NOTA DI AGGIORNAMENTO E ERRATA CORRIGE

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1 NOTA DI AGGIORNAMTO E ERRATA CORRIGE Volume Guida all applicazione delle direttive ATEX di Arturo Cavaliere, Paolo Scardamaglia edizione novembre ISBN Gli autori hanno elaborato questo testo con riferimento costante non solo alle norme giuridiche ma anche a quelle tecniche. E risaputo che una delle caratteristiche delle norme tecniche è quella di aggiornarsi periodicamente con l evoluzione della tecnica, questo si è verificato anche per alcune norme e guide di supporto per il testo in oggetto. Si ricorda che la direttiva 99/92/CE e il suo recepimento italiano D.Lgs. 233/03 nell allegato XV-bis, per la classificazione delle aree, indicano quale riferimento le seguenti norme: (CEI 31-30) per atmosfere esplosive in presenza di gas; (CEI 31-52) per atmosfere esplosive in presenza di polveri combustibili. Inoltre si precisa che le guide tecniche sono documenti elaborati, approvati e pubblicati dagli organismi normatori allo scopo di fornire agli operatori, in particolari settori tecnici, linee guida, consigli ed esempi per facilitare il corretto uso delle norme. Le guide, a differenza delle norme, non hanno valore giuridico ed il loro rispetto non è essenziale. In altri termini, per rispettare le norme non è necessario rispettare anche le guide. Capitolo 2 RIFERIMTI LEGISLATIVI E NORMATIVI PAG. 53 RIGA O RICHIAMO Dopo il primo RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE Aggiungere: A luglio è entrata in vigore la nuova norma per la classificazione dei luoghi in presenza di polveri combustibili: Norma (CEI 31-66) Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 10: Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri combustibili. Edizione prima, fascicolo 8290, gennaio. La norma è stata in vigore parallelamente alla (CEI 31-52) fino al 1/7/2007 dopodiché l ha sostituita. Il contenuto della norma (CEI 31-66) ricalca sostanzialmente quello della (CEI 31-52) e la classificazione dei luoghi con presenza di polveri combustibili non ha subito modifiche. 53 Terzo Guida CEI Costruzioni elettriche potenzialmente esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della norma (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi pericolosi. Edizione seconda, fascicolo 5925, gennaio Guida CEI Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della norma (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili. Edizione terza, fascicolo 8705, febbraio

2 Quarto Terzo, paragrafo Guida CEI Quinto, paragrafo Norma CEI (CEI 31-52) Guida CEI Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili. Guida all applicazione della norma (CEI 31-52). Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti polveri combustibili. Edizione prima, fascicolo 7527, febbraio Guida CEI Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili. Guida all applicazione della norma (CEI 31-66). Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri esplosive. Edizione prima, fascicolo 9049 C, ottobre Sostituire il terzo con il seguente: Allo scopo di fornire indicazioni e interpretazioni sull'applicazione della norma CEI 31-30, il CEI ha pubblicato tre edizioni della guida applicativa 31-35, l ultima (terza edizione) è la seguente e si compone di due parti: Guida CEI Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della norma (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili. Edizione terza, fascicolo 8705, febbraio Guida CEI 31-35/A Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della norma (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori o nebbie infiammabili: esempi di applicazione. Edizione terza, fascicolo 8851, maggio Sostituire il quinto fino settima riga di pagina 56 con il seguente: Norma (CEI 31-66) Il 1 luglio è entrata in vigore la norma (CEI 31-66) che tratta della classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri combustibili, di opere o applicazioni nuove e trasformazioni radicali di quelle esistenti. Tale norma ha sostituito la (CEI 31-52) la quale, a sua volta, aveva sostituito la norma CEI 64-2 Capitolo IV in merito alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri combustibili (denominate infiammabili nella norma CEI 64-2). Si ribadisce che il contenuto della norma (CEI 31-66) ricalca sostanzialmente quello della (CEI 31-52) e la classificazione dei luoghi con presenza di polveri combustibili non ha subito modifiche. Anche per la norma (CEI 31-66), come per la norma CEI 31-30, il quadro di riferimento normativo nazionale è stato profondamente cambiato, in seguito all introduzione di una nuova filosofia (nuovi termini e nuovi concetti) che ha reso ormai superata la terminologia e i metodi di classificazione dei luoghi presenti nella norma CEI In particolare è stata abbandonata la definizione di luogo di Classe 2 (per polveri infiammabili) e il termine centro di pericolo della norma CEI 64-2; sono stati invece introdotti i tipi di zone 20, 21, 22 in analogia con le zone 0, 1, 2 previste per i gas e i vapori infiammabili. Nella premessa nazionale della norma CEI è scomparso quanto compariva nella stessa premessa della norma CEI e cioè che essa considera i requisiti essenziali di sicurezza della direttiva europea 94/9/CE (DPR 126/98), le prescrizioni minime per il miglioramento per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive in base alla direttiva 1999/92/CEE e le prescrizioni della norma UNI Il campo di applicazione della norma riguarda la classificazione delle aree nelle quali sono presenti miscele esplosive di polvere/aria e strati di polveri combustibili, allo scopo di consentire l adeguata selezione di prodotti ATEX da utilizzare in tali luoghi. Sono esclusi dal campo di applicazione: 2

