla disciplina degli artt e 2050 del Codice Civile ed è quindi personalmente responsabile della tutela di tutte le persone presenti nell impianto sportivo e quindi compresi gli atleti dilettanti (definiti con il D.M ), che non sono equiparati a lavoratori dipendenti ma hanno diritto alla stessa forma di tutela riservata agli spettatori. Pag. 19 di 46

20 PALESTRE Alcuni rischi tipo: MICROCLIMA: impianti di climatizzazione e ricambio d aria non idonei o non opportunamente manutenuti BIOLOGICO: eventuale diffusione di microrganismi patogeni [es. legionella nelle docce] MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI: allestimento o spostamento di attrezzature [es. rete di pallavolo, attrezzi ginnici, ecc.] GESTIONALE: regolamentazione del flusso di fruitori della palestra, scarsa vigilanza sulle operazioni di sanificazione e igienizzazione, assenza o scarsa informazione dei rischi residui ai fruitori della palestra Pag. 20 di 46

21 Alcuni rischi tipo: PISCINE MICROCLIMA: temperatura, umidità e velocità dell aria nella zona di attività del nuoto e di balneazione non conforme alle norme CHIMICO: cloro e prodotti per la disinfezione dell acqua BIOLOGICO: microrganismi trasmessi attraverso l acqua e le superfici infette [spazi perimetrali intorno alle vasche, degli spogliatoi e dei servizi] MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI: allestimento o spostamento attrezzature varie GESTIONALE: assenza o scarsa info-formazione, assenza della verifica delle competenze del personale addetto a particolari compiti, regolamentazione del flusso di fruitori della piscina Pag. 21 di 46

22 PISCINE / PALESTRE Art. 69 D.Lgs. 81/08 s.m.i. ATTREZZATURA DI LAVORO: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di macchine, attrezzature e componenti necessari all attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere usato durante il lavoro PER ATTIVITÀ OCCUPAZIONALI (es. elettroutensili, scale, sistemi elevatori, impianti di clorazione, ecc.) PER ATTIVITÀ SPORTIVE (es. attrezzature da ginnastica, porte da calcio, pallamano, pallacanestro e pallavolo, ecc.) Pag. 22 di 46

23 PISCINE / PALESTRE Art. 71 D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Comma 1 Il Datore di Lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi [ ] idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere [ ] che devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle direttive comunitarie (VERIFICA DELLA CONFORMITÀ DELLE ATTREZZATURE ) Comma 3 il Datore di Lavoro adotta adeguate misure tecniche ed organizzative, tra le quali quella dell Allegato VI (PROCEDURA PER L USO DI ATTREZZATURE ) Pag. 23 di 46

24 PISCINE / PALESTRE PER LE ATTREZZATURE CORRETTA APPLICAZIONE DELLE DIRETTIVE EUROPEE VERTICALI Direttive di prodotto che richiedono la marcatura CE (es. Direttiva Macchine, Direttiva Bassa Tensione, ecc.) ORIZZONTALE Dir. 2001/95/CE (Sicurezza generale dei prodotti) recepita con D.Lgs n. 206 RESPONSABILITÀ PER DANNO DA PRODOTTI DIFETTOSI Dir. 1999/34/CE recepita con D.Lgs n. 206 Pag. 24 di 46

25 LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI (D.LGS. 231/01) Pag. 25 di 46

26 GENESI DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DEGLI ENTI (D.Lgs 231/01) DILAGANTI FENOMENI DI CRIMINALITÀ ECONOMICA HANNO SPINTO L UNIONE EUROPEA AD INTRODURRE MISURE DI CONTRASTO DELLA STESSA CON REATI RICONDUCIBILI AD ENTI CON O SENZA PERSONALITÀ GIURIDICA: Convenzione Bruxelles 26/07/95 Convenzione Bruxelles 26/05/97 Convenzione OCSE 17/12/97 Tutela interessi finanziari della CE (frode in materia di spese e di entrate, ) Lotta alla corruzione in cui siano coinvolti funzionari della Comunità o Stati Membri Lotta alla corruzione dei pubblici ufficiali stranieri in operazioni economiche e internazionali LA LEGGE DELEGA N 300/2000 HA RATIFICATO LA CONVENZIONE OCSE In attuazione della Legge Delega n 300/2000 viene emanato il D.Lgs. 231 dell 8/06/2001 per adeguare la normativa interna in materia di responsabilità giuridica ad alcune convenzioni internazionali Pag. 26 di 46

