Osservatorio dell Innovazione Energetica 2017
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- Gerardo Pippi
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1 RIGENERARE IL PATRIMONIO IMMOBILIARE: LA RIVOLUZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Osservatorio dell Innovazione Energetica 2017 Documento di orientamento strategico Novembre 2017 The European House - Ambrosetti
2 I MESSAGGI CHIAVE DEL RAPPORTO 1. Il patrimonio immobiliare è una fonte importante di inquinamento il cui consumo energetico in Italia è in contro-tendenza rispetto alla media europea A livello europeo gli edifici sono responsabili di circa il 50% di emissioni di biossido di carbonio (CO2) e di una quota compresa tra il 10% e il 30% delle emissioni primarie di particolato (PM). L Italia, con circa 12,2 milioni di edifici residenziali, che corrispondono a oltre 31 milioni di abitazioni, si trova ai vertici europei per incidenza di edifici residenziali (84,3%) sul totale degli edifici, a fronte del 76,4% in Francia e del 68,4% in Germania. I consumi energetici degli edifici del settore civile sono pari al 40% del totale, di cui il 28% generato dal residenziale e il 12% dai servizi. Il solo consumo del residenziale è, quindi, inferiore a quello del settore dei trasporti (33%) ma superiore a quello dell industria (23%). In aggiunta, nel decennio il consumo energetico di tale settore è aumentato (+0,2%) nonostante, nello stesso arco temporale, il consumo energetico finale complessivo abbia registrato una riduzione pari al 17,1%. Considerando l intero settore degli edifici ad uso civile, invece, l aumento dal 1990 ad oggi è stato anche superiore raggiungendo la quota dell 1,4% annui. Questi dati di contesto sono utili a comprendere il significativo potenziale di efficientamento che il settore ha ancora oggi. 2. Il paradigma della Casa 4.0 abilita nuove opportunità per l efficienza energetica e il benessere dei cittadini Le soluzioni tecnologiche disponibili ( casa attiva, smart grid, crescente interoperabilità dei sistemi, ecc.) stanno imponendo un vero e proprio cambio di paradigma degli edifici che ha, già oggi, il potenziale di garantire benefici in termini di risparmio energetico, salute e produttività delle persone. I vantaggi sono, infatti, sia di ordine economico con un possibile dimezzamento dei costi operativi dell edificio (che costituiscono il 75% dei costi nel ciclo vitale dell edificio stesso), sia di benessere degli utilizzatori con un considerevole aumento della produttività (+26%) e della qualità del sonno (+6%). 3. Per migliorare l efficienza del settore residenziale italiano è necessario rigenerare gli edifici esistenti La normativa comunitaria fissa degli standard energetici elevati per gli edifici di nuova costruzione, i cosiddetti Nearly Zero Energy Building. Tuttavia diversi fattori spingono a considerare gli edifici esistenti come la vera sfida per ottenere un efficientamento del settore residenziale. Innanzitutto, il tasso di rinnovamento edilizio è pari allo 0,7% annuo in un Paese come l Italia che ha uno dei consumi del suolo già tra i più alti d Europa (7,6% rispetto al 4,1% medio europeo). Inoltre, il 72% dello stock di residenziale esistente risale a prima del 1980 e il consumo energetico del residenziale è aumentato dello 0,2% nel decennio a fronte di un generale calo osservabile nei principali Paesi europei. Tutti questi fattori The European House - Ambrosetti 2
3 concorrono a rendere il patrimonio immobiliare esistente il fulcro della rivoluzione energetica degli edifici. 4. Tre ambiti di intervento sono prioritari a supportare la rivoluzione energetica degli edifici in Italia Per sostenere la rivoluzione energetica degli edifici, in primis attraverso la rigenerazione dello stock residenziale esistente, tre ambiti di intervento devono avere un ruolo prioritario: Il finanziamento/incentivazione degli interventi, che combini l ampliamento delle modalità di finanziamento e di incentivazione attualmente esistenti con la priorità assegnata alla programmazione pluriennale e alla risoluzione dei problemi dei condomini. Il potenziamento della filiera allargata tramite l evoluzione in senso industriale del settore delle costruzioni e una maggiore integrazione di servizi e soluzioni che coinvolgano anche l industry dell energia e le ESCo in primis; Una maggiore consapevolezza tra i cittadini circa i benefici di ordine economico e ambientale che gli interventi di efficientamento energetico sono capaci di generare. 5. Le principali linee d azione per l efficientamento energetico sono trasversali ai tre ambiti di intervento contestualmente individuati Le linee individuate prevedono diverse misure che sono trasversali agli ambiti individuati nel punto precedente: I. Allineare gli stakeholder pubblici (Stato, Regione e Comune) per un azione di armonizzazione delle regole. Esempi pratici sono l adozione omogenea sul territorio del regolamento unico edilizio e una riforma delle regole condominiali per favorire l approvazione degli interventi migliorativi. II. III. Definire una programmazione pluriennale che da un lato preveda la stabilità degli incentivi, in modo da ridurre l incertezza derivante dai rinnovi annuali, e dall altro implichi una strategia di comunicazione che contribuisca a sensibilizzare i cittadini circa i benefici connessi a questi interventi. Attivare un libretto di manutenzione della casa potrebbe contribuire ad accrescere la sensibilità sui risparmi ottenibili e facilitare la programmazione della spesa da parte dei cittadini. Adottare un approccio graduale in cui le misure di rinnovo profondo siano implementate ove possibile ma, allo stesso tempo, sia mantenuta alta l attenzione sulle importanti misure di più piccola scala. A tal fine, il mantenimento degli attuali livelli d incentivazione previsto dall Ecobonus è utile per continuare a supportare gli interventi su piccola scala, che sono un fattore abilitante degli interventi di efficienza energetica. A ciò si deve accompagnare l implementazione di norme ad hoc per abbattere la spesa inziale degli interventi nei condomini e favorire così un maggiore ricorso agli interventi di efficientamento in questa tipologia di abitazione. The European House - Ambrosetti 3
