4 ACQUE. Le acque dolci sono suddivise in base alle provenienza in acque piovane, di superficie e sotterranee.

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1 4 ACQUE Le acque naturali comprendono un ampio spettro di tipologie: acqua dolce, piovana, di superficie o di falda, sino alle acque salmastre e di mare, caratterizzate da elevata salinità e alto tenore di ioni cloruro disciolti. Questo capitolo si sofferma sul caso delle acque dolci e in particolare di quelle che una serie di requisiti definisce come potabili, e tratta la corrosione, i materiali e le tecniche di prevenzione nelle strutture metalliche utilizzate per il convogliamento: in particolare acquedotti e sistemi di distribuzione negli edifici. A differenza di quanto visto per i terreni, dove la corrosione interessa la superficie esterna ad esempio di una condotta, la situazione caratteristica è quella di corrosione e protezione lato interno, con danni che comprendono: alterazione della qualità dell acqua, in relazione ai requisiti di potabilità; riduzione della vita operativa, sino a perforazione della parete, associata per lo più a forme di corrosione di tipo localizzato; ostruzione delle tubazioni e blocco dei componenti del sistema causati da prodotti di corrosione. Viene trattata in questo capitolo la prevenzione della corrosione mediante inibitori di corrosione, che trovano negli ambienti acquosi una delle loro principali applicazioni. 4.1 ACQUE NATURALI Acque dolci Le acque dolci sono suddivise in base alle provenienza in acque piovane, di superficie e sotterranee. L acqua piovana è il prodotto della condensazione del vapor acqueo nell atmosfera e, in linea teorica, dovrebbe essere acqua chimicamente pura. Tuttavia, nelle zone industriali e densamente popolate, le precipitazioni acquose abbattono una serie di specie chimiche inquinanti che impartiscono un carattere acido alle piogge. Le acque superficiali, che costituiscono i fiumi e i laghi, a contatto con l atmosfera e il suolo e per effetto degli scarichi urbani e industriali, si arricchiscono, in concentrazioni molto variabili, di sostanze organiche e minerali. Il contenuto salino di queste acque è funzione della conformazione geologica dei terreni con cui vengono in contatto e in genere è compreso tra 50 e 1000 ppm; quello dei principali fiumi italiani è tra 150 e 300 ppm. Le acque sotterranee, percolando attraverso il terreno, subiscono un naturale processo di filtrazione che elimina le sostanze sospese e i batteri. È sufficiente che la percolazione interessi spessori di terreno di alcuni metri per ottenere un acqua sterile, a meno che non sia raggiunta da liquami inquinanti. Durante il percorso, tuttavia, l acqua scioglie le sostanze minerali contenute nel terreno e nelle rocce, in quantità dipendenti dalla natura chimica del terreno: ad esempio, se l acqua è in contatto con un terreno gessoso (CaSO 4 2H 2 O) risulterà ricca di ioni Ca 2+ e SO 4 2-, viceversa se si tratta di rocce calcaree conterrà ioni Ca 2+ e Mg 2+ e CO Alcuni gas disciolti aumentano il potere solvente dell acqua sui minerali. In particolare, l anidride carbonica provoca la solubilizzazione dei carbonati delle rocce calcaree, secondo la reazione: File: Cap-4 Rev 2005.doc Data: 02/05/2005

2 CaCO 3 + CO 2 + H 2 O = Ca(HCO 3 ) 2 e agisce in modo analogo sulle rocce a base di magnesite MgCO 3, dolomite MgCO 3 CaCO 3 e altri carbonati. Tra le acque dolci, particolare interesse pratico ricoprono quelle definite potabili. Possono derivare da acque sotterranee, come per la quasi totalità delle acque potabili distribuite in Italia, o ottenute per trattamento chimico-biologico delle acque superficiali, come avviene ad esempio nel Nord Europa. Oltre all assenza di carica batterica, la normativa (DPR 24 maggio 1988, n. 236, che attua la direttiva CEE n. 80/778, da cui è tratta la Tabella 4.1) ne definisce i requisiti di qualità. Parametri unità di misura valore guida (VG) conc. massima ammissibile (CMA) Temperatura C Concentr. ioni H + unità ph 6,5 < ph < 8,5 6,0 < ph < 9,5 osservazioni non applicabile ad acque in recipienti chiusi Conducibilità el. µs. cm pari a 2500 ohm.cm Cloruri mg. l è opportuno non superare 200 mg/l Solfati mg. l Calcio mg. l Magnesio mg. l Sodio mg. l /175 Potassio mg. l Alluminio mg. l -1 0,05 0,2 Residuo fisso mg. l Ossigeno disciolto % sat. - - Nitrati mg. l Nitriti mg. l -1-0,1 Ammoniaca mg. l -1 0,05 0,5 idrogeno solforato - - non rilevabile organoletticamente Piombo µg. l Cadmio µg. l -1-5 Ferro µg. l Rame µg. l Zinco µg. l Fosforo µg. l Acqua di mare valore di saturazione superiore al 75 %, salvo per acque sotterranee Tabella 4.1. Valori guida e massimi ammissibili per l acqua potabile. Le caratteristiche dell acqua di mare sono variabili con il luogo geografico, con la profondità e nel tempo (cicli stagionali, di marea, notte-giorno). Le variazioni più accentuate si osservano nelle acque prospicienti le coste, per miscelamento con acqua dolce in corrispondenza alla foce di fiumi o a seguito di fenomeni di evaporazione in bacini chiusi o in relazione alle attività umane e all inquinamento ambientale che spesso ne consegue. Le acque di mare si presentano in genere stratificate: a uno strato superficiale, di spessore variabile da alcuni sino a qualche decina di metri e in cui i moti ondosi e le perturbazioni atmosferiche rendono uniformi composizione chimica, temperatura e densità, seguono strati di acque più profonde dove le proprietà variano più gradualmente. L acqua di mare è una soluzione contenente specie chimiche e gas disciolti, fasi solide disperse e dove avvengono processi biologici (vedi Tabella 4.2).

