* schede sintetiche relative alle singole stazioni di campionamento ittico (in Appendice).
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- Francesca Di Giovanni
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1 ACQUE CORRENTI Questo capitolo raccoglie i risultati delle indagini effettuate nelle stazioni di campionamento. Ad una breve prefazione introduttiva al bacino idrografico d appartenenza, segue la descrizione dei corsi d acqua riconducibili ad esso. In particolare per ciascun corso d acqua considerato sono riportati: * descrizione geografica e morfologica del corso d acqua con vocazionalità ittica; * profilo altimetrico del corso d acqua, su cui è indicato il sito di posizionamento della stazione; * dati disponibili sul regime idrologico del corso d acqua; ricavati dai rapporti della Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere; * dati sulla qualità biologica delle acque rilevati durante il presente lavoro o (dove indicato) ricavati dai rapporti dell ASL della Provincia di Varese; * descrizione della comunità macrobentonica del corso d acqua (per le dieci stazioni in cui sono stati effettuati campionamenti quantitativi); * descrizione del popolamento ittico del corso d acqua, in base ai risultati delle attività di campionamento; * schede sintetiche relative alle singole stazioni di campionamento ittico (in Appendice). In particolare, riguardo alle schede sintetiche relative a ciascuna stazione di campionamento ittico, ciascuna di esse contiene: * ubicazione della stazione; * documentazione fotografica; * caratteristiche chimico-fisiche delle acque; * descrizione ambientale; * grafico ad istogrammi illustrante la composizione della comunità ittica e l abbondanza stimata per ciascuna delle specie presenti, secondo la seguente convenzione: 1 pesce: la specie è occasionale o rara; 2 pesci: la specie è scarsa; 3 pesci: la specie è presente con una popolazione ben strutturata in classi d età; 4 pesci: la popolazione della specie è numericamente abbondante; 5 pesci: la popolazione è dominante Tabella 6: Elenco delle stazioni di campionamento Stazione Corso d'acqua Località Comune ACQ-1 Torrente Acquanegra Ispra 70 Ispra ARN-1 Torrente Arno Cimitero Castronno BAR-1 Fiume Bardello Madre-Cassani Besozzo BAR-2 Fiume Bardello Località Bozza Besozzo BOE-1 Torrente Boesio A monte della ditta Mascioni Cuveglio BOE-2 Torrente Boesio Zona Mulino, a valle della Mascioni Brenta BOE-3 Torrente San Giulio Vararo Cittiglio BOE-4 Torrente Marianne Arcumeggia Casalzuigno BOE-5 Torrente Marianne monte abitato Casalzuigno 17
2 Stazione Corso d'acqua Località Comune BOE-6 Torrente Gottardo Duno Duno BOE-7 Torrente Reno Cuvio Cuvio BOL-1 Torrente Bolletta Valle San Giovanni Cuasso al Monte BOL-2 Torrente Pessina Cavagnano Cuasso al Monte BOL-3 Torrente Bolletta Cuasso al Piano, cimitero Cuasso al Monte BOL-4 Roggia Molinara A valle del Lago Cicogna Arcisate BOL-5 Roggia Molinara Cuasso al Piano - Molino del Torchio Cuasso al Monte BOL-6 Torrente Brivio Cuasso al Piano - Molino del Torchio Cuasso al Monte BRA-1 Colatore di Varano B. Varano Borghi Varano Borghi CER-1 Torrente Trallo Miniera (ramo orografico sx) Lavena Ponte Tresa CER-2 Torrente Trallo Miniera (ramo orografico dx) Lavena Ponte Tresa CER-3 Torrente Murante A monte dell'abitato Cuasso al Monte CER-4 Rio dei Poncini Cà del Monte Porto Ceresio CER-5 Torrente Bollenaccia Porto Ceresio Porto Ceresio CER-6 Rio Vignazza Ca' del Monte Porto Ceresio CER-7 Rio Vallone Besano Besano CER-8 Rio dei Ponticelli Besano Besano COL-1 Torrente Colmegnino Dumenza Dumenza COL-2 Torrente Colmegnino Colmegna Colmegna COL-3 Torrente Cortesello Dumenza Dumenza DIR-1 Rio Dirinella Dirinella - Confine Pino Lago Maggiore FRO-1 Torrente Froda Nasca Castelveccana FSG-1 Fontanile S. Giacomo Gerenzano Gerenzano GIO-1 Torrente Giona Ponte di Piero Curiglia GIO-2 Torrente Giona Monte centrale ENEL Maccagno GIO-3 Torrente Giona Maccagno Maccagno GIO-4 Torrente Riale Curiglia Curiglia GIO-5 Torrente Viaschina Ponte di Piero Curiglia GIO-6 Torrente Casmera Centrale ENEL Tronzano GIO-7 Torrente Val Frigerio Confine Veddasca LEN-1 Torrente Lenza Vivai Macchi, Ponte Lentate - Capronno Angera LEN-2 Torrente Lenza Piana, ditta ATOS Sesto Calende LEN-3 Torrente Lenza Oriano basso Sesto Calende MAR-1 Torrente Margorabbia San Gemolo, Valganna Varese MAR-2 Torrente Margorabbia Azienda Agricola "Il Maglio" Cunardo MAR-3 Torrente Margorabbia Ferrera, sotto la cascata Varese 18
