Dall emergenza alla pianificazione ordinaria
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- Geraldo Amato
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1 PROGETTO INTERREG III A ALCOTRA - ATELIER TRANSFRONTALIERO I rischi naturali e la pianificazione del territorio di montagna: incertezze, legittimità delle misure e condivisione da parte della popolazione Politiche di gestione dei rischi naturali. il punto di vista dei responsabili amministrativi Aosta maggio 2007 Dall emergenza alla pianificazione ordinaria Fabio PIOVESANA / Paola MAGOSSO / Gianfranco SUSELLA Area delle attività regionali per l indirizzo e il coordinamento in materia di prevenzione dei rischi naturali (SC04) ARPA Piemonte
2 L EMERGENZA! A partire dal 1978 la Regione Piemonte fu colpita da una sequenza di eventi alluvionali di rilevante entità Ago. 78 Lug. Ott. 96 Set. 93 Nov. 94 Ott. 00 Nelle fasi immediatamente successive agli eventi, furono avviate attività di sopralluogo e di rilevamento dei processi e degli effetti che consentirono la perimetrazione degli ambiti maggiormente colpiti, e successivamente sottoposti a provvedimenti cautelari in ottemperanza a quanto previsto dall art.9 bis della Legge Regionale 56/77 Tutela ed Uso del Suolo
3 Procedure Straordinarie: a seguito di eventi calamitosi L.R. 56 / 77 e s.m.i. - Art. 9 bis Dissesti e calamità naturali 1) La Giunta Regionale [ ] può adottare i provvedimenti cautelari [ ] nelle aree colpite da calamità naturali [ ] e nelle aree soggette a dissesto, pericolo di valanghe e di alluvioni o che presentino caratteri geomorfologici che le rendano inidonee a nuovi insediamenti [ ] 2) I provvedimenti cautelari di inibizione e sospensione hanno efficacia sino all adozione del Piano Territoriale, oppure del P.R.G., elaborati o modificati tenendo conto della calamità naturale, del dissesto e del pericolo di valanghe o di alluvioni [ ]
4 Settore Prevenzione territoriale del rischio geologico - Area di Torino- Indagini geotecniche ed idrogeologiche Esempio di perimetrazione art.9bis L.R.56/77 Stralcio di cartografia di sintesi allegata al nuovo P.R.G.C. In verde e viola sono indicate le porzioni di territorio a minore pericolosità, con i colori rosa rosso, arancio e marrone gli ambiti più pericolosi.
5 Settore Prevenzione territoriale del rischio geologico - Area di Torino- Indagini geotecniche ed idrogeologiche I provvedimenti cautelari furono applicati, con specifiche D.G.R. a 114 comuni piemontesi (a seguito dell evento 1993, 1994 e 1996). Circa un centinaio di comuni avviò le procedure di revisione dei propri piani regolatori comunali, non rendendo necessaria l applicazione di provvedimenti cautelari. Sett. 93 Comune di Groscavallo Nov. 94 Loranzè Alto Nov. 94 Colleretto Giacosa Applicazione art. 9 bis L.R. 56/77 a seguito degli eventi alluvionali del 9/93 11/94, 7/96.
6 Settore Prevenzione territoriale del rischio geologico - Area di Torino- Indagini geotecniche ed idrogeologiche Ancora emergenza! L.267/98 Decreto-legge 11 giugno 1998, n.180 convertito in L.267/98 Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, con finalità di prevenzione per l intero territorio nazionale. R.M.E. Es. di perimetrazione Comune di Bardonecchia
7 In attuazione delle disposizioni della L.267/98 (Sarno) e L.365/00 (Soverato) furono istituite apposite Conferenze Programmatiche per l individuazione delle Aree a Rischio idrogeologico Molto Elevato (RME) a cui applicare misure di salvaguardia idrogeologica abbinate a norme d uso del suolo. Prov Prov. Prov. Prov. Prov. Prov. Prov. Prov. Biella Verbania Asti Alessandria Vercelli Novara Cuneo Torino Tot Comune di Susa Confluenza T.Cenischia Dora Riparia Comune di Oulx - Località Boulard Rio S.Giusto
8 Logo: Setto re Collabor:Ra fone S. -Ponza M. LA PIANIFICAZIONE ORDINARIA Metodologie e strategie adottate dalla Regione Piemonte A seguito dei principali eventi alluvionali prima richiamati, a partire dal 1996 la Regione Piemonte, in collaborazione con gli Ordini Professionali, si è dotata di alcuni strumenti normativi: linee guida e standard di lavoro, da adottate in fase di redazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici Circ. P.G.R. dell 8 maggio 1996 n.7/lap - L.R n.56 e s.m.i. Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici Nota Tecnica Esplicativa alla Circolare 7/Lap Dic. 99 REGIONE PIEMONTE REGIONE PIEMONTE Direzione Regionale Servizi Tecnici di Prevenzione Ordine R egion ale dei Geologi del Piemonte Circolare del Presidente della Giunta Regionale dell 8 maggio 1996, n. 7/LAP L.R. 5 dicembre 1977, n. 56, e successive modifiche e integrazioni Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici a lla CIRCO LARE P.G.R. 8 m a ggio 1996 n.7/lap Testo coordinato della Circolare del Presidente della Giunta Regionale dell 8 maggio Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte 1996, n.7/lap - L.R , n.56 e successive modifiche e integrazioni - Specifiche tecniche per l elaborazione degli studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici (BUR n maggio 1996) con la NOTA TECNICA ESPLICATIVA al la Cir colare. N maggio ^ Edizione Dicembre 1999
9 STRUTTURA DELLA CIRCOLARE 7/LAP/96 III II Valutazione della pericolosità geologica. Classi di rischio Elaborazione delle cartografie tematiche e delle schede dei dissesti Pianificazione Interpretazione I 1. Quadro normativo di riferimento - Acquisizione dati storici - Rilevamento di terreno Conoscenza e lettura del territorio Con indagini estese a tutto il territorio comunale ed eventualmente a tutti gli ambiti geomorfologici omogenei che riflettono la loro influenza nel territorio comunale indagato.