3 Ione o molecola Concentrazione (mm/l) (g/kg) Na + 468,5 10,77 K + 10,21 0,399 Mg +2 53,08 1,29 Ca +2 10,28 0,412 Sr +2 0,09 0,0079 Cl - 545,9 19,354 Br - 0,842 0,0673 F - 0,068 0, HCO 3 2,3 0,14 2- SO 4 28,23 2,712 B(OH) 3 0,416 0,0257 Tabella 4.2. Concentrazione delle principali specie chimiche in acqua di mare, di salinità 35 g/l e densità 1,023 g/cm 3 a 25 C. Per la maggior parte delle acque marine il rapporto tra le concentrazioni degli ioni principali è pressoché costante. La quantità totale di sale definisce la salinità, espressa in grammi di sali disciolti per litro o per chilogrammo di soluzione. La salinità dell acqua di mare è di norma compresa tra 34 e 36 g/l, ma può assumere valori sensibilmente diversi: 39 g/l nel Mar Mediterraneo, 44 g/l nel Golfo Persico, 7,8 g/l nel Mar Baltico. 1 Alla salinità è collegata la clorinità, che rappresenta il contenuto totale di alogeni - cloruri, ioduri, bromuri. La salinità può essere calcolata dalla clorinità mediante la relazione empirica: Acque dolci. Fattori di corrosione Ossigeno disciolto salinità ( ) = 0,03 + 1,805 clorinità ( ) L ossigeno è presente nelle acque naturali come ossigeno disciolto dall atmosfera. La sua solubilità dipende dalla temperatura e dalla salinità: in acqua dolce è pari a 14,6 mg/l a 0 C e a 9,2 mg/l a 20 C. Nelle acque potabili la sua presenza è raccomandata (vedi tabella 4.1), per assicurarne il carattere ossidante. In assenza di fattori controllanti la corrosione, come ad esempio le incrostazioni (vedi oltre), l ossigeno disciolto nelle acque, dolci o di mare, determina la corrosione di molti metalli, e in particolare degli acciai Alcalinità e acidità L acidità della acqua influenza: l instaurarsi di condizioni di corrosione acida, per riduzione di ioni H + a idrogeno; l equilibrio carbonati bicarbonati e il potere incrostante (vedi oltre). In acqua deionizzata, la presenza di anidride carbonica, CO 2, nell atmosfera (0,03 % in volume) per dissoluzione e formazione di acido carbonico impartisce un carattere debolmente acido all acqua. Nelle acque naturali, invece, quando sono presenti bicarbonati in soluzione, il ph è neutro o leggermente alcalino, di norma compreso tra 7 e 8. L acqua di mare ha ph 8,2. Il contenuto di specie alcaline presenti in un acqua viene determinato per titolazione sino a ph = 4,3 di viraggio del metilarancio ed espresso come alcalinità totale, Alk. Al ph di viraggio del 1 Si veda: S.C. Dexter, C. Culberson, Global Variability of Natural Sea Water, Mat. Perf. vol 19, September 1980, p. 16.

4 metilarancio, pari a 4,3, tutti i carbonati e i bicarbonati sono presenti come acido carbonico; si ha pertanto: Alk + H + = HCO 3 + CO OH Nelle acque con ph intorno alla neutralità, compreso tra 6,5 e 9,5, la concentrazione di carbonati è trascurabile rispetto a quella dei bicarbonati, così come è trascurabile la concentrazione degli ioni H + e OH ; si ha pertanto: Alk HCO 3 L alcalinità viene espressa in meq/l di acido o come mg/l equivalenti di carbonato di calcio, CaCO 3 ; in questo secondo caso si devono moltiplicare i milliequivalenti di acido per il peso equivalente di CaCO 3. In acque neutro - acide viene invece determinata l acidità alla fenolftaleina, di seguito abbreviata con Acid (8,2), per titolazione fino a ph 8,2 di viraggio della fenolftaleina; rappresenta una misura approssimata della concentrazione di CO 2 disciolta. Negli acquedotti è raccomandato un ph neutro-alcalino così da escludere ogni contributo di corrosione associato alla reazione di evoluzione di idrogeno Durezza La durezza totale è la concentrazione di ioni di calcio (p.a. 40,08) e magnesio (p.a. 24,32) presenti in un acqua. Viene di norma espressa come quantità equivalente di CaCO 3 (p.m. 100,09), in mg/l, o in Gradi Francesi (1 F = 10 mg/l di CaCO 3 ). In Tabella 4.3 è riportata la classificazione delle acque in base alla loro durezza. Le acque sotterranee utilizzate come acque potabili in Italia hanno durezza intorno a 20 F. Durezza Classificazione da 0 a 7 dolcissime da 7 a 15 dolci da 15 a 22 dure da 22 a 35 molto dure > 35 durissime Tabella 4.3. Classificazione delle acque in base alla durezza, espressa in Gradi Francesi. Ad esempio: si consideri un acqua contenente 100 mg/l di Ca 2+ e 18 mg/l di Mg 2+ : la concentrazione in meq/l delle due specie si calcola come: (mg / l) 18(mg / l) (Ca ) = = 2,5(mmol / l) e (Mg 2 + ) = = 0,74(mmol / l) 40,08(mg / mol) 24,32(mg / mol) ( CaCO3 ) = (2,5 + 0,74)(mmol / l) 100,09(mg / mmol) = 324,3(mg / l) e in Gradi Francesi: 324,3/10=32,43 F, corrispondente ad un acqua molto dura. La durezza totale è la somma di durezza temporanea e durezza permanente. La prima misura la quantità di calcio e magnesio presenti come idrogenocarbonati (bicarbonati), che precipitano portando la soluzione all ebollizione. La durezza permanente è invece la quota parte di ioni calcio e magnesio presenti come sali solubili, come cloruri e solfati. Alla durezza è legato il potere incrostante dell acqua.

