3 OSSERVATORIO SULL OCCUPAZIONE DELL ARTIGIANATO E DELLA PICCOLA IMPRESA VENETA

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1 3 OSSERVATORIO SULL OCCUPAZIONE DELL ARTIGIANATO E DELLA PICCOLA IMPRESA VENETA A cura di

2 Indice Premessa...p. 1 Sintesi dei principali elementi dell Osservatorio...p. 3 La direzione delle piccole imprese: titolari e soci...p. 8 Il personale dipendente delle piccole imprese...p. 16 Gli altri addetti...p. 23 La dinamica occupazionale delle piccole imprese...p. 25 Le assunzioni di personale...p. 25 Le uscite di personale...p. 32 Le tendenze occupazionali...p. 37 Conclusioni...p. 41 Metodologia di indagine e struttura del campione...p. 43 Bibliografia...p. 45

3 Premessa Prosegue, con la terza rilevazione, l Osservatorio sull occupazione dell artigianato e della piccola impresa veneta. Si tratta di un indagine, promossa dalla Fondazione Moressa e realizzata dal Centro Studi Sintesi, con l obiettivo di costruire una panoramica sulle dinamiche occupazionali di una parte estremamente importante di operatori della nostra economia: l artigianato e le piccole imprese. Negli ultimi anni, anche a causa dello stallo economico, è aumentato l interesse da parte di economisti, osservatori e responsabili delle politiche economiche per le dinamiche del lavoro. In particolare, si vorrebbe venire a conoscenza della tipologia di ripercussioni che la crisi economica avrà sull occupazione dell artigianato e delle piccole imprese. Si deve ricordare che il mondo dell artigianato e della piccola impresa soffre di una forte carenza di informazioni relative alle caratteristiche occupazionali; è risaputo che siamo di fronte a imprese di piccole dimensioni, ma scendere nel dettaglio di questa informazione oggi sembra una operazione poco attuabile. Purtroppo, pur interpellando le fonti statistiche ufficiali (Istat in primis), i dati e le informazioni relative all occupazione di questi attori economici sono molto esigue. In realtà, tramite la realizzazione di una indagine congiunturale ad hoc su questa problematica, è possibile recuperare alcune importanti informazioni che possono chiarire moltissimi aspetti sull occupazione di queste aziende; per questo motivo è stato effettuato un monitoraggio della struttura organizzativa ed occupazionale delle piccole imprese venete, che seppur non esaustivo, ha comunque fornito la possibilità di evidenziare quali sono le dimensioni lavorative tipiche, le problematiche e le opportunità che da esse possono sorgere. La costruzione di questo monitoraggio è molto importante visto che l artigianato e le piccole imprese sono soggetti economici rilevanti che hanno una elevata capacità di creare una quota significativa di occupazione e quindi sono in grado di supportare la crisi organizzativa/occupazionale della grande impresa. a cura del Centro Studi Sintesi 1

4 cinque parti: Per un immediata comprensione dei risultati ottenuti, il lavoro sarà suddiviso in - Titolari/soci: il capitolo vuole esaminare la struttura direzionale delle piccole imprese non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche sostanziale. Infatti, attraverso opportuni focus si rileva, oltre al titolo di studio e all età dei dirigenti d azienda, anche la percentuale di donne che occupano il vertice aziendale; - Dipendenti/collaboratori: questa sezione esaminerà quante sono le piccole imprese con dipendenti, qual è il numero medio di dipendenti per settore economico e quali sono le forme contrattuali maggiormente diffuse. Ma oltre a questi dati puramente quantitativi verranno effettuate considerazioni sulla occupazione femminile, su quanto questa risorsa è riuscita ad affermarsi nella piccola impresa; - Assunzioni: non è irrilevante il contributo che le piccole imprese e l artigianato danno alla crescita occupazionale. È quindi importante capire come questo sia mutato nel tempo, se la difficoltà nel reperire manodopera sia dovuta solo ad una insufficiente qualificazione dei lavoratori o ad aspettative che cambiano; - Licenziamenti: trattasi di un parametro importante per capire le dinamiche occupazionali. Infatti, possono essere messi in relazione con la crisi economica e l incertezza per il futuro o con il fatto che le piccole imprese sono più esigenti rispetto alle altre fasce dimensionali. - Le tendenze occupazionali: attraverso i dati sul numero di assunti e licenziati nel 2005, si analizzano le variazioni occupazionali in questi periodi, il capitolo si arricchisce con le previsioni degli imprenditori per il primo semestre In questo contesto non si esaminano solo le tendenze occupazionali complessive, ma anche sulla base del settore di attività. a cura del Centro Studi Sintesi 2

5 Sintesi dei principali elementi dell Osservatorio Imprenditore senza distinzione di sesso (dati riferiti al 2 semestre 2005) Percentuale d imprese con un solo titolare 45,3% Dimensione media dell attività gestionale 1,8 Classe d età più numerosa tra i titolari/soci Superiore a 55 anni (35,2%) Titolo di studio più frequente tra i titolari/soci Licenza Media (31,1%) Imprenditrice (dati riferiti al 2 semestre 2005) Percentuale di aziende con titolari/soci donne 23,7% Incidenza media sul numero di imprenditori totali 16,2% Classe d età più numerosa tra le titolari/socie anni (32,5%) Titolo di studio più frequente tra le titolari/socie Diploma superiore (39,6%) a cura del Centro Studi Sintesi 3

6 Dipendenti delle imprese intervistate Senza distinzione di sesso. (dati riferiti al 2 semestre 2005) Percentuale di imprese senza dipendenti 24,2% Numero medio di dipendenti nelle aziende con personale 6,1 Percentuale di lavoratori a tempo indeterminato sul totale dipendenti 93,4% Incidenza dei lavoratori a part-time sul totale dipendenti 3,5% Numero medio di collaboratori familiari per impresa (se presenti) 1,2 Dipendenti donne delle imprese intervistate (dati riferiti al 2 semestre 2005) Incidenza dei dipendenti donne sul totale dipendenti 28,6% Incidenza delle lavoratrici a tempo indeterminato sul totale dipendenti donne 93,6% Percentuale di lavoratrici che usufruiscono di un contratto part-time sul totale delle lavoratrici 9,3% a cura del Centro Studi Sintesi 4