10 Settore Prevenzione territoriale del rischio geologico - Area di Torino- Indagini geotecniche ed idrogeologiche La Carta di Sintesi della pericolosità geomorfologica e dell idoneità all utilizzazione urbanistica Classi di idoneità Classe 1 Classe 2 Classe 3 III a III b III c
11 I criteri contenuti nella Circolare 7/LAP/1996 e nella Nota Tecnica Esplicativa /1999 sono individuati quale standard regionale per l attuazione della verifica di compatibilità idraulica ed idrogeologica delle previsioni degli strumenti urbanistici con le condizioni di dissesto come prevista all art. 18 delle Norme di Attuazione del P.A.I. - Piano per l Assetto Idrogeologico (DPCM 24 maggio 2001). P.S.F.F. D.P.C.M P.A.I. D.P.C.M L attuazione delle disposizioni PAI attraverso la revisione dei PRGC, procedura tutt ora in corso, ha consentito una accelerazione alle attività di studio e regolamentazione dell uso del suolo ai fini della prevenzione del rischio idrogeologico, che la Regione Piemonte aveva autonomamente avviato dal 1993:
12 L evoluzione del quadro conoscitivo e di pianificazione SITUAZIONE ADEGUAMENTO PAI DICEMBRE 2006 Quadro a seguito dell'applicazione dei provvedimenti cautelari art.9/bis L.R. 56/77 Comuni soggetti ad applicazione art. 9/bis - Eventi ' comuni con studi o procedure di revisione in corso comuni che non hanno avviato studi o revisioni Comuni esonerati comuni con studi o procedure di revisione in corso comuni che non hanno avviato studi o revisioni Quadro riassuntivo al dicembre % 57% 19% Procedure di adeguamento non avviate Procedure di adeguamento in corso Procedure di adeguamento concluse
13 Riflessioni conclusive Nonostante le molteplici calamità naturali e i danni ad esse associati, persiste la difficoltà da parte degli esperti ad ottenere la condivisione da parte della popolazione e degli amministratori delle misure regolamentari e delle decisioni proposte formulate sulla base delle conoscenza scientifiche acquisite 1. La cultura del territorio nasce dalla conoscenza, che a sua volta nasce dalla coscienza di ritenere primario la pubblica incolumità. 2. Coscienza che va rafforzata tramite l informazione mediatica e l insegnamento nelle scuole
14 3. Invertire il processo di finanziamenti sul territorio ora attuato solo per sanare i danni successivi agli eventi. Occorre incentivare e finanziare le best practice ossia prevedere agevolazioni (se non finanziamenti) ai comuni lodevoli (es: meno ICI in Classe II) 4. La Regione e le Province, oltre alle attività di indirizzo e coordinamento dovrebbero recuperare concretamente l attività di controllo. Sino a rammentare, alle Amministrazioni locali meno virtuose, che non è obbligatorio uno sviluppo del centro abitato in senso materiale quanto, piuttosto, in senso qualitativo 5. Che le nuove urbanizzazioni, pur rappresentando un gettito per le Casse comunali, non sempre sono in linea con il bene comune 6. Sarebbe auspicabile, infine, proporre un Progetto U.E. per mettere a confronto le politiche geo-pianificatorie, le normative, le procedure, per esaminare criticamentei diversi Procedimenti Urbanistici esistenti nei vari stati membri ( dalla Carta ZERMOS al PAI, e oltre)
15 GRAZIE PER L ATTENZIONE
A relazione del Vicepresidente Cavallera:
REGIONE PIEMONTE BU11 14/03/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 4 marzo 2013, n. 14-5460 L.R. 5.12.1977 n. 56 e successive modificazioni. Comune di VILLAFALLETTO (CN). Variante Generale al Piano
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