Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione. ESAME DELLA RELAZIONE n. 88 del 2016

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1 Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione ESAME DELLA RELAZIONE n. 88 del 2016 "RELAZIONE AI SENSI DELL ART.8 DELLA L.R. 18/2014 NORME A TUTELA DEI CONIUGI SEPARATI O DIVORZIATI, IN PARTICOLARE CON FIGLI MINORI " Relatori Silvia Fossati, Silvana Santisi Saita 1. L ambito di competenza del Comitato 2. Cosa abbiamo appreso dalla relazione 3. Le domande aperte 4. Le proposte Approvato all unanimità nella seduta del 16 marzo 2017

2 1. L ambito di competenza del Comitato Lo Statuto d Autonomia e il Regolamento generale hanno istituito il Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione, organismo politico non partisan, con il compito di favorire l esercizio del controllo dell attuazione delle leggi e la valutazione degli effetti delle politiche. Una delle funzioni del Comitato consiste nell esaminare le relazioni con le quali la Giunta regionale o altri soggetti rispondono ad obblighi informativi nei confronti del Consiglio previsti da leggi regionali (art. 109, comma 1, lett. c) Reg.). Inoltre, l esame di queste relazioni, secondo la previsione regolamentare, è specifico oggetto di iniziative di collaborazione con le commissioni consiliari e la Giunta regionale (art. 109, comma 2, lett. a) Reg.). Nella seduta del 16 marzo 2017 il Comitato ha preso in esame la relazione che la Giunta regionale ha inviato al Consiglio nel gennaio 2017, in merito allo stato di attuazione della l.r. 18/2014 per la tutela dei coniugi separati o divorziati, in particolare con figli minori. La clausola valutativa introdotta all art. 8 della l.r. 18/2014 attribuisce un mandato alla Giunta affinché, ogni anno, informi il Consiglio sull attuazione della legge e sui risultati ottenuti. Questo documento riporta l esito dell esame condotto dal Comitato Paritetico. 2. Cosa abbiamo appreso dalla relazione La REL n.88 è la prima trasmessa al Consiglio regionale dall approvazione della l.r. n.18/2014 e riporta informazioni sugli interventi di sostegno economico (previsti all art.6 della legge regionale) attuati con l assegnazione di contributi ai coniugi separati o divorziati in difficoltà, tramite tre bandi di cui la relazione in esame descrive modalità di svolgimento ed esiti. Il primo bando (DGR n.2513/2014 del 17/10/2014) si è svolto nel 2014 e ha stanziato risorse pari a 2 milioni di euro, assegnate alle ASL (ora ATS) per la gestione operativa. Il secondo e il terzo bando (DGR n.3384/2015 del 10/04/2015) pubblicati rispettivamente in maggio ed in settembre 2015, hanno stanziato 4 milioni di euro ripartiti equamente tra i due bandi. La misura si rivolgeva ai genitori che presentavano i seguenti requisiti: - stato di separazione legale da non più di tre anni, divorziati da non più di due anni, purché non fossero trascorsi più di 5 anni dalla data della sentenza di separazione o dall'omologazione degli accordi di separazione consensuale; - figli nati dall unione dei coniugi richiedenti il beneficio, oppure adottati durante il matrimonio, minori o maggiorenni portatori di disabilità grave; - residenza in Regione Lombardia da almeno cinque anni continuativi al momento della domanda; - non essere venuti meno ai doveri di cura e di mantenimento dei figli; - non essere soggetti condannati con sentenza passata in giudicato per reati contro la persona. L accesso alla misura si è svolto attraverso un avviso pubblico e la definizione di una graduatoria con assegnazione di un punteggio per favorire i richiedenti che risultavano maggiormente vulnerabili poiché: 2