3 Stazione Corso d'acqua Località Comune MAR-4 Torrente Margorabbia Cucco Montegrino Valtravaglia MAR-5 Torrente Margorabbia a monte confluenza con il Fiume Tresa Luino MAR-6 T. Margorabbia Vecchio Grantola Grantola MAR-7 Torrente Grantorella Località Patatina Grantola MAR-8 Torrente Prada Cunardo Cunardo MAR-9 Torrente Boggione Gerizzo Valganna MAR-10 Roggia della Paurascia Pralugano Varese MAR-11 Torrente Valmolina zona di tutela Brinzio MAR-12 Torrente Rancina Fattoria Castello Cabiaglio MAR-13 Torrente Rancina Rancio Valcuvia Rancio Valcuvia MAR-14 Rio Boesio Mulino del gallo Rancio Valcuvia MAR-15 Torrente Chiesone Mesenzana Mesenzana MAR-16 Torrente Sasso Maragnana Roggiano Brissago Valtravaglia MON-1 Torrente Viganella Gemonio Gemonio MON-2 Torrente Monvallina Piano Superiore Monvalle OLO-1 Fiume Olona Rasa Varese OLO-2 Fiume Olona Rasa, Via Chiusarella Varese OLO-3 Fiume Olona Valganna, a monte della presa Poretti Varese OLO-4 Fiume Olona Varese, Via Pacinotti Varese OLO-5 Fiume Olona A valle del depuratore Pravaccio Varese OLO-6 Fiume Olona A valle della confluenza con il T. Lanza Varese OLO-7 Fiume Olona Ponte di Via Roma Castiglione Olona OLO-8 Fiume Olona Torba Carnago OLO-9 Fiume Olona Balzarine Fagnano Olona OLO-10 Fiume Olona Piazza Soldini Castellanza OLO-11 Roggia Riale A monte del depuratore Pravaccio Varese OLO-12 Cavo Diotti nei pressi del Lago Verde, a monte della SP Varese OLO-13 Torrente Bevera A valle del ponte Bevera OLO-14 Torrente Bevera Piana sotto Velmaio Arcisate OLO-15 Torrente Bevera Cava Coppa, Località Mentasti Varese OLO-16 Torrente Lanza Campo sportivo Clivio OLO-17 Torrente Lanza A valle dello scarico del depuratore Viggiù OLO-18 Torrente Lanza Birlinghina Malnate OLO-19 Torrente Quadronna Rovera Malnate OLO-20 Torrente Quadronna Ponte di Gurone Malnate STR-1 Torrente Strona Ponte dello Strona Casale Litta 19
4 Stazione Corso d'acqua Località Comune STR-2 Torrente Strona Ponte SP 43 Cimbro STR-3 Torrente Strona Azienda Agricola Strona Somma Lombardo TIC-1 Fiume Ticino Golasecca Golasecca TIC-2 Fiume Ticino A valle di Porto della Torre Somma Lombardo TIC-3 Fiume Ticino A valle della diga di Pamperduto Somma Lombardo TIC-4 Fiume Ticino Maddalena Somma Lombardo TIC-5 Fiume Ticino Villa del Dosso Vizzola Ticino TIC-6 Gora Molinara Mulino Vecchio Somma Lombardo TIC-7 Gora Molinara La Castellana Lonate Pozzolo TIC-8 Canale Naviglio Vecchio La Castellana Lonate Pozzolo TIC-9 Canale Marinone La Castellana Lonate Pozzolo TRE-1 Fiume Tresa Al confine con il comune di Cremenaga Cadegliano Viconago TRE-2 Fiume Tresa Creva - a valle della diga Luino TRE-3 Fiume Tresa Voldomino Luino TRE-4 Torrente Tarca A monte dell'abitato Ponte Tresa TRE-5 Rio Vallone Cremenaga Cremenaga TRE-6 Torrente Dovrana Ponte Tresa Ponte Tresa TSG-1 Torrente San Giovanni Brezzo Brezzo di Bedero VAL-1 Torrente Val Molinera Tronzano Tronzano VAL-2 Torrente Val Molinera Confine, ponte ferrovia Pino Lago Maggiore VAR-1 Torrente Tinella Golf Club Luvinate VAR-2 Torrente Tinella Cascina Benedetto Gavirate VAR-3 Torrente Tinella Foce Gavirate VAR-4 Torrente Valle Luna Calcinate degli Origoni Varese VAR-5 Roggia Nuova A monte del ponticello Capolago VAR-6 Roggia di Buguggiate 50 m a monte della foce Azzate VAR-7 Roggia di Azzate Supermercato Tigros Azzate VAR-8 Roggia Vecchia Madonnina Galliate Lombardo 20