3 56 Paragrafo Guida CEI Sostituire le prime sei righe del paragrafo con le seguenti: Guida CEI Al fine di fornire indicazioni e interpretazioni sull'applicazione della norma CEI 31-66, il CEI ha pubblicato la seguente guida: Guida CEI Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polveri combustibili. Guida all applicazione della norma (CEI 31-66). Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri esplosive. Edizione prima, fascicolo 9049 C, ottobre Terza riga dall alto nella norma CEI 31-52, nella norma CEI 31-66, Paragrafo Norme per le misure di prevenzione e protezione dall esplosione Paragrafo Norme per le misure di prevenzione e protezione dall esplosione Secondo, elenco norme Terzo, elenco norme UNI Eliminare la terza norma in quanto è stata ritirata: UNI Sistemi di protezione contro le esplosioni. Determinazione dell efficacia dei sistemi di soppressione di esplosioni. Gennaio 1991; Dopo l ultima norma, aggiungere: UNI Sistemi di soppressione dell'esplosione. ; C Sistemi di protezione mediante sfogo dell esplosione. 2007; UNI Sistemi di protezione mediante sfogo dell'esplosione di polveri. ; UNI Dispositivi di sfogo dell'esplosione. 2007; UNI Atmosfere potenzialmente esplosive - Termini e definizioni per apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive. ; C Metodologia per la valutazione della sicurezza funzionale di sistemi di protezione per atmosfere potenzialmente esplosive. Sostituire l elenco delle norme citate con il seguente: (31-70) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 0: Regole generali. 2007; (31-73) Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 0: Prescrizioni generali. 2007; (31-58) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 1: Custodie a prova di esplosione "d". 2007; (31-78) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 11: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza intrinseca "i". 2007; (31-36) Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di polvere combustibile. Parte 1-2: Costruzioni elettriche protette da custodie. Scelta, installazione e manutenzione. Settembre Aggiungere: UNI Apparecchi non elettrici per atmosfere potenzialmente esplosive - Metodo di base e requisiti. 2003; 3

4 61 61 Dopo norma UNI Alla fine dell elenco delle norme UNI Aggiungere: UNI Apparecchi non elettrici destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive - Parte 3: Protezione mediante custodia a prova di esplosione "d". 2005; UNI Apparecchi non elettrici destinati ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive - Parte 6: Protezione mediante controllo della sorgente di accensione "b". 2005; Al momento della pubblicazione di questo volume, sono in fase di progetto a livello europeo (pr) le seguenti norme utili per il tema in esame: pr Sistemi di soppressione dell esplosione; Testo da eliminare pr Sistemi di costruzione resistenti all esplosione; pr Sistemi di protezione tramite aperture contro le esplosioni di polveri. 4

5 Capitolo 3 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER PRESZA DI GAS, VAPORI O NEBBIE INFIAMMABILI PAG. RIGA O RICHIAMO RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE 70 Didascalia figura 3.1a (da guida CEI 31-35) (da norma CEI 31-30) 71 Didascalia figura 3.1b (da guida CEI 31-35) (da norma CEI 31-30) Paragrafo 3.5 Dopo il primo Paragrafo 3.5 Dopo il secondo Guida III edizione Guida III edizione Inserire: In generale, in ambienti aperti, il volume V z (calcolato con la formula riportata a pagina 109 di questa nota di aggiornamento) può essere considerato trascurabile se il corrispondente volume V ex (volume ipotetico di atmosfera esplosiva a meno del coefficiente di sicurezza k) rispetta le condizioni seguenti: Per la zona 0: V ex < 1 dm 3 Per la zona 1: V ex < 10 dm 3 Per la zona 2: V ex < (100 k) dm 3 inoltre V z < 100 dm 3 In generale, in ambienti chiusi, il volume V z (calcolato con la formula riportata a pagina 109 di questa nota di aggiornamento) può essere considerato trascurabile se il corrispondente volume V ex (volume ipotetico di atmosfera esplosiva a meno del coefficiente di sicurezza k) rispetta le condizioni seguenti: Per la zona 0: V ex < 1 dm 3 Per la zona 1: V ex < 10 dm 3 Per la zona 2: V ex < 10 dm 3 Inoltre, sia per la zona 0, sia per la zona 1 e 2, il volume V ex < 1/ del volume dell ambiente V a. Inserire: La guida CEI nella tabella GA-1 riporta la classificazione delle sostanze infiammabili secondo la direttiva 67/548/CEE. 74 Paragrafo 3.5 Terzo nella tabella GA-1 nella tabella GA-2 77 Tensione di vapore P = P e v a 2 clv M ( Tb C 2) 1 1 ( ) ( ) 4184 Tb Zb R Tb Tb C 2 T C 2 P v ( T C ) clv M b ( ) ( ) R 2 Z T T C2 T C b b b 2 = Pa e Tabella 3.4 Terza colonna, quinta riga Paragrafo Valvole getto di vapore e nebbia che evapora durante la caduta al suolo Terzo getto di liquido che evapora tutto o solo in parte nel punto di emissione e può formare una nebbia che evapora durante la caduta al suolo Dopo servizio gravoso, aggiungere: (più di una manovra al giorno) Alla fine del, aggiungere: Per le valvole di sicurezza e i dischi a rottura, quando 5

