ANALISI DEL CONTESTO INTERNO DESUNTO DALL AGGIORNAMENTO DEL P.T.P.C. DELLA PROVINCIA DI ANCONA
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1 Allegato D ANALISI DEL CONTESTO INTERNO DESUNTO DALL AGGIORNAMENTO DEL P.T.P.C. DELLA PROVINCIA DI ANCONA L analisi del contesto interno concerne tutti gli aspetti legati all organizzazione e alla gestione operativa dell Ente al fine di individuare le possibili anomalie che potrebbero provocare eventuali rischi corruttivi all interno dell Ente. Fortunatamente, sulla base della conoscenza dell Ente, acquisita dal Segretario Generale - RPC nel corso del suo decennale servizio prestato presso la Provincia di Ancona, questo Ente non è stato mai coinvolto in fenomeni di stampo corruttivo, né a livello di componenti degli organi politicoamministrativi, né a livello di componenti della struttura dirigenziale e impiegatizia. Ciò a dimostrare un solido convincimento nei principi dell onestà e dell attaccamento all Istituzione. Anche il contenzioso ha riguardato iniziative avviate da soggetti privati o pubblici (questi ultimi di misura molto marginale), ma solo allo scopo di tutelare i propri diritti o interessi giuridici. La riconosciuta professionalità della struttura dirigenziale della Provincia di Ancona ha garantito di riflesso un forte senso di responsabilità che ha assicurato il rispetto dei principi di legalità, buon andamento e imparzialità dell azione amministrativa. Con l entrata in vigore della legge n. 56/2014, il contesto interno ha subito un forte disorientamento organizzativo come si evidenzia dalla seguente analisi contenuta nell aggiornamento del PTPC per il triennio , approvato con deliberazione consiliare n. 66 del 28/09/2015 e che qui di seguito viene riportata: 7. La situazione di contesto: l attuazione della legge n. 56/2014 L attuazione del P.T.P.C. va inquadrata nella situazione di contesto in cui la Provincia di Ancona si è trovata ad operare dal 2 giugno 2012, data in cui l Ente, alla scadenza del mandato elettorale degli organi amministrativi eletti nell anno 2007, è stata commissariata ai sensi dell art. 23 del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201: Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici, convertito con modificazioni con la Legge 22 dicembre 2011, n. 214 (SALVA ITALIA. Questa situazione di precarietà ha fatto sentire i suoi deleteri effetti sul clima organizzativo interno all Ente caratterizzato dalle seguenti vicende: 1) le preoccupazioni legate: alle ventilate ipotesi di soppressione dell Ente Provincia, propedeutiche alla sua cancellazione; 2) l annunciata decostituzionalizzazione dell Istituzione Provincia; 3) l entrata in vigore della legge n. 56/2014 e il conseguente svolgimento delle elezioni di 2 grado degli organi politico-amministrativi dell Ente, con la soppressione, a Costituzione invariata, del diritto di elettorato attivo e passivo costituzionalmente garantito (vedasi l VIII Disposizione transitoria e finale della Costituzione); 4) la scomparsa della Giunta provinciale quale organo di Governo dell Ente; 5) i gravosi tagli alle risorse finanziarie delle Province disposti nell ordine con il D.L. 24 aprile 2014, n. 66 Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale, convertito con modificazioni dalla L. 23 giugno 2014, n. 89 e, da ultimo, con la legge n. 190/2014 (legge 1
