ode ai poeti popolari

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2 ode ai poeti popolari Poetas naturales de la tierra... numerosos sois, como las raices. En el antiguo corazón del pueblo habéis nacido y de allí viene vuestra voz sencilla... Por eso, poetas de mi pueblo, saludo la antigua luz que sale de la tierra. El eterno hilo en que se juntaron pueblo y poesía; nunca se cortó este profundo hilo de piedra, viene desde tan lejos, como la memoria del hombre. Tratta da Pablo Neruda. Poesie di una Vita, a cura di R. Bovaia, Ugo Guanda Editore, Parma

3 Antoni Uda mutos de foressidu Presentada de DOLORES TURCHI Disinnos de MICHELANGELO CHERATZU Condaghes

4 In sa cobertina: Matas a bentu, colores a ozu subra sa linna (cm. 20 x 15) de Michelangelo Cheratzu. Colletzione ARCALE poesia in duas limbas Segunda editzione ISBN X Condaghes Totus sos diritos sunt reservados Condaghes s.n.c. via Sant Eulalia, 52 I Cagliari (CA) telefono e fax: ; info@condaghes.it

5 Introduzione alla seconda edizione Introdussione a sa segunda editzione

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7 Ho iniziato le scuole medie nella seconda parte degli anni Quaranta, immediatamente dopo la Seconda Guerra Mondiale e la caduta del fascismo. I testi di letteratura in dotazione alle scuole erano ancora quelli composti nell ottica dell arte della passata dittatura e gli stessi insegnanti provenivano da quella cultura. Carducci e D Annunzio erano ancora i grandi vati da studiare e la poesia insegnata nelle scuole era ancora fatta di tante parole e di molta retorica. Da riviste lette al di fuori dell ambito scolastico venni a conoscere i poeti dell ermetismo e venni subito affascinato dalla poesia di Ungaretti, dalla sua capacità di manifestare una straordinaria intensità di sentimento in pochi versi, riducendo tutto all essenziale, rifiutando sempre il superfluo. Le sue brevi parole, come semi piantati nell immaginazione, fanno nascere una lunga sequenza di pensieri che ti legano e ti ammaliano. Poche parole semplici e scarne bastano a produrre un quadro completo e profondo. Come nella poesia intitolata Soldati, composta al fronte nel 1918: 9

8 Si sta come d autunno su gli alberi le foglie. o come anche in Peso (Mariano, 29 giugno 1916): Quel contadino si affida alla medaglia di Sant Antonio e va leggero. Ma ben sola e ben nuda senza miraggio porto la mia anima. 1 Più tardi nella vita ho avuto l occasione e la fortuna di avvicinare la poesia cinese e quella giapponese. Nell occidente i grandi poeti hanno lasciato tutti lunghe poesie e lunghe opere. Però da Dante, a Petrarca e Boccaccio, per primi, da Shakespeare, al Tasso, al Foscolo, sino a Neruda, tutti i grandi poeti si sono cimentati con il sonetto (una forma lirica breve, di soli quattordici endecassilabi) per esprimere i loro sentimenti più forti, specialmente l amore. Per quanto riguarda la poesia orientale 1) GIUSEPPE UNGARETTI, Vita d un Uomo. Tutte le poesie, Mondadori, Milano

9 cinese e giapponese la caratteristica principale è, in assoluto, la brevità. «Una lunga poesia non attrae la mentalità cinese. Non esiste nella lingua l epica, sebbene, naturalmente, esistono molti brani di alcuni centinaia di versi. La brevità è in verità l anima del poema cinese, il cui valore non dipende tanto da quello che dice ma da quello che fa intravedere. Come per la pittura, così anche in poesia la suggestione è il fine e lo scopo dell artista, il quale in entrambi i casi può essere definito un impressionista.» 2 «La lunghezza ideale di una poesia è di dodici versi (e questo è il limite imposto ai candidati negli esami pubblici) in quanto i cinesi credono che se il poeta non è capace di dire in tale ambito quello che deve dire sarebbe meglio che non lo dicesse. Anche la poesia di otto versi è una forma favorita, e così è anche, per la sua estrema difficoltà, l epigramma di quattro versi, chiamato stop-short per la sua brusca, improvvisa chiusura, nel quale le parole si fermano, ma il senso continua con il pensiero suggerito al lettore.» 3 Li Po ( ) della Dinastia T ang è forse il poeta più grande della Cina. Ecco un suo epigramma, considerato perfetto, tradotto in 2) HERBERT A. GILES, A History of Chinese Literature, Grove Press, New York 1958, traduzione dell autore. 3) Ibidem. 11

10 inglese: «The birds have all flown to their roost in the tree, / The last cloud has just floated lazily by; / But we never tire of each other, not we, / As we sit there together, the mountains and I» 4. Eccone un altro di Li Po, tradotto in italiano: «La luna argentea inonda il letto di chiarore / parmi che il suol sia cosparso di brina, / alzo il capo a mirar la luna splendente: / riabbasso il capo pensando al mio villaggio» 5. Tu Fu ( ) era un contemporaneo ed amico di Li Po. Ecco una sua poesia: «Cade un petalo sol d un fiore / e pare che un po di primavera via si porti; / il vento soffia ed a migliaia i petali / volteggiano, rendendo l alma triste» 6. Un altro poeta famoso del periodo è Po Chu-I ( ). Era un buddista convinto e la sua poesia non è, come per i primi due, legata al vino ed all ebbrezza. Ecco un suo componimento: «Sulla stuoia al chiaro della luna una coppa, / fra le gronde la pura brezza sotto i pini; / ero qui tra i solitari pensieri / quando giunse il mio vecchio amico» 7. 4) Ibidem. 5) MICHELE SUPPO, Sommario storico di Letteratura cinese, Scuola Salesiana del Libro, Macau ) Ibidem. 7) VILMA COSTANTINI (a cura di), Coppe di Giada. Antologia della poesia cinese classica, TEA, Torino

11 Altrettanto concisa è la poesia giapponese, che ha subito come in genere tutta la cultura nipponica l influsso di quella cinese. Uno dei poeti cinesi più popolari nel Giappone del periodo Heian ( ) è stato Po Chu-I. L aristocrazia di Kyoto (Heiankyo, allora capitale) lo ha preferito ai due poeti più grandi della dinastia T ang, Li Po e To Fu, forse perché era buddista (e la cultura continentale veniva portata nelle isole dai monaci, compresi quelli giapponesi, che andavano numerosi in Cina per la loro formazione). La cultura, lo stile ed il gusto dell età d oro giapponese, come pure dei secoli successivi, sono impregnati della cultura dell età d oro della cultura cinese. Basta pensare all influsso che la scuola buddista Zen, risalente appunto alla suddetta dinastia, ha esercitato ed ancora esercita nell arte nipponica con il suo caratteristico spirito di semplicità e profondità. Una forma della poesia giapponese, ormai conosciuta ed imitata in tutto il mondo, l Italia compresa, è quella chiamata haiku. L haiku è composto da tre versi: il primo ed il terzo di cinque sillabe ed il secondo di sette sillabe, per un totale quindi di diciasette sillabe. Questo stile poetico giapponese evoca nella sua brevità una bellezza profonda per quanto non viene espressamente detto ma viene fatto intravedere. In Giappone si celebra ogni anno in cor- 13