6 89 Paragrafo Pompe centrifughe Ultimo si possono ragionevolmente escludere le seguenti anomalie: anomalie di esercizio (es. errori di manovra); funzionamento anomalo o fuori servizio di strumentazione di regolazione e controllo; pressioni di esercizio variabili in processi discontinui (a batch); l intervento di detti dispositivi di sicurezza può essere trascurato ai fini della classificazione dei luoghi pericolosi. Quando invece non possono essere escluse le suddette anomalie, l intervento dei dispositivi di sicurezza deve essere considerata un emissione di secondo grado solo se la probabilità di atmosfera esplosiva dovuta all apertura del dispositivo è superiore a 10-5 in un anno. Lo scarico dei dispositivi di sicurezza dovrebbe essere convogliato verso l alto al di sopra delle strutture circostanti, per ridurre la probabilità di innesco. Alla fine del, aggiungere: Per la scheggiatura o rigatura dell anello di tenuta, l area del foro di emissione è generalmente definita, considerando che la perdita possa essere 10 volte quella massima prevista in funzionamento ordinario come emissione strutturale. 93 Paragrafo Ultimo, tipologia di emissioni tra parentesi Dopo pozza di liquido che evapora, aggiungere: liquido in ebollizione. 93 Paragrafo Ultimo Intestazione paragrafo Q g da pozza lambita dall aria di ventilazione con area nota Q gs da pozza lambita dall aria di ventilazione con area non nota Q g da contenitore con area A uguale all area B Q g da contenitore con area A diversa dall area B Dopo ultimo Portata di vapore dalla superficie di un liquido infiammabile non refrigerato, esposto all atmosfera 3 w 0,11 M Pa Pv Q = + g A 2 10 req ln 1 f R T Pa Pv 3 w M Pa Pv Q = + gs 2 10 ln 1 f R T Pa Pv Q g = 28 A h d c d Pa 10 R T 5 Pa 10 Qg = 28 cd R T 5 Pa ln M Pa P v P a ln M k Pa P v Guida III edizione F Alla fine del, aggiungere: La portata Q g può essere utilizzata per definire Vz, la concentrazione X m % e la distanza pericolosa d z nelle rispettive formule. Portata di evaporazione dalla superficie di un liquido non refrigerato e non in ebollizione, esposto all atmosfera 3 w 0,11 M P a Pa Q = + g A 2 10 req ln 1 f R T Pa Pv 3 w M Pa Pa Q = gs 2 10 ln 1 + f R T Pa Pv Q Q g g = = c A h d d c k d F P M a R T Pa ln Pa Pv Pa M Pa ln R T Pa Pv Inserire: Portata di evaporazione dalla superficie di un liquido in ebollizione perché riscaldato 6

7 Paragrafo Ventilazione naturale ed artificiale Paragrafo Stima della portata di ventilazione Paragrafo Ventilazione naturale per La valutazione della ventilazione di luoghi all'aperto si basa su una velocità del vento minima presunta di 0,5 m/s (che in pratica è presente continuamente): tale valore è conservativo e a favore della sicurezza, in quanto la velocità del vento frequentemente è superiore a 2 m/s. Guida III edizione Guida III edizione Tipico è il caso di emissione di vapore dalla superficie di un liquido in un contenitore aperto riscaldato. La portata di emissione (Q g ) può essere calcolata con la formula seguente e supponendo uno scambio termico perfetto: φ Q g = 1000 clv E opportuno però applicare dei coefficienti correttivi per tener conto del calore perso (es. per irraggiamento o perché il calore non va a riscaldare direttamente il liquido). Inserire: La valutazione della ventilazione di luoghi all'aperto si basa su una velocità del vento minima presunta di 0,5 m/s: tale valore è conservativo e a favore della sicurezza, in quanto la velocità del vento frequentemente è superiore a 2 m/s. Tuttavia in prossimità del suolo tale velocità può essere inferiore a 0,5 m/s per effetto dello strato limite, quindi in assenza di dati si consiglia una velocità di 0,25 m/s fino a 3 m dal suolo. La ventilazione naturale, dovuta alla spinta del vento, è efficace in ambienti chiusi quando esistono aperture fisse (prive di schermature e infissi) di ventilazione e quando esse sono ubicate nella direzione prevalente di provenienza del vento. In questi casi l effetto della ventilazione esterna può essere rilevato fino a circa 10 m dall apertura di ingresso dell aria. Quando invece le aperture sono provviste di schermature o protezioni dalle intemperie, l effetto della ventilazione esterna può essere rilevato fino a 3 m circa dall apertura di ingresso dell aria, con velocità dell ordine di 0,05 0,1 m/s. Dopo primo, inserire: La spinta del vento può essere ostacolata o limitata da edifici o strutture vicino all ambiente chiuso in esame: pertanto è necessario valutare l entità di tale effetto schermante. Un ambiente chiuso (edificio, locale, strutture, ecc.) non è schermato quando risulta separato da un altro edificio da una distanza maggiore di 5 volte l altezza maggiore tra quella dell edificio considerato e quella dell edificio schermante. Un ambiente chiuso (edificio, locale, strutture, ecc.) è parzialmente schermato quando risulta separato da un altro edificio da una distanza compresa tra 5 volte e 2 volte l altezza maggiore tra quella dell edificio considerato e quella dell edificio schermante. Un ambiente chiuso (edificio, locale, strutture, ecc.) è schermato quando risulta separato da un altro edificio da una distanza inferiore a 2 volte l altezza maggiore tra quella dell edificio considerato e quella dell edificio schermante. Dopo secondo, inserire: schermato, non schermato o solo parzialmente schermato, si può applicare la seguente formula: 7