5 Potere incrostante Si definisce potere incrostante la capacità o tendenza di un acqua a depositare carbonato di calcio sulle superfici cui viene a contatto. Le incrostazioni di carbonato di calcio, CaCO 3, si formano dal bicarbonato di calcio, Ca(HCO 3 ) 2, secondo la reazione: Ca 2+ + HCO 3 + OH = CaCO 3 + H 2 O La precipitazione di incrostazioni di carbonato, che corrisponde allo spostamento a sinistra della reazione scritta sopra, dipende: dalla concentrazione di bicarbonati, misurata dall alcalinità al metilarancio della soluzione; dalla concentrazione di calcio (e magnesio), cioè dalla durezza dell acqua; dal ph: si ricorda che la semireazione catodica di riduzione di ossigeno nei processi di corrosione modifica localmente il ph, spostandolo leggermente verso valori alcalini; dalla temperatura: al crescere della temperatura diminuisce infatti la solubilità del carbonato, CaCO 3. Il potere incrostante è un parametro influente per la corrosione nelle acque dolci: la formazione di uno strato aderente e compatto sulle superfici metalliche ne rallenta la corrosione sino a valori accettabili. Per la previsione del potere incrostante di un acqua si ricorre al ph di saturazione, ph S, definito come il ph di equilibrio, a cui non si ha né dissoluzione né precipitazione di carbonato di calcio (Langelier, 1936). Il ph di saturazione può essere determinato uguagliando la concentrazione degli ioni bicarbonato ricavati dalle espressioni del prodotto di solubilità, K S, e della costante di seconda dissociazione dell acido carbonico, K 2 : K S = (Ca 2+ ). (CO 3 2- ) e K 2 = [(H+). (CO 3 2- )] / (HCO 3 - ) Esprimendo la concentrazione di bicarbonati come alcalinità totale e passando ai logaritmi si ha: ph S = logk S logk 2 log(ca 2+ ) logalk dove: Ca 2+ è la concentrazione di ioni calcio, in moli per litro; Alk, l alcalinità totale, in equivalenti per litro, e indicando con p il logaritmo cambiato di segno: ph S = (pk 2 pk S ) + pca 2+ + palk Alla temperatura di 15 C si ha K S = e pk 2 = 4, Entrambe le costanti dipendono dalla temperatura e dalla salinità della soluzione. Il termine (pk 2 pk S ) diminuisce con la temperatura (vale ad esempio: 2,48 a 0 C; 2,04 a 20 C; 1,96 a 25 C; 1,54 a 50 C) e aumenta all aumentare della salinità (a 25 vale ad esempio: 2,13 in soluzione di salinità 100 ppm; 2,35 con 500 ppm). Per determinare il valore di ph S in funzione di temperatura e salinità dell acqua, sono stati sviluppati nomogrammi (Hoover, 1938); in alternativa si possono utilizzare formule empiriche. 2 2 Le seguenti formule sono quelle maggiormente utilizzate: T < 25 C phs = 12,65 0,0142 (1,8 T + 32) log(ca) log(alkm) + 0,1 log(tds) T > 25 C phs = 12,27 0,00915 (1,8 T + 32) log(ca) log(alkm) + 0,1 log(tds)

6 Sul ph di saturazione del carbonato di calcio si basa l indice di Langelier, o di saturazione, S.I., definito come: S.I. = ph ph S dove ph è il ph dell acqua in esame e phs il ph di saturazione. Per ph > ph S (S.I. > 0) sussistono le condizioni per la precipitazione del carbonato di calcio e l acqua è prevista essere incrostante; viceversa, per ph < ph S (S.I. < 0) il carbonato di calcio è stabile in soluzione. Ad esempio: si considerino le acque, designate A e B, aventi le seguenti caratteristiche a 25 C: alcalinità ' pk 2 pk ph salinità totale S (ppm di CaCO 3 ) (ppm) (ppm) acqua A ,3 8,0 157 acqua B ,2 6,9 43 Ca 2+ Per l acqua A, si calcola l alcalinità in eq/l come: alk=0,120(g/l):50,04(g/eq) = 2, (eq/l); e per il calcio la concentrazione in mol/l: 0,034 (g/l):40,08 (g/mol) = 8, (mol/l). Dopo essere passati ai logaritmi, si calcola ph S come: e quindi l indice di saturazione: ph S = (pk 2 pk S ) + pca 2+ + palk = 2,3 + 3,07 + 2,62 = 7,99 S.I. = ph ph S = 8 7,99 = 0,01 dove il risultato positivo corrisponde a condizioni, seppure di poco, incrostanti. Analogamente per l acqua B: alk=0,013 (g/l):50,04 (g/eq) = 2, (eq/l); e per il calcio la concentrazione in mol/l: 0,005(g/l):40,08 (g/mol) = 1, (mol/l). Dopo essere passati ai logaritmi, si calcola ph S come: e quindi l indice di saturazione: ph S = (pk 2 pk S ) + pca 2+ + palk = 2,2 + 3,90 + 3,59 = 6,69 S.I. = ph ph S = 6,9 9,69 = 2,79 risultato questo indicativo di condizioni assolutamente non incrostanti e pertanto corrosive per l acciaio. con T in C; Ca mg/l CaCO 3; alkm mg/l CaCO 3 ; TDS, salinità totale, in mg/l.

7 Cloruri, solfati, salinità totale I cloruri e, in misura minore i solfati, sono le specie anioniche più aggressive per l acciaio. La loro concentrazione, in combinazione con quella degli ioni bicarbonato, è utilizzata come parametro di previsione della corrosività. Alla salinità totale è direttamente legata la conducibilità elettrica, che è il parametro discriminante per prevedere corrosione per contatto galvanico Conducibilità elettrica La conducibilità, inverso della resistività, di un acqua è proporzionale al contenuto di sali disciolti. Si misura in µs. cm -1, dove S è il Siemens, inverso dell Ohm. Per acque dolci, ad una salinità di 1 g/l corrisponde indicativamente una conducibilità di 3000 µs. cm -1, pari a 330 ohm. cm -1. Elevate conducibilità favoriscono tutti i fenomeni di corrosione che avvengono con formazione di macrocoppie anodiche e catodiche e di corrosione bimetallica Batteri solfato riduttori Come visto per i terreni, i batteri solfato-riduttori si sviluppano in condizioni anaerobiche in presenza di ioni solfato, che vengono ridotti a solfuri. L attacco corrosivo è caratterizzato dalla formazione sul metallo di un deposito nero di prodotti di corrosione contenenti solfuri. Le acque potabili vengono trattate con cloro, o con suoi composti, per renderle sterili e idonee all organismo umano. Il cloro viene aggiunto come soluzione acquosa (acqua di cloro), come soluzione di ipoclorito di sodio, NaOCl, o come calcio ipoclorito, Ca(OCl) 2. H 2 O, in granuli. 3 Il cloro è un forte ossidante e reagisce velocemente con le specie organiche in soluzione, con gli ioni metallici, ad esempio Fe 2+ e Mn 2+ che precipitano come idrossido ferrico, Fe(OH) 3 e Fe(OH) 3, con ammoniaca; il cloro in eccesso, detto cloro libero o residuo, esercita l azione per un tempo, nell ordine di alcuni giorni, sufficiente a mantenere l acqua potabile dal punto di iniezione all utenza. Il trattamento si effettua in quantità tali da mantenere in soluzione una quantità di cloro residuo in soluzione pari a 0,1 0,2 ppm; per concentrazioni superiori il cloro esercita un effetto significativo di corrosione dei materiali ferrosi Temperatura La temperatura non ha un effetto univoco sulla velocità di corrosione, ma agisce aumentando o diminuendo l aggressività di un fluido secondo modalità diverse; si citano i seguenti effetti: aumento della cinetica delle reazioni di corrosione all aumentare della temperatura; formazione di prodotti di corrosione protettivi, quali ad esempio FeS, FeCO 3, o di depositi calcarei di CaCO Condizioni idrodinamiche Le condizioni idrodinamiche agiscono sulla corrosione in modo complesso. Alcune effetti e parametri che dipendono dalla velocità dell acqua sono: rimozione di depositi protettivi (prodotti di corrosione o incrostazioni) sulle superfici metalliche; efficacia di inibitori di corrosione; azione abrasiva in fluidi di produzione contenenti sabbia; fenomeni di trasporto in soluzione. 3 A.H. Tuthil, R.A. Avery, S. Lamb, G. Kobrin, Effect of Chlorine on Common Materials in Fresh Water, Mat. Perf., Nov. 1998, vol. 37, p. 52.

