LA GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLE SISTEMI DI RILEVAZIONE IN CONTINUO:
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- Aurora Arcuri
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1 LA GESTIONE DEL RISCHIO CHIMICO NELLE STRUTTURE OSPEDALIERE MEDIANTE SISTEMI DI RILEVAZIONE IN CONTINUO: L ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DI MODENA Paolo Giuliani (1), Roberto Lombardi (2), Giuseppe Schirripa (1), Antonio Zotti (3) Azienda USL di Modena (1) ISPESL Dipartimento Igiene del Lavoro, Roma (2) Comitato Tecnico Sanità AICARR ( Associazione Italiana Condizionamento dell Aria Riscaldamento Refrigerazione ) (3) USL di Modena 1
2 La gestione del rischio chimico in ospedale, ai sensi della vigente legislazione di igiene e sicurezza in ambiente di lavoro (D.Lgs 626/94 ed atti normativi i correlati ) è attuabile mediante un attenta messa a punto e continua verifica di tutte le necessarie misure di sicurezza che garantiscono la tutela della salute di tutti i soggetti presenti all interno della struttura sanitaria. Lo strumento fondamentale che consente al datore di lavoro di individuare id gli appropriati interventi ti di prevenzione e protezione e di pianificarne l attuazione, i miglioramento ed il controllo al fine di verificarne l efficacia lefficacia e l efficienza efficienza, è rappresentato dalla valutazione del rischio. USL di Modena 2
3 ASSENZA DI RISCHIO ESPOSITIVO: (in questo caso non sussistono problemi connessi con lo svolgimento delle lavorazioni); PRESENZA DI ESPOSIZIONE CONTROLLATA ENTRO I LIMITI DI ACCETTABILITÀ PREVISTI DALLA NORMATIVA: (la situazione deve essere mantenuta sotto controllo periodico); PRESENZA DI RISCHIO ESPOSITIVO: (si dovranno attuare i necessari interventi di prevenzione e protezione previsti dal D.Lgs. 626/94). USL di Modena 3
4 Per una corretta procedura di valutazione del rischio ci si basa generalmente su criteri procedurali che sono stati ben definiti da specifiche Linee Guida. Le linee guida forniscono, pertanto, alla luce delle attuali conoscenze scientifiche, gli indirizzi relativi a diversi aspetti ed in particolare a: valutazione dell esposizione; sorveglianza sanitaria; misure di prevenzione; modalità operative; carichi lavorativi; i suscettibilità individuale. USL di Modena 4
5 Nell esperienza sviluppata presso i nuovi ospedali modenesi sono state considerate le Linee Guida ISPESL sulla valutazione del rischio, focalizzando l attenzione su quello chimico, nei Laboratori Scientifici e nelle strutture del S.S.N. Per ogni ambiente di lavoro e per ogni tipologia di attività si è individuato il seguente percorso: identificazione delle sorgenti di rischio: attraverso una descrizione del ciclo lavorativo (in particolare, nel caso di laboratori, previa identificazione di specifici settori di analisi i o di ricerca); USL di Modena 5
6 individuazione del rischio di esposizione: attraverso l esame delle modalità operative, entità delle lavorazioni, organizzazione dell attività, presenza di misure di sicurezza e/o sistemi di prevenzione). Si devono individuare i rischi espositivi per i quali le modalità operative non ne consentano una gestione controllata ovvero i Rischi residui ; stima del rischio di esposizione: attraverso una verifica del rispetto dell applicazione delle norme di sicurezza, dell accettabilità delle condizioni di lavoro, delle condizioni di sicurezza ed igiene ed una vera e propria misura dei fattori ambientali di rischio per una loro quantificazione oggettiva ed una valutazione attraverso il confronto con indici di riferimento. USL di Modena 6
7 Nel caso delle attività di Laboratorio sono stati esaminati i seguenti aspetti contatto con sostanze caustiche ed irritanti; inalazionei l i di polveri, fumi, nebbie, gas e vapori; sostanze cancerogene e mutagene; emissioni chimiche da strumentazioni analitiche/fumi tossici, solventi etc.) reazioni violente con formazione di prodotti tossici, infiammabili o sviluppo di calore. USL di Modena 7
8 Interventi ti di prevenzione e protezione attuati: ti interventi procedurali (informazione sui rischi e formazione sulle modalità operative); individuazione delle caratteristiche di pericolosità e di rischio associato,attraverso un attento esame dell etichettatura e delle relative schede di sicurezza dei prodotti, nonché quantità e tipo di impiego; procedured stabilite dal responsabile del laboratorio; disponibilità e corretto utilizzo di D.P.I., cappe di aspirazione etc.; ; effettuazione di procedure a ciclo chiuso (per cancerogeni); sorveglianza sanitaria (attraverso protocolli specifici, o comunque correlati a rischi di esposizione, o generalizzati comuni alle normali attività ità di laboratorio) USL di Modena 8