8 effetto della spinta del vento Paragrafo Ventilazione naturale per effetto della spinta del vento Paragrafo Ventilazione naturale per effetto della spinta del vento Guida III edizione Guida III edizione Dopo primo e secondo, inserire: schermato, non schermato o solo parzialmente schermato, si può applicare la seguente formula: Alla fine del secondo, inserire: 0,2 dell aria, e l ambiente non è schermato o è solo parzialmente schermato. Inserire: Di seguito si riporta la tabella 3.7/1, tratta dalla guida CEI 31-35, la quale fornisce i valori indicativi dei ricambi d aria per infiltrazioni negli ambienti chiusi. Tab. 3.7/1 Valori indicativi delle infiltrazioni naturali entro gli edifici (unico ambiente senza pareti interne) 106 Dopo Tab. 3.7 Caratteristiche degli edifici Ricambi dell aria all ora Costruzioni con pareti esterne in mattoni o calcestruzzo: fino a 300 m 2 1,0 da 300 m 2 a 3000 m 2 0,75 da 3000 m 2 a m 2 0,50 oltre m 2 0,25 ultimo piano di edificio con tetto in lastre o simili 1,25 Costruzioni con tamponamenti delle pareti esterne a pannelli: fino a 300 m 2 2,25 1,75 da 300 m 2 a 3000 m 2 1,5 1 da 3000 m 2 a m 2 1,0 0,75 oltre m 2 0,75 0, Paragrafo Ventilazione naturale per effetto camino in un ambiente chiuso Paragrafo Grado e disponibilità della ventilazione fino a pagina 116, 1 a riga dall alto Alla fine del primo, aggiungere: In generale una ventilazione per effetto camino può essere significativa quando la differenza di Guida III edizione temperatura (T i T e ) è almeno di 2 K, quando non si è certi di avere continuamente la differenza di temperatura (T i T e ) assumere Q a = Q aw. La norma CEI 31-30, per i luoghi con presenza di gas o vapori infiammabili, considera la ventilazione in modo quantitativo (grado della ventilazione) ed in base all affidabilità con la quale l aria è disponibile (disponibilità). 0BGrado della ventilazione Il grado di ventilazione è la quantità di aria di ventilazione che investe la sorgente di emissione in rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell ambiente. Il rapporto può essere tale da limitare in varia misura la presenza di atmosfera esplosiva e ridurre o meno il tempo di persistenza della stessa al cessare dell emissione. E ancora la norma CEI a stabilire tre gradi di ventilazione: ALTO (VH), MEDIO (VM), BASSO (VL), con riferimento ai seguenti parametri: 8

9 portata volumetrica minima di aria fresca (dv/dt) min necessaria a diluire l emissione di sostanze infiammabili; portata massima di emissione di sostanza infiammabile sotto forma di gas, vapore o nebbia (dg/dt) max ; volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva che presuppone condizioni non ideali di flusso dell aria fresca e di miscelazione in prossimità della SE, per cui è applicato un fattore di efficacia della ventilazione riferito alla SE (V z ); tempo di persistenza dell atmosfera esplosiva al cessare dell emissione (t); numero dei ricambi d aria fresca nell unità di tempo e nel volume totale da ventilare (C 0 ); concentrazione di gas o vapori infiammabili nell atmosfera pari al limite inferiore di esplodibilità moltiplicato per un fattore di sicurezza (k LEL). Il volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva V z deve essere utilizzato solo per definire il grado della ventilazione, anche se esso fornisce un indicazione del volume di atmosfera esplosiva ed è definito con la formula di seguito riportata: V z = ( f V ) k = f ( dv / dt) C 0 min f Q = C in cui: V z Volume ipotetico di atmosfera esplosiva (m 3 ) V k Volume ipotetico di atmosfera esplosiva nella presunzione di una miscelazione istantanea ed omogenea con l aria e in condizioni ideali di flusso d aria (m 3 ) Q amin Portata minima volumetrica di aria fresca (m 3 /s) f Fattore di efficacia della ventilazione intorno alla SE C 0 Numero di ricambi di aria nell unità di tempo, riferito al volume totale da ventilare (s -1 ) Quando in un luogo sono previste più sorgenti di emissione, in relazione alla definizione del grado di ventilazione, è necessario considerare la contemporaneità delle emissioni come di seguito indicato: emissioni continue emissioni di primo grado a min per definire il grado della ventilazione, si considerano le emissioni tutte contemporanee tra loro; per definire il grado della ventilazione, si considerano tutte le emissioni continue più quelle di primo grado che possono essere contemporanee. La contemporaneità delle emissioni di primo grado deve essere valutata caso per caso sulla base di un analisi operazionale; generalmente, si dovrebbe considerare l emissione contemporanea solo per una parte di esse: tra queste devono essere comprese sicuramente tutte quelle dipendenti da cause comuni di emissione e quelle più gravose. Nei casi in cui non sia possibile definire la contemporaneità delle emissioni di primo grado, si può far riferimento (a discrezione del tecnico preposto alla classificazione dei luoghi) alla tabella 3.8, in cui il numero delle emissioni di primo grado contemporanee, è stabilito considerando la probabilità del singolo evento P = 10-1 e la probabilità minima di contemporaneità degli eventi P = 10-3 ; emissioni di secondo grado per definire il grado della ventilazione, si considerano tutte le emissioni continue, più ciascuna emissione di secondo grado considerata singolarmente o, tutte assieme, quelle dipendenti da cause comuni di 0 9