12 te una recita di haiku, alla quale partecipano l imperatore e l imperatrice. La recita viene eseguita in forma di canto. Nel mondo si organizzano dei concorsi per la composizione di questa brevissima poesia ed il premio è di solito un viaggio a Tokyo. In Giappone questa forma di arte è diventata un passatempo al quale aderiscono più di tre milioni di persone, dai politici alle donne di casa. Ho visto, quando lavoravo in Tokyo, una raccolta di haiku in italiano. Non mi fu possibile però avere una copia del volume e pertanto non riesco ora a citarne neppuro uno. Eccone qualcuno in sardo: In sa campagna Fiorin sos fiores Sun totu pro te. Passat su tempus Deo semper isetende Tue no torras. Il mutu quindi, per quanto riguarda la sua brevità di forma, non è un espressione poetica isolata ed esclusiva all arte della Sardegna. Il mutu contiene nella sua brevità tutta la carica lirica tipica delle composizioni affini e, secondo Dolores Turchi, «riflette la più antica e genuina poesia sarda». 14

13 Il mutu è servito per secoli ai sardi di carattere taciturni e schivi nel manifestare i loro sentimenti per mandare i loro messaggi di amore e a manifestare gli altri sentimenti in una forma concisa e talvolta ermetica. E i mutos sono per ripetere quanto affermato da Pier Paolo Pasolini nel suo Canzionere italiano pubblicato dalla Garzanti «degli umili oggettini d oro». Costituiscono, vale a dire, una forma d arte preziosa. Per quanto riguarda l aggettivo umili abbinato ad oggettini d oro, la qualificazione costituisce la ritrattazione in parte dell ammissione di lode fatta da un continentale nei confronti di qualcosa di sardo (e poi non è vero che nella Regione «altro oro non si possiede», come viene affermato dal Pasolini nello stesso testo) 8. COMPOSIZIONE Il mutu più che una poesia è un canto. Nella presente trattazione il mutu è quello che sia dal punto di vista della composizione che del canto s incontra più diffuso nell area logodorese/nuorese. 8) Per uno studio completo dei mutos si può consultare l opera di A.M. CIRESE, Struttura e origine morfologica dei mutos e dei mutettus sardi, Gallizzi, Sassari

14 Il mutu è composto da sei versi settenari divisi in due parti, in due terzine: - i primi tre versi costituiscono s isterrida ; - gli ultimi tre versi formano sa torrada. Il legame tra l isterrida e la torrada è costituito dalla rima: - il primo verso rima con il quarto; - il secondo verso con il quinto; - il terzo verso con il sesto. Vale a dire, rispettivamente, il primo verso di l isterrida rima con il primo della torrada, il secondo col secondo, il terzo col terzo. Esempio: - isterrida: (1) Setzida in sa carrela, (2) a s antiga estida, (3) ti faghes sa faina. - torrada: (4) Galana che bandela, (5) sarda rosa dechida (6) pares una reina. Nella sua forma di canto il mutu si presenta, più comunemente, nel modo seguente: - si canta prima l isterrida completa; - l isterrida è seguita da tre strofe, dette cambas, di quattro versi ciascuna; - ogni camba è composta da un verso dell isterrida (a cominciare dal primo) seguito dai tre versi della torrada disposti in modo tale che l ultimo di loro rimi con il suddetto verso dell isterrida. 16

15 Ecco un esempio: Isterrida: Prima camba: Setzida in sa carrela, a s antiga estida, ti faghes sa faina. Setzida in sa carrela: sarda rosa dechida pares una reina galana che bandela. Seconda camba: A s antiga estida: galana che bandela pares una reina sarda rosa dechida. Terza camba: Ti faghes sa faina: galana che bandela sarda rosa dechida pares una reina. Di solito non esiste una connessione di senso tra l isterrida e la torrada. Talvolta, però, la prima parte del mutu è legata alla seconda parte da un nesso logico, come in quello sopra esposto. Il significato, il messaggio viene quindi espresso in modo semplice e conciso in soli tre settenari o, più raramente, in sei. Come ho già notato all inizio della presentazione, il mutu è essenzialmente un canto. 17

16 Esso viene adattato, se necessario, alle varie occasioni nelle quali si vogliono esprimere i propri sentimenti. Nei mutos contenuti in questa raccolta accennerò solo ad alcuni adattamenti possibili. Voglio, comunque, dire che mi farebbe piacere sentire cantare uno di questi mutos nella sua forma originale, come mi farebbe altrettanto piacere sentirli cantati con delle variazioni apportate da altri. Un esempio: - forma originale: in terra gai lontana de inzas bororesas s ammentu m es bennidu - variazione: in terra gai lontana de rosas bororesas s ammentu m est bennidu si esprime così un significato abbastanza diverso. Pro una cuba istampada so bandidu batordig annos fora de Pattada no la sento sa cuba istampada ma cantu sento so inu perdidu. PEDRU SALARIS de Aidomaggiore,

17 Altro esempio: Mancari chi ti cues In s aera olende in susu de sas nues giro su mundu intreu. Ca a tie so amende mancari chi ti cues t adoro bene meu. Questo mutu è stato cantato dai Tenores Noriolo in Vancouver l 8 agosto Al quinto verso è stata apportata una leggera variazione: invece di «mancari chi ti cues», è stato cantato «mancari chi lu cues». Conseguentemente hanno aggiunto il ritornello, tipico dei canti del genere, «a s andira, a s andira» 9. 9) Cfr. DOLORES TURCHI, Maschere, miti e feste della Sardegna, Newton Compton, Roma 1990, pag

18 Prima parte Parte prima 21

19 Presentazione alla prima edizione I mutos riflettono la più antica e genuina poesia sarda e fanno riemergere una nostalgia sottile e penetrante. Forse queste dolci melodie si sono fissate nell inconscio da tempi lontani e la loro rievocazione e il loro ritmo muove qualcosa di arcano, di cui non siamo più in grado di dare chiare spiegazioni. I versi di Antonio Uda ci ripropongono questa forma poetica con l animo sensibile di chi vive lontano dalla propria terra e la rivisita con la memoria, rievocandone i ricordi più belli, gli amori lontani, la campagna solitaria; immagini di un mondo giovanile che vengono rivissute nella memoria come un infanzia felice, la terra del mito, della giovinezza perduta. Perciò dalla sua arpa si sprigiona un canto d amore, il canto che solitamente compone colui che è lontano dalla sua terra, rivestendolo dei colori della malinconia intrecciati al desiderio del ritorno. Attraverso il filtro della remotizzazione riemerge infatti più facilmente il fascino delle cose passate. 23

