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2 Alcuni autori a cui ho rubato senza permesso materiale per questa presentazione: Kristina Diklić dell IPTPO (Croazia) Fanny Prezman dell IFV (Francia), Nicola Mori dell Università di Padova, Paola Gotta e il Settore Fitosanitario del Piemonte, Alberto Alma, Domenico Bosco e il loro gruppo di lavoro DISAFA-Entomologia dell Università di Torino, Daniele Eberle consulente viticolo del Consorzio dell Asti, Cristina Marzachì del CNR Istituto di Fitovirologia, Aurelio Delvecchio e Ivan Albertin dello Studio Pegaso. e altri a cui non viene concesso nemmeno il beneficio della citazione Si possono trovare molti documenti e video su Flavescenza dorata e Malattie del legno (Esca e affini) sul portale «winetwork archivio della conoscenza» Maurizio Gily, 3 dicembre 2018

3 La Flavescenza Dorata è stata identificata nel 1950 in Francia Malattia incurabile da quarantena Lista A2 EPPO Sintomi dei giallumi della vite (uguali a Legno Nero) Combinazione tra fitoplasma, vettore e ospite Rapida diffusione, importanti perdite produttive e decadimento della pianta 3

4 Diffusione della Flavescenza Dorata Fitoplasma : origine europea Fitoplasma FD 1, 2 e 3 Diverse ipotesi di diffusione Alnus, Clematis Oncopsis Alni Tristan Bantock Dictyophara europaea Dimitri Geystor Scaphoïdeus titanus Vitis Vinifera Vettore: cicalina chiamata Scaphoïdeus titanus importata dal Nord America 4

5 Sintomi ed effetti Sintomi caratteristici e non distinguibili da altri giallumi Più o meno visibili in base alla varietà Il portainnesto può essere asintomatico Sintomi simili alla malattia di Stolbur (Legno Nero) Se esiste l ipostesi di Flavescenza dorata, viene eseguita l analisi PCR per identificare il fitoplasma 6

6 Sintomi ed effetti Sintomi principali ma non distinguibili dagli altri giallumi Primo sintomo Ritardo nel germogliamento Mancato germogliamento In primavera Crescita ridotta del capo a frutto Cambiamento del colore delle foglie e accartocciamento Caduta prematura delle foglie, disseccamento delle infiorescenze In estate Mancata lignificazione, tralci verdi e gommosi Colorazioni anomale delle foglie, rosse o gialle Disseccamento dei grappoli Caduta anticipata delle foglie, spesso il picciolo rimane attaccato al tralcio 7

7 Tipici sintomi su foglia, vitigno uva nera (fonte Regione Valle d Aosta) 8

8 Tipici sintomi su foglia, vitigno uva bianca (fonte Consorzio Fitosanitario Parma) 9

9 Guida al riconoscimento dei giallumi della vite Regione Piemonte Scaricabile liberamente, digitare su google Giallumi della vite Regione Piemonte

10 I SINTOMI A VOLTE SONO AMBIGUI. AD ESEMPIO QUESTE VITI DI MOSCATO SONO RISULTATE NEGATIVE A FD E POSITIVE A FUNGHI DEL LEGNO (AURELIO DELVECCHIO, STUDIO PEGASO)

11 Sintomi ed effetti In caso di dubbi Controllare la presenza simultanea dei 3 seguenti sintomi Colorazione anomala e accartocciamento fogliare Mancata lignificazione Canadian Food Inspection Agency Disseccamento del grappolo 12

12 Gli attori della malattia 1) Agenti infettanti: Fitoplasma FD 1, 2 e 3 Batterio intracellulare senza parete che vive nei tubi floematici Trasmesso da un vettore o tramite innesto 3 gruppi genetici causano la Flavescence dorata: FD1, situato soprattutto nel sud-ovest della Francia FD2, gruppo maggiore dell Europa FD3, principalmente in Italia Ospiti selvatici: Alnus and Clematis Fitoplasma 13

13 Gli attori della malattia 2) Il vettore: Scaphoideus titanus Ciclo vitale Solo una generazione per anno Schiusura Le larve solitamente restano sulla pianta da dove sono schiuse Gli adulti sono molto mobili e volano da vite a vite Cuche 14

