Nuovo Piano di Governo del Territorio. Comune di Castro VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA. Documento di Scoping. aprile il Sindaco Mario Gualeni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Nuovo Piano di Governo del Territorio. Comune di Castro VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA. Documento di Scoping. aprile il Sindaco Mario Gualeni"

Transcript

1 Nuovo Piano di Governo del Territorio Comune di Castro VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Documento di Scoping aprile 2010 il Sindaco Mario Gualeni La Giunta Raffaella Ciabatti, Mariano Foresti, Giovanni Pietro Gualeni, GianLuca Torri L Ufficio Tecnico Geom. Mirco Figaroli, Ing. Luisa Rocchini I progettisti Arch. Paolo Crippa Ing. Dario Vanetti UrbanStudio con la collaborazione di Ing Valentina Lombardi

2

3 NUOVO PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO...1 COMUNE DI CASTRO...1 VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA...1 DOCUMENTO DI SCOPING...1 INTRODUZIONE FUNZIONI E FINALITÀ DELLA VAS FINALITÀ E CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI SCOPING IL PROCESSO METODOLOGICO-PROCEDURALE DI PGT E VAS FASI DELLA VAS Preparazione e orientamento Elaborazione e redazione del piano Lo scoping e la costruzione dello scenario di riferimento L analisi di coerenza esterna e di sostenibilità degli obiettivi generali del piano La stima degli impatti generati dalle azioni di piano La valutazione e il confronto tra alternative L analisi di coerenza interna La progettazione del sistema di monitoraggio e riorientamento del piano Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura Proposta di Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica Adozione e approvazione del piano Attuazione, gestione e monitoraggio del piano PERCORSO DI PARTECIPAZIONE LA DEFINIZIONE DELL AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO IL QUADRO PIANIFICATORIO E PROGRAMMATICO Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Bergamo Il Piano di Azione Ambientale della Provincia di Bergamo L ANALISI DI CONTESTO Contesto di riferimento

4 Contesto territoriale Contesto sociale Contesto economico Contesto climatico Mobilità Viabilità terrestre - strade, piste ciclabili e ferrovie Mobilità - parco veicolare Carburanti ecologici Mobilità sul lago Acqua Consumi idrici 135 Balneabilità del lago Comparto aria Inquinanti dell'aria Normativa sulla qualità dell'aria Qualità dell'aria Emissioni in atmosfera Rifiuti 154 Produzione rifiuti urbani (RU) Raccolta differenziata Territorio Uso del suolo 158 Aree protette 159 Siti oggetto di bonifica Siti a rischio incidente rilevante Inquinamento elettromagnetico Turismo Turismo sostenibile Ecolabel turismo Energia Consumi elettrici Fonti rinnovabili 169

5 La certificazione energetica L AMBITO SPAZIO-TEMPORALE DEL PIANO I SOGGETTI DA COINVOLGERE LE INFORMAZIONI DA INCLUDERE NEL RAPPORTO AMBIENTALE TEMI AMBIENTALI E FONTI INFORMATIVE

6

7 INTRODUZIONE 0.1. Funzioni e finalità della VAS Con la Direttiva Comunitaria 2001/42/CE è stata introdotta la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (di seguito VAS) che costituisce un processo continuo che corre parallelamente all intero ciclo di vita del piano o programma, dalla sua elaborazione fino alla fase di attuazione e gestione. Obiettivo della Direttiva è quello "di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che, ai sensi della presente direttiva, venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull'ambiente" (art. 1). La Direttiva prevede l elaborazione di un Rapporto Ambientale, che documenta le modalità con cui è stata integrata la variabile ambientale, richiamando, tra l altro, le alternative di piano individuate, la stima dei possibili effetti significativi sull ambiente e la modalità di valutazione tra le alternative, le misure di mitigazione e compensazione, nonché le misure di monitoraggio. La direttiva europea è stata recepita nella parte seconda dal Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 "Norme in materia ambientale" come modificato dal Decreto legislativo 16 gennaio 2008, n. 4. La Regione Lombardia ha introdotto nel proprio ordinamento legislativo lo strumento della Valutazione Ambientale con l'articolo 4 della Legge regionale per il governo del territorio n. 12 del 11 marzo 2005: in particolare al comma 2 è previsto che i Documenti di Piano (di seguito DdP) dei Piani di Governo del Territorio siano obbligatoriamente da assoggettare a VAS. Il Consiglio Regionale ha emanato, ai sensi del comma 1 dell'art. 4 della lr. 12/2005, gli Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi, approvati con DCR n del 13 marzo La Giunta Regionale ha disciplinato i procedimenti di VAS con DGR n del 27 dicembre 2007 "Determinazione della procedura per la valutazione ambientale di piani e programmi", pubblicata sul BURL n. 4 del 24 gennaio 2008, di seguito modificata dalla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre 2009 "Determinazione della procedura per la valutazione

8 ambientale di piani e programmi modifica, integrazione e inclusione di nuovi modelli", in recepimento delle disposizioni di cui al suddetto D.Lgs. 16 gennaio 2008, n. 4, pubblicata sul BURL n. 5 del 1 febbraio Gli indirizzi generali sottolineano come l elaborazione dei contenuti di ciascuna fase di un processo di piano debba essere sistematicamente integrata con la valutazione ambientale. Lo schema proposto (vedi figura 1) è caratterizzato da tre elementi: le attività di costruzione della conoscenza e di partecipazione (di istituzioni, soggetti con competenze e/o conoscenze specifiche, pubblico e le sue organizzazioni, ) si sviluppano con continuità durante tutto il processo di formazione del piano; la fase di attuazione del piano, come parte integrante del processo di pianificazione, è accompagnata da attività di monitoraggio e valutazione dei risultati; il processo di pianificazione è circolare, poiché prevede la possibilità/necessità di rivedere il piano laddove i risultati del monitoraggio si discostino dagli obiettivi di sostenibilità.

9 Figura 1 Sequenza delle fasi di un processo di piano o programma La VAS è pensata per conseguire le seguenti prestazioni di carattere strategico: rendere coerenti i caratteri procedurali e metodologici della valutazione ambientale con i caratteri del piano in modo che non si verifichino incongruenze di contenuti, di informazioni e di scelte; conseguire una continuità verticale del processo di valutazione delle scelte che interessano il territorio, iniziando dalle indicazioni strategiche di livello sovra comunale per arrivare ai piani attuativi degli strumenti urbanistici comunali e ai progetti delle singole opere di rilevante impatto ambientale; favorire un procedimento di valutazione in itinere, da supportare mediante un sistema di monitoraggio agganciato al Sistema informativo territoriale comunale e regionale; strutturare le operazioni di verifica e di mitigazione delle scelte già effettuate e le operazioni da approfondire nelle valutazioni in itinere ed ex post relativamente agli interventi critici.

10 La valutazione ambientale si articola in tre momenti valutativi: la valutazione exante, la valutazione in itinere e la valutazione expost. La valutazione exante viene effettuata prima dell approvazione del PGT e si distingue in una valutazione di tipo indesign, che ha la funzione di supportare l individuazione delle soluzioni e la definizione delle scelte di un Piano, e in una valutazione di tipo postdesign, che ha la funzione di verificare le azioni, le strategie e le soluzioni adottate dal Documento di Piano alla luce degli obiettivi in esso definiti. La valutazione in itinere o di riorientamento del piano viene effettuata durante l attuazione del PGT e serve a verificare la correttezza delle previsioni effettuate e delle indicazioni date e quindi a modificare gli interventi in caso di necessità. La valutazione expost viene eseguita alla scadenza del PGT e verifica il raggiungimento dei relativi obiettivi. La valutazione del PGT verrà realizzata attraverso tre percorsi complementari. Il primo percorso riguarda la valutazione degli effetti ambientali delle strategie e delle azioni di piano. Una volta individuati e valutati gli effetti diretti e indotti, vengono indicate le misure mitigative e compensative e i possibili interventi alternativi. Il secondo percorso comporta la verifica della corretta attuazione del PGT, la quale viene supportata dal monitoraggio di appositi indicatori ambientali e territoriali. Il terzo percorso riguarda la valutazione della sostenibilità ambientale delle indicazioni del PGT, che viene effettuata verificando gli effetti delle azioni del PGT sugli elementi di criticità e sensibilità e il rispetto degli obiettivi ambientali europei e nazionali Finalità e contenuti del Documento di Scoping L'analisi preliminare, detta anche scoping, ha la finalità di definire i riferimenti operativi e concettuali rispetto ai quali si effettua la valutazione ambientale. Tali riferimenti riguardano, da un lato, aspetti di carattere metodologico procedurale, quali la mappa delle autorità da coinvolgere, le modalità di coinvolgimento per la partecipazione pubblica, l approccio metodologico alla valutazione adottato, e, dall altro, indicazioni di carattere analitico, quali la definizione dell ambito di influenza del piano, l analisi delle tematiche ambientali del contesto di riferimento, l individuazione dei presumibili impatti attesi dall'attuazione del Piano, i criteri di selezione degli indicatori per il monitoraggio. La fase di scoping si conclude con la redazione del Documento di scoping, in cui sono riportati:

11 lo Schema del percorso metodologico-procedurale della VAS; la definizione dell Ambito di influenza del Piano; definizione della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale; verifica delle eventuali interferenze del Piano con la Rete Natura Al fine di delineare un quadro condiviso dei contenuti del Documento di scoping, viene predisposto il Documento di scoping preliminare che contiene lo schema del percorso metodologico procedurale, una proposta di definizione dell ambito di influenza del Documento di piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Nell ambito della 1 Conferenza di Valutazione, potranno esprimere le proprie osservazioni sul Documento di scoping preliminare i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, al fine di contribuire con indicazioni, pareri e proposte di modifica e integrazione alla redazione della versione definitiva del Documento di scoping. Per agevolare l espressione di pareri e indicazioni da parte dei soggetti competenti, nella tabella 1 viene riportato un insieme domande incentrate sui temi aperti di questa valutazione ambientale. Tabella 1 Traccia per i contributi dei soggetti con competenze ambientali e territoriali Temi Componenti ambientali Fattori di valutazione Domande 1. Secondo la direttiva VAS l analisi del contesto ambientale deve essere riferita alle seguenti componenti ambientali: aria e fattori climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, paesaggio e beni culturali, popolazione e salute umana. Quali tra queste componenti ritenete più significative e quali altre è opportuno prendere in considerazione per effettuare le analisi del Rapporto Ambientale? 2. L analisi del contesto è volta a far emergere gli aspetti chiave dello stato dell ambiente, in termini di criticità e di opportunità. Rispetto ai fattori di valutazione e in attesa del completamento del quadro conoscitivo, quali aspetti ritenete maggiormente significativi o problematici? 3. Quali ulteriori aspetti ritenete che debbano essere richiamati o

12 approfonditi? Quadro normativo e programmatic o Obiettivi di sostenibilità Fonti informative Indicatori Partecipazione 4. In attesa dell elaborazione del quadro di riferimento normativo e programmatico del DdP, quali fonti normative, piani o programmi ritenete sarebbe opportuno considerare? 5. In attesa della selezione di obiettivi di sostenibilità ambientale di riferimento per il DdP desunti dal quadro internazionale, europeo, nazionale, regionale, desiderate segnalare ulteriori obiettivi di sostenibilità ambientale per la verifica di coerenza del DdP? 6. Il Documento segnala un elenco di basi informative e di banche dati utili per l analisi del contesto ambientale e per l individuazione dei relativi indicatori. Ai fini della VAS del DdP, ritenete utile segnalare informazioni derivanti da ulteriori fonti non espressamente citate? 7. Quali indicatori ritenete prioritari e maggiormente idonei a descrivere e a monitorare i fenomeni in atto? 8. Vi sono indicatori significativi ma caratterizzati da frequenza di aggiornamento non adeguata? 9. Nell ambito delle iniziative per la partecipazione è prevista l organizzazione di tavoli di incontro su temi specifici. Vi sono altri temi o argomenti che proporreste di affrontare? Il Documento è strutturato in quattro sezioni. Nella prima sezione viene descritto il processo metodologico procedurale integrato di PGT/VAS, specificando le attività da realizzare e le modalità della partecipazione. Nella seconda sezione viene proposta una prima individuazione dell ambito di influenza delle strategie di piano, con riferimento al quadro pianificatorio e programmatico, agli obiettivi ambientali di riferimento, alle potenzialità, alle criticità e alle sensibilità del contesto ambientale, territoriale e socio-economico. Nella terza sezione vengono presentati una rassegna delle componenti ambientali e delle relative fonti delle informazioni che andranno a confluire nel Rapporto Ambientale. Nella quarta sezione si dà riscontro della verifica dell eventuale interferenza del Piano con gli habitat e le specie delle aree della Rete Natura 2000 (SIC Siti di Interesse Comunitario e ZPS Zone di Protezione Speciale) avviando nell eventualità la procedura di Valutazione di Incidenza.

13 IL PROCESSO METODOLOGICO-PROCEDURALE DI PGT E VAS In questa sezione viene descritto il processo metodologico procedurale che verrà seguito per effettuare la valutazione del DdP del PGT. Tale percorso assume come riferimento, specificandone i passaggi, lo schema generale indicato dagli indirizzi regionali per la valutazione ambientale di piani e programmi (cfr. punto 6 dell Allegato 1b PGT piccoli comuni alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre 2009). I procedimenti sono condotti dall autorità procedente che si avvale dell autorità competente per la VAS. Si rammenta che la VAS costituisce per i P/P parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti di approvazione adottati senza VAS sono nulli Fasi della VAS Il percorso metodologico procedurale definito per PGT/VAS è rappresentato nello schema di tabella 2. Lo schema è strutturato su due colonne: nella prima sono riportate le attività di piano, mentre nella seconda sono proposte le attività specifiche della VAS che risultano complementari e integrate a quelle di piano. Le attività di piano e di VAS sono identificate tramite un codice alfanumerico, in cui la prima lettera (P o A) identifica le fasi di piano e quelle della VAS, i numeri che seguono rappresentano l ordine delle fasi. In questo percorso alcune fasi della VAS coincidono con alcune fasi della procedura autorizzativa prevista per il PGT dalla legge regionale di governo del territorio: l attività di consultazione/partecipazione che viene svolta nell ambito di due Conferenze di valutazione su aspetti riguardanti contestualmente il DdP e la VAS; la fase di adozione del piano che avviene contemporaneamente a quella del Rapporto Ambientale e della sintesi non tecnica. Sono momenti specifici del processo di VAS: la consultazione delle autorità con competenze ambientali in fase di scoping, al fine di contribuire alla decisione sulla portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale e sul loro livello di dettaglio; l elaborazione di un Rapporto Ambientale, che documenta le modalità con cui è stata integrata la variabile ambientale, richiamando, tra l altro, le alternative di piano individuate, la stima dei possibili effetti significativi sull ambiente e la modalità di

14 valutazione tra le alternative, le misure di mitigazione e compensazione, nonché le misure di monitoraggio; la redazione di una dichiarazione di sintesi, in cui si illustra in che modo le considerazioni ambientali sono state integrate nel piano e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale, dei pareri espressi e dei risultati delle consultazioni, nonché le ragioni per le quali è stato scelto il piano adottato, alla luce delle alternative possibili che erano state individuate. Tabella 2 Il percorso metodologico-procedurale del PGT/VAS Fase del Piano Procedimento di Piano Valutazione Ambientale Fase 0 Preparazione Fase 1 Orientamento P0.1 Pubblicazione dell avviso di avvio del procedimento (ai sensi del comma 2 dell art. 13, l.r. 12/2005) P0.2 Incarico per stesura DdP P0.3 Esame proposte pervenute ed elaborazione del documento programmatico P1.1 Orientamenti iniziali del DdP P1.2 Definizione schema operativo DdP A0.1 Incarico per la redazione del Rapporto Ambientale A0.2 Pubblicazione dell avviso di avvio della VAS (ai sensi del punto 6.4 dell Allegato 1a alla DGR n del 27 dicembre 2007) A0.3 Individuazione autorità competente per la VAS A1.1 Integrazione della dimensione ambientale nel DdP A1.2 Definizione dello schema operativo per la VAS A1.3 Mappatura soggetti competenti in materia ambientale, enti territorialmente interessati e pubblico coinvolto A1.4 Definizione modalità di convocazione dei momenti di consultazione, informazione e partecipazione del pubblico e modalità di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni

15 1 Conferenza di Valutazione Fase 2 Elaborazione e redazione P1.3 Identificazione dati e A1.5 Verifica delle presenza di Siti informazioni disponibili su territorio Rete e ambiente Natura 2000 (SIC/ZPS) A1.7 Predisposizione del Documento di P1.4 Prima individuazione di scoping preliminare e invio ai obiettivi e strategie di intervento soggetti (predisposizione documento competenti in materia preliminare orientamenti piano) ambientale e agli enti territorialmente interessati avvio del confronto (raccolta indicazioni, pareri e proposte di modifica e integrazione alla redazione dei documenti) A2.1 Definizione dell ambito di influenza e definizione della P2.1 Costruzione dello scenario di portata delle informazioni da riferimento includere nel Rapporto Ambientale (Documento di scoping) P2.2 Determinazione obiettivi A2.2 Analisi di coerenza esterna generali e costruzione dello e di scenario di piano sostenibilità A2.3 Stima degli effetti ambientali attesi A2.4 Valutazione alternative di P2.3 Definizione di obiettivi piano specifici, costruzione di A2.5 Analisi di coerenza interna alternative/scenari di sviluppo e A2.6 Progettazione del sistema di definizione delle azioni da monitoraggio mettere in campo per attuarli A2.7 Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000 P2.4 Proposta di DdP A2.8 Proposta di Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica

16 e invio ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati Deposito della proposta di DdP, Rapporto Ambientale e Studio di Incidenza 2 Conferenza di Valutazione Decisione Fase 3 Adozione Approvazione Valutazione della proposta di DdP e del Rapporto Ambientale Valutazione di incidenza: parere autorità preposta PARERE MOTIVATO predisposto da autorità competente VAS d intesa con autorità procedente 3.1 ADOZIONE il Consiglio Comunale adotta: PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) Rapporto Ambientale Dichiarazione di sintesi 3.2 DEPOSITO / PUBBLICAZIONE / INVIO ALLA PROVINCIA deposito degli atti del PGT (DdP, Rapporto Ambientale, Dichiarazione di sintesi, Piano dei Servizi e Piano delle Regole) nella segreteria comunale ai sensi del comma 4 art. 13, l.r. 12/2005 trasmissione in Provincia ai sensi del comma 5 art. 13, l.r. 12/2005 trasmissione ad ASL e ARPA ai sensi del comma 6 art. 13, l.r. 12/ RACCOLTA OSSERVAZIONI ai sensi comma 4 art. 13, l.r. 12/ Controdeduzioni alle osservazioni presentate a seguito di analisi di sostenibilità. Verifica di compatibilità della Provincia La provincia, garantendo il confronto con il comune interessato, valuta esclusivamente la compatibilità del DdP con il proprio piano territoriale di coordinamento entro centoventi giorni dal ricevimento della relativa documentazione, decorsi inutilmente i quali la valutazione si intende espressa

17 favorevolmente ai sensi comma 5 art. 13, l.r. 12/2005. PARERE MOTIVATO FINALE (nel caso in cui siano presentate osservazioni) 3.5 APPROVAZIONE (ai sensi del comma 7 art. 13, l.r. 12/2005) il Consiglio Comunale: Fase 4 Attuazione Gestione decide sulle osservazioni apportando agli atti del PGT le modifiche conseguenti all eventuale accoglimento delle osservazioni, predisponendo ed approvando la dichiarazione di sintesi finale provvede all adeguamento del DdP adottato, nel caso in cui la Provincia abbia ravvisato elementi di incompatibilità con le previsioni prevalenti del proprio piano territoriale di coordinamento, o con i limiti di cui all art. 15, comma 5, ovvero ad assumere le definitive determinazioni qualora le osservazioni provinciali riguardino previsioni di carattere orientativo Deposito nella segreteria comunale ed invio alla Provincia e alla Regione (ai sensi del comma 10, art. 13, l.r. 12/2005); Pubblicazione su web; Pubblicazione dell avviso dell approvazione definitiva all Albo pretorio e sul BURL (ai sensi del comma 11, art. 13, l.r. 12/2005) P4.1 Monitoraggio dell attuazione del DdP P4.2 Monitoraggio andamento A4.1 Rapporti di monitoraggio e degli indicatori previsti valutazione periodica P4.3 Attuazione di eventuali interventi correttivi Preparazione e orientamento Nella fase preliminare di orientamento e impostazione del P/P, l autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, provvede a: - effettuare un'analisi preliminare di sostenibilità degli orientamenti del P/P; Il procedimento di VAS, contestuale al processo di formazione del P/P e anteriormente alla sua adozione, è avviato, con atto formale reso pubblico, dall autorità procedente, mediante pubblicazione dell avvio del procedimento, sul sito web sivas

18 ( su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale e sui normali canali di comunicazione con la cittadinanza (queste ultime due modalità possono essere sostituite, per i cosiddetti piccoli comuni con popolazione inferiore o pari a abitanti, con pubblici avvisi e altre forme di comunicazione con la cittadinanza) che, d intesa con l autorità competente per la VAS, provvede a individuare e definire: gli enti territorialmente interessati e i soggetti competenti in materia ambientale, ove necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di valutazione; le modalità di convocazione della conferenza di valutazione, articolata almeno in una seduta introduttiva e in una seduta finale; i singoli settori del pubblico interessati all iter decisionale; le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni, organizzando e coordinando le conseguenti iniziative. L Amministrazione Comunale ha dato formalmente avvio alle attività di preparazione e orientamento del PGT con Deliberazione di giunta n. 23 in data , contestualmente sono stati aperti i periodi per la presentazione di istanze e proposte da parte dei soggetti interessati utili alla predisposizione del piano. Con Deliberazione della Giunta Comunale n. 20 del è stato dato avvio al procedimento di VAS del DdP e sono stati individuati tutti i soggetti coinvolti e da coinvolgere nell iter di valutazione. E stata individuata l AUTORITA PROCEDENTE, nonché figura PROPONENTE, nell Amministrazione Comunale e quindi nella figura del SINDACO pro-tempore sig. Gualeni Mario, quale legale rappresentante, che recepisce il piano, lo adotta e lo approva; è stata individuata l AUTORITA COMPETENTE PER LA VAS, nel responsabile dell Area Tecnica Dott.ssa Fazio Maria Giuseppina. Contemporaneamente è stata attivata la fase di mappatura dei soggetti competenti in materia ambientale, degli enti territorialmente interessati (non transfrontalieri data l irrilevanza dei possibili effetti a tale scala), da consultare nel processo di VAS e del pubblico da coinvolgere nelle attività di partecipazione. A tale proposito sono state definite le modalità di convocazione dei momenti di consultazione, informazione e partecipazione e le modalità di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni.

19 I soggetti competenti in materia ambientale individuati sono: - ARPA Regionale e Provinciale; - ASL; - Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici della Lombardia; - Soprintendenza per i beni archeologici della Lombardia; - Regione Lombardia Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici; - Provincia di Bergamo Settore tutela risorse naturali - Provincia di Bergamo Settore urbanistica ed agricoltura; - Provincia di Bergamo Settore ambiente; Gli Enti territorialmente competenti individuati sono: Regione Lombardia: o Direzione Generale Territorio e Urbanistica; o Sede territoriale di Bergamo (S.T.E.R.); Provincia di Bergamo: o Settore pianificazione territoriale, urbanistica e grandi infrastrutture; o Protezione civile e politiche montane; o Viabilità e trasporto; Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi; Consorzio Gestione Associata laghi d Iseo, Endine e Moro; ANAS Comuni Limitrofi: o Comune di Lovere; o Comune di Pianico; o Comune di Solto Collina; Gli altri enti/autorità/società con specifiche competenze, funzionalmente interessati sono: - Terna; - Enel Sole; - Uniacque; - Consorzio Navigazione Laghi.

20 La conferenza di valutazione deve articolarsi almeno in due sedute, la prima introduttiva e la seconda di valutazione conclusiva. La prima seduta è convocata per effettuare una consultazione riguardo al documento di scoping predisposto al fine di determinare l ambito di influenza del DdP, la portata e il livello di dettaglio delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, nonché le possibili interferenze con i Siti di rete Natura 2000 (SIC e ZPS). Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. Con i provvedimenti citati è istituita la Conferenza di Valutazione, articolata in almeno due sedute, una introduttiva che si terrà il giorno venerdì 16 aprile 2010 alle ore ed una finale, convocate mediante pubblico avviso e invito diretto ai soggetti interessati. Infine è stata formulata una proposta orientativa per il sistema di obiettivi del DdP (vedi elaborato Documento di indirizzo alla pianificazione ) ed è stata avviata la fase di scoping, finalizzata alla definizione dell ambito di influenza del piano e della portata delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale, di cui questo documento rappresenta l esito preliminare. Per entrambi i documenti è prevista la presentazione nell ambito della prima seduta della Conferenza di Valutazione con l apertura della consultazione delle autorità con competenze ambientali sul Documento di scoping preliminare. Elaborazione e redazione del piano Lo scoping e la costruzione dello scenario di riferimento Gli elementi emersi in fase di orientamento e nella prima conferenza di valutazione porteranno alla redazione in forma definitiva del documento di scoping, in cui sarà definito l ambito di influenza del piano e le informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. Gli esiti della fase di scoping supporteranno la definizione dello scenario di riferimento in cui il PGT si collocherà: lo scenario di riferimento rappresenterà la probabile evoluzione del contesto per effetto di fattori di natura esogena, siano essi politiche o interventi di livello sovralocale o extralocale, che il PGT dovrà considerare nel definire le proprie linee d azione.

21 L analisi di coerenza esterna e di sostenibilità degli obiettivi generali del piano Gli obiettivi generali individuati nell ambito del DdP saranno sottoposti a verifica di coerenza rispetto al quadro delle politiche, dei piani e dei programmi di livello sovracomunale e di quelli livello locale riguardanti gli Enti e/o specifici settori. Se vi è una incoerenza di natura tecnica, verranno date indicazioni sulle modifiche da effettuare per rendere compatibili gli obiettivi e le strategie di piano con quelli degli altri strumenti decisionali; nel caso in cui invece sussista una incoerenza di tipo decisionale, verranno date indicazioni sul tipo e l entità del contrasto. Inoltre gli obiettivi generali del piano saranno confrontati con i dieci criteri di sviluppo sostenibile sostenibilità delineati dal Manuale UE 1, al fine di verificare che siano stati adeguatamente considerati nel processo di piano o, in caso contrario, evidenziare le integrazioni da apportare al set di obiettivi di piano (vedi tabella 3). La stima degli impatti generati dalle azioni di piano Gli obiettivi generali saranno successivamente declinati in obiettivi specifici, per ognuno dei quali saranno individuate delle strategie e delle azioni specifiche. Di ogni azione saranno stimati gli effetti ambientali attesi, che saranno valutati sulla base dell entità e dell estensione, della probabilità, della durata e della frequenza di accadimento, della reversibilità, del carattere cumulativo o sinergico, della criticità o rilevanza dell area che vanno ad interessare. Tabella 3 Dieci criteri di sostenibilità del manuale UE 1. Ridurre al minimo l impiego delle risorse energetiche non rinnovabili 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti 4. Conservare e migliorare la stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali 1 Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell Unione Europea (Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, agosto 1998)

22 7. Conservare e migliorare la qualità dell ambiente locale 8. Protezione dell atmosfera 9. Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l istruzione e la formazione in campo ambientale 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile 11. Protezione dell atmosfera La valutazione e il confronto tra alternative Strategie e/o azioni alternative saranno confrontate tra loro al fine di evidenziare quelle, da scartare, i cui effetti ambientali sono inaccettabili o quelle possono essere sottoposte a interventi di mitigazione. In questa fase ci si potrà avvalere di metodi di analisi multicriteria che, attraverso un approccio strutturato, permettono di valutare e comparare gli effetti complessivi di ciascuna alternativa e di far emergere in modo trasparente i valori attribuiti dai soggetti coinvolti nella decisione. La consultazione e la partecipazione potrà evidenziare istanze di carattere locale e contribuire all individuazione di possibili alternative inizialmente non considerate. Occorrerà inoltre verificare se dall insieme delle alternative scelte di volta in volta possano scaturire configurazioni del piano non soddisfacenti nel loro complesso, alla luce della considerazione, a posteriori, degli effetti cumulativi; in tal caso potrà essere necessario rivedere le singole scelte. L analisi di coerenza interna Sarà effettuata un analisi di coerenza interna tra obiettivi generali, obiettivi specifici, strategie e azioni del piano, al fine di individuare eventuali azioni che non corrispondono a obiettivi dichiarati e, viceversa, ad ogni obiettivo corrispondano azioni adeguate per concorrere al suo raggiungimento. La progettazione del sistema di monitoraggio e riorientamento del piano Il sistema di monitoraggio avrà lo scopo di verificare le modalità e il livello di attuazione del piano, di valutare gli effetti delle azioni e di fornire indicazioni in termini di riorientamento di piano. Il set di indicatori selezionati dovranno essere misurati periodicamente in modo da poter

23 ricostruire l evoluzione dello stato dell ambiente prima, durante e dopo l attuazione del piano e verificare se gli obiettivi di piano sono raggiunti o, al contrario, comprendere le cause del mancato raggiungimento, quali ad esempio: errori o perdita di validità delle ipotesi effettuate sulle variabili da cui dipende lo scenario di riferimento; conflitti o comportamenti non previsti da parte dei soggetti coinvolti nel processo; politiche di attuazione e gestione del piano differenti rispetto a quelle preventivate; effetti imprevisti derivanti dall attuazione del piano; effetti previsti ma con andamento diverso da quello effettivamente verificatosi. Nel caso in cui il monitoraggio evidenzi scostamenti significativi tra realtà e previsioni di piano, inefficacia della pianificazione nel perseguire gli obiettivi o non sostenibilità dei suoi effetti, saranno individuate azioni correttive o varianti che consentano il riorientamento delle decisioni e dei contenuti del piano. Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000 Sarà effettuata, qualora necessaria, una verifica d incidenza degli effetti che la realizzazione delle azioni di piano, sia collocate all interno o all esterno dell area di interesse comunitario, può determinare sul Sito Natura 2000 eventualmente presente nel territorio di Castro. Proposta di Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica In vista della seconda Conferenza di valutazione sarà predisposta e inviata ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati una proposta di Rapporto Ambientale, che costituirà parte integrante del DdP. Qualora si rendesse necessaria l elaborazione di uno Studio di Incidenza delle scelte del piano sui siti di Rete Natura 2000, esso costituirà parte integrante del Rapporto Ambientale. Il rapporto ambientale, elaborato a cura dell autorità procedente o del proponente, d intesa con l autorità competente per la VAS: - dimostra che i fattori ambientali sono stati integrati nel processo di piano con riferimento ai vigenti programmi per lo sviluppo sostenibile stabiliti dall ONU e dalla Unione Europea, dai trattati e protocolli internazionali, nonché da disposizioni normative e programmatiche nazionali e/o regionali;

24 - individua, descrive e valuta gli obiettivi, le azioni e gli effetti significativi che l attuazione del P/P potrebbe avere sull ambiente nonché le ragionevoli alternative in funzione degli obiettivi e dell ambito territoriale del P/P; - esso, inoltre, assolve una funzione propositiva nella definizione degli obiettivi e delle strategie da perseguire ed indica i criteri ambientali da utilizzare nelle diverse fasi, nonché gli indicatori ambientali di riferimento e le modalità per il monitoraggio; - contiene le informazioni di cui all allegato I, meglio specificate in sede di conferenza di valutazione, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione disponibili, dei contenuti e del livello di dettaglio del P/P, della misura in cui taluni aspetti sono più adeguatamente valutati in altre fasi dell iter decisionale. I contenuti da riportare nel Rapporto Ambientale sono elencati nell Allegato 1 della Direttiva 2001/42/CE (vedi tabella 4). Tabella 4 - Contenuti del Rapporto Ambientale ai sensi dell Allegato 1 della Direttiva

25 2001/42/CE a) illustrazione dei contenuti, degli obiettivi principali del DdP e del rapporto con altri piani b) aspetti pertinenti dello stato attuale dell ambiente e della sua evoluzione probabile senza l attuazione del DdP c) caratteristiche ambientali delle aree che potrebbero essere significativamente interessate d) qualsiasi problema ambientale esistente, pertinente al DdP e) obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al DdP, e il modo in cui, durante la sua preparazione, si è tenuto conto di detti obiettivi e di ogni considerazione ambientale f) possibili effetti significativi sull ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l acqua, l aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l interrelazione tra i suddetti fattori g) misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali effetti negativi significativi sull ambiente dell attuazione del DdP h) sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate nella raccolta delle informazioni richieste i) descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio j) sintesi non tecnica delle informazioni di cui alle lettere precedenti Per il reperimento delle informazioni necessarie il Documento di Piano ed il Rapporto Ambientale ci si avvale in via prioritaria di dati ed elaborazioni reperibili nei sistemi informativi di livello sovracomunale, finalizzando il quadro delle conoscenze alla determinazione delle dinamiche in atto, delle maggiori criticità del territorio e delle sue potenzialità. Facendo riferimento agli obiettivi di rilevanza ambientale dei piani territoriali sovraordinati (PTR e PTCP), il Rapporto Ambientale del PGT deve in particolare evidenziare: a) le modalità di recepimento e di adeguamento alle peculiarità del territorio comunale b) l integrazione con gli obiettivi specifici di interesse locale c) la coerenza delle azioni e degli interventi di piano.

26 Deve inoltre dimostrare come nella definizione degli obiettivi quantitativi di sviluppo, di cui al comma 2b dell art. 8 della L.R. 12/05, il Piano fornisca concrete risposte agli obiettivi prioritari di: riqualificazione del territorio minimizzazione del consumo di suolo utilizzazione ottimale delle risorse territoriali ed energetiche ottimizzazione della mobilità e dei servizi La Sintesi non tecnica costituisce il principale strumento di informazione e comunicazione con il pubblico. In tale documento dovranno essere sintetizzate, in linguaggio il più possibile non tecnico e divulgativo, descrizioni, questioni, valutazioni e conclusioni esposte nel Rapporto Ambientale. L autorità procedente e l autorità competente mettono a disposizione per sessanta giorni presso i propri uffici e pubblicano sul proprio sito web nonché sul sito web sivas la proposta di DdP, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non tecnica. La pubblicazione sul sito web sivas sostituisce: il deposito presso gli uffici delle regioni e delle province il cui territorio risulti anche solo parzialmente interessato dal piano e dagli impatti della sua attuazione; la pubblicazione di avviso nel BURL contenente: il titolo della proposta di piano o di programma, il proponente, l autorità procedente, l indicazione delle sedi ove può essere presa visione del piano o programma e del rapporto ambientale e delle sedi dove si può consultare la sintesi non tecnica. L autorità competente in collaborazione con l autorità procedente, comunica ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati la messa a disposizione e pubblicazione sul web del DdP ed del Rapporto Ambientale, al fine dell espressione del parere, che deve essere inviato, entro sessanta giorni dall avviso, all autorità competente per la VAS e all autorità procedente. Entro il termine di sessanta giorni dalla pubblicazione dell avviso, chiunque può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo rapporto ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi (cfr. punto 6.5 dell Allegato 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre facsimile F).