7 Assunzioni nelle imprese intervistate Assunzioni effettuate nel corso del 2 semestre 2005 Confronto con i sei mesi precedenti Percentuale di aziende che negli ultimi sei mesi hanno assunto 13,4% Settore in cui si è registrato il maggior numero di assunzioni Edilizia S. imprese Provincia in cui si è registrato il maggior numero di assunzioni Treviso Treviso Assunzioni previste nel corso del 1 semestre 2006 Percentuale di aziende che hanno intenzione di assumere nei prossimi sei mesi 14,2% Settore in cui si sono registrate il maggior numero di imprese con intenzione ad assumere Produzione Edilizia Provincia in cui si sono registrate il maggior numero di imprese con intenzione ad assumere Treviso Belluno Assunzioni di personale femminile nel corso del 2 semestre 2005 Confronto con i sei mesi precedenti Imprese che hanno effettuato assunzioni femminili sul totale delle imprese che hanno assunto 26,5% Settore, in cui si sono registrate il maggior numero di assunzioni femminili sul totale delle imprese che hanno assunto S. imprese S. persone a cura del Centro Studi Sintesi 5

8 Uscite di personale nelle imprese intervistate Uscite di personale nel corso del 2 semestre 2005 Confronto con i sei mesi precedenti Percentuale di aziende che negli ultimi sei mesi hanno riportato uscite di personale 16,1% Settore in cui si è registrato il maggior numero di aziende con uscite di personale Edilizia Edilizia Provincia in cui si è registrato il maggior numero di aziende con uscite di personale Treviso Treviso Licenziamenti previsti nel corso del 1 semestre 2006 Percentuale di aziende che hanno intenzione di licenziare nei prossimi sei mesi 3,0% Settore in cui si sono registrate il maggior numero di imprese con intenzione a licenziare Produzione Produzione Provincia in cui si sono registrate il maggior numero di imprese con intenzione a licenziare Padova Rovigo Uscite di personale femminile nel corso del 2 semestre 2005 Confronto con i sei mesi precedenti Imprese in cui si sono verificate uscite di personale femminile sul totale delle imprese che effettuato licenziamenti 26,8% Settore in cui si sono registrate il maggior numero di uscite di personale femminile sul totale delle imprese che effettuato licenziamenti S. imprese S. imprese a cura del Centro Studi Sintesi 6

9 Tendenze occupazionali Variazione in percentuale del personale dal 1 sem al 2 sem Variazione a livello regionale -1,0% Settore economico (settore peggiore) Produzione (-1,3%) Settore economico (settore migliore) S. imprese (-0,6%) Variazione in percentuale del personale femminile dal 1 sem al 2 sem Variazione a livello regionale -1,4% Variazione in percentuale prevista dal 2 sem al 1 sem Var.% 1 sem. 05/1 sem. 06 Variazione a livello regionale +2,1% +1,1% a cura del Centro Studi Sintesi 7

10 La direzione delle piccole imprese: titolari e soci Il primo step di analisi riguarda la natura organizzativa delle imprese, distinguendole in base alla loro composizione direzionale. Non vi sono differenze rilevanti nella classe direzionale dei due campioni; in entrambi i semestri infatti circa la metà delle aziende interpellate sono costituite solo dal titolare e più la struttura organizzativa diventa complessa più il numero delle aziende va affievolendosi. In particolare, confrontando il 2 semestre 2005 con i sei mesi precedenti, si nota una minore presenza di aziende costituite da un unico socio con un conseguente aumento delle aziende costituite da 3 e più soci. TITOLARI-SOCI Imprese del campione per numero di titolari e soci 1 sem sem Titolare 48,9% 45,3% 2 Soci 33,2% 33,3% 3 Soci 11,7% 14,5% 4 Soci e più 6,2% 6,9% Totale 100,0% 100,0% a cura del Centro Studi Sintesi 8

11 Distinguendo le imprese in base al settore di attività per il 2 semestre 2005, si possono osservare delle differenze piuttosto evidenti: in primo luogo si può notare come le aziende costituite solo dal titolare sono prevalentemente accentrate nei servizi alle persone (il 66,7%). Le aziende più strutturate risultano essere, al contrario, quelle dedite all edilizia ed ai servizi alle imprese: per questi due settori di attività, infatti, si registra la maggior percentuale di aziende aventi rispettivamente tre soci (il 17,2%) o quattro e più soci (il 9,9%). Si osserva anche che, ad eccezione delle imprese di produzione che sono costituite prevalentemente da due soci, la maggior parte delle aziende sono comunque gestite dal solo imprenditore, caratterizzazione più ampia del mondo artigiano e della piccola impresa. TITOLARI-SOCI Imprese del campione per numero di titolari-soci e settore di attività 2 semestre 2005 Produzione Edilizia Servizi alle imprese Servizi alle persone 1 Titolare 35,7% 47,5% 43,0% 66,7% 2 Soci 42,1% 29,0% 33,8% 22,2% 3 Soci 14,9% 17,2% 13,2% 8,1% 4 Soci e più 7,3% 6,3% 9,9% 3,0% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% Analizzando, inoltre, la dimensione media della direzione gestionale dell impresa è emerso che a livello generale il numero medio di soci presenti nelle imprese è pari a 1,8 sia nel primo che nel secondo semestre Si osservano però alcune differenze per quanto concerne i diversi settori di attività e le province costituenti il Veneto. Nell analisi per settore economico, la dimensione media è più elevata nelle aziende che operano nella produzione e nei servizi alle imprese; in particolare, nel settore della produzione la dimensione media cresce da 1,9 nel 1 semestre 2005 a 2,0 nei sei mesi successivi, mentre nel settore dei servizi alle imprese sono presenti in media 1,9 soci in entrambi i semestri considerati. Anche per quanto riguarda le imprese dell edilizia si nota una crescita della dimensione media (1,7 nel 1 semestre 2005 e 1,8 nel 2 semestre a cura del Centro Studi Sintesi 9

12 2005) e in modo più accentuato nel settore dei servizi alle persone, che passano da 1,3 a 1,5. È la provincia di Treviso, nel primo semestre 2005, a riportare la dimensione aziendale maggiore (2,1), mentre Rovigo fa da fanalino di coda con una media di 1,3 soci/titolari. Nel semestre successivo Padova registra il risultato più elevato (2,1), subito seguita da Treviso. Le imprese di Venezia e di Rovigo emergono per detenere la minore dimensione strutturale della regione (rispettivamente 1,4 e 1,6). TITOLARI-SOCI Imprese del campione per dimensione media della direzione gestionale per settore di attività e provincia Settore economico 1,9 2,0 1,8 1,7 1,9 1,9 1,5 1,3 1,8 1,8 Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT 1 sem sem. 05 Provincia 1,6 1,7 1,7 2,1 1,6 1,3 2,1 2,0 1,7 1,4 1,8 1,8 1,9 1,7 BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 10

