Corso di Formazione La Sicurezza degli Studenti

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1 Corso di Formazione La Sicurezza degli Studenti ai sensi del D. Lgs. 81/2008 artt. 36 e 37 Formazione Generale Ing. Stefano D Ignazio

2 PREMESSA Il modulo FG1 dell anno corso Il modulo FG2 di quest anno 2

3 PREMESSA Le specifiche dei contenuti dell insegnamento FG Il pericolo e il rischio La valutazione del rischio Incidenti, infortuni e malattie professionali Altri pericoli Prevenzione e protezione DPI Organi di vigilanza, controllo e assistenza Organizzazione aziendale Diritti doveri e sanzioni dei vari soggetti aziendali Segnaletica di sicurezza Gestione emergenze Le Procedure AI, EV, PS. 3

4 Pericolo e valutazione del rischio Pericolo, Condizioni di pericolo, agenti di rischio: proprietà o qualità intrinseca di una determinata entità, avente la potenzialità di causare danni. Sorgente o situazione che presenta un potenziale dannoso (secondo OHSAS 18001) alle persone 4

5 Pericolo e valutazione del rischio Rischio: probabilità che si possa manifestare un certo danno alle persone nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione. Probabilità che si raggiunga la situazione in cui un pericolo qualsiasi nelle condizioni ordinarie, anomale e di emergenza possa causare un determinato danno (secondo OHSAS 18001). DANNO: - infortunio (sicurezza) - condizione di disagio (in medio) - malattia professionale (salute) 5

6 Pericolo e valutazione del rischio La valutazione del rischio 6

7 Pericolo e valutazione del rischio La sicurezza come conoscenza e controllo fattori rischio Quali sono gli elementi pericolosi presenti Cosa possono provocare, con che probabilità e gravità e perché Come posso evitare o impedire che generino conseguenze negative inaccettabili LE SITUAZIONI DI RISCHIO POSSONO DERIVARE DA: Condizioni oggettive Azioni soggettive SIAMO CO-ARTEFICI DELLA SICUREZZA 7

8 Pericolo e valutazione del rischio La valutazione del rischio La misura del danno atteso Durante l interazione tra agente avverso e valore esposto Agente avverso Assenza di danno o danno minimo Livello accettabile Integrità fisica INTERAZIONE Danno significativo Livello non accettabile 8

9 Pericolo e valutazione del rischio La valutazione del rischio Le metodologie possono essere direttamente indicate dalla legge direttamente riferite a norme tecniche essere ricondotte a prassi riconosciute Non tutti i pericoli individuabili sono valutabili allo stesso modo: Alcuni mediante Misure Alcuni mediante Algoritmi e Calcoli Altri mediante Analisi di tipo statistico 9

10 Pericolo e valutazione del rischio L importanza delle statistiche: Correggere il tiro dal punto di vista della legislazione Correggere il tiro sulla prevenzione e protezione aziendale Dare ausilio per svolgere la valutazione del rischio su quei pericoli non misurabili o che non possono essere valutati con algoritmi riconosciuti 10

11 Pericolo e valutazione del rischio Le valutazioni del rischio statistiche L indice di rischio R è funzione delle seguenti grandezze: p x d la probabilità P di accadimento dell evento pericoloso la gravità degli effetti D che l evento comporta PROBABILITA (P) SITUAZIONE VALORE IMPROBABILE Non verificatosi in azienda negli ultimi 3 anni 1 POSSIBILE Non verificatosi negli ultimi 12 mesi 2 PROBABILE Verificatosi negli ultimi 12 mesi 3 MOLTO PROBABILE Verificatosi più di una volta negli ultimi 12 mesi 4 11