27 La conferenza di valutazione, è convocata dall autorità procedente, d intesa con l autorità competente per la VAS. La conferenza di valutazione deve articolarsi almeno in due sedute, la prima introduttiva e la seconda di valutazione conclusiva. Le conferenza di valutazione finale è convocata una volta definita la proposta di DdP e Rapporto Ambientale. La documentazione viene messa a disposizione ed inviata ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, prima della conferenza. Se necessario alla conferenza di valutazione partecipa l autorità competente in materia di SIC e ZPS. Di ogni seduta della conferenza è predisposto apposito verbale. L autorità competente per la VAS, d intesa con l autorità procedente, alla luce della proposta di DdP e di Rapporto Ambientale, formula il parere motivato (cfr. punto 6.7 dell Allegato 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre fac-simile G), che costituisce presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del DdP. A tale fine, sono acquisiti: il verbale della conferenza di valutazione, comprensivo eventualmente del parere obbligatorio e vincolante dell autorità competente in materia di SIC e ZPS, i contributi delle eventuali consultazioni transfrontaliere, le osservazioni e gli apporti inviati dal pubblico. Il parere motivato può essere condizionato all'adozione di specifiche modifiche ed integrazioni della proposta del DdP valutato. L Autorità procedente, in collaborazione con l Autorità competente per la VAS, provvede, ove necessario, alla revisione del piano alla luce del parere motivato espresso. Adozione e approvazione del piano L autorità procedente adotta il DdP comprensivo della dichiarazione di sintesi (cfr. punto 6.8 dell 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre fac-simile H), volta a: illustrare il processo decisionale seguito (schema metodologico procedurale); esplicitare il modo in cui le considerazioni ambientali sono state integrate nel DdP e come si è tenuto conto del Rapporto Ambientale e delle risultanze di tutte le consultazioni; in particolare illustrare quali sono gli obiettivi ambientali, gli effetti attesi, le ragioni della scelta dell alternativa di DdP e il sistema di monitoraggio;

28 descrivere le modalità di integrazione del parere ambientale nel DdP. Il parere motivato e il provvedimento di adozione e la relativa documentazione sono trasmessi in copia integrale ai soggetti interessati che hanno partecipato alle consultazioni. Contestualmente l autorità procedente provvede a dare informazione circa la decisione (cfr. punto 6.8 dell 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre facsimile I). L autorità procedente provvede a : a) depositare nella segreteria comunale e su WEB, per un periodo continuativo di trenta giorni, gli atti di PGT con particolare riferimento a: il DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica; il parere motivato; la dichiarazione di sintesi; il sistema di monitoraggio; b) dare comunicazione del deposito degli atti di cui alla lettera a), sul Bollettino Ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale (cfr. punto 6.9 dell Allegato 1a alla DGR n. 8/6420 del 27 dicembre fac-simile I). c) comunicare l avvenuto deposito ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, con l indicazione dell indirizzo WEB e delle sedi dove può essere presa visione della documentazione integrale; d) depositare la sintesi non tecnica, in congruo numero di copie, presso gli uffici della Provincia e della Regione, con indicazione delle sedi e dell indirizzo WEB ove può essere presa visione della documentazione integrale. Entro i termini previsti dalle specifiche norme di PGT, di cui all art. 13, l.r. 12/2005, e comunque non inferiori a quarantacinque giorni dalla pubblicazione della notizia di avvenuto deposito, chiunque ne abbia interesse può prendere visione della proposta di piano o programma e del relativo Rapporto Ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Conclusa la fase di deposito e raccolta delle osservazioni, l autorità procedente e l autorità competente per la VAS esaminano e controdeducono le eventuali osservazioni pervenute e formulano il parere motivato e la dichiarazione di sintesi finale.

29 In presenza di nuovi elementi conoscitivi e valutativi evidenziati dalle osservazioni pervenute, l autorità procedente provvede all aggiornamento del DdP e del Rapporto Ambientale e dispone, d intesa con l autorità competente per la VAS, la convocazione di un ulteriore conferenza di valutazione, volta alla formulazione del parere motivato finale (cfr. punto 6.10 dell 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre fac-simile L). In assenza di osservazioni presentate l autorità procedente, d intesa con l autorità competente per la VAS, nella dichiarazione di sintesi finale attesta l assenza di osservazioni e conferma le determinazioni assunte. Il provvedimento di approvazione definitiva del DdP motiva puntualmente le scelte effettuate in relazione agli esiti del procedimento di VAS e contiene la dichiarazione di sintesi finale (cfr. punto 6.10 dell 1b alla DGR n. 8/10971 del 30 dicembre fac-simile M). Gli atti del DdP: sono depositati presso gli uffici dell autorità procedente; sono pubblicati per estratto sul WEB; acquistano efficacia con la pubblicazione dell avviso della loro approvazione definitiva sul BURL, ai sensi del comma 11 dell art. 13, l.r. 12/2005. Gli atti del DdP approvati (DdP, Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica), la Dichiarazione di sintesi finale e il provvedimento di approvazione definitiva devono essere inviati, in formato digitale, alla Regione Lombardia 2. Attuazione, gestione e monitoraggio del piano Durante la fase di attuazione si svolgerà l attività di monitoraggio. Essa prevede la redazione di relazioni periodiche di monitoraggio, l attivazione di eventuali Conferenze e attività di consultazione, al fine di individuare le eventuali azioni correttive necessarie al piano e, in caso di varianti, valutare se accompagnare l elaborazione delle varianti con il procedimento di VAS o con la verifica di esclusione. 2 Direzione Generale Territorio e Urbanistica - Struttura Valutazione Ambientale Strategica, via Sassetti, 32/ Milano

30 0.4. Percorso di partecipazione La direttive europee e la legislazione nazionale e regionale in materia prevedono che al pubblico siano offerte tempestive ed effettive opportunità di partecipazione alla preparazione e alla modifica o al riesame dei piani. Le attività che conducono alla formazione degli strumenti di governo del territorio devono essere caratterizzate dalla pubblicità e trasparenza, dalla partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni e dalla possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. In particolare, devono essere individuate le modalità idonee alla consultazione di tutti i soggetti interessati al piano in quanto portatori di interessi diffusi, nonché le altre forme di partecipazione di soggetti pubblici e privati. La VAS del DdP prevederà quindi un processo partecipativo che coinvolga non solo il sistema degli Enti locali, ma anche altri soggetti istituzionali e non, in grado di rappresentare efficacemente tutti i soggetti interessati. A tal scopo, accanto ai cittadini e alle Amministrazioni dei comuni limitrofi, saranno coinvolti: Associazioni di categoria (degli industriali, degli agricoltori; dei commercianti, degli esercenti, dei costruttori edili, ); Associazioni varie di cittadini ed altre autorità che possano avere interesse ai sensi dell art. 9, comma 5, del D.Lgs. n.152/2006. Il coinvolgimento del pubblico potrà avvenire attraverso pubblici avvisi, effettuati anche con mezzi di comunicazione elettronici e web, e rendendo accessibili le informazioni ambientali e quelle relative alle proposte di piano, nonché quelle sul diritto di partecipare al processo decisionale e sull autorità competente cui sottoporre eventuali osservazioni o quesiti. Il pubblico potrà esprimere osservazioni e pareri prima che vengano adottate decisioni sul piano. Si terrà conto delle risultanze della partecipazione del pubblico, in seguito alle quali l autorità competente dovrà informare in merito alle decisioni adottate e ai motivi e alle considerazioni su cui queste sono basate. Sarà costituita una Conferenza di valutazione articolata in due sedute, rivolta in particolare, in ottemperanza alla direttiva sulla VAS, alle autorità con specifiche competenze ambientali, alle quali è specificatamente destinato il presente Documento di scoping.

31 LA DEFINIZIONE DELL AMBITO DI INFLUENZA DEL PIANO Il termine definizione dell'ambito di influenza del P/P traduce il termine inglese scoping. La definizione dell'ambito di influenza del P/P ha l'obiettivo di porre in evidenza il contesto del Piano, gli ambiti di analisi, le interrelazioni, gli attori, le sensibilità, gli elementi critici, i rischi e le opportunità: in una parola tutti gli elementi fondamentali della base di conoscenza necessari per conseguire gli obiettivi generali del Piano. La corretta definizione dell'ambito di influenza del P/P costituisce un elemento essenziale per la completezza e la coerenza dell'intero processo di piano Il quadro pianificatorio e programmatico L'insieme dei piani e programmi che governano il settore e/o il territorio oggetto del P/P costituiscono il quadro pianificatorio e programmatico del P/P considerato. L'esame della natura del P/P e della sua collocazione in tale quadro è finalizzata a stabilire la rilevanza del P/P stesso e la sua relazione con gli altri P/P. Dal punto di vista delle tematiche ambientali, al fine di costruire in maniera completa ed efficace tale quadro occorrerà, per esempio, considerare: - la pianificazione ambientale di settore esistente (per es. acqua, aria, sviluppo sostenibile, ecc.); - la pianificazione/programmazione di altri enti con competenze sul medesimo territorio (Province, Comunità Montane, Autorità di Bacino, Parchi, ecc.);

32 La collocazione del P/P nel contesto pianificatorio e programmatico vigente deve consentire, in particolare, il raggiungimento di due importanti risultati: - la costruzione di un quadro d'insieme strutturato contenente gli obiettivi ambientali fissati dalle politiche e dagli altri P/P territoriali o settoriali, le decisioni già assunte e gli effetti ambientali attesi; - il riconoscimento delle questioni già valutate in P/P di diverso ordine, che nella Valutazione Ambientale del P/P considerato dovrebbero essere assunte come risultato al fine di evitare duplicazioni. Trattandosi della Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune di Castro si ritiene opportuno e adeguato prendere in considerazione, quali riferimenti per la pianificazione territoriale sovracomunale, i seguenti: - il Piano Territoriale Regionale della Lombardia; - il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bergamo; - il Piano Naturalistico del Parco Regionale delle Orobie Bergamasche. Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) Il Piano Territoriale Regionale (P.T.R.) della Lombardia costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della programmazione di settore della Regione, nonché di orientamento della programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province. La Regione con il PTR, sulla base dei contenuti del programma regionale di sviluppo e della propria programmazione generale e di settore, indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce altresì, in coerenza con quest ultimo, i criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di province e comuni. Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico ai sensi della vigente legislazione e a tal fine individua gli obiettivi e le misure generali di tutela paesaggistica da perseguire nelle diverse parti del territorio regionale, attivando la collaborazione pianificatoria degli enti locali. Le prescrizioni attinenti alla tutela del paesaggio contenute nel PTR sono cogenti per gli strumenti di pianificazione dei comuni, delle città metropolitane, delle province e delle aree protette e sono immediatamente prevalenti sulle disposizioni difformi eventualmente contenute negli strumenti di pianificazione. Il PTR può, altresì, stabilire norme di salvaguardia, finalizzate all attuazione degli indirizzi e al raggiungimento degli obiettivi di qualità paesaggistica, applicabili sino all adeguamento degli strumenti di pianificazione.

33 Il PTR costituisce quadro di riferimento per la valutazione di compatibilità degli atti di governo del territorio di comuni, province, comunità montane, enti gestori di parchi regionali, nonché di ogni altro ente dotato di competenze in materia. Le previsioni del PTR concernenti la realizzazione di prioritarie infrastrutture e di interventi di potenziamento ed adeguamento delle linee di comunicazione e del sistema della mobilità, nonché inerenti all individuazione dei principali poli di sviluppo regionale e delle zone di preservazione e salvaguardia ambientale, espressamente qualificate quali obiettivi prioritari di interesse regionale o sovraregionale hanno, qualora ciò sia previsto dal piano, immediata prevalenza su ogni altra difforme previsione contenuta nel PTCP ovvero nel PGT. In tal caso la previsione del piano costituisce disciplina del territorio immediatamente vigente, ad ogni conseguente effetto, quale vincolo conformativo della proprietà. Detta efficacia, e il connesso vincolo, decade qualora, entro cinque anni dalla definitiva approvazione del piano, non sia approvato il progetto preliminare dell opera o della struttura di cui trattasi, conservando la previsione efficacia di orientamento e di indirizzo fino al successivo aggiornamento del piano. Con DGR n in data 16 gennaio 2008, la Giunta Regionale ha approvato la proposta di Piano Territoriale Regionale. Il Consiglio Regionale ha approvato con deliberazione del 19 gennaio 2010, n. 951 (pubblicata sul 3 S.S. al BURL n. 6, del ) il Piano Territoriale Regionale. Il Piano acquista efficacia, ai termini del comma 6 dell art. 21 della l.r.12/2005 Legge per il governo del territorio a seguito della pubblicazione dell avviso di approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, avvenuta sul BURL n.7, Serie Inserzioni e Concorsi del Dal 17 febbraio 2010 il PTR esercita gli effetti indicati all art.20 della l.r.12/2005 Effetti del PTR. I Comuni sono pertanto tenuti a trasmettere in Regione, ai termini dell art. 13 comma 8 della l.r.12/2005, il PGT adottato (o sua variante) qualora interessati da obiettivi prioritari di interesse regionale e sovraregionale.

34 Si precisa che sono tenuti alla trasmissione del PGT i Comuni che adottano il PGT successivamente al 17 febbraio 2010, nonché i Comuni che alla stessa data, avendo già adottato il PGT, non abbiano ancora dato inizio al relativo deposito. Il Comune di Castro è uno dei Comuni della Lombardia che, essendo interessato da obiettivi prioritari di interesse regionale e sovra regionale, è obbligato a trasmettere in Regione il PGT adottato, andando in adozione sicuramente dopo il 17 di febbraio Inoltre, con l entrata in vigore del Piano, per l effetto di Piano Paesaggistico del PTR, ai termini del D.Lgs. 42/2004 e s.m.i., tutti i Comuni sono comunque tenuti ad adeguare il proprio PGT alla disciplina paesaggistica entro due anni dall entrata in vigore del PTR. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) della Lombardia approvato dalla Giunta Regionale è lo strumento di supporto all'attività di governance territoriale della Regione. Si propone di rendere coerente la "visione strategica" della programmazione generale e di settore con il contesto fisico, ambientale, economico e sociale, di cui analizza i punti di forza e di debolezza, evidenzia potenzialità e opportunità per le realtà locali e per i sistemi territoriali e, quindi, per l'intera regione. Gli obiettivi proposti dal Piano derivano dalla sintesi dei principali orientamenti della programmazione nazionale e comunitaria, dalle previsioni del Programma Regionale di Sviluppo e dal dialogo con le pianificazioni di settore, attraverso un percorso di partecipazione e confronto con il territorio. Il territorio sempre più è punto di convergenza di temi cruciali per il futuro della regione, che corrispondono alle questioni di compatibilità tra crescita economica e qualità della vita nel suo complesso, in termini di ambiente, accessibilità, sicurezza, bellezza e paesaggio. Il PTR si configura come un "patto" condiviso tra Regione ed Enti territoriali per contemperare le diverse esigenze locali e verificare la compatibilità con gli obiettivi di sviluppo territoriale più generale. In questo senso esso costituisce il punto di riferimento rispetto al quale le azioni sul territorio, da chiunque promosse, possano trovare un efficacie coordinamento.

35 L'efficacia del Piano sarà tanto più evidente quanto più sarà sostenuto, con azioni dirette e concrete, dalle istituzioni e dalle varie componenti della società (operatori economici e portatori di interesse). Con tali presupposti, è evidente come la proposta di progetto territoriale definita dal PTR non possa essere semplicemente di tipo ordinatorio, cioè finalizzata a regolare le funzioni del "contenitore" spaziale delle attività umane, ma piuttosto di strumento che consenta di incidere su una nuova qualità complessiva del territorio, orientando e indirizzando le condizioni di trasformazione in termini di compatibilità e di migliore valorizzazione delle risorse, riconoscendo nel territorio stesso la risorsa primaria da salvaguardare. Così inteso il Piano assume la duplice valenza di strumento di conoscenza strutturata delle caratteristiche, potenzialità e dinamiche della Lombardia, e di mezzo di orientamento e cooperazione finalizzato a dare corpo alle proposte maturate ai diversi livelli territoriali e a realizzare la coesione tra i molteplici interessi in gioco. Il PTR propone un "progetto" da condividere per il territorio e restituisce l'immagine della regione che si vuole costruire, la Lombardia del futuro. L efficacia del PTR nel perseguire gli obiettivi si appoggia soprattutto sul concorso delle azioni e delle politiche che vengono messe in campo settorialmente e dai vari livelli del governo del territorio. L idea di un piano che costantemente si aggiorna quanto a misure e strumenti operativi, fondati però su un sistema di obiettivi precisi, condivisi e di ampio respiro (i tre macroobiettivi e i 24 obiettivi del PTR), presenta notevoli vantaggi nel garantire la flessibilità dell azione e la possibilità di cogliere via via le migliori opportunità che il complesso delle politiche pubbliche o degli interventi privati innescano sul territorio. E in quest ottica incrementale che vengono individuate le linee d azione del PTR. I 24 obiettivi del PTR vengono declinati secondo due punti di vista, tematico e territoriale. I temi individuati, anche in coerenza con i fattori ambientali e i fattori di interrelazione individuati parallelamente nella procedura di Valutazione Ambientale, sono: Ambiente (Aria, cambiamenti climatici, acqua, suolo, flora, fauna e biodiversità, rumore e radiazioni, )

36 Assetto Territoriale (mobilità e infrastrutture, equilibrio territoriale, modalità di utilizzo del suolo, rifiuti,.) Assetto economico/produttivo (industria, agricoltura, commercio, turismo, innovazione, energia, rischio industriale, ) Paesaggio e Patrimonio Culturale (paesaggio, patrimonio culturale e architettonico, ) Assetto sociale (popolazione e salute, qualità dell abitare, patrimonio ERP, ) I Sistemi Territoriali sono: Sistema metropolitano Montagna Sistema Pedemontano Laghi Pianura Irrigua Fiume Po e grandi fiumi di pianura. I Sistemi Territoriali che il PTR individua non sono ambiti e ancor meno porzioni di Lombardia perimetrate rigidamente, bensì costituiscono sistemi di relazioni che si riconoscono e si attivano sul territorio regionale, all interno delle sue parti e con l intorno. Essi sono la chiave territoriale di lettura comune quando si discute delle potenzialità e debolezze del territorio, quando si propongono misure per cogliere le opportunità o allontanare le minacce che emergono per il suo sviluppo. Per ciascun Sistema vengono evidenziati i tratti e gli elementi caratterizzanti che lo contraddistinguono rispetto agli altri. Ciascun comune, provincia, ente con competenze per il governo del territorio, ma anche ogni altro soggetto pubblico o privato, fino al singolo cittadino, devono identificare nei sei sistemi proposti il proprio ambito di azione o di vita e confrontare il proprio progetto o capacità d azione con gli obiettivi che per ciascun Sistema del PTR vengono proposti. Gli obiettivi territoriali del PTR, proposti per i sei Sistemi Territoriali, non si sovrappongono agli obiettivi tematici, ma sono ad essi complementari, rappresentando le priorità specifiche dei vari territori. Così come avviene per gli obiettivi tematici, anche quelli territoriali si declinano in linee d azione (o misure).

37 Il territorio del Comune di Castro è localizzabile evidentemente nel Sistema dei Laghi, per questo di seguito elenchiamo gli obiettivi generali e specifici che la regione persegue e indica per questi ambiti.

38

39 OBIETTIVI TERRITORIALI: LAGHI OBIETTIVI GENERALI PTR_Lg_01 Integrare il paesaggio nelle politiche di pianificazione del territorio PTR_Lg_02 Promuovere la qualità architettonica dei manufatti come parte integrante dell ambiente e del paesaggio PTR_Lg_03 Tutelare e valorizzare le risorse naturali che costituiscono una ricchezza del sistema, incentivandone un utilizzo sostenibile anche in chiave turistica OBIETTIVI SPECIFICI PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ Creare strumenti per una sistematica salvaguardia della complessa articolazione del paesaggio dei laghi lombardi, secondo un sistema economico-produttivo che mette in relazione lo specchio d acqua, i centri storici rivieraschi, i nuclei e i percorsi di mezza costa, i pascoli e i boschi dei monti Mantenere la riconoscibilità dei centri storici di lungolago e dei nuclei di antica formazione di mezza costa, evitando saldature Promuovere iniziative presso gli operatori pubblici e privati per migliorare la qualità della progettazione architettonica, attenta al corretto inserimento degli interventi edilizi e infrastrutturali nel contesto (incluse le attrezzature turistiche) Promuovere una progettazione e un inserimento dei progetti infrastrutturali in relazione alla rilevante percepibilità delle trasformazioni nel quadro panoramico dei versanti verso il lago Favorire interventi per conservare e valorizzare gli elementi caratterizzanti il sistema, quali: le ville storiche con relativi giardini e darsene, le coltivazioni tipiche (oliveti, limonaie, vigneti a terrazzo ) e i segni caratteristici emergenti del territorio Favorire, anche mediante specifiche forme di incentivazione, la diffusione di buone pratiche progettuali attente alla conservazione dei caratteri identitari dei centri storici e dei nuclei di antica formazione Costituire corridoi ecologici in considerazione della forte valenza naturalistica e della presenza di biodiversità fra cui i SIC (Siti di Interesse Comunitario) esistenti Incentivare i sistemi di certificazione di processo (EMAS) e di prodotti/servizi (Ecolabel) al fine di ridurre le pressioni ambientali e di incentivare l uso razionale delle risorse, con particolare riferimento al settore turistico PTR_Lg_04 PTR_Lg_04. Promuovere anche presso i residenti il servizio di navigazione pubblica di linea

40 Ridurre i fenomeni di congestione da trasporto negli ambiti lacuali, migliorando la qualità dell aria PTR_Lg_05 Tutelare la qualità delle acque e garantire un utilizzo razionale delle risorse idriche PTR_Lg_06 Perseguire la difesa del suolo e la gestione integrata dei rischi legati alla presenza dei bacini lacuali 01 attualmente utilizzato prevalentemente a fini turistici, incentivando il passaggio dal mezzo privato a quello pubblico PTR_Lg_04. Prevenire l intensificazione dei dei flussi di traffico su strada, anche valutando 02 attentamente la pianificazione di nuovi insediamenti o la progettazione di eventi fortemente attrattivi, anche considerando la disponibilità di trasporto alternativo al mezzo privato PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ Perseguire gli obiettivi di qualità ambientale e di specifica destinazione (balneabilità, idoneità alla vita dei pesci e potabilità) del Piano Regionale di Tutela e Uso delle Acque, mantenendo anche la funzione di invaso strategico che i laghi lombardi hanno ormai storicamente acquisito Prevedere infrastrutture di collettamento e depurazione compatibili con gli obiettivi di qualità dei corpi idrici, che tengano adeguatamente conto delle fluttuazioni di popolazione connesse con la stagionalità del turismo Garantire gli usi prioritari potabile ed irriguo e salvaguardare la produzione idroelettrica, le esigenze turistiche, di navigazione, di adeguatezza alla vita dei pesci e alla balneazione, sciogliendo i contrasti esistenti tra usi conflittuali delle risorse idriche e delle sponde lacuali attraverso la partecipazione e condivisione fra tutti i soggetti coinvolti, utilizzatori e comunità rivierasche, in merito alle scelte Pianificare la gestione integrata dei rischi legati all esondazione dei laghi e ai dissesti lungo le incisioni vallive diffuse in tutte le aree lacuali; prestando attenzione anche all eventuale rischio sismico Promuovere interventi per limitare il più possibile l interessamento dei centri storici nel caso di fenomeni di esondazione da lago o di cedimento delle sponde PTR_Lg_07 Incentivare la creazione di una rete di centri che rafforzi la connotazione del sistema per la PTR_Lg_ PTR_Lg_ Promuovere l insediamento di centri di studio e di ricerca in settori innovativi, sviluppando servizi di rango elevato nei principali centri collocati nelle aree perilacuali, valorizzando le sedi universitarie presenti Sviluppare strumenti ed azioni di sistema per l integrazione culturale e turistica dei laghi per favorire il radicamento della popolazione e diversificare l offerta turistica, destagionalizzando i flussi, valorizzando il patrimonio naturale e culturale

41 vivibilità e qualità ambientale per residenti e turisti, anche in una prospettiva nazionale e internazionale PTR_Lg_08 Uso del suolo PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ PTR_Lg_ dell entroterra e sostenendo forme di turismo e di fruizione a basso impatto Proporre un sistema integrato competitivo grazie a progetti che associno la valorizzazione dei fattori paesistico/ambientali con il potenziamento dei servizi e la promozione dell imprenditorialità locale Valorizzare il commercio di vicinato nelle strutture insediative di antica formazione integrandolo con i sistemi turistici, produttivi e artigianali locali Progettare servizi ambientali (rifiuti, rete fognaria, rete idrica, ecc.) che tengano conto delle significative fluttuazioni della popolazione legate al turismo Sostenere le attività industriali presenti incentivando anche la modificazione dei processi di produzione verso forme ambientalmente compatibili Promuovere nelle aree meno dotate e in zone idonee l insediamento di attività industriali leggere compatibili con l alta qualità dei siti, allo scopo di evitare monocolture produttive turistiche Rafforzare il ruolo dei capoluoghi e dei principali centri situati nelle zone lacuali in ambito regionale con lo sviluppo di servizi di rango adeguato al fine di creare una rete dei territori lacuali in relazione al sistema delle polarità regionali Rafforzare il ruolo delle sedi universitarie come elementi del sistema universitario regionale, sviluppando in particolare le specificità proprie del territorio Sviluppare strumenti di coordinamento e governance degli attori pubblici che hanno competenze sulle aree lacuali e promuovere visioni condivise anche presso gli attori locali Evitare la saldatura dell edificato lungo le sponde lacuali, conservando i varchi liberi Mantenere la riconoscibilità dei centri urbani perilacuali e lungo i versanti Evitare la dispersione urbana, mantenendo forme urbane compatte Attenzione alla qualità edilizia e all inserimento nel contesto paesisitco Coordinamento sovracomunale nella progettazione e realizzazione di pontili, attracchi e approdi

42

43 Dal punto di vista delle tematiche ambientali, si ritiene opportuno e adeguato prendere in considerazione, quali riferimenti per perseguire la sostenibilità ambientale degli obiettivi di Piano, le indicazioni della Regione Lombardia in tema di ambiente, sinteticamente riportate nella tabella di seguito riportata. Il Piano Territoriale Regionale della Lombardia indica come obiettivi generali e specifici, relativamente alla tematica ambientale, i seguenti.

44

45 OBIETTIVI TEMATICI: AMBIENTE Fattori ambientali aria e fattori climatici acqua PTR_Amb_ 01 PTR_Amb_ 02 PTR_Amb_ 03 Obiettivi generali Obiettivi specifici raggiungere livelli di qualità dell aria che non comportino rischi o impatti negativi per la salute umana e l ambiente stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra ad un livello tale da escludere pericolose interferenze delle attività antropiche sul sistema climatico garantire un livello elevato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, prevenendo l inquinamento e promuovendo l uso sostenibile delle risorse idriche PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ ridurre le emissioni inquinanti in atmosfera, in particolare SO2, NOx, COVNM, NH3, CO2, benzene, PM10 e mantenere le concentrazioni di inquinanti al di sotto di limiti che escludano danni alla salute umana, agli ecosistemi e al patrimonio monumentale limitare i rischi derivanti dall esposizione ai PM2,5 e ridurre l esposizione dei cittadini alle polveri sottili, in particolare nelle aree urbane ridurre le concentrazioni di ozono troposferico ridurre le emissioni dei gas ad effetto serra nei settori energetico e dei trasporti, nella produzione industriale e in altri settori, quali edilizia e agricoltura proteggere ed estendere le foreste per l assorbimento delle emissioni di CO2 ridurre il carico BOD recapitato ai corpi idrici nel settore civile e nell industria ridurre il carico di fertilizzanti e antiparassitari nell agricoltura migliorare la gestione delle reti fognarie e dei depuratori PTR_Amb_03. ridurre i consumi idrici e promuovere il

46 suolo PTR_Amb_ 04 promuovere un uso sostenibile del suolo, con particolare attenzione alla prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione 04 riciclo/riuso delle acque PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ ridurre le perdite idriche nel settore civile e agricolo garantire un livello elevato di protezione delle acque di balneazione ridurre il consumo di suolo da parte di attività produttive, infrastrutture e attività edilizie recuperare l edificato residenziale e urbano rinaturalizzare gli spazi urbani non edificati PTR_Amb_ PTR_Amb_04. bonificare e ripristinare dal punto di vista 03 ambientale i siti inquinati PTR_Amb_ proteggere il territorio dai rischi PTR_Amb_05. mettere in sicurezza le aree a maggior rischio 05 idrogeologici e sismici 01 idrogeologico e sismico flora, fauna PTR_Amb_ tutelare, conservare, ripristinare e PTR_Amb_06. conservare, ripristinare in maniera appropriata e 06 sviluppare il funzionamento dei sistemi 01 ed utilizzare in modo sostenibile le zone umide biodiversità naturali, degli habitat naturali e della PTR_Amb_06. conservare le specie e gli habitat, flora e fauna selvatiche allo scopo di 02 prevenendone in particolare la arrestare la perdita di biodiversità frammentazione PTR_Amb_06. promuovere l ampliamento della Rete 03 Ecologica Natura 2000 PTR_Amb_06. gestire il sistema di aree naturali protette, al 04 fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, l conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale PTR_Amb_06. sostenere e potenziare la gestione sostenibile e 05 la multifunzionalità delle foreste PTR_Amb_06. conservare e difendere dagli incendi il 06 patrimonio boschivo paesaggio, PTR_Amb_ promuovere la salvaguardia, la PTR_Amb_07. conservare e ripristinare in maniera

47 beni culturali beni materiali e popolazion e e salute umana 07 gestione e la pianificazione dei paesaggi, al fine di conservarne o migliorarne la qualità PTR_Amb_ 08 PTR_Amb_ 08 gestire in modo prudente il patrimonio naturalistico e culturale contribuire ad un elevato livello di qualità della vita e di benessere sociale per i cittadini attraverso un ambiente in cui il livello dell inquinamento non provochi effetti nocivi per la salute umana e l ambiente e attraverso uno sviluppo urbano sostenibile 01 appropriata le zone con significativi valori legati al paesaggio, comprese le zone coltivate e sensibili PTR_Amb_07. recuperare i paesaggi degradati a causa di 02 interventi antropici PTR_Amb_08. riqualificare e garantire l accessibilità al 01 patrimonio ambientale e storico-culturale PTR_Amb_08. promuovere la qualità architettonica degli 02 edifici PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ migliorare la catena dell informazione per comprendere i collegamenti tra le fonti di inquinamento e gli effetti sulla salute, sviluppando un informazione ambientale e sanitaria integrata ridurre l incidenza del carico di malattia, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili della popolazione, dovuto ai fattori ambientali, quali metalli pesanti, diossine e PCB, pesticidi, sostanze che alterano il sistema endocrino, e ad inquinamento atmosferico, idrico, del suolo, acustico, radiazioni ionizzanti e non ionizzanti produrre ed utilizzare le sostanze chimiche in modo da non comportare un significativo impatto negativo sulla salute e l ambiente e sostituire le sostanze chimiche pericolose con altre più sicure o con tecnologie alternative organizzare la sicurezza alimentare in modo più coordinato e integrato al fine di assicurare un elevato livello di salute umana e di tutela dei consumatori prevenire gli incendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e limitare le

48 loro conseguenze per l uomo e per l ambiente rumore vibrazioni rifiuti e radiazioni ionizzanti e non ionizzanti PTR_Amb_ 09 PTR_Amb_ 10 PTR_Amb_ 11 PTR_Amb_ 12 ridurre sensibilmente il n di persone costantemente soggette a livelli medi di inquinamento acustico di lunga durata, con particolare riferimento al rumore da traffico terrestre garantire una migliore efficienza delle risorse e una migliore gestione dei rifiuti ai fini del passaggio a modelli di produzione e consumo più sostenibili, dissociando l impiego delle risorse e la produzione dei rifiuti dal tasso di crescita economica promuovere un utilizzo razionale dell energia al fine di contenere i consumi energetici sviluppare fonti rinnovabili di energia competitive ed altre fonti energetiche e vettori a basse emissioni di carbonio, in particolare combustibili alternativi per il trasporto PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro prevenire e contenere l inquinamento da rumore avente origine dall esercizio delle infrastrutture stradali prevenire e contenere l inquinamento da rumore avente origine dall esercizio delle infrastrutture delle ferrovie e delle linee metropolitane di superficie ridurre l inquinamento acustico a livello del singolo aeroporto promuovere la prevenzione o la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti promuovere il recupero dei rifiuti mediante riciclo, reimpiego, riutilizzo od ogni altra azione intesa ad ottenere materie prime secondarie, o come fonte di energia assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all ambiente garantire l efficienza energetica di infrastrutture, edifici, strumenti, processi, mezzi di trasporto e sistemi di energia ridurre i consumi energetici nel settore trasporti e nei settori industriale, abitativo e terziario incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili (biomassa, eolico, fotovoltaico, geotermia, idroelettrico, rifiuti, biogas)

49 mobilità trasporti e PTR_Amb_ 13 garantire una mobilità competitiva, sicura, protetta e rispettosa dell ambiente PTR_Amb_ PTR_Amb_ PTR_Amb_ favorire il trasferimento del traffico (persone e merci) verso modi di trasporto meno inquinanti, soprattutto sulle lunghe distanze, nelle aree urbane e lungo i corridoi congestionati coordinare le politiche di gestione del territorio con le politiche dei trasporti garantire la sicurezza stradale e ferroviaria

50

51 Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) di Bergamo Con il piano territoriale di coordinamento provinciale la provincia definisce gli obiettivi generali relativi all assetto e alla tutela del proprio territorio connessi ad interessi di rango provinciale o sovracomunale o costituenti attuazione della pianificazione regionale; sono interessi di rango provinciale e sovracomunale quelli riguardanti l intero territorio provinciale o comunque quello di più comuni. Il PTCP è atto di indirizzo della programmazione socio-economica della provincia ed ha efficacia paesaggistico ambientale. Hanno efficacia prescrittiva e prevalente sugli atti del PGT le seguenti previsioni del PTCP: le previsioni in materia di tutela dei beni ambientali e paesaggistici; l indicazione della localizzazione delle infrastrutture riguardanti il sistema della mobilità, qualora detta localizzazione sia sufficientemente puntuale, alla scala della pianificazione provinciale, in rapporto a previsioni della pianificazione o programmazione regionale, programmazioni di altri enti competenti, stato d avanzamento delle relative procedure di approvazione, previa definizione di atti d intesa, conferenze di servizi, programmazioni negoziate. Il piano individua espressamente le previsioni localizzative aventi tale efficacia. In caso di attribuzione di efficacia localizzativa, la previsione del piano, oltre che prescrittiva nei confronti della pianificazione comunale, costituisce disciplina del territorio immediatamente vigente, ad ogni conseguente effetto quale vincolo conformativo della proprietà. Detta efficacia, e il connesso vincolo, decade qualora, entro cinque anni dalla definitiva approvazione del piano, non sia approvato il progetto preliminare dell opera o della struttura di cui trattasi. In tal caso, la previsione localizzativa conserva efficacia di orientamento e di indirizzo fino al successivo aggiornamento del piano; la individuazione degli ambiti destinati all attività agricola di interesse strategico, di cui all articolo 15, comma 4 della l.r. 12/05, fino alla approvazione del PGT. Tale individuazione ha efficacia prevalente, nei limiti della facoltà dei comuni di apportarvi, in sede di redazione del piano delle regole, rettifiche, precisazioni e miglioramenti derivanti da oggettive risultanze riferite alla scala comunale; l indicazione, per le aree soggette a tutela o classificate a rischio idrogeologico e sismico, delle opere prioritarie di sistemazione e consolidamento, nei soli casi in cui la normativa e la programmazione di settore attribuiscano alla provincia la competenza in materia con efficacia prevalente. La Provincia di Bergamo ha approvato il proprio strumento di pianificazione territoriale il 22 aprile 2004 con delibera del Consiglio Provinciale n. 40. Gli obiettivi principali che persegue e indica per il proprio territorio sono: 1. la salvaguardia della risorsa suolo agricolo ;