9 Nel procedere si è tenuto in forte considerazione quanto indicato dal D.Lgs. 25/2002 ( Attuazione della Direttiva 98/24/CE sulla protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro ) che modifica ed integra in varie parti quanto previsto dal Titolo VII del D.Lgs. 626/94 introducendo il Titolo VII bis Agenti chimici. Con l entrata in vigore del D.Lgs 25/02, i principi espressi dal D.Lgs 66/00 (Titolo VII D.Lgs 626/94 Protezione da agenti cancerogeni o mutageni) ) vengono estesi a tutte le altre categorie di pericolo previste dalla normativa sulle sostanze pericolose (D.Lgs 52/97) e sui preparati (miscele osoluzioni i costituite da due o più sostanze) pericolosi i (D.Lgs 65/03) USL di Modena 9
10 In particolare le novità introdotte da tale decreto risultano in linea con la nuova filosofia della sicurezza di orientamento comunitario che, con il D.Lgs. 626/94, affida al datore di lavoro ed al suo staff il compito di valutare i rischi e di porre in atto le necessarie misure di prevenzione, protezione e gestione dell emergenza al fine di tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Nell eseguire il procedimento di valutazione del rischio chimico in ospedale e realizzare un adeguata gestione dello stesso si evidenzia tra gli ambienti a cui dedicare la massima attenzione lasala operatoria. USL di Modena 10
11 IL RISCHIO CHIMICO IN SALA OPERATORIA Si è ritenuto indispensabile osservare le indicazioni delle Linee Guida ISPESL inerenti gli standard di sicurezza e di igiene ambientale dei reparti operatori e documenti correlati a completamento di quanto illustrato nel DPR del gennaio 1997 sui requisiti minimi per l esercizio delle attività sanitarie. E di conseguenza di fondamentale importanza il monitoraggio ed il controllo degli agenti inquinanti presenti nei gruppi operatori per evitare l insorgere di varie patologie e la riduzione della vigilanza il e della performance del personale di sala operatoria che è quasi sempre soggetto a ritmi stressanti. USL di Modena 11
12 Nella gestione del rischio chimico in sala operatoria vi sono alcuni aspetti particolarmente critici che in generale corrispondono a: AccessoA alle sale operatorie senza opportuni controlli Movimento del personale di sala in entrata ed uscita dal blocco senza precauzioni e senza rispetto dell asepsi Struttura di accesso alla sala priva di zone filtro Manutenzioni superficiali Impianti meccanici di ventilazione e condizionamento inesistenti o inefficaci ImpiantiI i d'evacuazione gas inesistentii ti o inefficaci i USL di Modena 12
13 Esempio di contaminazione i da agenti chimici i i USL di Modena 13
14 Si definiscono due tipi di anestesia in chirurgia: la narcosi o anestesia generale,, che agisce sulle strutture nervose centrali elaperiferica, che agisce sulle zone nervose periferiche. Non si ritiene che questi due tipi di anestesia, se ottenuti per infiltrazione nei tessuti, provochino rischi di natura igienico ambientale dovuti a contatto o inalazione dei prodotti utilizzati. Per quanto concerne l anestesia generale per inalazione, si ritiene che, amotivodelpossibile inquinamento degli ambienti delle sale operatorie, possano sussistere problemi di esposizione professionale nei confronti degli operatori addetti. USL di Modena 14
15 Gli anestetici volatili per lo più impiegati sono costituiti da Protossido di Azoto in associazione ad un componente alogenato tra cui : Isofluorano Sevofluorano Desfluorano Le concentrazioni di anestetico nella miscela variano di norma nel corso dello stesso intervento, necessitando quantità più elevate nella fase d' induzione rispetto a quelle di mantenimento dell anestesia. USL di Modena 15
16 L inquinamento ambientale è funzione del tipo d'apparecchiature di erogazione, della natura e qualità dei gas, dell impianto di evacuazione, della cubatura della sala operatoria, dell impianto di condizionamento e relativi ricambi d aria, nonché della durata dell intervento. Per quanto riguarda le sale operatorie e in minor misura i locali adiacenti (preanestesia, risveglio, preparazione chirurghi, sterilizzazione, lavaggio strumenti, sala gessi ecc.), le indagini del Dipartimento Igiene del Lavoro dell ISPESL da diversi anni riscontrano un' elevata diffusione dell inquinamento ambientale. USL di Modena 16