4 INTRODUZIONE L Osservatorio ENGIE dell Innovazione Energetica, costituito nel 2013 con l intento di analizzare gli aspetti principali legati all innovazione energetica in Italia e in Europa e di presentarli ai principali stakeholder nazionali, è giunto alla quinta edizione. Come nelle precedenti edizioni, The European House Ambrosetti, in collaborazione con ENGIE Italia ha realizzato alcuni selezionati incontri e interviste con un panel di alto livello, formato da esperti del settore, opinion leader, rappresentanti di Istituzioni e business community allo scopo di approfondire il tema oggetto di questa edizione. L Osservatorio 2017 si configura come un approfondimento del tema affrontato nel 2016 che è stato il miglioramento della qualità dell aria attraverso l efficienza energetica. Se nella passata edizione è stata rimarcata l importanza degli edifici e del loro livello di efficienza energetica per un effettiva riduzione delle emissioni inquinanti, la presente analisi vuole sottolineare come innovazioni tecnologiche, standard di consumo energetico elevati e strategie di azione coerenti, possano contribuire a rigenerare il patrimonio immobiliare italiano. In particolare, l analisi condotta nel rapporto si focalizza sugli edifici residenziali e, in seconda battuta, sugli edifici adibiti a uffici o dedicati al settore terziario senza considerare, se non marginalmente, gli edifici industriali. L obiettivo delle interviste è stato, quindi, capire e raccogliere punti di vista qualificati sulle opportunità che gli sviluppi tecnologici offrono per la rigenerazione degli edifici e la loro efficienza e sostenibilità, sulle opportunità e le barriere esistenti in Italia, nonché sulle linee d azione che il sistema-paese dovrebbe adottare. Si ringraziano le seguenti personalità per il tempo dedicato allo sviluppo della presente analisi 1 : MASSIMO BUCCILLI (Amministratore Delegato, Velux) CLAUDIA CANEVARI (Vicedirettore Unità per l Efficienza Energetica, Commissione Europea) GIUSEPPE DAZZI (Coordinatore Desk Energy, Mediocredito Italiano) FILIPPO DELLE PIANE (Vice-Presidente con delega all Edilizia e al territorio, ANCE Nazionale; Presidente, ANCE Genova) FABIO DEL PRETE (Country Lead Building Technologies, Siemens) ENRICO LOCCIONI (Presidente, Loccioni Group) STEFANO LO RUSSO (Presidente della Commissione Politiche abitative, urbanistica e lavori pubblici, ANCI) 1 I contenuti del presente documento sono riferibili al lavoro di analisi e di ricerca svolto da The European House Ambrosetti e pertanto possono non coincidere con le opinioni e gli specifici punti di vista delle singole personalità intervistate. The European House - Ambrosetti 4
5 STEFANO MELAZZINI (Responsabile Ufficio Supporto Specialistico, Mediocredito Italiano) DINO PIACENTINI (Presidente, Associazione Nazionale Imprese Edili Manifatturiere ANIEM) GIANNI SILVESTRINI (Direttore Scientifico, Kyoto Club) FEDERICO TESTA (Presidente, ENEA) FRANCO VILLANI (Amministratore Delegato, Bticino) I principali ambiti di analisi e approfondimento sono stati: La visione degli stakeholder sugli sviluppi tecnologici che riguardano il miglioramento energetico degli edifici. Lo stato del patrimonio immobiliare italiano. Le differenze e i relativi impatti in termini di risparmio energetico tra le misure adottabili sugli edifici nuovi e su quelli già esistenti. Le specifiche problematiche degli edifici residenziali condominiali. Lo stato dell arte della filiera allargata di costruzioni ed efficienza energetica in Italia (in termini di struttura dimensionale, organizzazione e competenze). Gli ostacoli riscontrati (culturali, finanziari, ecc.) per aumentare l attenzione sul tema dell efficienza energetica degli edifici. Le best practice europee cui ispirarsi sia per un efficace upgrade della filiera produttiva che per le linee d azione del sistema-paese. Il presente documento è stato realizzato da un Gruppo di Lavoro The European House - Ambrosetti composto da: Paolo Borzatta (Senior Partner), Lorenzo Tavazzi (Responsabile Area Scenari e Intelligence, Project Leader), Pio Parma (Senior Consultant), Francesco Galletti (Analyst), Simonetta Rotolo (Secretary Leader). Di seguito si riportano i principali elementi emersi dalle interviste condotte, integrati dai dati di contesto e dagli elementi specifici a supporto. The European House - Ambrosetti 5
6 1. GLI EDIFICI SONO UNA FONTE DI INQUINAMENTO PRIMARIA E IL CONSUMO ENERGETICO DEL RESIDENZIALE ITALIANO È IN AUMENTO, IN CONTRO- TENDENZA RISPETTO ALLA MEDIA EUROPEA Con 4,9 milioni di terajoule consumati nel 2015, l Italia si colloca al terzo posto in UE per consumo energetico finale, dietro alla Germania (8,9 milioni) e alla Francia (6 milioni). La Strategia dell Unione Europea e la Strategia Energetica Nazionale (SEN) 2 prevedono una riduzione del 20% dei consumi energetici attraverso una migliore efficienza energetica da ottenersi entro il 202o. Depurando i risultati raggiunti fin qui dalla riduzione dei consumi e della produzione energetica dovuti alla crisi economica, il gap rispetto al target di risparmio energetico fissato dalla SEN è ancora notevole. Con il trend attuale, infatti, si raggiungerebbe nel 2020 solo l 80% dell obiettivo fissato 3. Per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica fissati si rende, pertanto, necessario focalizzarsi maggiormente sui consumi degli edifici. Nonostante il tema goda tipicamente di meno attenzione rispetto ai trasporti o all industria, gli edifici consumano una quota considerevole di energia e sono tra i principali responsabili di emissioni inquinanti. A livello europeo gli edifici sono responsabili di più del 50% delle emissioni di biossido di carbonio (CO2) e di una quota compresa tra il 10% e il 30% delle emissioni primarie di particolato (PM) 4. Il settore residenziale ha nel nostro Paese una particolare rilevanza perché sul territorio nazionale insistono oltre 14,5 milioni di edifici di cui l 84,3% è adibito a scopo residenziale (oltre 12 milioni di edifici). La quota del residenziale colloca l Italia ben sopra Paesi Bassi o Austria che chiudono la classifica UE con circa il 60% del totale e al di sopra anche degli altri maggiori Paesi europei quali Spagna (82,7%), Francia (76,4%), Regno Unito (76,2%) e Germania (68,4%) 5. Da questa situazione consegue che il consumo energetico degli edifici di tipo civile ammonta al 40% del totale di cui il 28% legato al residenziale e il 12% ai servizi. Il consumo del residenziale da solo è, pertanto, inferiore a quello dei trasporti (33%) ma superiore a quella dell industria (23%), dei servizi (12%), dell agricoltura (2%) e delle altre componenti (2%). In aggiunta, nel decennio il consumo energetico del settore residenziale del Paese è aumentato (+0,2%) nonostante, nello stesso arco temporale, il consumo energetico finale complessivo abbia registrato una riduzione pari al 17,1%. In aggiunta, considerando l intero settore degli edifici civili, la crescita 2 MISE, Strategia Energetica Nazionale, 2013 (è in corso la consultazione sulla nuova strategia). 3 Energy & Strategy Group, Energy Efficiency Report, Fonte: Commissione Europea, Fonte: Commissione Europea, The European House - Ambrosetti 6