3 - con ISEE più basso (da 0 a 30 punti); - in condizioni abitative/lavorative di precarietà (da 1 a 4 punti); - adempienti al versamento dell assegno di mantenimento dei figli (per il bando 2014 è stato assegnato un punteggio aggiuntivo da +2 a +12 punti a secondo dell entità dell assegno erogato, e un punteggio da -2 a -12 punti al percettore dell assegno; per i bandi 2015 non è stato necessario considerare tale aspetto poiché nel frattempo è stato inserito nelle nuove modalità di calcolo dell ISEE). Le ASL potevano autorizzare una spesa massima di per ogni progetto personalizzato di aiuto, pari a 400 per un massimo di 6 mesi; il contributo è stato erogato ad uno solo dei genitori, quello più fragile, identificato a mezzo dell ISEE più basso e della graduatoria risultante dall applicazione dei criteri di valutazione. La comunicazione dell iniziativa è avvenuta attraverso i siti istituzionali di Regione Lombardia, Comuni e ASL, in aggiunta alla pubblicizzazione effettuata sulla stampa locale. Con un impiego complessivo di , sono stati attivati progetti su tutto il territorio regionale, 833 nel 2014 e nel 2015, a tutti i genitori che hanno avuto accesso alla misura è stato riconosciuto il contributo massimo. Nel 2014 sono state assegnate tutte le risorse disponibili, ma nella relazione non si evidenzia quante siano state le domande escluse o comunque non soddisfatte, mentre ne 2015 le richieste sono state tutte accolte e vi sono state anche delle economie sul budget. Il monitoraggio ed il controllo dell uniformità e tempestività nella realizzazione degli interventi, nonché la possibilità di adottare provvedimenti correttivi, sono stati realizzati con la collaborazione tra gli uffici regionali e i referenti territoriali per ciascuna ASL. L intervento ha coinvolto 132 consultori sul territorio regionale. Le principali caratteristiche dei beneficiari del bando 2015 sono: - genere: 86% donne 14% uomini; - cittadinanza: 87% comunitari e 13% extra UE; - status: 78% separati 22% divorziati; - titolo di studio: 6% laureati, 41% con diploma di scuola superiore e 53% di scuola media; - età: 5% inferiore ai 30 anni, 36% tra i 31 e i 40 anni, 50% tra i 41 e i 50 anni, 9% oltre i 51; - caratteristiche dei figli: 91% minorenni, 8% disabili; - situazione lavorativa: 44% occupato stabile, 16% precario, 20% disoccupato, 5% casalinga (riferito alle sole madri), 15% lavori saltuari. Nelle conclusioni della relazione la misura viene definita come un indubbio sollievo economico, anche se temporaneo, per i genitori con ISEE basso, ma poco incisiva laddove il disagio economico era legato a problemi strutturali, quali l abitazione e il lavoro. La recente DGR 5938 del 5/12/2016 cerca di affrontare in particolare le problematiche legate alla casa, spostando il contributo regionale dagli interventi di sostegno economico (art.6) a quelli di sostegno abitativo (all'art.5). 3