2 finanziaria del 2015), con una riduzione per il 2015 di circa 1 miliardo di euro per il settore delle Province che sarà raddoppiato per l anno 2016 e triplicato per l anno 2017; 6) la rideterminazione delle dotazioni organiche con decorrenza dal 01/01/2015 in riduzione del 50% della spesa complessivamente sostenuta alla data dell 08/04/2014 in attuazione della Legge di stabilità 2015 (Legge n. 190/2014); 7) il farraginoso e lento processo di riordino delle funzioni non fondamentali delle Province che ha determinato nelle Marche, la scelta dei Comuni di non farsi coinvolgere in un percorso che li avrebbe visti ricoprire il ruolo di Enti destinatari in via prioritaria dell attribuzione delle funzioni amministrative relative alle funzioni non fondamentali delle Province ai sensi dell art. 118 della Costituzione, invocato dall art. 1, comma 86, della legge n. 56/2014, (stante l abrogazione del principio del parallelismo tra legislazione e amministrazione venuto meno con la riforma del Titolo V della Costituzione); 8) la mancata definizione da parte dello Stato della destinazione e del finanziamento delle funzioni non fondamentali delle politiche attive del lavoro e della polizia provinciale, stralciate dal processo di riordino delle funzioni non fondamentali in quanto rientranti nell'ambito di applicazione di disegni di legge delega o di deleghe già in atto relativi a riforme di settori organici ed allocate nell allegato 1 dell Accordo sancito in sede di Conferenza Unificata, in data 11 settembre 2014, in attesa dell entrata in vigore delle riforme in discussione; 9) la mancata o ritardata approvazione da parte delle Regioni delle leggi regionali di riordino delle funzioni non fondamentali che avrebbero dovuto essere approvate entro il 31/12/2014 onde consentire il trasferimento del relativo personale provinciale sin dall 1/1/2015 ovvero, come avvenuto nella Regione Marche, l approvazione di una legge regionale che rinvia di circa un anno la sua attuazione, lasciando in capo alle Province l onere di affrontare le spese di funzionamento dei servizi e del relativo personale secondo un principio di continuità che non garantisce, alla luce dei tagli imposti dalla legge finanziaria per l anno 2015, il normale funzionamento dei servizi ma che anzi adombra, per il settore delle Province, la possibile dichiarazione di dissesto finanziario; sono tutti elementi che hanno influito negativamente sull ordinaria attività amministrativa e, di conseguenza, sulla programmata attuazione del P.T.P.C. 8 Il Risk management (la gestione del rischio corruttivo) L ANAC nella determina n. 12/2015 propone alcune correzioni di rotta su alcune fasi del processo di gestione del rischio di corruzione precisando che le principali fasi del processo di gestione del rischio sono rappresentate in maniera sintetica nella figura seguente: (Figura 14) FIGURA 14 Le principali fasi del processo di gestione del rischio 2
3 A queste fasi, vanno aggiunte, in linea con le indicazioni della norma internazionale UNI ISO31000:2010, le fasi trasversali della comunicazione e consultazione nonché del monitoraggio e riesame. La seguente Tabella rappresenta le fasi attuative del RISK MANAGEMENT secondo la norma internazionale UNI ISO (Figura 15). FIGURA 15 Le fasi del risk management secondo la norma internazionale UNI ISO 31000: 2010 Fonte: F.Monteduro, Università di Roma Tor Vergata, Webinar, Il PTPC come strumento di prevenzione della corruzione: fasi e azioni del processo di gestione del rischio, Formez, 3 marzo 2015 Nella Provincia di Ancona il Risk Management è stato attuato secondo le fasi della norma UNI ISO 31000, fatta eccezione (nella versione iniziale del PTPC) per la definizione del contesto e per la fase della consultazione; in sede dell aggiornamento del PTPC per il triennio , si è proceduto alla definizione del contesto interno, alla pubblicazione dell avviso di consultazione e al monitoraggio dello stato di attuazione del PTPC. Altri elementi che confermano questo stato di invulnerabilità della Provincia di Ancona AL fenomeno corruttivo è desunta anche dalla puntuale analisi, valutazione e trattamento del rischio (Risk management) che l Ente ha attuato nel 2013 e le cui risultanze hanno costituito la Parte III del PTPC. Il Risk management è stato attuato da un gruppo di lavoro costituito dalla struttura dirigenziale e dal Segretario generale RPC che lo ha coordinato apportando il suo incisivo contributo all operazione inserita nel Piano della performance del 2013 come obiettivo di performance organizzativa. 3