5 BACINO DEL TORRENTEORRENTE VALAL MOLINERAOLINERA Il bacino del Val Molinera occupa una piccola porzione della zona montana più settentrionale della provincia. Chiuso tra i monti del Pian della Croce e della Costa del Faietto a sud, e quelli del Piano Volpera e della Rogna a nord, esso interessa i territori comunali di Tronzano, Veddasca, Maccagno e Pino Lago Maggiore dove, raccolte le acque di drenaggio nel Torrente Valle Molinera, le convoglia al Lago Maggiore, di cui è bacino secondario. La natura ritrale e le caratteristiche morfologiche del Torrente Valle Molinera rendono questo corso d acqua vocato ad ospitare popolazioni stabili naturali di trota fario. Esse risultano piuttosto scarse nel tratto superiore, dove non solo le dimensioni ridotte e la forte pendenza, ma anche la presenza di una derivazione idrica, fungono da fattori limitanti, e sono invece più consistenti nel tratto medio inferiore, dove la pendenza è meno accentuata, l alveo si allarga e la portata è parzialmente ristabilita dagli apporti del bacino residuo, accrescendo la disponibilità di habitat. Torrente Val Molinera Tributario del Lago Maggiore, il Torrente Val Molinera nasce sopra l Alpe Nove Fontane, ai piedi del Sasso Corbaro, a 1460 m s.l.m. Figura 2: Profilo altimetrico del TorT orrente Valle V Molinera Lunghezza corso d acqua 6.2 km Sorgenti 1460 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 3 m Foce 193 m s.l.m. Pendenza 21% Il torrente scorre con andamento sinuoso ed una pendenza media del 21% in una valle a v profonda, raccogliendo lungo il suo percorso le acque di numerosi affluenti minori. Dal punto di vista dell habitat fluviale, le caratteristiche geo-morfologiche del territorio attraversato e dunque quelle idraulico-morfologiche del corso d acqua stesso, ne impongono la suddivisione in due tratti. Un primo tratto, dalle sorgenti al limite inferiore dell area vegetata a pascoli è un ambiente tipicamente epiritrale con: larghezza media dell alveo bagnato piuttosto ridotta (1,5 m), pendenza molto accentuata; acque turbolente con cascatelle frequenti, fondo dell alveo roccioso e costituito da massi e ciottoli. Esso si presenta dunque vocato, dal punto di vista ittico, ad ospitare popolazioni piuttosto modeste di trota fario. Il secondo tratto, quello medio-inferiore, attraversa un area coperta da boschi di latifoglie; l alveo bagnato è più ampio (larghezza superiore ai 3 m), la pendenza è meno accentuata e vi è una discreta disponibilità di rifugi per la fauna ittica, offerti dai massi presenti in alveo e dalle radici arboree lungo le rive. Tali caratteristiche rendono questo tratto potenzialmente più produttivo del primo, in grado cioè di supportare popolazioni più consistenti di trota fario ed anche di scazzone. 21
6 È opportuno comunque ricordare che il tratto medio-inferiore risulta fortemente penalizzato dalla derivazione idrica che alimenta il Lago Delio. Essa attualmente non prevede il rilascio di alcun DMV, condizionando negativamente il tratto a valle che, in periodi di magra, risulta completamente asciutto. Il campionamento ittico è stato effettuato in due stazioni di cui la prima posta a circa 960 m s.l.m., poco a valle dell immissione del Rio Quadra, e la seconda fissata a 210 m s.l.m. nei pressi di Zenna, a circa 150 m dalla foce del torrente, in un tratto posto tra una briglia che ne interrompe la continuità a monte e la sua canalizzazione in un alveo totalmente cementificato che ne rettifica il decorso verso il Lago Maggiore a valle. Nella prima stazione (VAL-1), il rinvenimento in 60 m di torrente indagato, di qualche giovane e di pochissimi esemplari adulti di trota fario conferma la vocazionalità a salmonidi del tratto più alto del corso d acqua. E stato anche catturato un soggetto di salmerino di fontana, evidentemente introdotto. Nella stazione posta più in basso (VAL-2), il ritrovamento di una popolazione più consistente di trota fario e dello scazzone testimoniano la maggiore produttività del torrente in questo tratto, le cui potenzialità sono comunque penalizzate dagli interventi artificiali, realizzati nelle ultime centinaia di metri, che ne hanno profondamente modificato l habitat fisico, precludendo gli importantissimi scambi tra il corso d acqua ed il lago. Nella stazione VAL-2 è stato anche