Lezione n. 3 Parte 1. Procedure da Adottare In Caso Di Incendio.

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1 Lezione n. 3 Parte 1 Procedure da Adottare In Caso Di Incendio.

2 Il piano di emergenza in caso di incendio. Uno strumento basilare per la corretta gestione degli incidenti (siano essi incendi, infortuni, fughe di gas) è il cosiddetto piano di emergenza interno (P.E.I.). Il P.E.I. è un documento. Scopo del P.E.I. è evitare che ad incidente avvenuto si debba improvvisare la sequenza di azioni da intraprendere. Scopo del P.E.I. è definire gli incarichi, i compiti e la sequenza delle procedure da intraprendere in caso di incidente. 2

3 Fasi del Piano di Emergenza Interno. Allarme. Chiamata dei soccorsi interni ed esterni. Salvaguardia ed evacuazione delle persone. Messa in sicurezza degli impianti di processo. Compartimentazione e confinamento dell incendio. Protezione dei beni e delle attrezzature. Estinzione completa dell incendio. 3

4 Struttura del Piano di Emergenza Interno. Organigramma aziendale. Gestore aziendale dell emergenza. Previsione degli scenari incidentali. Attivazione dell emergenza. Attribuzione degli incarichi. Esecuzione di P.O.S. aziendali. Fine dell emergenza. Esercitazioni periodiche, revisione ed aggiornamento del P.E.I. 4

5 Prima dell Emergenza. La definizione di un organigramma aziendale all interno del Piano consente di definire la gerarchia e la responsabilità aziendale. Sostanzialmente consente di capire: chi fa cosa. La definizione della figura del Gestore dell Emergenza, secondo una scala gerarchica coerente con l organigramma aziendale, permette di capire chi prenderà in mano le redini dell emergenza durante l incidente. 5

6 Prima dell Emergenza. La previsione degli scenari incidentali è fondamentale e decisiva. È importante concentrare i propri sforzi su eventi che possano realmente accadere, ricercando nella storia dell attività o su fatti desumibili dalla letteratura di settore accaduti in realtà similari. 6

7 Prima dell Emergenza. Fughe di gas. Incendi in Laboratori. Ripostigli. Archivi. Magazzini. Locali tecnici. Versamenti accidentali di sostanze tossiche, corrosive, infiammabili Se ambienti o sostanze non sono presenti, non ha senso prepararsi ad emergenze impossibili. Occorre evitare piani generici o preconfezionati e preparare da soli il proprio P.E.I. o quantomeno collaborare attivamente con l estensore se è un fornitore esterno all azienda. 7

8 Durante l emergenza Alcune fasi contraddistinguono tutte le emergenze ipotizzabili. Scoperta dell incidente ed allarme. Intervento del Gestore dell emergenza. Suddivisione dei compiti. (centralino, squadra di evacuazione, manutentori, squadra di intervento sul fuoco). Attivazione della Procedura. Chiusura dell emergenza. 8

9 Scoperta dell incidente ed allarme. È abbastanza improbabile che sia un addetto antincendio a scoprire l incidente (supponiamo si tratti di un incendio). Di norma gli addetti antincendio si troveranno immersi nel loro lavoro quotidiano, in punti diversi dell attività, nel momento in cui inizierà un incendio. Pertanto nell ipotesi a seguire immagineremo un incendio all interno di un attività medio-grande, dotata di un organizzazione efficace, nella quale sia presente un adeguato numero di addetti antincendio ed un piano di emergenza. Supponiamo allora che l incendio avvenga in un ambiente non presidiato, ad esempio all interno del ripostiglio per i materiali di pulizia, nel volume della palazzina uffici, di uno stabilimento industriale. 9

10 Scoperta dell incidente ed allarme. Possiamo immaginare due differenti casi. 1. Il locale è sorvegliato da un impianto automatico di rivelazione incendio (ad esempio è presente un rivelatore puntiforme di fumo). 2. Il locale non è sorvegliato e la scoperta avviene da parte di un dipendente che osserva del fumo fuoriuscire, ad esempio, da sotto la porta di accesso al locale. Nel primo caso si attiveranno immediatamente i dispositivi ottici ed acustici di allarme. Questi potrebbero essere attivati contemporaneamente in tutta l attività, o solo in una porzione di essa, o addirittura solo in un apposito locale permanentemente presidiato, a seconda della strategia aziendale. 10

11 Scoperta dell incidente ed allarme. Nel secondo caso immaginiamo che il dipendente sia stato adeguatamente informato circa la procedura da seguire. Con questo si vuole significare che tale dipendente non proverà ad aprire la porta, non si introdurrà all interno del locale, non proverà ad intraprendere iniziative di alcun genere (come prendere stracci per chiudere interstizi o bagnare la porta), ma, più semplicemente si dirigerà verso il più vicino pulsante di allarme incendio ad attivazione manuale, premendolo. Per semplicità immaginiamo allora che il ripostiglio in oggetto sia chiuso a chiave e che le chiavi non siano immediatamente disponibili. 11

12 Scoperta dell incidente ed allarme. Anche in questo caso si attiveranno immediatamente i dispositivi ottici ed acustici di allarme. Questi come per la rivelazione automatica, potrebbero essere attivati contemporaneamente in tutta l attività, o solo in una porzione di essa, o addirittura solo in un apposito locale permanentemente presidiato, a seconda della strategia aziendale. La fase di scoperta dell incendio e di allarme è pertanto terminata, vediamo cosa potrà accadere. 12