27 IL D.LGS. 231/01 ISTITUISCE LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA (RECTIUS, PENALE) DELLA SOCIETA LIMITATAMENTE AI REATI POSTI IN ESSERE DAI SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE E SOGGETTI SOTTOPOSTI ALL ALTRUI DIREZIONE E COMMESSI NELL INTERESSE O A VANTAGGIO DELLA SOCIETA STESSA. Pag. 27 di 46

28 Natura della responsabilità della Società: RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA; RESPONSABILITÀ PENALE; Terzo genere di responsabilità che coniuga i tratti essenziali del sistema penale con quelli del sistema amministrativo: Tertium genus [Corte di Cassazione, Sez. VI, Penale, Sentenza n /09] RESPONSABILITÀ PENAL-AMMINISTRATIVA AI SENSI DEL D.LGS. 231/01 Pag. 28 di 46

29 LA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELLA SOCIETÀ SI AGGIUNGE A QUELLA DELLA PERSONA FISICA CHE MATERIALMENTE HA COMMESSO IL REATO. REATO Il reato rientra nella tipologia prevista dalla 231 Responsabilità Penale Persona Fisica Il reato è Nell interesse e/o vantaggio della società Responsabilità Amministrativa Società Pag. 29 di 46

30 TUTTI I TIPI DI SOCIETÀ, ASSOCIAZIONI ED ENTI CON ESCLUSIONE DI: STATO ENTI PUBBLICI ENTI PUBBLICI NON ECONOMICI PARTITI POLITICI SINDACATI DITTE INDIVIDUALI Pag. 30 di 46

31 Le Associazioni Sportive e le Società Sportive Dilettantistiche (disciplinate dalla L. 398 del e dalla L. 289 art. 90 del ) che operano come associazioni riconosciute (art. 14 e segg., c.c.) o come associazioni non riconosciute (art. 36 e segg., c.c.) sono soggette ai requisiti prescrittivi del D.Lgs. 231/01. Pag. 31 di 46

32 TIPO DI LEGGE ART. D.Lgs. 231/01 TIPOLOGIA DI REATO N REATI SPECIFICI D.Lgs. 231/01 Art. 24 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione 5 D.Lgs. 231/01 L. 190/2012 Art. 25 Reati commessi nei rapporti con la Pubblica Amministrazione 10 D.Lgs. 350/01 Art. 25-bis Reati di falso nummario 10 D.Lgs. 61/02 L. 190/2012 Art. 25-ter Reati societari 12 L. 7/2003 Art. 25-quater Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico previsti dal codice penale e delle leggi speciali 1 L. 228/2003 Art. 25-quinquies Delitti contro la personalità individuale 8 L. 62/2005 Art. 25-sexies Reati di abuso di mercato 2 L. 262/2005 Art. 25-ter-1 Omessa comunicazione del conflitto di interessi 2 L. 146/ Reati transnazionali 7 L. 7/2006 Art. 25-quarter-1 Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili 1 L. 38/06 Art. 25-quinquies Reati di pedopornografia anche a mezzo internet REVISIONE L. 123/2007 Art. 25-septies Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme antinfortunistiche o sulla tutela dell igiene e della salute del lavoro 2 L.231/2007 Art. 25-octies Ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utile di 3 provenienza illecita L. 48/2008 Art. 24-bis Delitti informatici e trattamento illecito di dati 11 L. 94/2009 Art. 24 ter Delitti di criminalità organizzata 7 L. 99/2009 Art. 25-bis.1 Delitti contro l industria ed il commercio 8 L. 99/2009 Art. 25-novies Delitti in materia di violazione del diritto d autore 7 L. 116/2009 Art. 25-decies Induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni 1 mendaci alla autorità giudiziaria D.Lgs 121/2011 Art. 25-undecies Reati ambientali 17 D.Lgs. 109/2012 Art. 25-duodecies Impiego di cittadini di paesi terzi con soggiorno irregolare 1 TOTALE 115 Pag. 32 di 46