14 Gli attori della malattia 2) Il vettore: Scaphoideus titanus Comportamento alimentare Un insetto con apparato boccale pungente e succhiante che si nutre sulle foglie di vite L acquisizione del fitoplasma è possibile dal primo stadio larvale Un mese di incubazione (di meno, secondo gli ultimi studi) e poi infettivo tutta la vita 15

15 Gli attori della malattia 3) L ospite: la vite Scaphoideus titanus dipende dalla vite: la cicalina può svolgere il suo ciclo vitale solo su Vitis malattia molto epidemica Il fitoplasma è presente in altre piante selvatiche: Alnus or Clematis Associate con altri vettori: possibile trasmissione Oncopsis Alni Tristan Bantock Dictyophara europaea Dimitri Geystor Clématis vitalba Visoflora Alnus glutinosa Visoflora 16

16 Riconoscimento della cicalina Prospettive e monitoraggio 2 punti simmetrici in posizione dorso-laterale Stadi larvali : L1 sulla sinistra, L3 in centro e L5 sulla destra Colore marrone Dimensione tra 4.8 e 5.8 mm 3 strisce sulla testa delle femmine Scaphoïdeus titanus 17

17 Rilievo della cicalina GIOVANI: Maggio-giugno Possibile dal primo stadio larvale da tecnici esperti con controllo visivo di 100/200 foglie, sui polloni e foglie basali VIDEO ADULTI: da giugno (inoltrato) in poi. Trappole cromotropiche appiccicose per catturare gli adulti della cicalina in vigneti o su viti inselvatichite 18

18 Prospettive e monitoraggio Prevenire infezioni agendo su potenziali serbatoi Potenziali serbatoi di vettore: viti inselvatichite e altre piante come Clematis or Alnus: Rischio di emergenza epidemica MA anche importante per la biodiversità ed ecosistemi Ragionare in base alla situazione 19

19 Prospettive e monitoraggio Monitoraggio del territorio Preoccupazione di tutti gli attori monitoraggio collettivo Segnalazione obbligatoria di casi di FD confermare la diagnosi e informare le autorità locali Analisi di laboratorio per identificare il fitoplasma 20

20 Kristina Diklić (Croatie, Istrie) FLAVESCENZA DORATA La diffusione della malattia nel vigneto avviene in forma epidemica è dipende dalla contemporanea presenza del fitoplasma della flavescence dorée e insetto vettore Scaphoideus titanus. Controllo della malattia richiede una GESTIONE COLLETIVA. SINTOMI TRASMISSIONE DELLA FLAVESCENZA DORATA Anno n Anno n+1 Anno n+2 Pianta infetta, asintomatica (Ceps infecté sans symptômes) Pianta infetta, sintomatica (Ceps infecté avec symptômes)

21 Kristina Diklić (Croatie, Istrie) EFFETTO DEL CONTESTO SOCIO-ECONOMICO E AMBIENTALE SULLA DIFFUSIONE DELLA MALATTIA Viticoltura intensiva Viticoltori professionisti hobbisti Finanziamento delle attività dei viticoltori Numero di prodotti insetticidi registrati al livello nazionale L'assistenza tecnica Controllo dell applicazione di misure di lotta obbligatorie Prezzo del prodotto finale (rapporto prezzo uva-vino) Gestione efficace Architettura del territorio (gestione del paesaggio) Legislativa - Gestione incolti Legislativa - Gestione in centri abitati / coabitati Gestione inefficace

22 Kristina Diklić (Croatie, Istrie) ATTIVITÀ IN AREE DOVE LA FLAVESCENZA DORATA NON È ANCORA PRESENTE Educazione Argomento: Flavescence dorée Scaphoideus titanus Raccolta dei campioni Educazione Partecipanti: Servizi tecnici Consulenti Operatori del settore Viticoltori Vivai Stimolare la comunicazione: Produttori Produttori Settore vitivinicolo produttori servizio fitosanitario

23 Le osservazioni sulla sensibilità varietale non sempre sono coincidenti tra fonti diverse. A parte i vitigni piemontesi, risultano molto sensibili: Pinot Nero Cabernet Sauvignon Poco sensibili: Glera (recovery frequente) Friulano Merlot Trebbiano Mediamente sensibili: Sangiovese, Moscato