effettuato un campionamento quantitativo di macrobenthos, i cui dati relativi alla composizione e densità numerica della comunità sono riportati in Tabella 7. Il valore di densità totale è pari Tabella 7:La comunità macrobentonica del TorT orrente Valle V Molinera GRUPPO FAUNISTICOF Famiglia Genere N /m PLECOTTERI Nemouridae Amphinemura 78 PLECOTTERI Perlodidae Isoperla 15 PLECOTTERI Leuctridae Leuctra 122 EFEMEROTTERI Baetidae Baetis 174 EFEMEROTTERI Heptageniidae Ecdyonurus 181 EFEMEROTTERI Heptageniidae Epeorus 7 EFEMEROTTERI Leptophlebiidae Habroleptoides 4 EFEMEROTTERI Glossosomatidae 4 EFEMEROTTERI Hydropsychidae 74 EFEMEROTTERI Limnephilidae 19 EFEMEROTTERI Philopotamidae 7 EFEMEROTTERI Sericostomatidae 30 COLEOTTERI Elminthidae 19 COLEOTTERI Helodidae 48 DITTERI Athericidae 37 DITTERI Chironomidae 78 DITTERI Empididae 4 DITTERI Limoniidae 41 DITTERI Psychodidae 4 DITTERI Simuliidae 4 TRICLADI Planariidae Polycelis 7 OLIGOCHETI Enchytraeidae 4 totale 959 Figura 3:Distribuzione di frequenza degli individui per classi di gruppi funzionali trofici U.S. TOT 22,0 % EPT 55% EPT/Chironomidi 9,2 Famiglia dominante Heptageniidae Dominanza (%) 20% Shannon 2,5 Margalef 3,1 Pielou 0,8 22
7 a 959 ind./m 2 ; la famiglia più abbondante è quella degli Heptageniidae (20% degli individui totali). La comunità macrobentonica non è dunque molto numerosa ma ben diversificata (H =2,5) sia dal punto di vista della ricchezza in gruppi sistematici (22 famiglie) sia della distribuzione delle abbondanze per singolo taxon, come anche mostrato dai valori degli indici di diversità e di evenness. Il valore dell indice FBI, pari a 3,6 indica inoltre l assenza totale di inquinamento organico, definendo la qualità delle acque del torrente eccellente. Anche il valore del rapporto EPT/Chi. è elevato (9,2) e il gruppo funzionale trofico dominante è quello dei raschiatori, con il 43% degli individui totali. BACINO DEL TORRENTEORRENTE GIONAIONA Il bacino del Torrente Giona si estende lungo la Valle Veddasca, una delle più strette e scoscese presenti nel territorio provinciale, dove le acque di drenaggio sono raccolte dal Torrente Giona e da esso condotte fino al Lago Maggiore. Oltre al Giona, diversi altri torrenti suoi tributari rivestono un notevole interesse dal punto di vista ittico, soprattutto in virtù dell elevato grado di naturalità degli ambienti in oggetto e della loro vocazione ad ospitare popolazioni vitali di trota fario. Tra questi corsi d acqua sono stati in particolare indagati i torrenti: Viaschina, Riale, Casmera e Val Frigerio, oltre naturalmente al Torrente Giona. Torrente Giona Tributario del Lago Maggiore, il Torrente Giona nasce in Svizzera, dai monti delle valli del Pianascio e del Lavezzaro, a più di 1100 m s.l.m. Esso entra in territorio italiano in comune di Veddasca, scorrendo in una valle stretta a gola, a circa 655 m s.l.m. Figura 4: Profilo altimetrico del TorT orrente Giona Lunghezza corso d acqua 10.2 km Punto di ingresso nel Larghezza media alveo di magra 10 m territorio provinciale 655 m s.l.m. Pendenza 4.5% Foce 193 m s.l.m. Durante il suo percorso irregolare, tra le montagne coperte di boschi di latifoglie, quasi per nulla antropizzate, per tratti anche piuttosto lunghi chiuso tra pareti rocciose, esso riceve l apporto di numerosi torrenti che contribuiscono a renderne sempre più impetuoso l andamento. 23
8 Esso è un tipico ambiente ritrale, caratterizzato da elevata pendenza dell alveo, acque turbolente con frequenti raschi e pozze, alternati a brevi tratti di correntini, substrato di fondo in prevalenza costituito da massi, ciottoli e ghiaia, discreta disponibilità di rifugi per la fauna ittica. Il Giona riveste una notevole importanza dal punto di vista ittico per la vocazione espressa dalle qualità dell habitat fluviale ad ospitare popolazioni di trota fario, di consistenza peraltro ragguardevole, viste le dimensioni e la caratteristiche del torrente. L asta del Torrente Giona è interessata nel suo tratto intermedio da una derivazione ad uso idroelettrico