20 Da questi mutos riaffiorano i ricordi della vita vissuta in una Sardegna non ancora invasa dalla tecnologia, ove il mondo agro-pastorale assume contorni elegiaci e il canto di una serenata notturna diviene motivo di gioia e di appagamento interiore. Quest uomo dell'animo poetico, che gira il mondo, che conosce nuove genti e varie culture, ha serbato nel cuore i canti agresti e melodiosi della sua terra. Fanno parte del patrimonio che si porta dentro, e anche se ha imparato a cantare in altre lingue e a conoscere forme poetiche più complesse ed elaborate, vuole rimanere fedele ai canti primitivi che lo accompagnarono nel suo percorso giovanile, sia che si trovi in Giappone, nelle Filippine o in Canada. Ormai introiettati, appartengono al suo io e, quando vuole essere veramente se stesso, questi mutos riemergono, s impongono anche nel tempo presente, perché rappresentano l amore alla propria terra da parte di unu foressidu, di un emigrato che conosce un mondo ben più vasto, ma vuole rimanere idealmente ancorato allo scoglio natio e alla semplicità del canto tradizionale sardo. Che il mutu fosse un tempo il genere poetico più diffuso lo dimostra la grande raccolta che tra la fine del secolo scorso e i primi decenni del presente ne fecero glottologi e studiosi come lo Spano, il Bellorini, il Mango, il Guarniero, il Cian, il Nurra, il Ferraro e vari altri cultori di canti popolari sardi. 24

21 Oggi molti poeti usano il verso sciolto sia perché si sentono più appagati, sia per piegare la lingua sarda alla lirica moderna. Ma la vera poesia sarda comporta la rima e tra i vari generi poetici il mutu e la battorina sono certamente i più arcaici, quelli che meglio esprimono i sentimenti amorosi, le ansie, i dolori. Per questa ragione Antonio Uda ha scelto il mutu. Girando per il mondo, da emigrato di lusso, da uomo colto, conosce bene le varie forme poetiche della poesia moderna, ma volendo innalzare un canto d amore alla propria terra, è ricorso alla forma più spontanea, con la quale un tempo si esprimevano i propri sentimenti. Infatti nei suoi versi è chiaramente avvertibile l appassionata adesione alle tradizioni isolane. Egli è rimasto profondamente sardo nell'animo e lo dimostra proprio attraverso questi canti: «Semper pensende a domo / passados sun sos annos / peri su mundu andende...». «A domo», alla propria terra, sente spesso il bisogno di tornare, quasi a rivivere i sogni del passato, benché ne constati le continue trasformazioni e la progressiva perdita d identità, nella ricerca di un modernismo non sempre ben assimilato. Forse per questo Antonio Uda, come tanti sardi che vivono fuori dall'isola, sente il bisogno prepotente di esprimersi in limba, di dare il suo contributo poetico in una lingua che con l andare del tempo diventa sempre più effi- 25

22 mera e sfuggente, introducendo consapevolmente nell'universo della memoria una sorta di sdoppiamento del proprio io tra presente e passato. In questa dimensione anche una pianta rimanda il pensiero alla propria terra: «Sa ide americana / in baddes canadesas / creschende apo idu: / in terra gai lontana / de inza bororesas / s'ammentu m est bennidu». I monumenti megalitici della sua isola sono motivo di ispirazione quando le sensazioni si fanno più intense: «Sos nuraghes bidimos / solos abbandonados / ma semper imponentes. / S'istoria chi tenimos / sardos mios amados / nos ispirat sas mentes». Ma il canto scaturisce spontaneo soprattutto nei momenti di solitudine, quando la lontananza fa diventare più acuto il ricordo: «Cuddos grecos antigos / a sa Sardigna mia / Iknusa l an giamada. / Solu sena amigos / mi mancat s'allegria / atesu e terra amada». Questi versi sono un omaggio che Antonio Uda fa alla sua isola. Nel 1993 mi scrisse da Tokyo: «Anche se riuscissi a diffondere uno solo di questi mutos, anche se uno solo venisse cantato in Sardegna, ne sarei molto felice». Io credo che non uno, ma tutti questi mutos verranno cantati in Sardegna da coloro che ancora vogliono mantenere vive le tradizioni e la lingua della nostra terra. DOLORES TURCHI Oliena, 28 aprile 1996 Sa Die de sa Sardigna 26

23 Po Antoni Uda poete de àteros tempos Cando apo ischidu chi Antoni Uda aiat iscrittu mutos e chi los aiat pubblicados m est passidu ispantu. E comente, apo nadu, est in giru peri su mundu dae prus de barant annos, connoschinde zente de onzi logu e medas limbas anzenas e s amentat ancora de su mutu e l iscriet in sardu, comente chi dae idda sua non si siat mai movidu? Apo legidu sos mutos e apo cumpresu ite b at in su coro de unu foressidu e puite abarrat ligadu a fune russa a su logu inue est naschidu. Tottu sas cosas noas chi biede issu las cunfrontat cun sas primas connoschentzias tentas in bidda e da igue li naschent sentidos noos, prenos de su disizu de torrare a domo. B est chie sa vida sua la contat iscriinde a paginas prenas, Antoni no; issu nolla contat a modu sou, a sa sarda, cun pagos faeddos, nados po chie los cheret cumprendere, ischinde ch in dasegus de onzi paraula b at un istoria calchi olta de dolore, calch àtera de cuntentesa. 27

24 In cussos mutos non bi sunt sas cosas chi issu faghet die po die, ma b est su chi li passat in su coro e, de veras, est cussa sa vida de un omine; su chi sentit e non su chi faghet. Antoni est unu omine de oe, chi at vividu e vivet in prenu sa modernidade, ma intro de issu est abarradu su pitzinnu chi fut in bidda e biet sas cosas de tando comente in bisione: unu mundu bellu, chi at perdidu andande peri su logu ( in coro sa tristura / falende gia la sento / pro su c apo perdidu ). Su mutu paret una cosighedda e nudda, ma no est gai. No b at che issu po narrere su chi giughes in su coro; pagas paraulas chi nd ogant a pizu dae fundu su sentidu, movinde cordas chi sonant una musica chi est antiga, ma bia e prena de vida. Paret unu giogu ma est cosa chi andat a forrogare in su chi giughimos daora depositadu in cuss isterzu mannu chi est su coro nostru, e d est po cussu chi, leginde sos mutos, no c agatamos sentza mancu no nd abizare, comente in bisione in d unu mundu chi aimis ismentigadu. Custos bellos mamentos nos faghet vivere Antoni Uda e li tevimos fintzas un àtera cosa: andande peri su logu, dae Sardigna a su Giapone, a Sas Filipinas e, apustis, in Australia e in Canada, at fattu diventare su mutu, chi est sardu e chi at po seculos cantadu su 28