7 dei consumi nel periodo dal 1990 ad oggi è stata anche superiore e pari all 1,4% annuo 6. Figura 1. Variazione dei consumi energetici finali italiani a livello complessivo e nel settore residenziale in Italia (%, ). Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati Eurostat, La crescita dei consumi finali nel settore residenziale, peraltro, è in netta contro-tendenza rispetto a quanto visibile sia nella media della UE28 che nei principali Paesi europei. Nello specifico, il consumo energetico finale del settore residenziale italiano ammontava a 1,35 milioni di terajoule nel 2007 ed è salito a 1,36 milioni di terajoule nel Figura 2. Variazione dei consumi energetici finali nel settore residenziale in Italia e in alcuni Paesi europei (%, ). Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati Eurostat, Alla base di questa situazione vi è certamente la composizione del patrimonio immobiliare italiano, in cui circa il 50% delle abitazioni insiste su edifici di oltre 40 anni: tale dato sale al 70% nelle città di media dimensione e a oltre il 75% nelle città metropolitane. Questa prima evidenza qualitativa è utile a mettere a fuoco come, allo stato attuale, gli elementi di maggiore criticità siano da individuarsi nei condomini urbani. Per incidere sull efficienza 6 Fonte: ENEA, Rapporto Annuale Efficienze Energetica, 2017 The European House - Ambrosetti 7
8 energetica del settore residenziale è, pertanto, fondamentale intervenire con misure di efficientamento sul patrimonio immobiliare esistente. Figura 3. Stock edilizio in Italia per epoca di costruzione. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati MISE, RSE, ENEA e CTI, IL NUOVO PARADIGMA DI CASA 4.0 ABILITÀ OPPORTUNITÀ PER L EFFICIENZA ENERGETICA E IL BENESSERE DEI CITTADINI Il dato italiano, in contro-tendenza per quanto riguarda il consumo energetico finale del settore residenziale, si inserisce in un contesto più ampio in cui le soluzioni tecnologiche disponibili stanno imponendo un vero e proprio cambio di paradigma che ha il potenziale di garantire benefici in termini di risparmio energetico, salute e produttività delle persone. Da un lato, infatti, è in atto il passaggio da casa passiva a casa attiva con ricadute sulle modalità con cui affrontare i temi dell efficienza e della dispersione energetica. La casa passiva era concepita per mantenere il più possibile al proprio interno l energia tramite una dispersione minima, la riduzione delle superfici vetrate e spesso anche con un aerazione forzata. Al contrario, la casa attiva si propone di sfruttare luce e ventilazione raccolti durante il giorno per accumulare energia utile anche nelle fasi della giornata in cui luce e aerazione sono assenti. In altri termini l edificio attivo, anche attraverso il ricorso a Building Management Systems (BMS), si propone di sfruttare al massimo la produzione di energie rinnovabili e il ricorso alle smart grid elettriche. I vantaggi di questo tipo di edifici, sono di almeno due ordini: da un lato, si ha il risparmio energetico di lungo periodo spalmato sul periodo di operatività dell edificio pari a anni. Circa The European House - Ambrosetti 8
9 il 75% dei costi del ciclo di vita di un edificio sono, infatti, concentrati in questo arco temporale che, nella concezione prevalente, passa spesso in secondo piano rispetto alla fase iniziale di progettazione e costruzione. L efficientamento energetico ottenibile dall adozione degli standard più avanzati consentirebbe di dimezzare i costi di operatività. Dall altro lato, i vantaggi dell edificio attivo si estendono alla produttività delle persone impiegate in edifici che adottano tali tecnologie. Nello specifico, l impatto di lavorare in un edificio attivo con luce e aerazione naturale è quantificato in un 26% di miglioramento di capacità cognitive, in una riduzione del 30% di assenze legate a malattie e in un 6% di incremento della qualità del sonno 7. Figura 4. Ripartizione dei costi nel ciclo vitale di un edificio. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti, Oltre alla casa attiva, un altro fattore abilitante fondamentale della casa 4.0 è costituita dalla digitalizzazione applicata agli edifici che consente di aggredire una parte ulteriore del potenziale di efficientamento energetico non realizzato. La IEA riporta come al 2016 ci fossero già 4 miliardi di dispositivi domestici connessi a livello globale, con stime di crescita in accelerazione (un ulteriore miliardo di dispositivi si aggiungerà al termine del 2017). Tipicamente questi dispositivi domestici si suddividono in tre categorie principali: illuminazione, elettrodomestici e automazione domestica 8. Fino a poco tempo fa, tutti queste soluzioni erano disponibili solamente come sistemi isolati e consentivano una limitata gamma di programmazione pre-ordinata (sistema verticale). A ora, invece, molti nuovi dispositivi rendono possibile l interoperabilità attivando un sistema d integrazione orizzontale tra di essi. Si va da soluzioni piuttosto semplici come sensori e attuatori, che 7 Fonte: MacNaughton et al., Economic, Environmental and Health Implications of Enhanced Ventilation in Office Buildings, International Journal of Environmental Research and Public Health, Fonte: IEA, Energy Efficiency 2017, The European House - Ambrosetti 9