17 Numerosi studi hanno evidenziato che nelle persone esposte si riscontrano casi di aborto, epatopatia, p alterazioni ematologiche e neurologiche sia centrali che periferiche. L impiego di gas anestetici insalaoperatoriapuò determinare, in funzione delle apparecchiature impiegate, delle dimensioni degli ambienti, della ventilazione presente e del tipo d' intervento eseguito, un inquinamento indesiderato e non necessariamente connesso con l attività di lavoro svolta. USL di Modena 17
18 Sotto un profilo operativo il monitoraggio ambientale deve prevedere: l identificazione di tutte le sostanze tossiche presenti, per tener conto di eventuali effetti sinergici; il monitoraggio quantitativo delle stesse nelle diverse zone dell ambiente, consentendo la compilazione di mappe spaziali dell inquinamento; la valutazione temporale delle variazioni di concentrazione durante il turno di lavoro. USL di Modena 18
19 Risulta necessario attuare in maniera sincrona ed integrata vari livelli di intervento: Perseguire elevati livelli di formazione del personale in merito sia alla asepsi che alla sterilizzazione i mediante la compilazione e messa in opera di un protocollo operativo USL di Modena 19
20 Garantire elevati standard realizzativi per gli impianti, in grado di soddisfare integralmente le norme vigenti : mantenere condizioni termoigrometriche adeguate; mantenere un areazione efficace dell ambiente ambiente, in grado di contenere le concentrazioni ambientali di contaminanti chimici; mantenere una concentrazione di particolato aerodisperso al di sotto dei limitiiti fissati in fase progettuale, mediante adeguata filtrazionei dell aria immessa, efficacia di distribuzione dell aria, con particolare riguardo all isola chirurgica mantenere un adeguato livello di sovrapressione tra le sale operatorie ed i locali limitrofi, isolando l ambiente chirurgico da contaminanti esterni. USL di Modena 20
21 Passare dai controlli periodici, puntuali ed occasionali dell inquinamento da gas anestetici, ad un monitoraggio in continuo (h24/365gg) della qualità dell aria, con valutazione complessiva e contemporanea di : efficacia della ventilazione livello di pressione differenziale livelli di concentrazione delle particelle microrganismi (di utilità non per il rischio chimico, ma quale garanzia per la tutela da agenti biologici) livelli di concentrazione degli agenti chimici contaminanti USL di Modena 21
22 IL SISTEMA DI RILEVAZIONE IN CONTINUO E L ESPERIENZA DEI NUOVI OSPEDALI DI MODENA Nei nuovi ospedali di Modena in ragione di quanto sopra illustrato ci si è posti l obiettivo di superare la ormai obsoleta impostazione di controlli periodici e puntiformi anche se programmati, che non offrono garanzie di conoscere l effettivo stato della qualità dell aria e non permettono alcun pronto intervento, passando ad un sistema di monitoraggio in continuo della qualità dell aria (h24/365gg/anno) per quanto concerne gas, vapori, polveri, pressione differenziale, studio della ventilazione i e dell inquinamento i microbico. USL di Modena 22
23 Sistema di rilevazione in continuo che consente di: USL di Modena 23
24 Verificare quotidianamente le prestazioni dichiarate in fase di progetto e di collaudo del sistema impiantistico del gruppo operatorio, definendo le differenze operative di performance tra la fase at rest ed operational legate all impianto i HVAC (di ventilazione i e condizionamento i ) inerenti: USL di Modena 24
25 la non completa o manchevole attuazione di quanto previsto nel protocollo operativo da parte del personale occupante l andamento storico del calo prestazionale legato all utilizzo del sistema impiantistico (usura) il livello qualitativo delle procedure di manutenzione, legato allo scostamento dalle condizioni iniziali in fase di collaudo il livello di criticità raggiungibile in caso di un evento occasionale di rottura o malfunzionamento del sistema impiantistico e successivo tempo di ripristino delle condizioni standard USL di Modena 25
26 e consente di: Salvaguardare la sicurezza del paziente, garantendo, mediante monitoraggio costante, la asepsi dell isola chirurgica i per tutta la durata della seduta operatoria Salvaguardare la sicurezza degli operatori, garantendo, mediante documentazione costantemente aggiornata, la salubrità dell ambiente di lavoro. USL di Modena 26