che ne impoverisce la qualità ecologica complessiva ed in particolare il popolamento ittico. L acqua viene poi restituita a Maccagno, ma subito di nuovo prelevata da un altra derivazione ad uso anch essa idroelettrico, in fase avanzata di realizzazione, che la restituirà definitivamente al torrente in prossimità del Museo, a poche decine di metri dalla foce. Il tratto interessato da questa nuova derivazione è stato inoltre pesantemente artificializzato, con la costruzione di argini artificiali e numerose briglie di ritenzione difficilmente superabili dai pesci in risalita dal lago. Un modesto stato di alterazione è inoltre attestato anche per quanto riguarda la qualità biologica. Il dato relativo alla campagna d indagine del dicembre 99 fa infatti registrare un punteggio IBE pari a 9, che pone le acque del torrente in una 2 classe di qualità, corrispondente ad un giudizio di acque moderatamente inquinate e alterate. Il campionamento ittico sul Torrente Giona è stato effettuato in tre stazioni delle quali: la prima (GIO-1) posta a monte del Ponte di Piero, nel comune di Curiglia, la seconda e la terza (GIO-2 e GIO-3), fissate nei pressi di Maccagno, rispettivamente a monte e a valle della Centrale ENEL. I risultati dei campionamenti mostrano l esistenza in questo torrente di popolazioni ben strutturate di trota fario, sia nel tratto posto più a monte, dove essa risulta peraltro essere l unica specie presente, sia in quello più prossimo alla foce, dove oltre alla trota fario è stata rilevata la presenza di numerose altre specie. Il campionamento effettuato nella stazione GIO-3 ha infatti condotto alla cattura di altre 6 specie ittiche tra cui: l ibrido fario x marmorata - la cui presenza è riconducibile a pratiche di ripopolamento - il temolo (raro), i ciprinidi reofili cavedano e vairone e lo scazzone. Anche quest ultimo, come la trota fario, risulta presente con una popolazione ben strutturata, la cui distribuzione di frequenza in classi di lunghezza dei soggetti catturati è mostrata in Figura 5. Figura 5: Distribuzione di frequenza in classi di lunghezza degli scazzoni catturati 24
9 Da segnalare inoltre la presenza della bottatrice, piuttosto comune in questo tratto vicino alla foce. Nella stazione GIO-2 è stato inoltre applicato il modello HQI per la determinazione della capacità portante teorica del tratto, il cui valore risulta essere di 177 kg/ha di Salmonidi. Questo valore (17,7 g/m 2 ) si avvicina molto al dato misurato di biomassa di trota fario (16,3 g/m 2 ), ottenuto in occasione di un campionamento quantitativo effettuato sul torrente in comune di Curiglia. L analisi del campione quantitativo di fauna macrobentonica prelevato nella stazione GIO-2 mostra una discreta produttività secondaria del torrente: il valore di densità numerica è infatti pari a 2911 ind/m 2 (Tabella 8). Tabella 8: La comunità macrobentonica del TorT orrente Giona GRUPPO FAUNISTICOF Famiglia Genere N /m PLECOTTERI Leuctridae Leuctra 6 PLECOTTERI Nemouridae Nemoura 28 EFEMEROTTERI Baetidae Baetis 61 EFEMEROTTERI Heptageniidae Ecdyonurus 22 TRICOTTERI Hydropsychidae 6 TRICOTTERI Philopotamidae 6 TRICOTTERI Rhyacophilidae 17 COLEOTTERI Elminthidae 1067 DITTERI Chironomidae 1555 DITTERI Limoniidae 11 DITTERI Simuliidae 122 TRICLADI Dugesiidae Dugesia 6 OLIGOCHETI Naididae 6 TOTALE 2911 U.S. TOT 13,0 % EPT 54% EPT/Chironomidi 0,1 Famiglia dominante Chironomidae Dominanza (%) 53% Shannon 1,1 Margalef 1,5 Pielou 0,4 Alla comunità appartengono complessivamente 13 famiglie, di cui il 54% appartenenti al gruppo EPT. La comunità è però piuttosto squilibrata dal punto di vista della distribuzione delle abbondanze tra i taxa presenti. Il fatto inoltre che la famiglia dominante sia quella dei Chironomidi invertebrati raccoglitori che si cibano di particolato organico fine, di norma abbondanti in corrispondenza di situazioni di inquinamento da scarichi civili - con il 53% degli individui totali, è sintomo dell esistenza di uno stato di inquinamento organico. La conferma dell esistenza di una condizione di alterazione della qualità delle acque è data dall applicazione dell indice FBI che, definendola discreta, ne ravvisa uno stato di moderato inquinamento organico. La grande abbondanza di Chironomidi ed Elmintidi nella comunità determina la dominanza di raccoglitori e raschiatori sugli altri gruppi funzionali trofici (Figura 6). 25
