Nota per la stampa. IL MUSEO DI PIETRARSA 170 anni di storia delle Ferrovie italiane. Padiglione A Ex Reparto Montaggio. Napoli, 2 ottobre 2009

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Nota per la stampa. IL MUSEO DI PIETRARSA 170 anni di storia delle Ferrovie italiane. Padiglione A Ex Reparto Montaggio. Napoli, 2 ottobre 2009"

Geronima Mora
8 anni fa
Visualizzazioni

1 Nota per la stampa IL MUSEO DI PIETRARSA 170 anni di storia delle Ferrovie italiane Napoli, 2 ottobre 2009 Inaugurato nel 1989, in occasione dei 150 anni delle Ferrovie italiane, il Museo di Pietrarsa si sviluppa su un area di circa 36mila metri quadrati, 14mila dei quali coperti, e si articola in 8 padiglioni e settori dove sono esposti treni, locomotive, modelli, plastici, macchinari e oggetti d interesse storico. All esterno, nel piazzale sul mare, si erge la statua in ghisa di Ferdinando II. Alta più di 4 metri e fusa nell Opificio nel 1852, ritrae il sovrano mentre ordina la fondazione delle Officine. Padiglione A Ex Reparto Montaggio Il padiglione ex Montaggio è senz altro il più ricco di treni storici. Tra i pezzi più famosi, la riproduzione del 1939 del treno con la locomotiva Bayard (1839), il suo tender, un bagagliaio, una carrozza di prima classe e due di terza. Lungo le pareti, la con tender a tre assi, la prima locomotiva a entrare nel Museo. Segue la MMO n. 22, appartenente alla ferrovia in concessione Monza- Molteno-Oggiono, la locotender 851, inizialmente utilizzata per treni leggeri, ma anche per manovra, una imponente con tender a tre assi, a due cilindri dissimmetrica - macchina austroungarica, ceduta all Italia, dalle linee ben diverse dalle altre vaporiere. Seguono altre tre locotender: una 910 per treni pendolari, che poteva circolare in entrambi i sensi di marcia, con notevole risparmio di tempo; una 835, locomotiva da manovra riuscitissima al punto che ne furono costruiti 370 esemplari; una 899.

oggetti d interesse storico. All esterno, nel piazzale sul mare, si erge la statua in ghisa di Ferdinando II.

2 pag. 2 Esposta anche una 640, macchina dotata di carrello italiano, adibita a treni veloci, molto simile alla 625, sempre nel museo, che aveva una velocità più ridotta ed era utilizzata soltanto su linee secondarie con treni accelerati. A seguire due locomotive impiegate sulle linee a cremagliera, la 980 e la R.370, quest ultima per linee a scartamento ridotto. Una 680, macchina a doppia espansione a quattro cilindri, per treni viaggiatori veloci, è esposta senza il tender, uguale a quello collegato alla 685, vaporiera strettamente imparentata alla precedente, che campeggia sull ultimo binario. La locotender 905, utilizzata per treni leggeri o come locomotiva di spinta e la , una delle macchine che da Aquileia trasportò a Roma il Milite Ignoto, chiudono la sequenza del primo lato. Dalla parte opposta, una 480, con tender a carrelli, dotata di cinque assi motori, adatta per linee a forte pendenza, una 735, una locotender 896, adatta a manovre pesanti in grandi scali, una 940, tipica locomotiva da montagna, impiegata sulle linee transappenniniche. Chiudono l esposizione delle vaporiere, la locomotiva Bayard e la 741, derivata dalla trasformazione di una 740. Nel padiglione, infine, sono esposti anche i locomotori a corrente alternate trifase: E.551, E.333, a tre assi motori e E.432, bella macchina per treni viaggiatori. Padiglioni B e C Ex Reparto Caldarerie e Forni Nel corpo di fabbrica dei padiglioni B e C, che in origine ospitava le caldarerie e i forni, sono esposte carrozze e automotrici. Un esemplare importante è la carrozza n. 10 del Treno Reale, costruita dalla Fiat nel 1929 per le nozze di Umberto II di Savoia con Maria Josè del Belgio. La carrozza, Presidenziale dal 1946, è stata donata al Museo da Francesco Cossiga nel Faceva parte degli 11 vagoni del Treno reale e si distingue per la ricchezza degli arredi: il salone da pranzo con tavolo decorato in mogano lungo otto metri e ventisei posti a sedere e il soffitto intarsiato con lamine d oro e medaglioni con stemmi delle quattro Repubbliche marinare. Nel padiglione C sono in mostra altre cinque carrozze: una mista di terza classe e bagagliaio, un antica carrozza postale a tre assi, un veicolo di servizio utilizzato per le corse di prova delle locomotive riparate a Pietrarsa, una vettura per il trasporto detenuti, una carrozza Centoporte, di prima, seconda e terza classe. Seguono quattro littorine così chiamate perché entrate in servizio negli anni trenta in coincidenza con la nascita della città di Littoria, oggi Latina: la 772, la 556 Breda, la 556 Fiat, una rimorchiata Ln 55 e una moderna automotrice termica Aln 880. Fra gli altri mezzi, la automatrice elettrica E.623 ex Varesina e tre locomotrici a corrente continua: una E.428, un tempo utilizzato per treni direttissimi pesanti, su tutte le linee più importanti della rete nazionale; una E.326, macchina di poco successo, costruita in pochi esemplari, che ha concluso la sua carriera al deposito Locomotive di Bologna; una E.626, locomotiva tuttofare delle Ferrovie italiane, che ha prestato servizio