27 Per la messa a punto e la realizzazione del sistema si sono considerate le seguenti condizioni operative : semplicità di realizzazione tempo di risposta strumentale estremamente rapido con immediata rilevazione di situazioni ambientali non accettabili, visualizzabile mediante pannelli di controllo gestibili interamente dall utilizzatore; utilizzo di tecnologie all avanguardia nella ingegneriz- zazione dell apparato strumentale t ed impiantistico; i USL di Modena 27
28 utilizzo di tecnologie conformi a quanto previsto da leggi e normative tecniche attualmente in vigore; registrazione in continuo della relativa documentazione, lacui post-elaborazione dei dati permetta di conoscere il trend di inquinamento e di programmare i cicli di manutenzione di tutte le apparecchiature e le strumentazioni dei gruppi operatori; funzionamento completamente automatico, senza ausili esterni e materiale di consumo, con necessità di manutenzione ridotta al minimo. i USL di Modena 28
29 CARATTERISTICHE DEL SISTEMA DI RILEVAZIONE IN CONTINUO USL di Modena 29
30 Modulo per il controllo di Gas e Vapori Consente il monitoraggio in continuo di sostanze inquinanti in ambienti a rischio (es. per le sale operatorie, protossido di azoto alogenati alcoli biossido di carbonio). La particolarità del modulo risiedenellatecnica di misura della strumentazione utilizzata, la spettroscopia fotoacustica, che garantisce una notevole performance dello stesso modulo : sensibilità pari a qualche ppb per la maggior parte delle sostanze misurabili range dinamico molto ampio circa volte il minimo valore rilevabile assenza di materiale di consumo stabilità nella misura con operazioni di calibrazione e manutenzione ridotte (1 volta/anno) USL di Modena 30
31 Una importante peculiarità, inoltre, si esprime con la facilità di utilizzo del sistema; grazie alla gestione remota, l utilizzatore può impostare on-line la sequenza e la frequenza dei punti di campionamento, il calcolo degli indici, quali TLV-TWA, valore medio, valore massimo, valore minimo e deviazione standard, l attivazione delle soglie di allarme, la visualizzazione dei dati concernenti ogni punto di campionamento tramite grafici e/o tabelle numeriche e l archiviazione dei reports. USL di Modena 31
32 Particolare del Sistema di Monitoraggio USL di Modena 32
33 La ingegnerizzazione del sistema è stata studiata e curata appositamente nei minimi dettagli: dalla scelta della strumentazione (la più utilizzata per questo tipo di applicazione), alla scelta dei materiali impiegati (totalmente inerti ai gas), alla localizzazione dei punti di campionamento (nelle aree critiche), al design compatto e robusto, alla economicità (operazioni di manutenzioni poco frequenti). La modularità del sistema, inoltre, permette l aumento o la diminuzione dei punti di campionamento, dei gas/vapori misurabili e l interfacciamento con ulteriori gestioni on line nell ambito dell ospedale. d l USL di Modena 33
34 Lay-Out del Sistema di Monitoraggio USL di Modena 34
35 Modulo per il controllo del Particolato Aerodisperso Una volta che l aria è filtrata nel modo ritenuto idoneo, essa deve essere immessa nell ambiente di lavoro dove occorre mantenere le condizioni di pulizia prefissate. Se la filtrazione può rendere il grado di pulizia dell aria accettabile, occorre poi che tale aria filtrata sia immessa ed aspirata dall ambiente in modo tale che i contaminanti generati all interno di esso non arrechino danno. USL di Modena 35
36 Il sistema di controllo è stato ideato e progettato proprio per evitare l accumulo di particelle fini (es. 0.5 μ) non visibili dall occhio umano, ma che possono compromettere la salute umana (agenti chimici tossici, agenti biologici). La tipologia del sensore utilizzato garantisce la massima precisione nella lettura, essendo stato concepito per l utilizzo in ambienti a contaminazione controllata (es. camere bianche), con le seguenti peculiarità : Dimensioni ridotte Facilità di installazione Dotato di sonda isocinetica per il campionamento Misura incontinuo della concentrazione Collegabile in parallelo con altri sensori USL di Modena 36
37 Sensore Fig.5 Sonda Isocinetica USL di Modena 37
