BATTAGLIONE CACCIATORI DI COMACCHIO

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1 BATTAGLIONE CACCIATORI DI COMACCHIO Franco Sasso 1

2 Il 6 gennaio 1860 il Capo di Stato Maggiore delle truppe della Lega dell Italia Centrale, colonnello Carlo Mezzacapo, inviò, dal quartier generale in Bologna, al Ministero della Guerra, che aveva sede nella stessa città, la seguente comunicazione: S.E. il Generale in Capo ha disposto, che tutti quegli individui dei diversi Corpi dell esercito i quali nel tempo del loro servizio abbiano serbato una costante riprovevole condotta, sieno tutti riuniti in Comacchio ed ordinati in un Battaglione comandato dal Sig. Maggiore Marchi, e sotto la dipendenza del Signor Colonnello Brigadiere Cosenz. I fatti che portarono alla costituzione della Lega dell Italia Centrale e del relativo esercito vanno ricercati negli eventi accaduti nei ducati e nelle legazioni pontificie delle Romagne a seguito dell ultimatum dell Austria al Piemonte del 23 aprile 1859 che portò allo scoppio della seconda guerra di indipendenza. L imperatore Francesco Giuseppe impose al regno di Sardegna di congedare i soldati volontari provenienti dalle altre regioni italiane e di riportare sul piede di pace l esercito: al rifiuto del governo piemontese la guerra divenne inevitabile. Il 27 aprile, a seguito di moti popolari, il granduca di Toscana Leopoldo II abbandonò Firenze e partì per l esilio. Il duca di Modena, Francesco V, temendo un attacco da parte degli insorti toscani, spostò il suo esercito, schierato ai confini con il regno sabaudo, a ridosso delle Alpi Apuane lasciando così indifese Massa e Carrara, che a quel tempo facevano parte del ducato, e la relativa fascia costiera. Il 28 aprile nelle due città fu proclamato il governo provvisorio, votata l annessione al Regno di Sardegna e, al fine di far fronte a un possibile ritorno delle truppe estensi, fu dato il via all arruolamento di volontari che formarono il primo nucleo di quelli che divennero i Cacciatori della Magra. Il governo di Torino inviò un piccolo contingente di truppe regolari che occuparono Carrara. Il 9 giugno la duchessa di Parma, Luisa Maria di Borbone, lasciò la citta; le truppe austriache si ritirarono dalle legazioni pontificie (Ferrara, Ravenna, Bologna e Forlì) e l 11 giugno Francesco V, duca di Modena, scelse la via dell esilio. Dal Piemonte giunsero i commissari regi, ma a seguito dell armistizio di Villafranca dell 11 luglio fra Napoleone III e Francesco Giuseppe, che pose fine alla seconda guerra di indipendenza, questi dovettero essere richiamati per permettere il ritorno dei legittimi principi. Le truppe sarde lasciarono i ducati e tali territori furono presidiati dai soli volontari provenienti oltre che dall Emilia anche dal Veneto, dalla Lombardia e dagli Stati Pontifici e con i quali erano in corso di formazione vari reggimenti. 2

