MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE
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- Clementina Salvi
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1 Presentazione MODELLI DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE ex D.Lgs. 231/01 Pag 1 di 6
2 PREMESSA Con l introduzione nell ordinamento giuridico italiano del D.Lgs. 8 giugno 2001, n.231 qualsiasi soggetto giuridico (ad esclusione di alcuni Enti Pubblici) può essere ritenuto responsabile in sede penale qualora l organo giuridico accerti che, dalla commissione di uno o più reati presupposto da parte di uno o più soggetti aziendali, la condotta illecita abbia procurato all Ente un interesse o un vantaggio. La disciplina introduce tuttavia la cosiddetta clausola esimente, che si traduce nella realizzazione, mantenimento e dimostrazione di idoneità di un MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE (MOG) che l azienda può adottare al fine di proteggersi da eventuali condotte illecite di uno dei soggetti aziendali, a partire da quelli apicali. LO SCENARIO e L OGGETTO DELLA NORMA In campo internazionale molto si fa sia per gestire la responsabilità amministrativa che per creare PROGRAMMI DI CONFORMITÀ, che servono a: - Ridurre i rischi - Tutelare il valore delle aziende - Gestire la responsabilità dei manager Con l entrata in vigore del D.Lgs. 231/01 il legislatore AGGIUNGE ed AFFIANCA alla responsabilità delle PERSONE FISICHE anche quella delle IMPRESE o ORGANIZZAZIONI che quindi, per certi tipi di reato (elencati nel decreto), commessi da soggetti che le rappresentano (apicali o persone sottoposte alla direzione e vigilanza di questi ultimi) e sotto specifiche condizioni (solo se i reati sono commessi nell interesse o vantaggio dell impresa) possono vedersi interdette dalla partecipazione ad appalti, vedersi sospese le licenze o autorizzazioni o la stessa attività. L ingresso, nell elenco dei reati presupposto, anche di quelli in violazione alle normative in materia di sicurezza e salute sul lavoro (nel 2007) e ambientali (nel 2011) ha incrementato l attenzione verso questa disciplina, che ha ricevuto l interesse dei giudici in questo ultimo periodo, tanto da diventare, attualmente, un requisito fondamentale da tenere in considerazione nella conduzione dell attività imprenditoriale. Pag 2 di 6
3 I REATI PRESUPPOSTO Le seguenti sono le famiglie di rischio attualmente previste dal decreto: 1) REATI COMMESSI NEI RAPPORTI CON LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 2) REATI SOCIETARI 3) ABUSO DI MERCATO 4) TERRORISMO O EVERSIONE DELL ORDINE DEMOCRATICO 5) REATI CONTRO LA PERSONALITÀ INDIVIDUALE 6) REATI COLLEGATI ALLA SICUREZZA SUL LAVORO 7) RICETTAZIONE, RICICLAGGIO E IMPIEGO DI DENARO, BENI O UTILITÀ DI PROVENIENZA ILLECITA 8) REATI INFORMATICI 9) CRIMINALITÀ ORGANIZZATA 10) DELITTI CONTRO L INDUSTRIA ED IL COMMERCIO 11) VIOLAZIONE DEL DIRITTO D AUTORE 12) REATI AMBIENTALI Le famiglie di reato contengono le fattispecie, che attualmente superano abbondantemente il centinaio di reati. LA SOLUZIONE ESIMENTE Cosa serve per evitare sanzioni in questo campo: 1) Dotarsi di MODELLI DI ORGANIZZAZIONE idonei a prevenire i reati, o integrare quelli esistenti 2) Applicare i modelli così creati EFFICACEMENTE (quindi devono servire a prevenire i reati) 3) Disporre di un ORGANISMO deputato a vigilare e monitorare 4) Disporre di un SISTEMA DI VERIFICA PERIODICA 5) Disporre di un SISTEMA SANZIONATORIO 6) Dimostrare una FRAUDOLENTA ELUSIONE DELLE DISPOSIZIONI 7) Dimostrare di aver esercitato UN CONTROLLO DILIGENTE E CONTINUO 8) Aver svolto FORMAZIONE Pag 3 di 6
