L ALLUVIONE L ALLUVIONE DEL DEL 5-6 NOVEMBRE Atti e contributi del convegno

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1 Atti e contributi del convegno L ALLUVIONE L ALLUVIONE DEL DEL 5-6 NOVEMBRE A IN PIEMONTE Venti anni di attività nella previsione e prevenzione in ambito geo-idrologico 7 novembre 2014

2 L ALLUVIONE DEL 5-6 NOVEMBRE 1994 A Atti e contributi del convegno L ALLUVIONE DEL 5-6 NOVEMBRE 1994 IN PIEMONTE IL BACINO IDROGRAFICO DEL BANNA NEL TERRITORIO REGIONALE: LA PIANIFICAZIONE DAL 1994 IMPEDOVO, FRANZI, GAIDO, MANTOVANI, ZULLI Venti anni di attività nella previsione e prevenzione in ambito geo-idrologico REGIONE PIEMONTE SETTORE DIFESA DEL SUOLO, DIFESA ASSETTO IDROGEOLOGICO E DIGHE 7 novembre 2014

3 BACINO DEL BANNA

4 PRIMA legge regionale urbanistica 56/ legge quadro nazionale sulla difesa del suolo 183/ alluvione in Piemonte L evento del 1994, che ha provocato ingentissimi danni alla popolazione, alle infrastrutture e al patrimonio pubblico, è stato tuttavia trainante per l attivazione di una prima fondamentale pianificazione territoriale nell ambito della difesa del suolo, ai sensi della legge 183/1989 DOPO 1995 PS Circolare PGR 7/LAP/96 e NTE/ PSFF 1998 legge 267/98 (Sarno e Quindici) 2000 legge 365/00 (Soverato) 2001 PAI 2001/2014 e oltre adeguamento PRG al PAI 2010 Direttiva 2007/60/CE attuata in Italia con D.lgs 49/ Schema PGRA 2014 adozione progetto preliminare PGRA

5 Il primo strumento predisposto per intervenire a seguito dell alluvione del 94 fu il "Piano stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al ripristino dell assetto idraulico, alla eliminazione delle situazioni di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici nonché per il ripristino delle aree di esondazione, chiamato brevemente PS 45 del Il Piano ha riguardato gli interventi urgenti a favore delle zone colpite dalle avversità atmosferiche e dagli eventi alluvionali del novembre 1994, ponendo una prima fascia di salvaguardia. L'obiettivo era quello di rispondere all'esigenza di individuare condizioni di rischio idrogeologico compatibile almeno sulla parte del territorio del bacino che era stata colpita dall evento alluvionale.

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7 il Magistrato per il Po e il Comune di Santena

8 L Autorità di bacino del Po, da poco formata, ha attivato uno studio globale per una strategia di riduzione del rischio idraulico e idrogeologico del bacino del Po attraverso le attività di predisposizione del piano di bacino di cui il primo stralcio fu il PSFF, Piano stralcio delle fasce fluviali, approvato nel 1998, che ha introdotto le fasce fluviali A, B e C lungo i principali corsi d acqua

9 Nel 2001 fu approvato il PAI, Piano stralcio per l assetto idrogeologico che è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d'uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo e la diretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed ambientali del territorio interessato. (art.17, legge 183/89) Il PAI individua strumenti per la protezione dei centri abitati e le infrastrutture a rischio, per la verifica e la limitazione dei deflussi nella rete idrografica naturale portati da nuovi insediamenti, per la promozione di interventi di manutenzione e sistemazione dei versanti al fine di aumentare la permeabilità dei suoli, per la manutenzione delle foreste, per la limitazione dei fenomeni di erosione e di frana.