3 Dal 10 agosto, su iniziativa di Luigi Farini, Parma, Modena, le Romagne (Bologna, Ravenna, Ferrara e Forlì) e la Toscana diedero vita ad una lega militare. Il comando delle truppe fu affidato al generale dell esercito sardo Manfredo Fanti. Vicecomandante fu nominato Giuseppe Garibaldi. Quest ultimo a novembre lasciò l incarico per divergenze sull opportunità di invadere, con i volontari ai suoi ordini, gli stati pontifici. Le truppe dell Emilia che il 25 marzo 1860 entrarono a far parte dell esercito sardo con un organico di oltre uomini erano costituite da: 7 Brigate di Fanteria (Modena, Reggio, Parma, Bologna, Ravenna, Forlì e Ferrara) 7 Battaglioni Bersaglieri (21, 22, 23, 24, 25, 26, 27) Artiglieria Genio Zappatori Reggimento Ussari di Piacenza Squadroni Guide Reggimento di Cavalleria Vittorio Emanuele Carabinieri Treno Battaglione di Istruzione per i minori di 18 anni da addestrare per l invio ai corpi. 2 Battaglioni di Guarnigione per coloro che non avevano i requisiti di robustezza per il servizio attivo. Scuola tamburini e trombettieri Istituto adolescenti costituito da giovani che per età non potevano entrare nella scuola tamburini o nel battaglione di istruzione Uditorato militare Scuola Militare Questi furono i reparti da cui provennero i primi 540 individui che per aver serbato una costante riprovevole condotta furono inquadrati nel Battaglione Cacciatori di Comacchio affidato agli ordini del maggiore Cesare Marchi. Cesare Marchi era nato a Bologna; nel 1848 si arruolò volontario nei Cacciatori dell Alto Reno, partecipò alla difesa di Vicenza dove fu gravemente ferito ed ottenne una menzione onorevole. Nel 1849 era alla difesa di Roma e nel 1859, con il grado di capitano, fece parte della Colonna mobile per la spedizione delle Romagne. Quando fu nominato comandate dei Cacciatori di Comacchio, con il grado di maggiore, era a disposizione del Ministero della Guerra di Bologna. 3

4 Con le disposizioni del Comando Generale delle Truppe della Lega del 6 gennaio 1860 venne anche stabilito il numero di ufficiali, sottufficiali e caporali che ogni reparto avrebbe dovuto inviare per la formazione dei quadri del costituendo battaglione. Per quanto riguarda l equipaggiamento ogni individuo, trasferito nei Cacciatori, avrebbe dovuto portare con sé tutti i propri effetti di vestiario, zaino compreso, ma non il copricapo. I sottufficiali avrebbero conservato le proprie armi, ai soldati queste sarebbero state fornite dalla brigata Ferrara. Il 14 marzo 1860 il colonnello Enrico Cosenz, comandante la brigata Ferrara, lamentava che il Comando Generale non aveva ancora proceduto al completamento del quadro degli ufficiali e questo nonostante le sue precedenti e pressanti richieste nelle quali aveva evidenziato come questo reparto avesse necessità di una maggior sorveglianza rispetto agli altri che componevano l esercito. Enrico Cosenz era nato a Gaeta; ufficiale borbonico aveva fatto parte nel 1848 del corpo di spedizione che al comando di Guglielmo Pepe fu inviato da Ferdinando II contro gli austriaci. Partecipò alla difesa di Venezia del Nel 1859 era in Piemonte e fu posto al comando del 1 Reggimento Cacciatori delle Alpi. Nel 1860 fu comandante della 16 Divisione dell Esercito Meridionale e Ministro della Guerra a Napoli. Nel 1862 fu tenente generale nell esercito italiano e nel 1866 partecipò alla terza guerra di indipendenza. Nel 1870 prese parte alla presa di Roma. Nella sua lettera Enrico Cosenz suggeriva che gli ufficiali da inviare al corpo venissero scelti fra i capitani e i sottotenenti evitando i luogotenenti. Questo perché, dovendo nominare comandanti di compagnia, la scelta fra i luogotenenti avrebbe potuto essere problematica. Infatti non erano ancora stati definiti i criteri di calcolo dell anzianità nell ambito dell armata. Nel battaglione vi erano inoltre ottimi sottufficiali che avrebbero meritato la promozione al grado di sottotenente. Per ultima cosa richiese di ordinare ai comandanti di corpo di non approfittare della formazione del reparto per liberarsi di individui scomodi, ma di inviare al battaglione uomini solo a seguito di autorizzazione del Ministero della Guerra. Il Comando Generale rispose al colonnello di procedere con le proposte per il passaggio al grado di sottotenente di sottufficiali meritevoli, nello stesso tempo lo invitò a supplire alle deficienze dell organico anche con qualche ufficiale della brigata Ferrara. Ribadì inoltre che a norma del regolamento di disciplina il passaggio a un corpo di correzione poteva avvenire solo su ordine del Ministero della Guerra. Nello stesso carteggio fu anche preannunciato l invio di una circolare esplicativa ai comandanti dei vari reparti dell esercito. 4