8 4.2 ACQUE DOLCI. MATERIALI E MECCANISMI DI CORROSIONE La distribuzione dei materiali per acqua potabile è variabile da paese a paese: i più usati negli acquedotti per la raccolta, trasferimento e distribuzione sono indicati nella Tabella 4.4 insieme all anno di introduzione. La Tabella 4.5 si riferisce invece ai materiali impiegati nella costruzione di impianti idrici interni. Tipo Materiale Anno Cementizi cemento armato 1920 cemento-amianto 1930 cemento armato precompresso 1950 Metallici ghisa grigia 1880 acciaio 1900 rame 1920 acciaio zincato a caldo 1940 ghisa sferoidale malleabile 1960 Plastici polietilene bassa densità (LDPE) 1950 polietilene alta densità (HDPE) 1950 polivinilcloruro non plastificato 1950 vetroresina 1970 polietilene media densità (MDPE) 1980 polietilene alte prestazioni (HPPE) 1990 Tabella 4.4. Materiali per acquedotti e date di introduzione. Tipo Materiale Anno Metallici piombo 1800 acciaio 1900 rame 1920 acciaio zincato a caldo 1940 Plastici polietilene 1950 polivinilcloruro (PVC) 1950 polipropilene 1980 Tabella 4.5. Materiali per impianti idrosanitari e date di introduzione. La resistenza alla corrosione è uno dei criteri alla base della scelta del materiale più idoneo per una data applicazione o per la verifica della sua idoneità. La previsione di resistenza alla corrosione si basa sulla conoscenza delle caratteristiche chimiche dell acqua e delle condizioni operative; viene espressa di norma non come velocità di corrosione, ma unicamente in termini di attesa, o meno, di una o più forme di corrosione. In inglese si utilizza l espressione corrosion likelihood, o probabilità di corrosione, a sottolineare la natura probabilistica, piuttosto che deterministica dei fenomeni in gioco e quindi della previsione possibile. Diversi materiali sono molto spesso usati in combinazione tra loro in uno stesso sistema: i requisiti di compatibilità dell acqua con i materiali, oggetto dei paragrafi che seguono, devono pertanto essere verificati per più materiali simultaneamente Materiali cementizi I materiali cementizi sono soggetti ad attacco chimico per solubilizzazione dell idrossido di calcio in acque pure, in particolare in acque neutro-acide contenenti CO 2 libera e povere di calcio. La rimozione dell idrossido di calcio aumenta la permeabilità del calcestruzzo e la

9 destabilizzazione delle fasi idrate. L attacco chimico del cemento può provocare aumento locale del ph nei tratti stagnanti delle tubazioni. Il calcestruzzo viene attaccato in acque ricche di solfati: i più aggressivi sono i solfati di ammonio, magnesio, sodio e calcio). Nella Tabella 4.6 sono riportati una serie di criteri per la previsione dell attacco chimico in base al ph e al contenuto di specie aggressive nell acqua. Grado di attacco nullo debole moderato severo molto severo ph > 6,5 6,5-5,5 5,5-4,5 4,5-4,0 < 4,0 CO 2 (mg/l) < > NH 4 (mg/l) < > 100 Mg 2+ (mg/l) < > 3000 SO 4 2 (mg/l) < > 6000 Tabella 4.6. Effetto di specie aggressive sull attacco chimico del calcestruzzo Materiali ferrosi. Acciai e ghise Trovano ampia applicazione negli acquedotti e negli edifici; nei primi prevalgono condizioni di acqua aerata, e la corrosione è controllata primariamente dalla formazione di depositi protettivi. Negli edifici invece acciaio e ghisa sono impiegati sia per la distribuzione dell acqua potabile, aerata, sia nei circuiti chiusi di riscaldamento, dove prevalgono condizioni deaerate e controllo della corrosione per assenza di ossigeno. La corrosione, quando è di tipo generalizzato, produce accumulo di ioni ferro in soluzione che pregiudicano la potabilità dell acqua (acque rosse); in forma di attacco localizzato provoca la perforazioni delle pareti metalliche di tubazioni e componenti. Corrosione generalizzata. I materiali ferrosi a contatto con acqua aerata sono suscettibili di corrosione generalizzata. Quest ultima, a seconda di una serie di fattori inerenti alle caratteristiche dell acqua o ai materiali, si può manifestare con morfologia uniforme o disuniforme; la corrosione comporta in ogni caso il rilascio di ioni Fe 2+ nell acqua, i quali vengono successivamente ossidati dall ossigeno disciolto a composti, meno solubili, trivalenti del ferro, Fe Corrosione uniforme. Si ha corrosione generalizzata uniforme quando non ha luogo separazione tra aree anodiche e aree catodiche, e sussistono condizioni per la precipitazione di depositi superficiali protettivi; la velocità di penetrazione risulta nell ordine delle decine di micron anno, e pertanto compatibile con la vita operative delle strutture. Condizioni stagnanti o di flusso intermittente favoriscono l insorgenza di corrosione per aerazione differenziale, mentre in acqua fluente prevalgono condizioni di attacco uniforme. Per avere precipitazione di depositi protettivi, di prodotti di corrosione e di carbonato di calcio, quale presupposto per avere una corrosione di tipo uniforme e trascurabile, devono verificarsi condizioni di buona aerazione dell acqua, di ph neutro-acido e di durezza e alcalinità adeguate. Queste linee guida trovano una formulazione più precisa nelle seguenti regole empiriche: O 2 > 3 mg/l; ph > 7; Alk > 2 meq/l; 4 Il trattamento di clorazione concorre alla ossidazione e precipitazione di composti trivalenti del ferro.