13 Esaminando, i dati relativi all età dei titolari e dei soci, si nota come le imprese artigiane siano gestite prevalentemente da soggetti senior, ossia aventi più di 55 anni; più precisamente il 34,7% del campione appartiene a questa categoria nel 1 semestre 2005 e il 35,2% nel semestre successivo. Da non sottovalutare l importanza anche delle due fasce d età intermedie, ovvero quelle tra i 35 e i 45 anni (nel 1 semestre 2005 il 27,5% del campione fa parte di questa categoria e questa percentuale diminuisce lievemente nei sei mesi successivi) e quella tra i 45 e i 55 anni (il 27,1% nel 1 semestre 2005 e il 29,7% nel 2 semestre 2005). Esigua è invece la percentuale di titolari e soci molto giovani, ovvero con meno di 35 anni. Non è quindi irrilevante la percentuale di imprenditori che a breve termine dovrà affrontare il problema del passaggio generazionale. TITOLARI-SOCI FOCUS Distribuzione per classi d età dei titolari-soci 1 sem sem 2005 Inf. 35 anni 10,8% 8,6% Tra 35 e 45 anni 27,5% 26,4% Tra 46 e 55 anni 27,1% 29,7% Superiore a 55 anni 34,7% 35,2% Totale 100,0% 100,0% Dall analisi sulla presenza femminile all interno dei ruoli dirigenziali delle aziende emerge che in generale nel 1 semestre 2005 circa un impresa su quattro è diretta da imprenditrici e nel 2 semestre 2005 questa percentuale scende al 23,7%; da questi risultati si può dedurre che la figura femminile è ben presente nella guida delle piccole imprese venete. Suddividendo le aziende interpellate per settore economico si possono trarre alcune informazioni interessanti, ovvero sembra che nelle imprese relative alla produzione e ai servizi alle imprese ci sia una presenza maggiore di imprenditrici, siano esse titolari o socie. Il settore economico che invece si distingue per la minore partecipazione femminile all interno delle proprie aziende, è quello relativo all edilizia; questo risultato a cura del Centro Studi Sintesi 11

14 può essere giustificato dalla connotazione prettamente maschile che caratterizza l attività in questione. Un primo risultato ricavato dall analisi suddivisa per singole province è la maggiore presenza di imprenditrici nella provincia di Belluno riscontrata in entrambe le indagini; in particolare nel 1 semestre 2005 il 29,6% delle aziende presenta imprenditrici al suo interno e nel 2 semestre 2005 la percentuale sale al 31,9%. La provincia in cui le donne coprono meno posti di rilievo all interno delle aziende è Rovigo nel 1 semestre 2005 (16,2%) e nel semestre successivo invece è la provincia di Venezia (15,4%), anche se è subito seguita dalla provincia di Rovigo (15,8%). TITOLARI-SOCI FOCUS Presenza di donne titolari-soci nelle aziende per settore economico e provincia Settore economico 34,3% 32,4% 30,6% 29,6% 17,7% 16,4% 17,2% 13,4% 24,5% 23,7% Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT 1 sem sem ,9% 29,6% 29,4% 22,6% Provincia 29,0% 25,9% 25,4% 25,2% 24,8% 25,0% 19,8% 16,2% 15,8% 15,4% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 12

15 Esaminando il rapporto del numero di imprenditrici donne sul totale degli imprenditori, non si riscontrano gli stessi risultati favorevoli dell analisi precedente: nel 1 semestre 2005 su cento imprenditori quasi diciassette sono donne, incidenza che diminuisce nel semestre successivo al 16,2%. Le differenze si fanno ancora più sostanziali disaggregando il dato per settore economico; i settori relativi alla produzione e ai servizi alle imprese sono quelli che registrano un numero maggiore di titolari o soci donne, seguono i servizi alle persone, mentre viene data conferma del poco interesse femminile per il settore dell edilizia. Suddividendo i dati per province, emerge che è la provincia di Belluno ad avere una certa rilevanza numerica di imprenditrici, mentre al contrario a registrare un numero minore di titolari donne è la provincia di Rovigo; questi risultati confermano quanto già riscontrato nell analisi precedente. TITOLARI-SOCI FOCUS Distribuzione in percentuale delle imprenditrici femminili sul totale imprenditori per settore economico e provincia 22,8% Settore economico 20,1% 20,7% 19,9% 15,8% 16,6% 16,2% 8,4% 10,8% 12,2% Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT 1 sem sem. 05 Provincia 20,3% 19,2% 17,6% 16,4% 15,4% 17,1% 17,1% 14,1% 14,8% 13,6% 13,1% 11,3% 11,1% 9,8% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 13

16 Analizzando in particolare l età delle imprenditrici si osserva una prevalenza della classe dirigenziale tra i 35 e i 45 anni (circa un terzo delle imprenditrici appartiene a questa categoria), subito seguita dalla classe d età successiva per il primo semestre e dalla fascia superiore ai 55 anni per il secondo semestre. Considerando invece l incidenza sul complesso dei titolari maschi, si nota l importanza delle imprenditrici con un età inferiore ai 35 anni, ovvero della classe d età più giovane (24,3% nel 1 semestre 2005 e 24,9%, nel 2 semestre 2005); i risultati peggiori si rilevano invece nelle classi d età più anziane, a riprova dell inversione di tendenza degli ultimi anni. TITOLARI-SOCI FOCUS Distribuzione per classi d età delle donne titolari-soci Incidenza delle donne titolari-soci sul complesso dei titolari maschi Classe d età Distribuzione in percentuale Incidenza in percentuale 1 sem sem sem sem 2005 Inf. 35 anni 15,9% 12,4% 24,3% 24,9% Tra 35 e 45 anni 29,7% 32,5% 17,8% 21,4% Tra 46 e 55 anni 27,6% 23,9% 16,7% 14,0% Superiore a 55 anni 26,7% 31,3% 12,7% 15,5% Totale 100,0% 100,0% 16,4% 17,4% Dall analisi riguardante il livello di scolarizzazione dei titolari-soci delle imprese intervistate, si può osservare che più di un terzo degli intervistati possiede solo la licenza media e un altro terzo del campione possiede un diploma; la quota di imprenditori che ha conseguito una qualifica professionale si differenzia nelle due indagini, più precisamente è il 13% nel 1 semestre 2005 e cresce fino al 21,5% nel semestre successivo. I risultati si allineano invece per quel che riguarda il conseguimento della licenza elementare e della laurea, quest ultima raggiunta solo dal 5,7% dei titolari/soci nel 1 semestre 2005 e dal 6,3% degli imprenditori intervistati nei sei mesi successivi. a cura del Centro Studi Sintesi 14