4 Un questionario conclusivo somministrato ai beneficiari ha evidenziato una sostanziale soddisfazione: l 80% ha ritenuto che la misura abbia contribuito a riscattare la propria condizione di disagio, il restante 20% invece ha ritenuto la misura non utile, nel 2% dei casi perché non vi è stata una presa in carico successiva e nel 18% perché ha ritenuto la misura troppo limitata nel tempo. Nella relazione sono riportate anche delle considerazioni emerse dalle relazioni di sintesi predisposte dai referenti delle ASL: - la misura ha consentito alle persone beneficiarie di entrare in contatto coi consultori familiari, realtà a loro in precedenza non nota: le donne mantengono un rapporto con i consultori anche a conclusione del progetto; per gli uomini invece l esperienza di fruizione dei servizi dei consultori si esaurisce con il termine del progetto; - l adesione al supporto psicologico e alla mediazione è stata più agevole per le persone con un livello socio-culturale maggiore e con risorse personali più solide; - le coppie separate da più tempo hanno fatto meno ricorso al supporto psicologico in quanto avevano già elaborato gli effetti emotivi del distacco; - i casi più critici, economicamente e socialmente, erano già conosciuti e in carico ai Comuni di riferimento. 3. Le domande aperte Esaminati i contenuti della REL n.88, il Comitato Paritetico osserva che la relazione trasferisce al Consiglio un primo quadro conoscitivo degli interventi realizzati nel 2014 e 2015; tuttavia non tutti i quesiti della clausola valutativa trovano risposta. Inoltre, considerato che sono trascorsi solo due anni dall approvazione della legge e il processo d implementazione non si è ancora concluso, il Comitato ritiene che i seguenti aspetti debbano essere ancora approfonditi e monitorati con attenzione: le caratteristiche dei beneficiari delle misure, anche con riferimento alle variazioni negli anni che non è stato possibile comprendere per l assenza dei dati 2014; le modalità e gli esiti degli interventi di sostegno abitativo (art.5) definiti con la DGR 5938/2016; l attuazione degli interventi di assistenza e mediazione familiare (art.4), anche alla luce delle modifiche introdotte dalla riforma del sistema sociosanitario regionale riguardo l organizzazione dei consultori; le dimensioni del bisogno, valutato sulla base dell andamento negli anni delle separazioni e dei divorzi di genitori con figli minori o disabili, in condizioni di comprovato disagio economico e sociale; i risultati ottenuti dalle misure nel rispondere alla domanda di sostegno, evidenziando il rapporto tra chi ha avuto accesso alla misura e chi ne è rimasto escluso, le principali ragioni di esclusione e la capacità dei criteri utilizzati di individuare efficacemente le situazioni di disagio economico e sociale; i risultati ottenuti in termini di partecipazione dei beneficiari del Fondo ad un percorso assistenziale, per tutta la durata del servizio: elemento di novità introdotto dalla DGR 2513/2014 sono infatti i progetti personalizzati che dovrebbero impegnare i destinatari a mantenere un rapporto continuativo con i 4

5 referenti del consultorio (nella relazione non vi sono elementi per comprendere se i genitori che hanno visto accettate le loro domande abbiano effettivamente presenziato alle verifiche conclusive previste e più in generale se abbiano consentito una presa in carico effettiva della loro situazione familiare da parte dei consultori); la possibilità di misurare la condizione di reale disagio socio-economico dei destinatari, emersa come criticità già nel corso della sperimentazione avviata prima dell approvazione della l.r. 18/2014 e attribuita al fatto che non erano stati valutati alcuni elementi determinanti, quali il versamento dell assegno di mantenimento e l onere di dover sostenere le spese di affitto/mutuo conseguente alla perdita della disponibilità della casa familiare. Per questa ragione sono state introdotte nuove modalità operative che consideravano questi aspetti; tuttavia si osserva che dai dati riportati nella relazione le caratteristiche dei beneficiari non sembrano essere variate nel tempo; ad esempio la distribuzione per genere nel bando 2015 (86% madri, 14% padri) non si è sostanzialmente modificata rispetto a quella osservata nel corso della precedente sperimentazione (85% madri, 15% padri). 4. Le proposte In conclusione dell esame svolto, il Comitato Paritetico determina di: 1. trasmettere gli esiti dell esame condotto alla III Commissione consiliare, quale contributo alla trattazione che verrà svolta in quella sede; 2. trasmettere il documento all Assessore al Reddito di Autonomia e Inclusione Sociale affinché la prossima rendicontazione annuale possa fornire informazioni più dettagliate, tenendo conto delle osservazioni riportate al paragrafo 3, in particolare riguardo le caratteristiche dei beneficiari raggiunti e la capacità della misura di rispondere alla domanda di sostegno, evidenziando anche il rapporto tra chi ha avuto accesso e chi ne è rimasto escluso. f.to Il Presidente Riccardo De Corato f.to Il Vice Presidente Carlo Borghetti Copia informatica di documento analogico 5

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