52 2. il contenimento delle trasformazioni e del consumo di suolo; 3. la difesa dal rischio idrogeologico e idraulico; 4. il miglioramento della qualità dell aria; 5. la tutela della qualità delle acque superficiali e sotterranee; 6. la tutela della rete con valenza ambientale-paesistica e sistema di contiguità del verde; 7. la tutela della varietà e diversità biologica delle aree; 8. la tutela e riqualificazione del paesaggio esistente; 9. la riqualificazione di ambiti degradati e di frangia; 10. la qualificazione di nuovi interventi; 11. la tutela del patrimonio architettonico di interesse storico, artistico, culturale ed ambientale; 12. il grado di cooperazione intercomunale e integrazione servizi; 13. il contenimento spostamenti e uso del trasporto pubblico; 14. l incentivazione dei percorsi ciclo-pedonali casa-lavoro-servizi, 15. l accessibilità alle aree di interscambio modale; 16. la compattazione del tessuto insediativo, la ricostituzione della forma urbana, l isolamento di aree/complessi produttivi; 17. uno sviluppi insediativo rapportato agli effettivi fabbisogni, con priorità al recupero dell esistente, dei centri storici e alla riqualificazione delle aree degradate; 18. un adeguato mix funzionale residenza, commercio e servizi; 19. il recupero del patrimonio dismesso, il riutilizzo di complessi e aree produttive esistenti, la compatibilità con altre funzioni; 20. la promozione e l incentivazione a processi di Agenda 21 locali; 21. la promozione e l incentivazione alle Certificazioni comunali ISO14001/EMAS. Gli obiettivi suddetti vengono perseguiti attraverso gli indirizzi, le raccomandazioni e le prescrizioni contenute nella Normativa Tecnica e nelle relative Cartografie Tematiche di piano, di seguito elencate. E1 SUOLO E ACQUE TAV.1 Elementi di pericolosità e criticità: compatibilità degli interventi di trasformazione del territorio E2 PAESAGGIO E AMBIENTE TAV.2.1 Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio

53 TAV.2.2 Tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio E3 INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA TAV.3 Quadro integrato delle reti e dei sistemi E4 ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E SISTEMI INSEDIATIVI TAV.4 Quadro strutturale E5 ALLEGATI TAV.5.1 Perimetrazione degli ambiti territoriali TAV.5.2 Vincolo idrogeologico (R.D.3267/23) - Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) TAV.5.3 Elementi ed ambiti oggetto di tutela ai sensi del D.Lgs. 490/99 TAV.5.4 Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica TAV.5.5 Rete ecologica provinciale a valenza paesistico-ambientale TAV.5.6 Centri e nuclei storici - Elementi storico architettonici

54 Tav. E1 SUOLO E ACQUE: Elementi di pericolosità e criticità: compatibilità degli interventi di trasformazione del territorio Legenda Perimetrazioni individuate nell'allegato 4.1 dell' "Atlante dei rischi idraulici ed idrologici" - Modifiche e integrazioni al P.A.I., approvate con deliberazione del Comitato Istituzionale n.18 del 26 aprile 2001 (aree verdi) Perimetrazioni individuate nell'allegato 4.2 dell' "Atlante dei rischi idraulici e idrologici" - Modifiche e integrazioni al P.A.I., approvate con deliberazione del Comitato Istituzionale n.18 del 26 aprile 2001 (aree rosse) Delimitazione delle fasce fluviali individuate nelle Tavole del P.A.I. (ex P.S.F.F.) e nelle successive modifiche e integrazioni. Il perimetro comprende le fasce A e B Aree valanghive che gravano su strutture/infrastrutture (centri abitati, strade,beni s.l.). Per i restanti ambiti montani si rimanda alla carta di localizzazione probabile delle valanghe pubblicata dalla Regione Lombardia Aree che non consentono trasformazioni territoriali a causa di gravi situazioni dovute alla presenza di ambiti a forte rischio idrogeologico (frane/esondazioni) (art. 43) Aree prevalentemente inedificate nelle quali la compatibilita' degli interventi di trasformazione territoriale e' condizionata ad approfondimenti e studi di dettaglio di carattere idrogeologico ed idraulico che accertino la propensione dell'area all'intervento proposto. Ambiti urbani che per particolari condizioni geomorfologiche

55 o idrogeologiche richiedono verifica delle condizioni al contorno e specifica attenzione negli interventi di modificazione edilizia e di nuova costruzione (art. 43) Aree nelle quali gli interventi di trasformazione territoriale sono ammissibili previ approfondimenti finalizzati alla miglior definizione delle condizioni al contorno e delle caratteristiche geotecniche dei terreni (art. 43) Aree di possibile fragilita' nelle quali gli interventi sono ammessi solo previe verifiche di tipo geotecnico (art. 43) Ambiti di pianura nei quali gli interventi di trasformazione territoriale devono essere assoggettati a puntuale verifica di compatibilita' geologica ed idraulica (art. 44) Ambiti di pianura nei quali gli interventi di trasformazione territoriale devono mantenere come soglia minimale le condizioni geologiche ed idrauliche esistenti (art. 44) Ambiti di pianura nei quali gli interventi di trasformazione territoriale devono garantire il mantenimento delle condizioni geologiche ed idrauliche esistenti (art. 44) Limite superiore delle aree interessate da fontanili per i quali si dovra' verificare e garantire l'equilibrio idraulico e naturalistico (art. 44) Aree ad elevata vulnerabilita' per le risorse idriche sotterranee (art. 37) Per tutte le aree montane non interessate da perimetrazioni, all'interno di questa carta, occorre comunque fare riferimento agli art. 41 e 42 delle N.d.A. del Piano Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio di Castro è interessato dai seguenti areali di criticità e pericolosità, per i quali si rimanda ad un attenta lettura degli artt. 37 e 43 delle NTA del PTCP di Bregamo: - Aree che non consentono trasformazioni territoriali a causa di gravi situazioni dovute alla presenza di ambiti a forte rischio idrogeologico (frane/esondazioni) (art. 43) - Aree prevalentemente inedificate nelle quali la compatibilita' degli interventi di trasformazione territoriale e' condizionata ad approfondimenti e studi di dettaglio di carattere idrogeologico ed idraulico che accertino la propensione dell'area all'intervento proposto. Ambiti urbani che per particolari condizioni geomorfologiche o idrogeologiche richiedono verifica delle condizioni al contorno e specifica attenzione negli interventi di modificazione edilizia e di nuova costruzione (art. 43) - Aree nelle quali gli interventi di trasformazione territoriale sono ammissibili previ approfondimenti finalizzati alla miglior definizione delle condizioni al contorno e delle caratteristiche geotecniche dei terreni (art. 43) - Aree ad elevata vulnerabilita' per le risorse idriche sotterranee (art. 37)

56 E2.1 PAESAGGIO E AMBIENTE: Ambiti geografici e unità tipologiche di paesaggio Legenda Ambiti geografici V - Valli bergamasche S - Sebino bergamasco P - Pianura bergamasca Unita' tipologiche di paesaggio (art. 49) 1 - Fascia alpina 2 - Fascia prealpina 3 - Fascia collinare 4 - Fascia dell'alta pianura 5 - Fascia della bassa pianura

57 Paesaggi delle energie di rilievo e delle testate vallive Paesaggi della montagna e delle dorsali prealpine Paesaggi delle valli prealpine (sezioni interne) Paesaggi delle valli prealpine (sezioni intermedie) Paesaggi dei laghi insubrici Paesaggi delle colline pedemontane e degli sbocchi vallivi Paesaggi degli anfiteatri e delle colline moreniche Paesaggi delle valli fluviali escavate Paesaggi delle fasce fluviali Paesaggi dei ripiani diluviali e dell'alta pianura asciutta Paesaggi della pianura cerealicola e delle aree dei fontanili Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio del Comune di Castro fa parte dell ambito geografico del Sebino bergamasco e vi si ritrovano le unità di paesaggio tipiche della fascia lacuale: - Paesaggi dei laghi insubrici Per la trattazione di dettaglio delle suddette componenti si rimanda a recepimento delle indicazioni contenute nell art. 49 delle NTA del PTCP di Bergamo.

58 E2.2 PAESAGGIO E AMBIENTE: Tutela, riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesistica del territorio Legenda AREE URBANIZZATE PAESAGGIO DELLA NATURALITA' Contesti di elevato valore naturalistico e paesistico (art. 54) Sistema delle aree culminali (art. 55) Zone umide e laghi d'alta quota (art. 55) Pascoli d'alta quota (art. 56) Versanti boscati (art. 57) Laghi e corsi d'acqua

59 PAESAGGIO AGRARIO E DELLE AREE COLTIVATE Paesaggio montano debolmente antropizzato (art. 58) Paesaggio montano antropizzato con insediamenti sparsi (art. 58) Versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59) Contesti a vocazione agricola caratterizzati dalla presenza del reticolo irriguo, dalla frequenza di presenze arboree e dalla presenza di elementi e strutture edilizie di preminente valore storico culturale (art. 60) Aree di colture agrarie con modeste connotazioni (art. 61) AREE AGRICOLE INTERESSATE DA POTENZIALI PRESSIONI URBANIZZATIVE E/O INFRASTRUTTURALI Aree con fenomeni urbanizzativi in atto o previste o prevalentemente inedificate, di immediato rapporto con i contesti urbani (art. 62) Aree agricole con finalita' di protezione e conservazione (art. 65) Aree verdi previste dalla pianificazione locale e confermate come elementi di rilevanza paesistica (art. 67) AMBITI DI ORGANIZZAZIONE DI SISTEMI PAESISTICO/AMBIENTALI Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e/o progettazione paesistica (art. 66) Ambiti di opportuna istituzione di P.L.I.S. (art. 71) Percorsi di fruizione paesistica (art. 70) AREE PROTETTE DA SPECIFICHE TUTELE Parco dei Colli di Bergamo Aree dei Parchi fluviali Perimetro del Parco delle Orobie Bergamasche Perimetro delle riserve naturali Perimetro dei monumenti naturali Perimetro delle aree di rilevanza ambientale

60 Perimetro dei P.L.I.S. esistenti Perimetro proposte S.I.C. (art. 52) Aree di elevata naturalita' di cui all'art. 17 del P.T.P.R. (art. 53) Perimetro ambiti soggetti dal Piano Cave vigente (art. 76) Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio di Castro è interessato dai seguenti areali. - AREE URBANIZZATE - PAESAGGIO DELLA NATURALITA' o Laghi e corsi d'acqua - PAESAGGIO AGRARIO E DELLE AREE COLTIVATE o Versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59) - AMBITI DI ORGANIZZAZIONE DI SISTEMI PAESISTICO/AMBIENTALI o Ambiti di opportuna istituzione di P.L.I.S. (art. 71) - AREE PROTETTE DA SPECIFICHE TUTELE o Perimetro delle aree di rilevanza ambientale Per la trattazione di dettaglio delle suddette componenti si rimanda a recepimento delle indicazioni contenute negli articoli delle NTA del PTCP di Bergamo sopra richiamati.

61 E3 INFRASTRUTTURE PER LA MOBILITA': Quadro integrato delle reti e dei sistemi Legenda (La Normativa di Attuazione di riferimento e' costituita dagli articoli del Titolo III della parte seconda) RETE VIARIA (Classificazione della rete stradale ai sensi del D.M. 30/04/92 n. 285) RETE AUTOSTRADALE (Categoria A) Autostrade esistenti Autostrade di previsione Connessioni autostradali Svincoli RETE PRINCIPALE (Categorie B, C)

62 Categoria B esistente Categoria B di previsione Categoria C esistente Categoria C di previsione RETE SECONDARIA (Categoria C) esistente di previsione RETE LOCALE (Categoria F) esistente di previsione Tratti in galleria (esistenti o di previsione) Rete delle ciclovie (principali e secondarie) RETE FERROVIARIA E TRAMVIARIA Linee ferroviarie esistenti Linee ferroviarie esistenti da adeguare e/o potenziare Linee ferroviarie di previsione Linea ferroviaria ad Alta Capacità Fermate ferroviarie esistenti e di previsione Linee tramviarie di previsione Fermate tramviarie di previsione Funivie esistenti Funivie di previsione RETI DI NAVIGAZIONE LACUALE Linee del servizio esistenti INFRASTRUTTURE AEROPORTUALI

63 Aeroporto CENTRI DI SCAMBIO INTERMODALE PER IL TRASPORTO MERCI Poli logistici di previsione identificati Poli logistici di previsione localizzati PER IL TRASPORTO PASSEGGERI Nodi di I livello Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio del Comune di Castro è interessato dall attraversamento della rete viaria esistente principale, di cui un tratto in galleria, e locale; inoltre lo strumento di pianificazione sovracomunale in oggetto prevede la realizzazione di alcune infrastrutture di categoria C rete principale. Il territorio comunale risulta attraversato da un tratto della rete delle ciclovie che corre per lo più parallela alla viabilità locale; è inoltre toccato dalla rete di servizio di navigazione lacuale.

64 E4 ORGANIZZAZIONE DEL TERRITORIO E SISTEMI INSEDIATIVI: Quadro strutturale Legenda SISTEMI INSEDIATIVI Ambiti definiti dalla pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per urbanizzazioni primarie e secondarie) Aree di primo riferimento per la pianificazione locale (art. 93) Centri storici (art. 91) Insediamenti produttivi di interesse provinciale di completamento e/o nuovo impianto (art. 95) Insediamenti produttivi di interesse provinciale di completamento e/o riqualificazione (art. 95) Aree per attrezzature e servizi di interesse provinciale (escluse le localizzazioni da individuarsi nel Piano di Settore) (art. 101) Aree finalizzate precipuamente all'attivita' agricola (art. 92)

65 Centri intermodali primari (art.88) SISTEMA DELLA MOBILITA' Autostrade esistenti Autostrade di previsione Connessioni autostradali aperte al traffico locale di previsione Strade primarie esistenti Strade primarie di previsione Viabilita' intercentro esistente Viabilita' intercentro di previsione Viabilita' intervalliva esistente Viabilita' intervalliva di previsione Tratti viari in galleria esistenti Tratti viari in galleria di previsione Svincoli autostradali Linee ferroviarie esistenti Linee ferroviarie di previsione Linea ferroviaria ad Alta Capacita' Linee tramviarie di previsione Funivie esistenti Funivie di previsione Rete delle ciclovie Aeroporti e eliporti SISTEMA DEL VERDE Contesti di elevato valore naturalistico e paesistico (art. 54) Versanti boscati (art. 57)

66 Aree montane di alta quota (art. 55, 56) Ambiti di valorizzazione, riqualificazione e/o progettazione paesistica (art. 66) Aree agricole con finalita' di protezione e conservazione (art. 65) Paesaggio montano debolmente antropizzato (art. 58) Paesaggio montano antropizzato con insediamenti sparsi (art. 58) Versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59) Ambiti di opportuna istituzione di P.L.I.S. (art. 71) Aree verdi previste dalla pianificazione locale e confermate come elementi di rilevanza paesistica (art. 67) Laghi e corsi d'acqua AREE DEI PARCHI REGIONALI Parco dei Colli di Bergamo individuato dagli atti di approvazione di P.T.C. Aree dei Parchi fluviali individuati dalle leggi istitutive e atti di approvazione di P.T.C. Perimetro del Parco delle Orobie Bergamasche individuato dalle leggi istitutive Perimetro ambiti soggetti dal Piano Cave vigente (art. 76) Perimetro della zona critica di Bergamo per la qualita' dell'aria (art. 99) Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio di Castro è interessato dai seguenti areali. - SISTEMI INSEDIATIVI o Ambiti definiti dalla pianificazione locale vigente (sono comprese anche le aree per urbanizzazioni primarie e secondarie) o Centri storici (art. 91) - SISTEMA DELLA MOBILITA' o o Strade primarie esistenti Strade primarie di previsione

67 o Rete delle ciclovie - SISTEMA DEL VERDE o Versanti delle zone collinari e pedemontane (art. 59) o Ambiti di opportuna istituzione di P.L.I.S. (art. 71) o Laghi e corsi d'acqua Per la trattazione di dettaglio delle suddette componenti si rimanda a recepimento delle indicazioni contenute negli articoli delle NTA del PTCP di Bergamo sopra richiamati. E5.2 - Vincolo idrogeologico (R.D. 3267/23) - Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico (PAI) Legenda VINCOLO IDROGEOLOGICO (R.D.3267/23) Territorio sottoposto al vincolo ai sensi dell'art.1 R.D.3267 del 30/12/1923 PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) NOTA: Per la lettura di maggior dettaglio si rinvia alle tavole originali del P.A.I.

68 DELIMITAZIONE DELLE AREE IN DISSESTO - FRANE Area di frana attiva (Fa) - Delimitazioni PAI Area di frana attiva (Fa) - Modifiche e integrazioni Area di frana attiva (Fa) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato Area di frana quiescente (Fq) - Delimitazioni PAI Area di frana quiescente (Fq) - Modifiche e integrazioni Area di frana stabilizzata (Fs) - Delimitazioni PAI Area di frana stabilizzata (Fs) - Modifiche e integrazioni Area di frana attiva non perimetrata (Fa) - Delimitazioni PAI Area di frana attiva non perimetrata (Fa) - Modifiche e integrazioni Area di frana attiva non perimetrata (Fa) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato Area di frana quiescente non perimetrata (Fq) - Delimitazioni PAI Area di frana quiescente non perimetrata (Fq) - Modifiche e integrazioni Area di frana stabilizzata non perimetrata (Fs) - Delimitazioni PAI Area di frana stabilizzata non perimetrata (Fs) - Modifiche e integrazioni - ESONDAZIONI E DISSESTI MORFOLOGICI DI CARATTERE TORRENTIZIO Area a pericolosita' molto elevata (Ee) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' molto elevata (Ee) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' molto elevata (Ee) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato Area a pericolosita' elevata (Eb) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' media o moderata (Em) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' media o moderata (Em) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' molto elevata non perimetrata (Ee) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' molto elevata non perimetrata (Ee) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' molto elevata non perimetrata (Ee) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato

69 Area a pericolosita' elevata non perimetrata (Eb) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' media o moderata non perimetrata (Em) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' media o moderata non perimetrata (Em) - Modifiche e integrazioni - TRASPORTO DI MASSA SUI CONOIDI Area di conoide attivo non protetta (Ca) - Delimitazioni PAI Area di conoide attivo non protetta (Ca) - Modifiche e integrazioni Area di conoide attivo non protetta (Ca) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato Area di conoide attivo parzialmente protetta (Cp) - Delimitazioni PAI Area di conoide attivo parzialmente protetta (Cp) - Modifiche e integrazioni Area di conoide non recentemente attivatosi o completamente protetta (Cn) - Delimitazioni PAI Area di conoide non recentemente attivatosi o completamente protetta (Cn) - Modifiche e integrazioni - VALANGHE Area a pericolosita' molto elevata o elevata (Va) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' molto elevata o elevata (Va) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' molto elevata o elevata (Va) - Aree a rischio idrogeologico molto elevato Area a pericolosita' media o moderata (Vm) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' media o moderata (Vm) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' molto elevata o elevata non perimetrata (Va) - Delimitazioni PAI Area a pericolosita' molto elevata o elevata non perimetrata (Va) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' media o moderata non perimetrata (Vm) - Delimitazioni PAI

70 Area a pericolosita' media o moderata non perimetrata (Vm) - Modifiche e integrazioni Aree perimetrate per applicazione salvaguardia (Art.9 Norme PAI) DELIMITAZIONE DELLE FASCE FLUVIALI RELATIVE AL "PROGETTO DI PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO" Limite tra la Fascia A e la Fascia B - Delimitazione del Progetto PAI Limite tra la Fascia A e la Fascia B - Modifiche e integrazioni Limite tra la Fascia B e la Fascia C - Delimitazione del Progetto PAI Limite tra la Fascia B e la Fascia C - Modifiche e integrazioni Limite esterno della Fascia C - Delimitazione del Progetto PAI Limite esterno della Fascia C - Modifiche e integrazioni Limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C - Delimitazione del Progetto PAI Limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C - Modifiche e integrazioni Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio di Castro è interessato dai seguenti elementi areali, lineari e puntuali individuati nel Piano di Assetto Idrogeologico a cui si rimanda, insieme allo Studio della componente geologica, idrogeologica e sismica e alla relativa normativa tecnica, per una più dettagliata trattazione delle componenti evidenziate. - VINCOLO IDROGEOLOGICO (R.D.3267/23): Territorio sottoposto al vincolo ai sensi dell'art.1 R.D.3267 del 30/12/ PIANO STRALCIO PER L'ASSETTO IDROGEOLOGICO (P.A.I.) (NOTA: Per la lettura di maggior dettaglio si rinvia alle tavole originali del P.A.I.) o DELIMITAZIONE DELLE AREE IN DISSESTO ESONDAZIONI E DISSESTI MORFOLOGICI DI CARATTERE TORRENTIZIO Area a pericolosita' molto elevata non perimetrata (Ee) - Modifiche e integrazioni Area a pericolosita' elevata non perimetrata (Eb) - Modifiche e integrazioni TRASPORTO DI MASSA SUI CONOIDI

71 Area di conoide attivo non protetta (Ca) - Delimitazioni PAI Area di conoide non recentemente attivatosi o completamente protetta (Cn) - Modifiche e integrazioni Aree perimetrate per applicazione salvaguardia (Art.9 Norme PAI) E5.3 - Elementi ed ambiti oggetto di tutela ai sensi del D. Lgs. 490/99 Legenda D.Lgs.490/99 - art.2 Beni immobili d'interesse artistico e storico Fonte dei dati: elenco immobili sottoposti a tutela fornito dalla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Milano. - Aggiornamento: Non sono individuati gli immobili di cui all'art.5 del D.Lgs.490/99 e successivo D.P.R. n. 283/2000. La localizzazione ha mero valore di riferimento: per l'esatta individuazione si rimanda ai relativi decreti.

72 D.Lgs.490/99 - art.139 Bellezze individue e d'insieme (lett. a, b, c) Coni panoramici (lett. d) Fonte dei dati: Atti amministrativi di apposizione dei singoli vincoli e Progetto regionale S.I.B.A. (Sistema Informativo Beni Ambientali) - Aggiornamento: 2001 La localizzazione ha mero valore di riferimento: per l'esatta individuazione si rimanda ai relativi decreti D.Lgs.490/99 - art.146 Laghi, fiumi, torrenti e corsi d'acqua (lett. b, c) Aree superiori a 1600 m (lett. d) Ghiacciai e circhi glaciali (lett. e) Parchi e riserve nazionali e/o regionali (lett. f) Boschi e foreste (lett. g) Zone di interesse archeologico (lett. m) Fonte dei dati: Progetto regionale S.I.B.A. (Sistema Informativo Beni Ambientali) ed elaborazioni della Provincia di Bergamo per le lettere f, g, m. - Aggiornamento: 2001 (lettera f, 2003) I vincoli non si applicano alle aree indicate dall'art. 146 comma 2, 3, 4. Non sono cartografati i circhi glaciali (di cui alla lettera e) e gli usi civici (di cui alla lettera h). I perimetri sono indicativi e finalizzati esclusivamente all'individuazione delle aree soggette a tutela: l'esatta perimetrazione sara' individuata negli elaborati della componente paesistica dei P.R.G. dei Comuni. Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio di Castro è interessato dai seguenti elementi ed ambiti soggeti a tutela. D.Lgs.490/99 - art.2 o Beni immobili d'interesse artistico e storico

73 D.Lgs.490/99 - art.139 o Bellezze individue e d'insieme (lett. a, b, c) D.Lgs.490/99 - art.146 o Laghi, fiumi, torrenti e corsi d'acqua (lett. b, c) o Boschi e foreste (lett. g) I perimetri indicati dal PTCP di Bergamo sono indicativi e finalizzati esclusivamente all'individuazione delle aree soggette a tutela: l'esatta perimetrazione sara' individuata negli elaborati della componente paesistica del P.G.T. del Comune. Per la trattazione di dettaglio delle suddette componenti si rimanda a recepimento delle indicazioni contenute negli articoli della normativa sopra richiamati. E5.4 - Ambiti ed elementi di rilevanza paesistica Legenda PAESAGGIO DELLA NATURALITA' (art. 71, 54) Aree di alta quota rupestri e piani vegetati culminali Vedrette e nevai permanenti, ambiti a morfologia glaciale

74 Pascoli di alta quota posti sopra i limiti della vegetazione arborea e pascoli montani Zone umide, aree di alto valore vegetazionale, biotopi e geotopi Versanti boscati del piano montano con praterie e cespuglieti, anche con forti affiornamenti litoidi PAESAGGIO AGRARIO E DELLE AREE COLTIVATE Paesaggio montano e collinare, debolmente antropizzato, di relazione con gli insediamenti di versante e fondovalle: pascoli montani e versanti boscati con interposte aree prative, edificazione scarsa, sentieri e strade ("FASCIA PREALPINA" art. 58; "FASCIA COLLINARE" art. 59) Paesaggio montano, collinare e pedecollinare antropizzato di relazione con gli insediamenti di versante e fondovalle: ambiti terrazzati a seminativo, vigneti, prati e pratipascoli ("FASCIA PREALPINA" art. 58; "FASCIA COLLINARE" art. 59) Paesaggio antropizzato di relazione con gli insediamenti di versante e fondovalle: ambiti con presenza diffusa di elementi e strutture edilizie di preminente valore storico culturale (art. 59) Paesaggio delle colture agrarie intensive caratterizzate dalla presenza del reticolo irriguo, dalla frequenza di presenze arboree e dalla presenza di elementi e strutture edilizie di preminente valore storico culturale (art. 60) Paesaggio delle colture agrario intensive con modeste connotazioni arboree, irrigue e fondiarie con presenza di edilizia sparsa (art. 61) Paesaggio agrario di particolare valore naturalistico e paesaggistico di relazione con i corsi d'acqua principali (art. 63) Paesaggio agrario in stretta connessione con la presenza di corsi d'acqua minori e/o con elementi di natura storico culturale (art. 64) Ambiti boscati della pianura (art. 57) SISTEMI ED ELEMENTI DI RILEVANZA PAESISTICA Emergenze di natura geomorfologica:

75 Principali cime e vette Scarpate e terrazze fluviali Orridi Emergenze complesse di particolare significato paesistico Principali punti panoramici, emergenze percettive di particolare significato paesistico Fiumi e corsi d'acqua principali Altri corsi d'acqua secondari, canali artificiali Fontanili Perimetro dell'ambito caratterizzato da presenze significative di fontanili Principali prospettive visuali di interesse paesistico dalle infrastrutture della mobilita' Altri percorsi panoramici Principali percorsi della tradizione locale in ambito montano: mulattiere, vie di transito, i percorsi della fede, percorsi militari Filari arborei continui che determinano caratterizzazione del paesaggio agrario Filari arborei discontinui che determinano caratterizzazione del paesaggio agrario Tracciati storici del "Fosso Bergamasco" e della strada Francesca CONTESTI URBANIZZATI Aree interessate da fenomeni urbanizzativi in atto o previste dagli strumenti urbanistici locali fino alla data dell'anno 2000 Centri e nuclei storici (riferimento perimetri: IGM 1931) Cave e/o discariche Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio del Comune di Castro è interessato dai seguenti paesaggi e componenti paesistiche, di cui si dovrà considerare la rilevanza locale nella Carta del Paesaggio comunale al fine della loro tutela e valorizzazione. - PAESAGGIO DELLA NATURALITA' (art. 71, 54)

76 o Versanti boscati del piano montano con praterie e cespuglieti, anche con forti affiornamenti litoidi - PAESAGGIO AGRARIO E DELLE AREE COLTIVATE o o Paesaggio montano e collinare, debolmente antropizzato, di relazione con gli insediamenti di versante e fondovalle: pascoli montani e versanti boscati con interposte aree prative, edificazione scarsa, sentieri e strade ("FASCIA PREALPINA" art. 58; "FASCIA COLLINARE" art. 59) Paesaggio montano, collinare e pedecollinare antropizzato di relazione con gli insediamenti di versante e fondovalle: ambiti terrazzati a seminativo, vigneti, prati e prati-pascoli ("FASCIA PREALPINA" art. 58; "FASCIA COLLINARE" art. 59) - SISTEMI ED ELEMENTI DI RILEVANZA PAESISTICA o Emergenze di natura geomorfologica: Altri corsi d'acqua secondari, canali artificiali Principali prospettive visuali di interesse paesistico dalle infrastrutture della mobilita' Principali percorsi della tradizione locale in ambito montano: mulattiere, vie di transito, i percorsi della fede, percorsi militari - CONTESTI URBANIZZATI o Aree interessate da fenomeni urbanizzativi in atto o previste dagli strumenti urbanistici locali fino alla data dell'anno 2000 o Centri e nuclei storici (riferimento perimetri: IGM 1931) o Cave e/o discariche Per la trattazione di dettaglio delle suddette componenti si rimanda a recepimento delle indicazioni contenute negli articoli delle NTA del PTCP di Bergamo sopra richiamati.

77 E5.5 - Rete ecologica provinciale a valenza paesistico-ambientale Legenda AREE URBANIZZATE STRUTTURA NATURALISTICA PRIMARIA Aree di elevato valore naturalistico in zona montana e pedemontana Ambiti naturali laghi e dei fiumi NODI DI LIVELLO REGIONALE Parchi Regionali Perimetro del Parco delle Orobie Bergamasche Zone di riserva naturale e psic NODI DI I LIVELLO PROVINCIALE

78 Parchi locali di interesse sovracomunale (ambiti di opportuna istituzione) Parchi locali di interesse sovracomunale esistenti (P.L.I.S.) Ambiti a maggior valenza naturalistica e paesistica NODI DI II LIVELLO PROVINCIALE Aree agricole strategiche di connessione, protezione e conservazione Parchi locali di interesse comunale - Verde urbano significativo CORRIDOI DI I LIVELLO PROVINCIALE Ambiti lineari di connessione con le fasce fluviali Ambiti lineari di inserimento ambientale di infrastrutture della mobilita' con funzione ecologica CORRIDOI DI II LIVELLO PROVINCIALE Ambiti lineari da riqualificare alla funzione ecologica con interventi naturalistici - senza definizione del corridoio - su aree agricole di connessione, protezione e conservazione Ambiti lineari lungo i corsi d'acqua del reticolo idrografico provinciale Varchi (spazi aperti) di connessione tra altre componenti della maglia ecologica Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio del Comune di Castro è interessato dai seguenti elementi della rete ecologica provinciale a valenza paesistico-ambientale, di cui si dovrà considerare la rilevanza locale nella Carta del Paesaggio comunale al fine della loro tutela e valorizzazione. - AREE URBANIZZATE - STRUTTURA NATURALISTICA PRIMARIA o Ambiti naturali laghi e dei fiumi

79 - NODI DI I LIVELLO PROVINCIALE o Parchi locali di interesse sovracomunale (ambiti di opportuna istituzione) Centri e nuclei storici - Elementi storico architettonici Legenda Centro o nucleo storico (riferimento perimetri edificati: I.G.M. 1931) Tracciati viari storici Guadi e traghetti a fune Manufatti connessi alla viabilita' stradale Tracciati ferroviari Sedime delle ex ferrovie di Valle Brembana e Seriana Manufatti connessi alla mobilita' su ferro Corsi d'acqua naturali Sistema irriguo: canali, rogge, navigli

80 Ponti e manufatti connessi alla regimazione delle acque PRESENZE ARCHEOLOGICHE Areali Elementi puntuali ARCHITETTURA RELIGIOSA Chiesa, parrocchiale, pieve, oratorio, ecc. Santuario Monastero, convento Eremo EDIFICI E COMPLESSI ARCHITETTONICI Torre, castello Palazzo, villa, dimora nobiliare Strutture ricettive di interesse collettivo Altri elementi puntuali ARCHITETTURA DEL LAVORO Mulino Complessi industriali Industria estrattiva e di trasformazione Centrale idroelettrica Case e villaggi operai INSEDIAMENTI E STRUTTURE DEL PAESAGGIO RURALE E MONTANO Nuclei rurali a carattere permanente, malghe, cascine Rifugi Roccoli

81 N.B. Gli edifici e le presenze storico culturali interni ai perimetri dei centri storici non sono individuati ma sono specificatamente elencati nel volume "Repertori" Dall esame della tavola del P.T.C.P. si possono evincere le seguenti considerazioni preliminari. Il territorio del Comune di Castro è interessato dai seguenti elementi storico architettonici di valenza paesistica, di cui si dovrà considerare la rilevanza locale nella Carta del Paesaggio comunale al fine della loro tutela e valorizzazione. Centro o nucleo storico (riferimento perimetri edificati: I.G.M. 1931) Tracciati viari storici Manufatti connessi alla viabilita' stradale PRESENZE ARCHEOLOGICHE o Elementi puntuali ARCHITETTURA RELIGIOSA o Chiesa, parrocchiale, pieve, oratorio, ecc. EDIFICI E COMPLESSI ARCHITETTONICI o Torre, castello ARCHITETTURA DEL LAVORO o Case e villaggi operai La provincia di Bergamo, attraverso una pianificazione settoriale, persegue gli obiettivi precedentemente dichiarati e ne dettaglia i contenuti. Di seguito si riporta una tabella riassuntiva dei Piani di Settore della Provincia di Bergamo e degli obiettivi che specificatamente vengono perseguiti sul territorio provinciale e di cui il Comune di Castro ha tenuto conto nella definizione preliminare degli obiettivi generali e che dovrà considerare nel dettagliare le strategie locali in azioni della pianificazione locale. Settore Piano Obiettivi Agricoltura Caccia Pesca e Polizia provinciale Piano Agricolo Piano Indirizzo Forestale Sviluppo del sistema produttivo agricolo ed agroalimentare Valorizzazione dell agricoltura montana, collinare e delle aree marginali Sviluppo sostenibile del territorio e dell agroambiente Il PIF risponde ad una serie di obiettivi finalizzati alla valorizzazione multifunzionale dei soprassuoli forestali e al miglioramento, al recupero e alla razionale gestione delle

82 aree agro-silvo-pastorali che attengono: all analisi e alla pianificazione del territorio boscato e agropastorale alla definizione delle linee di indirizzo per la gestione dei popolamenti forestali alle ipotesi di intervento, all individuazione delle relative risorse necessarie e delle possibili fonti di finanziamento; al raccordo e al coordinamento tra la pianificazione forestale e quella territoriale alla definizione delle strategie e delle proposte di intervento per lo sviluppo del settore Programma di favorire negli imprenditori agricoli la piena Sviluppo Rurale consapevolezza delle dinamiche di mercato ed una maggiore propensione alla innovazione ed all integrazione di filiera; promuovere uno sviluppo agricolo e forestale sostenibile in armonia con la tutela della biodiversità, la valorizzazione del paesaggio e sviluppo di fonti energetiche rinnovabili; garantire la permanenza delle popolazioni rurali nelle zone svantaggiate attraverso il potenziamento del contributo della agricoltura al miglioramento della qualità della vita e la diversificazione dell economia rurale per creare nuova occupazione; Integrare gli aspetti agricoli nelle attività di sviluppo locale per accrescere l efficacia della governance locale e costruire la capacità locale di occupazione e diversificazione Piano ittico mantenere e incrementare le popolazioni ittiche di pregio soggette a maggior pressione di pesca tutelare le specie ittiche di interesse conservazionistico consentire lo sviluppo dell attività di pesca dilettantistica come attività del tempo libero valorizzare e razionalizzare la pesca professionale pianificare una gestione delle acque correnti e dei bacini idrici che privilegi la tutela della riproduzione naturale e la sopravvivenza della fauna ittica Piano faunistico per quanto attiene le specie carnivore, la conservazione delle effettive capacità riproduttive per le specie presenti in densità sostenibili e il contenimento naturale per le specie presenti in sovrannumero per quanto riguarda le altre specie, il conseguimento della densità ottimale e alla loro conservazione mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio Piano di Miglioramento creare e mantenere paesaggi agrari ad alto valore ambientale Ambientale potenziare la diversificazione agraria ed ambientale potenziare e/o migliorare le risorse forestali e agroforestali costituire o conservare popolazioni stabili