17 TITOLARI-SOCI FOCUS Distribuzione dei titolari-soci per titolo di studio 35,7% 31,1% 34,0% 30,2% 21,5% 11,5% 11,0% 13,0% 0,1% 0,0% 5,7% 6,3% Nessun titolo Lic. Elem. Lic. Media Qual. Prof. Diploma Laurea 1 sem sem. 05 Esaminando il titolo di studio in base al sesso dei soggetti, si può notare come le imprenditrici siano maggiormente istruite rispetto ai propri colleghi maschi. I dati si riferiscono solamente al 2 semestre 2005 e rilevano che, mentre per le donne il titolo di studio maggiormente conseguito è il diploma di scuola superiore (39,6%), per gli uomini è la licenza media (32,1%). Per quanto riguarda invece il conseguimento della laurea si può notare che le donne laureate sono il doppio degli uomini laureati (il 10,9% delle donne contro il 5,5% degli uomini). TITOLARI-SOCI FOCUS Distribuzione delle donne titolari-soci per titolo di studio 2 semestre ,6% 32,1% 25,0% 22,7% 28,5% 0,0% 0,0% 11,2% 9,7% 14,8% 5,5% 10,9% Nessun titolo Lic. Elem. Lic. Media Qual. Prof. Diploma Laurea Maschi Femmine a cura del Centro Studi Sintesi 15

18 Il personale dipendente delle piccole imprese Le piccole imprese si riconfermano attori importanti del mondo economico, infatti, nonostante le ridotte dimensioni, concorrono alla creazione di occupazione. Se nel primo semestre 2005 erano pari al 27,7% le aziende intervistate che non dichiaravano dipendenti nella propria struttura, nei sei mesi successivi la percentuale si abbassa al 24,2%. La minor incidenza delle aziende senza nessun dipendente non è l unica differenza rilevante tra le due indagini; nel primo semestre 2005, fra le imprese che occupano uno o più dipendenti, le strutture aziendali che appaiono più prevalenti sono quelle dai 3 ai 5 dipendenti e dai 6 ai 9 lavoratori. Nell indagine successiva, non sono da sottovalutare le ultime due classi di dipendenti che comprendono quasi il 18% delle piccole imprese. DIPENDENTI Imprese del campione per classe di dipendenti 1 sem sem 2005 nessun dipendente 27,7% 24,2% 1-2 dipendenti 14,6% 15,7% da 3 a 5 dipendenti 24,6% 22,1% da 6 a 9 dipendenti 24,5% 20,2% da 10 a 14 dipendenti 6,3% 10,9% Fino a 19 dipendenti 2,3% 6,9% Totale 100,0% 100,0% Attraverso il numero medio di dipendenti (ottenuto considerando le sole aziende con dipendenti), si può precisare l effettivo contributo all occupazione, delle imprese artigiane e della piccola impresa. Come già rilevato nella tabella precedente il numero medio di dipendenti presenti è maggiore nella seconda rilevazione (6,6), mentre nel 1 semestre 2005 si registrava un valore inferiore di quasi una unità. Si osservano però alcune differenze per quanto concerne i diversi settori di attività e le province del Veneto. a cura del Centro Studi Sintesi 16

19 Ancora una volta sono le aziende della produzione e dell edilizia a registrare la dimensione media maggiore, risultato prevedibile, vista la forte quota di lavoratori che trova occupazione in questi settori. Nel primo semestre 2005, sono le aziende che si occupano di produzione a registrare i risultati migliori, subito seguite dall edilizia. Nei sei mesi successivi l incremento dei dipendenti totali è dovuta alla crescita di tutti i settori economici, con particolare rilevanza per le imprese che si occupano di servizi alle persone che registrano un incremento di 1,4 unità. Per quanto riguarda invece la suddivisione territoriale, si osserva come le imprese della provincia di Treviso e di Padova superino sempre la media regionale. Risultati elevati si leggono anche per la provincia di Verona, che occupa dai 5,8 ai 6,4 dipendenti in base all indagine. Fanno da fanalino di coda le imprese localizzate a Belluno, che nel 1 semestre 2005 occupano un numero di lavoratori pari a 4,2, risultato che migliora leggermente nel 2 semestre 2005 con una media di 4,3 lavoratori. DIPENDENTI Numero medio di dipendenti per settore economico e per area geografica (si considerano solo le imprese con dipendenti) 6,6 6,7 Settore economico 5,8 6,0 5,8 5,7 6,1 5,1 5,2 3,8 Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT 1 sem sem. 05 Provincia 7,7 7,8 4,2 4,3 6,4 6,4 6,4 5,8 5,3 5,3 5,2 4,6 4,3 4,5 BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 17

20 Se si incrociano i dati relativi al numero di soci con il numero di dipendenti si possono operare ulteriori considerazioni: le imprese con un solo titolare solitamente impiegano un numero minore di dipendenti, inoltre in entrambe le indagini più del 40% di esse dichiara di non averne. Questa percentuale si riduce nel caso di aziende in forma societaria, che mostrano, quindi, strutture maggiormente articolate: più soci ha un impresa, più alta è la percentuale di aziende con dipendenti. In maniera speculare, un maggior numero di dirigenti determina un aumento del numero medio di dipendenti. Sono le società con tre soci a detenere il primato di lavoratori inseriti nella propria struttura: nel primo semestre 2005, le aziende guidate da una triade di soci registrano una media di 6,7 dipendenti, mentre quelle guidate da un maggior numero di soci riportano 6,2 lavoratori. Il divario si fa più evidente nell indagine successiva; se nelle aziende con tre soci trovano impiego 7,3 dipendenti, questo valore si abbassa di 1,1 unità nelle aziende con 4 soci e più. DIPENDENTI Incidenza delle imprese del campione senza dipendenti e numero medio di dipendenti per classe titolari/soci (si considerano solo le imprese con dipendenti) 1 sem sem 2005 Incidenza % n medio Incidenza % n medio 1 Titolare 43,9% 5,0 43,7% 5,9 2 Soci 13,1% 6,0 7,8% 6,9 3 Soci 13,0% 6,7 5,4% 7,3 4 Soci e più 11,6% 6,2 16,7% 6,2 Totale 28,0% 5,7 24,3% 6,6 Importante dal punto di vista della stabilità o della flessibilità del mercato del lavoro risulta la verifica delle forme contrattuali che vengono applicate ai lavoratori presenti nelle aziende. Il primo step concerne ovviamente l identificazione del rapporto esistente tra i dipendenti assunti a tempo indeterminato e quelli con altri tipi di contratto, sempre comunque di dipendenza dall azienda; quasi la totalità dei dipendenti delle aziende intervistate (94,9% nel 1 semestre 2005, 93,4% nel 2 semestre 2005) è assunto con un contratto a tempo indeterminato. a cura del Centro Studi Sintesi 18