10 emissione. Chiaramente l emissione da considerare sarà la più gravosa presente nell ambiente. Tab. 3.8 Emissioni di primo grado considerabili contemporanee NUMERO TOTALE DI EMISSIONI DI PRIMO GRADO NUMERO DI EMISSIONI DI PRIMO GRADO CONSIDERABILI CONTEMPORANEE (scegliere quelle più sfavorevoli ai fini della ventilazione) a a a a a a a a a a > % (n - 51)* * "n" è il numero totale di emissioni di primo grado Ambiente aperto E caratterizzato dall avere un volume illimitato e quindi di essere infinitamente ricettivo di sostanze infiammabili emesse nell atmosfera, per cui le zone con pericolo di esplosione possono essere presenti solo nel campo vicino (intorno alla SE). Per determinare V z negli ambienti aperti, la norma CEI propone di assumere per C 0 (numero dei ricambi d aria fresca per unità di tempo nel volume totale da ventilare) il valore di 0,03 riferito ad una velocità del vento di 0,5 m/s e corrispondente ad un ipotetico cubo avente il lato L 0 = 15 m: V z = f ( dv dt) / min a min 0,03 f Q = 0,03 Un ulteriore parametro utile per stabilire il grado di ventilazione, è il tempo di persistenza dell atmosfera esplosiva al cessare dell emissione (t), il quale non costituisce di per sé un modo quantitativo per definire il tipo di zona, ma fornisce un informazione addizionale che deve essere comparata con la scala dei tempi del processo. Quando il volume V z è trascurabile, il tempo t non influisce sulla valutazione del grado di ventilazione; esso si calcola con la formula: t = f C 0 k LEL ln X 0 in cui: t Tempo di persistenza dell atmosfera esplosiva al cessare dell emissione (s) 10

11 C 0 Numero dei ricambi d aria fresca per unità di tempo (s -1 ) f Coefficiente di efficacia della ventilazione in termini di effettiva diluizione dell atmosfera esplosiva: varia da f = 1 (situazione ideale) ad f = 5 (caso di flusso 1 d aria impedito da ostacoli)0f ln logaritmo naturale, cioè 2,303 log 10 K Fattore di sicurezza applicato al LEL, tipicamente: k = 0,25 per emissioni di grado continuo e primo k = 0,5 per emissioni di secondo grado X 0 E la concentrazione iniziale della sostanza infiammabile, espressa nella stessa unità di misura del LEL, cioè in vol% o kg/m 3. A volte nell atmosfera esplosiva la concentrazione di sostanza infiammabile può essere il 100 % in volume (generalmente solo nelle immediate vicinanze della sorgente di emissione). Tuttavia, quando si calcola t, il valore idoneo da assumere per X 0 dipende dalle singole situazioni considerando, tra l altro, il volume interessato, la frequenza e la durata dell emissione, per cui, per la maggior parte dei casi pratici, sembra ragionevole assumere per X 0 una concentrazione superiore al LEL. Pertanto per gli ambienti aperti i gradi della ventilazione sono: Alto (VH) Medio (VM) Basso (VL) Quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva V z è trascurabile. Quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva V z non è trascurabile e il tempo di persistenza al cessare dell emissione (t) è compatibile con la definizione del tipo di zona. Non è previsto negli ambienti aperti. Si ricorda che in generale, in ambienti aperti, il volume V z (calcolato con la formula riportata a pagina 109 di questa nota di aggiornamento) può essere considerato trascurabile se il corrispondente volume V ex (volume ipotetico di atmosfera esplosiva a meno del coefficiente di sicurezza k) rispetta le condizioni seguenti: Per la zona 0: V ex < 1 dm 3 Per la zona 1: V ex < 10 dm 3 Per la zona 2: V ex < (100 k) dm 3 inoltre V z < 100 dm 3 Ambiente chiuso Gli ambienti chiusi sono caratterizzati da un volume limitato e delimitato (V a ): di conseguenza non sono smisuratamente ricettivi di sostanze infiammabili come gli ambienti aperti. Per gli ambienti chiusi si considera generalmente il volume interessato dalla zona pericolosa, o volume totale da ventilare (V 0 ), uguale al volume dell intero ambiente V a, e il numero dei ricambi d aria C 0 uguale al numero dei ricambi d aria dell intero ambiente C a. Quando però la concentrazione media di sostanza infiammabile X m % nell atmosfera del volume totale dell ambiente V a, rispetta la condizione di seguito riportata, per definire il grado della ventilazione si può considerare V 0 < V a e C 0 > C a : X m % k LEL mix f % vol in cui: X m % K LEL mix f concentrazione media delle sostanze nell ambiente fattore di sicurezza (pari a 0,25 per emissioni di grado continuo e primo, e 0,5 per emissioni di grado secondo) limite inferiore di esplodibilità in volume, della miscela di gas o vapori presenti contemporaneamente nell ambiente fattore di efficacia della ventilazione assunto per l ambiente 1 Si rimanda al paragrafo per i valori da attribuire al fattore di efficacia della ventilazione. 11