83 Ambiente Piano d Azione Ambientale delle specie di interesse gestionale conservare le specie di interesse naturalistico creare o mantenere aree idonee alla sosta o svernamento delle specie migratrici creare reti ecologiche fra i vari istituti di protezione faunistica fornire indirizzi e implementare progetti sulla gestione faunistica Riduzione del valore della media annua di particolato fine (PM10) Riduzione del valore della media annua di biossido di azoto Riduzione del numero di superamenti delle soglie di breve periodo per PM10 Miglioramento della conoscenza dell inquinamento di punta da O3 Riduzione del numero di superamenti delle soglie di breve periodo per O3 Miglioramento della conoscenza del sistema idrologico della Provincia Razionalizzazione dei consumi agricoli, civili e industriali Garanzia del deflusso minimo vitale dei corsi d'acqua Miglioramento della qualità delle acque superficiali e raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale in tutti i tratti monitorati Miglioramento della qualità dei laghi e raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale Miglioramento della qualità delle acque sotterranee secondo gli obiettivi del D.Lgs. 30 del 16 marzo 2009 Miglioramento della rete fognaria Considerazione delle varie problematiche legate alla presenza di falde superficiali nella progettazione di opere ed edifici Considerazione dell impatto ambientale sul comparto acqua generato dai cantieri edili e dalla realizzazione di grandi opere pubbliche Garanzia dell idoneità qualitativa, della disponibilità quantitativa e della tutela dall inquinamento Riduzione del consumo del suolo Miglioramento dell integrazione fra attività produttive e ambiente Individuazione, bonifica e/o messa in sicurezza dei siti contaminati (terreno ed acque sotterranee), nel rispetto delle procedure di cui al D.Lgs. 152/2006 Riduzione e ottimizzazione dell'uso dei prodotti fitosanitari in agricoltura Miglioramento dell assetto idrogeologico del territorio e sua progressiva messa in sicurezza Miglioramento della qualità del territorio Tutela e valorizzazione delle risorse idriche sotterranee

84 Stabilizzazione e progressiva riduzione della produzione procapite dei rifiuti urbani Corretta individuazione dei trend nella produzione dei rifiuti speciali Stabilizzazione e progressiva riduzione della produzione dei rifiuti speciali Completa attivazione delle raccolte selettive dei rifiuti urbani Riduzione dell'utilizzo della discarica che dovrà essere limitato allo smaltimento dei soli rifiuti non altrimenti recuperabili sia in forma di materia che di energia Perseguimento del soddisfacimento del fabbisogno di energia nel quadro della più generale pianificazione energetica regionale, avendo cura di garantire la sostenibilità ambientale di eventuali nuovi impianti, con una adeguata e razionale ripartizione nel territorio in accordo con le più complesse politiche di programmazione territoriale Riduzione dei consumi energetici delle attività presenti sul territorio Aumento dell efficienza energetica degli edifici, dei veicoli e degli elettrodomestici Riduzione delle emissioni di gas serra Incremento della biodiversità Riduzione dello sfruttamento del territorio Riduzione al minimo dell impatto ambientale lungo il corridoio infrastrutturale Riduzione degli impatti ambientali in agricoltura Incremento della biodiversità nello spazio urbano Rafforzamento e ricostruzione delle relazioni ecologiche e paesistiche tra le aree protette, e tra queste e il contesto circostante Costruzione della rete ecologica come indicato dal PTCP Ricognizione ed integrazione delle conoscenze e degli studi esistenti Incremento della sensibilità ecologica e della visione sistemica dell ambiente, intervenendo a tutti i livelli Rispetto dei valori limite di emissione sonora da strade e controllo emissioni acustiche dei veicoli Rispetto dei valori limite di emissione sonora da aeroporti Limitazione dell'inquinamento acustico nelle aree residenziali Attuazione di interventi locali finalizzati alla conoscenza in merito all esposizione della popolazione al rumore da traffico Creazione di una rete di monitoraggio del rumore ferroviario e delle attività produttive Incremento della conoscenza dell'esposizione della popolazione ai campi ELF nelle situazioni maggiormente

85 Tutela risorse naturali Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti Programma di Tutela e Uso delle Acque Piani/Studi di cui al punto 1) critiche Approfondimento della conoscenza dell'esposizione della popolazione al radon Incremento della consapevolezza della popolazione in merito ai rischi connessi con l'esposizione a radon Attuazione di interventi finalizzati alla promozione di una mobilità urbana sostenibile Promozione dell uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo Promozione dell uso del Trasporto Pubblico Locale Riduzione e prevenzione della domanda di mobilità Riduzione dei fattori di rischio nell uso delle strutture viarie Contenimento della produzione di rifiuti Recupero materia Recupero energetico Contenimento fabbisogno discarica Armonia con politiche ambientali locali e globali Conseguimento di migliori prestazioni energeticoambientali rispetto all attuale sistema Contenimento dei costi del sistema di gestione, anche attraverso azioni della Provincia Rilancio del processo di presa di coscienza da parte dei cittadini della necessità di una gestione sostenibile dei rifiuti Solidità complessiva del sistema inclusa la dotazione delle potenzialità impiantistiche per la sussidiarietà interprovinciale Gestione dei rifiuti speciali Promuovere l uso razionale e sostenibile delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili Assicurare acqua di qualità, in quantità adeguata al fabbisogno e a costi sostenibili per gli utenti Recuperare e salvaguardare le caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale e degli ambienti acquatici Incentivare le iniziative per aumentare la disponibilità nel tempo della risorsa idrica Tutelare i corpi idrici superficiali e sotterranei perseguendo, per gli stessi, gli obiettivi di qualità indicati nella direttiva 2000/60 Ripristinare la qualità delle acque superficiali e sotterranee, per renderle idonee all approvvigionamento potabile, alla vita dei pesci e dei molluschi e alla balneazione Incentivare la riduzione dei consumi idrici e il riutilizzo delle acque reflue depurate Condivisione degli obiettivi regionali contenuti nel PTUA Individuazione di una serie di indirizzi per l oculata gestione della risorsa idrica, sotterranea e superficiale, nell ottica della sostenibilità economica-ambientale

86 Piano cave provinciale Salvaguardia delle aree di ricarica delle falde sotterranee Miglioramento della conoscenza del sistema idrologicoidraulico del territorio di monte e di pianura Razionalizzazione dell utilizzo delle acque superficiali per scopi idroelettrici sulla base di indicatori di criticità qualiquantitativa e in relazione alle direttive regionali e statali in materia di sfruttamento delle fonti rinnovabili per l energia Assicurare acqua di qualità, in quantità adeguata al fabbisogno Incentivare l utilizzo di fonti idriche disponibili (acque reflue, acque meteoriche) con particolare riferimento all utilizzo domestico delle acque, a salvaguardia delle risorse pregiate (falde sotterranee) Miglioramento della conoscenza del bilancio idrologico della pianura in relazione al sistema idraulico superficiale Razionalizzazione dell utilizzo della risorsa idrica in agricoltura localizzazione degli ambiti territoriali estrattivi secondo il criterio di massima compatibilità ambientale, ossia nel massimo rispetto delle valenze ambientali esistenti sul territorio e nell ottica della minimizzazione degli impatti precedenza, per la localizzazione delle estrazioni, all'ampliamento delle aree esistenti; garanzia, per tutte le attività già esistenti, che rispettino i criteri di tipo territoriale/ambientale, di continuare ad operare, anche quantitativamente, a regimi almeno confrontabili con quelli attuali contenimento della frammentazione degli ambiti estrattivi; miglioramento della possibilità di gestione, di verifica e controllo da parte degli Enti competenti aumento dei quantitativi prodotti da ciascun ambito estrattivo a fronte della diminuzione del numero degli ambiti, con possibilità di esigere prestazioni ambientali più rilevanti dagli operatori; previsione di un omogenea distribuzione degli ambiti sul territorio minimizzazione dei trasporti all'interno della provincia e riduzione delle importazioni da fuori provincia limitazione delle estrazioni non pianificate (non soggette ad autorizzazione provinciale) verifica di tutte le osservazioni e di tutte le istanze presentate dagli Enti e dai soggetti interessati

87 Il Piano di Azione Ambientale della Provincia di Bergamo Dal punto di vista delle tematiche ambientali, si ritiene opportuno e adeguato prendere in considerazione, quali riferimenti per perseguire la sostenibilità ambientale degli obiettivi di Piano, le indicazioni contenute nel Piano di Azione Ambientale, quale documento di indirizzo provinciale. Di seguito si riporta un estratto dal Piano d Azione Ambientale della Provincia di Bergamo aggiornamento 2008 dei quadri sinottici suddivisi per tematica ambientale (ARIA, ACQUA, SUOLO E SOTTOSUOLO, RIFIUTI, ENERGIA, NATURA E BIODIVERSITA, RUMORE, CAMPI ELETTROMAGNETICI, MOBILITA SOSTENIBILE), nei quali vengono evidenziati in forma sintetica gli obiettivi da perseguire e le azioni da attivare sulla base delle criticità emerse. Lo stralcio effettuato riguarda quelle azioni in cui la Provincia individua il Comune come attore coinvolto nella programmazione dell intervento, principale e/o corale con altri enti e soggetti. In occasione della redazione dello strumento principe della pianificazione locale, il Piano di Governo del Territorio, il Comune, come proponente e procedente delle azioni, può considerare l opportunità di promuovere o attuare direttamente, alcune delle azioni di seguito elencate facendole proprie, anche in collaborazione con la Provincia o con altri enti localmente interessati.

88

89 1. ARIA Criticità Obiettivi Azioni Inquinamento atmosferico di fondo riferito alla concentrazione di biossido di azoto (NO2) e di particolato fine (PM10) Inquinamento atmosferico di punta riferito al biossido di azoto (NO2), al particolato fine (PM10) e all ozono(o3) Riduzione del valore della media annua di articolato fine (PM10) Riduzione del valore della media annua di biossido di azoto Riduzione del numero di superamenti delle soglie di breve periodo per PM10 Riduzione del numero di superamenti delle soglie di breve periodo per O3 Incremento e razionalizzazione dei controlli sugli impianti termici Definizione di incentivi per il miglioramento tecnologico degli impianti termici e la loro manutenzionepromozione dell utilizzo di veicoli a ridotte emissioni Definizione di incentivi per il rinnovo del parco veicoli circolanti Definizione di incentivi per la manutenzione dei veicoli e dei dispositivi di abbattimento Promozione della riduzione delle emissioni da sorgenti fisse(centrali termiche, centrali termoelettriche, cementerei, inceneritori, ) Valorizzazione del ruolo della Provincia come ente sovracomunale di coordinamento con i Comuni dell are critica, nell ambito di quanto previsto dal PRQA

90 2. ACQUA Criticità Obiettivi Azioni Qualità delle acque sotterranee in relazione alla presenza di fitofarmaci, solventi clorurati, metalli tossici (cromo VI), principi attivi e intermedi farmaceutici (carbamazepina, metronidazolo, dimetridazolo, etc. ) Qualità della rete fognaria ed utilizzo improprio del reticolo idrico minore Miglioramento della qualità delle acque sotterranee e rispetto dei limiti previsti dal D.Lgs 152/2006 e smi Miglioramento della rete fognaria Realizzazione di azioni di monitoraggio delle acque sotterranee Attuazione di interventi di protezione e risanamento delle acque sotterranee Monitoraggio dello stato di attuazione della norma relativa ai Piani di Utilizzazione Agronomica dei reflui Realizzazione di interventi migliorativi sulle condutture: impermeabilizzazione e sostituzione delle condotte inadeguate Separazione delle reti fognarie dai fossi irrigui

91 3. SUOLO E SOTTOSUOLO Criticità Obiettivi Azioni Occupazione di suolo riduzione del consumo di suolo Promozione del recupero prioritario dell edificato esistente Promozione delle azioni individuate dalle Linee guida, art. 16 NTA PTCP Presenza di siti contaminati Individuazione, bonifica e/o messa in sicurezza dei siti contaminati, nel rispetto dei limiti previsti del D.Lgs. 152/2006 Attuazione del piano di bonifica Promozione di mappature del territorio in relazione a contaminazioni specifiche Presenza di rischio idrogeologico Miglioramento dell assetto idrogeologico del territorio e sua progressiva messa in sicurezza Valutazione della fattibilità di interventi di riduzione dell esposizione della popolazione Valutazione della fattibilità di interventi di consolidamento dei versanti e delle aree instabili Promozione di azioni volte a incentivare la permanenza nelle aree montane e il loro utilizzo agricolo Degrado di aree marginali, di aree prive di destinazione funzionale e di aree abbandonate Miglioramento della qualità del territorio Promozione di azioni di sensibilizzazione per accrescere la cultura del paesaggio Promozione del recupero delle aree abbandonate Stesura di indirizzi per il recupero funzionale delle aree Tutela e valorizzazione Tutela e valorizzazione delle risorse Tutela e valorizzazione delle risorse idriche sotterranee

92 delle risorse idriche sotterranee idriche sotterranee 4. RIFIUTI Criticità Obiettivi Azioni Aumento della produzione procapite di rifiuti urbani Non completa realizzazione delle raccolte selettive dei rifiuti urbani Stabilizzazione e progressiva riduzione della produzione procapite di rifiuti urbani Completa attivazione delle raccolte selettive dei rifiuti urbani Promozione di inziative per la riduzione all origine dei rifiuti urbani Promozione dell uso di articoli ambientalmente preferibili e/o prodotti con materiali recuperati da rifiuti da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Green Public Procurement) Sensibilizzazione e incentivazione rivolta ai Comuni e ai cittadini per l attivazione delle raccolte selettive dei rifiuti urbani

93 5. ENERGIA Criticità Obiettivi Azioni Deficit di produzione di energia elettrica Perseguimento del soddisfacimento del fabbisogno di energia, avendo cura di garantire la sostenibilità ambientale di eventuali nuovi impianti Riduzione dei consumi energetici delle attività presenti sul territorio Aumento dell efficienza energetica degli edifici, dei veicoli e degli Programmazione degli interventi volti al soddisfacimento del fabbisogno di energia, dando spazio allo sviluppo delle fonti rinnovabili e alla valorizzazione del contributo degli autoproduttori (in particolare quando utilizzano fonti rinnovabili, energie di recupero e cogenerazione) Realizzazione di azioni dimostrative nella realizzazione di impianti solari in alcune situazioni specifiche (illuminazione stradale con moduli fotovoltaico e/o solari termici negli edifici pubblici nuovi o in occasione di interventi di rimozione di coperture in cemento amianto, collettori solari termici in impianti sportivi e piscine) Realizzazione di azioni di informazione e sensibilizzazione sugli impianti solari termici, fotovoltaico, eolici, miniidroelettrici e per lo sfruttamento delle biomasse (riscaldamento a biomasse di ambiti residenziali in aree rurali) Attuazione di incentivi per l uso razionale dell energia, per l incremento dell efficienza energetica e per la riduzione dei consumi energetici delle attività presenti sul territorio Promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione per l uso razionale dell energia e per la riduzione dei consumi energetici delle attività presenti sul territorio Promozione delle attività di analisi dei fabbisogni energetici ( audit energetico ) di attività produttive e degli interventi economicamente sostenibili Introduzione nei regolamenti edilizi di criteri per migliorare l efficienza energetica nei nuovi edifici e nella ristrutturazione di quelli esistenti Applicazione sperimentale dello schema per la certificazione energetica degli edifici

94 Emissioni di gas serra elettrodomestici Riduzione delle emissioni di gas serra Costruzione della rete ecologica Attuazione e promozione di iniziative di riduzione di gas serra Realizzazione delle azioni contenute nel Piano di settore provinciale della Rete ecologica

95 6. NATURA E BIODIVERSITA Criticità Obiettivi Azioni Sfruttamento del territorio Impatto delle pratiche agricole e zootecniche Grado di connessione tra le aree protette Riduzione dello sfruttamento del territorio Riduzione degli impatti ambientali in agricoltura Rafforzamento e ricostruzione delle relazioni ecologiche e paesistiche tra le aree protette e tra queste e il contesto circostante attraverso lo strumento di pianificazione urbanistica: Promozione del riutilizzo delle aree dismesse Promozione della rifunzionalizzazione dei centri storici Promozione della rivitalizzazione delle cascine e degli edifici rurali sparsi Promozione di interventi finalizzati a disincentivare l edilizia diffusa e dispersa Aumento degli incentivi al passaggio a metodi di agricoltura integrata ed ecologica Promozione di interventi volti al contenimento della crescita di colture in serra Ottimizzazione della gestione dei rifiuti Creazione di PLIS di raccordo tra le aree protette tenendo conto dei serbatoi di biodiversità Realizzazione di fasce verdi d appoggio alle principali infrastrutture Realizzazione e consolidamento di fasce averde lungo il reticolo idrografico minore sia artificiale che naturale Recupero e mantenimento dei paesaggi tradizionali e delle siepi interpoderali

96 7. RUMORE Criticità Obiettivi Azioni Inquinamento acustico da traffico stradale Inquinamento acustico in ambito urbano Grado di conoscenza del rumore generato da attività produttive Rispetto dei valori limite di emissione sonora da strade e controllo emissioni acustiche dei veicoli Limitazione dell inquinamento acustico nelle aree residenziali Monitoraggio del rumore da attività produttive Attuazione del Piano direttore di risanamento acustico della rete stradale provinciale Applicazione degli standard acustici degli edifici Adozione e aggiornamento del Piano di Zonizzazione acustica comunale Individuazione delle aree produttive generatrici di inquinamento acustico 8. CAMPI ELETTROMAGNETICI Criticità Obiettivi Azioni Grado di conoscenza dell esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici Incremento della conoscenza dell esposizione della popolazione ai campi ELF nelle situazioni maggiormente critiche Monitoraggio dei livelli di campo elettromagnetico sul territorio e correlazione con i dati sulla distribuzione della popolazione sul territorio ed eventuali patologie

97 9. MOBILITA SOSTENIBILE Criticità Obiettivi Azioni Congestione stradale e problemi legati alla sicurezza Attuazione di interventi finalizzati alla promozione di una mobilità urbana sostenibile Promozione dell uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo Promozione dell uso del Trasporto Pubblico Locale Riduzione e prevenzione della domanda di mobilità Modificazione dei percorsi casa-scuola Promozione di interventi finalizzati alla moderazione del traffico stradale Diffusione della realizzazione di isole pedonali zone 30 in ambito urbano ed extraurbano Realizzazione di interventi per favorire la mobilità ciclo-pedonale in ambito urbano Realizzazione di parcheggi di interscambio e di prossimità Promozione di inziative intercomunali per la definizione di Piani dei tempi e degli orari Attuazione del Piano provinciale delle piste ciclabili Realizzazione di accordi tra EE.LL. per finanziare la realizzazione di piste ciclabili Partecipazione ad azioni di promozione dell uso del TPL promosse dagli Enti preposti Programmazione di interventi infrastrutturali per il potenziamento del TPL Promozione di nuove forme di trasporto collettivo (car sharing, taxi collettivo, bus a chiamata) Incentivazione all attivazione di programmi di telelavoro Individuazione dei poli generatori di traffico Concentrazione dei servizi lungo le direttrici del TPL

98 Valutazione preventiva degli strumenti di pianificazione del territorio

99 0.6. L analisi di contesto Una componente essenziale della fase di scoping è l'analisi di contesto, ovvero una prima analisi ad ampio spettro delle questioni ambientali, socioeconomiche e territoriali che formano il contesto del Piano. Tale analisi persegue le seguenti finalità: identificare le questioni ambientali rilevanti per il Piano e definire il livello di approfondimento con il quale occorre trattarle sia nell'analisi di contesto sia nella successiva analisi di dettaglio; condividere, con le altre amministrazioni interessate, e implementare la base di conoscenza comune sugli aspetti socio-economici determinanti per i loro effetti ambientali; definire gli aspetti territoriali chiave, come l'assetto insediativo dell'area di studio, le grandi tendenze e le probabili modificazioni d'uso del suolo, ecc. Le autorità con competenze ambientali consultate, oltre ad indicare il grado di approfondimento con il quale, a loro avviso, andranno considerate le questioni ambientali rilevanti nel P/P, dovrebbero contribuire alla costruzione del quadro conoscitivo circa lo stato delle diverse componenti ambientali, le tendenze rilevanti e le criticità in atto. Esse possono contribuire anche alla identificazione, in funzione della tipologia di Piano, delle componenti ambientali interessate dagli effetti dell'attuazione del Piano e alla individuazione del probabile ambito territoriale nel quale tali effetti si risentiranno. La ricostruzione del quadro ambientale deve consentire: di strutturare una gerarchia dei problemi ambientali rilevanti ai fini dell'elaborazione del Piano; di riconoscere le caratteristiche delle diverse componenti ambientali che possono offrire, nell'economia del Piano, potenzialità di migliore utilizzo e/o di valorizzazione; di verificare l'esistenza e la disponibilità delle informazioni necessarie ad affrontare i problemi rilevanti, mettendo in luce le eventuali carenze informative; di contestualizzare i problemi economici e sociali più importanti dell'ambito o settore da pianificare. 99

100 Nella fase di definizione dell'ambito di influenza del Piano, gli Enti di livello superiore possono svolgere in modo efficace il loro ruolo di coordinamento e contribuire alla costruzione della conoscenza comune non solo mettendo a disposizione informazioni e indicatori già in loro possesso, ma concordando le modalità di costruzione di quelli che saranno elaborati nel Piano. Le banche dati di Regione e Provincia, i sistemi informativi territoriali, i dati socioeconomici delle statistiche ufficiali nonché il bagaglio di conoscenza derivante da studi e piani già predisposti nell'area costituiscono riferimenti fondamentali. Una fonte di primaria importanza è costituita dai documenti del reporting ambientale e dalle attività di monitoraggio sistematico dei fenomeni ambientali condotte dagli Enti e dalle Agenzie competenti. Tali informazioni e i sistemi di indicatori che le rappresentano, possono richiedere elaborazioni e adattamenti al fine di essere riferite allo specifico ambito territoriale e/o tematico del Piano. Esse devono comunque garantire la coerenza e la confrontabilità degli indicatori selezionati per il Piano con quelli del monitoraggio ambientale, al fine di costituire il primo importante nucleo degli indicatori sistematici essenziali per la futura valutazione degli effetti ambientali attesi. Di seguito si riporta, in forma sintetica, una preliminare individuazione dei punti di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce che generalmente caratterizzano il territorio montano. Questi elementi hanno supportato il procedimento di pianificazione nella preliminare individuazione da una parte delle debolezze e delle minacce del territorio al fine di proporre adeguanti strumenti di contenimento e tutela, e dall altra delle potenzialità e opportunità da sviluppare e cogliere nello strumento di governo locale del territorio. 100

101 PUNTI DI FORZA Territorio Presenza di città di media dimensione come poli attrattivi delle rispettive aree lacuali Presenza di centri urbani, possibili poli di mezzo di un sistema in rete che dialoga con il livello superiore e con le realtà locali e minori Ambiente Condizioni climatiche favorevoli Elevata biodiversità Riserva idrica fondamentale Paesaggio e beni culturali Rilevanza a livello globale dell immagine dei grandi laghi lombardi Presenza di un eccezionale patrimonio di ville storiche, centri storici e complessi monumentali Elevato valore paesaggistico dei versanti lacuali per la forte percepibilità Economia Presenza di celebri fondazioni, centri studi e istituzioni di rilievo globale Presenza di importanti e consolidati distretti e aree industriali (seta a Como, metallurgia a Lecco, ecc) Presenza di sedi universitarie legate alle attività industriali locali e in raccordo con il sistema nazionale e internazionale Presenza di addensamenti commerciali e di pubblici esercizi connessi all economia turistica dei laghi Sociale e servizi Elevato livello di qualità della vita 101

102 DEBOLEZZE Territorio Mancanza di una strategia complessiva di governo delle trasformazioni territoriali e urbanistiche in un contesto caratterizzato da un mercato disordinato e da rilevanti fenomeni di urbanizzazione attorno ai laghi Accessibilità insufficiente e problemi di congestione che provocano inquinamento ambientale e frenano la competitività dei territori Ambiente Compromissione delle sponde del laghi per urbanizzazioni e infrastrutturazioni disordinate, frammentazioni delle proprietà e privatizzazione degli arenili Rischio di eventi esondativi nei centri abitati e di fenomeni di cedimento delle sponde Criticità ambientali dovute alla forte artificializzazione delle sponde, alla presenza di ambiti di cava, al carico antropico insediativo e produttivo nonché all addensamento dell urbanizzato Discontinuità nella qualità delle acque Paesaggio e beni culturali Espansioni insediative non armonizzate con il tessuto storico e che erodono il territorio libero e gli spazi Degrado paesaggistico dovuto alla presenza di impianti produttivi, a volte dimessi, in zone di forte visibilità Economia Offerta turistica frammentata e non adeguatamente organizzata Scollamento tra la società locale e le grandi istituzioni internazionali presenti sul territorio Conflitti d uso delle acque tra turismo, agricoltura e attività produttive Sociale e Servizi Mercato del lavoro locale debole con conseguenti e diffusi fenomeni migratori Difficoltà nella gestione dei servizi (approvvigionamento idrico, collettamento e depurazione, gestione dei rifiuti) nei momenti di maggiore affluenza turistica Prevalenza della mobilità privata da parte residenti, e sottoutilizzo del trasporto su acqua Mancanza relazione e sinergie tra le aree lacuali e quelle della montagna vicina 102

103 OPPORTUNITA Territorio Vicinanza a grandi città di rango europeo e ai principali nodi della rete dei trasporti (autostrade e aeroporti) Nuove polarità emergenti sul territorio con le quali le aree lacuali possono instaurare rapporti di reciproco sviluppo e promozione Ambiente Ruolo di riequilibrio in termini qualitativi del deficit delle aree regionali più fortemente antropizzate, conservando e potenziando le caratteristiche ambientali di pregio Paesaggio e beni culturali Funzioni di eccellenza attratte da contesti di elevata qualità ambientale, paesaggistica e naturalistica pregevoli Turismo influenzato positivamente e attratto dalla presenza di funzioni di eccellenza e di luoghi di fama e di bellezza riconosciute Economia Mercato immobiliare influenzato positivamente dalla presenza di attività e funzioni di eccellenza Potenziale domanda indotta da nuove forme di turismo (congressuale, di studio, pesca turismo e ittiturismo ) Sviluppo di una ricettività turistica selezionata (turismo culturale, slow food, mostre e fiere...) e non dipendente dalla stagionalità Programmi di sviluppo intergrato per il commercio, il turismo, l artigianato e i prodotti locali Sociale e servizi Definizione di modalità efficaci di governance a livello di bacino e coordinamento di azioni e strategie con i soggetti non regionali interessati 103

104 MINACCE Territorio Assenza di uno strumento di coordinamento per il governo dei bacini lacuali e delle aree contermini, in particolare rispetto alla gestione delle aree demaniali Impoverimento dell autonomia rispetto all area metropolitana e subordinazione ad essa ed alle sue necessità e funzioni Ambiente Incompleta realizzazione degli interventi per il miglioramento della qualità delle acque Diminuzione del livello delle acque che causa il degrado delle sponde e la necessità della loro messa in sicurezza Paesaggio e beni culturali Interventi infrastrutturali (tracciati, svincoli e aree di servizio) negli ambiti di maggiore acclività dove si rendono necessarie consistenti opere di sostegno dei manufatti, di forte impatto percettivo Bassa qualità dei nuovi interventi edilizi in rapporto al valore del contesto Economia Ricadute negative del turismo mordi e fuggi giornaliero e dei fine settimana Settore turistico non maturo e fortemente dipendente da andamenti congiunturali generali Scarsa competitività rispetto a sistemi turistici più avviati Tendenza alla globalizzazione dei mercati che crea pressioni sull economia distrettuale Sociale e servizi Invecchiamento della popolazione e incremento del fabbisogno di servizi specifici a seguito della trasformazione delle seconde case e degli alberghi in luoghi di residenza permanente per anziani 104

105 Più nel dettaglio, al fine di definire l ambito di influenza del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio del Comune di Castro, è utile considerare i contenuti di documenti esistenti che trattano tematiche coerenti e interessanti a tal proposito. Il Comune di Castro, insieme ai Comuni di Lovere, Pisogne e Costa Volpino che interessano 2 province (Brescia e Bergamo) e 2 Comunità Montane (quella dell'alto Sebino e quella del Sebino Bresciano), ha attivato il progetto volontario di Agenda 21 Locale, il che ha previsto, con l obiettivo di approfondire le tematiche ambientali, sociali ed economiche del territorio, la redazione della Relazione sullo Stato dell Ambiente (realizzato da: Ing. Mauro Bianchi, Ing. Dario Durante, Arch. Davide Fortini), in prima versione nel 2004 e aggiornata nel mese di settembre Di seguito si riportano alcuni estratti dell elaborato suddetto, al quale si rimanda per una lettura integrale, relativi al Comune in oggetto. Sulla mappa viene evidenziato il territorio dei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos. 105

106 Contesto di riferimento L'altitudine sul livello del mare va dai 186 m di dislivello del Lago d'iseo ai 1957 m del Monte Guglielmo (nel comune di Pisogne). Comune Provincia Superficie [Kmq] Altitudine media Castro BG 3, Lovere BG 7, Pisogne BS 47, CostaVolpino BG 18, Considerando il rapporto con i contenuti dei PTCP delle rispettive province [ ] i comuni di Costa Volpino, Castro e Lovere sono collocati nell unità di paesaggio della Val Borlezza (unità n 19, PTCP Provincia di Bergamo). Contesto territoriale Idrologia: Lago d'iseo, Fiume Oglio e torrente Borlezza Il Territorio dell'agenda 21L Ca.Lo.Pi.Cos. è compreso nel bacino idrografico del fiume Oglio che si immette nel Lago d'iseo. Oltre al fiume Oglio troviamo anche il Torrente Borlezza. [ ] Il torrente Borlezza, sgorga a quota 690 m s.l.m. nel Comune di Onore e sfocia, dopo 17 km nel lago d'iseo a m.194 s.l.m. nel Comune di Castro. La larghezza del corso è compresa tra 5-15m e la profondità media è di 0,40 m, lo scorrimento dell'acqua di tipo rapido. Si tratta di un torrente in cui l'alveo è caratterizzato da una notevole instabilità dato che la natura del terreno è di tipo detritica, infatti, in occasione di ogni piena si ha un'accentuata disgregazione delle rive con spostamento a valle di grosse quantità di materiale. Il sommovimento del fondo del torrente è continuo sia per i fattori naturali derivanti da precipitazioni. atmosferiche, sia per opere di drenaggio e sbancamento delle ghiaie. Lungo l'intero corso esistono molte opere di imbrigliamento idrico a scopo idroelettrico eccedenti spesso il fabbisogno energetico che influiscono pesantemente sulla quantità di acqua, riducendo moltissimo la portata fino al punto che in estate 106

107 nell'ultimo tratto, prima di sfociare, è praticamente asciutto. Oltre all'ultimo tratto, il torrente ha una sufficiente portata con una percentuale di ossigeno e torbidità buona. Geomorfologia Questo territorio fa parte delle Alpi Calcaree Meridionali che abbraccia la fascia di rilievi compresi tra la Valtellina e la pianura padana; questi corrugamenti presentano uno stile tettonico e una costituzione litologica con caratteristiche che li differenziano dal resto della catena alpina. L'ossatura generale dei rilievi del territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. è costituita, infatti, da rocce di varia natura, ma riconducibili tutte ad un comune ambiente di formazione: un braccio di mare che si estendeva tra i continenti europeo ed africano. Le complesse vicende che hanno interessato la storia di questo mare si possono riassumere in fenomeni regionali che attengono ad accelerati o rallentati sprofondamenti dei fondali, alla formazione di lagune o all'assunzione di caratteri costieri. Una paleogeografia varia e mutevole nel tempo che ha influito sulla natura delle rocce del Territorio le quali, coi loro fossili, sono documenti eloquenti per ricostruire la storia del territorio. Le incisioni vallive e lo svettare dei rilievi del territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. mettono a giorno le rocce diverse che nell'insieme delineano le complesse vicende formative mesozoiche e deformative cenozoiche del territorio. Si evidenzia che la natura prevalentemente calcarea delle rocce del Territorio fa sì che palesi siano gli aspetti geomorfologici legati al carsismo, aspetti che rivestono particolare importanza per il legame che hanno con l'alimentazione degli acquiferi potabili. Gli spessori attivi del suolo generalmente non superano l'altezza di cm, mentre in corrispondenza di zone di conoide e/o di raccordo tra paleoalvei e zone di deposito possono riscontrarsi ghiaie, ciottoli e profili a scheletro più grossolano. La reazione generalmente neutra o tutt' al più subacida dei substrati è più che altro da ricondurre alla varietà di provenienza del materiale alloctono che caratterizza tutta la zona del fondovalle, mentre la fascia boscata a monte poggia su un substrato roccioso di natura silicatica, costituito da conglomerati ed arenarie rosse del Permiano, conosciuto in Lombardia con il nome di Verrucano Lombardo, da cui si evolvono suoli di discreto spessore e fertilità. Contesto sociale Ca.Lo.Pi.Cos. copre una superficie di circa 77,5 Kmq e comprende una popolazione di quasi abitanti, con un rapporto di circa 300 Abitanti/Km2. La tabella seguente mostra nel dettaglio il numero degli abitanti nei comuni, insieme ai dati di riferimento provinciali, regionali e nazionali.tutti i dati sono aggiornati al primo gennaio 2008 e la 107

108 fonte di dati utilizzata per le elaborazioni è l ISTAT ( Si può notare come i comuni di Castro e Costa Volpino siano abbastanza allineati con la media regionale, mentre il comune di Pisogne, esteso su una superficie di quasi 48 Km quadrati, presenti una densità abitativa notevolmente inferiore. Il comune di Lovere, infine, è caratterizzato da una densità abitativa ben sopra la media regionale e circa doppia rispetto alla provincia di Bergamo dove è situato. Comune Popolazione [abitanti] (1 Gennaio 2008) Densità di popolazione [abitanti/kmq] Castro ,25 Lovere ,65 Pisogne ,51 CostaVolpino ,45 Dato provincia BG ,15 Dato provincia BS ,25 Dato regionale ,08 Dato nazionale ,85 Tabella 1: popolazione totale e densità di popolazione (dati 1 gennaio La tabella ed il grafico successivi mostrano la distribuzione delle popolazioni dei comuni di CA.LO.PI.COS rispetto alle fasce d età. Le distribuzioni risultano essere sostanzialmente in linea con i dati provinciali, regionali e nazionali; soltanto il comune di Lovere mostra una distribuzione leggermente maggiore per la fascia d età superiore ai 65 anni e leggermente inferiore per la fascia inferiore ai 14 anni. Comune Fino ai 14 anni Dai 14 ai 65 anni Oltre i 65 anni Castro Lovere Pisogne

109 Costa Volpino Dato provincia BG Dato provincia BS Dato regionale Dato nazionale Tabella 2: distribuzione della popolazione in classi d'età (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). Grafico 1: distribuzione della popolazione in classi d'età (dati ISTAT, 1 gennaio 2008) A partire dai dati di ripartizione della popolazione in classi d età è possibile calcolare l indice di vecchiaia, un indicatore statistico dinamico usato nella statistica demografica per descrivere il peso della popolazione anziana in una determinata popolazione. Sostanzialmente, stima il grado di invecchiamento di una popolazione. Esso si definisce come il rapporto di composizione tra la popolazione anziana (65 anni e oltre) e la popolazione più giovane (0-14 anni); valori superiori a 100 indicano una maggiore presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi. È un indicatore abbastanza 109