21 Sono i servizi alle imprese e le aziende che si occupano di produzione a garantire maggiormente il posto fisso, mentre le maggiori incertezze si ravvisano fra le aziende dei servizi alle persone. In particolare, nel 2 semestre 2005, proprio in questo settore si registra l 88,8% dei contratti a tempo indeterminato e quindi una maggiore consistenza di altre forme contrattuali. DIPENDENTI Incidenza percentuale dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato sul totale dei dipendenti per settore di attività 95,8% 95,9% 94,2% 93,4% 93,0% 94,1% 95,1% 94,9% 93,4% 88,8% Produzione Edilizia S. imprese S. persone Totale 1 sem sem. 05 Osservando i soli contratti a tempo indeterminato, si osserva come forme di impiego part-time siano utilizzate, all incirca, dal 6,9% dei lavoratori nel 1 semestre 2005 e dal 3,5% dei dipendenti nei sei mesi successivi; questa incidenza non risulta, però, simile in tutti i settori. Nel primo semestre 2005 sono le aziende che si occupano di produzione e quelle del comparto dei servizi alle persone a fare un più largo uso di queste forme di impieghi parziali, mentre nell indagine successiva è il settore dei servizi a dichiarare il maggior numero di lavoratori a mezza giornata. Dal confronto dei risultati generali non solo il numero di lavoratori part-time è diminuito, ma sono diminuite anche il numero di aziende che utilizzano questa forma contrattuale; infatti, se nel 1 semestre 2005 si registrava un incidenza pari a quasi 2 aziende su 10, nei sei mesi successivi solo 1 azienda su 10 dichiara di avere lavoratori part time. a cura del Centro Studi Sintesi 19

22 DIPENDENTI Incidenza percentuale dei contratti part-time sui contratti a tempo indeterminato per settore di attività 1 sem sem 2005 Produzione 8,2% 3,3% Edilizia 5,1% 2,3% Servizi alle imprese 6,1% 4,8% Servizi alle persone 11,9% 7,5% Totale 6,9% 3,5% Perc. di imprese con part-time 18,8% 11,0% Passando ad esaminare le forme contrattuali diverse dal tempo indeterminato con cui sono stati assunti i dipendenti delle aziende interpellate, emergono altri spunti di riflessione. Sono molto utilizzati i contratti a tempo determinato e l apprendistato, e dal confronto delle due indagini l incidenza di questi due contratti è in crescita. In particolare le imprese che utilizzano il tempo determinato sono quasi raddoppiate, coinvolgendo un numero medio di dipendenti pari a due. L incidenza delle altre forme contrattuali è irrisoria; nessuna azienda ha mai adottato un contratto ripartito (job sharing), mentre sono marginali le piccole imprese che utilizzano il contratto di lavoro intermittente. DIPENDENTI Incidenza percentuale delle imprese sul campione con forme contrattuali diverse dal tempo indeterminato e numero medio di addetti 1 sem sem 2005 Incidenza % n medio Incidenza % n medio Tempo determinato 5,9% 1,8 10,5% 2,0 Apprendistato 5,7% 1,7 6,2% 1,5 Intermittente 0,1% 1,0 0,3% 2,8 Ripartito 0,0% 0,0 0,0% 0,0 Altre forme 0,2% 1,5 1,6% 1,4 a cura del Centro Studi Sintesi 20

23 Mediamente negli ultimi due semestri è stata individuata una percentuale di lavoratrici pari al 29,0% dei dipendenti totali, percentuale che aumenta al 29,5% per il campione riguardante il primo semestre del 2005, per poi diminuire al 28,6% nei sei mesi successivi. Da questi risultati le donne sembrano essere una parte consistente del potenziale lavorativo delle aziende, diventa quindi importante individuarne le peculiarità per settore economico. La componente femminile, almeno in termini quantitativi, viene assorbita per quasi la metà dalle imprese di produzione. Seguono, con forte distacco, i servizi alle imprese e le imprese che si occupano di edilizia. Questi risultati sono inficiati dall ampia numerosità dei dipendenti nella produzione; infatti, dallo studio dell incidenza, sono i servizi alle imprese e alle persone i settori all interno dei quali si riporta la maggiore presenza femminile. Non risulta comunque irrilevante la componente femminile nella produzione: nel secondo semestre 2005 il 34,4% dei dipendenti in questo settore sono donne. Continua a rimanere bassa l incidenza femminile nel settore dell edilizia, dove le donne raggiungono appena il 13,7% nel 2 semestre 2005, a causa della scarsa predisposizione verso tali mansioni. Infine, è importante sottolineare come l incidenza dei dipendenti donna sul totale dipendenti è aumentata da un indagine all altra solo nei servizi alle imprese. DIPENDENTI FOCUS Distribuzione percentuale dei dipendenti donna per settore economico incidenza dei dipendenti donna sul totale dipendenti per settore economico Distribuzione in percentuale Incidenza in percentuale 1 sem sem sem sem 2005 Produzione 49,9% 44,3% 37,5% 34,4% Edilizia 19,0% 17,2% 15,3% 13,7% Servizi alle imprese 23,9% 29,0% 36,7% 40,7% Servizi alle persone 7,2% 9,5% 42,2% 38,7% Totale 100,0% 100,0% 29,5% 28,6% a cura del Centro Studi Sintesi 21

24 È già stata osservata la quasi assoluta predominanza di forme contrattuali a tempo indeterminato nelle piccole imprese; ulteriori spunti di riflessione possono emergere dalla la distribuzione delle principali forme contrattuali suddivise per sesso. Quali sono i contratti maggiormente usati nel caso di lavoratrici? Esiste una discriminazione significativa di contratto in base al sesso? Dallo studio dei dati riferiti al solo secondo semestre 2005, non appaiono evidenti discriminazioni femminili; al contrario, esse appaiono più favorite rispetto agli uomini, dal momento che il 93,6% delle lavoratrici viene assunta a tempo indeterminato, a fronte del 93,3% calcolato per l universo maschile. Si osservano piccole differenze di genere anche per quanto concerne il contratto a tempo determinato, usufruito in misura maggiore dalle donne. Seguono i rapporti di apprendistato, maggiormente diffusi all interno dell universo maschile (1,9% degli uomini, 1,7% delle donne). Per quel che riguarda il contratto part-time, sono le donne quelle ad usufruirne in modo maggiore, risultando essere il 9,3% delle lavoratrici totali a tempo indeterminato. La presenza non continuativa in azienda, infatti, permette alle lavoratrici il doppio impiego in azienda e in famiglia. La quota maschile, invece, appare marginale: 0,9%. DIPENDENTI FOCUS Distribuzione in percentuale delle principali forme di contratto. 2 semestre ,6% 93,3% 4,4% 4,0% 1,9% 1,7% 0,2% 0,0% 0,0% 0,3% 9,3% 0,0% 0,5% 0,9% Ind. Det. Appr. Inter. Ripar. Altro Part-time Maschi Femmine a cura del Centro Studi Sintesi 22

