D.Lgs. 231/2001. Corso di formazione 2014

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1 Corso di formazione

2 Corso di formazione La Responsabilità amministrativa degli enti ex D.Lgs. 231/01 Disposizioni per la prevenzione della corruzione e dell illegalità nella P.A. L. 190/2012 Disposizioni su inconferibilità e incompatibilità degli incarichi nella P.A. D.Lgs. 39/2013 Disposizioni in materia di trasparenza e pubblicità degli atti nella P.A. D.Lgs. 33/2013 Legge sulla privacy D.Lgs. 196/2003

3 Corso di formazione D.Lgs: 231/2001: Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica

4 Il quadro normativo di riferimento D.Lgs 231/2001 nasce dalle Direttive della Unione Europea in tema di tutela del mercato e della libera concorrenza supera il limite giuridico societas delinquere non potest e art. 27 della Costituzione introduce la presunzione di responsabilità della Società per reati commessi in suo favore o a suo vantaggio da soggetti operanti al proprio interno contiene una lista di reati al cui verificarsi scatta la responsabilità della società 4

5 Il quadro normativo di riferimento Responsabilità penale dell Ente Ante Post Persone fisiche ( societas delinquere non potest ) Persone Fisiche + Enti (superamento del principio tradizionale) 5

6 Il quadro normativo di riferimento Profili generali del Decreto Il D.Lgs. 231/01 introduce nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa degli enti per attività illecite commesse nel loro interesse o vantaggio la responsabilità ha natura formalmente amministrativa ma sostanzialmente penale Finalità punire comportamenti illeciti indurre gli enti ad approntare sistemi di controllo e monitoraggio idonei a prevenire la realizzazione di illeciti 6

7 Il quadro normativo di riferimento: i reati 1/2 Artt. 24 e 25 : Reati contro la Pubblica Amministrazione e il suo patrimonio Art. 24-bis : Reati di "criminalità informatica Art. 24-ter : Delitti di criminalità organizzata Art. 25-bis : Reati in tema di falsità in monete, carte di pubblico credito e valori di bollo e strumenti o segni di riconoscimento Art.25-bis.1 : Delitti contro l industria ed il Commercio Art. 25-ter : Reati societari e Corruzione tra privati Art. 25-quater : Reati con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico Art. 25-quater.1 : Pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili Art. 25-quinquies : Reati contro la personalità individuale 7

8 Il quadro normativo di riferimento: i reati 2/2 Art. 25-sexies : Reati di Market Abuse Art. 25-septies : Reati di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime derivanti da violazioni delle norme in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro Art. 25-octies : Reati in materia di riciclaggio (ricettazione, impiego di utilità illecite etc ) Art. 25-novies : Delitti in materia di violazione del Diritto d autore Art. 25-decies : Induzione a non rendere dichiarazioni o rendere dichiarazioni mendaci all autorità giudiziaria Art 25-undecies: Reati ambientali Art 25-duodecies: Impiego di cittadini con permesso di soggiorno irregolare Art. 10, L. 146/2006: Reati transnazionali (ass. delinquere, traffico armi, traffico stupefacenti, contrabbando ecc.) 8

9 Il quadro normativo di riferimento La società non risponde se le persone hanno agito nell interesse eslusivo proprio o di terzi Per provare la estraneità della società occorre dimostrare che la persona ha agito nell esclusivo interesse proprio o di terzi 9

10 Il quadro normativo di riferimento Sanzioni applicate Sanzione pecuniaria Sanzione interdittiva Confisca Pubblicazione della sentenza 10

11 Il quadro normativo di riferimento Condizione esimente L Ente non risponde se prova che: l organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione, gestione e controllo ( Modelli Organizzativi ) idonei a prevenire i reati oggetto del Decreto il compito di vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento è stato affidato ad un organismo dell ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e controllo (Organismo di Vigilanza) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente il Modello Organizzativo il reato è stato commesso senza che vi fosse omessa o insufficiente vigilanza da parte dell Organismo di Vigilanza 11