10 Ca 2+ > 20 mg/l. Corrosione non uniforme. È la forma di attacco più comune per i materiali ferrosi (tubercoli, shallow pit); si verifica comunemente, quando i depositi superficiali sono solo parzialmente protettivi o insufficienti. Comporta una separazione tra aree anodiche e aree catodiche: devono sussistere in questo senso condizioni idonee a stabilizzare le aree a diverso comportamento elettrochimico. Corrosione non uniforme si può verificare in corrispondenza delle saldature, dei cordoni di saldatura e delle zone termicamente alterate, a seguito di diversi valori di potenziale di corrosione rispetto alle superfici adiacenti. La probabilità di corrosione non uniforme risulta più alta in acque con tenori elevati di ioni Cl e SO4 2 e bassa alcalinità totale (HCO 3 ); è considerato fattore aggravante per il verificarsi di corrosione localizzata la seguente condizione, basata sul rapporto delle concentrazione espresse in meq/l degli ioni bicarbonato, cloruro e solfato: HCO Cl + SO 3 < 2 4 Non si ha invece corrosione generalizzata quando è assente ossigeno e allo stesso tempo non sia disponibile acidità libera; il limite per la concentrazione di ossigeno al di sotto del quale la corrosività si considera essere trascurabile è di 0,1 mg/l in acqua fredda e di 0,02 mg/l in acqua calda. Nei sistemi chiusi dove il rabbocco di acqua è trascurabile, la corrosione consuma rapidamente tutto l ossigeno disciolto, mentre il ph si porta intorno a 8, e la corrosione risulta trascurabile. Ad esempio: si consideri il caso di una condotta di diametro interno 250 mm, riempita con acqua aerata, contenente 6 mg/l di ossigeno disciolto, per l esecuzione della prova idraulica. In un metro lineare di condotta, il volume di acqua contenuta è pari a 0,25 2.π/4=0,05 (m 3 ), e la quantità totale, in moli, di ossigeno: 0,05(m 3 ). 8(g/m 3 )/32 (g/mol) = 0,0125 (mol). In base alla stechiometria delle semireazioni anodica e catodica, una mole di ossigeno reagisce con due moli di ferro: in un metro di tubazione, quando tutto l ossigeno avrà reagito con il ferro, risulteranno disciolte: 0, =0,025 moli di ferro (p.a. 55,84), pari a 1,34 (g) di ferro. Se si riporta tale massa alla superficie interna di un metro di condotta, pari a 0,785 (m 2 ), si ottiene una perdita in peso pari 1,70 (g/m 2 ), cui corrisponde, in base alla densità del ferro di 7,86 (g/cm 3 ), in caso di corrosione uniforme, una penetrazione di 0,22 µm. L esempio dimostra che, in assenza di apporto di ossigeno, come avviene in un sistema chiuso, l entità della corrosione associata al consumo dell ossigeno disciolto inizialmente nell acqua è trascurabile. Negli impianti di riscaldamento devono essere rispettati i limiti sopra indicati di concentrazione di ossigeno per prevenire corrosione dell acciaio. Grafitizzazione. Interessa le ghise con grafite globulare e sferoidale, a seguito di attacco selettivo della matrice ferritica e formazione di uno strato residuo di grafite, in grado di svolgere un ruolo catodico rispetto al ferro. Avviene soprattutto in acque non incrostanti con modesto contenuto di ossigeno. Corrosione-erosione. Quando la velocità dell acqua è eccessiva i depositi protettivi vengono rimossi meccanicamente e si ha corrosione con morfologia di attacco non uniforme. La resistenza all erosione dei depositi superficiali è bassa in acqua poco aerata, e corrosioneerosione si osserva soprattutto in acque con basso tenore di ossigeno. Le zone di rimozione dei depositi protettivi si comportano da aree anodiche e la velocità di corrosione risulta accelerata per effetto della turbolenza indotta nella zona di attacco. 1,5

11 4.2.3 Acciaio zincato Le tubazioni in acciaio zincato a caldo sono usate in particolare negli edifici. Lo strato di zinco ha una resistenza a corrosione che di norma è superiore a quella dell acciaio, ma attacchi corrosivi si possono verificare in relazione alle caratteristiche del rivestimento e dell acqua, alle condizioni operative e alle modalità di installazione. La corrosione dello strato di zinco provoca contaminazione dell acqua con ioni zinco (più cadmio e piombo se presenti nel rivestimento metallico). Gli ioni zinco provocano la riduzione in soluzione dei nitrati a nitriti, la cui concentrazione massima ammissibile è nettamente più bassa. Corrosione uniforme. In condizioni favorevoli, lo zinco si ricopre di uno strato di prodotti di corrosione e la velocità di corrosione risulta trascurabile; in relazione allo spessore, lo strato di zinco può mantenersi per tutto la durata della vita operativa. Perché abbia luogo la formazione di uno strato protettivo di prodotti di corrosione, l acqua deve essere sufficientemente ricca di ioni bicarbonato. La velocità di corrosione dipende, tra gli altri fattori, dalla presenza in soluzione di specie con potere inibitore, quali fosfati, silicati, ioni alluminio, molecole organiche. Corrosione localizzata. Avviene per separazione di aree anodiche e catodiche e provoca attacco localizzato del rivestimento di zinco, in genere in forma di vaiolature superficiali, che a volte si propagano nell acciaio sottostante. La probabilità di attacco localizzato aumenta al crescere della temperatura, in particolare al di sopra di C, anche per effetto dell inversione del potenziale di corrosione tra acciaio e zinco. In installazioni miste con rame o leghe di rame (raccordi e rubinetteria in ottone), si può verificare corrosione dello zinco per deposizione locale di rame ( copper induced local lorrosion ). Ad esempio in sistemi con acqua stagnante, si ha dissoluzione di rame (e zinco) dall ottone, trasferimento degli ioni di rame per diffusione o convezione, e deposizione sull acciaio zincato dove si osserva corrosione localizzata. Corrosione selettiva. È un tipo di corrosione selettiva che avviene in acque fredde contenenti ioni nitrato, NO 3. L attacco procede al bordo dei grani di zinco e provoca il distacco di particelle solide di zinco metallico. Blistering. Si manifesta in acque calde contenenti CO 2 disciolta a seguito di evoluzione di idrogeno che si assorbe nel rivestimento e si ricombina nella zona della lega ferro zinco. Corrosione per contatto galvanico. Si manifesta sull acciaio zincato in sistemi misti, in particolare con rame o leghe di rame, in corrispondenza delle zone di contatto tra i diversi metalli. La probabilità di attacco per contatto galvanico aumenta all aumentare della conducibilità dell acqua Rame Il rame è oggi il principale materiale per tubazioni di acqua negli edifici. Il rame ha una eccellente resistenza a corrosione, superiore a quella dell acciaio e dell acciaio zincato. A seconda del tipo di corrosione e dell intensità dell attacco si possono avere sia effetti di rilascio di ioni Cu 2+ e contaminazione dell acqua, sia corrosione e perforazione delle pareti. Corrosione uniforme. La corrosione uniforme del rame porta alla formazione di strati protettivi di prodotti di corrosione. L ossido rameoso, Cu 2 O, di colore marrone, forma un film sottile su cui crescono strati di carbonato basico, Cu 2 (OH) 2 CO 3, di colore verde; in acque con basso tenore di bicarbonati (Alk < 1) può risultare invece favorita la formazione di altri composti, come ad esempio il solfato basico, Cu 2 (OH) 2 SO 4, di colore blu-verde, poco aderente e facilmente rimovibile in acqua fluente. In acque di bassa salinità si possono formare strati di CuO, di colore nero. In tutti i casi la corrosione uniforme non porta ad un danno significativo e a perforazione