25 Gli altri addetti La recente riforma del mercato del lavoro ha dato la possibilità a molte aziende di assumere lavoratori attraverso innovativi contratti di lavoro. Si sono create nuove forme contrattuali che assieme alla comune collaborazione familiare vanno a costituire gli altri addetti. Nelle piccole imprese venete queste forme contrattuali non sembrano però essere molto diffuse: solo il 2,2% delle imprese intervistate nel secondo semestre 2005 detiene nel proprio organico dei lavoratori a progetto, seguiti dai collaboratori occasionali (1%), mentre solo lo 0,4% delle imprese interpellate ha fatto ricorso alle agenzie per l impiego interinale. La struttura familiare che tipicamente caratterizza la piccola impresa veneta trova una naturale espressione nella forma contrattuale della collaborazione familiare. Più precisamente, il 15,7% delle imprese ha addetti inquadrati sotto questa tipologia. Osservando invece il numero medio di addetti emerge che le aziende impiegano mediamente 2,1 addetti per le collaborazioni a progetto, 1,8 per i lavori interinali e 1,4 per quelle occasionali. I collaboratori familiari, invece, sono in numero inferiore, pari mediamente a 1,2. GLI ALTRI ADDETTI Incidenza percentuale delle imprese con altri addetti e numero medio di addetti. (2 sem. 2005) (si considerano solo le imprese con altri addetti) Incidenza % n medio Collaboratori familiari 15,7% 1,2 Collaboratori occasionali 1,0% 1,4 Collaboratori a progetto 2,2% 2,1 Lavoratori Interinali 0,4% 1,8 Imprese con altri addetti 19,3% 1,3 a cura del Centro Studi Sintesi 23

26 Analizzando inoltre la tipologia dei contratti atipici in base al sesso dei lavoratori, si nota la presenza di una netta distinzione tra forma di collaborazione utilizzata e sesso. Quasi la totalità infatti delle collaboratrici femmine assume la figura di collaboratrice familiare (95,3%), mentre le altre tipologie di contratto sono pressoché esigue. Per quanto riguarda gli uomini, il contratto atipico predominante è sempre quello di collaboratore familiare (53,6%), ma si nota anche una consistente presenza dei collaboratori a progetto (33,8%) e dei collaboratori occasionali (8,4%). In entrambi i casi i lavoratori interinali raggiungono percentuali basse, più precisamente il 4,2% degli altri addetti maschi e il 1,6% delle femmine. GLI ALTRI ADDETTI Distribuzione in percentuale per sesso delle forme di lavoro atipico 2 semestre ,3% 53,6% 33,8% 52,6% 47,4% 8,4% 1,7% 1,4% 4,2% 1,6% Coll. Fam. Coll. occas. Coll. a prog. Lav. inter. Tot. collab. Maschi Femmine a cura del Centro Studi Sintesi 24

27 La dinamica occupazionale delle piccole imprese Le assunzioni di personale Dall esame della dinamica occupazionale delle piccole imprese interpellate emerge, almeno per quel che riguarda le assunzioni di personale, come le difficoltà del sistema economico degli ultimi tempi non abbiano intaccato la loro capacità di assorbimento di lavoratori. Nel primo semestre 2005, infatti, il 13,9% delle aziende ha dichiarato di aver incrementato il proprio numero di dipendenti negli ultimi sei mesi, valore pressoché identico a quello del secondo semestre 2005 (13,4%). ASSUNZIONI Distribuzione in percentuale delle aziende che hanno assunto negli ultimi sei mesi 1 sem sem 2005 Aziende che hanno assunto 13,9% 13,4% Aziende che non hanno assunto 86,1% 86,6% TOTALE 100,0% 100,0% Analizzando la propensione all assunzione di personale a seconda dell attività economica, le migliori performance per quanto riguarda il 1 semestre 2005 si registrano per il settore dei servizi alle imprese: infatti, circa il 17% delle imprese del settore ha dichiarato di aver effettuato nuove assunzioni e secondariamente per la produzione con il 16,3% delle imprese. Per il secondo semestre 2005, invece, il settore economico che ha incrementato maggiormente il proprio organico, contribuendo positivamente alla crescita complessiva dell occupazione, è quello dell edilizia (15,5%), seguito dalle aziende di servizi alle imprese (il 13,8%). Il settore dei servizi alle persone, al contrario, sembra risentire di un periodo di crisi le cui prime ripercussioni si hanno inevitabilmente sulla base occupazionale, registrando una crescita minore rispetto gli altri settori. a cura del Centro Studi Sintesi 25

28 Esaminando il fenomeno occupazionale per provincia, si osserva come sia la provincia di Treviso a riportare la maggior propensione all assunzione in entrambi i periodi (21,9% nel 1 semestre 2005 e 23,7% nel 2 semestre 2005). Nel primo semestre è la provincia di Verona a dare impulso elevato alle assunzioni (con il 17% delle imprese), mentre Padova segnala una maggiore predisposizione alla creazione di posti di lavoro nel secondo semestre (22 imprese su 100 hanno effettuato assunzioni nel corso del 2 semestre 2005). Scarse, invece, sono le assunzioni effettuate dalle imprese di Padova per il primo semestre (7,4%) e di Vicenza per i sei mesi successivi (2,8%). ASSUNZIONI Distribuzione in percentuale degli assunti per settore economico e provincia 16,3% 13,2% Settore economico 16,9% 15,5% 13,4% 13,8% 7,1% 4,8% Prod. Edilizia S. imprese S. persone 1 sem sem. 05 Provincia 22,1% 23,7% 21,9% 17,0% 10,9% 7,6% 7,4% 10,9% 8,1% 13,4% 9,7% 12,9% 11,1% 2,8% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 26