24 La lotta contro la Flavescenza Dorata è OBBLIGATORIA in Italia, in Francia e in altri paesi della UE. Gli stati impongono la lotta obbligatoria per le malattie delle piante epidemiche e distruttive che richiedono una gestione collettiva: in sostanza il punto è che se un viticoltore non combatte la flavescenza non fa danno solo a se stesso, ma a tutti gli altri viticoltori. Anche i proprietari degli incolti che sono focolai di malattia hanno responsabilità verso la collettività. La lotta obbligatoria in sintesi impone ai proprietari dei fondi: Rimozione delle piante malate; Lotta diretta contro il vettore; Bonifica degli incolti con vite inselvatichita. Decreto ministeriale 31 maggio 2000 Misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 luglio 2000, n. 159)

25 QUADRO NORMATIVO: Codice Penale, articolo 500 Chiunque cagiona la diffusione di una malattia alle piante o agli animali, pericolosa all'economia rurale o forestale, ovvero al patrimonio zootecnico della nazione, è punito con la reclusione da uno a cinque anni. Decreto ministeriale 31 maggio 2000 Misure per la lotta obbligatoria contro la flavescenza dorata della vite (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 luglio 2000, n. 159) Disposizioni regionali, Esempio Legge regionale del Piemonte 29 aprile 2013, n. 6, articolo 9: -comma 2. I soggetti che non rispettano l'obbligo di estirpazione entro i termini fissati dal Settore fitosanitario regionale, ai sensi del comma 1, sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di 0,3 euro per metro quadrato di superficie; in ogni caso la sanzione pecuniaria non può essere inferiore a 1.500,00 euro. - comma 3. Oltre ad accertare la violazione delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2, gli organi di vigilanza dispongono l'esecuzione coatta delle misure fitosanitarie previste al comma 1 ponendo a carico del trasgressore le relative spese. La violazione delle prescrizioni di cui ai commi 1 e 2 comporta a carico del trasgressore la sospensione di ogni forma di contributo economico in ambito agricolo. Regolamenti comunali di polizia rurale: molti comuni li hanno adeguati per le nuove esigenze

26 PURTROPPO NON ESISTE UNA CURA CONTRO IL FITOPLASMA. LA PROFILASSI CONTRO LA FLAVESCENZA DORATA SI BASA SU DUE PILASTRI 1. LA RIMOZIONE DELLE FONTI DI INOCULO: 1.A Viti ammalate all interno del vigneto (responsabilità dell azienda) 1.B Viti inselvatichite all interno di vigneti abbandonati, incolti, boschi di invasione, scarpate a bordo strade (responsabilità del proprietario, ma necessariamente serve anche azione collettiva: associazionismo, ruolo dei sindaci e delle autorità fitosanitarie) 2. LA LOTTA DIRETTA CONTRO IL VETTORE 2.A monitoraggio 2.B trattamenti insetticidi

27 1.A Viti ammalate all interno del vigneto Il controllo del vigneto per verificare la presenza di viti sintomatiche deve essere scrupoloso. I sintomi precoci primaverili non sono molto frequenti e sono spesso ambigui. Più evidenti su alcuni vitigni (Chardonnay). I sintomi estivi sono più evidenti ed è quindi opportuno organizzare un controllo sistematico a partire dal mese di luglio o comunque dal momento in cui, facendo le più disparate operazioni nel vigneto, ci si accorge che ci sono piante con sintomi. Se il volo degli adulti non è ancora iniziato è opportuno eliminare subito almeno tutte le parti della chioma che presentano sintomi chiari o ambigui. Se siamo invece già in presenza di adulti è meglio rimandare le operazioni di bonifica a dopo il trattamento insetticida, per evitare che gli insetti si spostino da una pianta malata tagliata a una pianta sana. Eliminare solo la parte di chioma sintomatica, capitozzare, oppure estirpare? L indicazione generale a livello europeo è che le piante malate devono essere estirpate. E tuttavia possibile capitozzarle e rimandare l estirpo a dopo la raccolta, quando ci sono meno lavori che incombono in campagna. E invece non estirpare e vedere se la pianta si risana spontaneamente? Il fenomeno del recovery sarà trattato in una prossima slide. In generale la risposta è no, ed è tassativamente vietato nelle zone focolaio. Ma la rimozione delle parti di chioma infetta va fatta comunque. E va fatta appena possibile quando si manifestano i sintomi. Se invece si è sicuri che si tratti di Legno Nero e non di Flavescenza l estirpo è meno importante, perché in quel caso la trasmissione non avviene da pianta a pianta.