25 chi passiat in su coro de sos sardos, unu cantigu abertu a su mundu, faghinde cumprendere ch in tottue tottu sos omines, abaidande a fundu a fundu, sunt che pare. PEPPE CAU Borore, lampadas

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27 Cando fio minore, in domo nostra cantaimis semper cantones sardas. Tando non tenimis televisione e ne mancu radio. Su divertimentu pius bellu fit cando andaimis a iscultare sos cantadores su sero de sa die e sa festa. Pro me, unu de sos piagheres pius mannos fit cando in mesu e sa notte mi nde ischidaiat s armonia de una serenada cantada in bighinadu. Cando mi agatia sena cumpanzia in sa carrela o in campagna, tentende sa inza o s alzola, mi ponia a cantare sos mutos chi m ammentaia: cussu fit su recreu meu... Fattu mannu e foressidu apo imparadu a cantare cantones in ateras limbas sena de m ismentigare sas cantones sardas: apo sighidu a cantare sos mutos chi mi ammentaia e sos mutos chi in sas differentes esperienzias de sa vida mi ch essian dae coro. Custos sun sos mutos de unu foressidu sardu, cumpostos e cantados peri su mundu... a.u. 31

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29 sa promissa Fatt apo sa promissa de torrare una die a sa Sardigna mia. Ti tenzo in mente fissa cherzo torrare a tie amore e pitzinnia. sos nuraghes Sos nuraghes bidimos solos abbandonados ma semper imponentes. S istoria chi tenimos sardos mios amados nos ispirat sas mentes. 33

30 Leonora e Arborea Leonora e Arborea de sos sardos est bantu ca fit sabia e balente: est morta cun s idea chi l est costada tantu d essere indipendente. sa gloria Su liberu e s istoria iscrittu l an sos meres pro s interessu insoro. De Sardigna sa gloria si connoscher la cheres iscritta l as in coro. 34

31 de sos mannos s ammentu Cando si tenet bentu pretzisu est bentulare narat cudda cantone. De sos mannos s ammentu fortza nos at a dare pro fagher sa nassione. sa cara c'apo amadu Cando si tenet bentu pretzisu est bentulare Frantziscu Mannu at nadu. Mancari nd ida chentu no apo a ismentigare sa cara c apo amadu. 35

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33 peri su mundu andende Bator miz annos como sos antenados mannos nuraghes fin fattende. Semper pensende a domo passados sun sos annos peri su mundu andende. dae cando m as lassadu Andende a S Alighera in Bosa so passadu su frumene apo idu. Ca s affetzione est vera dae cando m as lassadu su sennu apo perdidu. 37

34 atesu e terra amada Cuddos grecos antigos a sa Sardigna mia Iknusa l an giamada. Solu sena amigos mi mancat s allegria atesu e terra amada. semper lu tenzo in mente Sa filipina zente a Marcos c at bogadu in frearzu otantasese. Semper lu tenzo in mente comente m as amadu de cantu bella sese. 38

35 sas isulas lughentes Sas isulas lughentes de su mare orientale las giaman Filipinas. No cherzo chi t ammentes sos chi t an fattu male sos chi t an dadu ispinas. sas terras canadesas Sas terras canadesas gia las toccat su entu entu frittu e iddia. In su coro mi pesas continuu unu trumentu perdida prenda mia. 39

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37 betzas fotografias Betzas fotografias m ammentan su passadu de cando t amaia. In mesu e tribulias su risu ch est andadu restat sa pena ebia. betzas fotografias (2) Betzas fotografias su passadu m ammentan c aia ismentigadu. De deris allegrias oe no m accuntentan su coro isconsoladu. 41

38 su mare australianu Su mare australianu no est mai chietu in sa costa orientale. Dae a tie lontanu chi no agato affettu paret cosa fatale. amore ardente A s ardia e Sant Antine bi pigat meda zente in triulas onz annu. No at tenner fine pro te s amore ardente s affettu meu mannu. 42

39 amore veru Su fiore de sa uda est elegante e alteru e creschet in sos rios. Ti naro sena duda chi cust amore est veru cantu duramos bios. amore vanu Andadu in Vaticanu su paba apo idu chi est unu polacu. S amore meu est vanu c a tie apo perdidu so diventende maccu. 43

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41 amicitzia vera Antoni su cinesu m at fattu de compare in terra furistera. De zente anzena in mesu capitat de agatare un amicitzia vera. tribagliu e guvernu Silvana sa romana est femina dechida cun totus premurosa: giuro a mente sana chi mai l apo ida fattende calchi cosa. 45

42 Cossiga presidente Cossiga presidente faeddat s italianu a moda tataresa: che omine balente peleat fittianu finas a sa etzesa. de su coro sa pena Sa tzittade e Manhattan de zente est totu piena bi nd at d onzi colore. Sena cherrer l agatan de su coro sa pena sos chi chircan s amore. 46

43 sa mariposa Olat sa mariposa in s oru de sa lughe in chirca de calore. Custa vida penosa grae est comente rughe sena su tou amore. Antoni e Seneghe In su monte australianu Antoni seneghesu terrinu at comporadu: poberu cristianu dae idda sua atesu inie est sepultadu. 47

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45 sos poetas nostranos Sos poetas nostranos nos cunfortan so coro a sas festas cantende: Deus los tenzat sanos potat sa vena insoro durare eternamente. bestida a s antiga Setzida in sa carrela bestida a s antiga ti faghes sa faina: galana che bandela sarda rosa dechida pares una reina. 49

46 sa pedra longa Sa pedra longa rea, a cara e su nuraghe s istoria nostra at bidu. Sa vida mia intrea no at a tenner paghe si a tie apo perdidu. serenada Torradu est su eranu de arvures fozidas s ammuntat sa costera. T apo a dare manzanu tres rosas fioridas signu de fide vera. 50

47 sa ide americana Sa ide americana in baddes canadesas creschende apo idu: in terra gai lontana de inzas bororesas s ammentu m est bennidu. s appittu e t asare Sa costera e su mare gia fit abbandonada pro timore e su moro. S appittu e t asare columba mia amada mi trumentat su coro. 51

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49 sa missiva Appicadu a su muru unu chiliru tenzo sena perunu impreu. Ispero in su venturu cando a bidda enzo chi m ames, coro meu. sa risposta Appicadu a su muru bi tenzo unu chiliru sena perunu impreu. Chi tues m ames puru peri su mundu in giru no m est unu recreu. 53

50 femina ammaliante De Caribe su mare est serenu e lughente totu s annu costante. Chie no t at a amare bellesa risplendente cubana ammaliante. mancari chi ti cues In s aera olende in susu de sas nues giro su mundu intreu. C a tie so amende mancari chi ti cues t adoro bene meu. 54

