PERCORSO FORMATIVO. ETICAE Stewardship in Action, Soc. Coop. 1
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1 PERCORSO FORMATIVO 1
2 SOC. COOP. III Seminario «RESPONSABILITA AMMINISTRATIVA DI IMPRESA il D.Lgs 231/2001» 17 Marzo
3 L incontro di oggi Chi siamo People Training & Consulting Viale Giuseppe Mazzini, Frosinone
4 La responsabilità amministrativa 231/2001 Il D.Lgs. 231/2001 introduce, per la prima volta nel nostro ordinamento, la nozione di responsabilità amministrativa dell ente 4
5 Il principio del Tertium genus 231/2001 La responsabilità: Deriva da reato Viene accertata con le garanzie del processo penale Comporta l applicazione di sanzioni particolarmente afflittive 5
6 Societas delinquere potest 231/2001 pre 231 Societas delinquere non potest post 231 Societas delinquere potest 6
7 Le finalità 231/2001 Colpire sul piano patrimoniale i responsabili di illeciti 231 Sensibilizzare su fenomeni di criminalità di impresa Favorire la riparazione del danno Minimizzare il rischio criminoso 7
8 applicazione 231/2001 Enti forniti di personalità giuridica 231 Società Enti pubblici economici Associazioni anche prive di personalità giuridica 8
9 Non applicazione 231/2001 No 231 Stato, enti pubblici territoriali, enti pubblici non economici, a tutti gli altri enti che svolgono funzioni di rilievo costituzionale (es. partiti e sindacati) 9
10 in sintesi Il D.Lgs. 231/2001 ha introdotto la responsabilità amministrativa degli Enti per taluni reati ed illeciti amministrativi compiuti nel loro interesse o a loro vantaggio da soggetti che rivestono una posizione apicale nella struttura dell ente o da soggetti sottoposti alla vigilanza di questi ultimi 10
11 i presupposti 1. Realizzazione di un reato c.d. presupposto da parte di una persona fisica (tassatività dei reati) 2. Interesse o vantaggio per l ente 3. Tipo di rapporto funzionale che lega la persona fisica all Ente (apicali o subordinati) 11
12 tassatività La responsabilità amministrativa La responsabilità amministrativa sorge solo per i reati espressamente previsti dal decreto legislativo 12
13 interesse Cass. Pen. Sez. V, 28/11/2013 n vantaggio Interesse Vantaggio Va valutato ex ante perché in esso rileva la prospettiva soggettiva della condotta delittuosa Va valutato ex post poiché rileva quando è effettivamente conseguito in conseguenza dell illecito 13
14 reati i soggetti Soggetti apicali Persone che rivestono funzioni di rappresentanza, amministrazione o direzione Sottoposti Persone sottoposte alla direzione e vigilanza altrui 14
15 efficacia Esonero di responsabilità Gli artt. 6 e 7 prevedono una forma di esonero di responsabilità qualora l ente sia in grado di provare l adozione e l effettiva attuazione di misure di organizzazione, gestione e controllo idonee a prevenire la commissione degli illeciti della specie di quello verificatosi 15
16 esonero Apicali L ente non risponde del reato commesso se prova la sussistenza delle seguenti circostanze: l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi aver affidato ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli, curandone il loro aggiornamento il reato è stato commesso da una persona fisica eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e gestione non c è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell organismo incaricato 16
17 esonero Sottoposti L ente risponde del reato commesso se la commissione del reato è stata resa possibile dall inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza. In ogni caso, è esclusa l inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza se l Ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato, un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi 17
18 esonero Onere della prova Apicale Sottoposto Onere della prova Spetta all Ente Spetta al magistrato Oggetto della prova Esistenza di un efficace Modello Organizzativo + elusione fraudolenta Inosservanza degli obblighi di direzione e vigilanza da parte dei soggetti apicali Esclusione della responsabilità Adozione di un efficace modello organizzativo 18
19 sanzioni sanzioni pecuniarie Calcolata in quote non inferiori a 100 euro e non superiore a 1000 euro Per quote da un minimo di 250 euro a un massimo di 1549 euro 19
20 sanzioni sanzioni interdittive Interdizione dall esercizio delle attività Sospensione o revoca delle autorizzazioni, licenze o concessioni funzionali alla commissione dell illecito Divieto di contrarre con la pubblica amministrazione Esclusione da agevolazioni, finanziamenti, contributi o sussidi Divieto di pubblicizzare beni o servizi 20
21 idoneità Modelli organizzativi La normativa di riferimento non delinea esplicitamente i contenuti del modello organizzativo. Tuttavia, sul piano oggettivo, il modello è sufficientemente identificabile in funzione degli obiettivi cui esso è destinato e può descriversi come un sistema strutturato ed organico di procedure nonché di attività di controllo da svolgersi anche in via preventiva, strumentale alla previsione dei reati responsabilizzanti ai sensi del D.Lgs. 231/01 21
22 idoneità Modelli organizzativi L idoneità del modello organizzativo va misurata in relazione al fine di evitare la commissione di reati di un certo tipo, e può essere definita come la sua adeguatezza alla specifica struttura e alla concreta attività dell ente 22
23 idoneità Modelli organizzativi Un modello è valido se permette di a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l'attuazione delle decisioni dell'ente in relazione ai reati da prevenire; c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell'organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. 23
24 la struttura Modelli organizzativi Le disposizioni del D.Lgs. n. 231/2001 non prevedono modelli di organizzazione e di gestione schematizzabili a priori. Dall art. 7, comma 3, si evince che il modello deve risultare coerente con la natura e le dimensioni della struttura organizzativa, nonché con le peculiarità dell attività svolta 24
25 la struttura Modelli organizzativi Componenti essenziali del modello: - descrizione introduttiva della struttura organizzativa della società e delle sue principali attività svolte - mappatura oggettiva preventiva, detta identificazione dei rischi, ossia l analisi descrittiva delle aree funzionali interne esposte al rischio di commissione di uno o più reati, con annessa specificazione preventiva delle potenziali modalità di commissione dei reati stessi 25
26 la struttura Modelli organizzativi - Mappatura normativa attraverso la definizione del sistema implicito di prevenzione/contenimento dei rischi e delle conseguenti modalità operative interne istituite per l efficace prevenzione della suddetta commissione potenziale dei reati, comprensive delle misure in tema di informazione permanente nei confronti dell ODV interno e di gestione delle risorse finanziarie - approntamento, ai sensi dell art.6, comma 2, lett. D) di un adeguato sistema disciplinare sanzionatorio interno per la violazione dei precetti contenuti nel modello, volto a punire la mancata osservanza dei protocolli ivi previsti nonché delle norme del codice etico interno, che esprime i principi di deontologia aziendale che l ente riconosce come suoi propri ed ai quali deve essere informato il comportamento di tutti i suoi appartenenti 26
27 attuazione Modelli organizzativi Il sistema di controlli preventivi deve prevedere una serie di PROTOCOLLI (cioè di regole interne) diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell ente in senso, ovviamente ostativo ai reati da prevenire, in modo da garantire che i rischi di commissione dei reati siano ridotti ad un livello accettabile 27
28 attuazione Modelli organizzativi Il modello per essere efficacemente attuato deve essere integrato con: Costituzione effettiva di un organismo di vigilanza e redazione di un suo regolamento operativo Previsione di un sistema di aggiornamento continuo a cura dell ODV; Organizzazione di un piano di formazione e comunicazione; Predisposizione di un codice etico Predisposizione di un sistema sanzionatorio 28
29 PROSSIMI APPUNTAMENTI 29
30 30
31 PERCORSO FORMATIVO 31
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