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11 IL PROCESSO DI ATTUAZIONE DEL PAI INTERVENTI STRUTTURALI Realizzazione delle opere programmate nel PAI (fasce B di progetto) lungo i corsi d acqua principali Realizzazione di opere considerate prioritarie nell ambito della programmazione regionale sui corsi d acqua secondari, nel rispetto della Direttiva sulla piena di progetto da assumere per le progettazioni e le verifiche di compatibilità idraulica. INTERVENTI NON STRUTTURALI Attuazione del PAI nel settore urbanistico e aggiornamento dell atlante dei rischi idraulici e idrogeologici: i PRG approvati adeguati al PAI sono 767 pari a circa il 64 % dei Comuni piemontesi, corrispondente a più 4 milioni di abitanti. Attuazione del PAI attraverso le Intese sui Piani territoriali di coordinamento provinciali Attuazione del PAI attraverso i Programmi di Gestione dei sedimenti

12 PSFF A Il PSFF individua un assetto di progetto dei corsi d acqua, che evidenzia gli interventi necessari a protezione di quelle porzioni di territorio antropizzate potenzialmente interessate da un evento con tempo di ritorno duecentennale

13 interventi strutturali >>> realizzazione delle arginature sul banna e indicazione di fascia B naturale in sostituzione della Bpr

14 interventi strutturali >>> modifica delle fasce bpr a santena a seguito delle arginature realizzate

15 interventi non strutturali >>> adeguamento del prg al pai (dgr del 30/3/2005) aggiornamento del quadro dei dissesti

16 interventi non strutturali >>> adeguamento del prg al pai carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e dell idoneità all utilizzazione urbanistica seguendo le indicazioni regionali della Circolare PGR 7/Lap del 1996 e Nota tecnica esplicativa del 1999, si hanno classi di pericolosità (IIIa) e di pericolosità interferente con le aree antropizzate specificate a livello locale (IIIb)

17 DIRETTIVA ALLUVIONI (2007/60/CE) recepita in Italia con D.lgs n. 49 del 2010 relativa alla valutazione e gestione dei rischi di alluvione Scopo della Direttiva 2007/60/CE Istituire un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvione per la riduzione delle conseguenze su Salute umana, Ambiente, Patrimonio culturale e Attività economiche. Gli Stati membri definiscono obiettivi appropriati per la gestione dei rischi di alluvioni ( ), ponendo l accento sulla riduzione delle potenziali conseguenze negative che un simile evento potrebbe avere per la salute umana, l ambiente, il patrimonio culturale e l attività economica e, se ritenuto opportuno, su iniziative non strutturali e/o sulla riduzione della probabilità di inondazione.

18 ADEMPIMENTI Redigere le Mappe della Pericolosità e del Rischio entro dicembre 2013 > Il Comitato Istituzionale dell Autorità di bacino del Po ne ha preso atto nella seduta del 23 dicembre Nel 2014 il Segretario generale dell Autorità di bacino ha assunto lo Schema di progetto di Piano di gestione del rischio alluvioni (PGRA), che sarà adottato in via preliminare a dicembre 2014 e in via definitiva a dicembre E introdotto il livello di approfondimento relativo al Rischio con la necessità di valutare la Vulnerabilità e il Danno degli ambiti esposti a condizioni critiche.

19 Le MAPPE DELLA PERICOLOSITÀ da ALLUVIONE che sono state redatte contengono la PERIMETRAZIONE delle aree geografiche secondo 3 scenari: RARI (L) POCO FREQUENTI (M) FREQUENTI (H) Le mappe di pericolosità sono state redatte sul reticolo idrografico principale, sul reticolo idrografico secondario, conoidi e aree lacuali. Le FONTI utilizzate per il torrente BANNA sono state: Studio della Provincia di Torino: Studio propedeutico al PAI (1997). Contiene analisi idrologica, idraulica con modello monodimensionale di asta con sezioni topografiche, laddove disponibili, o ricostruite da CTR. PAI: Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (2001). Contiene la delimitazione delle fasce fluviali. TORINO ottobre 2014