29 A livello complessivo il 3,5% delle imprese ha effettuato assunzioni femminili, ma considerando solo le aziende che hanno incrementato la propria base occupazionale, la quota è pari al 26,5%. Le aziende maggiormente propense alle assunzioni in rosa sono quelle legate ai servizi alle imprese, dove il 6,6% delle ditte totali ha effettuato assunzioni femminili e la percentuale aumenta al 47,6% considerando solo le aziende che hanno assunto; al secondo posto sono presenti le imprese relative alla produzione. Scarsa, invece, è la percentuale di imprese edili che hanno assunto donne, dato prevedibile data la connotazione prettamente maschile che caratterizza questo settore. ASSUNZIONI Incidenza delle imprese che hanno effettuato assunzioni femminili rispetto alle imprese totali e rispetto alle imprese che hanno assunto nel 2 sem ,7% 47,6% 28,6% 26,5% 4,7% 8,1% 1,3% 6,6% 2,0% 3,5% Produzione Edilizia S. imprese S. persone TOT % impr. con ass. femm/impr. tot. % impr. con ass. femm/impr. che hanno eff. ass. Dallo studio dei dati rilevati nel 2 semestre 2005, emerge che il personale assunto nel secondo semestre del 2005 è per il 97,3% dipendente e solo per il 2,7% rientrante nella definizione di altri addetti, risultato che conferma l importanza di queste aziende per la stabilità del lavoro. Nel caso dei lavoratori dipendenti il 66,3% è stato assunto a tempo indeterminato e il 26,6% è a tempo determinato. Buono è anche l utilizzo da parte delle imprese della forma contrattuale di apprendistato (6,4%), mentre risultano pressoché inesistenti le altre forme contrattuali. Gli altri addetti sono costituiti per la maggior parte da collaboratori, in particolare si segnala una buona presenza di collaboratori a progetto e collaboratori familiari. Non bisogna omettere la presenza di lavoratori interinali, mentre non sono stati rilevati nuovi contratti di collaborazione occasionale. a cura del Centro Studi Sintesi 27

30 ASSUNZIONI Distribuzione in percentuale delle forme di assunzione. 2 sem 2005 Dipendenti 97,3% 66,3% 26,6% 6,4% 0,0% 0,0% 0,7% Ind. Det. Appr. Inter. Ripart. Altro Tot. dip. "Altri addetti" 59,2% 32,5% 0,0% 8,3% 2,7% Coll. fam. Coll. occ. Coll. prog. Interinali Tot. coll. a cura del Centro Studi Sintesi 28

31 Lo stato di salute delle piccole imprese venete registrato nell ultima indagine, induce solo l 14,2% di esse a voler incrementare il proprio organico nel prossimo semestre. Le imprese che fanno le previsioni migliori sono quelle della produzione e dei servizi alle imprese. Dall analisi provinciale nel secondo semestre 2005 emergono le previsioni ottimistiche di Treviso che sembra rappresentare la zona con maggior attrazione occupazionale, dato che oltre il 22% delle aziende di questo territorio ha dichiarato di voler assumere nuovo personale. Fanno da fanalino di coda le province di Verona e Belluno. INTENZIONE AD ASSUMERE Distribuzione in percentuale delle aziende che hanno intenzione di assumere nei prossimi sei mesi per settore e provincia 2 sem 2005 Settore economico 19,0% 12,0% 15,0% 14,2% 7,3% Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT Provincia 22,2% 7,6% 15,7% 17,4% 12,8% 9,1% 13,5% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 29

32 Secondo i dati ottenuti dall indagine del 2 semestre 2005, il motivo principale che spinge gli intervistati ad assumere nuovo personale è dovuto alla necessità di incrementare l organico già esistente (75,1%). Il 13,4% ha necessità di sostituire i dipendenti allontanati dal lavoro a causa di licenziamento, maternità o pensionamento. Non risultano marginali le aziende che sentono il bisogno di introdurre all interno delle aziende nuove figure professionali mai utilizzate fino a quel momento (11,6%). INTENZIONE AD ASSUMERE Motivi per cui intende assumere nuovo personale 2 sem 2005 Incremento 75,1% Sostituzione 13,4% Nuove figure 11,6% Al personale che verrà assunto nella prima parte dell anno verranno proposti prevalentemente contratti di lavoro classici, ossia a tempo indeterminato (47,3%) e a tempo determinato (29,0%). Continua ad essere molto usato il contratto di apprendistato, utilizzato per i neoassunti nel 9,3% dei casi. In percentuale minore verranno utilizzate le forme più flessibili, come le collaborazioni, il lavoro interinale e altre forme contrattuali. a cura del Centro Studi Sintesi 30

33 INTENZIONE AD ASSUMERE Distribuzione in percentuale del tipo di contratto che verrebbe utilizzato per i nuovi assunti. 2 sem ,3% 29,0% 9,3% 3,4% 2,6% 8,5% Ind. Det. Appr. Coll. Lav. Inter. Altro La maggior parte delle aziende non avverte la necessità di incrementare la propria struttura, l assunzione non sembra rappresentare un esigenza immediata per i livelli produttivi e lavorativi dell azienda. Sono le problematiche e le incertezze per il futuro della propria attività a frenare il 15% delle aziende interpellate; incide in modo rilevante in questa scelta aziendale l eccessivo costo fiscale e quindi il relativo costo del lavoro (6,3%). Infine, solo il 3,8% presenta come motivazione la difficoltà di reperire personale adeguatamente preparato. INTENZIONE AD ASSUMERE Motivi per cui le aziende non intendono assumere nei prossimi sei mesi 2 sem 2005 Non ne avverte la necessità 74,8% Diff. e incert. per il futuro 15,0% Alto costo del lavoro 6,3% Diff a reperire pers. adeguato 3,8% a cura del Centro Studi Sintesi 31

34 Le uscite di personale Per comprendere a pieno le performance occupazionali della piccola impresa nel corso del 2005, che ricordiamo essere stato un anno di sostanziale stallo economico per il comparto, non basta esaminare solo le assunzioni, ma si devono considerare anche le uscite di personale. Se nel primo semestre 2005 il 18,6% delle imprese ha allontanato dalla propria struttura parte del personale, questa percentuale si riduce al 16,1% nel semestre successivo, segnando dunque un andamento decrescente delle uscite di personale. USCITE DI PERSONALE Distribuzione in percentuale delle aziende in cui vi sono state uscite di personale 1 sem sem 2005 Aziende che hanno licenziato 18,6% 16,1% Aziende che non hanno licenziato 81,4% 83,9% Totale 100,0% 100,0% All interno dei singoli settori economici si possono scorgere delle differenze evidenti riguardo le attività che hanno accusato in misura maggiore le uscite di personale. Il maggior numero di licenziamenti/allontanamenti nell arco dell anno è stato effettuato, in entrambi i periodi, dalle imprese edili, seguite dalle aziende dedite alla produzione. Meno elevata, rispetto alle altre, è stata la percentuale di imprese dei servizi che ha optato per tale riorganizzazione del personale. In particolare il comparto dei servizi alle persone si colloca al di sotto della media veneta in entrambi i periodi: nel primo semestre 2005 solo l 1,6% delle imprese dei servizi alle persone ha allontanato parte dei dipendenti dalla propria struttura, percentuale che sale al 6,1% nei sei mesi successivi. Anche in questo caso la maggiore dinamicità occupazionale, si registra a Treviso, Padova e Verona; in particolare a Treviso non si registra solo una maggiore propensione ad assumere, ma anche un numero maggiore di uscite di personale. Belluno e Rovigo riportano in entrambi i periodi un numero di allontanamenti inferiore alla media veneta. a cura del Centro Studi Sintesi 32