10 ottimizzano il consumo attivando l elettrodomestico o il dispositivo in seguito a un preciso input, fino a soluzioni relativamente più complicate come gli Home Energy Management Systems (HEMS) che regolano il consumo complessivo via app. L edificio attivo, le soluzioni legate alla domotica e smart-home (che già oggi valgono oltre 185 milioni di Euro nel mercato italiano 9 ), il potenziamento delle infrastrutture e della mobilità elettrica costituiscono quindi fattori abilitanti della Casa 4.0. Tali elementi hanno, inoltre, la peculiarità di essere autorafforzanti. Per esempio, la diffusione della casa attiva che promuova il surplus energetico degli edifici si salda con la necessità di potenziare l infrastruttura elettrica con una smart-grid in cui l energia in eccesso sia rimessa in circolo nel sistema e, a cascata, con le evoluzioni in atto nella mobilità elettrica. Il nuovo paradigma costituito dalla Casa 4.0 come intesa qui è, pertanto, un sistema integrato a livello orizzontale tra le diverse filiere, caratterizzato dall interoperabilità dei vari dispositivi a esso connessi e capace di soddisfare i crescenti bisogni di vivibilità e sostenibilità che sono percepiti dai consumatori. Figura 5. I fattori abilitanti della Casa 4.0. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti, Fonte: Osservatorio Internet of Things, The European House - Ambrosetti 10
11 3. PER INCIDERE SULL EFFICIENZA DEL PATRIMONIO IMMOBILIARE ITALIANO È NECESSARIO RIGENERARE GLI EDIFICI ESISTENTI La normativa comunitaria è stata, negli anni, particolarmente attenta al tema dell efficienza energetica degli edifici. I principali strumenti comunitari ad oggi in campo sono previsti da due Direttive: la 2012/27/UE (Energy Efficiency Directive - EED) e la 2010/31/UE (Energy Performance of Building Directive - EPBD). La prima riguarda il tema dell efficienza e del risparmio energetico in generale mentre, la seconda tratta specificamente l efficienza energetica degli edifici. L efficienza energetica è una delle cinque dimensioni dell Energy Union 10 e, con lo scopo far progredire quest ultima, la Commissione Europea ha rilasciato nel novembre 2016 due proposte di revisione delle normative EED ed EPBD. Entrambe le proposte sono state vagliate da Parlamento e dal Consiglio Europeo e, per la direttiva sugli edifici, un accordo finale è atteso per l inizio del La nuova EPBD contiene un armonizzazione della disciplina esistente, motivo per cui diverse misure riguardanti gli edifici che si trovavano nella direttiva EED (ad es. l obbligo di rinnovare con criteri di efficienza energetica almeno il 3% degli edifici governativi) sono ora ricondotti nella nuova versione dell EPBD. L elemento cruciale della direttiva EPBD è rappresentato dagli edifici che soddisfano i requisiti di Nearly Zero-Energy Buildings (NZEB). Gli edifici a consumo quasi-zero sono, infatti, edifici le cui prestazioni energetiche sono capaci di minimizzare i consumi tramite l utilizzo di energia generata da fonti rinnovabili, di elementi passivi di riscaldamento e raffrescamento, di sistemi di ombreggiamento nonché di garantire un idonea qualità dell aria interna e un adeguata illuminazione naturale. La definizione delle specifiche di edificio NZEB è lasciata ai diversi legislatori nazionali, fermo restando che tale standard dovrà essere quello in vigore per tutte le nuove costruzioni dall 1 gennaio La data di decorrenza è stata, inoltre, anticipata all 1 gennaio 2019 per quanto riguarda gli edifici pubblici. Nella definizione data dal legislatore italiano un edifico NZEB deve soddisfare diversi criteri specifici tra cui tre aspetti sono particolarmente significativi 11 : Un isolamento termico dell involucro edilizio con indici prestazionali più alti rispetto allo standard che tipicamente implica strati isolanti di spessore maggiore rispetto allo standard. Tra le tecniche usate la più efficace per tempi di realizzazione, facilità di applicazione, riduzione dei consumi del 30-40% costi dell intervento e velocità di ritorno dell investimento è 10 Le altre dimensioni dell Energy Union sono: sicurezza, solidarietà e fiducia (diversificazione delle fonti e cooperazione tra gli Stati); mercato interno integrato; azione per il Clima (decarbonizzazione dell economia); ricerca, innovazione e competitività. Fonte: Commissione Europea, Fonte: MISE, RSE, ENEA e CTI Piano d Azione Nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero, The European House - Ambrosetti 11
12 l insufflaggio, una tecnica che, per esempio, trova largo utilizzo in un Paese con il 100% di nuovi edifici NZEB come la Francia. L adozione di specifiche soluzioni tecniche per i serramenti (doppi o tripli vetri, riempimento dell intercapedine con gas, trattamenti superficiali, ecc.) in funzione della zona climatica in cui l edificio è costruito. Impianti termici progettati e realizzati in modo da garantire che almeno il 50% dei consumi previsti per l acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento sia coperto attraverso il ricorso all energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili. La transizione verso questo scenario procede, però, a rilento in diversi Paesi europei: nel 2014 (ultimo anno disponibile) solamente un terzo delle nuove costruzioni in Europa, e monitorata dalla Commissione, era in linea con la definizione di NZEB data dai diversi legislatori nazionali 12. Con l obiettivo di offrire una visione comparativa tra i diversi Paesi monitorati dalla Commissione, la figura successiva mostra la maturità dei mercati domestici nell adozione degli standard NZEB. Figura 6. L adozione di standard NZEB nelle nuove costruzioni: maturità del mercato domestico in una selezione di Paesi europei (valore max=1). Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati Commissione Europea (ZEBRA tracker), L Italia registra uno dei livelli più bassi di maturità del mercato tra i Paesi monitorati dalla Commissione, frutto di una percentuale di NZEB sul totale di nuove costruzioni appena superiore al 20% e di un tasso di rinnovamento degli edifici dello 0,7% (vs. 1.1% in Germania e 2% in Francia). In altri termini, in Italia si costruiscono meno edifici nuovi rispetto agli altri Paesi monitorati e solamente un quarto di essi soddisfa la definizione di NZEB data dal legislatore. In estrema sintesi, l Italia sconta un tasso di rinnovamento degli edifici più basso rispetto ad altri Paesi Europei a fronte di un patrimonio immobiliare che, come visto nel primo capitolo, ha un età media elevata. 12 Fonte: Commissione Europea, ZEBRA 2020 Nearly Zero-Energy Building Strategy 2020, The European House - Ambrosetti 12