12 Per definire la concentrazione media di sostanza infiammabile X m % nell atmosfera del volume totale dell ambiente V a occorre considerare la contemporaneità delle emissioni nella seguente maniera: quando si deve stabilire il grado della ventilazione relativo alle emissioni continue: X % = m X r sommando le X r di tutte le emissioni continue; quando si deve stabilire il grado della ventilazione relativo alle emissioni di primo grado: X m % = X r + X teprimogrado sommando le X r di tutte le emissioni continue (ΣX r ), più le X te di tutte le emissioni di primo grado da considerare contemporanee (ΣX te ). quando si deve stabilire il grado della ventilazione relativo alle emissioni di secondo grado: X m % = X + X + X r teprimogrado te sec ondogrado sommando le X r di tutte le emissioni continue (ΣX r ), più le X te di tutte le emissioni di primo grado da considerare contemporanee (ΣX te ), più la X te di ciascuna emissione di secondo grado presa singolarmente e considerando la rappresentatività ove prevista (vedi pagina 80). Pertanto per gli ambienti chiusi i gradi della ventilazione sono: Alto (VH) Medio (VM) Basso (VL) Quando il volume ipotetico di atmosfera esplosiva V z è trascurabile. Quando UnonU è né ALTO, né BASSO, è rispettata la condizione riferita a X m % sopra indicata e il tempo di persistenza al cessare dell emissione (t) è compatibile con la definizione del tipo di zona. Quando la concentrazione media di sostanza infiammabile X m % UnonU rispetta la condizione sopra indicata e/o il tempo di persistenza al cessare dell emissione (t) UnonU è compatibile con la definizione del tipo di zona (ad esempio nelle fosse in presenza di gas pesanti e nei sottotetti in presenza di gas leggeri). Si ricorda che in generale, in ambienti chiusi, il volume V z (calcolato con la formula riportata a pagina 109 di questa nota di aggiornamento) può essere considerato trascurabile se il corrispondente volume V ex (volume ipotetico di atmosfera esplosiva a meno del coefficiente di sicurezza k) rispetta le condizioni seguenti: Per la zona 0: V ex < 1 dm 3 Per la zona 1: V ex < 10 dm 3 Per la zona 2: V ex < 10 dm 3 Inoltre, sia per la zona 0, sia per la zona 1 e 2, il volume V ex < 1/ del volume dell ambiente V a Paragrafo3.8.4 Determinazione dei valori del coefficiente di ventilazione Paragrafo Determinazione dei valori del coefficiente di ventilazione In corrispondenza di: Fattore di efficacia della ventilazione f = 1 In corrispondenza di: Fattore di efficacia della ventilazione f = 2 Dopo la descrizione, aggiungere: Per la ventilazione artificiale è applicabile generalmente solo alla ventilazione artificiale locale o alla ventilazione artificiale generale di piccoli locali. Dopo la descrizione, aggiungere: Per la ventilazione artificiale è applicabile generalmente alla ventilazione artificiale generale. 12

13 120 Paragrafo 3.9 Calcolo della distanza pericolosa Sostituire l intero paragrafo 3.9 con il seguente: 3.9 Calcolo della distanza pericolosa Per distanza pericolosa (d z ) si intende la distanza dalla sorgente di emissione (SE) a partire dalla quale la concentrazione dei gas o vapori infiammabili nell aria è inferiore a k LEL. Anche in questo caso la letteratura tecnica fornisce le formule adatte per il calcolo di tale valore. Di seguito si indicano alcune formule tratte dalla guida CEI che forniscono valori cautelativi idonei allo scopo della classificazione dei luoghi pericolosi. Le formule sono applicabili agli ambienti aperti; per gli ambienti chiusi la distanza pericolosa d z può essere utilizzata solo quando è verificata la condizione relativa alla concentrazione media X m % (vedi paragrafo 3.8.3); quando non è rispettata detta condizione, non occorre la distanza d z, in quanto la zona pericolosa si considera estesa a tutto l ambiente. Sempre nel caso degli ambienti chiusi, la distanza pericolosa d z risente della concentrazione di gas o vapori infiammabili e pertanto nella formula occorre introdurre un coefficiente correttivo (k z ) che aumenta con l aumentare di X m %. Pertanto k z assumerà i seguenti valori in relazione al tipo di ambiente: per ambienti aperti k z = 1; per ambienti chiusi assumere k z = X m % M LEL% vol k z 0,9 e = quando dal calcolo risulta k z < 1, Per applicare le formule per il calcolo della d z è anche necessario conoscere se l emissione del gas o vapore avviene a bassa o ad alta velocità, tenendo presente che se u 0 < 10 m/s si è in bassa velocità, se u 0 10 m/s si è in alta velocità. Distanza pericolosa per emissioni di gas o vapori a bassa velocità La formula è particolarmente indicata per gas o vapori con: densità relativa all aria, compresa tra 0,5 e 2; emissione a temperatura ambiente; portata di emissione inferiore a 1 kg/s; velocità di emissione inferiore a 10 m/s. Per gas con densità relativa maggiore di 2, le formule forniscono risultati a favore della sicurezza; per gas con densità relativa all aria minore di 0,5 le formule forniscono risultati comunque adeguati allo scopo. Per velocità di emissioni uguali o maggiori di 10 m/s si può utilizzare la formula valida quando sia nota la portata di emissione Q g. d z = k z Qg M k ( LEL% vol) f w 0,55 in cui: Distanza pericolosa (m) Coefficiente correttivo da applicare a d z Portata di emissione (kg/s) f Fattore di efficacia della ventilazione intorno alla SE (1 5) M Massa molare (kg/kmol) k Coefficiente correttivo da applicare al LEL LEL%vol Limite inferiore di esplodibilità in aria, espresso in percento del volume [(m 3 /m 3 ) 100] w Velocità dell aria (m/s) d z k z Q g Distanza pericolosa quando è nota Q g e in caso di alta velocità 13