12 delle pareti, ma solo all effetto indesiderato di rilascio di ioni rame in soluzione; il rilascio di ioni rameici in soluzione provoca corrosione localizzata di eventuali metalli meno nobili presenti a valle. La velocità di corrosione uniforme del rame dipende dal ph dell acqua, aumentando al diminuire del ph. L aggiunta di ortofosfati diminuisce la probabilità di corrosione; viceversa, i polifosfati, presenti a volte come anti incrostanti, aumentano al probabilità di corrosione uniforme. Per assicurare condizioni di corrosione uniforme trascurabile devono risultare verificati per l acqua i seguenti requisiti: Acid (8,2) < 1,5 meq/l Alk > 1 meq/l. Corrosione per pitting. È la morfologia più tipica di corrosione del rame (vedi Figura 4.1) si verifica in situazioni anomale in relazione allo stato superficiale dei tubi, alla composizione dell acqua, alla temperatura e alle condizioni operative. Tra i fenomeni di corrosione per pitting del rame si individuano due casi emblematici, designati pitting di tipo I e tipo II, che hanno luogo a bassa e ad alta temperatura rispettivamente. In acque fredde (T < 30 C) la corrosione per pitting è caratterizzata da formazione di pustole di carbonato basico di rame nella zona di attacco. Questa forma di pitting, di tipo I, è provocata da cattiva qualità delle superfici interne, e in particolare da depositi di carbone, proveniente da cracking degli oli lubrificanti di trafilatura, e di grasso. La brazatura può dare luogo ad alterazioni superficiali che, con acque e condizioni operative sfavorevoli, provocano pitting tipo I. Gli ioni bicarbonato e cloruro diminuiscono la probabilità di pitting in acqua fredda; solfati e nitrati sembrano invece comportarsi come promotori, così come condizioni stagnanti dell acqua. Non si ha pitting in acque deaerate (O 2 < 0,1 mg/l) In acqua calda, si osserva corrosione per pitting (designato di tipo II) solo in acque dolci e acide contenenti solfati; è caratterizzata da assenza di prodotti di corrosione sulle superfici interne del tubo. La probabilità di corrosione è bassa per: (HCO ) 2 (SO ) 4 3 dove le concentrazioni sono espresse in mmol/l, o se il ph è superiore a 7,5. Altre forme più rare di corrosione pitting, classificate genericamente di tipo III, si osservano in acqua calda. 2

13 Figura 4.1. Corrosione per pitting di un tubo in rame, dopo pulizia chimica delle superfici. Corrosione-erosione. Il rame è suscettibile di attacco per corrosione-erosione, soprattutto in sistemi con acqua calda, caratterizzato da morfologia e penetrazione disuniformi e assenza di prodotti di corrosione. La probabilità di attacco aumenta in acque acide. Per evitare corrosione erosione la velocità dell acqua deve essere mantenuta inferiore a 0,5 m/s in sistemi a servizio continuo; inferiore a 5 m/s in sistemi a servizio intermittente o a 2 m/s in sistemi a servizio intermittente ma con periodi di funzionamento superiori a 15 minuti. La Figura 4.2 mostra un caso di corrosione erosione in corrispondenza di un raccordo tra tubo in rame e gomito. 5 FLUSSO Figura 4.2. Corrosione erosione in corrispondenza di un raccordo in una tubazione in rame Leghe di rame Sono impiegate soprattutto per raccorderia e rubinetteria. I tipi più comuni sono le leghe rame, zinco e piombo (ottoni). Corrosione selettiva. Porta alla dezincificazione delle leghe rame zinco, con arricchimento superficiale in rame che provoca una variazione del colore (la fase β è più suscettibile della fase 5 J.R. Myers, A. Cohen, Erosion-Corrosion of Copper Tube Systems by Domestic Waters, Mat. Perf., Nov. 1998, vol. 37, p. 57.

14 α). La probabilità di corrosione aumenta al crescere del contenuto di cloruri nell acqua e al crescere del ph. Tensocorrosione. Avviene solo in acque contenenti ammoniaca o nitriti. Le sollecitazioni mecca-niche possono insorgere ad esempio a seguito di dilatazioni termiche Piombo La principale fonte di piombo nell acqua è la corrosione, non il contenuto all origine: il piombo infatti può essere presente nelle saldature (lega piombo stagno), nelle tubazioni, e come elemento di lega nell ottone e nel bronzo. L attuale limite di concentrazione massima ammissibile per il piombo nell acqua potabile è pari a 50 µg.l -1, ma l obiettivo è una riduzione a 10 µg.l -1, da conseguire con l eliminazione o riduzione del contenuto di piombo nei materiali per saldature (0,2 % max.) e per tubi e raccordi (8 % max.). Le saldature piombo stagno sono la principale fonte di rilascio di piombo nell acqua. (Pb/Sn da 40:60 a 50:50). La contaminazione massima si verifica nei primi 2 anni di esercizio, assestandosi dopo alcuni anni. È favorita dall accoppiamento galvanico tra rame e saldatura: la lega piombo stagno è infatti anodica rispetto al rame ( E = 250 mv ca). Le concentrazioni maggiori di piombo nelle abitazioni si osservano in coincidenza di fasi di ristagno dell acqua nei tubi. La velocità di corrosione aumenta al crescere della concentrazione di ossigeno e cloro; diminuisce all aumentare della durezza; aumenta al diminuire del ph, con andamento che dipende dall alcalinità dell acqua, e al crescere della temperatura. I metodi impiegati per la riduzione della contaminazione da piombo sono: nelle nuove installazioni, divieto di impiego di tubi in piombo e saldature con lega piombo stagno (queste ultime, ad esempio, sono vietate in alcuni paesi, sostituite con saldature fredde SnAg 5 e SnCu 3 ); sostituzione di tubazioni in piombo; trattamenti chimici di aumento del ph; i requisiti raccomandati sono i seguenti: ph > 7,8 ph > 8,5 in acque dolci; trattamenti con inibitori di corrosione (ortofosfati, polifosfati, silicati) Acciai inossidabili Gli acciai inossidabili usati nei sistemi per acque potabili o similari sono i tipi: ferritici (AISI 440; 18Cr2Mo) austenitici (AISI 304 e 316) austeno-ferritici (22Cr5Ni3Mo) Tutti i tipi considerati, in acque con ph > 4 operano di norma in condizioni di passività e sono da ritenere resistenti alla corrosione generalizzata. In condizioni sfavorevoli sono invece suscettibili alle forme di corrosione di tipo localizzato: per pitting; interstiziale; e per tensocorrosione. A queste si aggiungono la corrosione intergranulare, sui materiali sensibilizzati, e la corrosione (a lama di coltello) delle saldature con leghe contenenti argento, per attacco selettivo dell interfaccia tra acciaio inossidabile e metallo di saldatura. Corrosione per pitting e interstiziale. La corrosione per pitting avviene solo in acque contenenti ioni cloruro e bromuro. La probabilità di innesco e propagazione del pitting aumenta al crescere della concentrazione di ioni cloruro in soluzione e della temperatura. È favorita da condizioni stagnanti dell acqua e nelle situazioni di contatto trifase metallo, aria, acqua.