20 CRITERI DI RIELABORAZIONE DEI DATI E DELIMITAZIONE DELLE AREE INONDABILI La delimitazione delle aree inondabili per i tre scenari di piena è stata effettuata a partire dalle fasce fluviali del PAI, tenuto conto anche delle informazioni provenienti dalle relazioni dello Studio Prov. TO, apportando modifiche locali o di tratto in funzione dei seguenti ulteriori elementi conoscitivi: descrizione topografica di maggior dettaglio e di maggior precisione disponibile mediante il DTM del Ministero dell Ambiente del 2008; recenti modificazioni morfologiche dell alveo e presenza di orli di terrazzo e alvei abbandonati, riscontrabili dall esame del DTM del Ministero dell Ambiente del 2008, delle ortofoto AGEA del 2009 e delle CTR 1:10.000; informazioni aggiornate sulle opere arginali di recente realizzazione fornite dall'aipo di Torino e dalle Amministrazioni Comunali. Nei tratti dotati di sistema difensivo continuo di contenimento dei livelli, il limite dell'area inondabile per l'evento poco frequente è stato posto sul tracciato delle opere longitudinali costituenti il sistema, indipendentemente dalla loro adeguatezza in quota, dalle loro caratteristiche di stabilità e resistenza e dal loro stato di manutenzione. TORINO ottobre 2014

21 la pericolosità

22 Le MAPPE DEL RISCHIO di ALLUVIONE che sono state redatte indicano le potenziali conseguenze negative derivanti dalle alluvioni nell ambito degli scenari previsti, in termini di: NUMERO indicativo degli abitanti potenzialmente interessati TIPO DI ATTIVITA ECONOMICHE insistenti sull area potenzialmente interessata IMPIANTI pericolosi ALTRE INFORMAZIONI considerate utili, come l indicazione di aree con probabilità di alluvione ad elevato volume di sedimenti trasportati e colate detritiche e informazioni su altre fonti significative di inquinamento

23 il rischio Danno crescente Pericolosità crescente la vulnerabilità è stata posta = 1

24 valutazione del danno che è funzione dell uso del suolo: naturale, agricolo, antropico etc. DANN0 4 DANN0 3

25 DANN0 2 DANN0 1 TORINO ottobre 2014

26 il rischio

27 le aree a rischio significativo (ARS)

28 Le mappe di pericolosità e di rischio costituiscono la base per la costruzione del piano di gestione del rischio di alluvioni (PGRA) a scadenza Il piano di gestione si inserisce quindi, in Piemonte, in un sistema di previsione, pianificazione e programmazione consolidato a difesa del territorio. Il PGRA è un piano strategico che individuerà MISURE E AZIONI per - RIDURRE LA VULNERABILITA DELLE POPOLAZIONI ESPOSTE - DEFINIRE LA PRIORITA DEGLI INTERVENTI - MIGLIORARE L EFFICACIA SIA NEGLI INTERVENTI DI TEMPO DIFFERITO CHE DI TEMPO REALE - MIGLIORARE L INTERRELAZIONE DIRETTA TRA PIANIFICAZIONE E PROTEZIONE CIVILE

29 La Direttiva Alluvioni sollecita il tema della comunicazione, dell informazione e della diffusione della conoscenza della pericolosità e del rischio verso la popolazione, non solo in termini di intervento in emergenza, ma anche in termini di prevenzione e quindi di conoscenza del territorio Il cittadino dovrà essere formato al fine di avere una maggiore consapevolezza del rischio idrogeologico e del concetto di RISCHIO RESIDUO, relativamente alle possibilità di allagamento per una portata superiore a quella per cui le opere sono state calcolate (TR = 200)

30 mappa di soggiacenza sono uno strumento di lavoro per delimitare con un criterio oggettivo e ripetibile le aree inondabili probabilità di allagamento per un TR = 500 anni: cioè mediamente una sola volta ogni 500 anni la portata è superiore alla portata Q500

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34 mappa di soggiacenza sovrapposta alla carta di sintesi

35 oltre ad eventi imponderabili che possono condizionare la nostra esistenza

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