33 ALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONE DEI REATI PRESUPPOSTO Gestione dei rapporti con i soggetti pubblici (CONI, Credito Sportivo, Enti Pubblici, ) per ricezione di risorse finanziarie [Reati nei rapporti con la PA: art. 24 D.Lgs. 231/01] Attività di utilizzo e destinazione di contributi, sponsorizzazioni, o sovvenzioni [Reati nei rapporti con la PA: art. 24 D.Lgs. 231/01] Gestione dei rapporti con PU e/o IPS (GdF, Agenzia delle Entrate, Ispettori ASL, ) per verifiche sull adempimento di attività specifiche, concessione di appalti o servizi, ottenimento di licenze [Reati di corruzione: art. 25 D.Lgs. 231/01] Gestione dei rapporti con organi federali e organi di giustizia sportiva [Reati di corruzione: art. 25 D.Lgs. 231/01] Formazione e redazione del bilancio [Reati societari: art. 25 ter D.Lgs. 231/01] Pag. 33 di 46

34 ALCUNE AREE A RISCHIO DI COMMISSIONE DEI REATI PRESUPPOSTO Gestione della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro per la tutela di giocatori, tecnici e altro personale nell ambito delle strutture di proprietà o in uso alla società [Reati colposi con violazione delle norme antinfortunistiche: art septies D.Lgs. 231/01] Gestione dei rapporti con fornitori e sponsor [Reati di riciclaggio, ricettazione e impiego di denaro di provenienza illecita: art octies D.Lgs. 231/01] Gestione dei centri di formazione tecnica per minorenni [Reati contro la personalità individuale: art quinquies D.Lgs. 231/01] Gestione dei rapporti con i sostenitori [Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico: art quater D.Lgs. 231/01] Pag. 34 di 46

35 SOGGETTI IN POSIZIONE APICALE Persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione ed il controllo dello stesso [D.Lgs. 231/01 art. 5 co. 1 lettera a] SOGGETTI SOTTOPOSTI ALL ALTRUI DIREZIONE Persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a [D.Lgs. 231/01 art. 5 co. 1 lettera b] Pag. 35 di 46

36 D.Lgs. 231/01 Art. 6 co. 1 L ENTE NON RISPONDE SE PROVA CHE: a) L ORGANO DIRIGENTE HA ADOTTATO ED EFFICACEMENTE ATTUATO [ ] MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE IDONEI A PREVENIRE REATI DELLA SPECIE DI QUELLO VERIFICATOSI Pag. 36 di 46

37 UN MODELLO 231 È UN COMPLESSO DI REGOLE, STRUMENTI E CONDOTTE OVVERO UNO STRUMENTO TESO ALLA RAGIONEVOLE ESCLUSIONE DELLA COLPA ORGANIZZATIVA DELL ENTE PER OMESSA ATTIVITÀ PREVENTIVA Pag. 37 di 46

38 SPECIFICITÀ DELLE SOCIETÀ/ ASSOCIAZIONI SPORTIVE PREVENIRE GLI ILLECITI E TUTELA GIUDIZIARIA DELLE SOCIETÀ/ASSOCIAZIONI SPORTIVE, SIA NELL AMBITO DELLA GIUSTIZIA ORDINARIA CHE IN SEDE DI GIUSTIZIA SPORTIVA Pag. 38 di 46

39 INTERESSE con valenza SOGGETTIVA Riferita alla VOLONTA di commettere il reato (non raggiungimento del profitto) VANTAGGIO con valenza OGGETTIVA Riferita ai RISULTATI EFFETTIVI della condotta (raggiungimento del profitto) NECESSARIA una VALUTAZIONE EX ANTE NECESSARIA una VALUTAZIONE EX POST CI PUÒ ESSERE RESPONSABILITÀ IN PRESENZA DI UN INTERESSE ANCHE SENZA VANTAGGIO Pag. 39 di 46