15 La corrosione interstiziale richiede la presenza di fessure, tanto più critiche quanto maggiore è la profondità e minore lo spessore. Si ritengono ininfluenti interstizi di spessore superiore a 0,5 mm. Corrosione di tipo interstiziale si innesca in condizioni stagnanti sotto depositi. La resistenza degli acciai inossidabili aumenta al crescere del tenore di cromo e molibdeno. In acque contenenti più di 200 ppm di cloruri devono essere impiegati acciai inossidabili con molibdeno; corrosione interstiziale si può manifestare in ogni caso anche al di sotto della soglia indicata per i cloruri. Tensocorrosione. Tensocorrosione di tipo transgranulare di acciai inossidabili di tipo austenitico avviene a temperatura superiore a 50 C in presenza di tenori significativi di ioni cloruro e sforzi di trazione nel materiale. Una causa tipica di innesco è costituita da attacchi localizzati per pitting dove si ha un arricchimento in cloruri. La resistenza a tensocorrosione di tipo transgranulare aumenta al crescere del contenuto di nichel. Nella Tabella 4.7 sono riassunti, per le famiglie di materiali visti, le principali morfologie di attacco e i corrispondenti tipi di danno. La Tabella 4.8 raccoglie invece una serie di requisiti dell acqua che devono essere verificati per la prevenzione delle forme di corrosione esaminate.

16 materiale tipo e forma di attacco tipo di danno cementizi cemento-amianto calcestruzzo rivestimenti ferrosi ghisa acciaio acciaio zincato rame ottone piombo tubi in piombo saldature Pb-Sn acciai inossidabili plastici dissoluzione del calcio aumento del ph nelle zone stagnanti attacco uniforme (sino a ph=12) rilascio di fibre di amianto (per il cemento-amianto) corr. generalizzata uniforme dissoluzione di ferro e particelle sosp. corr. generalizzata non uniforme tubercoli di ruggine (ostruzione dei tubi) corrosione-erosione grafitizzazione (ghise) corrosione uniforme corrosione localizzata contatto galvanico corrosione selettiva blistering corrosione generalizzata corrosione per pitting tipo I tipo II corrosione erosione corrosione selettiva tensocorrosione corrosione uniforme corrosione per pitting corrosione interstiziale corrosione selettiva tensocorrosione degrado per esposizione alla luce e per microorganismi dissoluzione di Zn (e Pb, Cd, Fe se presenti nel rivestimento) e contaminazione dell acqua ostruzione dei tubi particelle solide sospese distacco rivestimento dissoluzione di rame perforazione pareti dissoluzione rame e perforazioni dezincificazione blocco rubinetteria dissoluzione di piombo e zinco rotture di tubi dissoluzione di piombo dissoluzione di piombo e cadmio perforazioni pareti rotture di tubi alterazioni di sapore e odore dell acqua Tabella 4.7. Materiali per acquedotti: tipi di corrosione e di danno.

17 materiali tipo di corrosione requisiti di prevenzione note e fattori aggravanti cementizi cemento-amianto calcestruzzo rivestimenti ferrosi ghise acciai acciaio zincato a caldo solubilizzazione ph > 7 Alk > 0,3 (0,5) meq/l Ca 2+ > 10 (15-20) mg/l SO 4 > 200 mg/l generalizzata uniforme, con formazione di depositi protettivi e penetrazione trascurabile tra parentesi valori racco-mandati più conservativi S.I. > -0,2 per prevenire il rilascio di fibre nel cemento-amianto O 2 > 3 mg/l ph > 7 Alk > 2 meq/l Ca 2+ > 20 mg/l generalizzata non uniforme quando non sono verificati i criteri del riquadro qui sopra generalizzata uniforme di entità trascurabile in acque deaerate formazione di depositi protettivi e corrosione uniforme con penetrazione trascurabile corrosione localizzata (pitting superficiale) O 2 < 0,1 mg/l Acid (8,2) < 0,05 meq/l SRB assenti Alk > 1 meq/l Acid (8,2) < 0,7 meq/l Alk > 2 meq/l HCO 3 /(SO 4 2 +Cl ) < 1 Ca 2+ > 20 mg/l corrosione selettiva NO 3 /(SO 2 4 +Cl ) 2 blistering CO 2 disciolta e temperatura bassi sistemi rame zinco corrosione localizzata Cu 2+ < 0,06 mg/l rame generalizzata uniforme, con formazione di depositi protettivi e penetrazione trascurabile Alk > 1 meq/l Acid (8,2) < 0,7 meq/l HCO - 3 /(SO Cl - ) < 1,5 (fattore aggravante) O 2 < 0,02 mg/l in acque calde l uso dell acciaio zincato è sconsigliato per tempera-ture superiori a 60 C corrosione trascurabile se O 2 < 0,02 pitting tipo I (T < 30 C) la probabilità di pitting aumenta al crescere di SO 4