14 d z 0,25 0,5 0,65 β M Qg 2 50 = T k LEL% vol c γ ϕ 1 γ + 0,25 in cui: d z φ c γ T Distanza pericolosa (m) Rapporto critico del flusso Coefficiente di efflusso o emissione Rapporto tra i calori specifici (indice di espansione) Temperatura di riferimento o temperatura assoluta (K) In alternativa alla suddetta formula, può essere applicata la seguente: d z 1650 = k k LEL% vol z 5 0,5 0,4 0, 5 ( P 10 ) M A in cui: P Pressione assoluta all interno del sistema di contenimento (Pa) A Area o sezione della SE (foro, pozza, superficie, ecc.) [m 2 ] Distanza pericolosa per emissioni da una pozza di liquido lambita dall aria di ventilazione dell ambiente Può essere utilizzata la seguente formula, valida per velocità dell aria ambiente (w) non maggiori di 2,5 m/s. d z = k z a b c d ( P 10 5 ) M ( k LEL% vol) A ( 4 w) v in cui: d z P v Distanza pericolosa (m) Pressione (tensione) di vapore alla massima temperatura ambiente o alla temperatura di emissione se maggiore (Pa) A Area della pozza, oppure sezione del foro di emissione (m 2 ) w Velocità dell aria nell ambiente considerato (m/s) Gli esponenti a, b, c, d della formula, per w 0,5 0,5 < w 2 w > 2 m/s sono riportati nella seguente tabella, suddivisi in due fasce a seconda che P v sia maggiore o minore di Pa (0,2 bar). Pressione di vapore (Pa) P v < 2 x 10 4 (< 0,2 bar) P v 2 x 10 4 ( 0,2 bar) Velocità Valori degli esponenti dell aria (m/s) a b c D w 0,5 0,26-0,20-0,25 0,67 0,5 < w 2 0,28-0,20-0,20 0,60 w > 2 0,30-0,27-0,12 0,65 w 0,5 0,10-0,10-0,26 0,70 0,5 < w 2 0,10-0,08-0,17 0,65 w > 2 0,10-0,23-0,54 0,55 La distanza pericolosa d z calcolata con le formule sopra riportate, può essere utilizzata per individuare l ordine di grandezza dell estensione della zona pericolosa ma non le vere dimensioni, le quali devono essere definite considerando la situazione specifica, valutata dal tecnico incaricato della classificazione sulla base dell esperienza, di eventuali studi sperimentali e/o di guide o raccomandazioni relative al settore o applicazione specifica. Occorre allora individuare l estensione nella direzione dell emissione (quota a ) la quale deve essere almeno uguale alla distanza pericolosa d z ma, ai fini della sicurezza, sarebbe meglio fosse maggiore. In assenza di dati precisi è ragionevole assumere un margine di sicurezza del 20% per 14

15 definire la quota a Tabella 3.9 Quarta colonna da sinistra, settima riga dall alto Tabella 3.9 ottava colonna da sinistra, sesta riga dall alto Tabella 3.9 ottava colonna da sinistra, settima riga dall alto Zona 2NE (1) (4) Zona 1 + Zona 0 (2) Zona 1 o anche Zona 0 (2) Modificare nella seguente maniera: Zona 2NE (1) + Zona 2 (4) Modificare nella seguente maniera: Zona 1 o Zona 0 (2) Modificare nella seguente maniera: Zona 1 e anche Zona 0 (2) 127 Decima riga dall alto condizione 2.2.n che Modificare nella seguente maniera: condizione che 127 Quattordicesima riga dall alto condizione 2.2.n Modificare nella seguente maniera: condizione 127 Diciannovesima riga dall alto condizione 2.2.n Modificare nella seguente maniera: condizione Alla fine del paragrafo Zone pericolose in ambienti aperti Report Zone Primo tipo di zona: Zona 2 Report Zone Secondo tipo di zona: Aggiungere: Zone pericolose all interno dei sistemi di contenimento Le zone pericolose all interno dei sistemi di contenimento di liquidi infiammabili in contatto con l atmosfera esterna, generalmente zone 0, si estendono a tutto il volume interno, ad esempio: recipienti, serbatoi a tetto fisso, ecc. Quando si ha la certezza che all interno di un serbatoio con liquido infiammabile, in nessuna condizione di funzionamento (normale, anormale, manutenzione) può essere presente una concentrazione compresa entro i limiti di esplodibilità (LEL UEL), il volume libero interno del serbatoio può essere classificato senza pericoli d esplosione. Condizione 2.2.n: Condizione 2.2.n: Modificare nella seguente maniera: Condizione riferita al valore di X m %: Modificare nella seguente maniera: Condizione riferita al valore di X m %: 15