12 Pericolo e valutazione del rischio Le valutazioni del rischio statistiche GRAVITA (D) DANNO ATTESO VALORE LESIONI E/O DANNI LIEVI (RAPIDAMENTE REVERSIBILI) Trauma, ferita, contusione, lesioni varie con prognosi fino a 3 giorni; effetti reversibili di poco conto; sovraccarico psico-fisico lieve. 1 LESIONI E/O DANNI DI MODESTA ENTITÀ LESIONI O PATOLOGIE GRAVI PATOLOGIE MORTE STIMA DELLA GRAVITÀ DEGLI EFFETTI D GRAVISSIME/ Trauma, ferita, contusione, irritazione di cute e mucose con prognosi da 4 a 40 giorni; effetti reversibili più intensi; sovraccarico psico-fisico più intenso. Trauma, ferita, contusione, irritazione di cute e mucose con prognosi oltre 40 giorni. indebolimento permanente di un organo o di una funzione o di un senso. malattie disabilitanti, anche irreversibili, ma tali da non ridurre la vita media prevista. Intenso sovraccarico da agenti stressanti. Morte, Malattie che conducono al decesso, alla perdita di un organo o di un senso, a postumi permanenti gravi

13 Pericolo e valutazione del rischio Le valutazioni del rischio statistiche Entità del rischio se PxD R = f (P x D) SIGNIFICATIVITÀ PRIORITA 0 - Pericolo non presente Rischio nullo. < 3 1 Rischio trascurabile 3 PxD < 6 2 Rischio basso 6 PxD < 12 3 Rischio medio PxD 12 4 Rischio alto Il Rischio è tollerabile nei termini in cui è possibile mantenere nel tempo il livello di sicurezza raggiunto utilizzando opportuni sistemi di monitoraggio. Il Rischio è ancora tollerabile: azioni correttive da programmare a medio termine. Intervento da inserire in un programma di interventi a medio termine ma da realizzare anche in tempi più ristretti qualora sia possibile attuarlo unitamente ad altri interventi più urgenti. Il rischio sebbene sia gestibile è significativo e prevede l implementazione di azioni correttive da programmare con urgenza ed attuare a breve termine. L intervento previsto è da realizzare in tempi relativamente brevi, anche successivamente a quelli stimati con priorità alta. Rischio significativo non accettabile, azioni correttive immediate. L intervento previsto è da realizzare con tempestività nei tempi tecnici strettamente necessari alla realizzazione non appena approvato il budget degli investimenti in cui andrà previsto l onere dell intervento stesso. 13

14 Pericolo e valutazione del rischio Le valutazioni del rischio statistiche Matrice di rischio Gravità Probabilità

15 Altri pericoli Le grandi famiglie Rischi emergenziali (incendio, esplosioni, crolli, allagamenti ) Rischi sociali (differenze di genere, età, origine, stress lavoro correlato ) Tutela gestanti e lavoratrici madri Luoghi di lavoro (ambienti, microclima, illuminamento, confinati o a sospetto di inquinamento, aerodispersi) Attrezzature, macchine, impianti (Elettrici, Terra e Scariche atmosferiche, Antideflagranti, Gas tecnici e/o infiammabili, Gas in pressione, Termici e Clima, pressione DPI Cantieristica Movimentazione dei carichi ed ergonomia 15

16 Altri pericoli Le grandi famiglie Utilizzo di Videoterminali Agenti fisici: Rumore, Vibrazioni, ROA, CEM (non ionizzanti), Radiazioni ionizzanti e Radioisotopi Agenti Chimici (sostanze, prodotti, cancerogeni, mutageni, amianto) Agenti Biologici Ferite da taglio nelle strutture sanitarie Protezione dalle atmosfere potenzialmente esplosive Rischi Organizzativi: gestione rifiuti, procedure, 16

17 Altri pericoli 17

18 Prevenzione e protezione Misure generali di tutela per la gestione della prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro: 1. Valutazione di tutti i rischi 2. Programma di prevenzione 3. Eliminazione dei pericoli alla fonte o riduzione del rischio 4. Rispetto dei principi ergonomici 5. limitazione al max di agenti pericolosi Chimici Fisici Biologici 6. Prediligere la protezione collettiva a quella individuale 7. Sorveglianza sanitaria 18