18 materiali tipo di corrosione requisiti di prevenzione note e fattori aggravanti pitting tipo II (T > 30 C) ph > 7 HCO 3 /SO 2 4 > 2 corrosione erosione v < 0,5 m/s, servizio continuo v < 2 m/s, servizio intermittente ottone corrosione selettiva ph > 7 ph < 8,2 (8,3) HCO 3 /Cl > 3 Piombo tubi in piombo saldature piombo -stagno tensocorrosione assenza di ioni nitrito e ammonio corrosione uniforme trascurabile ph > 7,8 trattamenti con inibitori di corrosione Cl e HCO 3 hanno un effetto benefico avviene preferenzialmente in acque calde per evitare blocco delle filettature acciai inossidabili corrosione generalizzata ph > 4 pitting inossidabili Ni-Cr Cl < 200 ppm tensocorrosione austenitici T < 50 C assenza di cloruri sistemi a più materiali: Alk > 0,3-0,5 meq/l requisiti minimi cementizi, ferrosi, leghe di rame Ca 2+ > 10 mg/l HCO3/(SO4+Cl) 1,5 Tabella 4.8. Tipi di corrosione e criteri di prevenzione dei principali materiali impiegati negli impianti idrosanitari.

19 4.3 INIBITORI DI CORROSIONE Gli inibitori di corrosione sono specie chimiche che aggiunte in piccole concentrazioni ad un mezzo corrosivo, di norma una soluzione acquosa, ne riducono la corrosività rispetto ai materiali metallici. Rientrano in questa definizione una grande varietà di prodotti, in molti casi miscele di più specie chimiche, che trovano applicazione in svariati settori. L inibitore di corrosione deve ridurre la velocità di corrosione senza alterare le caratteristiche del mezzo in cui opera. Un aspetto collegato, è il problema dello smaltimento in relazione agli effetti inquinanti; alcuni inibitori infatti hanno caratteristiche tossiche Tipi di inibitori e meccanismi La classificazione degli inibitori di corrosione si basa prima di tutto sull azione che il prodotto svolge rispetto al metallo e al meccanismo di corrosione operante. Gli inibitori passivanti agiscono da specie ossidanti e determinano condizioni di potenziale di corrosione del metallo nel campo di passività; devono per questo essere applicati in sistemi metallo ambiente che assicurino condizioni opportune di passività (vedi Figura 4.3). E E cor,2 E cor,1 logi Figura 4.3. Protezione di un metallo attivo passivo con inibitore passivante: E cor,1 : potenziale di corrosione in assenza di inibitore; E cor,2 : potenziale di corrosione dopo aggiunta di un inibitore passivante. Tipici inibitori passivanti per il ferro sono: i cromati (CrO 4 2 ), molto impiegati in passato come inibitori nelle acque di raffreddamento industriali (oggi evitati per motivi ecologici); i nitriti (NO 2 ), impiegati nei circuiti di raffreddamento di motori e nelle benzine quando siano presenti tracce di acqua; i molibdati (MoO 4 2 ). Gli inibitori anodici sono spesso utilizzati in combinazione con prodotti alcalini che hanno lo scopo di promuovere la passività del metallo: si citano tra questi: perborati (Na 2 B 4 O 7 ), fosfati (Na 3 PO 4 ), polifosfati, silicati, benzoato di sodio (C 6 H 5 COONa). Gli inibitori passivanti sono caratterizzati da una concentrazione critica, al di sotto della quale possono provocare un aumento della velocità di corrosione, come illustrato in Figura 4.3. Gli inbitori di adsorbimento, o filmanti, non intervengono direttamente sul meccanismo di corrosione, ma si adsorbono sulla superficie del metallo bloccando il funzionamento delle aree anodiche e catodiche. Sono di norma molecole organiche contenenti gruppi fortemente polari in grado di adsorbirsi sul metallo. Tipici inibitori di adsorbimento sono le ammine, la chinolina, la tiourea. Il benzotriazolo (C 6 H 4 N 3 ) è impiegato come inibitore di corrosione del rame. p. 19

20 Gli oxygen scavenger sono specie chimiche aggiunte all acqua allo scopo di eliminare per riduzione l ossigeno disciolto. Trovano applicazione ad esempio nei trattamenti di acqua di caldaia: vengono aggiunti all acqua dopo che questa è stata deaerata fisicamente, ad esempio per trattamento sotto vuoto o per strippaggio con un gas inerte. Altri utilizzi sono per il trattamento di acqua impiegata nelle prove idrauliche e negli impianti petroliferi per il trattamento dell acqua iniettata nei giacimenti per aumentare il recupero di idrocarburi. Il prodotto più comune è il solfito di sodio, che reagisce con l ossigeno ossidandosi a solfato: 2Na 2 SO 3 + O 2 2Na 2 SO 4 Un altro oxygen scavenger è l idrazina, N 2 H 4, utilizzata per i trattamenti di acqua di caldaia ad alta pressione; ha il vantaggio di reagire formando azoto, mantenendo così inalterata la salinità dell acqua: N 2 H 4 + O 2 N 2 + H 2 O I biocidi sono specie chimiche aggiunte all acqua per sterilizzarle ed eliminare la carica batterica presente e i possibili effetti di corrosione microbiologica. Comprendono composti ad azione ossidante, come cloro e composti del cloro, già menzionati, clorammine, ad esempio clorammina, NH 2 Cl, bromo, e composti non ossidanti, tra cui si menzionano:adeidi: formaldehyde (HCHO); glutaraldeide (OCH[CH 2 ] 3CHO); acrolein (H 2 C=CHCHO); composti amminici: ammine quaternarie ([R1R2R3R4 N] + X - ); composti organici alogenati; composti organici contenenti zolfo: isotiazolone, carbammati; sali di fosfonio quaternari [(CH 2 OH) 4P-X (X=Cl -, SO 2-4, PO 2-4 )]. 6 Riferimenti bibliografici 1. DPR 24 maggio 1988, n. 236, Attuazione della direttiva CEE n. 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi dell art. 15 della legge 16 aprile 1987, n Corrosion and Corrosion Control in Drinking Water Systems, Proceeding from a corrosion workshop and seminar, Oslo, Norway, march 19 to 21, Published by NACE Int., Pisigan, J.E. Singley, Evaluation of Water Corrosivity Using the Langelier Index and Relative Corrosion Rate Models, Mat. Perf. 8. Masazza, La durabilità del calcestruzzo, in Corrosione e Protezione di strutture Metalliche e in Cemento Armato negli Ambienti Naturali, Ed. P. Pedeferri, CLUP, Milano, Boffardi, Minimization of Lead Corrosion in Drinking Water, Mat. Perf., vol. 29, August 1990, p J. Boivin, Oil Industry Biocides, Mat. Perf., Feb. 1995, vol. 37, p. 65. p. 20

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