40 DALLA CIRCOLARE N DEL DEL COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA. PARTE II: ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELL ENTE: IL PERCORSO OPERATIVO vengono individuate tre precise condizioni le quali consentono di collegare sul piano oggettivo, il comportamento delittuoso all ente: il reato deve essere commesso nell interesse o a vantaggio dell ente; gli autori del reato devono identificarsi in persone fisiche qualificate da specifica posizione rivestita all interno dell ente; i predetti soggetti non devono avere agito nell interesse esclusivo proprio o di terzi. Pag. 40 di 46

41 DALLA CIRCOLARE N DEL DEL COMANDO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA. PARTE II: ACCERTAMENTO DELLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA DELL ENTE: IL PERCORSO OPERATIVO la realizzazione di uno dei reati presupposto, in presenza dei criteri oggettivi sopra analizzati, non è di per se ancora sufficiente per fondare la responsabilità dell ente, [ ] occorre ancora che il fatto reato sia anche espressione di una politica aziendale o, perlomeno, di un deficit di organizzazione, e quindi rimproverabile all ente Pag. 41 di 46

42 LE SANZIONI PER L ENTE ARTT. 10, 11, 12 PECUNIARIA sulla base di un sistema a quote (fino a 1,5 M circa) modulate dal giudice; ART. 9 co. 2, ARTT. 13, 14 INTERDITTIVE (interdizione dell esercizio delle attività, sospensione/revoca licenze o autorizzazioni, divieto di contrattare con la PA, esclusione di finanziamenti o sussidi e revoca di quelli ottenuti); ART. 19 CONFISCA (del prezzo o profitto del reato); [CASS. PEN. SEZ. UN. SENT n NOZIONE DI PROFITTO CONFISCABILE ] PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA. Pag. 42 di 46

43 L ENTE È ESONERATO DA RESPONSABILITÀ QUALORA DIMOSTRI: di AVER ADOTTATO ED EFFICACEMENTE ATTUATO il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo idoneo a prevenire i reati presupposto; di AVER ISTITUITO UN ORGANISMO DI VIGILANZA con il compito di vigilare sul funzionamento, l efficacia e l osservanza del MODELLO ; di AVER MONITORATO NEL TEMPO LA NECESSITÀ DELL AGGIORNAMENTO DEL MODELLO ; CHE LE PERSONE CHE HANNO COMMESSO I REATI ABBIANO AGITO ELUDENDO IN MODO FRAUDO- LENTO IL MODELLO. Pag. 43 di 46

44 Risulta necessario per l Ente, anche se non obbligatorio, dotarsi di un MODELLO DI ORGANIZZAZIONE GESTIONE E CONTROLLO caratterizzato da criteri di efficienza, praticabilità e funzionalità ragionevolmente in grado di limitare le probabilità di commissione di reati ricompresi nell area di rischio legata all attività dell Ente stesso. Pag. 44 di 46

45 1. INTRODUZIONE 1.1. Aspetti introduttivi 1.2. Normativa di riferimento "MODELLO 231" ESEMPIO DI INDICE (1) 2. L ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA 2.1. Profili dell Associazione Sportiva 2.2. Struttura societaria 2.3. Organizzazione 3. IL DECRETO LEGISLATIVO 231/ I reati previsti dal D.Lgs 231/ Le Sanzioni previste dal D.Lgs. 231/ Destinatari del Modello Formazione del personale 3.6. Struttura del Modello 3.7. Approvazione del Modello CONVEGNO Pag. 45 di 46

46 4. ORGANISMO DI VIGILANZA 4.1. L Organismo di Vigilanza 4.2. Requisiti essenziali 4.3. Funzioni 4.4. Poteri 4.5. Regolamento dell Organismo di Vigilanza 5. SISTEMA DISCIPLINARE 5.1. Funzione del sistema disciplinare 5.2. Misure nei confronti del personale 5.3. Misure nei confronti degli Amministratori 6. CODICE ETICO ALLEGATO 1: MAPPATURA DEI RISCHI "MODELLO 231" ESEMPIO DI INDICE (2) CONVEGNO ALLEGATO 2: PROTOCOLLI PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO DI COMMISSIONE DEI REATI PRESUPPOSTO Pag. 46 di 46

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