5 Il 20 marzo 1860 la circolare con oggetto: Passaggi ad un Corpo di Disciplina fu inviata a tutti i Comandi dei Reggimenti e Corpi dell Esercito e recitava: Venne supposto che da alcuni Corpi di Truppa siansi inviati dei militari al Battaglione dei Cacciatori di Comacchio senza averne prima ricevuta l autorizzazione da questo Ministero. Allo scopo di prevenire un tale abuso, ed importando che da tutti i Reggimenti e Corpi di Truppa si osservi scrupolosamente, per simili passaggi, quanto prescrive il Regolamento di Disciplina, il sottoscritto crede opportuno di rammentare le seguenti avvertenze: 1 - I passaggi ad un Corpo di Disciplina sono ordinati dal Ministero della Guerra. Il Reggente il Ministero della Guerra T.col Fontana Non tutti accettarono il richiamo senza protestare ed in particolare il comandante della brigata Forlì scrisse: Individuo alcuno non fu trasferito al Battaglione Cacciatori di Comacchio, né nessun altro movimento fu eseguito nella Brigata senza l intesa con lo scrivente. Perciò il medesimo si crede in dovere di non accettare per il Corpo l imputazione addossata ai Corpi dell Armata. Le Circolari di qualunque sorte sieno esse vengono con gradimento ricevute, ma quelle che correggono e richiamano all ordine, quando non si ponno accettare, con rispetto militare ogni Capo di Corpo trovasi in dovere di giustificarsi, tanto più quando queste possono compromettere la convenienza di esperimentati e vecchi militari. Il 21 marzo 1860 la situazione graduale e numerica della forza dei Cacciatori di Comacchio era di 14 ufficiali e 583 uomini di truppa così suddivisi: Stato Maggiore Ufficiali Truppa 1 Maggiore 2 Furieri Maggiori 1 Luogotenente 1 Furiere d Amministrazione 1 Aiutante Maggiore in 2 1 Sergente d Amministrazione 1 Medico di 2 Classe 1 Caporal Maggiore 1 Caporale Tamburino 1 Vivandiere Totale Ufficiali 4 Totale Truppa 7 2 Aggregati da altri corpi 5

6 1 Compagnia 2 Compagnia 3 Compagnia 4 Compagnia Ufficiali Capitani 1 Luogotenenti Sottotenenti Totale Ufficiali Truppa Furieri Sergenti Caporali Tamburini Trombettieri Soldati scelti Soldati ordinari In licenza All ospedale Nelle carceri di 2 13 Ravenna in attesa di giudizio Totale Truppa A seguito dell annessione delle province dell Emilia al Piemonte e del passaggio dei reparti della Lega dell Italia Centrale nell armata sarda il battaglione dei Cacciatori di Comacchio venne incorporato nei Cacciatori Franchi stanziati a Fenestrelle. A tale scopo, con Regio Decreto del 9 aprile 1860, il Corpo dei Cacciatori Franchi, composto da stato maggiore e due compagnie, fu riorganizzato su sei compagnie. Dal 13 al 16 aprile 1860 giunsero a Fenestrelle le quattro compagnie dei Cacciatori di Comacchio con i loro ufficiali. Questi ultimi entrarono a far parte dei quadri dei Cacciatori Franchi. Gli uomini riuniti in un unico contingente con le due compagnie del reparto di punizione dell esercito sardo a cui, dall 11 maggio, si aggiunse anche la compagnia di correzione toscana formarono il nuovo battaglione. Finisce così la breve storia dei Cacciatori di Comacchio integrati nell armata sarda e sottoposti alle regole del reparto in cui confluirono. 6

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