28 (mappa del 2014) Nelle zone focolaio e dove la malattia non è presente l estirpo anche di una sola pianta sintomatica deve essere tassativo e tempestivo. Anche in caso di dubbio, estirpare senza pietà!

29 Il risanamento spontaneo (recovery) Premessa: il recovery NON è una tecnica di contenimento della malattia, è un fenomeno che è stato osservato e che in alcuni casi può essere sfruttato, anche se si tratta di una scelta rischiosa. In alcune piante si può osservare una remissione spontanea dei sintomi da un anno all altro. Questo avviene in misura variabile a seconda dell ambiente e del vitigno (ad esempio la Glera manifesta facilmente recovery, lo Chardonnay difficilmente), e probabilmente anche in base a fattori ambientali non ancora identificati. Questo può essere legato a un fenomeno di fluttuazione del sintomo, oppure può essere una vera e propria «guarigione», e il fitoplasma non viene più ritrovato nei tessuti. Si considera di norma che se per due-tre anni la pianta non manifesta sintomi sia risanata. Secondo alcuni lavori le piante «risanate» diventano più resistenti alla malattia, ma non tutti gli studi concordano su questo punto. Quello che è sicuro è che la pianta risanata non diventa indenne, e può contrarre nuovamente la malattia se viene punta da un vettore infetto. Per cui la lotta al vettore non deve comunque essere abbandonata. La capitozzatura è comunque raccomandabile alla prima comparsa dei sintomi, anche nel caso di sintomi ambigui.

30 1.B Gestione della vite Americana inselvatichita In tutti i paesi le leggi tutelano la proprietà privata, ma nel contempo vietano ai proprietari di causare danni ai vicini attraverso la loro proprietà. E necessario trovare soluzioni ragionevoli e rapide per consentire gli interventi nei terreni abbandonati: forme associative tra i proprietari di questi terreni per darli in gestione ad altri senza perdere la proprietà (sull esempio delle Association Fonciére francesi), oppure, in assenza di accordo, soluzioni coercitive. I decreti di lotta obbligatoria prevedono effettivamente sanzioni e interventi coercitivi, ma le pratiche richiedono troppi passaggi burocratici per essere efficaci: la malattia non aspetta. Spesso sono sufficienti interventi poco costosi, come il taglio al piede delle viti americane. Anche un viticoltore vicino potrebbe farle, se autorizzato da un sindaco o da altra autorità, qualora non ci fosse l autorizzazione del proprietario, oppure il proprietario fosse irreperibile (come spesso avviene).

31 Percentuale di Scaphoideus infetti e non infetti in un vigneto e in un vicino terreno abbandonato con vite americana (in uno dei numerosi siti studiati). Marzachì e Bosco, 2016.

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37 Gestione della vite Americana inselvatichita Come «pulire»? La vite è una pianta eliofila, cerca la luce solare e quindi la sua chioma si sviluppa principalmente ai limiti dei boschi, al confine tra campi coltivati e strade. Più all interno nella boscaglia spesso non è più presente. Ma se si consente che si sviluppi porta a maturazione il frutto, e a quel punto può anche essere propagata per seme, attraverso gli uccelli. Questo dovrebbe essere evitato. Pulizia in inverno Operare con trinciatrici con braccio telescopico, trincia forestale; prestare particolare attenzione al taglio delle viti selvatiche arrampicate sugli alberi. Se non si possono usare attrezzature meccaniche per la presenza di alberi, le viti americane devono essere tagliate a mano, per una zona più larga possibile, ma almeno alcuni decine di metri dal confine. I sarmenti devono essere rimossi o lasciati appesi agli alberi. Se lasciati a terra possono germogliare e radicare per talea. Possono contenere uova Scaphoideus, e al momento della schiusa le larve cercheranno foglie giovani vite. Non devono trovarle! Dove possibile, sradicare le viti con un escavatore.