Una 680, macchina a doppia espansione a quattro cilindri, per treni viaggiatori veloci, è esposta senza il tender, uguale a quello collegato alla 685, vaporiera strettamente imparentata alla

3 pag. 3 su tutta la rete sia in testa a lunghi treni merci o a merci raccoglitori, che come titolare di convogli viaggiatori locali o diretti, come macchina di spinta sulle tracce acclivi o, in qualche caso, come macchina da manovra.

viaggiatori locali o diretti, come macchina di spinta

4 pag. 4 Padiglioni D, E e F In origine i padiglioni ospitavano le fucine, il centro molle e i locali per la riparazione dei tubi bollitori. Il nucleo a due piani verso la statua di Ferdinando II era invece utilizzato come deposito. Padiglione D settore delle locomotive diesel Qui sono esposte cinque locomotive diesel. La prima è la D.342, con motore diesel idraulico, che contribuì all eliminazione della trazione a vapore su talune linee. Per le macchine di linea successive si preferì adottare il tipo di trazione diesel-elettrico, come la D.341, più adatta alle pendenze di alcune linee. Completano la sezione dedicata al diesel, la 235, tipica macchina per lo spostamento di rotabili in tutti i tipi di scali; la 207, soprannominata Sogliola, perché ridotta a una semplice sottile cabina appoggiata su quattro ruotini, utilizzata in piccoli scali e stazioni per spostare qualche carro e una 215, per manovre di pochi carri. Padiglione E settore delle navi traghetto In questo piccolo ambiente sono esposti numerosi oggetti e macchinari provenienti da navi traghetto demolite. Tra gli altri, cinque modelli di traghetti della flotta FS. Padiglione F settore utensili delle officine Qui sono conservati alcuni colossali macchinari e utensili delle antiche officine, tra cui la Calandra, che serviva a piegare le robuste lamiere di ferro; l alesatrice, con la quale si praticavano i fori alle bielle delle locomotive; due grandiosi magli, un tempo alimentati a vapore e successivamente ad aria compressa. Padiglione G Ex Reparto Tornerie Il padiglione, che in origine ospitava le tornerie, costituisce il nucleo più antico delle officine, perché costruito nel Lo spettacolare edificio, detto La Cattedrale, è caratterizzato dalla grandiosità degli archi a sesto acuto che conferiscono all immobile un aspetto suggestivo e maestoso. All interno sono esposti numerosi modelli di rotabili fra i quali quello della Bayard, una delle primissime locomotive italiane, del locomotore E.432, a corrente alternata trifase, il cui prototipo fu costruito nel 1928 dalla Breda in 40 unità, dell E.428, a corrente continua 3000 V, dotato di otto motori e con velocità massima di 130 km/h, dell elettromotrice ALe 880, il cui prototipo fu costruito nel 1937, caratterizzato dal profilo aerodinamico della cabina anteriore e dotato, sull altra estremità, di porta intercomunicante a soffietto per consentire il passaggio dei viaggiatori tra le carrozze. A seguire il modello dell automotrice ALn 668, con motori a nafta, dotata di 68 posti a sedere e la D.443, il cui prototipo fu costruito nel 1966 per essere impiegato sulle linee non elettrificate in sostituzione delle ormai superate locomotive a vapore. Per la trazione diesel da manovra è esposto il modello del locomotore D.245, dieselidraulico, adibito alle manovre negli scali in sostituzione delle più antiche locotender. Nel padiglione sono esposti anche numerosi plastici e vari oggetti ferroviari, tra cui il famoso plastico Trecentotreni, lungo 18 metri e largo più di 2 metri e le antiche rotaie

342, con motore diesel idraulico, che contribuì all eliminazione della trazione a vapore su talune linee.

5 pag. 5 a doppio fungo, poggianti sui dadi di pietra lavica che erano impiegati sulle antiche ferrovie prima che venissero adottate le più moderne traversine.

Documenti analoghi

Il museo nazionale ferroviario di Pietrarsa

Il museo nazionale ferroviario di Pietrarsa Il museo nazionale ferroviario di Pietrarsa 3 L antico opificio borbonico visto dal mare - fine 800 Il museo nazionale di Pietrarsa Un viaggio lungo 170 anni