51 su pane carasadu Su pane carasadu in buttegas romanas lu enden donzi die. A inoghe so torradu dae terras lontanas solu pro ider a tie. sa lagrima falende Su giardinu fioridu mi recreo mirende in mesu de sas prammas. In cara t apo idu sa lagrima falende nendemi chi mi amas. 55

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53 sa cariasa in fiore Onz annu in beranu a sa cariasa in fiore faghen festa in Giappone. Su risu tou est vanu bellu sena calore priv e affetzione. beni cun megus... Arrustidu su pegus gia l an a conca a fogu in s adde fiorida. Ajo beni cun megus in cuddu amenu logu t ap a amare pro vida. 57

54 Luca Cubeddu Padre Luca Cubeddu cantones at lassadu de classica armonia: de ucca su faeddu li essiat rimadu in rara poesia. s aneddu Padre Luca Cubeddu cantones at lassadu de classica armonia. De oro un aneddu gia l apo comporadu pro te columba mia. 58

55 sena isperu Furisteri in totue in totue de domo campo che sardu veru. Si no mi cheres tue it apo a fagher como sena perunu isperu. si m amas tue Furisteri in totue in totue de domo ando dae logu in logu. Coro, si m amas tue cherzo torrare como, pro t abbratzare, a bolu. 59

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57 notte in Tokyo A denotte sa nue est bianca che nie subra e sa tzittade. Narami como tue chi cheres bene a mie gia est sa veridade. unu asu Unu pischeddu e casu in Macumere fattu in Giappone m an dadu. Si mi das unu asu no ap a essere ingratu coro meu istimadu. 61

58 Mena m at postu s ogu Sa turre e Tokyo manna lughet comente fogu in sa notte incantada. In s oru de sa gianna Mena m at postu s ogu pro l aere mirada. no cretas... Signorina Hiroko giapponesa dechida giughet ogos de fada. No cretas chi mi occo no nde perdo sa vida ca ti che ses andada. 62

59 su lentore Su lentore faladu infriscadu at sas rosas in sa notte serena. De su bene adoradu miradas amorosas sun de coro cadena. s istella * De martzu su batoro ispuntada est s istella pius rara e brillante. Prenda mia e oro che issa rosa bella t apo in coro costante. * Cun piàghere mannu apo intesu cantare custu mutu dae sos Tenores Noriolo de Durgali in Vancouver in su mese de austu de su 1999; s istella est Enza, fiza mia. Gratzias dae coro a sos Tenores. 63

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61 sa ferida Prima e sa dispedida cherzo andare a Durgale a sa Cala e Gonone. In coro una ferida abertu m as ferale sena cumpassione. s accabadora Sirena incantadora fiore de malia su coro t apo dadu: crudele accabadora de custa vida mia s affettu m as negadu. 65

62 su mare e Giappone Su mare e Kamakura lu miro e m ammento su mare e Putzu Idu: in coro sa tristura falende gia la sento pro su c apo perdidu. auguramos In bona cumpanzia de inu e Oliena duas tassas buffamos: costante allegria una vida serena a totus auguramos. 66

63 in Tharros Duas colunnas solas in Tharros duran reas in mesu e s arruina: tempus comente olas biddas bellas e feas las torras a chisina. Ampsicora Ampsicora e su fizu sun mortos cumbattende s invasore romanu: cun pessimu manizu cosas nostras furende sun galu fittianu. 67

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65 Ampsicora (2) Ampsicora e su fizu sun mortos cumbattende s invasore romanu. Isculta su cunsizu no istes dubitende ajò! dammi sa manu. Ampsicora (3) Ampsicora e su fizu sun mortos cumbattende s invasore romanu. Lassalu su fastizu a tie so amende t apo a torrare sanu. 69

66 su 1848 * Donzi distintzione sena pius riguardos oe est fora e manos: tot es confusione pro cussu finas sardos si naran italianos. «Bella, pro t haer sempre in cumpagnia, montes e roccas nde dia bettare». Pro t aer de continu, bella, in cumpanzia totu dia arriscare: pro t istringhere in sinu bettare gia che dia montes roccas in mare. LUCA CUBEDDU * Est s annu de sa fusione perfetta con gli stati di terraferma e sa fine de su Regnum Sardiniae. 70

67 «Ite bella chi ses cantu m aggradas...» Cun sas tuas miradas cun sos risittos tuos mi faghes incantare: coro, cantu m aggradas bistemus ambos duos die e notte impare. PAULICU MOSSA «Ingrata, sas promissas no fin custas...» Ti chirco notte e die mi lassas a penare perfida e coro dura: tue, ingrata, a mie das tragos a passare das onzi amargura. PAULICU MOSSA 71

68 72

69 sa frebba My love is like a fever for you my reason left me thinking you fair and bright: of death you are the giver late I know you to be black as hell and dark as night. Comente una frebba est s amore meu / pro te su sennu m at lassadu / ca sintzera e brillante ti creia: / a puntu e morte m as attidu / tradu m abbizo chi ses tue / niedda che s inferru, che in sa notte iscura. ischida Cantu in mare b at abba in Canada b at nie totu s jerru intreu. Sa dipendentzia agabba ca offendet solu a tie ischida amigu meu. 73

70 a Frantzisca sorre Una funtana frisca de abba cristallina bi tenen in Borore: s affettu e Frantzisca comente meighina m abbrandat su dolore. Angie * Sutt e su Redentore s orizonte est serenu Nugoro est fiorida: De musica e amore su coro tou pienu mi cunfortat sa vida. * Angie est muzere mea, chi sonat su pianu cun amore e faghet ikebana, s arte giapponesa de cumponnere sos frores. 74

71 Saffo a Luz Maria In punta e s arbore sa mela pius bella l at ignorada onzunu: a ti toccare, amore, radiante che istella, no bi lompet niunu. a Maria Helena S America Latina de lughe est inundada de musica e calore: post ana raighina in coro meu, bramada, sas penas de amore 75

72 76

73 Marilyn In sos chelos brillende sa cometa est passada poi pius no s est bida: ite bella, passende tutu t an ammirada poi che ses isparida. dispedida a Gabriella Bianco Gabriella veneziana allegas in ingresu, tedescu e ispagnolu: ch istas semper lontana, de tanta zente in mesu mi lassas semper solu. 77

74 a Mirta Herrera Cum manu delicada, sa musica as creadu cun sonos carignosos: su coro m as toccadu, pianista fadada, con trattos delitziosos. a Dolores Turchi D eranu sos colores de sarda terra amena rasserenan su coro: de numene Dolores ses brillante e serena de Sardigna tesoro. 78

75 a Dolores Turchi Sas mascheras brinchende misterios t an contadu de sa Sardigna antiga: compresu as mirende boghes de su passadu, de sas fadas amiga. zente e cabu Zente e cabu m at nadu chi de veras no faghet su coro a ti dare: ca cunfortos m as dadu Deus gia ti lu paghet continu t ap a amare. 79