13 Per questo motivo, l opportunità di accrescere l efficienza energetica nel settore residenziale, anche attraverso l adozione del paradigma di Casa 4.0, deve essere sfruttata principalmente attraverso la valorizzazione del patrimonio residenziale esistente. La Commissione Europea attesta come migliorando l efficienza energetica degli edifici costruiti fino agli anni 80 si otterrebbero risparmi energetici complessivi del 5-6% e una riduzione delle emissioni di CO2 pari al 5% dei volumi attuali. Considerando che l efficientamento energetico degli edifici e l adozione su larga scala del paradigma di Casa 4.0 richiedono, in primis, la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, è necessario analizzare i fattori che limitano la valorizzazione stessa e illustrare alcune linee d azione per il sistema-paese. Nel lavoro di analisi, il punto principale riguarda, ovviamente, il tema del finanziamento degli interventi di efficientamento. Non di minore importanza sono, però, i temi riguardanti lo sviluppo della filiera allargata e la sensibilizzazione e l aumento della consapevolezza tra i consumatori circa l utilità degli interventi di efficientamento energetico. Nello sviluppo di strategie adeguate a questi compiti, infine, il Paese può trarre ispirazione da una serie di best practice estere. 4. GLI INCENTIVI HANNO SUPPORTATO LA RIQUALIFICAZIONE DELLE COSTRUZIONI MA UN LORO POTENZIAMENTO È NECESSARIO PER SFRUTTARE APPIENO IL POTENZIALE DI EFFICIENTAMENTO ENERGETICO Il tema principale e più ricorrente nel dibattito sulla riqualificazione energetica degli edifici riguarda il tema del finanziamento di queste misure. Per esempio, la trasformazione di un edificio esistente in un edificio che rispetti gli standard previsti per gli NZEB, infatti, comporta una spesa minima compresa tra i 500 /m 2 e i 600 /m 2 e un considerevole sovra-costo anche rispetto a un intervento di ristrutturazione importante 13. Tipologia Edificio Monofamiliare Edificio Condominiale Edificio adibito a uffici Involucro + 4,2% + 4,6% + 5,3% Impianti + 50,2% + 27,2% + 28,1% TOTALE + 22,0% + 14,6% + 14,0% Figura 7. Sovra costo medio per trasformare un edificio esistente in NZEB rispetto a una ristrutturazione importante di primo livello. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati MISE, RSE, ENEA e CTI, Il finanziamento di interventi di efficientamento energetico passa tipicamente attraverso tre strumenti: 13 Fonte: MISE, RSE, ENEA e CTI Piano d Azione Nazionale per incrementare gli edifici ad energia quasi zero, The European House - Ambrosetti 13
14 I Titoli di Efficienza Energetica (TEE), noti anche come certificati bianchi ovvero titoli di mercato ottenibili solo da ESCo (Energy Service Company) qualificate e che certificano un effettivo risparmio raggiunto; Gli incentivi in Conto Termico; Gli incentivi in credito d imposta concessi direttamente ai privati. I primi due strumenti tipicamente prevedono il ruolo del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per la valutazione e gestione dei TEE e per l erogazione degli incentivi in Conto Termico. I principali contraenti sono, quindi, le imprese che, tramite questi strumenti, possono sfruttare una triangolazione di credito con le banche e le ESCo qualificate. Per quanto riguarda l efficienza energetica dei condomini o degli edifici privati, la finanziabilità degli interventi è più complessa e passa, sostanzialmente, attraverso le detrazioni in credito d imposta (Ecobonus) da non confondersi con gli incentivi fiscali per il recupero edilizio. Le detrazioni fiscali per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica sono previste nell ordinamento italiano rispettivamente dal 1998 e dal Nel caso delle riqualificazioni edilizie la Legge di Bilancio per il 2017 ha confermato la detrazione IRPEF del 50% con tetto massimo di spesa pari a Euro per unità immobiliare. Ulteriori detrazioni valide fino al 2021 sono state introdotte dalla stessa Legge di Bilancio per ridurre il rischio sismico con incentivi che raggiungono il 70% e l 80% spalmati su 5 anni. Le agevolazioni per la riqualificazione energetica, invece, consistono nel riconoscimento di detrazioni d imposta pari al 65% degli interventi. Inoltre, riconoscendo la centralità degli interventi negli edifici condominiali, la legge di bilancio 2016 ha stabilito detrazioni fino al 75% per gli interventi riguardanti tutte le unità immobiliari che compongono l edificio 14. Gli effetti delle misure incentivanti, combinati con le persistenti difficoltà del settore in seguito alla crisi economica, sono visibili nella progressiva crescita del segmento del rinnovo edilizio a discapito delle nuove costruzioni. Nel 2016, su un valore della produzione pari a 166,2 miliardi di Euro, la spesa in manutenzione ordinaria e straordinaria ammontava al 73% del totale a fronte del 55% del 2006, al picco del ciclo immobiliare antecedente alla crisi 15. La tabella successiva mostra gli importi complessivi degli investimenti incentivati a partire dal 2007 (anno in cui sono state inserite le detrazioni per la riqualificazione energetica con aliquota iniziale del 55%). 14 Nello specifico è prevista una detrazione del 70% per interventi che interessano più del 25% della superficie disperdente dell edificio e del 75% per interventi volti a migliorare la prestazione estiva e invernale e che conseguano determinati standard. Fonte: Camera dei Deputati, Fonte: Camera dei Deputati, Il recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio: una stima dell impatto e delle misure di incentivazione, The European House - Ambrosetti 14