10 Figura 6: Distribuzione di frequenza degli individui per classi di gruppi funzionali trofici Torrente Viaschina Il Viaschina è affluente di sinistra del Torrente Giona, nel quale confluisce a circa 535 m s.l.m., poco meno di 100 m a valle del Ponte di Piero, nel comune di Curiglia. Alimentato dalla confluenza di numerosi rami laterali, esso scorre con orientamento est-ovest in una valle stretta a gola, coperta da un fitto bosco maturo di latifoglie. L ambiente, estremamente naturale e dalle caratteristiche morfologiche e idrauliche tipicamente ritrali, si presenta particolarmente vocato ad ospitare popolazioni vitali di trota fario. Figura 7: Profilo altimetrico del TorT orrente ViaschinaV Lunghezza corso d acqua 3,2 km Sorgenti 1440 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 2,5 m Foce 535 m s.l.m. Pendenza 28% Il campionamento ittico, effettuato a poco più di 100 m a monte della confluenza con il Torrente Giona, in località Ponte di Piero, ha in effetti condotto alla cattura di un discreto numero di soggetti di trota fario, aventi taglie diverse, a conferma della vocazionalità espressa dall ambiente in oggetto, in particolare dal tratto in questione dove, con la riduzione della pendenza, l alveo bagnato è più ampio, è maggiore la disponibilità di rifugi per la fauna ittica ed in generale la conformazione idraulico-morfologica dell habitat fisico ne accrescono la capacità portante. 26
11 BACINO DEL TORRENTEORRENTE COLMEGNINO Il bacino del Colmegnino si estende nella parte settentrionale della provincia, dove, chiuso tra il monte Lema e il Pian delle Vergini ad est ed il Lago Maggiore a ovest, confina a nord con il bacino del Giona e a sud con quello del Tresa. Esso raccoglie le acque di drenaggio dell area montuosa inclusa nei territori comunali di Agra, Dumenza e Luino e le convoglia, attraverso il Torrente Colmegnino, al Lago Maggiore. Oltre al Colmegnino, altra unità idrografica presente nel bacino che riveste un certo interesse dal punto di vista ittico è il Torrente Cortesello. In particolare, la natura ritrale di entrambi questi ambienti, le loro dimensioni ed i regimi idrologici li rendono vocati ad ospitare popolazioni anche numerose di trota fario. Il Torrente Colmegnino Il Torrente Colmegnino nasce da due rami, alle pendici del Monte Gradisca e del Monte Colmegnino, a circa 910 m s.l.m. Figura 8: Profilo altimetrico del TorT orrente Colmegnino Lunghezza corso d acqua 6 km Sorgenti 910 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 3,5 m Foce 193 m s.l.m. Pendenza 13% Esso percorre, con orientamento nord-sud e media pendenza, una valle stretta a gola e, accolte le acque del Torrente Cortesello all altezza di Dumenza, scorre in Valle Ceresole, dove sfocia nel Lago Maggiore, presso Colmegna. Ambiente torrentizio, le cui caratteristiche ritrali si esprimono nella pendenza dell alveo, nell impetuosità della corrente, nella diversificazione di mesohabitat, nella natura del substrato, in prevalenza costituito da massi e ciottoli, il Colmegnino attraversa un territorio in gran parte boschivo, ben poco antropizzato. Il suo regime idrologico, illustrato in Figura 9, con portate medie annuali intorno a 0,5 m 3 /s (dati riferiti all arco di tempo ), è quello tipico pluviale, con due periodi di morbida (maggio e ottobre) e due di magra (gennaio e luglio). 27