110 grossolano poiché nell invecchiamento di una popolazione si ha generalmente un aumento del numero di anziani e contemporaneamente una diminuzione del numero dei soggetti più giovani. I dati relativi all indice di vecchiaia per i 4 comuni di CA.LO.PI.COS sono riportati nella tabella 3 e nel grafico 2. Comune Indice di vecchia Castro 188,52 Lovere 247,78 Pisogne 148,9 CostaVolpino 127,54 Dato provincia BG 114,52 Dato provincia BS 122,83 Dato regionale 143,09 Dato nazionale 142,77 Tabella 3: indice di vecchiaia (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). 110

111 Grafico 2: indice di vecchiaia (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). Questo indice conferma il fatto che il comune di Castro presenta un indice di vecchiaia superiore ai dati a livello regionale e nazionale. La tabella numero 4 mostra il numero di famiglie ed il numero medio di abitanti per famiglia. Questo dato rivela un sostanziale allineamento con le medie regionali e nazionali, con una piccola anomalia per i comuni di Lovere e Castro, caratterizzati da un numero di abitanti per famiglia leggermente sotto la media. Comune Numero di Famiglie Media componenti famiglia Castro 635 2,2 Lovere ,1 Pisogne ,4 CostaVolpino ,4 Dato provincia BG ,4 Dato provincia BS ,4 111

112 Dato regionale ,3 Dato nazionale ,4 Tabella 4: numero di famiglie e numero medio di abitanti per famiglia (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). Di seguito i dati assoluti e percentuali del numero di cittadini stranieri residenti sul territorio. Comune Stranieri residenti (31 Dicembre 2007) % sul totale Castro 112 7,85 Lovere 468 8,66 Pisogne 436 5,43 Costa Volpino 841 9,34 Dato provincia BG ,45 Dato provincia BS ,06 Dato regionale ,46 Dato nazionale ,76 Tabella 5: numero di stranieri residenti e percentuale rispetto alla popolazione totale (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). 112

113 Grafico 3: numero di stranieri residenti e percentuale rispetto alla popolazione totale (dati ISTAT, 1 gennaio 2008). Contesto economico Struttura produttiva La Struttura produttiva nei 4 comuni è basata prevalentemente su piccole e medie imprese e attività artigiane e sulla presenza di alcune grandi industrie quali la Lucchini Sidermeccanica S.p.A. nei comuni di Castro e Lovere, [ ]. Per inquadrare la struttura produttiva del territorio di CA.LO.PI.COS., sono riportati i dati relativi al numero di unità locali e al numero di addetti sul territorio, così definiti: Unità locale: luogo fisico nel quale un'unità giuridico-economica (impresa, istituzione) esercita una o più attività economiche. L'unità locale corrisponde ad un'unità giuridicoeconomica o ad una sua parte, situata in una località topograficamente identificata da un indirizzo e da un numero civico. In tale località, o a partire da tale località, si esercitano delle attività economiche per le quali una o più persone lavorano (eventualmente a tempo parziale) per conto della stessa unità giuridico-economica. Costituiscono esempi di unità locale le seguenti tipologie: agenzia, albergo, ambulatorio, bar, cava, deposito, domicilio, garage, laboratorio,magazzino, miniera, negozio, officina, ospedale, ristorante scuola, stabilimento studio professionale, ufficio, ecc. 113

114 Addetto: Persona occupata in un'unità giuridico-economica, come lavoratore indipendente o dipendente (a tempo pieno, a tempo parziale o con contratto di formazione e lavoro). Comune Unità locali Addetti Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Dato provincia BG Dato provincia BS Dato regionale Numero di unità locali e numero di addetti totali - Dati ISTAT Comune Industria Commercio Altri servizi Istituzioni Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Numero di unità locali per settore - Dati ISTAT Comune Industria Commercio Altri servizi Istituzioni Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Numero di addetti per settore - Dati ISTAT 2001.di addetti 114

115 I sistemi di gestione ambientale: certificazioni ISO e registrazioni EMAS I Sistemi di Gestione Ambientale costituiscono una delle categorie di strumenti per lo sviluppo sostenibile. A causa dell aggravarsi dei problemi di inquinamento e di deterioramento delle risorse si è assistito ad un intensificazione delle iniziative di politica ambientale, sia a livello nazionale che internazionale, che ha prodotto una normativa in materia di ambiente sempre più restrittiva e vincolante, controlli sempre più incisivi e sanzioni sempre più pesanti. Di conseguenza, sia le imprese che le amministrazioni pubbliche devono adeguarsi alla legislazione vigente per non incorrere in gravi conseguenze sia in termini di costi legati ad incidenti ambientali, incidenti sul lavoro, denunce per malattie professionali, sia in termini di immagine negativa, cattivi rapporti con i dipendenti, ostilità della popolazione locale, ecc... Affinché le imprese e le amministrazioni pubbliche possano vedere nell ambiente non solo un vincolo, ma anche un opportunità per migliorare la propria immagine, può essere estremamente vantaggiosa l adozione di un approccio pro-attivo, volto all aumento di efficacia e di efficienza nella gestione di problematiche ambientali, attraverso l individuazione di soluzioni strategiche e operative innovative. Questo è possibile soprattutto alla luce dei recenti standard volontari relativi all adozione ed al implementazione di un sistema di gestione ambientale. Tra queste, le più importanti sono le normative internazionali della serie ISO in materia di Sistemi di Gestione Ambientale, con la relativa certificazione ambientale, e il regolamento comunitario EMASII, sull adesione volontaria delle organizzazioni ad un sistema comunitario di eco-gestione e audit che porta alla registrazione ambientale. Il sistema di gestione ambientale rappresenta dunque la parte del complessivo sistema organizzativo dell impresa (comprensivo delle risorse umane, economiche infrastrutturali) dedicata alla gestione delle relazioni tra attività aziendali e contesto ambientale in cui essa opera, che fornisce alle organizzazioni uno schema ordinato e coerente per l trattazione delle problematiche ambientali, con l obiettivo principale, ed ultimo, di migliorare al generale prestazione ambientale. La banca dati delle organizzazioni con sistema di gestione aziendale certificate è gestita da SINCERT, e contiene i dati relativi alle certificazioni rilasciate da Organismi accreditati SINCERT, nei settori o con le eventuali limitazioni riportate nei rispettivi certificati. Sul territorio di CA.LO.PI.COS (al 31/03/2009) sono presenti 3 aziende certificate ISO 14000, una delle quali è in parte localizzata anche sul territorio di Castro.R 115

116 Ragione sociale Norma Cerificato Data rilascio-data Scadenza Unità-Indirizzo Scopo Organismo di certificazione Lucchini RS S.p.a. 20/02/ /02/2012 DNV Italia S.r.l. UNI EN ISO 14001:2004 Sede - Via Giorgio Paglia, Lovere (BG) - LOMBARDIA Progettazione, sviluppo di acciai innovativi; produzione di acciai per utensili in blocchi/barre forgiate in accordo a normative nazionali/internazionali e su specifiche interne consolidate.progettazione e produzione di ruote, ruote elastiche, sale montate motrici e portanti, assili(motori e portanti), boccole, centri ruota, cerchioni e revisione di AE- ITA-SINCERT sale montate per applicazioni ferroviarie e ferrotranviarie. Produzione di lingotti, getti e forgiati in acciaio legato, non legato e inox in accordo a normative nazionali/internazionali e/o specifiche/disegni forniti dal cliente attraverso le fasi di: fabbricazione acciaio, forgiatura e laminazione, trattamenti termici, lavorazioni meccaniche, assemblaggio, controlli e collaudi di lavorazione meccanica, lavaggi, verniciature e montaggio Le certificazioni ISO sul territorio di CA.LO.PI.COS al Fonte: Sincert. Contesto climatico Inquadramento generale Sotto l aspetto macroclimatico, l area geografica studiata rientra in quello che viene definito a grande scala un clima continentale umido, avente in Europa un estensione in latitudine da 45 a 60 nord. Questa è la zona caratteristica di scontro fra masse d aria polari e tropicali, vi sono forti contrasti termici stagionali ed il tempo è molto variabile di giorno in giorno. Si possono avere massimi estivi di precipitazioni per invasione di aria marittima tropicale mentre gli inverni, freddi e tendenzialmente siccitosi, sono dominati da incursioni d aria continentale polare o anche artica ed in questo periodo stagionale le precipitazioni sono in relazione con l arrivo di masse d aria polare marittima proveniente 116

117 dall Atlantico settentrionale. All interno di questa vasta area geografico-climatica europea si trova il cosiddetto clima temperato di transizione, cioè un clima che si interpone tra quello freddo subpolare, quello caldo mediterraneo e, nel senso della longitudine, tra il clima umido marittimo dell ovest e quello continentale secco o peridesertico dell est. Le condizioni atmosferiche particolarmente instabili provocano un accentuata variabilità stagionale con escursioni termiche marcate ed una piovosità molto differenziata da una zona all altra, sia in termini quantitativi e sia nella distribuzione annuale, tendenzialmente con massimi nelle stagioni primaverile ed autunnale. Nel contesto macroclimatico è possibile individuare in Lombardia 4 mesoclimi tipici: il mesoclima alpino, il mesoclima dei laghi (insubrico), il mesoclima padano ed il mesoclima delle aree urbane, quest ultimo di origine antropica. Contesto locale Data la complessità della morfologia del territorio, dai 186 m di dislivello del Lago d'iseo ai 1957 m del Monte Guglielmo, l assetto climatico sul terriorio di CA.LO.PI.COS, è piuttosto variabile e comprende caratteristiche sia del mesoclima di tipo alpino che del mesoclima di tipo insubrico. Il mesoclima alpino è presente in Lombardia sul territorio di tipo montano montano. Esso presenta una spiccata variabilità locale e risulta caratterizzato da temperature invernali piuttosto basse, temperature estive non elevate e piogge concentrate soprattutto durante il periodo estivo. Il mesoclima dei laghi o insubrico costituisce una tipologia specifica di mesoclima lombardo, negli aspetti termometrici più simile a quello mediterraneo e meno a quello continentale, soprattutto grazie all azione mitigatrice che le acque dei bacini lacustri svolgono nei confronti delle temperature medie annuali e stagionali sulle zone litorali e sulle aree limitrofe. Questa azione mitigatrice è in grado di contenere gli abbassamenti termici invernali di circa 2 C, diminuendo anche il numero di giorni di gelo, rispetto al mesoclima padano, mentre per quanto riguarda la calura estiva, l azione mitigatrice riesce ad abbassare di 1 o anche 2 C la temperatura media rispetto a quella presente nell area padana. Le escursioni termiche annue risultano quindi meno elevate, attestandosi intorno ai 20 C, contro i circa 25 C di quelle osservate per il mesoclima padano. I laghi Maggiore, Como ed Iseo, ovverosia quelli ubicati in posizione più occidentale, presentano due massimi di precipitazioni simili, in estate ed in autunno, mentre il lago di Garda presenta un massimo autunnale ed uno secondario in maggio- giugno. Il mesoclima insubrico è caratterizzato anche dalla relativa scarsità di nebbie e dalla presenza delle cosiddette brezze di lago, cioè venti locali che mescolano gli strati atmosferici sul lago e sulle zone litorali rinfrescando l ambiente. 117

118 Il territorio di CA.LO.PI.COS, è caratterizzato, per quanto riguarda la circolazione delle masse d aria, dai seguenti venti locali: Vèt: con l'ora è uno dei venti più importanti e abitudinari del lago d'iseo. Soffia di notte fino alla tarda mattinata dai monti della Val camonica verso il basso lago. Ora: Il pomeriggio dopo le 14 si alza l'ora e soffia dalla pianura verso la montagna tutti i giorni fino a sera. Maröss, raro, si manifesta in modo molto rapido e provoca condizioni di burrasca; Sarneghera, anch esso raro, soffia da Sarnico e si manifesta con cielo plumbeo, molto violento provoca fortissime burrasche. Dati meteorologici Di seguito si riportano alcuni dati meteorologici relativi a precipitazioni totali, numero di giorni piovosi, temperature medie, velocità media del vento e radiazione globale. Tutti i dati provengono dalla stazione di misura di Costa Volpino, gestita dall ARPA. Mese Gennaio 22,6 41,4 95,0 Febbraio 56,6 24,8 35,2 Marzo 70,8 33,0 52,2 Aprile 70,2 21,0 232,2 Maggio 54,4 85,0 114,8 Giugno 12,0 112,2 112,8 Luglio 79,4 23,6 203,2 Agosto 267,8 195,8 63,6 Settembre 63,8 98,4 120,6 Ottobre 92,8 29,2 131,2 Novembre 24,0 124,0 208,2 Dicembre 66,8 6,0 132,0 Totale annuo 881,2 794,4 1501,0 Tabella 1: precipitazioni totali mensili [mm], stazione di Costa Volpino (dati ARPA ). 118

119 Mese Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Totale annuo Tabella 2: giorni piovosi per mese, stazione di Costa Volpino (dati ARPA ). 119

120 Mese Gennaio 2,5 7,5 6,6 Febbraio 5,0 9,5 7,7 Marzo 9,2 12,6 11,8 Aprile 14,7 19,4 14,7 Maggio 19,6 21,6 20,4 Giugno 25,0 24,0 22,9 Luglio 27,9 27,6 25,9 Agosto 22,0 24,1 26,3 Settembre 22,1 20,3 20,9 Ottobre 16,9 15,9 17,4 Novembre 11,3 9,0 7,4 Dicembre 7,2 5,2 4,2 Media annua 15,3 16,4 15,5 Tabella 3: temperature medie mensili [ C], stazione di Costa Volpino (dati ARPA ). 120

121 Mese Gennaio 0,76 0,72 0,78 Febbraio 0,98 0,82 1,00 Marzo 1,39 1,07 1,30 Aprile 1,22 1,04 1,19 Maggio 1,32 1,06 1,24 Giugno 1,44 1,00 1,12 Luglio 1,48 1,26 1,42 Agosto 1,37 0,83 1,36 Settembre 1,10 0,71 1,17 Ottobre 0,81 0,59 1,02 Novembre 0,74 1,04 1,06 Dicembre 0,63 0,75 0,92 Media annua 1,10 0,90 1,10 Tabella 4: velocità media mensile del vento [m/s], stazione di Costa Volpino (dati ARPA ). 121

122 Mese Gennaio 54,7 51,4 47,6 Febbraio 73,2 84,8 94,0 Marzo 144,7 141,6 161,1 Aprile 180,3 210,2 156,0 Maggio 214,9 237,0 176,3 Giugno 277,0 242,4 172,3 Luglio 271,0 298,2 208,0 Agosto 215,4 218,9 194,6 Settembre 172,9 188,2 122,2 Ottobre 97,8 114,0 82,3 Novembre 61,0 67,4 36,2 Dicembre 43,8 52,0 28,0 Media annua 150,6 158,8 123,2 Tabella 5: radiazione solare globale [W/mq], stazione di Costa Volpino (dati arpa ).2 122

123 0Sulla mappa è indicata la posizione della stazione di rilevamento ARPA nel comune di Costa Volpino.08 Mobilità La mobilità sul territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. comprende il sistema della rete viaria e ferroviaria, e il sistema della mobilità sul lago. All interno del primo dei quattro temi presentati, mobilità terrestre, si riportano informazioni sulle infrastrutture della rete stradale e ferroviaria presenti sul territorio. Il secondo tema, parco veicolare, e il terzo carburanti ecologici descrivono la tipologia del parco veicoli nei comuni di Ca.lo.Pi.Cos. e il sistema di distribuzione di carburanti considerati ecologici, GPL e gas metano. L ultimo tema, infine, riporta informazioni sulle infrastrutture e sulla navigazione del Lago di Iseo. Rete stradale0 [ ] Viabilità terrestre - strade, piste ciclabili e ferrovie 123

124 Rete stradale sul territorio di CA.LO.PI.COS. Le seguenti tabelle riportano dati relativi al numero di incidenti stradali avvenuti (Tabella 1), al numero di morti causati da incidenti stradali (Tabella 2), al numero di feriti causati da incidenti stradali (Tabella 3), avvenuti nei comuni del territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. dal 2005 al Comune Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Tabella 1: incidenti stradali sul territorio di CALOPICOS (dati ACI ). 124

125 Comune Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Tabella 2: Numero di morti in seguito ad incidenti stradali sul territorio di CALOPICOS. Anni (ACI) Comune Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Tabella 3: Numero di feriti in seguito ad incidenti stradali. Anni (ACI). Le linee di autobus, alcune di rinforzo al servizio ferroviario, sono organizzate soprattutto in funzione dell utenza scolastica. Va segnalata l insufficiente attenzione alle coincidenze; le frequenze sono basse e gli orari non sono cadenzati; durante le ore di morbida il servizio è ulteriormente ridotto, talvolta assente; manca l integrazione tariffaria, che faciliti l interscambio tra le diverse linee e l utilizzazione indifferente delle linee che operano su origini e destinazioni comuni. Lo schema seguente sintetizza quelle che sono le linee di autobus passanti per il comune di Castro. 125

126 Linea Gestore Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Castro-Schilpario Milano-Bergamo- Ponte di Legno Lovere-Sovere- Bossico Cedegolo-Castro Castro-Breno Lovere-Fraine Bergamo- Trescore-Lovere Pian Camuno- Grignaghe Tavernola-(Solto C.)-Lovere Fonteno-Estmate- Lovere Bergamo Trasporti Est SAB Società Autoferrovie Bergamo Trasporti Est SAV-Visinoni Società Autoservizi Visinoni SAV-Visinoni Società Autoservizi Visinoni SAV-Visinoni Società Autoservizi Visinoni Bergamo Trasporti Est Bonomi Bergamo Trasporti Est Bergamo Trasporti Est Tabella 4: linee di trasporto pubblico su strada. Fonte dati: dati marzo

127 Piste ciclabili Le piste ciclabili e ciclopedonali rappresentano uno degli interventi potenzialmente più interessanti per quanto riguarda la mobilità locale in un'ottica di sostenibilità ambientale. Il territorio di CA.LO.PI.COS è interessato dalla presenza di alcuni itinerari ciclabili, [.] nessuna delle quali interessa il territorio comunale di Castro. Ferrovie Il territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. è interessato dal passaggio di una linea ferroviaria, la linea Ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo. Il tracciato di tale linea, che si sviluppa interamente nella provincia di Brescia, va dal Capoluogo fino al comune di Edolo, passando per il comune di Pisogne, coprendo un tratto lungo circa 108. LA funzione di questa linea ferroviaria è rivolata sia al trasporto viaggiatori che al trasporto merci. La linea è a un solo binario e ha poche stazioni, è poco sicura (gli interventi in corso sono orientati proprio ad aumentare la sicurezza del percorso), non è elettrificata; carente è l attenzione alle coincidenze tra la linea ferroviaria e le linee automobilistiche. Linea Gestore Castro Lovere Pisogne Costa Volpino Brescia-Iseo- Edolo LeNORD S.r.l Tabella 5: linee di trasporto pubblico su ferrovia. Fonte dati: dati marzo Mobilità - parco veicolare Il consumo di risorse energetiche nel settore dei trasporti è la causa dell immissione in atmosfera di numerose sostanze dannose per l ambiente. In questo contesto, il traffico veicolare è una delle cause principali dell inquinamento atmosferico, contributo che diventa più importante, se si considera il fatto che i veicoli emettono inquinanti a livello del suolo e, quindi, più facilmente inalabili dai cittadini. Le tabelle seguenti riportano i dati sul parco veicolare sul territorio (numero di veicoli immatricolati in ciascun comune) relativo ai Comuni di Ca.Lo.Pi.Cos. 127

128 Comune Autobus Autocarri merci Autovetture Motocicli Altri veicoli Totale Castro Lovere Pisogne CostaVolpino Provincia BG Provincia BS Regione Lombardia Dato nazionale Tabella 1: veicoli totali divisi per tipologia veicolari (dati ACI 2007). A partire dai dati sul parco veicolare, uno degli indicatori principali per la mobilità sostenibile è il Tasso di Motorizzazione (TM), dato dal numero di automobili e di veicoli circolanti, per ogni 100 abitanti. Lo scopo dell indicatore è fornire una sintesi quantitativa del rapporto tra il sistema della mobilità individuale ed il sistema residenziale ed infrastrutturale: elevati valori dell indicatore sono sintomo di non sostenibilità dello sviluppo. Dai valori sotto riportati emerge che il tasso di motorizzazione dei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos. è si mantiene generalmente di poco al di sotto delle medie provinciali, regionali e nazionali. Fa eccezione il Comune di Costa Volpino, che presento un tasso di motorizzazione decisamente più elevato. 128

129 Comune Tasso di motorizzazione [Veicoli/100 abitanti] Castro 73,72 Lovere 76,51 Pisogne 76,35 CostaVolpino 90,98 Provincia BG 76,64 Provincia BS 77,90 Regione Lombardia 76,79 Dato nazionale 79,05 Tabella 2: tasso di motorizzazione (dati ACI 2007 e ISTAT 2007). Come già sopra accennato, il traffico veicolare è una delle cause principali dell inquinamento atmosferico. La Comunità Europea ha emanato, dagli anni 90 ad oggi, una serie di direttive per regolamentare le emissioni di inquinanti da parte dei veicoli, denominate Direttive Anti- Inquinamento. Per ottenere l'omologazione e la successiva immatricolazione negli Stati della Comunità Europea, i veicoli di nuova costruzione devono rispettare tali direttive che individuano diverse categorie di appartenenza per i veicoli (Euro 1, 2, 3, 4), imponendo in questo modo standard ambientali sempre più restrittivi, a partire dagli anni 90 ad oggi. In sostanza, più recente è l immatricolazione del veicolo, e meno elevato è l impatto ambientale legato alle emissioni del veicolo stesso. Le seguenti tabelle riportano le percentuali di veicoli immatricolati nelle diverse categorie di appartenenza per i veicoli (Euro 1, 2, 3, 4), relativo ai Comuni di Ca.Lo.Pi.Cos, raffrontato con le medie provinciali, regionali e nazionali. Dai dati riportati, emerge innanzitutto che il parco veicoli della regione Lombardia è sensibilmente più recente rispetto al parco veicoli nazionale. Riguardo ai comuni di Ca.Lo.Pi.Cos, è possibile osservare come il parco veicoli sia leggermente più vecchio rispetto ai parco veicoli provinciale e regionale. 129

130 Comune EURO 0 EURO1 EURO2 EURO3 EURO4 Castro 12,76% 9,20% 31,66% 25,15% 21,23% Lovere 15,41% 7,78% 27,94% 26,20% 22,64% Pisogne 13,22% 7,24% 30,72% 27,43% 21,37% CostaVolpino 13,74% 8,76% 28,47% 26,62% 22,41% Provincia BG 12,89% 7,79% 27,35% 27,22% 24,73% Provincia BS 10,62% 8,24% 29,11% 26,93% 25,08% Regione Lombardia 10,51% 7,77% 27,59% 27,05% 27,05% Dato nazionale 16,01% 9,62% 27,27% 24,07% 22,98% Tabella 3: autovetture, distribuzione delle classi EURO (dati ACI 2007). La seguente tabella riporta i dati percentuali delle tipologie di carburanti (benzina, GPL, metano, gasolio), degli autoveicoli relativi ai Comuni di Ca.Lo.Pi.Cos, raffrontato con le medie provinciali, regionali e nazionali. Dalla tabella mette in evidenza la scarsa diffusione del metano nell autotrazione, rispetto ai valori provinciali, regionali e nazionali. Comune Benzina Benzina+GPL Benzina+Meta no Gasolio Castro 61,81% 2,29% 0,20% 35,70% Lovere 58,15% 1,07% 0,07% 40,71% Pisogne 62,66% 1,23% 0,13% 35,98% CostaVolpino 58,15% 1,18% 0,29% 40,38% Provincia BG 62,03% 1,91% 0,64% 35,42% Provincia BS 59,68% 2,86% 0,73% 36,73% Regione Lombardia 65,66% 1,48% 0,44% 32,41% Dato nazionale 62,16% 2,81% 1,19% 33,82% 130

131 Tabella 4: autovetture, distribuzione delle tipologie di alimentazione (dati ACI 2007). Carburanti ecologici Il problema dell'inquinamento atmosferico è all'attenzione di tutti per i riflessi che può avere sulla nostra salute e per le conseguenze che potrebbero avere sulla nostra organizzazione di vita eventuali provvedimenti per fronteggiarlo. GPL e metano visti dall'aspetto ecologico sono considerati carburanti ECOCOMPATIBILI, rispetto ai carburanti tradizionali (benzina e gasolio) hanno cioè ridotte emissioni di sostanze inquinanti (come Monossido di carbonio, Idrocarburi incombusti, Biossido di zolfo; Particolato; Composti organici volatili) e di pericolose sostanze ritenute cancerogene (Benzene; Idrocarburi Poliociclici Aromatici). E' completamente assente il PIOMBO. E' quasi completamente assente lo ZOLFO e la produzione di polveri sottili ( PM 10, PM 2,5). L acronimo GPL significa Gas di Petrolio Liquefatto, è un sottoprodotto della raffinazione del petrolio greggio, e in natura si presenta allo stato gassoso, mentre passa allo stato liquido se sottoposto a pressioni più elevate di quella atmosferica e/o a basse temperature. Si ottiene dal processo di raffinazione del petrolio oppure direttamente per estrazione dopo semplici processi di separazione dal gas naturale o dal petrolio, con i quali si trova associato nei giacimenti. Il GPL impiegato come carburante è una miscela di gas propano e butano che garantisce alle auto buone prestazioni in termini di potenza, elasticità e funzionamento del motore. Il metano (CH4) è un idrocarburo saturo, incolore, inodore, non tossico presente in molti gas naturali. Si ottiene fra i prodotti di distillazione di combustibili fossili, per decomposizione di sostanze organiche ed anche per sintesi. Il Gas Naturale (CH4) o Metano è il carburante ecologico per eccellenza. Altro grande vantaggio per l ambiente è quello che deriva dalla distribuzione del metano che rispetto a quella di altri combustibili è a bassissimi costi. Grazie alla rete sotterranea di metanodotti infatti esso non necessita del trasporto su ruote e non incrementa il traffico di superficie. La mappa seguente localizza le stazioni di rifornimento di GPL e Metano per le provincie di Bergamo e Brescia. La mappa evidenzia in particolare come non ci siano distributori di metano nelle vicinanze del territorio dei comuni di Ca.o.Pi.Cos. Ciò costituisce sicuramente un ostacolo alla diffusione di questo tipo di carburante. 131

132 Sulla mappa sono indicate le stazioni di rifornimento a metano (in giallo) e GPL (in azzurro) per le province di BG e BS e sulla rete autostradale. Mobilità sul lago La società La Navigazione Lago d Iseo s.r.l. gestisce dal 2003 il Servizio di Navigazione Pubblica di Linea sul lago d Iseo, assicurando tutti i Collegamenti previsti con le varie località durante l intero arco dell anno, contribuendo a rispondere alle molteplici esigenze di mobilità del territorio del Sebino. In particolare, dai porti dei comuni di Castro, Lovere e Pisogne è possibile raggiungere i porti delle principali località sul Sebino: Riva di Solto (BG), Tavernola Bergamasca (BG), Predore (BG), Sarnico (BG), Clusane (BS), Iseo (BS), Sulzano (BS), Montisola (BS), Sale Marasino (BS), Marone (BS), Vello (BS). Sul sito web si trovano ulteriori dettagli sulle attività della Navigazione Lago d Iseo ed è possibile consultare gli orari delle linee di navigazione sul lago. 132

133 Riguardo invece alla navigazione di tipo privato, il Consorzio gestione associata laghi d Iseo, Endine e Moro ( è l ente preposto alla gestione dei posti barca e dei Registri Nautici. Per quanto riguarda la tipologia di imbarcazioni presenti sul lago, in riferimento ai posti barca regionali gestiti dal Consorzio, in totale sul lago di Iseo sono presenti 1638 imbarcazioni, delle quali 1304 sono barche a motore e 334 sono barche a vela/remi o pedali. Tipologia imbarcazione Numero barche Percentuale Barche a motore ,60% Barche a vela/remi/pedali ,40% TOTALE IMBARCAZIONI 1638 Tabella 1: Ripartizione tra imbarcazioni motorizzate e non sul lago d'iseo (fonte dati: Consorzio gestione associata laghi d Iseo, Endine e Moro). La tabella seguente riporta, in particolare, il numero di posti barca presenti in ciascun porto dei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos. Comune Porto Numero posti barca Castro Porto Nuovo 5 Castro Porto Vecchio 10 CostaVolpino Porto Bersaglio 52 CostaVolpino Porto Pizzo 18 Pisogne Porto Centrale 56 Lovere Porto Lungolago Tadini 11 Lovere Porto Caserma 23 Lovere Porto Nuovo Tigli 23 Lovere Porto turistico 200* Totale Ca.LO.PI.COS

134 Totale Lago Iseo 1838 Tabella 2: posti barca presenti nei porti del lago (fonte dati: Consorzio gestione associata laghi d Iseo, Endine e Moro). *I 200 posti barca del Porto Turistico di Lovere non sono gestiti dal Consorzio gestione associata laghi d Iseo, Endine e Moro). Acqua Le risorse idriche sono sottoposte a forti pressioni determinate dalla dimensione del sistema produttivo (agricolo, industriale e terziario) e dall elevata antropizzazione del territorio; tali pressioni consistono sostanzialmente nei cospicui prelievi per i diversi usi e nell immissione di inquinanti, che determinano il deterioramento qualitativo e quantitativo della risorsa stessa. Nel contesto territoriale di Ca.Lo.Pi.Cos. la salvaguardia della acque riveste un ruolo importante anche per quanto riguarda aspetti legati al turismo, oltre che a motivazioni di natura ecologica, economica e con finalità nella tutela della salute pubblica. Riguardo alla caratterizzazione del reticolo idrico e degli apporti meteorici si rimanda al comparto contesto di riferimento. In questo comparto, vengono presentati due temi: il primo legato ai consumi della risorsa idrica e il secondo legato alla qualità delle acque del Lago d Iseo. Riteniamo opportuno inoltre segnalare il recente progetto ''Coordinarsi per Agire Insieme sulle Acque del Sebino'', promosso e realizzato congiuntamente da: Comunità Montana del Monte Bronzone e del Basso Sebino, Provincia di Bergamo, Provincia di Brescia, Comunità Montana Alto Sebino, Comunità Montana Sebino Bresciano, Consorzio dell'oglio, Consorzio Gestione Associata dei Laghi d'iseo Endine e Moro, Tutela Ambientale del Sebino S.p.A., Agenda 21 Ca.Lo.Pi.Cos. capitanata dal Comune di Costa Volpino e Agenda 21 Sebino-Franciacorta capitanata dal Comune di Iseo. Il progetto ha come oggetto e finalità la tutela, la valorizzazione e la promozione del lago e dei sistemi ambientali, territoriali, relazionali ed economico/sociali di riferimento. Per ulteriori approfondimenti relativi a questo progetto si rimanda al sito web dal quale è possibile scaricare tutta la documentazione prodotta nelle varie fasi

135 Consumi idrici Nella seguente tabelle vengono riportati i consumi idrici totali dei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos, secondo i dati forniti dagli uffici tecnici dei comuni. I dati si riferiscono ai consumi idrici "contabilizzati" (non tengono conto delle perdite della rete). Comune Castro Lovere Consumo idrico totale [mc] n.d. n.d. Pisogne CostaVolpino n.d. Tabella 1: Consumi idrici totali sul territorio di CA.LO.PI.COS., dati aggiornati al A partire dal consumo idrico totale si può calcolare il consumo idrico procapite. L indicatore rappresenta il consumo giornaliero procapite della risorsa idrica ed è espresso in litri/abitante/giorno. Lo scopo dell indicatore è quello di stimare la pressione esercitata sulla risorsa idrica da parte della comunità e, di conseguenza, la capacità di tutela delle fonti idropotabili locali; il consumo idrico pro- capite è legato anche all efficienza di gestione della reti di approvvigionamento. Non essendo disponibili dati sufficienti e aggiornati, non è possibile attualmente entrare nel merito di considerazioni sui risultati ottenuti. Comune Castro Lovere Consumo idrico quotidiano per abitante [l/ab/gg] n.d. n.d. Pisogne 198 CostaVolpino n.d. Tabella 2: Consumi idrici quotidiani pro capite sul territorio di CA.LO.PI.COS., dati aggiornati al

136 Balneabilità del lago In questa sezione si presentano brevemente alcuni dati qualitativi riguardanti la qualità delle acque del lago d'iseo, nelle località all'interno del territorio di CA.LO.PI.COS. Le fonti di dati utilizzate sono il rapporto di balneabilità redatto periodicamente dalle ASL di Bergamo e Brescia e la nota iniziativa "Goletta dei laghi", promossa da Legambiente. Il confronto, come si vedrà nei paragrafi successivi, risulterà essere particolarmente interessante per la differenza dei giudizi di balneabilità ottenuti nei due casi. Su questo tema si segnala il progetto "Osservatorio sulla qualità delle acque del sebino" (sito internet recentemente istituito con la collaborazione dell'asl della Provincia di Bergamo, il Comune di Lovere e il Museo Civico di Scienze Naturali di Lovere. Dati di balneabilità Con l entrata in vigore del Decreto Legisaltivo 30 maggio 2008, n. 116 Attuazione della direttiva 2006/7/CE relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione e abrogazione della direttiva 76/160/CEE, dalla stagione balneare 2009 sono state modificate le procedure di vigilanza, controllo e analisi, nonché le modalità di valutazione delle acque di balneazione. Tale norma prevede infatti, una classificazione delle acque di balneazione secondo specifici criteri: PARAMETRI QUALITA' QUALITA' QUALITA' QUALITA' MICROBIOLOGICI ECCELLENTE BUONA SUFFICIENTE SCARSA Enterococchi intestinali (ufc/100ml) 200 (*) 400 (*) 330 (**) Oltre i limiti Escherechia (ufc/100ml) coli 500 (*) 1000 (*) 900 (**) Oltre i limiti (*) basato sulla valutazione al 95 percentile (**) basato sulla valutazione al 90 percentile Anche se il Decreto Legislativo 116/2008 prevede che la procedura di classificazione debba essere completata entro il 2015, utilizzando i dati relativi alle ultime quattro stagioni balneari è stato possibile operare una prima classificazione delle acque di balneazione delle località presenti sulla sponda bergamasca del lago d Iseo (Nota dalla Regione 136

137 Lombardia Direzione Generale Sanità con nota del protocollo H ). Al fine di garantire la massima omogeneità dei dati raccolti, si segnala che a partire dalla stagione balneare 2009 le ASL delle Province di Bergamo e Brescia hanno concordato un programma di campionamento delle acque di balneazione del lago di Iseo da svolgersi congiuntamente, in collaborazione con il Consorzio Gestione Associata dei Laghi di Iseo, Endine e Moro. Nella tabella successiva si riportano i giudizi di balneabilità per le località della sponda bergamasca del Sebino all'interno di CA.LO.PI.COS. per gli anni dal 2005 al Si ricorda i giudizi precedenti al 2009 sono ottenuti utilizzando una normativa differente, quindi la possibilità di confronto è relativa. Comune Località CostaVolpino Bersaglio Non balneabile Non balneabile Non balneabile Non balneabile Sufficiente Lovere Lido Cornasola Non balneabile Non balneabile Non balneabile Non balneabile Buona Castro Strada Riva- Castro Non balneabile Non balneabile Non balneabile Non balneabile In monitoraggio Giudizi di balneabilità di alcune località all'interno del territorio di CA.LO.PI.COS. Fonte: ASL provincia di Bergamo, Gli ultimi giudizi delle ASL riguardo alla balneabilità del lago risultano essere quindi positivi, con 18 spiagge balneabili sulla sponda bresciana e 13 su quella bergamasca. Sono ancora monitorati dall ASL quattro punti sul lago: foce del Borlezza a Castro, foce del Rino a Tavernola, Campitino e San Rocco a Predore. Sicuramente questo miglioramento generalizzato della qualità delle acque in concomitanza dell'utilizzo di nuovi criteri di giudizio andrebbe meglio valutato avendo a disposizione una riclassificazione dei giudizi ottenuti nelle stagioni precedenti alla luce del nuovo decreto, in modo da ottenere risultati confrontabili. 137