15 Figura 8. Investimenti in rinnovo degli edifici incentivati per tipologia d intervento ( ; dato 2017 stimato sui primi 7 mesi). Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati CRESME, Osservando la tabella si nota lo squilibrio esistente tra le due componenti oltre a una diversa dinamica che riguarda gli anni più recenti. Da un lato, l aumento delle detrazioni per il recupero edilizio (dal 36% al 50%), introdotta dal 2013, ha generato un rilevante aumento degli investimenti in quest ultimo segmento. Dall altro lato, gli investimenti legati a riqualificazione energetica sono rimasti sostanzialmente stabili nonostante l aliquota della detrazione sia stata alzata di 10 punti percentuali nel 2013 (dal 55% al 65%). Inoltre, analizzando le richieste di detrazioni per tipologia d intervento emerge che, negli anni, gli incentivi hanno ottenuto ottimi risultati per interventi quali coibentazioni e sostituzioni di infissi e installazione d impianti di riscaldamento più efficienti e meno inquinanti (ad esempio le caldaie). Sono invece state minori le richieste di detrazioni per interventi di riqualificazione complessiva, dove dunque esistono ampi margini di miglioramento. Figura 9. Richieste di detrazioni per tipologia d intervento (valori medi, ). Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati ENEA, The European House - Ambrosetti 15
16 In sintesi, l aumento degli incentivi ha avuto un ruolo primario nel supportare un settore colpito duramente dalla crisi. Dei 264 miliardi di Euro veicolati dal 1998 (primo anno monitorato dal CRESME), il 79% del valore si concentra nel periodo compreso tra il 2008 e il 2017, di cui il 52% dal 2013 ovvero dall anno in cui le detrazioni per rinnovo edilizio sono salite dal 36% al 50%. Gli incentivi hanno, pertanto, dimostrato un innegabile efficacia nel supportare un settore come quello delle costruzioni che è stato duramente colpito dalla crisi (il valore della produzione del 2016 è ancora del 12,3% più basso rispetto ai livelli del 2006) e nel favorire il rinnovo edilizio del patrimonio immobiliare. Contestualmente, gli incentivi per l efficienza energetica hanno conseguito risultati significativi per quanto riguarda le abitazioni singole e di proprietà, mentre non si sono rivelati altrettanto efficaci nel promuovere un miglioramento dell efficienza energetica nei condomini. Per la loro stessa natura, i condomini presentano anche problematiche specifiche. La prima questione riguarda la finanziabilità degli interventi. In un condominio è, infatti, ancora molto difficile affrontare un investimento iniziale economicamente importante (l Ecobonus non riduce la spesa iniziale) costringendo spesso il condomino a limitarsi all approvazione di interventi di riparazione dettati dall urgenza o da obblighi normativi. Inoltre, l impossibilità di individuare un vero e proprio titolare del credito rende impossibile avere una bancabilità sul modello di ciò che avviene con le imprese per gli incentivi in Conto Termico. Un altro punto critico per gli interventi nei condomini riguarda la normativa per l approvazione degli interventi di miglioramento energetico, che rimane piuttosto complessa. La normativa vigente, contenuta nella legge 220/2012, ha alzato la soglia di maggioranza per deliberare su tali interventi nella maggioranza degli intervenuti a patto che rappresentino almeno 500 millesimi. Una deroga a questa regola consente di scendere alla maggioranza semplice degli intervenuti, purché rappresentino un terzo dei millesimi, a condizione che il condominio disponga già di una diagnosi energetica per la valutazione dell intervento realizzata da un tecnico abilitato. Ottenere la diagnosi energetica, però, richiede un ulteriore aggravio di tempi e di costi a carico dei condomini. Il legislatore è, peraltro, consapevole della problematica tanto che per favorire gli interventi di riqualificazione nelle parti comuni degli edifici condominiali ha introdotto, con la Legge di Bilancio per il 2017, la possibilità di cedere il credito ai fornitori che hanno eseguito l intervento o ad altri soggetti privati con capienza fiscale sufficiente. In questo modo si intende ridurre l esborso iniziale a carico dei singoli condomini che costituisce chiaramente il principale fattore limitante per l approvazione dei lavori stessi. Nonostante questi sforzi da parte del legislatore, i risultati dell Ecobonus nelle strutture condominiali sono ancora insufficienti rispetto alle significative potenzialità del settore. Per facilitare il processo di deliberazione delle misure di riqualificazione energetica e favorire gli interventi che hanno un maggiore potenziale di efficientamento, una semplificazione della normativa dei condomini è The European House - Ambrosetti 16
17 quindi ineludibile. Sono necessarie, inoltre, soluzioni ad hoc, più mirate ed efficaci, che consentano ai condomini un forte abbattimento della spesa iniziale. Infine, un altro intervento utile a facilitare la messa in moto di un meccanismo virtuoso negli edifici condominiali è l attivazione del Fondo di Garanzia per l efficienza energetica previsto dal decreto legislativo 102/2014, sul modello del Fondo di Garanzia per le PMI, e mai diventato operativo. L attivazione di tale fondo consentirebbe di avere uno strumento di garanzia verso il settore bancario e, in prospettiva, di attivare una domanda di credito per l efficienza energetica che finora non ha riguardato il settore degli edifici. 5. OCCORRE SENSIBILIZZARE I CITTADINI SUI BENEFICI OTTENIBILI DALLA RIVOLUZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Il tema del finanziamento degli interventi di riqualificazione è, certamente, un ambito prioritario ma, al contempo, non deve essere trascurato che un elemento abilitante per raggiungere una massa critica di interventi è la maggiore consapevolezza dei cittadini. Allo stato attuale, l utente medio è poco informato sui temi del mantenimento dell immobile e dell efficientamento energetico. Non di rado, l unica informazione disponibile al cittadino è la categoria energetica che, per i condomini di età elevata, è senza grandi distinzioni una classe relativamente bassa. Manca, invece, un libretto di manutenzione della casa che informi l utente degli investimenti necessari per mantenere la casa su livelli prestazionali elevati e, possibilmente, poter pianificare gli interventi di manutenzione nel tempo. Tale strumento potrebbe essere utile anche in caso di compravendita, potendo costituire un aumento di valore dell immobile stesso. Le famiglie, infatti, spendono complessivamente oltre 45 miliardi di Euro annui per consumi energetici 16, con una spesa media per famiglia dedicata a riscaldamento e raffrescamento della propria casa che oscilla tra i e i Euro all anno. Fino al 50% di riduzione di questi costi è ottenibile attraverso interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti capaci di rendere più confortevoli le case, sia d inverno che d estate. Questi costi, peraltro, rappresentano i costi diretti dell efficientamento e non tengono conto dei costi esterni che il tema in oggetto può generare, dalle implicazioni per la salute fino agli impatti sul clima. Si rende dunque necessaria una strategia di comunicazione strutturata ed efficace che riguardi sia il tema dei risparmi ottenibili dal miglioramento energetico degli edifici sia la regolare manutenzione della casa. Per rafforzare la comprensione del tema efficienza energetica come intrinsecamente legato alla costruzione e manutenzione dell edificio è opportuno attivare non solo la filiera delle costruzioni, ma anche l intera industry dell energia. 16 Fonte: CRESME, The European House - Ambrosetti 17