76 80

77 manu amorosa In bidda apo leadu sa pius bella rosa pro ti la regalare: ca tue m as toccadu cun manu carignosa, coro, ti depo asare. su risu Cuddu picconadore semper est picconende rocas de Continente: su risu incantadore in laras ispuntende mustrami frequente. 81

78 su signale Sos fiore isparghende in Messico a Nadale sun de colores chentu: chi mi ses isettende damilu su segnale pro mi fagher cuntentu. sos fiores Bolat s abe a sos fiores ca su mele est giamende de colores veladu: con ojos tentadores, su chelu promittende, a tie m as attiradu. 82

79 mustrami In s estremu occidente ue finit sa die bi cantan sardas rimas: mustrami coro e mente chi cheres tue a mie chi de veras m istimas. femina malandrina Sa Capella Sistina Buonarroti at pintadu cun dannados e santos. Amara culumbina cun sus basos m as dadu tantos turmentos tantos. 83

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81 coro e granitu In Vancouver festende durgalesos a gara arrustidu an crabittu: proite mi ses mustrende de anghelu sa cara su coro de granitu. su trattu Su candelabru ebreu Dolores m at donadu totu de oro fattu: su pensamentu meu restad est incantadu mirendeti su trattu. 85

82 s eclisse S eclisse de sa luna durada est tres oras in su chelu isteddadu: sa cara tua bruna sas curvas tentadoras m an su coro accisadu. sena paghe In cresia tapo ida istrintu m as sa manu sa paghe m as leadu: comente calamida trazande dae lontanu su coro m as furadu. 86

83 su zelu «No cues, disizadas de continu, cussa melas de latte in tantu zelu» PADRE LUCA CUBEDDU No bi tenen caminu in su mare sas velas sas nues in su chelu. Proite de continu de latte cussas melas mustras cun tantu zelu. 87

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85 su fallu Cantu una tuva mannu unu fallu in Giappone in protzessione portan: sas feminas onz annu cun vera devotzione su coro si cunfortan. «Nelle campagne di Mamoiada... testimonia il culto pagano un enorme menhir che ancora si erge entro il recinto della chiesa dedicata alla Madonna d Itria... Il simulacro fallico... non lascia dubbi sull antico culto che veniva praticato: infatti durante le dionisie, le feste in onore di Dionisio, le processioni erano precedute da un grande fallo che la sacerdotessa portava al santuario.» 1 1) DOLORES TURCHI, Maschere, miti e feste della Sardegna, Newton Compton, Roma 1990, pag

86 sa brulla A Bonacatu andende un ave m apo nadu totu in limbazu ingresu: cun tegusu brullende su asu t apo dadu tue no l as compresu. sa traitora A Clinton presidente pisedda l an mandadu pro li dare recreos. Cun cara innotzente, traitora, m as dadu piagheres e anneos. 90

87 affettos Unu estire nou est prontu a l istrinare prontu subr e su lettu: dae s omine tou ti che cheria leare ca m as mustradu affettu. bentos de eranu Bella e profumada mi ses passada affacca che su entu e beranu: ca t apo ammirada ti ses bettada a macca mi che ses rutta in manu. 91

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89 sa berritta longa Una berritta longa Nina cheret leare pro sa die nodida: de s amigu sa conca gia depet ammuntare innantis de s essida. su carru armadu Cun cussas titas mannas avanzas minettende comente carru armadu: tetteros che cannas sos omines mirende sa frea nd an leadu. 93

90 sas piseddas Cuddu faghet padeddas no faghet copertores narat su diciu antigu: de idda sas piseddas ti promittin amores ti oltan su sentidu. s assustu Cun sos pilos de oro sa cara m at toccadu sa dama zeniosa: brincadu m est su coro assustu nd apo leadu ca fit perigulosa. 94

91 s affannu S oceanu pius mannu, Pacificu giamadu, abbratzat mesu mundu: de su coro s affannu, dae cando m as lassadu, che mare est sena fundu. cuntentesa S oceanu pius mannu, Pacificu giamadu, abbratzat mesu mundu: che rundine, onz annu, torro a logu amadu, cuntentu e giucundu. 95

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93 su consoleddu Consoleddu balzanu gia ti crees de aberu segnore feudale: pettorrudu e vanu no ses omine e seru ca ti mancat su sale. sa bomba Sa bomba iscoppiada in carrela albeschende terrore at bettadu: comare arrennegada, che pibera sulende, su maridu at mazadu. Medellin, 16 e nadale

94 entu malu S isula e Malu Entu poberos ignorantes Malventre an giamadu: sos meres ch amos tentu, pomposos arrogantes, sa limba an isempiadu. faulas... In Canada sos montes, ammuntados de nie, ispuntan dae sas nues. Faulas no mi contes: pro su ch as fattu a mie est menzus chi ti cues. 98

95 no est cosa Su trinta e cabidanni cominzat a froccare in Calgary donz annu. Istad attentu, Nanni, no est cosa e bi giogare, cussa ti portat dannu. pro Antonietta Chironi In terra canadesa t apo intesa cantende unu mutu e amore: sirena nugoresa a tie so mandende saludos cun calore. nadale

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97 pro Antonietta Chironi In terra canadesa t apo intesa cantende unu mutu e amore: sirena nugoresa sas lagrimas falende pro te sun cun dolore. triulas 1996 amiga morta Una cantone in re, in sa notte pesada, su sonnu m at leadu: in dolu so pro te ca ti che ses andada cas m as abbandonadu. 101

98 sa partida (a Michelangelo Cheratzu) Sos colores festosos in sa tela as fissadu in perfetta armonia: amentos carignosos a totus as lassadu cun penas de agonia. su 15 de austu 1997 su luttu Passizan in su chelu sas nues totu biancas che anzones in s ama: ponidebos su velu feminas totucantas lassadu m at sa pramma. 102

99 s ora e su riscattu S istemma e Arborea un arbure est fozida cun sas raighinas fora: sa Sardigna intrea isettend est ferida s ora riscattadora. sa chimera Bobore, su compare, perdid at sa patente, pro un imbreaghera; in chirca de torrare t istruet vanamente in fattu e una chimera. 103

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101 picconadore pili canu Cuddu picconadore piccona picconende sos pes s at picconadu. Betzu imboligadore semper fanfarronende sos macchines c at nadu! sa resolza e Pattada Sa resolza e Pattada cumpanza est fidele de sos sardos costante. Pro sa pessona amada durche sun che issu mele sos basos de s amante. 105

102 sa resolza e Pattada Sa resolza e Pattada cumpanza est fidele de sos sardos costante. Rosa mia bramada ranchidu est che issu fele su ti tenner distante. sa sebera In punta e su cipressu cantat sa cardolina melodias antigas: mira it at sutzessu pro seberare a Nina perdidu as sas amigas. 106

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104 Seconda parte Parte segunda 109