12 I Modelli di organizzazione gestione e controllo Considerazioni preliminari Per la prima volta i Modelli di organizzazione, gestione e controllo assumono una rilevanza giuridica Il Modello deve essere considerato come parte integrante del più ampio sistema di governo e controllo societario inteso come: struttura organizzativa modalità di attribuzione dei compiti e delle responsabilità sistema di deleghe di potere e livelli autorizzativi interni regole comportamentali e procedure operative attività di controllo di linea e di monitoraggio 12

13 I Modelli di organizzazione gestione e controllo Previsioni del Legislatore Requisiti del Modello (art. 6, co. 2 Decreto): individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi i reati; prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell Ente in relazione ai reati da prevenire; individuare le modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione dei reati; prevedere gli obblighi di informazione nei confronti dell Organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli; introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello. Sistema di Analisi del Rischio Meccanismi di Gestione e Controllo Codice Etico Organismo di Vigilanza Flussi informativi vs l OdV Sistema sanzionatorio Comunicazione e Formazione 13

14 L Organismo di vigilanza Caratteristiche e composizione E un Organismo interno Ha composizione plurisoggettiva Riporta al Consiglio di Amministrazione (se del caso all Assemblea) Risponde ai requisiti di: Funzioni, compiti e poteri Vigila sull osservanza del Modello autonomia e indipendenza professionalità continuità d azione Verifica l efficacia ed effettiva capacità del Modello di prevenire la commissione dei reati Valuta il mantenimento nel tempo dei requisiti di affidabilità e funzionalità del 14 Modello curandone l aggiornamento

15 L Organismo di vigilanza Relazioni con le altre strutture aziendali L Organismo di Vigilanza può accedere ad ogni e qualsiasi documento aziendale rilevante per lo svolgimento dei suoi compiti e tutti sono tenuti a fornire specifiche informazioni all Organismo di Vigilanza. In tal senso si coordina e si interfaccia sistematicamente con le varie Direzioni e/o Funzioni per: la verifica periodica della mappa delle aree a rischio l effettuazione dei test di verifica nelle aree a rischio la conduzione di indagini volte all accertamento di possibili violazioni delle prescrizioni del Modello la promozione della conoscenza e la diffusione del Modello il monitoraggio dell adeguatezza del sistema sanzionatorio la raccolta, l elaborazione e la conservazione delle informazioni rilevanti per il rispetto del Modello 15

16 L Organismo di vigilanza Flussi informativi verso l Organismo di Vigilanza (Es.: segnalazioni,suggerimenti, casella organismodivigilanza@zetema.it ) Segnalazioni cui sono tenuti tutti i dipendenti e collaboratori che cooperano nel contesto delle diverse relazioni che essi intrattengono con la Società stessa Informazioni cui sono tenuti principalmente tutti i Responsabili di Direzione/Funzione nell ambito dello svolgimento delle attività di propria competenza 16

17 Il percorso in Zetema Mappatura dei Rischi Revisione modello Parte Generale Analisi dei processi rilevanti per potenzialità dei reati Verifica degli strumenti in essere Individuazione dei livelli di rischio e priorità di intervento Aggiornamento del catalogo reati Revisione codice etico e sistema disciplinare Individuazione regole generali Revisione modello Parte Speciale Formulazione specifiche attività a rischio Definizione protocolli comportamentali ad hoc 17

18 Statuto dell OdV Definisce: finalità ed ambito di applicazione Requisiti di professionalità e onorabilità dell OdV Cause di ineleggibilità e incompatibilità Obblighi, poteri e compiti dell OdV Sistema di raccolta e conservazione delle informazioni Iniziative dirette alla diffusione del Modello Organizzativo 18

19 Operato di Zètema risulta estremamente procedimentalizzato e trasparente (ha ottenuto le certificazioni di qualità) PIANO ANTICORRUZIONE COMPRENSIVO DEL PIANO TRASPARENZA E ACCESSO CIVICO CODICE ETICO REGOLAMENTO PRIVACY CODICE DELLE ASSUNZIONI PROCEDURA INTERNA REPERIMENTO RISORSE UMANE GESTIONE BANCA DATI CURRICULARE REGOLAMENTO ACQUISTI E SPONSORIZZAZIONI PROCEDURA INTERNA ACQUISTI PROCEDURA PER OMAGGI E GRATUITA PROCEDURA GESTIONE SISTEMI INFORMATIVI POLICY PER L USO DEI SOCIAL NETWORK 19

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