13 Attivazione del Gestore dell Emergenza. Abbiamo bisogno di fare qualche ipotesi. 1. L allarme suona solo al centralino, presidiato da personale formato. 2. Il gestore dell emergenza è correttamente individuato ed è presente nell attività. 3. Gli addetti antincendio sono presenti in numero sufficiente, essi risultano rintracciabili tramite cercapersone o telefoni portatili, funzionanti anche in assenza di tensione. 4. L allarme è stato dato manualmente da un dipendente utilizzando uno dei pulsanti presenti all interno dell attività. 13

14 Attivazione del Gestore dell Emergenza. Il centralinista prende nota dell allarme e avverte, secondo l organigramma, la persona che riveste quel giorno la figura di Gestore dell Emergenza. Il Gestore dell emergenza si porta in centralino e prende alcune decisioni: 1. Avvertire o meno i VV.F. 2. Dare o meno un primo ordine di evacuazione parziale del fabbricato interessato dall evento (palazzina uffici). 14

15 Attivazione del Gestore dell Emergenza. Alcune azioni saranno invece intraprese sicuramente: 1. Allarmare il personale addetto alla messa in sicurezza degli impianti. 2. Allarmare il personale addetto alla lotta antincendio. 3. Allarmare il personale addetto all evacuazione del fabbricato. Nel frattempo, secondo una procedura diffusa e conosciuta in azienda, il dipendente che ha dato l allarme, si reca in centralino per dare le informazioni del caso. 15

16 Attivazione del Gestore dell Emergenza. È già possibile individuare diverse criticità, ad esempio: 1. Presenza di impianto automatico di rivelazione: nessuno è in grado di comprendere la zona di intervento. Non è stata fatta formazione ai dipendenti sul funzionamento della centralina dell impianto. Non si sa dove la centralina sia ubicata. La centralina si trova nello stesso locale interessato dall incendio. 2. Impianto ad attivazione manuale: il dipendente non si reca in centralino. L informazione è in parte desumibile dalla centralina, ma potremmo ricadere nel caso precedente. 16

17 Attivazione del Gestore dell Emergenza. 3. Il gestore dell emergenza è stato individuato in una sola persona fisica, quel giorno assente. Egli è l unico a conoscere procedure ed impianti. 4. L impianto non funziona, l alimentazione di rete è venuta meno per un corto circuito causato dall incendio e non era presente o funzionante una batteria tampone. 5. La squadra antincendio è sottodimensionata, i telefoni non funzionano o non è presente in centralino un elenco dei numeri stessi. 6. Altro. 17

18 Attribuzione degli incarichi Gli incarichi principali riguardano: La chiamata ai VV.F. tramite 115. L invio della squadra antincendio aziendale sul posto. La messa in sicurezza degli impianti tecnici pericolosi. L attivazione della procedura di evacuazione parziale o totale dell attività. 18

19 Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso (115). Una buona gestione dell emergenza inizia anche con la corretta attivazione delle squadre di soccorso. Pertanto è bene che, dopo aver individuato la figura incaricata di diramare l allarme, venga predisposto un apposito schema con le corrette modalità. Ad esempio un documento scritto, facilmente recuperabile, contenente le informazioni essenziali. 19

20 Le procedure di chiamata dei servizi di soccorso. Una richiesta di soccorso deve contenere almeno questi dati: l indirizzo dell azienda e il numero di telefono. Il tipo di emergenza in corso. Eventuali persone coinvolte/feriti. Reparto coinvolto. Stadio dell evento (in fase di sviluppo, stabilizzato, ecc.); Altre indicazioni particolari (materiali convolti, necessità di fermare i mezzi a distanza, ecc.). Indicazioni sul percorso; Può essere una buona idea predisporre e tenere sempre a portata di mano una pagina fax che indica i percorsi per raggiungere l Azienda; lo schema viene inviato alla Sala Operativa dei Vigili del Comando dei Vigili del Fuoco al momento dell emergenza. L operatore del 115, in contatto radio con le squadre, può così fornire preziose indicazioni per guidarle in posto nel più breve tempo possibile. 20

21 Esercitazioni periodiche, revisione ed aggiornamento del P.E.I. (solo Scuole) Questo aspetto è regolamentato dal punto 12.0 del D.M. 26/08/1992 e dall Allegato VII del D.M. 10/03/1998. Il D.M. prevede al punto 12 alcune Norme di Esercizio ed in particolare: 12.0 Deve essere predisposto un piano di emergenza e devono essere fatte prove di evacuazione, almeno due volte nel corso dell anno scolastico. 21

22 Esercitazioni periodiche, revisione ed aggiornamento del P.E.I. L Allegato VII del D.M. 10/03/1998 al punto ESERCITAZIONI ANTINCENDIO, recita: Nei luoghi di lavoro ove, ai sensi dell'art. 5 del presente decreto, ricorre l'obbligo della redazione del piano di emergenza connesso con la valutazione dei rischi, i lavoratori devono partecipare ad esercitazioni antincendio, effettuate almeno una volta l'anno, per mettere in pratica le procedure di esodo e di primo intervento. 22

23 Esercitazioni periodiche, revisione ed aggiornamento del P.E.I. Sempre facendo riferimento a norme che regolamentano la questione occorre anche ricordare che ai sensi dell art. 37, comma 9 del D.Lgs 81/2008: I lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei luoghi di lavoro ( ), di ( ), e di gestione dell'emergenza devono ricevere un'adeguata e specifica formazione e un aggiornamento periodico. 23

24 Esercitazioni periodiche, revisione ed aggiornamento del P.E.I. Ciò premesso risulta evidente che le prove di evacuazione, da sole non sono sufficienti a soddisfare integralmente quanto richiesto dalle disposizioni in essere e che sarebbe necessario prevedere, almeno una volta l anno, un esercitazione in grado di mettere alla prova l intero piano di emergenza e non la sola evacuazione. 24

25 F I N E. 25

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