Riferimenti all art comma
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- Romina Pizzi
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2 Riferimenti all art comma Let. a) deve esservi una relazione sulla valutazione di tutti i rischi specificando i criteri adottati, usando criteri di semplicità, brevità e comprensibilità, in modo da garantirne la completezza e l idoneità quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione.
3 Non vengono presi in esame tutti i rischi derivanti da alcune fonti di rischio o alcune fasi di lavoro; I criteri che noi normalmente troviamo fanno riferimento soltanto alla classica formula Rischio = Probabilità di accadimento X Danno conseguente (R=PXD); Non si ritrova il modo d identificazione dei pericoli e dei diversi metodi per stimarli ; Applicando la formula R=P X D non sono chiari i criteri di determinazione delle singole probabilità ed in alcuni casi anche l individuazione della gravità del danno è discutibile; I criteri di valutazione non sempre sono indicati ed in alcuni casi non si riferiscono a quanto previsto dalle norme specifiche.
4 Non sono chiari (uguali per tutte le situazioni) i livelli di rischio accettabile che il Datore di Lavoro decide di fare propri; Non risulta chiara la metodica di presa di decisione da parte del Datore di Lavoro sia in fase del processo di valutazione che in ambito della gestione dei rischi; I criteri di semplicità, brevità e comprensibilità non sono quasi mai rispettati; Mancano le indicazioni di procedure di allarme rispetto ad eventi sentinella che consentano l effettuazione di un aggiornamento della valutazione in tutti quei momenti d introduzione o di cambio di macchine, sostanze, nuove lavorazioni, ecc. prima che queste entrino nel ciclo produttivo;
5 Riferimenti all art comma Let. b) Non si ritrovano, per fasi di lavoro, né le misure di prevenzione attuate e nemmeno i DPI adottati con l individuazione certa delle tipologie e caratteristiche, ma eventualmente soltanto espressi in modo generico (es. mascherine idonee ) inoltre anche la tempistica per la loro sostituzione non è rintracciata.
6 Riferimenti all art comma Let. c) Non sempre è indicato il programma delle misure ritenute opportune per garantire nel tempo il miglioramento dei livelli di sicurezza. Quando tale programma è rintracciabile l espressione temporale delle azioni è estremamente generico e non si ritrova la previsione del metodo di controllo della valutazione e nemmeno quando sia prevista la sua ripetizione al di là della previsione di legge; Quando tale programma è rintracciabile viene spesso individuato come un piano di mantenimento nel tempo della sicurezza; Non risultano MAI individuati né i piani di informazione e nemmeno quelli di formazione rivolti ai soggetti aziendali e nemmeno i criteri con cui impostare l analisi dei bisogni formativi dei lavoratori.
7 Riferimenti all art comma Let. d) Mancando le misure da realizzare non risultano nemmeno individuate le procedure per la loro attuazione e l indicazione dei ruoli aziendali che vi debbono provvedere. Mancano sia organigrammi che funzionigrammi chiari con indicati i livelli di potere e le responsabilità dei soggetti aziendali; Manca, inoltre, un elenco delle procedure che il Datore di Lavoro intende importanti all interno dell Azienda per la gestione delle problematiche di sicurezza e salute dei lavoratori né, qualora alcune di queste fossero redatte, i loro contenuti non risultano siano statti portati a conoscenza dei lavoratori.
8 Riferimenti all art comma Let. f) Non si rintracciano mansioni legate a rischi specifici per le quali sia richiesto, tra l altro, uno specifico addestramento, es. addetti a manovre con mezzi di sollevamento;
9 Riferimenti all art. 29 mancano le indicazioni, al di là di quanto indicato nella norma, di quando ripetere la valutazione a seguito di particolari eventi ad es. cosa si intende per infortuni significativi per cui occorre aggiornare la valutazione dei rischi; si usano termini, acronimi, riferimenti non corretti o forvianti per riferirsi parti o risultati del processo di valutazione es. Piano Operativo di Sicurezza (POS), Piano di Sicurezza Fisica (PIF), Piano Integrativo di Salute (PIS);
10 Autocertificazioni Debbono in ogni modo dare evidenza del processo di valutazione effettuato, e riportare, qualora la norma lo preveda, l espressione dei risultati o delle conclusioni alle quale si è giunti per i rischi particolari ed essere accompagnate da una serie di documenti che supportino quanto sopra; Debbono riportare la data.
11 Conclusioni L orientamento che emerge non è tale da definire la valutazione quale strumento operativo di pianificazione degli interventi aziendali e di prevenzione ma puramente uno strumento difensivo e burocratico nel rispetto formale della legge; Emerge chiaramente che il Datore di Lavoro non sostiene, con decisioni legate alla programmazione della prevenzione, il documento, spostando sui propri consulenti tecnici (RSPP) alcune scelte che, ovviamente, questi non possono fare; L attuale livello e la formalizzazione del processo di valutazione non risultano utili come primo passo per instaurare un Sistema di Gestione della Sicurezza (SGS) come previsto dall art. 30 della 81.
12 Riferimenti bibliografici: Orientamenti CEE riguardo alla valutazione dei rischi sul lavoro; Documento n.1: la valutazione per il controllo dei rischi. Linee guida per l applicazione del D.Lgs 626/94 a cura del coordinamento delle Regioni e delle Province Autonome; Circolare Ministero Lavoro 7 Agosto 1995 n. 102; Circolare Ministero Interno 29 Agosto 1995 prot. P1564/4146.
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