105 Quando ero studente, in momenti di riflessione o quando non mi riusciva di fare qualche altra cosa interessante (come durante le lezioni di scienza naturale), scribacchiavo dei versi sui libri o su qualche foglio vagante. La tendenza mi è rimasta. Questi versi senza pretese, scritti occasionalmente dal 1967 in poi, da quando, cioè, sono arrivato in Canada per la prima volta, sono rimasti inseriti tra le pagine dei miei libri. Ho incominciato anche in Canada a raccogliere i mutos, i miei canti preferiti. Insieme ai mutos presento ora questi miei momenti di riflessione. a.u. 111

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107 Sperso nel Pacifico Abbandonandomi supino su questo lembo d oceano ora ti penso. Non so perché ti penso non so perché tutta la mia vita ora mi pare concentrata in un punto sperso nel Pacifico. Vancouver giugno

108 West Coast Questo mare non è il nostro mare: non dà il senso d infinito il desiderio struggente di cercare altri mondi; questo mare sembra limitare la mia fantasia; solo i ricordi che mi richiama non hanno fine. Vancouver maggio

109 ... Non riesco stamane a raccogliere i miei pensieri: vorrei soltanto trovare una certezza per sostenere la mia solitudine. Vancouver maggio

110 Ulisse Sei passato ramingo nell Isola, m hai lasciato nel sangue il desiderio insaziabile dell ignoto, e tutta la vita seguo nella tua scia, sempre cercando nuovi orizzonti

111 Zia Provvidenza Mai più sentirò la tua voce chiamare il mio nome. Rimarrà però la tua voce impressa in me indelebile calda d affetto. 27 febbraio

112 La mia casa La mia casa sola e buia la penso: le stanze vuote senza vita. Tornando da lontano alla porta non busserò. Andrò a fermarmi al cimitero davanti alle tombe dove riposano ora i miei cari. febbraio

113 Vancouver Insistente incessante monotona scende la pioggia sulla città del Pacifico: non mi offende questa pioggia, mi porta una calma, una tranquillità rara che sa di luce calda. 3 settembre

114 Schizzo Segui appassionato i tuoi pensieri: li esponi convinto accalorato, lamentandoti senza tregua d infiniti torti subiti. Silenzioso ascolto le tue assurdità. Penso ad un filo magico che si è spezzato in te, che non posso raggiungere, che non posso riparare e mi sento triste. 7 aprile

115 Terra del Canada Oggi ho vangato questa terra del Canada. Ho sentito passione per queste zolle nere: m hanno risvegliato l istinto atavico di generazioni contadine, m hanno riavvicinato a mio padre, a mio nonno, alla terra mia sarda. 3 maggio

116 Il caduto... Improvvisamente quella mattina di primavera quel lastrone di cemento, malamente spostato, t ha spezzato l aorta: eri un operaio, un amico, un leader amato. Eri contento: dovevi presto tornare in Italia definitivamente. Hai lasciato in terra straniera la tua compagna tuo figlio di due anni tuo figlio di tre settimane. La banda degli alpini lentamente ha accompagnato il nostro pianto. 7 aprile

117 Non canto più Non canto più canzoni italiane. Spontanee mi sorgono ora nel cuore melodie americane campagnole e sempre sento in me, come il pulsare del sangue, i ritmi antichi dei canti miei sardi. 123

118 Rita Quello squillo del telefono nella notte, brivido freddo, non ascoltarlo: una voce, che senti vicina, ti dirà che la mamma è morta che il papà è morto; ma la voce è lontana, molto lontana; i tuoi cari sono lontani, molto lontani, ora separati per sempre: l emigrazione ci ha sottrato, senza pietà, anche l ultimo addio. 24 maggio

119 Fulmineo Fulmineo mi sorprende ora il pensiero: come ho potuto, così a lungo, vivere lontano dalla mia terra lontano dalla mia gente? Una cartolina di costumi sardi m ha portato di colpo alla realtà. 125

120 Compleanno Nel mio compleanno nel cuore di Tokyo in un ristorante italiano stringo forte nel pugno un tappo di sughero. Questo vino di Serdiana delle Cantine di Argiolas mi commuove sino alle lagrime. Tokyo, agosto

121 Tornerò Tornerò a visitare i miei morti sepolti nel nostro cimitero: speranza mi resta di riposare un giorno vicino ai miei cari. 127

122 Borore Paese mio al margine del Marghine, quanta storia tremenda è passata nella tua pianura come su una spiaggia, dove, le maree, flussi di uomini e di idee, si sono agitate per secoli dal piano ai monti dai monti al piano; e quanto sangue, ha bagnato le tue tanche, Borore, mio paese, cuore sofferto dell Isola. 128

123 Santu Padre Al mio paese ci manco da tanto riconosco ancora alcuni volti, quelli sepolti, dalle loro foto sulle tombe del cimitero. Quando ritorno però c è sempre ancora un volto familiare ad aspettare: dalla sua cima mi dà il benvenuto il mio monte, Santu Padre. 129

124 Mio sole Ora ti seguo ora mi segui e sempre m illumini, mio sole. 130

125 A Vanna Mantovana, come Virgilio, senti come lui il fluire dei versi, in metri diversi, dalla vena tua soave come il sorriso che t affiora sul volto. Sei una Finzi e ti esprimi in inglese: ti ammiro, ma, lo confesso, mi lasci perplesso; vorrei sentire salire alle tue labbra, dalle tue radici, le paroli dolci in versi sciolti apprese nella tua Città nella tua prima età. 131

126 ...telefonare ti cheria... Tzia, telefonare ti cheria e preguntare coment istas. Onzi die penso a tie: mi ti presentas sana e bella che un istella e sempere mi paret chi t ammentas de a mie. Tzia, in su chirru ue istas de sa vida a s ater ala de su muru nara, telefonos tenides puru? Tzia, galu, faeddare ti cheria. 132

127 Cando calat cuddu velu... Tzia, cando calat cuddu velu, si de veras b est su chelu o un inserru, nadu inferru, beni impresse a m attoppare: cherzo andare a visitare e saludare, tue gia l ischis, sos de domo sos pius caros. Prima e totu tue mi depes azuare a chircare giagiu e babbu. Si no suni ambos paris, mi lu poto immaginare, ue agatare, sena falta, los podimos. Giagiu, custu est tzertu, est andadu a iscurtare 133

128 de tenores unu cuntzertu o, si nono, padre Luca s armoniusu chi cun versu deliziosu a totus est incantende. Babbu, so siguru, si no est cun sos amigos de laores discutende o cun feminas brullende, cun toscanos est buffende e frastimende contra totu sos marranos pabas e soberanos. Si agatamos sa regione o presone ue sos sardos istan paris, inie m ap a frimare, inie su girare ap a finire, inie cherzo pasare aiscurtende de poetas s armonia de tenores sinfonias de ghitarras serenadas. 134