38 Gestione della vite Americana inselvatichita Pulizia in primavera maggio-giugno: prima del trattamento contro i giovani in vigna, occorre distruggere i germogli di viti americane sopravvissute. In alternativa, spruzzare erbicidi localizzati ad alta concentrazione di glifosate (dal 2% al 5% soluzione del prodotto commerciale con 360g / L di glifosate) al fine di uccidere per fame eventuali giovani esemplari del vettore. ATTENZIONE: Non distruggere viti americane selvatiche in estate, perché gli adulti alati possono migrare dall incolto nei vigneti La procedura deve essere ripetuta negli anni successivi, cercando di eliminare tutti i ceppi americani (Fonte: Daniele Eberle, Consorzio dell Asti)

39 2. LOTTA DIRETTA CONTRO IL VETTORE Per i trattamenti insetticidi si consiglia di utilizzare un volume di acqua alto (da 800 l/ha in su a seconda della vegetazione). Curare bene la distribuzione, in particolare nella parte bassa della chioma. Se il vigneto è inerbito non si consiglia di usare atomizzatori a recupero, in quanto la cicalina può alimentarsi e sopravvivere anche su specie erbacee del tappeto erboso come i trifogli. Le spontanee non devono essere in fioritura, nel caso occorre trinciare prima di trattare. Strategia con 3 trattamenti T1: Un mese dopo le prime schiusure T2: Fine della copertura del prodotto utilizzato in T1, l obiettivo è quello di coprire la fine delle schiusure T3: Contro gli adulti Oppure T1: Un mese dopo la schiusura o prima degli stadi L4-L5 T2: Contro gli adulti T3: Contro gli adulti in tarda estate o dopo la raccolta a seconda della consistenza delle popolazioni di S. titanus

40 Strategia con 2 trattamenti (basse popolazioni di S. titanus o viti non infette): T1: Contro gli stadi giovanili T2: Contro gli adulti Strategia con trattamento supplementare (alte popolazioni di S. titanus negli anni precedenti) T0: Trattamento extra contro L1 a metà Maggio, prima delle fioritura T1: Contro gli stadi giovanili T2: Fine della copertura del prodotto utilizzato in T1, l obiettivo è quello di coprire la fine delle schiusure T3: Contro gli adulti Nei vigneti di piante madri marze e portinnesti in zone non indenni possono essere necessari più interventi, di solito non meno di quattro. In Italia per ora (sembrano) indenni Abruzzo, Molise, Puglia (ma in queste regioni è stato trovato Scaphoideus), Calabria, Sicilia e Sardegna (non è stato segnalato Scaphoideus. Ma è stato cercato?).

41 Da Nicola Mori DAFNAE Università di Padova

42 Da Fanny Prezman IFV Montpellier

43 Il trattamento insetticida deve essere applicato in modo tale da bagnare l intera superficie fogliare della vite (capi a frutto e succhioni basali), dalla base della vegetazione fino a comprendere anche la parte alta. Gli stadi giovanili di Scaphoideus titanus sono maggiormente presenti sulle foglie basali e sui polloni (le uova svernanti vengono deposte sotto la corteccia del legno di due anni). I diversi insetticidi sul mercato registrati contro Scaphoideus hanno meccanismi di azione diversi, per cui è importante utilizzarli correttamente sia come tempi che come modalità di applicazione. Fare attenzione all etichetta ministeriale, alle indicazioni del produttore e ai bollettini dell assistenza tecnica.

44 Dai protocolli per la difesa integrata della Regione Piemonte per il Attenzione che per alcuni insetticidi non è stata rinnovata l autorizzazione, per cui non si potranno più impiegare. Sono stati esclusi due in particolare tra quelli più utilizzati finora: Thiametoxan (ACTARA), neonicotinoide, attivo contro giovani e adulti Buprofezin (APPLAUD), regolatore di crescita, attivo contro i giovani (non è citato in questo protocollo) Altri insetticidi utilizzabili: Acrinatrina Azadiractina (produzione biologica) Indoxacarb Sali potassici degli acidi grassi Oli minerali Piretro

45 LOTTA CONTRO IL VETTORE in agricoltura biologica Caolino Il trattamento a base di caolino ha funzione repellente verso le cicaline; ma secondo alcuni studi provoca anche mortalità delle neanidi. Non è un alternativa ma una possibile integrazione Costo piuttosto elevato. Più efficace sulle neanidi che sugli adulti secondo una prova effettuata nel 2007 in Francia (4 trattamenti tra 11 maggio e 5 giugno, AIVB, N. Constant) con riduzioni fino al 70% della popolazione rispetto al testimone. Zeolite Un azione meccanica e repellente simile a quella del caolino sarebbe esercitata anche da zeolite-chabasite in sospensione acquosa secondo prove effettuate da Domenico Prisa, alla dose di 3 kg/ha. Azione sinergica anche verso altre patologie (oidio e altri insetti). Contrariamente al caolino non crea imbrattamento ed è miscibile con i principali antiparassitari.