138 La "Goletta dei laghi" La campagna "Goletta dei Laghi" è un'iniziativa promossa da Legambiente per analizzare annualmente la qualità dei laghi italiani. Si tratta di una campagna di un mese di monitoraggio e informazione relativa agli ecosisitemi lacustri, dopo la quale viene redatto un rapporto finale che consente un confronto della qualità delle acque lacustri sul territorio nazionale. Legambiente rende disponibili sul proprio sito ( i dati acquisiti durante le campagne dal 2005 al Nella tabella seguente sono riportati i dati sulla qualità delle acque del lago d'iseo, per l'anno 2009 e le località all'interno del territorio di CA.LO.PI.COS. Comune Località Giudizio Castro Borlezza Foce Molto inquinato CostaVolpino Circolo nautico Bersaglio Inquinato CostaVolpino Foce fiume Oglio Molto inquinato Pisogne Canale Molto inquinato Pisogne Lido vicino al Porto Molto inquinato I giudizi sono da interpretarsi come segue: inquinato: coliformi fecali e/o Streptococchi fecali maggiore di 100 ufc/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 1000 ufc/100ml molto inquinato: coliformi fecali e/o Streptococchi fecali maggiore di 500 ufc/100ml e/o Escherichia Coli maggiore di 2000 ufc/100ml Si sottolinea la discrepanza tra i giudizi forniti da questa campagna rispetto ai giudizi dell'asl, che tuttavia deriva da criteri di valutazione totalmente differenti. I valori limite utilizzati da Legambiente, infatti, sono molto più restrittivi di quelli stabiliti dal nuovo Decreto Legisaltivo sulla qualità delle acque del 30 maggio Comparto aria Le sostanze emesse in atmosfera in seguito ad attività antropiche e naturali sono la causa di molti problemi ambientali attuali e potenziali, tra cui: 138

139 Acidificazione delle piogge Degrado della qualità dell aria Riscaldamento globale e cambiamenti climatici Danneggiamento di edifici e monumenti Assottigliamento dello strato di ozono stratosferico Esposizione della popolazione umana e degli ecosistemi a sostanze dannose In figura è schematizzata in modo generale la dinamica degli inquinanti dell aria. Le sostanze inquinanti, provenienti da diverse attività antropiche e naturali, come ad esempio il traffico su strada, il riscaldamento civile o le industrie, vengono immesse in atmosfera sotto forma di gas o sostanze allo stato solido. Tali sostanze sono dette inquinanti primari. Alcuni di essi sono totalmente o parzialmente inerti, ovvero non reagiscono a formare altri composti, mentre altri, in determinate condizioni ambientali (luce, temperatura, ecc), formano i cosiddetti inquinanti secondari, combinandosi con i gas e le altre sostanze naturalmente presenti in atmosfera. Sia gli inquinanti primari che i secondari sono soggetti a dinamiche di dispersione e accumulo dovute alle condizioni meteorologiche che determinano il trasporto di sostanze e l abbattimento al suolo, principalmente a causa di vento e pioggia. Le dinamiche di dispersione degli inquinanti sono molto complesse, soprattutto in ambito urbano dove la particolare conformazione del terreno, dovuta alla presenza di edifici, limita e vincola la circolazione dell aria. Il vento inoltre può determinare il risollevamento di alcune sostanze presenti al suolo, in particolare le polveri. Esistono infine fenomeni di trasporto su larga scala, che portano sostanze inquinanti originariamente immesse in atmosfera a distanze rilevanti, nell ordine di centinaia di chilometri. I livelli di inquinamento misurati non dipendono quindi solamente dalle sostanze immesse da parte dell uomo in atmosfera, ma sono dovuti a fenomeni complessi di natura fisica e chimica. Tuttavia, le emissioni antropiche in atmosfera giocano un rilevante in quanto da un lato sono il fattore scatenante dell inquinamento dell aria e dall altro costituiscono l unico elemento controllabile per ridurre l inquinamento stesso. Va sottolineato come, a causa dei fenomeni di trasporto anche su larga scala geografica, le politiche di controllo e limitazione delle emissioni a livello locale possono essere avere benefici poco rilevanti, e 139

140 solo provvedimenti congiunti a livello più ampio, nazionale o internazionale, determinano un effettivo miglioramento della qualità dell aria. Inquinanti dell'aria I principali inquinanti dell aria possono essere divisi in due gruppi: gli inquinanti primari e quelli secondari. I primi vengono emessi nell atmosfera direttamente da sorgenti di emissione antropogeniche o naturali, mentre gli altri si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche che coinvolgono altre specie, primarie o secondarie. Nei paragrafi che seguono vengono descritti brevemente i principali inquinanti dell aria, ai quali si farà riferimento con i dati presentati nella sezione Qualità dell aria. Biossido di Zolfo (SO2) Il biossido ed il triossido di zolfo (SO2 ed SO3, indicati con il termine generale SOx), sono i principali inquinanti atmosferici primari a base di zolfo. La principale fonte di inquinamento è costituita dalla combustione di combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio) in cui lo zolfo è presente come impurezza. Il biossido di zolfo è un forte irritante delle vie respiratorie; un esposizione prolungata a concentrazioni anche minime (alcune parti per miliardo, ppb) può comportare faringiti, affaticamento e disturbi a carico dell'apparato sensorio. È inoltre accertata una sinergia dannosa in caso di esposizione combinata con il particolato, dovuto probabilmente alla capacità di quest'ultimo di trasportare il biossido di zolfo nelle zone respiratorie del polmone profondo. A partire dal 1980 le emissioni provocate direttamente dall'uomo (a causa di riscaldamento e traffico) sono notevolmente diminuite grazie all'utilizzo sempre crescente del metano e alla diminuzione della quantità di zolfo contenuta nel gasolio e in altri combustibili liquidi e solidi. Rimangono più preoccupanti le emissioni dovute alla presenza di centrali termoelettriche. Monossido di carbonio (CO) Il monossido di carbonio (CO) è un inquinante primario ed ha origine da processi di combustione incompleta di composti contenenti carbonio. E un gas inodore, incolore, infiammabile e molto tossico, risultante dalla combustione incompleta di gas naturali, propano, carburanti, benzine, carbone e legna. Le fonti di emissione di questo inquinante sono sia di tipo naturale che di tipo antropico; in natura, il CO viene prodotto in seguito a incendi, eruzioni dei vulcani ed emissioni da oceani e paludi. Le principali fonti di emissione da parte dell uomo sono invece costituite dall utilizzo dei combustibili fossili. Nelle aree urbane la sua origine è da ricondursi 140

141 prevalentemente al traffico veicolare, soprattutto ai veicoli a benzina. Le emissioni di CO dai veicoli sono maggiori in fase di decelerazione e di traffico congestionato, con concentrazioni strettamente legate ai flussi di traffico locali, e gli andamenti giornalieri rispecchiano quelli del traffico, raggiungendo i massimi valori in concomitanza delle ore di punta a inizio e fine giornata, soprattutto nei giorni feriali. Durante le ore centrali della giornata i valori tendono a calare, grazie anche ad una migliore capacità dispersiva dell atmosfera. In Lombardia, a partire dall inizio degli anni 90 le concentrazioni di CO sono in calo, soprattutto grazie all introduzione delle marmitte catalitiche sui veicoli e al miglioramento. Ossidi di Azoto (NO e NO2) Gli ossidi di azoto (NO e NO2) son inquinanti primari che vengono emessi direttamente in atmosfera a seguito di tutti i processi di combustione ad alta temperatura (impianti di riscaldamento, motori dei veicoli, combustioni industriali, centrali di potenza, ecc.), per ossidazione dell azoto atmosferico e, solo in piccola parte, per l ossidazione dei composti dell azoto contenuti nei combustibili utilizzati. Nel caso del traffico autoveicolare, le quantità più elevate di questi inquinanti si rilevano quando i veicoli sono a regime di marcia sostenuta e in fase di accelerazione, poiché la produzione di NOx aumenta all aumentare del rapporto aria/combustibile, cioè quando è maggiore la disponibilità di ossigeno per la combustione. All emissione, gran parte degli ossidi di azoto è in forma di NO, con un rapporto NO/NO2 decisamente a favore del primo. Si stima che il contenuto di NO2 nelle emissioni sia tra il 5 e il 10% del totale degli ossidi di azoto. Ozono troposferico (O3) L ozono (O3) è un gas tossico di colore bluastro, incolore e inodore, costituito da molecole instabili formate da tre atomi di ossigeno. È presente per più del 90% nella stratosfera (la fascia dell atmosfera che va dai 10 ai 50 km di altezza) dove costituisce una indispensabile barriera protettiva nei confronti delle radiazioni UV generate dal sole. La sua presenza nella fascia troposferica (la fascia dell'atmosfera a diretto contatto con la superficie terrestre) costituisce invece un pericolo per la salute umana, degli animali e dei vegetali. L ozono troposferico è un inquinante secondario, che non ha sorgenti emissive dirette di rilievo. La sua formazione avviene in seguito a reazioni chimiche in atmosfera tra i suoi precursori (soprattutto ossidi di azoto e composti organici volatili), reazioni che avvengono in presenza di alte temperature e forte irraggiamento solare e che causano la formazione di un insieme di diversi composti, tra i quali, oltre 141

142 all ozono, si trovano nitrati e solfati (costituenti del particolato fine), perossiacetilnitrato (PAN), acido nitrico e altro ancora, che nell insieme costituiscono il tipico inquinamento estivo detto smog fotochimico. A differenza degli inquinanti primari, le cui concentrazioni dipendono direttamente dalle quantità dello stesso inquinante emesse dalle sorgenti presenti nell area, la formazione di ozono è quindi più complessa. Le concentrazioni di ozono raggiungono i valori più elevati nelle ore pomeridiane delle giornate estive soleggiate. Inoltre, dato che l ozono si forma durante il trasporto delle masse d aria contenenti i suoi precursori, emessi soprattutto nelle aree urbane, la concentrazioni più alte si osservano soprattutto nelle zone extraurbane sottovento rispetto ai centri urbani principali. Nelle città, inoltre, la presenza di NO tende a far calare le concentrazioni di ozono, soprattutto in vicinanza di strade con alti volumi di traffico. Particolato atmosferico (PM10 E PM2.5) Il particolato atmosferico aerodisperso è costituito da una miscela di particelle solide e liquide, di diverse caratteristiche chimicofisiche e diverse dimensioni. Esse possono essere di origine primaria, cioè emesse direttamente in atmosfera da processi naturali o antropici, o secondaria, cioè formate in atmosfera a seguito di reazioni chimiche e di origine prevalentemente umana. Le principali sorgenti naturali sono erosione e risollevamento del suolo, incendi, pollini, spray marino, eruzioni vulcaniche; le sorgenti antropiche si riconducono principalmente a processi di combustione (traffico autoveicolare, uso di combustibili, emissioni industriali). L insieme delle particelle sospese in atmosfera è chiamato PTS (Polveri Totali Sospese). Al fine di valutare l impatto del particolato sulla salute umana si possono distinguere una frazione in grado di penetrare nelle prime vie respiratorie (naso, faringe, laringe) e una frazione in grado di giungere fino alle parti inferiori dell apparato respiratorio (trachea, bronchi, alveoli polmonari). La prima corrisponde a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 μm (PM10), la seconda a particelle con diametro aerodinamico inferiore a 2.5 μm (PM2.5). Benzene (C6H6) Il benzene (C6H6) è il più comune e largamente utilizzato degli idrocarburi aromatici, oltre ad essere uno dei più tossici. A temperatura ambiente si presenta come un liquido molto volatile, incolore, dal caratteristico odore pungente. Viene sintetizzato a partire dal petrolio e viene utilizzato come antidetonante nelle benzine e come materia prima per produrre plastiche, resine sintetiche e pesticidi. La maggior parte del benzene presente nell aria deriva da combustione incompleta di 142

143 combustibili fossili: le principali fonti di emissione sono il traffico veicolare (soprattutto da motori a benzina) e diversi processi di combustione industriale. Normativa sulla qualità dell'aria Rilevamento dell'inquinamento dell'aria La misura della qualità dell aria è utile per garantire la tutela della salute della popolazione e la protezione degli ecosistemi. La legislazione italiana, costruita sulla base della cosiddetta direttiva europea madre (Direttiva 96/62/CE recepita dal D.Lgs. 351/99), definisce che le Regioni sono l autorità competente in questo campo, e prevede la suddivisione del territorio in zone e agglomerati sui quali valutare il rispetto dei valori obiettivo e dei valori limite. La zonizzazione deve essere rivista almeno ogni 5 anni. La Regione Lombardia con la d.g.r 2 agosto 2007, n.5290 ha modificato la precedente zonizzazione distinguendo il territorio in: ZONA A: agglomerati urbani (A1) e zona urbanizzata (A2) ZONA B: zona di pianura ZONA C: area prealpina e appenninica (C1) e zona alpina (C2) Zonizzazione dei comunni della Regione Lombardia per la qualità dell'aria. 143

144 I comuni di CA.LO.PI.COS. rientrano nella zona Zona C1 (fascia prealpina), all'interno della zona C, area caratterizzata da: concentrazioni di PM10 in generale più limitate, rilevate dalla Rete Regionale di Qualità dell'aria e confermate dalle simulazioni modellistiche minore densità di emissioni di PM10 primario, NOx, COV antropico e NH3 importanti emissioni di COV biogeniche orografia montana situazione meteorologica più favorevole alla dispersione degli inquinanti bassa densità abitativa e costituita da: Zona C1- zona prealpina e appenninica: fascia prealpina ed appenninica dell'oltrepo Pavese, più esposta al trasporto di inquinanti provenienti dalla pianura, in particolare dei precursori dell'ozono. Zona C2 - zona alpina: fascia alpina Normativa e limiti Al fine della valutazione della qualità dell'aria, Il Decreto Ministeriale n. 60 del 02/04/2002 stabilisce per Biossido di Zolfo, Biossido di Azoto, Ossidi di Azoto, Materiale Particolato, Benzene e Monossido di Carbonio, i seguenti criteri: I valori limite, vale a dire le concentrazioni atmosferiche fissate in base alle conoscenze scientifiche al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi sulla salute umana e sull'ambiente Le soglie di allarme, ossia la concentrazione atmosferica oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata e raggiunto il quale si deve immediatamente intervenire Il margine di tolleranza, cioè la percentuale del valore limite nella cui misura tale valore può essere superato e le modalità secondo le quali tale margine deve essere ridotto nel tempo Il termine entro il quale il valore limite deve essere raggiunto La soglia di valutazione superiore, vale a dire la concentrazione atmosferica al di sotto della quale le misurazioni possono essere combinate con le tecniche di modellizzazione 144

145 La soglia di valutazione inferiore, ossia una concentrazione atmosferica al di sotto della quale è consentito ricorrere soltanto alle tecniche di modellizzazione o di stima oggettiva I periodi di mediazione, cioè il periodo di tempo durante il quale i dati raccolti sono utilizzati per calcolare il valore riportato Vengono di sotto riportati i principali parametri di valutazione della qualità dell'aria rimandando alla normativa vigente per un ulteriore approfondimento. Periodo mediazione di Valore Limite Margine tolleranza di Data di raggiungimento del valore limite 150 μg/m 3. Tale Valore limite 350 μg/m 3 SO2 valore è ridotto orario per la protezione della 1 ora da non superare più di 3 volte ogni 12 mesi, per raggiungere il 01/01/05 salute umana l'anno. valore limite al 01/01/2005 Valore limite di 125 μg/m 3 SO2 24 ore per la protezione della 24 ore da non superare più di 3 volte Nessuno 01/01/05 saute umana l'anno. Valore limite per la protezione degli ecosistemi 20 μg/m 3 SO2 Nessuno 19/07/01 Valori limite e soglia di allarme per il Biossido di Zolfo. 145

146 Periodo mediazione di Valore Limite Margine tolleranza di Data di raggiungimento del valore limite 100 μg/m 3. Tale Valore limite 200 μg/m 3 NO2 valore è ridotto orario per la protezione della 1 ora da non superare più di 18 per ogni 12 mesi, per raggiungere il 01/01/10 salute umana anno civile. valore limite al 01/01/ μg/m 3. Tale Valore limite di valore è ridotto 24 ore per la protezione della Anno civile 40 μg/m 3 NO2 ogni 12 mesi, per raggiungere il 01/01/10 saute umana valore limite al 01/01/2010 Valore limite per la protezione degli ecosistemi Anno civile 30 μg/m 3 NOx Nessuno 19/07/01 Valori Limite per il Biossido di Azoto e per gli Ossidi di Azoto e soglia di allarme per il Biossido di Azoto. 146

147 Periodo mediazione di Valore Limite Margine tolleranza di Data di raggiungimento del valore limite 25 μg/m 3. Tale Valore limite 50 μg/m 3 PM10 valore è ridotto orario per la protezione della 24 ore da non superare più di 35 volte ogni 12 mesi, per raggiungere il 01/01/05 salute umana per anno civile. valore limite al 01/01/ μg/m 3. Tale Valore limite di valore è ridotto 24 ore per la protezione della Anno civile 40 μg/m 3 PM10 ogni 12 mesi, per raggiungere il 01/01/05 saute umana valore limite al 01/01/2005 Valori Limite per il Materiale Particolato (PM 10). 147

148 Periodo mediazione di Valore Limite Margine tolleranza di Data di raggiungimento del valore limite 5 μg/m 3. Tale valore verrà Valore limite annuale per la protezione della salute umana Anno civile 5 μg/m 3 ridotto il 01/01/2006 e successivament e ogni 12 mesi, per raggiungere 01/01/10 il valore limite al 01/01/2010 Valori Limite per il Benzene. Periodo mediazione di Valore Limite Margine tolleranza di Data di raggiungimento del valore limite 6 μg/m 3. Tale Valore limite orario per la protezione della salute umana Media massima giornaliera su 8 ore 10 μg/m 3 valore è ridotto ogni 12 mesi, per raggiungere il valore limite al 01/01/05 01/01/20010 Valori Limite per il Monossido di Carbonio (CO). Per ciò che concerne l Ozono si fa riferimento Decreto Legislativo n. 183 del 21/05/04 che, per tale inquinante, stabilisce: I valori bersaglio, vale a dire le concentrazioni fissate al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull'ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo Gli obiettivi a lungo termine, ossia la concentrazione di ozono nell'aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sull'ambiente. 148

149 Tale obiettivo è conseguito nel lungo periodo, al fine di fornire un'efficace protezione della salute umana e dell'ambiente La soglia di informazione cioè la concentrazione atmosferica oltre la quale, essendovi un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata, devono essere comunicate in modo dettagliato le informazioni relative ai superamenti registrati, le previsioni per i giorni seguenti, le informazioni circa i gruppi della popolazione colpiti e sulle azioni da attuare per la riduzione dell'inquinamento, con la massima tempestività alla popolazione ed alle strutture sanitarie competenti. Qualità dell'aria Per fornire un'indicazione sulla reale qualità dell'aria nel territorio di CA.LO.PI.COS. si riportano in questa sezione alcuni dati ufficiali delle misurazioni di inquinamento dell'aria. Sono riportati sia i dati delle stazione fissa di Costa Volpino, che i dati della campagna effettuata da ARPA con un laboratorio di misurazione mobile sul territorio del Comune di Lovere tra il dicembre 2007 e i gennaio Dati della stazione di Costa Volpino La stazione ARPA di Costa Volpino, effettua misurazioni di Monossido di Carbonio (CO) e Biossido di Azoto(NO2). Nelle tabelle successive sono riportati i valori medi rilevati per questi inquinanti negli anni Anno N sup media 1h > 200 μg/m 3 [limite: non più di 18 volte l'anno] Media anno [limite: 40 μg/m 3 ] Informazione di sintesi per i dati di NO2 per la stazione di Costa volpino. Fonte: rapporto provinciale sulla qualità della'aria ARPA Anno Media anno Media mobile 8 ore n ore > 10 mg/m3 Max media 8h [limite: 10 mg/m3] ,2 4 n.d ,1 n.d. 3,3 149

150 Informazione di sintesi per i dati di CO per la stazione di Costa volpino. Fonte: rapporto provinciale sulla qualità della'aria ARPA Si può notare come i valori siano simili per i due anni riportati. Inoltre tutti i valori per questi due inquinanti sono ampiamente entro i valori di legge. Per la consultazione completa dei dati relativa alla stazione di Costa Volpino ed alle altre stazioni limitrofe (ex. Darfo) si rimanda alla sezione "Qualità dell'aria" del sito di ARPA Lombardia: Campagna di misura con laboratorio mobile La campagna di misura a cui ci riferiamo è stata condotta dal Dipartimento Provinciale di Bergamo dell ARPA Lombardia su richiesta del Comune di Lovere. Lo scopo della campagna era il monitoraggio della qualità dell aria per valutare l inquinamento atmosferico nel territorio comunale. A tale fine, in accordo con il Comune, il laboratorio mobile è stato posizionato presso il parcheggio del Municipio di Via Marconi (vedi piantina) tra il 5 dicembre 2007 e il 6 gennaio Il luogo in cui è stato posizionato il laboratorio mobile è interessato da intenso traffico automobilistico di passaggio sul lungolago. Il laboratorio mobile è attrezzato con strumentazione per il rilevamento di: Biossido di Zolfo (SO2), Monossido di Carbonio (CO), Ossidi di Azoto (NOx,NO e NO2), Particolato Fine (PM10), Polveri totali sospese (PTS), Ozono (O3), Benzene, Toluene e Xilene. I risultati della campagna di misurazione del laboratorio mobile sono riassunti nella tabella seguente. Inquinante Valore medio Valore massimo Biossido di zolfo Monossido di carbonio Biossido di azoto Ozono 9 μg/m3 (media aritmetica) 1,7 mg/m3 (media massima su 8 ore) 40 μg/m3 (media aritmetica oraria) 42 μg/m3 (media massima su 8 ore) 11 μg/m3 (massima media giorbnaliera) 3,1 mg/m3 (massima media oraria) 79 μg/m3 (media massima oraria) 57 μg/m3 (media massima oraria) 150

151 PM10 Benzene Xilene Toluene 45 μg/m3 (media aritmetica) 5,1 μg/m3 (media aritmetica) 8,1 μg/m3 (media aritmetica) 6,5 μg/m3 (media aritmetica) 84 μg/m3 (media massima giornaliera) Riassunto dei dati rilevati durante la campagna mobile ARPA dicembre gennaio L'ARPA, nel rapporto prodotto alla fine della campagna di misura, evidenzia i seguenti punti: i valori di NO2 hanno presentato andamenti e livelli medi di concentrazione più basse rispetto a quelli misurati presso le postazioni urbane di Garibaldi(BG) e Seriate ma più elevate rispetto alla centralina di Costa Volpino; i valori medi di CO sono inferiori a quelli misurati nelle postazioni della rete e risultano inferiori ai limiti di legge; per quanto riguarda SO2, i valori e gli andamenti sono comparabili alle altre centraline della rete fissa con valori più elevati alla centralina di Garibaldi(BG); i valori e gli andamenti dell O3 sono simili a quelli rilevati presso le centraline della rete fissa; il PM10 mostra un andamento simile a quanto rilevato nella Zona A1 (agglomerati urbani) bergamasca con valori medi giornalieri inferiori a quelli della Rete di Qualità dell Aria. i valori medi di Benzene sono superiori a quelli misurati nella postazione di Bergamo- Garibaldi e Calusco; risultano comunque inferiori ai limiti di legge Durante il periodo di misura a Lovere la maggior parte degli inquinanti monitorati (SO2, NO2, CO e O3) non ha fatto registrare superamenti dei limiti normativi. Il PM10 ha superato il valore limite di legge per 10 giorni sui 33 giorni del monitoraggio. La frequenza e l intensità dei superamenti delle polveri sottili nel Comune di Lovere sono inferiori con 151

152 quanto osservato presso le altre postazioni fisse della Zona A1 (agglomerati urbani) bergamasca. Emissioni in atmosfera L'archivio INEMAR L'inventario regionale delle emissioni in Lombardia è basato sul database INEMAR (INventario EMissioni in ARia), un archivio che permette di stimare le emissioni a livello comunale per diversi inquinanti, attività e combustibili. In questo archivio informatico sono raccolte tutte le informazioni necessarie per la stima delle emissioni: gli indicatori di attività (ad esempio consumo di combustibili, consumo di vernici, quantità di rifiuti incenerita, ed in generale qualsiasi parametro che traccia l'attività dell'emissione), i fattori di emissione (ovvero la quantità in massa di inquinante emesso per unità di prodotto o di consumo), i dati statistici necessari per la disaggregazione spaziale e temporale delle emissioni (come la popolazione residente, il numero di addetti per una specifica attività produttiva, ecc.), e le procedure di calcolo definite nelle diverse metodologie per stimare le emissioni. Dopo la stima iniziale delle emissioni dei principali inquinanti per l anno 1997, che ha costituito una delle basi per lo sviluppo del Piano Regionale Qualità dell Aria (PRQA), il sistema INEMAR è stato aggiornato per gli inventari degli anni 2001 e Le emissioni considerate per l inventario 2005 riguardano i principali macroinquinanti (SO2, NOx, CO, COVNM, CH4, CO2, N20, NH3), le polveri totali, il PM10, il PM2.5 ed infine alcuni microinquinanti (diossine e metalli pesanti). Le emissioni di gas serra sul territorio di CA.LO.PI.COS. L'effetto serra è un fenomeno naturale consistente nella modifica dell'equilibrio termico di un pianeta o di un satellite grazie alla presenza di un'atmosfera contenente alcuni gas che, per le proprie particolari proprietà molecolari, assorbono e riemettono la radiazione infrarossa. Il nome deriva per similitudine con quanto avviene nelle serre per la coltivazione. L'inquinamento atmosferico dovuto alla continua e crescente combustione di fonti fossili a scopo energetico, alla deforestazione tropicale, all'agricoltura industrializzata e all'estensione della zootecnia, comporta un aumento dei gas serra in atmosfera in particolare dell'anidride carbonica (CO2), del metano (CH4), del protossido di azoto o ossido di diazoto (N2O) e dell'ozono (O3). Quanto agli effetti sul vapore acqueo essi sono indiretti (aumento dell'evaporazione dalla superficie oceanica) e poco compresi. 152

153 L'attività umana ha intensificato l'effetto serra a partire dalla rivoluzione neolitica, per via della diminuzione della biomassa degli ecosistemi artificiali agricoli e dei loro suoli. Una maggiore impennata nella concentrazione di gas serra si è avuta tuttavia con l'utilizzo di combustibili fossili, che ha intaccato le riserve geologiche di carbonio alterandone il ciclo, e con la maggior produzione di metano dovuta ad un'esplosione dell'allevamento di bestiame (suini e bovini) e delle colture a sommersione (per esempio il riso). Anche prodotti di sintesi, quali i clorofluorocarburi (CFC) ed i perfluorocarburi, contribuiscono - oltre al noto problema del buco dell'ozono - all'intensificazione dell'effetto serra. Nella tabella seguente si riportano i dati di emissione, presi dall'archivio regionale INEMAR 2005 sopra citato,per quanto riguarda le emissioni di gas CO2 equivalenti sul territorio di CA.LO.PI.COS. Queste ultime sono le emissioni di tutti i gas serra equiparate, negli effetti di riscaldamento della Terra, alla CO2secondo tabelle di conversione definite. L'effetto del metano CH4per il riscaldamento della Terra è equiparabile a 21 volte quello della CO2, mentre quello del protossido di azoto N2O è equivalente a 310 volte quello della CO2. Tutti i dati sono espressi in migliaia di tonnellate emesse per anno. Comune Emissioni CO2 eqivalenti [KTon/anno] Emissioni CO2 equivalenti per abitante [kiloton/anno*abitante] Castro ,02 Lovere ,98 Pisogne ,65 CostaVolpino ,07 Emissioni di CO2 equivalenti sul territorio di CA.LO.PI.COS. Fonte: archivio INEMAR Per rendere più confrontabili i dati sui diversi comuni sono state calcolate, nell'ultima colonna della tabella precedente, le emissioni di CO2 equivalenti per abitante. Si può notare come il comune di Lovere presenti un dato di emissioni per abitante circa doppio di quello degli altri comuni. Per analizzare meglio questo dato, si riporta di seguito un grafico che evidenzia le diverse sorgenti emissive stimate dall'archivio INEMAR sul comune di Lovere. Si ricorda comunque che i dati presentati sono delle stime e non delle misurazioni precise di emissione. 153

154 Ripartizione delle Emissioni di CO2 equivalenti sul Comune di Lovere. Fonte: archivio INEMAR Dal grafico è chiaro come le sorgenti di tipo industriale siano preponderanti per quanto riguarda le emissioni ci CO2 equivalenti. Rifiuti Il tema della produzione di rifiuti è strettamente collegato alla questione dello sfruttamento delle risorse naturali, rinnovabili e non, e, più in generale, alla sostenibilità dello sviluppo. In tal senso, la prevenzione e la riduzione della produzione di rifiuti, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, sono considerati obiettivi prioritari. A livello regionale e provinciale è stato messo in alto, ormai da anni, in collaborazione con gli uffici tecnici comunali, un sistema di monitoraggio sui rifiuti. I dati del monitoraggio sono pubblicati sui siti web degli Osservatori Provinciali dei Rifiuti e sul sito web di ARPA Lombardia. Il comparto rifiuti dell RSA di CaLoPiCos presenta un analisi sull andamento della produzione di rifiuti i urbani (prodotti in ambito civile) e della raccolta differenziata, mettendo a confronto i dati dei comuni dell A21 con quelli provinciali e regionali. 154

155 Produzione rifiuti urbani (RU) La produzione annua pro-capite di rifiuti è un indicatore comunemente utilizzato nei diversi set di indicatori di sostenibilità, a livello nazionale e internazionale, con lo scopo di misurare la produzione di rifiuti a livello urbano. Le tipologie di rifiuto considerate per il calcolo dell indicatore sono: rifiuti domestici (provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione); comprendono le tipologie di rifiuto raccolte in maniera differenziata (RD) o in maniera indifferenziata (RSU); rifiuti assimilati ai domestici (rifiuti non pericolosi, non provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile, assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità); rifiuti provenienti dalla pulizia delle strade. Restano esclusi dal calcolo dell indicatore i rifiuti speciali, ovvero, provenienti da attività produttive). Per il calcolo, in particolare, il totale dei rifiuti raccolto nel comune in un anno viene diviso per la popolazione residente: Produzione R Tot = TotRSU [kg] / ab 46 Produzione di rifiuti urbani per l'anno Produzione [Kg/ab*gg] RU Castro 1,56 1,46 1,38 1,66 1,56 1,08 CostaVolpino 1,54 1,46 1,36 1,55 1,75 1,31 Lovere 1,48 1,45 1,39 1,44 1,55 1 Pisogne 1,33 1,29 1,38 1,41 1,5 1,55 PROV BG 1,22 1,2 1,22 1,23 1,26 1,22 PROV BS 1,62 1,6 1,6 1,63 1,69 1,67 LOMBARDIA 1,39 1,36 1,38 1,36 1,42 1,4 Tabella 1: Andamento della produzione pro capite di rifiuti dal 2002 al 2007 (fonte dati: 155

156 Come evidenziato dai dati sopra riportati, va detto innanzitutto che la provincia di BS ha una produzione di rifiuti media procapite sensibilmente superiore alla media della provincia di BG e superiore anche alla media regionale. Gli andamenti della produzione di rifiuti al interno dei comuni dell A21 si mantengono generalmente sui livelli della media regionale, superiori alla media bergamasca e inferiori ala media bresciana. Nessuno fra i 4 comuni presenta andamenti che si discostano in maniera sensibile dall andamento medio: a seconda dell anno considerato, i massimi e i minimi registrati si riferiscono a comuni differenti. Raccolta differenziata La raccolta differenziata, che consiste nel raggruppamento dei rifiuti in frazioni merceologiche omogenee, è lo strumento di gestione da adottare prioritariamente nel momento in cui il rifiuto viene prodotto, al fine di raggiungere efficaci risultati di miglioramento nel ciclo complessivo di gestione dei rifiuti. Massimizzare la raccolta differenziata è considerato un obiettivo prioritario. La differenziazione della raccolta consente infatti di recuperare materia prima e garantisce un più efficiente recupero energetico ed uno smaltimento appropriato dei rifiuti pericolosi. L intercettazione di frazioni merceologiche omogenee (vetro, carta, plastica, etc...) consente infatti l avvio delle stesse al riutilizzo, al riciclaggio e al recupero. In questo contesto, le normative in vigore, sia a livello regionale, sia a livello nazionale, definiscono dei precisi obiettivi minimi di raccolta differenziata da conseguire. Per il calcolo dell indicatore si sono considerate tutte le tipologie di rifiuto prodotte che sono state raccolte in maniera differenziata (ovvero, suddivise per tipologia merceologica di rifiuto), sia in ambito civile (rifiuti urbani), sia in ambito produttivo (rifiuti speciali). Le principali categorie merceologiche di rifiuto sono: carta, imballaggi, vetro, plastica, lattine, pneumatici, metalli, legno. Per il calcolo dell indicatore, il totale della raccolta differenziata in un anno viene diviso per la produzione totale di rifiuti, a livello comunale. RD [%] Castro 22,9% 21,7% 22,9% 26,6% 25,2% 48,8% CostaVolpino 22,5% 23,9% 22,5% 25,0% 21,4% 19,1% Lovere 20,6% 21,9% 20,6% 26,6% 25,1% 47,1% 156

157 Pisogne 14,9% 12,7% 14,9% 19,0% 19,8% 24,5% PROV BG 50,3% 50,0% 41,7% 42,7% 43,9% 45,3% PROV BS 30,7% 32,9% 49,8% 49,6% 50,1% 52,8% LOMBARDIA 39,0% 40,8% 31,8% 33,3% 34,2% 35,9% Tabella 2: Andamento della produzione di raccolta differenziata dal 2002 al 2007 (fonte dati: Come evidenziato dai dati sopra riportati, le province di BG e BS presentano delle percentuali di raccolta differenziata sensibilmente superiori rispetto alle medie regionali. Gli andamenti della raccolta differenziata all interno dei comuni dell A21 variano da comune a comune. I comuni di Pisogne e Costa Volpino presentano, in particolare, delle percentuali inferiori rispetto ai comuni di Lovere e Castro. La differenza si fa più marcata considerando i dati dell anno In generale, si registra comunque un incremento delle percentuali di raccolta differenziata dal 2002 al La tabella successiva riporta il numero di raccolte effettuate nei comuni dell A21 e le medie provinciali e regionali dal 2002 al Per numeri di raccolte si intendono le diverse tipologie merceologiche raccolte in maniera differenziata sul territorio comunale. Produzione [Kg/ab*gg] RU Castro CostaVolpino Lovere Pisogne PROV BG , ,7 12,9 PROV BS ,7 11,8 LOMBARDIA 12,4 12, ,9 12,6 Tabella 3: Servizi di raccolta differenziata dal 2002 al 2007 (fonte dati: 157