129 Tzia, so bramende de agatare, paret beru? su ch in vida ap amadu su chi in vida m est mancadu. 135

130 Orgosolo Altu, solu, subra e sas rocas de su Monte in mesu des sas nues de s abile est su nidu: Orgosolo. Su milite romanu, potente, prepotente, non est lompidu cun sa manu a lu toccare. S abile, libera e fiera, sa mere de s aera, est sempere calada, ne gradida, ne invitada a fortza a che leare sa parte chi li fit negada, sa parte chi li toccada se sos fizos pro sa vida. Frades orgosolesos, chi mai azis perdidu in seculos de oppressione 136

131 ne s idea ne sa passione de difender cun onore sos derettos de sos sardos, bos ammiro, bos istimo, cun bois cheria cantare de triunfu unu cuntzertu ca niunu at potidu a bois assuggettare e liberos in su Monte cantu durat su Monte azis a durare. 137

132 Franatziu In Laconi naschidu Innatziu proletariu tota sa vida sua sas biddas at giradu de bertula carrigadu su baculu in manu onzi die fittianu a sos poberos pensende limusinas limusinende su famene alleviende de zente in miseria. Innatziu poberu naschidu poberu est campadu poberu est adduradu a sos poberos at azuadu che riccu possidente isse not teniat niente e meda a meda zente isse at donadu. Laconi, 25 maju

133 West End Here I belong: The streets like corridors of my house, the people my kin. I love to mingle in the crowd in the warmth of Robson Street: exotic shops of Hong Kong, cozy shops of the old countries. I love to walk along lovely Denman Street to the Riviera brightness of English Bay and Beach Avenue: the streets are wide open doors to the green coolness of Stanley Park. In the night endless excitement of lights reflects in the stillness of Lost Lagoon. Swarming ceaselessly with people, my city, West End. Vancouver, August

134 Broadway Living artery of the city, my street, moving people like blood cells in steady throbbing traffic moving people and their worries. 29th august,

135 Sakura, Sakura A Tokyo, solamente a Tokyo, puoi capire il fascino del ciliegio in fiore. La gente in festa si ferma davanti agli alberi coperti di fiori, in uno scoppio di colori, ammira, contempla incantata. Amici in gruppi passeggiano lungo i viali, si siedono sotto le piante bevendo il sake caldo, godendo il momento magico e breve della primavera. I petali ad uno ad uno si staccano, danzano a miriadi nella brezza leggera, portati dal vento scendono, 141

136 scendono posandosi dolcemente al suolo: ogni singolo petalo nel turbinio d infiniti petali, come una singola vita umana confusa tra la folla, come la vita di ognuno di noi: è lo splendore della natura è la brevità della vita. I giapponesi comprendono i simboli sanno cos è la vita: è un petalo un solo petalo in relazione armoniosa in forma misteriosa con tanti altri infiniti petali per un istante. 142

137 Tramonto in Canada Vecchio compagno, ti trovo invecchiato: le rughe, tante, ti coprono il viso ruvido di lavoratore; mi ricordi mio padre di trent anni fa, vecchio agricoltore allora in pensione. Sembri contento: vivi con la moglie nella casa vostra spaziosa, un po vuota; i figli, hanno le loro famiglie, vi hanno lasciati. Stai bene, lo so; lo vedo nulla ti manca. Pure, vedo nel tuo sguardo 143

138 una tristezza, velata. Sei canadese... non proprio non tutto; il sistema, i lunghi anni non hanno trasformato non hanno cancellato il passato ancestrale; profonde indelebili rimangono le radici del vecchio paese. Sei italiano... sì, sei italiano: un vecchio italiano, come un vecchio scarpone usato, sfruttato, messo da parte; sei vecchio, antico, di un era passata, dimenticata anche in Italia, dove ogni giorno tanti migranti approdano da tanti paesi. 144

139 Vecchio compagno, emigrato sulle ultime affollate navi passeggeri, i tempi sono cambiati. Ora orgogliosi insieme restiamo in quest ultimo lembo del nostro tempo. Con duro lavoro con tante pene abbiamo contribuito a costruire il nuovo Canada la nuova Italia: restiamo come fondamenta di case, non visti, ignorati; fieri sappiamo che restiamo e resteremo come le fondamenta del nuovo mondo

140 Sa reina Deo t apo fatta reina: bi nd at pius altas de te, pius altas bi nd at pius puras de te, pius puras bi nd at pius bellas de te, bi nd at pius bellas. Ma sa reina ses tue. Cando caminas in sas carrelas niunu si nd abbitzada, niunu idet sa corona tua de cristallu, niunu abbaidat su tappeto de oro ruju chi cattigas ue passas, su tappeto chi no esistidi. E cando t accheras sonan totu sos rios intra e su corpus meu, tremere faghen su chelu sas campanas e un innu pienat su mundu: solu tue e deo, solu tue e deo, coro meu, l intendimos. La reina de Pablo Neruda 146

141 Ospedale di Tokyo Città mia anche tu Tokyo stupenda. In questa tua clinica come uno dei tuoi mi hai ricevuto, come uno dei tuoi mi sono riconosciuto. Il dolore che ci tocca, la morte che ci sfiora, o ci prende, passano uniformi sui nostri lettini vicini. E passano, premurosi, dottori ed infermiere, chinandosi su ognuno di noi tutti uguali nella pena. A giorni tornerò sulle tue strade affollate: quando la gente mi guarderà non mi sentirò più straniero febbraio 1993

142 A Predu Canudu Pedru Canudu, comente fit abituadu, a sa cua, mudu mudu, si ch est andadu. Cando su momentu de sa dispedida est arrivadu a niunu at giamadu; sos bighinos in domo sua mortu l an agatadu. In sa cresia e santu Frantziscu sos sardos a moda nostra a sa muda s adiu l amos dadu. Pedru, cun tegus ti ch as leadu sos contos de balentia, sos contos de pitzinnia in Barbagia imparados, sos ammentos de emigradu de sos annos chi as passadu 148

143 cun amigos isolanos in minieras tribagliende in birrerias bufende, s ammentu e sa Sardigna sempere presente. Sa limpida memoria tua comente unu computer totu teniat registradu; deo, setzidu in domo tua, sa tassa in manu, t iscultaia incantadu sos fattos de logu nostru, sos tempos canadeses ammentende. Pedru, proite gai ti che ses andadu? proite tantas memorias cun tegus ti ch as leadu? proite a bidda tua chi ti fit aisettende nos ses torradu? Pedru, cun tegus parte de nois ti ch as leadu... austu

144 Ragnatele Nel giardino intorno ai rami verdi del cipresseto un ragno invisibile ha costruito le sue ragnatele sospese nell aria; stamane la rugiada d autunno le ha ricamate creando una mostra preziosa di filigrane d argento; queste ragnatele sono come le mie fantasie intorno a te... ottobre

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