46 LOTTA CONTRO IL VETTORE in agricoltura biologica Oli essenziali di agrumi Il principale principio attivo identificato come insetticida è il D-limonene, un terpene. Questi prodotti sono ritenuti efficaci nella disidratazione del corpo delle larve. Lo studio AIVB del 2007 prima citato prendeva in esame un prodotto a base di scorza d arancio denominato Prev-AM (3 trattamenti tra il 22 maggio e il 5 giugno con 160 l/ha all 1% di prodotto); al contrario del caolino la prova non ha dato differenze significative vs il testimone non trattato. In Ungheria un prodotto a base di olio di arancio + boro (WETCIT) è utilizzato come idratante per uve da tavola e da vino con applicazione all allegagione e viene indicato come efficace nell uccidere per disidratazione neanidi di Scaphoideus, stadi da L1 a L3. In Italia un prodotto a base di olio di arancio dolce è registrato come antioidico ma non come insetticida. Utili ulteriori verifiche.

47 LOTTA CONTRO IL VETTORE in agricoltura biologica Altri prodotti registrati e disponibili sono: Sali Potassici degli acidi grassi; Azadiractina Oli minerali (verificare fitotossicità) Sull efficacia di questi prodotti non ci sono molti lavori pubblicati, e da quelli esistenti si ricavano informazioni non sempre coerenti. In linea generale si può dire che abbiano un efficacia parziale, e maggiore sulle forme giovanili.

48 INOCULO RADICALE CON CONSORZI MICROBIOLOGICI In Piemonte due esperienze: 1. Una prova dell Università di Alessandria (progetto ELIFITO) in collaborazione con Università di Torino, con due funghi simbionti e due batteri della rizosfera isolati su radici di viti asintomatiche e/o risanate (recovery) all interno di vigneti colpiti. Prova limitata nel tempo e nel numero di campioni (barbatelle in vaso). Non si sono evidenziati differenze significative con i testimoni ma l efficienza di trasmissione di FD da parte degli insetti allevati è stata bassa, invalidando di fatto la prova. Differenze appena significative invece in altra prova di barbatelle trattate con elicitore abiotico BTH (benzotiadiazolo). La relazione finale del progetto ELIFITO è disponibile su Knowledge Reservoir del sito Winetwork. ANCHE QUESTA E UNA PRATICA DA CONSIDERARSI INTEGRATIVA E NON ALTERNATIVA ALLA PROFILASSI CLASSICA (LOTTA AL VETTORE E RIMOZIONE DELL INOCULO)

49 2. Esperienze di campo piuttosto diffuse con un prodotto commerciale (chiamiamolo MV) consorzio microbiologico funghi micorrizici-arbuscolari/batteri, anche essi frutto di isolamenti su viti sane all interno di vigneti molto infetti. Alcuni viticoltori sostengono di avere buoni risultati e quindi questa pratica sta prendendo un certo piede, tanto che già tre costruttori di macchine hanno messo a punto modelli di microgranulatori per trattamenti radicali su viti in campo, anche se in verità una conferma scientifica di efficacia al momento manca.

50 Problema metodologico: appurato che oggi non esiste la pallottola d argento, l eventuale efficacia di mezzi come i biostimolanti e i consorzi microbiologici per indurre resistenza si misura in termini percentuali e probabilistici. Tutti i risultati di prove in campo su elicitori e biostimolanti sono molto difficili da valutare per il gran numero di variabili in gioco: risanamento spontaneo, densità di popolazione e infettività del vettore, disformità di diverse zone del vigneto, sanità del materiale vivaistico etc. Più significative forse le prove in ambiente controllato (piante in vaso, reti anti-insetti etc.) anche se questo comporta, per contro, un artefatto rispetto alla situazione in campo. Quello che praticamente si può osservare è la presenza di vigneti con livelli molto bassi di infezione all interno di aree più vaste invece fortemente contaminate. Si tratta di vigneti dove l utilizzo dei preparati microbici fino dall impianto è comunque associato a una intensa difesa contro il vettore.