158 Come evidenziato dai dati riportati in tabella, il numero di raccolte nei comuni dell A21 negli ultimi anni è inferiore rispetto alle medie provinciali e regionali. Va segnalato infine che non risultano in corso attività di promozione del compostaggio domestico, che consentirebbero una riduzione del quantitativo di rifiuto umido prodotto sul terrritorio di CA.LO.PI.COS. Territorio All interno del comparto Territorio sono stati inseriti diversi temi rappresentativi sia delle pressioni antropiche sul territorio di CA.LO.PI.COS., che di alcuni interventi e disposizioni mirate alla salvaguardia e al recupero del territorio stesso. Tra i temi rappresentativi delle pressioni antropiche troviamo elementi legati all attività edilizia e urbanistica (uso del suolo e ambiti di trasformazione). Per quanto riguarda le attività produttive sono stati inseriti i temi siti a rischio di incidente rilevante e inquinamento elettromagnetico, quest ultimo limitatamente alla localizzazione delle infrastrutture per le telecomunicazioni dislocate sul territorio. Completano il comparto le aree protette ed i siti oggetto di bonifica, legati alle azioni di tutela e recupero del territorio. Uso del suolo Consumo di suolo L indicatore ha lo scopo di determinare il livello di occupazione del territorio da parte del processo di antropizzazione, fornendo informazioni sulla quantità di suolo sottratta alla sua vocazione naturale. L indicatore mira a stimare, seppur in maniera generica, la pressione a cui è sottoposta la risorsa suolo e si calcola come superficie del territorio comunale urbanizzato sul totale del territorio: Consumo di suolo = ( SUP Urbanizzata [ha] / SUP TOT Comunale [ha] ) % Dal sito web della Regione è stato possibile reperire la superficie totale dei comuni e le superfici urbanizzate, attraverso il servizio di Download Dati Geografici della Regione Lombardia, accessibile all indirizzo web I layers utilizzati ai fini del calcolo sono Ambiti amministrativi comunali e Urbanizzato, all interno del gruppo Base dati geografica di sintesi. 158

159 Comune Percentuale di suolo urbanizzato [%] Castro 8,8% Lovere 18,9% Pisogne 4,2% CostaVolpino 13,4% Consumo di Suolo sul territorio di CA.LO.PI.COS., calcolato come percentuale di suolo urbanizzato rispetto al totale. Densità abitativa rispetto all'urbanizzato Un secondo indicatore atto a rappresentare l utilizzo del territorio è costituito dalla densità abitativa sull urbanizzato, calcolato come numero di abitanti sulla superficie di territorio urbanizzato: Densità abitativa sull urbanizzato = abitanti / superficie urbanizzata [kmq] I dati di popolazione sono gli stessi presentati nel comparto contesto di riferimento e sono aggiornati al primo gennaio 2008 (fonte ISTAT). Comune Densità di popolazione su urbanizzato [ab/kmq] Castro 5488 Lovere 3976 Pisogne 3791 CostaVolpino 3516 Densità abitativa rispetto all'urbanizzato. [.] Aree protette Le aree naturali protette, o oasi naturali, sono quelle aree di particolare interesse naturalistico, o storico-culturale, che rispondono a determinati criteri stabiliti dalla legge. È con la legge regionale n. 86 del 1983 che viene istituito un "Sistema delle Aree Protette Lombarde", che comprende: 159

160 26 parchi regionali, distinti per tipologia: fluviali, montani, di cintura metropolitana, agricoli e forestali; 22 parchi di interesse sovracomunale, 58 riserve naturali 25 monumenti naturali. Questa "rete" copre oltre ettari di territorio della Lombardia, e rappresenta un patrimonio inestimabile di ricchezze naturali, storiche e culturali, non solo da tutelare, ma da promuovere e comunicare, in quanto bene di ogni cittadino. Una parte del territorio di CA.LO.PI.COS. è inserita all' interno il Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) dell Alto Sebino che interessa 10 comuni (Castro, Costa Volpino, Fonteno, Lovere, Pianico, Riva di Solto, Rogno, Solto Collina, Sovere, Bossico. Il parco è stato riconosciuto con il D.G.P n. 292 del L area si estende su di una superficie di quasi ettari. La sua collocazione geografica è compresa tra le pendici dell'alto Sebino, il fondovalle dell'oglio, le pendici della destra idrografica del Fiume Oglio prelacuale, le valli interne e la dorsale Monte Pora e Monte Alto nonché tra il fondovalle e le pendici della bassa Valle Borlezza. L'area protetta presenta una notevole variabilità altitudinale, i cui estremi sono dati dai m del Monte Pora e dai circa 198 m della superficie del Lago d'iseo. L estensione altitudinale del Parco, la sua complessa morfologia e la presenza del lago con effetti mitiganti sul clima, consentono lo sviluppo di diverse tipologie vegetazionali. Tra le comunità vegetali si segnalano quelle ripariali, presenti lungo le aste fluviali dell'oglio e del Borlezza, caratterizzate dalla presenza di specie quali il Salice bianco, il Salicone, il Pioppo nero, l'ontano nero e l'ontano bianco. La vegetazione rupicola del Parco, pur avendo un'estensione areale molto limitata, riveste un grande significato biogeografico in quanto ospita alcune tra le specie più rare, tra cui la preziosa Campanula elatinoides. Interessanti anche le praterie, siano esse quelle soggette a sfalcio sia quelle situate in altura (triseteti e nardeti), ma sicuramente di straordinario valore ecologico sono le praterie aride ricchissime di specie e particolarmente delicate in quanto soggette a rapida trasformazione se non adeguatamente gestite. Tra le altre tipologie di vegetazione presenti nel Parco si segnalano gli orno-ostrieti che colonizzano i versanti nella porzione più bassa. Non mancano anche gli acero-frassineti, i boschi di betulla, i castagneti, i faggeti e le boscaglie a pino mugo. Il territorio del PLIS, vasto, articolato morfologicamente e coperto 160

161 da una vegetazione in massima parte spontanea ed in equilibrio con i caratteri ecologici dell'ambiente, ospita anche una fauna altrettanto ricca e diversificata. Il parco è attualmente gestito dalla Comunità Montana Alto Sebino, anche se quest'ultima è stata recentemente accorpata alla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, costituita da 38 comuni (10 che appartenevano alla Comunità Montana Alto Sebino; 12 che appartenevano alla Comunità Montana Monte Bronzone e Basso Sebino; 16 che appartenevano alla Comunità Montana Val Cavallina). La fusione delle 3 comunità e la nascita della nuova avvengono ai sensi della legge regionale n. 19 del 2008 Riordino delle Comunità montane della Lombardia, disciplina delle unioni di comuni lombarde e sostegno all'esercizio associato di funzioni e servizi comunali. Nell ambito delle aree protette, va segnalato anche il costante impegno del circolo Legambiente Alto Sebino per la salvaguardia, tutela e valorizzazione del torrente Borlezza. Nel Marzo 2008 la LUCCHINI SPA, proprietaria dell area, ha stipulato con LEGAMBIENTE un atto di convenzione, dando in comodato d uso un area di metri quadrati per 60 anni ad uso gratuito per la costituzione di un parco pubblico. E nato così il PARCO DELLA GOLA DEL TINAZZO, finalizzato alla creazione di un oasi naturale con percorsi didattici per le scuole del territorio e per i turisti che sempre più numerosi visitano l Alto Sebino. Lo scopo è quello di riqualificare un area pressoché sconosciuta, valorizzarla, e con un servizio di guide, renderla fruibile, primo passo verso il recupero ambientale del torrente Borlezza. Il sito fa parte del progetto Retenatura, il sistema delle aree naturali di Legambiente ( Siti oggetto di bonifica La qualità delle varie matrici ambientali (suolo, aria, acqua) può essere considerata buona ovvero non contaminata qualora non provochi danni all uomo, alla fauna ed alla flora. La normativa attualmente in vigore (D.L. 152/06) sancisce l obbligo di intervenire ove si sia verificato e/o accertato l inquinamento di un area secondo le indicazioni riportate nel titolo V della legge citata. La procedura per una bonifica si rende necessaria nel momento in cui ci si trova in presenza di: sito inquinato: sito che presenta livelli di contaminazione o alterazioni chimiche, fisiche o biologiche del suolo o del sottosuolo o delle acque superficiali o delle acque sotterranee tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente 161

162 naturale o costruito. Ai fini del D.M. 471/1999 è da considerarsi inquinato il sito nel quale anche uno solo dei valori di concentrazione delle sostanze inquinanti nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque sotterranee o nelle acque superficiali risulta superiore ai valori di concentrazione limite accettabili stabiliti; sito potenzialmente inquinato: sito nel quale, a causa di specifiche attività antropiche pregresse o in atto, sussiste la possibilità che nel suolo o nel sottosuolo o nelle acque superficiali o nelle acque sotterranee siano presenti sostanze contaminanti in concentrazioni tali da determinare un pericolo per la salute pubblica o per l'ambiente naturale o costruito. Sul territorio del Comune di Castro non si rileva la presenza di alcun sito oggetto di bonifica. Siti a rischio incidente rilevante L' "incidente rilevante", così come definito dal D. Lgs. 334/99 (più noto come legge Seveso-bis"), è un evento quale un'emissione, un incendio, o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si possono verificare durante la normale attività di uno stabilimento e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito per la salute umana o per l'ambiente all'interno o all'esterno dello stabilimento e in cui intervengono una o più sostanze pericolose. Il rischio potenziale di incidente rilevante varia in base alla quantità e qualità delle sostanze presenti e trattate negli stabilimenti e ai loro cicli produttivi. La normativa interessa gli stabilimenti industriali in cui sono presenti specifiche sostanze pericolose, puntualmente individuate, con quantità uguali o superiori a quelle indicate all interno della normativa stessa. L obiettivo del D.Lgs. 334/99, successivamente"perfezionato" dal D.Lgs. 238/2005, che recepisce la direttiva 2003/105/CE (meglio conosciuta come Seveso III), è "la prevenzione degli incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose e la limitazione delle loro conseguenze per l'uomo e per l'ambiente, al fine di assicurare in modo coerente ed efficace un elevato livello di protezione in tutta la comunità". La normativa intende perseguire e incrementare un rapporto di chiarezza e trasparenza tra le aziende stesse e la popolazione circostante, un rapporto sempre più importante per far convivere sviluppo e benessere con salute e ambiente. Il "sistema" di gestione della sicurezza a cui la normativa fa riferimento, si realizza tramite l'adempimento da parte delle aziende interessate ad alcune procedure, differenziate a seconda del tipo di attività, fra cui: 162

163 notifica del sito agli enti competenti elaborazione del documento che definisce la politica di prevenzione degli incidenti con il programma per la gestione della sicurezza e del manuale e del manuale che attua il sistema di gestione della sicurezza; realizzazione dei piani di emergenza interni ed esterni alle aziende divulgazione della scheda di informazione di incidente rilevante alla popolazione La scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante alla popolazione, in particolare, è lo strumento che coinvolge direttamente i cittadini. Tramite questa scheda i cittadini hanno accesso allo studio di sicurezza integrato eseguito dalle aziende. La scheda (all.v D.Lgs.334/99 e s.m.i.), compilata dal gestore dello stabilimento, deve essere periodicamente aggiornata e inviata agli enti competenti. I due siti di a rischio di incidente rilevante individuati sul territorio di CA.LO.PI.COS. Sono: Dmv Stainless Italia Srl: Siderurgica Dmv Stainless Italia Srl, tubi e acciaio, situata al confine tra i comuni di Pisogne e Costa Volpino. Siderurgica Lucchini: al confine tra i comuni di Castro e Lovere. Inquinamento elettromagnetico Con il termine elettrosmog si designa il presunto inquinamento elettromagnetico da radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti, quali quelle prodotte da emittenti radiofoniche, cavi elettrici percorsi da correnti alternate di forte intensità (come gli elettrodotti della rete di distribuzione), reti per telefonia cellulare, e dagli stessi telefoni cellulari. L installazione di questo tipo di impianti sul territorio pone delle problematiche sia relative alla salute dei cittadini (esposizione ai campi elettromagnetiche) che all impatto di tipo paesaggistico di queste strutture Il dibattito sulla reale pericolosità di questo tipo di onde è tuttora aperto, in mancanza di studi di tipo epidemiologico per analizzare la correlazione tra l esposizione alle onde elettromagnetiche e l insorgenza di particolari malattie. Per effettuare un corretto studio epidemiologico è necessario infatti avere a disposizione un campione di dati sufficientemente ampio per poter arrivare a conclusioni correttamente supportate dal punto di vista statistico. E tuttavia stato accertato che l esposizione a questo tipo di onde provoca l'innalzamento della temperatura dei tessuti biologici attraversati, soprattutto quelli più ricchi di acqua. 163

164 Per quanto riguarda la normativa vigente si rimanda al sito della Regione Lombardia, dove è presente un elenco delle principali Leggi e norme attuative, aggiornato al 31 agosto Nella mappa che segue sono indicate le posizioni degli impianti di telecomunicazione presenti sul territorio di CA.LO.PI.COS, limitatamente ai ripetitori di telefonia cellulare e di tipo radiotelevisivo. Sulla mappa sono indicati gli impianti per le telecomunicazioni presenti sul territorio di CA.LO.PI.COS. Turismo Nel comparto turismo vengono approfonditi due temi. Nel primo tema, Turismo Sostenibile, viene presentato il progetto Seb-1, per la promozione del turismo sostenibile sul territorio. Nel secondo, Ecolabel Turismo, vien presentato il tema della certificazione ambientale per le strutture ricettive sul territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. E opportuno premettere che nel territorio dell Agenda 21 di Ca.Lo.Pi.Cos. il sistema turistico è incentrato soprattutto sulla presenza del lago. Le potenzialità turistiche dell entroterra, della parte montana, risultano ancora poco valorizzate. In particolare, l analisi dei dati relativi alle presenza alberghiere nel territorio evidenzia una significativa prevalenza nel Comune di Lovere, come evidenziato dai dati riportati nelle successive tabelle. Comune Esercizi Letti Camere Bagni Castro Lovere Pisogne CostaVolpino Tabella 1: Esercizi alberghieri sul territorio di CA.LO.PI.COS, dati aggiornati al 2007 (fonte dati: 164

165 Comune Posti letto/1000 abitanti Castro 9,81 Lovere 54,56 Pisogne 6,22 CostaVolpino 5,44 Tabella 2: Esercizi alberghieri, posti letto ogni 1000 abitanti, dati aggiornati al 2007 (fonte: Comune Numero Letti Castro 3 19 Lovere 5 72 Pisogne CostaVolpino 0 0 Tabella 3: Esercizi complementari e Bed and Breakfast sul territorio di CA.LO.PI.COS, dati aggiornati al 2007 (fonte dati: Va inoltre ricordato che nel Comune di Pisogne si trova anche un campeggio (Camping Eden - ) nella località Gioia con una possibilità ricettiva di 240 posti letto. Anche nel territorio del Comune di Costa Volpino c è un campeggio, attualmente non più utilizzato, ma potenzialmente ancora fruibile, situato tra la foce del Fiume Oglio e la Località Bersaglio. Nelle tabelle successive vengono invece presentati dati relativi agli afflussi turistici sul territorio di Ca.Lo.Pi.Cos. Comune Arrivi 2003 Arrivi 2004 Arrivi 2005 Castro Lovere Pisogne CostaVolpino

166 Tabella 4: Flussi turistici, arrivi per gli anni (fonte dati: SISEL, Comune Presenze 2003 Presenze 2004 Presenze 2005 Castro Lovere Pisogne CostaVolpino Tabella 5: Flussi turistici, presenze per gli anni (fonte dati: SISEL, ). Turismo sostenibile Il progetto Seb-1 (acrostico di Sebino e Camuno) è una piattaforma organizzativa che unisce associazioni, professionisti del territorio ed enti al fine di creare delle opportunità di turismo attivo e sostenibile sul territorio sebino-camuno. L obiettivo è far conoscere il territorio per conservarlo, viverlo con oculatezza e con uno sviluppo sostenibile offrendo ai visitatori e ai turisti del lago un calendario di occasioni di sport, svago e intrattenimento sul territorio. L'area di azione comprende tutto il Sebino, la Valle Camonica, la Franciacorta, la Valle Borlezza fino alla conca della Presolana e il lago di Endine. In particolare, sono state elaborate diverse tipologie di proposte turistiche: intinerari culturali, itinerari natura ambiente, proposte sportive lago e montagna L ufficio di Seb-1 si chiama Molo 15 e si trova nel Porto Turistico di Lovere. Seb-1 è sede operativa di Legambiente Alto Sebino. Ecolabel turismo Legambiente, l'associazione ambientalista più diffusa in Italia, ha lanciato nel 1997 l'etichetta ecologica (ecolabel) "Consigliato per l'impegno in difesa dell'ambiente". Questo marchio di qualità contraddistingue le strutture ricettive (hotel, camping, agriturismi, ostelli per la gioventù, residence, B&B) che adottano misure per ridurre l'impatto delle proprie attività sull'ambiente e per promuovere il territorio circostante. L'obiettivo generale della proposta di Legambiente Turismo è quello di alleggerire e/o contenere il carico sul territorio riducendo l'impatto ambientale sul turismo; favorire 166

167 vacanze più consapevoli e ricche di qualità e comfort; coinvolgere gli operatori locali e i turisti in una scelta duratura e consapevole. Questi i principi guida: valorizzare la qualità, cogliendo la specificità del settore turistico e la sua articolazione in strutture piccole e qualificate che sono una ricchezza apprezzata sempre più dalla clientela; estendere l'uso razionale delle risorse naturali; sostenere la mobilità collettiva e leggera; lasicurezza degli alimenti, ma puntare anche sulle specificità del territorio (che spesso sono il motivo del viaggio), ed i prodotti tipici, i beni artistici, culturali e ambientali del luogo; valorizzare la diversità delle situazioni per evitare scelte troppo centralizzate e l'eccessiva omogeneizzazione dei contenuti; coinvolgere attivamente i soggetti partecipanti nel definire metodi, procedure, criteri e misure (azione necessaria per conseguire un miglioramento reale della qualità ambientale del settore turistico). I rapporti tra i partner che partecipano ai vari progetti locali sono disciplinati da specifici protocolli d'intesa. In ognuno di questi accordi, imprenditori turistici, Enti locali e Legambiente Turismo si impegnano a svolgere i loro ruoli istituzionali: i rappresentanti degli imprenditori selezionano le aziende e le tutelano; Legambiente Turismo stabilisce gli obiettivi generali, definisce ogni anno con gli aderenti le misura da adottare e controlla il rispetto degli impegni obbligatori; gli Enti locali si impegnano a migliorare la gestione dei servizi e la vivibilità della destinazione. Negli accordi dove non vi sono partner pubblici locali, le parti si impegnano ad intervenire con azioni congiunte verso le autorità pubbliche e le aziende di servizio. 167

168 Sulla mappa sono riportate le strutture turistiche che aderiscono ad ECOLABEL presenti sul territorio della A21 di Calopicos, con i relativi contatti. Energia Secondo l'agenda 21, "l' energia è essenziale per lo sviluppo economico e sociale e per il miglioramento della qualità della vita. Tuttavia gran parte dell'energia nel mondo viene prodotta e consumata con modalità che non potranno essere sostenibili se la tecnologia rimarrà immutata e se le quantità globali cresceranno senza controllo". Il consumo energetico è in costante aumento in Italia e in Europa, accrescendo in tal modo la dipendenza dall importazione di combustibili fossili e pregiudicando la sicurezza dell approvvigionamento. L uso maggiore dei combustibili fossili, inoltre, ha un impatto negativo sull ambiente e non ci sono dubbi ormai sull urgenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica e rallentare il processo di riscaldamento globale. In questo comparto vengono presentati dati legati a 3 diversi temi. Il primo tema riguarda i consumi energetici totali dei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos. Il secondo tema riguarda invece la produzione di energia da fonti rinnovabili (idroelettrico, solare termico e solare 168

169 fotovoltaico). L ultimo tema tratta infine l argomento della certificazione energetica degli edifici nei 4 Comuni, strettamente correlato al concetto di risparmio energetico. Consumi elettrici La seguente tabella riporta i consumi globali elettrici a livello comunale, espressi in kwh annui. I dati sono stati forniti dagli uffici tecnici di Comuni. Comune Castro Consumi elettrici [KWh] n.d. Lovere Pisogne CostaVolpino n.d. Consumi elettrici sul territorio di CA.LO.PI.COS., dati aggiornati al Sulla base di questi è possibile calcolare l indicatore dei consumi elettrici procapite, che si ottiene dividendo il consumo totale del comune sulla popolazione. Comune Castro Consumo energetico procapite [KWh/ab/anno] n.d. Lovere 357,4 Pisogne 525,8 CostaVolpino n.d. Consumo elettrico procapite sul territorio di CA.LO.PI.COS., dati aggiornati al Considerando che i dati sono incompleti risulta difficile poter fare dei commenti a riguardo che vengono pertanto rimandati a una fase di futuro aggiornamento della RSA. Fonti rinnovabili Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala dei tempi 169

170 "umani" e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Sono dunque generalmente considerate "fonti di energia rinnovabile" il sole, il vento, il mare, il calore della Terra, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro, mentre quelle "non rinnovabili", sia per avere lunghi periodi di formazione di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana, sono limitate nel futuro. Se la definizione in senso stretto di "energia rinnovabile" è quella sopra enunciata, spesso vengono usate come sinonimi anche le locuzioni "energia sostenibile" e "fonti alternative di energia". Esistono tuttavia delle sottili differenze: Energia sostenibile è una modalità di produzione ed uso dell'energia che permette uno sviluppo sostenibile: ricomprende dunque anche l'aspetto dell'efficienza degli usi energetici. Fonti alternative di energia sono invece tutte quelle diverse dagli idrocarburi cioè non fossili. Alla luce di ciò, non esiste una definizione univoca dell'insieme delle fonti rinnovabili, esistendo in diversi ambiti diverse opinioni sull'inclusione o meno di una o più fonti nel gruppo delle "rinnovabili". Secondo la normativa di riferimento italiana (DL 16 marzo 1999, n.79, art. 2,15), vengono considerate "rinnovabili": «il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici». Una distinzione che spesso viene fatta in tale ambito è quella tra fonti rinnovabili "classiche" (essenzialmente idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili "nuove" (anche dette "NFER"), tra cui vengono generalmente incluse l'energia solare, eolica e da biomassa. Nell'ambito della produzione di energia elettrica le fonti rinnovabili vengono inoltre classificate in "fonti programmabili" e "fonti non programmabili', a seconda che possano essere programmate in base alla richiesta di energia oppure no. Secondo la definizione del Gestore Servizi Elettrici (GSE, anche conosciuto come GRTN), nel primo gruppo rientrano "impianti idroelettrici a serbatoio e bacino, rifiuti solidi urbani, biomasse, impianti assimilati che utilizzano combustibili fossili, combustibili di processo o residui", 170

171 mentre nel secondo gruppo (non programmabili) si trovano "impianti di produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas". Talvolta, in alcuni ambiti, anche risparmio energetico ed efficienza energetica sono considerate -per estensione - "fonti rinnovabili", sebbene a rigore tali tematiche facciano parte dell'utilizzo razionale dell'energia, e non della loro produzione. Taluni, ancora, considerano questi due aspetti, legati all'uso piuttosto che alla produzione, all'interno della categoria dell'energia sostenibile. La tematica si intreccia anche con il problema del riscaldamento globale e delle emissioni di CO2: una definizione parallela di energie rinnovabili riguarda quindi anche il fatto che esse non contribuiscano all'aumento dell'effetto serra (pur fra difficoltà di effettiva verifica delle emissioni effettive e reali di tutta la filiera energetica/produttiva), sebbene anche in questo caso sia più rigoroso parlare di energia sostenibile, essendo l'accento posto sugli effetti ambientali della produzione di energia, piuttosto che sulle fonti da cui viene ottenuta. Idroelettrico Tra le più antiche si trovano certamente le centrali idroelettriche, che hanno il vantaggio di avere lunga durata (molte delle centrali esistenti sono operative da oltre 100 anni). Inoltre le centrali idroelettriche sono pulite e hanno poche emissioni. L'energia prodotta da fonte idroelettrica, che ebbe un ruolo fondamentale durante la crescita delle reti elettriche nel XIX e nel XX secolo, sta sperimentando una rinascita della ricerca nel XXI secolo, anche con lo sfruttamento di salti d'acqua relativamente piccoli rispetto a quelli utilizzati in passato. Ad accrescere il valore di Idroelettrica Lombarda concorrono i Certificati Verdi, titoli emessi dal Gestore del Sistema Elettrico per attestare la produzione di energia da fonte rinnovabile. Sul territorio di CA.LO.PI.COS. sono operativi diverse centrali, gestite da Idroelettrica Lombarda, una società del Gruppo Svizzero BKW, che gestisce un sistema di 8 impianti idroelettrici situati in vari comuni nelle province di Bergamo e Brescia, per una potenza complessiva installata di 42 MW. Gli impianti presenti sul territorio di CA.LO.PI.COS., con le relative potenze installate, sono riassunti nella tabella seguente

172 Nome Località Corso d'acqua derivato Potenza nominale installata [KW] Salto d'acqua [m] Centrale di Paraviso Pisogne Fiume Oglio Centrale di Govine Pisogne Sorgente Tufere/Torbiolo Centrale di Piazza Sovere Torrente Borlezza Centrale di Maccarano Sovere Torrente Borlezza Centrale di Sovere Sovere Torrente Borlezza Centrale di Poltragno Lovere Torrente Borlezza Centrale di Tinazzo Lovere Torrente Borlezza Centrale di Castro Castro Torrente Borlezza Gli impianti produttivi idroelettrici gestiti da Idroelettrica Lombarda sul territorio di CA.LO.PI.COS. 172

173 Localizzazione degli impianti gestiti da Idroelettrica Lombarda (da brochure di Idroelettrica Lombarda). Fotovoltaico e solare termico Accanto alla fonte di energia rinnovabile "tradizionale" costituita dalle centrali idroelettriche, è importante sottolineare l'importanza delle fonti rinnovabili di nuova generazione come il fotovoltaico, il solare termico e l'eolico. La tecnologia per l'utilizzo termico dell'energia solare ha raggiunto maturità ed affidabilità tali da farla rientrare tra i modi più razionali e puliti per scaldare l'acqua o l'aria nell'utilizzo domestico e produttivo. La radiazione solare, nonostante la sua scarsa densità (che raggiunge 1kW/m2 solo nelle giornate di cielo sereno), resta la fonte energetica più abbondante e pulita sulla superficie terrestre. Il rendimento dei pannelli solari è aumentato di un buon 30% nell'ultimo decennio, rendendo varie applicazioni nell'edilizia, nel terziario e nell'agricoltura commercialmente competitive. Le applicazioni più comuni sono relative ad impianti per acqua calda sanitaria, riscaldamento degli ambienti e piscine; sono in aumento casi di utilizzo nell' industria, nell'agricoltura e per la refrigerazione solare. 173

174 In ambito urbano l'acqua calda sanitaria è per la maggior parte dei casi prodotta con scaldabagni elettrici o caldaie a gas. La produzione di acqua calda sanitaria, con l'uso di energia elettrica dissipata dalla resistenza presente nello scaldabagno, risulta un processo costoso dai punti di vista energetico, ambientale ed economico, se confrontato con la produzione di acqua calda con caldaie a gas. L'introduzione aggiuntiva di un collettore solare termico, che sostituisca parte della produzione di calore, comporta benefici ancora maggiori. Di seguito vengono analizzati brevemente gli effetti energetici, economici ed ambientali che l'introduzione di tre diverse tipologie di impianti per il riscaldamento per acqua sanitaria possono conseguire, in relazione all'introduzione di un sistema solare termico attivo, in particolare si analizzeranno le seguenti possibili soluzioni: 1. sostituzione dello scaldabagno elettrico con un sistema integrato solare/gas 2. integrazione del sistema gas preesistente con impianto solare 3. integrazione del sistema elettrico con impianto solare (per impossibilità di sostituzione con sistema gas). Il primo caso interessa molte utenze domestiche e pubbliche, di piccola taglia, che non hanno ancora affrontato la questione e, di conseguenza, potrebbero essere incentivate, in analogia con i provvedimenti sulle rottamazioni, ad una sostituzione dello scaldabagno elettrico. Nel secondo caso l'integrazione del sistema gas preesistente con impianto solare, prevede un costo di integrazione ridotto al minimo; si tratta di fatto di utenze che hanno già scelto il gas e potrebbero, con sistemi solari termici, risparmiare il 60 % annuo di gas combusto. Il terzo caso è relativo a realtà in cui il sistema di riscaldamento non può che essere elettrico, per ragioni urbanistiche o per la particolarità dell'utente. Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, la tecnologia fotovoltaica (FV) si va oggi diffondendo molto rapidamente anche per applicazioni terrestri, come l'alimentazione di utenze isolate o gli impianti installati sugli edifici e collegati ad una rete elettrica preesistente. Il funzionamento dei dispositivi fotovoltaici si basa sulla capacità di alcuni materiali semiconduttori, opportunamente trattati, di convertire l'energia della radiazione solare in energia elettrica in corrente continua senza bisogno di parti meccaniche in movimento. Il materiale semiconduttore quasi universalmente impiegato oggi a tale scopo è il silicio. I vantaggi dei sistemi fotovoltaici sono la modularità, le esigenze di manutenzione ridotte (dovute all assenza di parti in movimento), la semplicità d'utilizzo, e, soprattutto, un impatto ambientale estremamente basso. In particolare, durante la fase di esercizio, 174

175 l'unico vero impatto ambientale è rappresentato dall'occupazione di superficie. Tali caratteristiche rendono la tecnologia fotovoltaica particolarmente adatta all'integrazione negli edifici in ambiente urbano. In questo caso, infatti, sfruttando superfici già utilizzate, si elimina anche l'unico impatto ambientale in fase di esercizio di questa tecnologia. I benefici ambientali ottenibili dall adozione di sistemi FV sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, supponendo che questa vada a sostituire dell'energia altrimenti fornita da fonti convenzionali. Sul territorio di CA.LO.PI.COS. sono già presenti alcune installazioni di questi tipi di impianti (fotovoltaico e solare termico), che sono evidenziati nella mappa seguente. Va segnalato che è in corso un progetto per la realizzazione di un impianto fotovoltaico di notevoli dimensioni (dell ordine dei 3MW), presso l insediamento della Lucchini SPA. Potrebbe essere inoltre interessante avviare un approfondimento per la valutazione di fattibilità e di potenziale resa di impianti di tipo eolico o mini-eolico, dato il particolare regime di venti presente sul territorio. Sulla mappa è evidenziata la posizione indicativa degli impianti solari fotovoltaici e termici 69 sul territorio di CA.LO.PI.COS. (Aggiornamento aprile 2009). 175

176 La certificazione energetica L'energia impiegata nel settore residenziale e terziario rappresenta circa il 40% del consumo finale di energia nella Comunità Europea. Nell' ottica di rispettare gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto per il contenimento delle emissioni di CO2, il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici e il conseguente risparmio energetico sono da considerarsi come obiettivi prioritari delle politiche nazionali e comunitarie. A questo scopo, il D.Lgs. n. 192/2005 (e s.m.i.), in attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia, per conseguire una riduzione dei consumi di energia e delle emissioni di inquinanti, stabilisce l'obbligatorietà della certificazione energetica degli edifici attraverso il rilascio dell' Attestato di Certificazione Energetica (ACE). Gli obblighi normativi in Regione Lombardia sono disciplinati dalla DGR VIII/5018 e s.m.i.. In regione Lombardia, in particolare, la certificazione energetica degli edifici è obbligatoria, secondo la seguente scadenza temporale: Dal 1 Settembre 2007 edifici di nuova costruzione, interventi di demolizione e ricostruzione in ristrutturazione, ristrutturazioni edilizie superiori al 25 %, recupero dei sottotetti a fini abitativi e ampliamenti volumetrici superiori al 20%; per tutti gli edifici, nel caso di trasferimento a titolo oneroso dell'intero edificio che avvenga mediante la cessione di tutte le unità immobiliari che lo compongono effettuata con un unico contratto; a decorrere dal 1 settembre 2007 ed entro il 1 luglio 2010, nel caso di edifici di proprietà pubblica o adibiti ad uso pubblico, la cui superficie utile superi i 1000 m2; per accedere agli incentivi ed alle agevolazioni di qualsiasi natura, sia come sgravi fiscali o contributi a carico di fondi pubblici o della generalità degli utenti, finalizzati al miglioramento delle prestazioni energetiche dell'edificio o degli impianti. Dal 1 Gennaio 2010 contratti Servizio Energia, nuovi o rinnovati, relativi ad edifici pubblici o privati; 176

177 dalla data di entrata in vigore della DGR VIII/8745: provvedimenti giudiziali portanti trasferimenti immobiliari resi nell'ambito di procedure esecutive individuali e di vendite conseguenti a procedure concorsuali contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, o nei quali figura comunque come committente un Soggetto pubblico. trasferimento a titolo oneroso delle singole unità immobiliari. dal 1 Luglio 2009 contratti di locazione, di locazione finanziaria e di affitto di azienda comprensivo di immobili, siano essi nuovi o rinnovati, riferiti a una o più unità immobiliari La certificazione energetica è un processo finalizzato a far conoscere al cittadino le caratteristiche energetiche del sistema edificio-impianto, permettendo all'utente di valutare l'efficienza energetica dell'immobile e al tempo stesso di avere una percezione di quelli che possono essere i costi di gestione connessi al riscaldamento-raffrescamento dell'edificio. I fattori che entrano in gioco per la determinazione del fabbisogno energetico di un edificio sono molteplici e riguardano sia la tipologia dell'impianto di riscaldamento presente, sia le tipologie di materiali, pareti e serramenti, che costituiscono l'involucro dell'edificio. La procedura di certificazione energetica prevede che un edificio venga classificato secondo 8 classi di riferimento, in base al fabbisogno di energia primaria per il riscaldamento invernale, espresso in kilowattora per metro quadro di superficie utile per anno [kwh/m2]. 177

178 Le seguente tabella riassume il numero di Certificazioni Energetiche effettuate nei comuni di Ca.Lo.Pi.Cos, dal Settembre 2007 (entrata in vigore della normativa regionale sulla certificazione energetica) al Giugno Si tenga presente in ogni caso che il maggior numero delle certificazioni effettuate si riferisce a edifici di nuova costruzione o a edifici che sono stati oggetti di interventi di riqualificazione energetica con accesso alle detrazioni fiscali del 55%. Comune Numero certificazioni Castro 5 Lovere 29 Pisogne 58 CostaVolpino 114 Ca.Lo.Pi.Cos (TOT) 206 Tabella 1: numero di certificazioni energetiche effettuate nei comuni al Giugno fonte dati: uffici tecnici comunali. 178

COMUNE DI BRESCIA PROVINCIA DI BRESCIA

COMUNE DI BRESCIA PROVINCIA DI BRESCIA COMUNE DI BRESCIA PROVINCIA DI BRESCIA Febbraio 2010 Nei capitoli successivi verranno affrontati i diversi punti sopra elencati, separatamente, al fine di agevolare la comprensione dei contenuti del

Dettagli

Valutazione Ambientale VAS PEAR. Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico. Milano, 19 gennaio 2015

Valutazione Ambientale VAS PEAR. Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico. Milano, 19 gennaio 2015 Valutazione Ambientale VAS PEAR Conferenza di Valutazione finale e Forum pubblico Milano, 19 gennaio 2015 Autorità competente per la VAS Struttura Fondamenti, Strategie per il governo del territorio e

Dettagli

DOCUMENTO DI PIANO PGT

DOCUMENTO DI PIANO PGT Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) DOCUMENTO DI PIANO PGT Allegato 1 a 1. INTRODUZIONE 1.1 Il presente modello metodologico procedurale

Dettagli

Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti

Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Provincia di Bergamo Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti Bergamo, 09 luglio 2007 dott.vittorio Biondi La VAS La Valutazione Ambientale Strategica si delinea

Dettagli

!!"# $%% % % &!!'#(!&"#)# * + +,-.+/--, / /

!!# $%% % % &!!'#(!&#)# * + +,-.+/--, / / !!"# $%% % % &!!'#(!&"#)# * + +,-.+/--, /0 +. - / 12 1-,,,+-/3/ 4!!"-# $5,,6 +,0 -. +. +7$/,+- 38/ +/2//./.9/4+-//+.+0/!!( (/ /3-.9 6-+,+ ',+9,-!! 1-1 --. / 0/9./4+-,+ ::.+ +. 3+-/.+ 6+/-+ 6, /33+ 9/38+-.;

Dettagli

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI [BUR20080134] [5.1.0] D.g.r. 18 aprile 2008 - n. 8/7110 Valutazione Ambientale di piani e programmi - VAS Ulteriori adempimenti

Dettagli

Valutazione Ambientale VAS. Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR. 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico

Valutazione Ambientale VAS. Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR. 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico Valutazione Ambientale VAS Programma Energetico Ambientale Regionale - PEAR 1 a Conferenza di Valutazione e Forum aperto al pubblico Milano, 12 novembre 2013 Autorità competente per la VAS Struttura Fondamenti,

Dettagli

PIANO DI RIORDINO IRRIGUO

PIANO DI RIORDINO IRRIGUO Allegato 1q Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) PIANO DI RIORDINO IRRIGUO 1. INTRODUZIONE 1.1 Quadro di riferimento Il presente modello

Dettagli

Determ. n N P.G.