18 6. OCCORRE ORGANIZZARE E POTENZIARE LE COMPETENZE DEGLI ATTORI LUNGO LA FILIERA ALLARGATA DELLE COSTRUZIONI E DELL EFFICIENZA ENERGETICA Un altro elemento necessario a comprendere le difficoltà che Casa 4.0 incontra nella propria affermazione è la frammentazione della filiera allargata sia in termini numerici sia di competenze richieste per l abilitazione del paradigma stesso. La frammentazione del settore delle costruzioni emerge chiaramente dai dati Istat più recenti che riportano imprese attive nel settore (con oltre 1,3 milioni di addetti). Tra di esse circa imprese, pari a addetti, sono gli installatori elettrici, idraulici e di riscaldamento. La filiera del settore costruzioni è quindi caratterizzata dalle micro-imprese: in media 2,6 addetti per impresa con ben il 96,2% delle imprese che hanno meno di 10 addetti 17. La frammentazione è stata, peraltro, accresciuta dagli effetti della crisi, le imprese individuali erano, infatti, il 54,5% del totale nel 2008 a fronte del 61% odierno. Figura 10. La struttura dimensionale delle imprese nel settore delle costruzioni. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti su dati ANCE, La frammentazione della filiera è un aspetto cruciale perché il sistema d integrazione orizzontale necessario per la Casa 4.0 richiede sempre di più il passaggio da un modello di filiera individualistico a uno collaborativo in cui i diversi attori coinvolti posseggano le competenze adeguate al nuovo paradigma. La frammentazione della filiera, e i limiti che essa determina nella Ricerca e Sviluppo del settore, è quindi un fattore ostativo per l adozione del nuovo paradigma sopra delineato e che richiede un integrazione orizzontale delle competenze. Se la struttura dimensionale delle aziende è un aspetto che ineludibilmente dovrà essere affrontato, la frammentazione e l estensione della filiera possono diventare anche un opportunità di sviluppo importante per l intero settore. Il potenziamento delle competenze degli attori lungo la filiera consentirebbe, 17 Fonte: ANCE, Una politica industriale per il settore delle costruzioni: le proposte dell ANCE, The European House - Ambrosetti 18
19 infatti, di raggiungere un bacino potenziale d imprese e dei relativi addetti molto esteso sul territorio. In quest ottica, si rende necessario per il Paese la promozione di un efficace industrializzazione della filiera delle costruzioni. Per favorire questo processo hanno certamente un ruolo importante la crescita nell utilizzo della gestione integrata e informatizzata delle attività, nota con l acronimo di BIM (Building Information Modelling). Il BIM costituisce, infatti, un metodo di progettazione collaborativo che consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione e di programmare anche la manutenzione nella fase di operatività dell edificio. In questo modo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dagli impiantisti, ecc. e - se adottato su larga scala - potrebbe essere una spinta importante alla collaborazione tra gli attori della filiera. L ANCE, per esempio, ha dal 2012 approntato una proprio schema di piattaforma BIM (InnovANCE) che però non è mai riuscito ad andare oltre la fase prototipale, In aggiunta, uno strumento per spingere sull aggiornamento permanente delle imprese può essere l introduzione, anche per queste, di crediti formativi sul modello di quelli degli architetti. Il potenziamento della filiera delle costruzioni è fondamentale per l adozione su larga scala del nuovo paradigma qui sintetizzato come Casa 4.0 ma, nell ottica di una integrazione in senso collaborativo e orizzontale, un ruolo fondamentale è ricoperto anche dall intera industry dell energia. La filiera coinvolta nel processo di rigenerazione energetica del patrimonio residenziale esistente è, infatti, una filiera allargata in cui gli attori del settore edilizio si devono necessariamente confrontare quelli del settore energetico, le ESCo in primis. Questi ultimi attori, anche in virtù di una differente struttura dimensionale, possono svolgere un ruolo fondamentale nello spingere l intera filiera in tale direzione. In altri termini, è importante un evoluzione del ruolo dei vari player della filiera (costruttori, utility, ecc.), attraverso una maggiore integrazione di servizi e soluzioni AZIONI COORDINATE A LIVELLO DI SISTEMA-PAESE POSSONO SOSTENERE LA RIVOLUZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI In Italia si possono attualmente individuare tre driver che rendono necessaria un azione integrata sul patrimonio immobiliare esistente: il consumo energetico finale nel settore residenziale in contro-tendenza rispetto a quanto avviene negli altri principali Paesi europei, il consumo del suolo e il rischio sismico. Senza dettagliare ulteriormente il tema dell efficientamento energetico, basti qui aggiungere come il consumo del suolo veda l Italia ai vertici europei; la percentuale di territorio coperta artificialmente raggiunge, infatti, il 7,6% del totale, con picchi di oltre il 12% in Veneto e Lombardia, a fronte della media 18 Per esempio lanciando piani che abbinino l erogazione del servizio elettrico a un intervento di efficientamento energetico sull edificio nel quale tale servizio viene erogato. The European House - Ambrosetti 19