51 ALL IMPIANTO E l utilizzo maggiormente consigliato e considerato più importante ed efficace. Si tratta di una inzaffardatura delle radici con il consorzio microbiologico con l aiuto di un adesivante alla dose di 4-5 grammi per vite. E richiesto quindi l impianto con radice lunga, meglio se con buca, quindi oneroso. una micorrizzazione precoce dell apparato radicale comporta, al di là della supposta efficacia come stimolazione di resistenza, altri vantaggi agronomici quali migliore sviluppo e maggiore resistenza alla siccità.

52 Condizioni di applicazione del piretro Il piretro ha un buon potere abbattente contro gli stadi giovanili di Scaphoideus titanus mentre è poco efficace sugli adulti. La persistenza è poco elevata per cui è consigliato ripetere il trattamento dopo una settimana dal primo. Il piretro naturale è una molecola delicata, sensibile alle alte temperature e alle radiazioni UV. Si stima che il tempo di emivita di questa molecola in una soluzione esposta al sole sia di minuti. Il prodotto possiede un azione shock per contatto ed agisce sulla conduzione del segnale nervoso nell insetto. Sebbene non sia incompatibile con l applicazione del rame o dello zolfo (Sudvinbio, 2013) se possibile è preferibile effettuare un trattamento specifico. Il piretro naturale è efficace contro gli stadi giovanili da L1 a L3 di Scaphoideus titanus. Sfortunatamente, l efficienza del piretro naturale è molto variabile ed è quindi necessario un attento monitoraggio delle popolazioni del vettore oltre che un attenta osservazione dell appezzamento prima e dopo i trattamenti con prodotti a base di piretro. Ci sono formulazione con diverse concentrazioni, l importante è distribuire circa 30 grammi di piretro per ettaro. Raccomandazioni per l applicazione - Applicare nelle ore serali (bassa quantità di luce e basse temperature) - Il ph dell acqua deve essere < 6.8 con un ottimo compreso fra 6.0 e Applicare subito dopo la preparazione della soluzione - Utilizzare ad ogni trattamento una confezione nuova o che sia stata utilizzata l ultima volta da meno di 6 mesi. - Effettuare al massimo 3 trattamenti durante la stagione vegetativa - Utilizzare volumi elevati di acqua ( litri/ha o più, a seconda dello sviluppo della chioma)

53 CONFUSIONE SESSUALE VIBRAZIONALE E stato recentemente sviluppato un metodo innovativo di confusione sessuale per prevenire la crescita delle popolazioni di Scaphoideus titanus da un anno all altro. Il metodo consiste nel disturbare i segnali che vengono emessi dai maschi per attirare le femmine per l accoppiamento evitando così la riproduzione della cicalina. Gli adulti di Scaphoideus titanus comunicano attraverso segnali vibrazionali, i maschi possiedono un comportamento chiama e vola ed emettono un canto di corteggiamento mentre le femmine emettono dei segnali di risposta ai richiami dei maschi (Mazzoni et al., 2009). Uno strumento manda in onda dei segnali vibrazionali attraverso i fili di ferro di sostegno della vite e la riproduzione di segnali vibrazionali artificiali va così ad interferire con i segnali di chiamata del maschio andando ad interrompere il duetto maschiofemmina che si verrebbe naturalmente a creare riducendo così il numero degli accoppiamenti (Mazzoni et al, 2009). Foto: vibratori per confusione sessuale (Lucchi et al. 2013)

54 Api e impollinatori E 'importante ridurre al minimo il rischio per gli insetti impollinatori quando si fanno trattamenti insetticidi contemporanei su ampi territori. Non trattare quando la vite è in fiore, e non trattare in presenza di fiori nella vegetazione spontanea presente nel vigneto; trinciare o tagliare l'erba prima del trattamento, o lavorare il terreno. Evitare conflitti tra i viticoltori e gli apicoltori (anche l opinione pubblica è molto sensibile su questo tema) Foto DISAFA Università di Torino

55 Uso di materiale propagativo sano 3 possibilità per la diffusione della malattia: - Circolazione di materiale vivaistico infetto - Trasporto del vettore infetto - Trasferimento da piante selvatiche Vivaio: Monitoraggio di piante madri HWT (trattamento con acqua calda) 56