35 USCITE DI PERSONALE Distribuzione in percentuale delle aziende in cui vi sono state uscite di personale per settore e provincia. 21,7% Settore economico 22,9% 21,1% 17,0% 16,9% 12,5% 6,1% 1,6% Prod. Edilizia S. imprese S. persone 1 sem sem. 05 Provincia 25,1% 26,5% 22,7% 21,4% 18,8% 16,3% 16,3% 14,1% 11,0% 10,4% 10,2% 7,6% 9,9% 8,8% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 33

36 Un dato interessante proviene dal grafico sottostante, che fornisce un focus sulla quantificazione degli allontanamenti/licenziamenti femminili nel corso del secondo semestre dell anno. Il 17,1% delle imprese campionate ha registrato uscite di lavoratrici, risultato ben differenziato in base al settore economico di appartenenza. Appartengono ai servizi per le imprese e alla produzione le imprese che hanno registrato le uscite di personale maggiori, dove del resto si registra una maggiore componente femminile. Considerando solo le imprese che hanno licenziato, la percentuale aumenta al 26,8%. In altre parole, più di una azienda su quattro che ha effettuato licenziamenti ha preferito sollevare dagli incarichi aziendali le donne. Nello specifico, sono sempre i servizi alle imprese e le aziende della produzione a segnalare le percentuali più elevate di licenziamento femminile, e non sono da sottovalutare le riduzione di personale in rosa dei servizi alle persone pari al 33,3%. USCITE DI PERSONALE Incidenza delle imprese che hanno dichiarato uscite di personale femminile rispetto alle imprese totali e rispetto alle imprese che hanno dichiarato uscite di personale nel 2 sem ,9% 34,0% 10,0% 5,8% 2,1% 7,2% 2,0% 33,3% 17,1% 26,8% Produzione Edilizia S. imprese S. persone TOT % impr. con lic. femm/impr. tot. % impr. con lic.. femm/impr. che hanno eff. lic. a cura del Centro Studi Sintesi 34

37 In entrambe le rilevazioni è stato chiesto di effettuare delle previsioni di licenziamento per il semestre successivo. Nel primo semestre 2005, il 93,2% delle imprese interpellate non ha intenzione di diminuire il personale, nell indagine successiva questa percentuale aumenta al 95,4%. Questo aumento è dovuto alla minore incertezza che si avverte nel 2 semestre 2005 rispetto al semestre precedente: se nel primo semestre 2005 la percentuale di aziende che intendono licenziare in caso di condizioni sfavorevoli è pari al 3,9%, questa diminuisce all 1,6% nel secondo semestre. INTENZIONE A LICENZIARE Distribuzione in percentuale delle aziende che hanno intenzione ad licenziare nei prossimi sei mesi Non intende licenziare 93,2% 95,4% Se condizioni sfavorevoli 3,9% 1,6% Intende licenziare 2,9% 3,0% 1 sem sem. 05 Esaminiamo ora la distribuzione delle imprese che hanno intenzione di licenziare, costituita dalle aziende che hanno già programmato riduzioni del personale e da quelle che hanno intenzione di licenziare in condizioni sfavorevoli. Si osserva come siano le imprese che si occupano di produzione a prevedere un allontanamento maggiore dei dipendenti, mentre il comparto dei servizi alle persone sembra essere in grado di limitare maggiormente i licenziamenti. Dallo studio dei dati ripartiti per provincia, nel secondo semestre 2005 è Padova ad effettuare le previsioni più negative, subito seguita da Treviso. a cura del Centro Studi Sintesi 35

38 INTENZIONE A LICENZIARE Distribuzione in percentuale delle aziende che hanno intenzione di licenziare nel corso del 1 semestre 2006 Settore economico 6,2% 4,8% 3,5% 4,6% 2,1% Prod. Edilizia S. imprese S. persone TOT Provincia 7,1% 7,0% 3,8% 3,1% 2,4% 4,1% 2,8% BL PD RO TV VE VR VI a cura del Centro Studi Sintesi 36

39 Le tendenze occupazionali In quest ultimo capitolo verrà analizzato l apporto occupazionale, della piccola e media impresa, non solo in termini qualitativi, ma anche in termini quantitativi. In altre parole si vuole mettere in evidenza quanto il contributo occupazionale di queste realtà economiche sia cambiato rispetto al 2004 e quanto queste imprese hanno risentito dello stallo economico del Per questi motivi, si analizzeranno le variazioni occupazionali del 2005, confrontando lo stock del personale dichiarato al momento dell intervista con i dati delle assunzioni e dei licenziamenti. In ultima analisi, attraverso le prospettive occupazionali degli imprenditori, verranno effettuate delle anticipazioni sulle tendenze ad inizio Il primo punto dell analisi riguarda il confronto con il personale presente nelle aziende al momento dell intervista rispetto al semestre precedente. Le imprese intervistate nel 1 semestre 2005 verranno confrontate con la loro situazione occupazionale nel 2 semestre 2004, mentre, per le aziende interpellate nel 2 semestre 2005 il confronto avverrà con il 1 semestre 2005;a questo proposito, si ricorda che con il termine personale si considerano sia i dipendenti che i collaboratori. Le imprese interpellate nel 1 semestre 2005 dichiarano nel complesso una variazione del personale negativa rispetto al secondo semestre 2004: il personale ha subito una contrazione del 1,8%, a riprova di una situazione economica difficile che non può che investire anche la struttura lavorativa. Questa diminuzione occupazionale viene rilevata in quasi tutti i settori, con l unica eccezione del comparto dei servizi alle persone, in cui la variazione è positiva (+1,9%). È l edilizia il settore con la flessione maggiore (-3,3%), subito seguito dalle imprese che si occupano di produzione (-1,8%), mentre è più lieve la contrazione dei servizi alle imprese (-0,1%). La situazione migliora leggermente nell indagine successiva, e nonostante la contrazione risulti minori del semestre precedente, lo stock dei dipendenti continua a registrare una variazione negativa (-1%). In questo campione la crisi occupazionale viene avvertita in tutti i settori, anche se i servizi sembrano risentirne in misura minore. È la produzione il settore economico in cui si è registrato il decremento occupazionale negativo più rilevante (-1,3%), subito seguito dalle imprese che si occupano di edilizia (-1%). a cura del Centro Studi Sintesi 37

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