12 Figura 9: Andamento annuale e pluriennale delle portate medie mensili del TorT orrente Colmegnino Le caratteristiche dell alveo naturale, le sue dimensioni (larghezza media superiore ai 3 metri) ed il regime idrologico indicano la vocazione di questo corso d acqua ad ospitare una popolazione vitale e consistente di trota fario; l apertura della valle nel tratto medio-inferiore del torrente, la sua diminuita pendenza e lo sbocco verso il lago, lo rendono inoltre idoneo ad ospitare una comunità ittica piuttosto diversificata dominata da specie reofile e con presenza di qualche specie più tipica dell ambiente lacustre nel tratto prossimo alla foce. Un modesto stato di alterazione è però fatto registrare dai dati sulla qualità biologica. L indagine qualitativa della fauna macrobentonica del torrente effettuata nel dicembre 99 ha infatti determinato l attribuzione di un punteggio IBE pari a 9, che pone le acque in una 2 classe di qualità, corrispondente ad un giudizio di acque moderatamente inquinate e alterate. Tale risultato è verosimilmente dovuto alla presenza, peraltro osservata a Dumenza anche durante i campionamenti ittici, di scarichi civili riversati nelle acque del torrente, provenienti dalla frazione di Runo. Il campionamento ittico sul Torrente Colmegnino è stato effettuato in due stazioni: la prima (COL-1) posta a Dumenza, circa 100 m a monte della confluenza con il Cortesello; la seconda (COL-2), fissata in comune di Colmegna a circa 700 m dalla foce. In entrambe le occasioni è stata rilevata la presenza di un unica specie ittica: la trota fario, insediata nell ambiente con una popolazione abbondante e ben strutturata, a testimonianza della vocazione del corso d acqua. Torrente Cortesello Affluente di sinistra del Colmegnino, il Torrente Cortesello nasce presso il Monte Lema, a circa 1560 m s.l.m. e, percorsa per 4,2 km una valle a gola profonda, termina il suo corso a Dumenza. 28
13 Figura 10: Profilo altimetrico del TorT orrente Cortesello Lunghezza corso d acqua 4,2 km Sorgenti 1560 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 2,5 m Foce 415 m s.l.m. Pendenza 27 % Corso d acqua dalle caratteristiche ritrali, per la pendenza elevata, la forte turbolenza delle acque, il substrato costituito in prevalenza da massi e ciottoli; esso presenta una larghezza media dell alveo bagnato superiore ai tre metri ed attraversa un territorio boschivo, coperto da alberi di latifoglie che costituiscono l ambiente ripario, procurando al torrente ombreggiamento e abbondante detrito organico grossolano e contribuendo, insieme ai massi presenti in alveo a fornire i pur modesti rifugi per la fauna ittica. Tali caratteristiche morfologiche ed idrologiche del torrente rendono il Cortesello un ambiente vocato ad ospitare una popolazione vitale seppur modesta di trota fario. BACINO DEL FIUMEIUME TRESARESA Il bacino del Fiume Tresa, qui considerato soltanto nella porzione a valle del Lago di Lugano, occupa una valle piuttosto stretta e allungata in senso longitudinale, nella parte settentrionale del territorio della provincia. Esso convoglia le acque di drenaggio e quelle provenienti dal Lago di Lugano verso il Lago Maggiore, confinando a nord con il bacino del Colmegnino e a sud con quello del Margorabbia. Lungo il suo percorso, dal Lago di Lugano al Lago Maggiore, il Fiume Tresa raccoglie le acque, oltre che di numerosi affluenti minori, di alcuni torrenti di interesse ittico, tra i quali il Tarca ed il Vallone. Il Fiume Tresa, per le caratteristiche chimico-fisiche determinate dall origine lacustre, la pendenza, le dimensioni, il regime idrologico, può essere considerato un ecosistema ad elevata potenzialità ittica con vocazione mista a Salmonidi e Ciprinidi. I suoi tributari sono invece da considerarsi torrenti a vocazione salmonicola. Fiume Tresa Figura 11: Profilo altimetrico del Fiume TresaT 29