19 Prevenzione e protezione Misure generali di tutela per la gestione della prevenzione e protezione nei luoghi di lavoro: 8. Informazione, formazione, addestramento 9. Consultazione dei lavoratori 10. Rapporti con gli organi di Controllo e vigilanza 11. Manutenzione preventiva e periodica di macchine, impianti, attrezzature e ambienti di lavoro 12. Verifiche periodiche degli impianti e delle attrezzature di lavoro 13. Designazione addetti AI e PS e gestione emergenze 14. Fornitura ed utilizzo D. P. I. 15. Impianti ed apparecchiature a norma 19

20 DPI Qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi, e un obbligo del DL fornirlo e del lavoratore indossarlo correttamente 20

21 DPI Vanno usati solo se per la gestione del rischio residuo Vanno scelti oculatamente: adatti alla tutela della sicurezza e salute dei lavoratori nel rispetto di comfort, ergonomia, innocuità, resistenza. 21

22 DPI Categorie dei DPI Dispositivi di Protezione Individuale I CAT. II CAT. III CAT. 22

23 DPI Categoria I Rischi lievi Efficacia può essere giudicata direttamente dall'utilizzatore agenti meccanici con effetti superficiali, agenti atmosferici non eccezionali, né estremi, prodotti per la pulizia poco aggressivi, raggi solari, oggetti caldi con temperature inferiori a 50 C, urti e vibrazioni lievi). Es.: guanti per lavori di giardinaggio. 23

24 DPI Categoria II Tutti i DPI che non rientrano nella categoria I o III. ad esempio gli occhiali di protezione, i dispositivi di protezione dell'udito, i dispositivi di protezione del piede i dispositivi antitaglio i caschi. 24

25 DPI Categoria III DPI finalizzati a proteggere contro pericoli mortali o che possono nuocere gravemente e in maniera irreversibile alla salute, di cui l'utilizzatore non può riconoscere in tempo gli effetti immediati. Es.: DPI finalizzati a proteggere da fattori chimici e biologici, cadute dall'alto, ambienti freddi (temperature inferiori o pari a 50 C o superiori a + 50 C) o scariche elettriche, apparecchi di protezione respiratoria, attrezzature per immersione e antincendio. 25

26 Organi di vigilanza e controllo Gli organi di vigilanza che sovraintendono alla corretta applicazione delle norme inerenti la sicurezza sul lavoro sono stabiliti e regolamentati dall art. 12 del D.lgs. 81/08: Azienda Sanitaria Locale Comando dei Vigili del Fuoco INAIL settore ricerca certificazione e verifica Ministero del lavoro e Ispettorato del Lavoro Organismi paritetici, Enti di patronato, Sindacati Ordini e collegi Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro Comitato per l indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro 26

27 Organi di vigilanza e controllo Quando? Denuncia infortunio Segnalazione (sindacati o RLS o Odv) Malattia professionale 27

28 Segnaletica A valle della valutazione del rischio per la gestione del rischio residuo si utilizza la segnaletica di sicurezza. Scopo: attirare in modo rapido e facilmente comprensibile l'attenzione su oggetti e situazioni che possono determinare pericoli Caratteristica: non sostituisce in alcun caso le necessarie misure di protezione Impiego: indicazioni che hanno rapporto con la sicurezza. Efficacia: estesa e ripetuta informazione di tutte le persone per le quali essa può risultare utile. 28

29 Segnaletica Colore Forma Significato o Scopo Indicazioni e precisazioni ROSSO Segnali di Divieto Materiali o Attrezzature Antincendio Atteggiamenti Azioni Prassi Condizione pericolosa Identificazione e ubicazione GIALLO Segnali di Avvertimento Attenzione Cautela, Verifica AZZURRO VERDE Segnali di prescrizione Segnali di salvataggio o di soccorso Comportamento o azione specifica obbligatoria, obbligo di portare un mezzo di sicurezza personale Porte, uscite, percorsi, materiali, postazioni, locali 29

30 Segnaletica Segnalazione di ostacolo La segnalazione di un pericolo costante di urto, inciampo o caduta come per fosse, gradini, pilastri lungo una via di passaggio, bozzelli di gru, oggetti di macchine 30

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