Determ. n N P.G. COMUNE DI BRESCIA Determinazione dirigenziale Determ. n. - 4.04.2014 N.39370 P.G. OGGETTO: Settore Urbanistica. Avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) per la valorizzazione

Dettagli

DOCUMENTO DI PIANO PGT piccoli comuni

DOCUMENTO DI PIANO PGT piccoli comuni Allegato 1 b Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) DOCUMENTO DI PIANO PGT piccoli comuni 1. INTRODUZIONE 1.1 Norme di riferimento generali

Dettagli

SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE

SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE Allegato 1 r Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) SPORTELLO UNICO DELLE ATTIVITA PRODUTTIVE 1. INTRODUZIONE 1.1 Quadro di riferimento

Dettagli

Comune di Barbata Provincia di Bergamo

Comune di Barbata Provincia di Bergamo Comune di Barbata Provincia di Bergamo PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Documento preliminare (scoping) Funzioni e finalità della VAS Con la Direttiva Comunitaria 2001/42/CE

Dettagli

DICHIARAZIONE DI SINTESI

DICHIARAZIONE DI SINTESI Comune di Camisano Provincia di Cremona DICHIARAZIONE DI SINTESI Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2001/42/CE punto 5.16, DCR 0351/13 marzo 2007 processo di VAS del Piano della Variante Generale al P.G.T.

Dettagli

D.G.R. N. VIII/ 6420 del 27/12/2007. dell Assessore: DAVIDE BONI

D.G.R. N. VIII/ 6420 del 27/12/2007. dell Assessore: DAVIDE BONI D.G.R. N. VIII/ 6420 del 27/12/2007 dell Assessore: DAVIDE BONI VALUTAZIONE AMBIENTALE DI PIANI E PROGRAMMI - VASULTERIORI ADEMPIMENTI DI DISCIPLINA IN ATTUAZIONE DELL'ARTICOLO 4 DELLA LEGGE REGIONALE

Dettagli

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI

C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI [BUR2008031] [5.0.0] D.g.r. 27 dicembre 2007 - n. 8/6420 Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani

Dettagli

12 Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n Venerdì 03 agosto 2012

12 Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n Venerdì 03 agosto 2012 12 Bollettino Ufficiale D.g.r. 25 luglio 2012 - n. IX/3836 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi - VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) - Approvazione

Dettagli

Il processo di V.A.S. della SEAR

Il processo di V.A.S. della SEAR REGIONE UMBRIA Direzione regionale Risorsa Umbria. Federalismo, risorse finanziarie e strumentali Il processo di V.A.S. della SEAR Fase della Consultazione preliminare: - I incontro Perugia 6 febbraio

Dettagli

Comune di Graffignana

Comune di Graffignana Comune di Graffignana Provincia di Lodi Graffignana, lì 13 Giugno2011. Prot. n 3622 DICHIARAZIONE DI SINTESI Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2011/42/CE punto 5.16, D.C.R. 351 del 13.03.2007, D.G.R. 8/6420

Dettagli

La Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003 sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale;

La Direttiva 2003/4/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 28 gennaio 2003 sull'accesso del pubblico all'informazione ambientale; Delib.G.R. 20 aprile 2011, n. 9/1587 (1). Approvazione del programma regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) e della relativa valutazione ambientale strategica (VAS), c. 3, art. 19, L.R. 12 dicembre 2003,

Dettagli

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO NATURALE DEI COLLI DI BERGAMO

PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO NATURALE DEI COLLI DI BERGAMO PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO NATURALE DEI COLLI DI BERGAMO DICHIARAZIONE DI SINTESI FINALE ai sensi della L.R. 12/2005, della DCR 351/2007 e della DGR 761/2010 e dell art. 17 c. 1 lett.

Dettagli

Piano di Governo del Territorio PGT Valutazione Ambientale Strategica (VAS) DICHIARAZIONE DI SINTESI FINALE

Piano di Governo del Territorio PGT Valutazione Ambientale Strategica (VAS) DICHIARAZIONE DI SINTESI FINALE COMUNE DI OME PROVINCIA DI BRESCIA Piazza Aldo Moro, 1 25050 Ome (BS) - Tel. 030-652025 / Fax 030-652283 protocollo@pec.comune.ome.bs.it tecnico@comune.ome.bs.it / C.F. e Partita IVA: 00841600174 Prot.2587

Dettagli

comune di castelleone VAS V2d - rapporto ambientale

comune di castelleone VAS V2d - rapporto ambientale comune di castelleone VAS V2d - rapporto ambientale agosto 2008 a cura del servizio urbanistica con la collaborazione di prof.arch. Cesare Macchi Cassia arch. Pietro Macchi Cassia arch. Chiara Nifosì Comune

Dettagli

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Piano di Governo del Territorio del Comune di PONTERANICA. Assemblea pubblica.

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Piano di Governo del Territorio del Comune di PONTERANICA. Assemblea pubblica. VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA del Piano di Governo del Territorio del Comune di PONTERANICA Assemblea pubblica 30 Giugno 2017 perché si fa La valutazione Ambientale Strategica è stata introdotta dalla

Dettagli

MILANO - GIOVEDÌ, 24 GENNAIO Sommario. Deliberazione Giunta regionale 27 dicembre n. 8/6420

MILANO - GIOVEDÌ, 24 GENNAIO Sommario. Deliberazione Giunta regionale 27 dicembre n. 8/6420 REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - GIOVEDÌ, 24 GENNAIO 2008 2º SUPPLEMENTO STRAORDINARIO Sommario Anno XXXVIII - N. 18 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - 45% - art. 2, comma

Dettagli

RAPPORTO DI SCOPING. Documento di Scoping VAS PPGR. Provincia di Lecco. Valutazione Ambientale Strategica del

RAPPORTO DI SCOPING. Documento di Scoping VAS PPGR. Provincia di Lecco. Valutazione Ambientale Strategica del Provincia di Lecco Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti RAPPORTO DI SCOPING GIUGNO 2007 Legge regionale 12 dicembre 2003, n. 26 Disciplina dei servizi locali

Dettagli

PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO SENZA RILEVANZA REGIONALE

PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO SENZA RILEVANZA REGIONALE Allegato 1m bis Modello metodologico procedurale e organizzativo della valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) PROGRAMMA INTEGRATO DI INTERVENTO SENZA RILEVANZA REGIONALE COMPORTANTE VARIANTE

Dettagli

MILANO - GIOVEDÌ, 26 FEBBRAIO Sommario

MILANO - GIOVEDÌ, 26 FEBBRAIO Sommario REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - GIOVEDÌ, 26 FEBBRAIO 2009 2º SUPPLEMENTO STRAORDINARIO Sommario Anno XXXIX - N. 40 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - 45% - art. 2, comma

Dettagli

Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n Venerdì 22 dicembre 2017

Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n Venerdì 22 dicembre 2017 287 D.g.r. 18 dicembre 2017 - n. X/7575 Avvio del procedimento per l approvazione del programma regionale per il recupero e la valorizzazione del patrimonio minerario dismesso e della contestuale verifica

Dettagli

OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti.

OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti. OGGETTO: Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Provinciale per la gestione rifiuti urbani e speciali. Provvedimenti. Premesso che: tra le funzioni dell Assessorato Ambiente ed Ecologia

Dettagli

CITTA DI MARIANO COMENSE

CITTA DI MARIANO COMENSE PARERE MOTIVATO FINALE L AUTORITÀ COMPENTE PER LA V.A.S. D INTESA CON L AUTORITÀ PROCEDENTE VISTA la legge regionale 11 marzo 2005 n 12 Legge per il governo del territorio con la quale la Regione Lombardia

Dettagli

settore Mobilità, eliminazione barriere architettoniche e trasporto pubblico Determinazione dirigenziale n /07/2016

settore Mobilità, eliminazione barriere architettoniche e trasporto pubblico Determinazione dirigenziale n /07/2016 COMUNE DI BRESCIA settore Mobilità, eliminazione barriere architettoniche e trasporto pubblico Determinazione dirigenziale n. 1738-21/07/2016 OGGETTO: AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

Dettagli

L Autorità competente: Ing. Daniela Rovelli Responsabile del Servizio Lavori Pubblici, Manutenzioni, Ecologia

L Autorità competente: Ing. Daniela Rovelli Responsabile del Servizio Lavori Pubblici, Manutenzioni, Ecologia Comune di Sesto Calende Provincia di Varese PROT. 22028/08.08.2011 Piano di Governo del Territorio - PGT Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano DICHIARAZIONE DI SINTESI finale per approvazione

Dettagli

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SAN PAOLO D ARGON VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) FORMULAZIONE DEL PARERE FINALE

PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SAN PAOLO D ARGON VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) FORMULAZIONE DEL PARERE FINALE PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI SAN PAOLO D ARGON VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) FORMULAZIONE DEL PARERE FINALE (ai sensi del punto 6.10 dell allegato 1 della D.G.R. 8/10971 del

Dettagli

PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE - PIF

PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE - PIF PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE - PIF VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA IL DOCUMENTO DI SCOPING 18 Marzo 2014 1 a Conferenza VAS Estensore: Dott. Agronomo Gianfrancesco Ruggeri Delibera di Gestione n.5 del

Dettagli

IL PROCESSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: ASPETTI TECNICI E GIURIDICI

IL PROCESSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: ASPETTI TECNICI E GIURIDICI IL PROCESSO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA: Martedì 20 marzo 2012 Sala Multimediale Via Avogadro, 30 - Torino Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia Arch. Margherita

Dettagli

Determ. n N P.G.

Determ. n N P.G. COMUNE DI BRESCIA Determinazione dirigenziale Determ. n. 937-9.5.2013 N. 49903 P.G. OGGETTO: Settore Urbanistica. Avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica

Dettagli

Comune di Camisano. Provincia di Cremona PARERE MOTIVATO. Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2001/42/CE punto 5.16, DCR 0351/13 marzo 2007

Comune di Camisano. Provincia di Cremona PARERE MOTIVATO. Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2001/42/CE punto 5.16, DCR 0351/13 marzo 2007 Comune di Camisano Provincia di Cremona PARERE MOTIVATO Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2001/42/CE punto 5.16, DCR 0351/13 marzo 2007 processo di VAS del Documento di Piano della Variante Generale al P.G.T.

Dettagli

COMUNE DI ARCONATE PIANO URBANO DEL TRAFFICO PROVINCIA DI MILANO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DICHIARAZIONE DI SINTESI. Prot del

COMUNE DI ARCONATE PIANO URBANO DEL TRAFFICO PROVINCIA DI MILANO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DICHIARAZIONE DI SINTESI. Prot del PROVINCIA DI MILANO PIANO URBANO DEL TRAFFICO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA Prot. 1596 del 27.02.2013 oggetto DICHIARAZIONE DI SINTESI INDICE 1. PREMESSA... 3 2. SCHEMA PROCEDURALE/METODOLOGICO E ARTICOLAZIONE

Dettagli

Determ. n N P.G.

Determ. n N P.G. COMUNE DI BRESCIA Determinazione dirigenziale Determ. n. 3199-31.12.2012 N. 115124 P.G. OGGETTO: Settore Urbanistica. Avvio del procedimento di verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale

Dettagli

PGT 4 VAS CHIGNOLO PO. del Documento di Piano del PGT PARERE MOTIVATO FINALE PER L APPROVAZIONE DEL PGT. Fascicolo. Piano di Governo del Territorio

PGT 4 VAS CHIGNOLO PO. del Documento di Piano del PGT PARERE MOTIVATO FINALE PER L APPROVAZIONE DEL PGT. Fascicolo. Piano di Governo del Territorio COMUNE DI CHIGNOLO PO PROVINCIA DI PAVIA PGT Piano di Governo del Territorio ai sensi della Legge Regionale 11 marzo 2005, n 12 4 VAS del Documento di Piano del PGT Fascicolo PARERE MOTIVATO FINALE PER

Dettagli

Regione Umbria Giunta Regionale

Regione Umbria Giunta Regionale Regione Umbria Giunta Regionale DIREZIONE REGIONALE RISORSA UMBRIA. FEDERALISMO, RISORSE FINANZIARIE E STRUMENTALI Servizio Valutazioni ambientali, sviluppo e sostenibilità ambientale DETERMINAZIONE DIRIGENZIALE

Dettagli

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO

PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA. PIANO del PARCO PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA PIANO del PARCO Rapporto Ambientale ai fini della Valutazione Ambientale Strategica (VAS): rinvii ai contenuti di cui all Allegato VI

Dettagli

Determinazione dirigenziale n /03/2019

Determinazione dirigenziale n /03/2019 COMUNE DI BRESCIA settore Pianificazione urbanistica Determinazione dirigenziale n. 628-22/03/2019 OGGETTO: AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI VERIFICA DI ASSOGETTABILITA ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

Dettagli

1.1 Normativa europea

1.1 Normativa europea 1 QUADRO DI RIFERIMENTO NORMATIVO Vengono di seguito individuati e descritti i principali documenti normativi in materia di VAS di riferimento per il presente lavoro. 1.1 Normativa europea La normativa

Dettagli

COMUNE DI GADESCO PIEVE DELMONA

COMUNE DI GADESCO PIEVE DELMONA COMUNE DI GADESCO PIEVE DELMONA PROVINCIA DI CREMONA Via Roma, 1 Cap. 26030 Gadesco Pieve Delmona CR Tel. 0372/838463 Fax 0372/838464 Sito web www.comunegadesco.it E-Mail tecnico@comunegadesco.it Prot.

Dettagli

Aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) del Comune di Milano

Aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) del Comune di Milano Procedimento di Valutazione Ambientale Strategica Seconda Conferenza di Valutazione Milano, 20 Dicembre, Acquario Civico della Città di Milano Aggiornamento del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU)

Dettagli

Nuovo PRG parte strutturale e parte operativa contestuale. Variante generale al PRG parte strutturale e parte operativa contestuale.

Nuovo PRG parte strutturale e parte operativa contestuale. Variante generale al PRG parte strutturale e parte operativa contestuale. A Nuovo PRG parte strutturale e parte operativa contestuale. Variante generale al PRG parte strutturale e parte operativa contestuale. (Artt. 7, 8, 9, 10, 11, 13, 14, 15, 16 e 18, comma 1, della l.r. 11/2005)

Dettagli

PROGETTO DI TRASFORMAZIONE S.1.2 PARCO DELLO SPORT CAVE

PROGETTO DI TRASFORMAZIONE S.1.2 PARCO DELLO SPORT CAVE PROGETTO DI TRASFORMAZIONE S.1.2 PARCO DELLO SPORT CAVE VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL PIANO ATTUATIVO DOCUMENTO DI SCOPING QUADRO CONOSCITIVO DELLO STATO DELL AMBIENTE A cura: dell' Autorità Competente:

Dettagli

P R O V I N C I A D I

P R O V I N C I A D I P R O V I N C I A D I P A V I A VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA PROVINCIALE N. 362/07 Prot. N. 17978/07 Rif Prat. N. / L'anno duemilasette, il giorno 21 del mese di giugno alle ore 10.0, in una sala

Dettagli

PARCO REGIONALE SPINA VERDE. Valutazione Ambientale Strategica del Piano Utilizzo delle Aree Agricole PARERE MOTIVATO

PARCO REGIONALE SPINA VERDE. Valutazione Ambientale Strategica del Piano Utilizzo delle Aree Agricole PARERE MOTIVATO PARCO REGIONALE SPINA VERDE Valutazione Ambientale Strategica del Piano Utilizzo delle Aree Agricole PARERE MOTIVATO Parco Spina Verde Via Imbonati n. 1 22020 Cavallasca (CO) Tel. 031.211131 Fax 031.535864

Dettagli

Riferimenti legislativi

Riferimenti legislativi Riferimenti legislativi Direttiva 2001/42/CE D.Lgs. 152/2006 Titolo II Modificato dal D.Lgs. 4/2008 L.R. 11 Marzo 2005, n.12 Art.4 DGR n. 8/0351 del 13/03/2007 DGR N.8/6420 del 27/12/2007 Valutazione degli

Dettagli

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE

DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE 15 maggio 2009, n. 363 Decreto Legislativo del 3 aprile 2006 n. 152 e ss. mm. ii. Disposizioni applicative in materia di VIA e VAS al fine di semplificare i procedimenti

Dettagli

COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO. Settore Gestione del Territorio. Ufficio Tecnico Edilizia Privata

COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO. Settore Gestione del Territorio. Ufficio Tecnico Edilizia Privata COMUNE DI ZOGNO PROVINCIA DI BERGAMO Settore Gestione del Territorio Ufficio Tecnico Edilizia Privata PARERE MOTIVATO VAS DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (DOCUMENTI DI PIANO - RAPPORTO AMBIENTALE)

Dettagli

Determinazione dirigenziale n /12/2016

Determinazione dirigenziale n /12/2016 COMUNE DI BRESCIA settore Urbanistica Determinazione dirigenziale n. 3199-28/12/2016 OGGETTO: AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ ALLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.) RELATIVO

Dettagli

MILANO - GIOVEDÌ, 4 OTTOBRE Sommario

MILANO - GIOVEDÌ, 4 OTTOBRE Sommario REPUBBLICA ITALIANA BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - GIOVEDÌ, 4 OTTOBRE 2007 1º SUPPLEMENTO ORDINARIO Sommario Anno XXXVII - N. 202 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - 45% - art. 2, comma 20/b

Dettagli

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA. La pianificazione sostenibile. III Modulo: Le valutazioni

PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA. La pianificazione sostenibile. III Modulo: Le valutazioni M.I.B.AR. MASTER INTERNAZIONALE DI BIOARCHITETTURA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E URBANISTICA La pianificazione sostenibile III Modulo: Le valutazioni Arch. LINO GIORGINI Istituto Nazionale di Bioarchitettura

Dettagli

COMUNE DI ENDINE GAIANO

COMUNE DI ENDINE GAIANO COMUNE DI ENDINE GAIANO Provincia di Bergamo VIA F. NULLO 4, - Tel. 035/825005 Fax 035/827221 - P.I. 00670550169 Endine Gaiano, 22.10.2009 L AUTORITÀ COMPETENTE IN MATERIA DI VAS D INTESA CON L AUTORITÀ

Dettagli

GIUNTA COMUNALE DI BRESCIA

GIUNTA COMUNALE DI BRESCIA GIUNTA COMUNALE DI BRESCIA Delib. n. 673-8.11.2016 OGGETTO: Area Pianificazione Urbana e Mobilità. Settore Urbanistica. Avvio del procedimento di terza variante al PGT Variante particolare al Piano delle

Dettagli

COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA COMUNE DI TORRE DE ROVERI VARIANTE N. 1 AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA 1 SINTESI NON TECNICA Giugno 2016 INDICE Premessa 1. Sintesi degli obiettivi, delle finalità

Dettagli

Provincia di Sassari SETTORE PROGRAMMAZIONE, AMBIENTE E AGRICOLTURA NORD OVEST, SERVIZI TECNOLOGICI

Provincia di Sassari SETTORE PROGRAMMAZIONE, AMBIENTE E AGRICOLTURA NORD OVEST, SERVIZI TECNOLOGICI Provincia di Sassari SETTORE PROGRAMMAZIONE, AMBIENTE E AGRICOLTURA NORD OVEST, SERVIZI TECNOLOGICI DETERMINAZIONE N 3747 del 27/12/2018 OGGETTO: PROCEDURA DI VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)

Dettagli

Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii.

Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii. Piano per la Bonifica delle Aree Inquinate Valutazione Ambientale Strategica Dichiarazione di Sintesi Ai sensi dell articolo 17 del d.lgs. 152/06 e ss.mm.ii. 1 INDICE Introduzione e scopo del documento

Dettagli

REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE REGOLAMENTO PER LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI ALLE SCELTE DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE Premessa La partecipazione della cittadinanza alle scelte di pianificazione urbanistica rappresenta un elemento

Dettagli

La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni

La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni Provincia di Piacenza Settore Sviluppo Economico. Pianificazione e Programmazione Territoriale. Ambiente. Urbanistica La Pianificazione Provinciale quale strumento di supporto ai comuni 1 REPORT MONITORAGGIO

Dettagli

verifica preventiva di assoggettabilita' alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.)

verifica preventiva di assoggettabilita' alla Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) P.R.G.C. approvato con D.G.R. n. 31-9698 del 30.09.2008 Rettificata con D.G.R. n 16-10621 del 26/01/2009 - Variante n. 1, approvata con D.C.C. n. 65 del 26.11.2009; - Modifica n. 1, approvata con D.C.C.

Dettagli

consorzio di bonifica OGLIO MELLA

consorzio di bonifica OGLIO MELLA DELIBERA N. 27 DEL COMMISSARIO REGIONALE DEL 29 GIUGNO 2018 Oggetto: Adozione Piano Comprensoriale di Bonifica, di Irrigazione e di Tutela del territorio rurale del consorzio L anno 2018, il giorno 29

Dettagli

VAS 2 SINTESI NON TECNICA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA VAS 2. Sintesi non tecnica

VAS 2 SINTESI NON TECNICA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA VAS 2. Sintesi non tecnica VAS 2 Sintesi non tecnica maggio 2017 1 VAS COMUNE DI OFFANENGO PROVINCIA DI CREMONA Sindaco Giovanni Rossoni Segretario Gian Antonio Oleotti Responsabile del settore Ercole Barbati Responsabile di servizi

Dettagli

Cordiali Saluti. AL DIRIGENTE U.O.C. MONITORAGGIO e CONTROLLI DOTT. CLAUDIO MARRO SEDE

Cordiali Saluti. AL DIRIGENTE U.O.C. MONITORAGGIO e CONTROLLI DOTT. CLAUDIO MARRO SEDE AL DIRIGENTE U.O.C. MONITORAGGIO e CONTROLLI DOTT. CLAUDIO MARRO SEDE OGGETTO: Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare - Direzione Generale per i rifiuti e l'inquinamento "Programma

Dettagli

Delib. n N P.G.

Delib. n N P.G. GIUNTA COMUNALE DI BRESCIA Delib. n. 233-2.5.2013 N. 39819 P.G. OGGETTO: Area Gestione del Territorio. Settore Urbanistica. Avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) Piano Attuativo

Dettagli

1. VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA

1. VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Allegato 1 Modiche e integrazioni al paragrafo 1 - "Verifica di assoggettabilità a VIA" dell'allegato B, alla D.G.R. n. 861 del 26/07/2011 1. VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VIA Il Procedimento di Verifica

Dettagli

PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PROVINCIA DI BRESCIA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARERE AMBIENTALE MOTIVATO

PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PROVINCIA DI BRESCIA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARERE AMBIENTALE MOTIVATO PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PROVINCIA DI BRESCIA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARERE AMBIENTALE MOTIVATO AUTORITA PROPONENTE E PROCEDENTE Provincia di Brescia Settore Agricoltura Villa Barboglio

Dettagli

Anno XL - N Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - art. 1, c. 1 - D.L. n. 353/2003 conv. in L. 27/02/ n Filiale di Varese

Anno XL - N Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - art. 1, c. 1 - D.L. n. 353/2003 conv. in L. 27/02/ n Filiale di Varese Anno XL - N. 239 - Poste Italiane - Spedizione in abb. postale - art. 1, c. 1 - D.L. n. 353/2003 conv. in L. 27/02/2004 - n. 46 - Filiale di Varese 47 2º Supplemento Straordinario - Giovedì 25 novembre

Dettagli

Variante P.R.G.C. n. 19

Variante P.R.G.C. n. 19 COMUNE DI RIGOLATO REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA Variante P.R.G.C. n. 19 RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA DEGLI EFFETTI SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE Rigolato 10/03/2014 Arch David Mainardis Indice

Dettagli

Piano del Governo del Territorio Attività per la formazione del nuovo COMUNE DI STEZZANO. UrbanStudio

Piano del Governo del Territorio Attività per la formazione del nuovo COMUNE DI STEZZANO. UrbanStudio COMUNE DI STEZZANO Attività per la formazione del nuovo Piano del Governo del Territorio 2007 UN PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO? ASPETTI METODOLOGICI Il PGT è articolato in tre strumenti: - il documento

Dettagli

COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO

COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO COMUNE DI MONTICHIARI Provincia di Brescia PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) DEL DOCUMENTO DI PIANO RAPPORTO AMBIENTALE Modificato ed integrato in recepimento del

Dettagli

COMUNE DI PRATO CARNICO. Variante P.R.G.C. n. 30 RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE

COMUNE DI PRATO CARNICO. Variante P.R.G.C. n. 30 RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI PRATO CARNICO RELAZIONE DI VERIFICA PREVENTIVA SIGNIFICATIVI SULL AMBIENTE DEGLI EFFETTI Variante P.R.G.C. n. 30 Arch. Fabiana Brugnoli Dicembre

Dettagli

IL CONSIGLIO COMUNALE

IL CONSIGLIO COMUNALE VARIANTE PUNTUALE AL PIANO DELLE REGOLE E PIANO DEI SERVIZI DEL VIGENTE PIANO DEL GOVERNO DEL TERRITORIO (P.G.T.) CON VERIFICA DI ESCLUSIONE DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) - ADOZIONE Prima

Dettagli

CITTÀ DI VIMERCATE MEDAGLIA D ARGENTO AL MERITO CIVILE

CITTÀ DI VIMERCATE MEDAGLIA D ARGENTO AL MERITO CIVILE CITTÀ DI VIMERCATE MEDAGLIA D ARGENTO AL MERITO CIVILE PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE N. 48 DEL 19/03/2018 OGGETTO: VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (V.A.S.)

Dettagli

RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE

RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE Oggetto: RAPPORTO PRELIMINARE FINALIZZATO ALLA FASE DI CONSULTAZIONE/SCOPING PREVENTIVA ALLA REDAZIONE DEL RAPPORTO AMBIENTALE CONNESSO AL PROGETTO DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE (comma 1 dell art. 8 della

Dettagli

Valutazione Ambientale Strategica della Proposta di PRGR

Valutazione Ambientale Strategica della Proposta di PRGR Valutazione Ambientale Strategica della Proposta di PRGR Regione Abruzzo Stato di fatto Aspetti procedurali: Fase VAS La procedura di VAS è stata sospesa con D.D. DCP08 del 09/02/2016 durante la Fase 3

Dettagli

COMUNE DI ALBANO S.ALESSANDRO PROVINCIA DI BERGAMO CODICE Comune 10003

COMUNE DI ALBANO S.ALESSANDRO PROVINCIA DI BERGAMO CODICE Comune 10003 Copia conforme all ORIGINALE Deliberazione n. 12 Trasmessa ai capigruppo in data 12/02/2016 COMUNE DI ALBANO S.ALESSANDRO PROVINCIA DI BERGAMO CODICE Comune 10003 VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA

Dettagli

Comune di Cornate d Adda Provincia Monza Brianza

Comune di Cornate d Adda Provincia Monza Brianza Comune di Cornate d Adda Provincia Monza Brianza ITER DI APPROVAZIONE PGT (in sintesi) Avvio del Procedimento Proposte dei cittadini Incontro preliminare (scoping) OGGI 08 aprile 2010 Elaborazione piano

Dettagli

GIUNTA PROVINCIALE DI CREMONA

GIUNTA PROVINCIALE DI CREMONA N. d'ord. 127 reg deliberazioni Prot. n. 2008/ 31.888 GIUNTA PROVINCIALE DI CREMONA Estratto dal verbale delle deliberazioni assunte nell'adunanza del 04/03/2008 L'anno DUEMILAOTTO, questo giorno QUATTRO

Dettagli

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione

Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte. VAS nel processo di pianificazione Direzioni regionali - Programmazione Strategica, Politiche Territoriali ed Edilizia - Ambiente ARPA Piemonte VAS significato e norme Lucia Brizzolara - Giuseppina Sestito Settore Sistema Informativo Ambientale

Dettagli

AMBIENTE, PAESAGGIO e CULTURA Il processo di Valutazione Ambientale Strategica

AMBIENTE, PAESAGGIO e CULTURA Il processo di Valutazione Ambientale Strategica AMBIENTE, PAESAGGIO e CULTURA Il processo di Valutazione Ambientale Strategica giovedì 19 aprile 2012 Università Dellepiane Tortona Regione Piemonte -Direzione Programmazione Strategica, Politiche Territoriali

Dettagli

COMUNE di BINASCO Provincia di Milano

COMUNE di BINASCO Provincia di Milano \\Server-doc\Dati\tecnico2\atti DELIBERAZIONI\2014\Consiglio Comunale\Approvazione PGT.docx UFFICIO SEGRETERIA Inserimento all Ordine del Giorno del... con n. provvisorio : n. definitivo : PROPOSTA DI

Dettagli

C O M U N E D I N E S S O Provincia di Como

C O M U N E D I N E S S O Provincia di Como C O M U N E D I N E S S O Provincia di Como Ufficio: PROPOSTA DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE N.17 DEL 13-06-2014 Oggetto: APPROVAZIONE PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO (PGT), PIANO GEOLOGICO, CONTRODEDUZIONI

Dettagli

PR.c3. Comunita Montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi. Piano Regolatore Generale Intercomunale. Comune di Soprana

PR.c3. Comunita Montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi. Piano Regolatore Generale Intercomunale. Comune di Soprana Regione Piemonte Provincia di Biella Comunita Montana Val Sessera, Valle di Mosso e Prealpi Biellesi Piano Regolatore Generale Intercomunale Revisione generale per la sub-area relativa al Comune di Soprana

Dettagli

Provincia di Lodi L AUTORITÀ COMPETENTE PER LA VAS, D INTESA CON L AUTORITÀ PROCEDENTE

Provincia di Lodi L AUTORITÀ COMPETENTE PER LA VAS, D INTESA CON L AUTORITÀ PROCEDENTE PARERE AMBIENTALE MOTIVATO ai sensi dell art. 15 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., della D.C.R. 351/07, della D.G.R. 6420/07 e della D.G.R. 7110/08 L AUTORITÀ COMPETENTE PER LA VAS, D INTESA CON L AUTORITÀ PROCEDENTE

Dettagli

AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ. Determinazione dirigenziale n /02/2018

AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ. Determinazione dirigenziale n /02/2018 COMUNE DI BRESCIA AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ Determinazione dirigenziale n. 396-08/02/2018 OGGETTO: VARIANTE AL PGT PER INSEDIAMENTO NELL'EX GENIO CIVILE DI UN ALBERGO SENZA AMPLIAMENTI DI SUPERFICIE

Dettagli

Comune di Casatenovo Provincia di Lecco

Comune di Casatenovo Provincia di Lecco Oggetto: ADOZIONE DELLA VARIANTE N. 1 AGLI ATTI COSTITUENTI IL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO PER L ADESIONE AL PLIS DEI COLLI BRIANTEI Premesso che: il Comune di Casatenovo è dotato di Piano di Governo

Dettagli

PGT. RA2_v2. Valutazione Ambientale strategica. Relazione. Sintesi non tecnica. PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Variante generale 2013

PGT. RA2_v2. Valutazione Ambientale strategica. Relazione. Sintesi non tecnica. PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Variante generale 2013 PGT PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Variante generale 2013 Comune di Palazzo Pignano RA2_v2 Relazione Valutazione Ambientale strategica Sintesi non tecnica Sindaco Rosolino Bertoni Responsabile di servizio

Dettagli

COMUNE DI SCARLINO PROVINCIA DI GROSSETO

COMUNE DI SCARLINO PROVINCIA DI GROSSETO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARERE MOTIVATO art.26 L.R. 10/2010 Oggetto : Riadozione variante articolo 45 RU per riassegnazione posti letto alberghi rurali- Adozione del Piano Aziendale Pluriennale

Dettagli

Prot. n. Cremona, lì 23/12/2011

Prot. n. Cremona, lì 23/12/2011 Prot. n. Cremona, lì 23/12/2011 DECRETO N. 1555 / SETTORE AGRICOLTURA E AMBIENTE Agricoltura e Ambiente Oggetto:AVVIO DELLA PROCEDURA DI REVISIONE DEL PIANO PROVINCIALE GESTIONE RIFIUTI - PPGR E DELLA

Dettagli

AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ. Determinazione dirigenziale n /12/2017

AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ. Determinazione dirigenziale n /12/2017 COMUNE DI BRESCIA AREA PIANIFICAZIONE URBANA E MOBILITÀ Determinazione dirigenziale n. 3024-13/12/2017 OGGETTO: VARIANTE AL P.G.T PER NUOVA EDIFICAZIONE DI MAGAZZINO PER STOCCAGGIO PRODOTTI CONFEZIONATI

Dettagli

Comune di Pontedera 3 SETTORE PROGETTAZIONE INTERVENTI DI QUALITA' URBANA E MANUTENZIONI. Determinazione n 24 del 21/01/2013

Comune di Pontedera 3 SETTORE PROGETTAZIONE INTERVENTI DI QUALITA' URBANA E MANUTENZIONI. Determinazione n 24 del 21/01/2013 Comune di Pontedera Provincia di Pisa ORIGINALE 3 SETTORE PROGETTAZIONE INTERVENTI DI QUALITA' URBANA E MANUTENZIONI Determinazione n 24 del 21/01/2013 OGGETTO: PIANO PARTICOLAREGGIATO PER LA REALIZZAZIONE

Dettagli

4^ VARIANTE STRUTTURALE

4^ VARIANTE STRUTTURALE REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI CUNEO COMUNE DI SCARNAFIGI 4^ VARIANTE STRUTTURALE AL PIANO REGOLATORE GENERALE VIGENTE VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARERE MOTIVATO DI COMPATIBILITA AMBIENTALE Approvato

Dettagli

COMUNE DI BORNO Provincia di Brescia

COMUNE DI BORNO Provincia di Brescia VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA (VAS) RELATIVA AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI BORNO (BS) DICHIARAZIONE DI SINTESI Ai sensi dell art. 9, Direttiva 2001/42/CE; del punto 5.16, DCR 0351/

Dettagli

RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.)

RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.) REGIONE FRIULI-VENEZIA GIULIA PROVINCIA DI UDINE COMUNE DI OVARO Variante P.R.G.C. n.66 L.R. 21/2015 RELAZIONE PER LA VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA A VAS (art.4 L.R.16/2008 e art.12 D.lgs.152/2006 e s.m.i.)

Dettagli

Verificato che i membri intervenuti sono in numero legale, il,, assume la presidenza ed invita l adunanza a deliberare sull oggetto sopraindicato.

Verificato che i membri intervenuti sono in numero legale, il,, assume la presidenza ed invita l adunanza a deliberare sull oggetto sopraindicato. VERBALE DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE COPIA Del. Nr. 64 Immediatamente Eseguibile Oggetto: REVISIONE DEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO. PROCEDIMENTO VAS CON INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI INVITATI

Dettagli

Comune di Pontremoli Provincia di Massa Carrara

Comune di Pontremoli Provincia di Massa Carrara Comune di Pontremoli Provincia di Massa Carrara COPIA DI DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE n. 25 del 06-03-2015 OGGETTO: AVVIO DEL PROCEDIMENTO AI SENSI DELL'ART. 17 DELLA L.R. 65/2014 E CONTESTUALE

Dettagli