38 Modulo per il controllo microbico Il controllo dei microorganismi in ambienti sterili rappresenta uno degli aspetti fondamentali nel campo igienico-ospedaliero. In risposta alle più avanzate esigenze espresse in questo settore, il modulo permette una valutazione oggettiva dello stato di contaminazione biologica associato alle particelle in sospensione. Il modulo utilizza una avanzata e sofisticata t tecnologia costruttiva unita alla fondamentale e consolidata tecnica di classificazione granulometrica per impatto delle particelle in sospensione. All'interno del dispositivo il fluido viene mantenuto in regime laminare; in relazione al diametro aerodinamico delle particelle e alle condizioni fluidodinamiche è quindi possibile determinare in termini la probabilità di cattura della particella in esame sullo stadio di impatto. USL di Modena 38
39 Lo strumento di determinazione ad impatto è stato progettato al fine di ottenere un'elevatissima probabilità di cattura per tutte le particelle di interesse nel campo della contaminazione microbica. Sistema MultiPoint Strumento di determinazione ad impatto USL di Modena 39
40 Modulo per lo Studio della Ventilazione La maggior parte delle persone conosce la ventilazione solo in termini generici, ma non é abbastanza informata sulla sua importanza nella vita di tutti i giorni, oppure sui termini usati per descriverne i differenti tipi. Con la ventilazione si intende il processo di adduzione o aspirazione di masse d'aria mediante mezzi naturali o meccanici. Sul termine di benessere ed asepsi in sala operatoria, si sono dilungati molti esperti del settore, offrendo soluzioni tecnologiche di alto livello, ma spesso si trascura il controllo della Ventilazione e dell efficienza che si deve garantire in tale ambiente ospedaliero. Al riguardo si è voluto integrare il Sistema di rilevazione menzionato con un modulo che utilizza una soluzione semplice e a basso costo, ma eccezionale nel valutare in continuo questo importante parametro. USL di Modena 40
41 Impiegando la tecnica, universalmente nota, dei gas traccianti, un campionatore e dosatore si interfaccia al modulo Gas e Vapori, iniettando il gas tracciante nell ambiente e campionandolo in modo sequenziale. Questa tecnica di misura consente : la valutazione accurata del numero di ricambi/ora la misura in continuo per lunghi periodi la centralizzazione dell apparato la misura del grado di efficienza di ventilazione l effettivo indice di ventilazione i in condizioni i i di lavoro USL di Modena 41
42 Lay-out dello studio della Ventilazione USL di Modena 42
43 Modulo per il controllo della Pressione Differenziale I casi di trasmissione di malattie per via aerea sono purtroppo pp frequenti all'interno delle strutture sanitarie: il controllo della pressione ambientale può essere un metodo efficace per eliminare o almeno ridurre il rischio di contagio. In alcuni casi particolari (pazienti affetti da tubercolosi o che hanno subito un trapianto, l'esposizione di tessuti durante un'operazione) gli agenti biologici veicolati dall'aria possono comportare problemi molto seri. Lo scopo è quello di creare un gradiente di pressione (positivo o negativo) per prevenire la diffusione degli agenti infettivi e/o di altri contaminanti. USL di Modena 43
44 Sensore per il controllo della Pressione Differenziale USL di Modena 44
45 ESEMPI DI DETERMINAZIONI IN CAMPO RELATIVE ALL OSPEDALE DI BAGGIOVARA ED OSSERVAZIONI USL di Modena 45
46 GaseVapori concentrazione del biossido id di carbonio rilevamento di allerta del USL di Modena 46
47 GaseVapori Concentrazione del sevofluorano anomalia del USL di Modena 47
48 Gas e Vapori Controllo con gas tracciante dell efficacia efficacia della ventilazione USL di Modena 48
49 Particolato Andamento della concentrazione del particolato di dimensioni di 5 µm nell arco di 24h presso una sala operatoria di chirurgia ortopedica. USL di Modena 49
50 Particolato Andamento della concentrazione del particolato di dimensioni di 0,5 µm nell arco di 24h presso una sala operatoria ad attività chirurgica ortopedica. USL di Modena 50
51 Pressione differenziale Andamento dei valori di pressione differenziale nelle 24h all interno di una sala di chirurgia generale USL di Modena 51
52 Pressione differenziale Andamento dei valori di pressione differenziale nelle 24h all interno di una sala di chirurgia generale USL di Modena 52
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