56 Vivai In qualche paese o regione ci sono regole specifiche di profilassi contro FD per il vivaismo: il trattamento obbligatorio in acqua calda, o, in qualche caso, il divieto stesso di gestire attività di vivaio in regioni focolaio di FD. Ma ha senso legare le regole al luogo dove si trova il vivaio? Barbatelle innestate e gemme che vengono lavorate in un vivaio non sempre provengono dalla regione, e non sempre vanno in quella regione! Una certificazione di trattamento con acqua calda potrebbe (o dovrebbe) essere richiesto prima di introdurre materiale vivaistico in una regione dove FD non è ancora presente; e potrebbe essere richiesto per le talee provenienti da una regione dove FD è presente. Un sistema europeo di tracciabilità potrebbe contribuire ad evitare di portare la malattia dove non è presente. O, quanto meno, è necessario informare i viticoltori di quelle aree che devono acquistare viti trattate HWT. La trasmissione attraverso le piante infette infatti è un grosso problema dove la malattia non è presente: in questo caso solo poche piante, o una singola pianta, può essere la fonte di un nuovo focolaio. Non è la stessa cosa in una regione dove FD è radicata: qui il rischio vivaistico invece a volte è sopravvalutato, perché il vettore è un mezzo molto più efficiente di diffusione.

57 Trattamento in acqua calda (Hot Water Treatment, HWT) Diversi studi in Italia e Francia confermano l'efficacia della pratica nell eliminare i fitoplasmi della FD. Piante trattate, provenienti da gemme di una zona infetta, cresciute in screenhouse protetta da reti antiinsetti non hanno mostrato sintomi, da molti anni. Tuttavia HWT è una pratica complessa: c è una combinazione ottimale di tempo e temperatura che garantisce l'efficacia del trattamento e, nello stesso tempo, la vitalità del materiale. Se ci sono errori uno dei due obiettivi fallisce. Se il trattamento è ben eseguito, nella nostra esperienza, in Piemonte, le maggiori perdite di piante in vivaio non sono significative. Le barbatelle mostrano solo un leggero ritardo nel germogliamento. HWT richiede un attrezzatura tecnica avanzata e costosa, buona conoscenza e, soprattutto, tempo. E 'difficile per i grandi vivai per fare del HWT un processo standard, e a volte qualcuno risolve il problema propagando la leggenda che "non funziona"... In realtà funziona, ma non è la "soluzione del problema" (un altra leggenda...), perché le viti si possono infettare nuovamente.

58 TEMPO: UN FATTORE CHIAVE Trattare con insetticidi, rimuovere le viti sintomatiche o almeno le parti sintomatici della chioma (anche quando il sintomo può essere ambiguo), sono attività di prevenzione ben note ai coltivatori. Ma non sempre sono fatte al momento giusto. Il monitoraggio dei giovani, e il loro stadio, sulle foglie è necessario per scegliere il momento giusto per il primo trattamento, ma di solito non può essere fatto dai coltivatori, serve personale specializzato (foto). Occorre dividere una regione in aree macroclimatiche, controllare l'insetto e suggerire il momento migliore per trattare in ogni area, anche suggerendo tempi differenti a seconda del tipo di prodotto utilizzato. Il monitoraggio degli adulti con trappola gialla può essere fatto dai coltivatori stessi se opportunamente istruiti, o da specialisti. Un valido strumento per ritrovare le trappole è quello di utilizzare foto georeferenziate con GPS (funzione disponibile sulla maggior parte degli smartphone). Questo vale anche per altri lavori di monitoraggio e per la segnalazione alle autorità di vigneti abbandonati.

59 TEMPO: UN FATTORE CHIAVE I voli degli adulti sono stati spesso osservati più tardi del previsto (ottobre). Il controllo tardivo è importante per decidere l'opportunità di un trattamento post-vendemmia contro gli adulti. Rimozione di piante sintomatiche o parti della chioma: si è visto che solo le foglie sintomatiche (a meno di eccezioni finora non rilevate) possono trasmettere la malattia al vettore: è importante dare questo messaggio ai viticoltori. Questa "pulizia" deve essere un lavoro specifico in vigna e dovrebbe essere fatta tempestivamente alla comparsa dei sintomi, a partire dal trattamento adulticida in poi (se fatta prima, insetti infetti possono migrare su piante sane). Spesso si dice "quando passo e vedo, taglio". Non è il modo giusto! Il monitoraggio e il taglio tempestivo devono essere operazioni prioritarie, con personale e tempo dedicato.

60 GRAZIE PER L ATTENZIONE

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