20 UE pari al 4,1% 19. Di pari passo, il 71,5% degli edifici localizzati in 648 comuni ad alto rischio sismico è considerato potenzialmente vulnerabile. Si tratta di circa edifici realizzati in muratura portante, o in calcestruzzo armato realizzati prima del 1980, ovvero che non soddisfano gli attuali standard antisismici 20. Figura 11. I driver che rendono necessaria un azione integrata sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti, LE LINEE D AZIONE PER LA RIGENERAZIONE ENERGETICA DEL PATRIMONIO RESIDENZIALE ESISTENTE Partendo dalla problematiche legate al efficientamento energetico degli edifici, ovvero il tema di questo rapporto, ma tenendo in mente il quadro generale per cui la messa a valore del patrimonio immobiliare esistente ha una portata anche superiore alla semplice efficienza energetica possono essere individuate almeno tre linee d azione comuni: L allineamento degli stakeholder pubblici (Stato, Regione e Comune) per un azione di armonizzazione/semplificazione delle regole. Un elemento di partenza può essere costituito dal regolamento unico edilizio che, approvato a fine 2016 dopo un iter parlamentare di quasi due anni, vede ad oggi, solamente 5 Regioni aver completato il recepimento. La pianificazione di tutti gli incentivi su base pluriennale, sul modello di quanto è stato fatto per il rischio sismico nell ultima legge di Bilancio, al posto dei rinnovi annuali che aumentano l incertezza sugli investimenti da programmare (specialmente per quanto riguarda quelli di ordine superiore ai semplici infissi e serramenti). Per sostenere la crescente attenzione sull efficientamento energetico, inoltre, la pianificazione su base pluriennale potrebbe essere abbinata a una strategia di comunicazione che contribuisca a sensibilizzare i cittadini. La proposta di prevedere e attivare 19 Fonte: ISPRA, Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rapporto Casa Italia, The European House - Ambrosetti 20
21 un libretto di manutenzione della casa potrebbe, infine, contribuire allo scopo di accrescere la sensibilità sui risparmi ottenibili e di facilitare la programmazione della spesa da parte dei cittadini. Il mantenimento degli attuali livelli d incentivazione previsto dall Ecobonus, anche per gli interventi su piccola scala, che sono un fattore abilitante degli interventi di efficienza energetica e che consentono un abbattimento dei tempi di ritorno degli investimenti, in assenza del quale molte decisioni di investimento non sarebbero prese. Per favorire un incremento degli interventi su larga scala, in primis negli edifici condominiali, occorre l introduzione di norme ad hoc che permettano un forte abbattimento della spesa iniziale. Tra i possibili strumenti utili a superare l ostacolo della spesa iniziale per i condomini va segnalata l importanza di una maggiore diffusione del modello di contratto di rendimento energetico - Energy Performance Contract (EPC) - tipico delle ESCo, Tramite l allocazione degli incentivi a fornitori di servizi e prodotti anziché solo ai consumatori sono possibili economie di scala e di apprendimento, standardizzazione e l ulteriore stimolo della domanda di efficientamento energetico. Infine, un altro elemento che va nelle direzione indicata è l estensione dell applicazione del Conto Termico alle caldaie condominiali, al pari di quanto accade già per la caldaie degli edifici della PA. Quello che si prospetta è, insomma, un approccio graduale in cui le misure di rinnovo profondo siano adottate dove possibile ma, allo stesso tempo, sia mantenuta alta l attenzione anche sulle importanti misure di più piccola scala. Figura 12. Le linee d azione per promuovere una rigenerazione energetica del patrimonio immobiliare esistente. Fonte: elaborazione The European House Ambrosetti, The European House - Ambrosetti 21
22 LE BEST PRACTICE INTERNAZIONALI DA CUI L ITALIA PUÒ TRARRE ISPIRAZIONE: CASI DI GERMANIA, FRANCIA E PAESI BASSI Guardando alle best practice europee non si può non partire dai due maggiori Paesi europei che, peraltro, sono anche quelli superano l Italia per consumo finale di energia nel settore residenziale. La Germania ha il patrimonio residenziale più esteso d Europa (oltre 40 milioni di abitazioni) e con età media elevata tanto quanto in Italia. Il 70% degli edifici è stato, infatti, costruito prima del A differenza dell Italia però il residenziale tedesco ha visto calare i consumi energetici finali del settore di oltre 16 punti percentuali nel decennio La Germania ha, inoltre, fissato degli obiettivi ambiziosi per proseguire sulla strada della riduzione dei consumi energetici (-80% di emissioni entro il 2050, consumi di energia primaria dimezzati, rinnovabili al 60%) e un piano d azione per riqualificare 2 case al minuto per i prossimi 20 anni, raddoppiando il tasso di rinnovo odierno (dall 1% al 2% all anno). La strategia fa leva su un mix di tre azioni complementari: imposizione di requisiti energetici minimi per chi effettua una ristrutturazione; finanziamento degli incentivi economici (con continuità d azione e un budget attuale di ~2 miliardi di Euro l anno dedicato esclusivamente alla riqualificazioni degli edifici); azioni per fornire informazioni utili ai cittadini creando sensibilizzazione e consapevolezza. La Commissione Europea rileva quindi che al 2014 (ultimo anno disponibile) il 15% dei nuovi edifici tedeschi soddisfaceva lo standard nazionale NZEB e che un ulteriore quota del 70% aveva comunque caratteristiche energetiche migliori di quelle minime richieste dai codici nazionali. Anche la Francia ha adottato iniziative volte all efficienza energetica e, sul tema degli edifici, si è mossa in anticipo rispetto agli altri sull incentivazione di edifici a basso consumo. La prima iniziativa lanciata sul tema prevedeva il 2012 come anno entro cui implementare edifici che riducessero i consumi al fine di adottare l edificio attivo come standard entro il A settembre 2017 il nuovo governo ha confermato l impegno nel promuovere la transizione energetica attraverso un nuovo piano che vede tra le sue priorità esattamente il patrimonio residenziale esistente: Secondo gli annunci del governo, 9 miliardi di Euro dei 20 stanziati da qui al 2023 sono, infatti, destinati al miglioramento energetico degli edifici esistenti, in primis all edilizia popolare e agli edifici pubblici 21. I risultati di queste azioni sono visibili nel monitoraggio tenuto dalla Commissione Europea sugli NZEB citato in precedenza: già nel 2014 tutti gli edifici di nuova costruzione soddisfacevano gli standard NZEB nazionali e una 21 Fonte: Comunicato stampa del governo francese, settembre The European House - Ambrosetti 22
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