4 IN PRATICA COSA SIGNIFICA REALIZZARE UN MODELLO? Realizzare un modello organizzativo significa realizzare una serie di protocolli e procedure aziendali che regolamentino la gestione di particolari processi sensibili, ovvero le aree aziendali in cui potrebbero essere commessi i reati presupposto. Mantenerlo significa diffondere le procedure nell organizzazione attraverso opportune procedure e vigilare sull applicazione del modello attraverso uno specifico Organo di Vigilanza e Controllo aziendale. I passi per la realizzazione del modello, in sintesi, sono i seguenti: 1) Mappare i processi aziendali definendo i potenziali reati e valutando i rischi aziendali 2) Valutati i rischi, definire i protocolli di controllo degli stessi 3) Realizzare e formalizzare i protocolli (scrivere un manuale e procedure a partire da quelli eventualmente esistenti) e definire Codice Etico e Provvedimenti Disciplinari 4) Istituire l Organo di Vigilanza che svolgerà periodici controlli ORGANISMO DI VIGILANZA L Organismo di Vigilanza è un soggetto aziendale (monocratico o collegiale), collocato alle dipendenze del vertice aziendale, con finalità di vigilanza sull efficacia del modello e sul suo corretto funzionamento nel tempo. Esso deve essere: - AUTONOMO e INDIPENDENTE: nessuna funzione operativa, autonomi poteri di iniziativa e controllo su tutti i settori aziendali - PROFESSIONALE e OPERATIVO: possesso di strumenti e tecniche necessarie allo svolgimento dell incarico - DOTATO di CONTINUITÀ D AZIONE Pag 4 di 6
5 COSA SIGNIFICA NELL OPERATIVO GESTIRE LA 231? Prima di tutto, fare una check list di autoanalisi (AUDIT 231) riguardante l opportunità di applicare la normativa e fare la MAPPATURA e dei Processi. È praticamente indispensabile applicare la 231 anche in uno solo dei seguenti casi: - L azienda è quotata in Borsa - L azienda è esposta a rischi per la sicurezza che possano comportare danni gravi ai propri dipendenti, collaboratori o esterni che lavorino in aree produttive dell azienda - L azienda comanda i propri lavoratori al di fuori del perimetro produttivo aziendale Oltre a quanto sopra, è estremamente consigliato applicare la 231 quando ad esempio: - l azienda partecipa a gare o riceve appalti da Enti Pubblici - L azienda intrattiene rapporti con la P.A. (richiesta di finanziamenti, autorizzazioni, ecc. Poi, riassumendo in 10 azioni, applicare la norma significa: 1) ANALISI RISCHIO (con metodologia adatta punto centrale e difficile perché multidisciplinare) 2) ESAME INIZIALE (AUDIT) sui modelli gestionali esistenti 3) CODICE ETICO 4) FORMALIZZAZIONE E CONTRATTI 5) INFORMAZIONE E FORMAZIONE 6) ORGANISMO DI VIGILANZA 7) MODELLO e suo DOCUMENTO DI SINTESI per il CdA 8) APPLICAZIONE e CONTINUO AGGIUSTAMENTO 9) ATTESTAZIONE E VERIFICA (procedure formali e professionisti preparati molti controlli già esistono vanno formalizzati) 10) MANUTENZIONE del MODELLO e DEL SISTEMA Pag 5 di 6
6 QUALE IMPEGNO È RICHIESTO? Dipende dal tipo di azienda. L impegno è progressivamente minore se, ad esempio: a) L azienda ha già adottato un codice etico o di comportamento b) L azienda ha attuato un sistema di deleghe chiaro e definito dove i ruoli non sono tra loro incompatibili ai fini del decreto c) Esistono già modelli organizzativi o l azienda gestisce già da tempo tematiche come la sicurezza, gli acquisti, l ambiente esterno d) Le risorse finanziarie sono attentamente controllate e sempre autorizzate dal responsabile Se l azienda è in possesso di questi ed altri strumenti, il lavoro si avvicina molto alla verifica di idoneità e formalizzazione di quanto già attuato, creando eventualmente solamente le parti mancanti del modello, qualora ritenuto opportuno. In caso contrario l impostazione deve essere costruita dall inizio. In entrambi i casi il beneficio di disporre di un modello organizzativo ben organizzato e formalizzato è automatico e assolutamente consigliato. PRATIKA S.r.l. può supportare la Vs. azienda in tutti i passi di realizzazione e mantenimento del modello organizzativo. Pratika S.r.l. Azienda con sistema di gestione certificato Pag 6 di 6
Avv. Carlo Autru Ryolo
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