14 Lunghezza corso d acqua 13 km Sorgenti 271 m s.l.m. Larghezza media alveo di magra 30 m Foce 193 m s.l.m. Pendenza 0,6 % Il Fiume Tresa nasce come emissario del Lago di Lugano, presso il comune di Ponte Tresa, a 271 m s.l.m. e, dopo 13 km di percorso, unite le sue acque a quelle del Torrente Margorabbia, sfocia nel Lago Maggiore, nella pianura alluvionale su cui sorge la città di Luino, a 193 m s.l.m. La pendenza media del corso d acqua è dello 0.6 % e la larghezza media dell alveo bagnato è di 30 m. La sua origine dal Lago di Lugano determina un regime idrologico di tipo pluviale, con portate medie annue intorno ai 23 m 3 /s ( ) e generalmente il verificarsi di due periodi di morbida: uno tra aprile e giugno e l altro tra settembre e novembre. I periodi di magra sono invece concentrati in inverno, tra dicembre e febbraio, e ad agosto. Figura 12: Andamento mensile delle portate medie annuali e pluriennali del Fiume Tresa. T L influenza del Lago di Lugano è pesante anche per quanto riguarda le caratteristiche chimico-fisiche delle acque del fiume, in particolare per le concentrazioni di nutrienti che lo rendono un ecosistema molto produttivo. I dati sulla qualità biologica delle acque del Tresa, rilevati nel dicembre 99 (Tabella 9) nelle stazioni di Ponte Tresa e Voldomino, fanno peraltro registrare il loro stato di alterazione, classificandole rispettivamente come acque inquinate (3 classe) e molto inquinate (4 classe). Tabella 9: Qualità biologica delle acque del Fiume TresaT STAZIONI DI PRELIEVO Ponte Tresa Voldomino DATA Punteggio IBE CLASSE DI QUALITA dic 99 6/5 3 dic
15 Dal punto di vista dell habitat fisico, il Fiume Tresa può essere classificato come un tipico ambiente iporitrale. La discreta pendenza dell alveo naturale; il substrato di fondo prevalentemente composto da massi, ciottoli e ghiaia, con depositi di materiale organico grossolano e fine; la diversificazione delle tipologie idraulico-morfologiche, con una buona alternanza di raschi, correntini e pozze; la discreta presenza di rifugi offerti dai massi posti in alveo e dalle radici degli alberi di latifoglie ripariali; sono tutti elementi che lo rendono un corso d acqua vocato ad ospitare popolazioni ben strutturate di molte specie ittiche. In realtà un nutrito numero di alterazioni artificiali, tra cui argini rinforzati, derivazioni e dighe, hanno modificato l ambiente interrompendone in diversi punti la continuità sia del percorso fluviale che con l ambiente ripariale, influenzandone dunque tanto le caratteristiche idraulico-morfologiche quanto le capacità autodepurative. Particolarmente impattanti risultano essere: la diga di Creva, che impedisce la migrazione di qualsiasi pesce verso monte (trota lacustre, anguilla, ciprinidi) e che determina la trasformazione del fiume a monte dell invaso in un ambiente lacustre; lo sbarramento di regolazione del Ceresio a Ponte Tresa, anch esso impedimento insormontabile per molte specie ittiche che si muovono tra l ambiente lacustre e quello fluviale. Le stazioni di campionamento ittico sono state stabilite in tre siti posti lungo l intero corso del fiume. Una prima stazione (TRE-1) è stata fissata a Cadegliano Viconago, al confine con il comune di Cremenaga, a circa 260 m s.l.m. Le altre due stazioni sono state poste a valle della diga di Creva: una (TRE-2) subito a valle della diga, l altra (TRE-3) a Voldomino, poco a monte della confluenza con il Torrente Margorabbia. Dai risultati dei campionamenti effettuati non emergono sostanziali differenze nella composizione specifica della comunità ittica tra la stazione di Cadegliano e quelle poste a valle dell invaso artificiale. La comunità ittica del Fiume Tresa appare complessivamente composta da un numero nutrito di specie. Ne sono state individuate complessivamente 18 di cui più del 60% Ciprinidi, comprendente specie reofile e limnofile: cavedano, vairone, barbo comune, alborella, gardon, scardola, tinca, triotto e pigo. Abbondanti sono risultati essere anche: lucioperca e persico sole, la cui presenza è stata rilevata nella stazione più a valle. Le popolazioni di trota fario risultano dal canto loro piuttosto scarse, non rispondenti certamente alle potenzialità naturali espresse dal corso d acqua. Complessivamente numerosi appaiono i predatori, tra cui figura, oltre a trota fario, cavedano e lucioperca, anche il pesce persico, che risulta peraltro essere piuttosto comune. Da registrare è inoltre la presenza di numerosi ragani d anguilla rinvenuti nella stazione di Voldomino (TRE-3). 31
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