Raccontare la Grande Guerra per immagini

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1 Raccontare la Grande Guerra per immagini 19 ottobre 2011 Dr. Marco Mondini ISIG- FBK I testi e i dati contenuti nella presentazione sono da considerarsi proprietà intellettuale dell autore. Ne è vietata ogni citazione senza esplicito consenso.

2 Le stagioni culturali e politiche dell immagine pubblica del conflitto 1) : l uscita dalla guerra e i conflitti della memoria 2) : l Italia di Vittorio Veneto ovvero la celebrazione eroica e consensuale della guerra come atto fondante della nuova nazione fascista 3) : l ultima guerra del Risorgimento come memoria condivisa della nuova Italia repubblicana 4) (?): ogni guerra èingiusta

3 Uscire dalla guerra ( ) Mobilitazione culturale. Cos èe perchéattorno ad essa ruota il problema del consenso L Italia entra in guerra divisa, esce dalla guerra divisa L incapacitàdello Stato liberale di porsi come attore forte di una gestione centrale e condivisa del significato della guerra Memorie in conflitto: la celebrazione dei caduti come figli eroici della Patria vs. il dolore senza consolazione della protesta e del dissenso La mancata smobilitazione culturale

4 Alcuni riferimenti utili (in italiano) Per la categoria di mobilitazione culturale : A. Becker S. Audoin-Rouzeau, La Violenza, la Crociata, il Lutto (2002) Per quanto riguarda la nozione di memoria collettiva della guerra: G. Mosse, Le guerre mondiali. Dalla tragedia al mito dei caduti (1990); J. Winter, Il lutto e la memoria. La Grande Guerra nella storia culturale europea (1998) Per quanto riguarda la mancata costruzione di una memoria condivisa patriottica del e la mancata smobilitazione delle culture di guerra: G. Isola, Guerra al regno della guerra! (1990); M. Mondini, La politica delle armi (2006) e M. Mondini G. Schwarz, Dalla guerra alla pace (2007):

5 : l Italia (fascista?) di Vittorio Veneto Il disciplinamento della memoria monumentale: Dario Lupi e l istituzione dei parchi della rimembranza nel 1923; la rimozione dei monumenti contro. L estensione della censura letteraria e l irrigidimento del controllo sul mercato culturale. Casi esemplari: C. Malaparte, Viva Caporetto!, censurato sia dal governo liberale nel 1921 che dal primo gabinetto fascista nel 1923 e Addio alle armi di Hemingway, che non verrà pubblicato in Italia fino al 1948 La genesi di un canone cinematografico rigorosamente patriottico.

6 Il cinema patriottico di guerra nel Ventennio: gli anni del muto Mentre il cinema europeo percorre vie di riflessione non necessariamente di protesta ma comunque complesse (Niente di nuovo sul fronte occidentale, L. Mileston, 1930 o La Grande Illusione di Renoir, 1937) il cinema italiano si limita a produrre melodrammi eroici. Gli anni Venti sono una stagione di estrema regressione qualitativa La leggenda del Piave (1924); Brigata Firenze (1928); Fiocca la neve (1928) e Redenzione d anime (1928) sono i più significativi titoli di una produzione perlopiù stereotipata I combattenti sono sempre eroici e pronti ad ogni sacrificio; l esercito èla somma nobile della nazione; le donne (madri, sorelle, spose) sono sempre amorevolmente in ansia per i propri eroici cari, in attesa del ritorno o pronte a pinagere con orgoglio il valoroso caduto.

7 Il cinema del ventennio: gli anni del sonoro L avvento del sonoro (anni 30) coincide con un significativo miglioramento della qualitàdel cinema. Ma non con una diversificazione dei temi: il canone patriottico di regime rimane rigidamente dominante. Sono tre i film di maggior successo che raccontano la guerra alla prima generazione che non l ha vissuta: Le scarpe al sole (1935) Tredici uomini e un cannone (1936) Piccolo alpino (1940)

8 Le scarpe al sole (1935) di Marco Elter, dall omonimo libro di P. Monelli Film di largo successo, e forse il più noto film di guerra degli anni Trenta, èuna summa di tutti i valori patriottici richiesti alla rappresentazione cinematografica del conflitto mondiale. Il buon italiano èin primo luogo un buon combattente, pronto a donare la vita per la patria (mito del vir bonus cittadino-soldato) Il vero maschio italiano è caratterizzato da eroismo e virtù marziali, che lo rendono degno dell attenzione femminile. Premio alla Mostra di Venezia del 1935 come film eticamente più significativo

9 Piccolo alpino (1940), di Oreste Biancoli, dall omonimo volume di Salvator Gotta Tratto dal romanzo ambientato durante la Grande Guerra in assoluto piùletto nell Italia dell epoca (18 edizioni tra 1926 e 1945). E un tipico prodotto della mobilitazione marziale dell infanzia durante il regime: Mino, il protagonista, non ha niente di infantile ma aspira semplicemente ad imitare gli adulti tra i quali si ritrova e a diventare il prima possibile un combattente come loro. Film di scarsa qualità, fu attaccato anche dalla critica contemporanea.

10 Dopo il 1945 La sconfitta nella seconda guerra mondiale non decreta un immediata mutazione nei paradigmi attraverso cui si racconta e si immagina la guerra. La Prima Guerra Mondiale, in particolare, in quanto unica guerra nazionale vinta e ultima campagna del Risorgimento viene celebrata pubblicamente anche dall Italia repubblicana come 1)atto fondante dell identità nazionale 2)prova del fuoco degli italiani come collettività 3)dimostrazione delle qualitàeroiche dell italiano

11 Dopo il 1945 Il racconto pubblico della guerra si fonda in quegli anni su alcuni testi canonici opera di ex combattenti, già professori universitari durante il fascismo ma politicamente antifascisti, divenuti fondatori di una tradizione storiografica e memorialistica democratica. A. Omodeo, Momenti della vita di guerra (1934) P. Pieri, Storia della prima guerra mondiale (1965) Ma negli anni Sessanta èattiva anche una generazione di storici piùgiovani e militanti che attaccano il paradigma patriottico della Grande Guerra

12 Lo sgretolamento del paradigma patriottico della Grande Guerra e la nascita di una storiografia del dissenso M. Isnenghi, I vinti di Caporetto nella letteratura di guerra (1967) e Il mito della Grande Guerra (1970) A. Monticone E. Forcella, Plotone d esecuzione. I processi della prima guerra mondiale (1968) G. Rochat, L Italia nella prima guerra mondiale (1976) e Breve storia dell esercito italiano (1978)

13 La transizione tra i paradigmi interpretativi della guerra Non èfacile nélineare Nel 1957 (versione di Addio alle armi di C. Vidor) e ancora nel 1959 (annuncio dell inizio delle riprese de La Grande Guerra di Monicelli) le associazioni delle famiglie dei caduti, le associazioni d Arma e molti intellettuali di spicco si indignano per l offesa al buon nome dell esercito e all onore della nazione Nel le proteste relative a La Grande Guerra investono il dibattito pubblico a proposito della revisione delle leggi sulla censura preventiva, ancora attiva. Monicelli e poi Rosi segnano cosìil tornante culturale dell immagine pubblica del Tuttavia, se il film di Monicelli èuna riflessione ironica ma tradizionale sul conflitto, la pellicola di Rosi èuna polemica dichiarazione antimilitarista e pacifista. Si spiegano cosìle diverse reazioni ai due prodotti.