4 Le risultanze del risk management sono state le seguenti: a) aree monitorate n. 6 b) processi monitorati n. 25 c) Rischi monitorati n. 87 L analisi ha evidenziato che nella Provincia di Ancona complessivamente la valutazione impatto/probabilità sia dei processi che dei rischi specifici ha portato alla loro collocazione nella fascia media e per alcuni di essi nella fascia bassa. Nonostante ciò anche i rischi con impatto/probabilità di livello basso sono stati trattati con l abbinamento per ciascuno di essi di appropriate misure di prevenzione obbligatorie, ulteriori e trasversali. Nella Provincia di Ancona, già prima dell approvazione del PNA avvenuta con deliberazione CIVIT n. 72 del 11/9/2013 si è posta in essere una sperimentazione relativa all attuazione degli istituti previsti dalla legge n. 190/2012 attraverso lo strumento del Piano della performance nel quale l attuazione di tali istituti è stata inserita sotto forma di obietti di performance organizzativa e individuale secondo le indicazioni contenute nella deliberazione CIVIT n. 6/2013. L obbligo di raggiungimento degli obiettivi ha solidificato l integrità della struttura dirigenziale ed operativa dell Ente garantendo la crescita e il consolidamento dei principi di integrità e di rispetto delle regole perseguiti dal Legislatore della legge n. 190/2012. Gli esiti del Risk management sono rappresentati dalle seguenti figure relativi alle analisi dei processi (figura 1) e all analisi dei rischi specifici (figura 2) Figura 1. Il Risk Management nella Provincia di Ancona: PROCESSI -Analisi e valutazione dei rischi -Individuazione degli strumenti di prevenzione miranti a ridurre la possibilità che la corruzione si possa concretizzare. Scheda 2 bis: Tabella valutazione Impatto/Probabilità dei PROCESSI PROBABILITÀ IMPATTOs RARO POCO PROBABILE PROBABILE MOLTO PROBABILE ALTAMENTE PROBABILE Da 1 Da 2 Da 4 ELEVATO SUPERIORE Da 4 MINORE Da 2 A.2 A.1, B.1, B.3, B.4, B.5, B.6, B.7, B.8, B. 9, B.10, B.11, B..1, C.3, D.1, E.1, E.2, F.1 A.3, B.2, B.12, C.2, E.3, E.4 MARGINALE Da 1 4
5 Figura 2. Il Risk Management nella Provincia di Ancona: RISCHI SPECIFICI -Analisi e valutazione dei rischi -Individuazione degli strumenti di prevenzione miranti a ridurre la possibilità che la corruzione si possa concretizzare. Scheda 4 bis: Tabella valutazione Impatto/probabilità dei RISCHI SPECIFICI IMPATTO PROBABILITÀ BASSO Fino a 1 ALTO ALTO A 1.1 A 1.2 A 1.3 A 2.1 A 3.1 B 1.1 B.2.1 B 3.1 B 4.1 B 5.1 B 7.1 B 8.1 B 10.1 B B 10.2 B 11.1 B 12.1 B 13.1 C 1.1 C 1.2 C 2.1 C 2.2 C 3.1 C 3.2 C 3.3 D 1.1 D 1.3 E E 1.2 E 1.3 E 1.4 E 1.5 E 1.6 E 1.8 E E 1.10 E 1.11 E 1.12 E 1.13 E 1.14 E E 1.16 E 1.17 E 1.18 E 1.19 E 1.20 E 1.21 E 1.22 E 1.23 E 1.24 E 1.25 E 1.26 E 1.27 E 2.4 E 2.5 E 2.7 E 2.9 E 2.10 E 2.11 E 2.12 E 2.13 E 2.14 E 2.15 E 2.16 E E 2.18 E 2.19 E 3.1 E 3.2 E 3.3 E 3.4 E 3.6 E 3.6 E 3.7 E 4.1 E 4.2 E 4.3 E 4.4 F 1.1 F 1.2 F 1.3 BASSO Fino a 1 B 6.1 E 2.1 E 2.2 E 2.3 E 2.6 E 2.8 Va evidenziato infine che per consolidare la centralità del ruolo del RPC, secondo la "configurazione copernicana" disegnata dal P.T.P.C., nella nuova organizzazione dell ente, approvata con decreto del Presidente della Provincia n 351 del 28/12/2015, in attesa dell approvazione del Piano di riassetto organizzativo, economico, finanziario e patrimoniale, come stabilito dall art. 1, comma 423, della legge n. 190/2014 (Legge di stabilità 2015) è stata prevista nell ambito del Settore I, una struttura organizzativa di supporto al RPC, nel pieno rispetto di quanto previsto nella Deliberazione ANAC n. 12/2015 al paragrafo 4.2 lettera d), Supporto conoscitivo e operativo al RPC. Tale previsione è stata inserita ferme le remore legate alla particolare situazione in cui versa il sistema delle Province. 5
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