16 Capitolo 4 CLASSIFICAZIONE DEI LUOGHI CON PERICOLO DI ESPLOSIONE PER PRESZA DI POLVERI COMBUSTIBILI PAG. RIGA O RICHIAMO RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE 137 Paragrafo 4.1 Generalità Terza riga (CEI 31-52) (aggiornata con la ). 138 Terzo alla norma CEI alla norma CEI Quarto con la norma CEI con la norma CEI Punto 2) elenco della norma CEI ( ); della norma CEI ( ); Paragrafo 4.4 Polveri combustibili Prima riga Paragrafo 4.4 Polveri combustibili Terzultima riga Paragrafo 4.6 Sorgenti di emissione Quarta riga con la norma CEI 31-52, con la norma CEI 31-66, La norma CEI La norma CEI La norma CEI La norma CEI Quarto dalla norma CEI dalla norma CEI Seconda riga dall alto è Zona 21 o Zona 22, è Zona 21 o Zona 20, 176 Settima riga dall alto circa 5 Pa (P v P m 5 Pa). circa 5 Pa (P v P m 5 Pa). 176 Paragrafo 4.14 Prima riga alla norma CEI alla norma CEI Paragrafo 4.15 Terza riga sulla norma CEI sulla norma CEI Report Zone Seconda riga Norma (CEI 31-52), Norma (CEI 31-66), 16

17 Capitolo 5 VALUTAZIONE DEI RISCHI DI ESPLOSIONE PAG RIGA O RICHIAMO Paragrafo 5.1 Generalità Ultima riga Nota n 3 a fondo pagina RIFERIMTO / ERRATA Costruzioni per atmosfere esplosive per la presenza di polvere combustibile. Parte 3: Classificazione dei luoghi dove sono o possono essere presenti polveri combustibili 3. Sostituire la nota 3 con la seguente: AGGIORNAMTO / CORRIGE (CEI 31-66) Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 10: Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri combustibili 3. 3 Nella premessa nazionale alla precedente norma era detto: «La presente norma considera i requisiti essenziali di sicurezza della direttiva europea 94/9/CEE, le prescrizioni minime per il miglioramento per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive della direttiva 1999/92/CEE e le prescrizioni della norma UNI ». 195 Paragrafo 5.4 Terzo in base alla norma CEI in base alla norma CEI Paragrafo 5.5 Nona riga la norma CEI 81-4 la norma CEI Report Analisi del rischio Primo Classificazione e analisi del rischio dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri combustibili in Conformità alla Norma CEI (CEI 31-52), alla Guida CEI e alla norma UNI Analisi del rischio esplosione dei luoghi con pericolo di esplosione e misure di prevenzione, protezione e organizzative in conformità alla norma UNI

18 Capitolo 6 ELIMINAZIONE O RIDUZIONE DEI RISCHI DI ESPLOSIONE PAG. RIGA O RICHIAMO RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE 205 Paragrafo 6.1 Generalità Nona riga nella , nella , 220 Quarto al capitolo 4, al capitolo 7, 232 Terzo Norma CEI 81-1 Protezione delle strutture contro i fulmini. Norma CEI 81-4 Protezione delle strutture contro i fulmini. Valutazione del rischio dovuto al fulmine. Guida CEI 81-8 Guida d applicazione all utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione. Norma CEI Protezione contro i fulmini. Guida CEI 81-8 Guida d applicazione all utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa tensione. 238 Terzo la norma la norma Quinto la norma la norma Primo la norma la norma Quarto la norma la norma Sesto la norma la norma Quinta riga dall alto alla norma 50014), alla norma ), 241 Ottava riga dall alto alla norma 50014), alla norma ), 242 Dopo tabella 6.6 La norma CEI 31-36, La norma CEI ( ), 242 Dopo tabella 6.7 La norma CEI 31-37, La norma CEI ( ) 18

19 Quinta riga dall alto Ultimo 251 Terzo Per questa misura di protezione è in corso un progetto di norma europea: pr Explosion resistant equipment. Per questa misura di protezione è in corso un progetto di norma europea: pr Explosion suppression system. Per questa misura di protezione è in corso un progetto di norma europea: pr Dust Explosion venting protective system. Questa misura di protezione deve essere conforme alla norma europea 14460: Apparecchi resistenti all esplosione. Questa misura di protezione deve essere conforme alla norma europea 14373: Sistemi di soppressione dell esplosione. Questa misura di protezione deve essere conforme alla norma europea 14797: Dispositivi di sfogo dell esplosione, ed inoltre alla norma 14491: Sistemi di protezione mediante sfogo dell esplosione di polveri, ed alla norma 14994: Sistemi di protezione mediante sfogo dell esplosione di gas. 19

20 Capitolo 7 DUNCIA E VERIFICHE DELLE INSTALLAZIONI ELETTRICHE IN ATMOSFERE ESPLOSIVE PAG. RIGA O RICHIAMO RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE 264 Paragrafo 7.2 Primo L obbligo di denunciare gli impianti elettrici installati L obbligo delle verifiche periodiche degli impianti elettrici installati 273 Tabella 7.1 Terza colonna, prima riga Guida CEI art Guida CEI art Tabella 7.1 Terza colonna, seconda riga Tabella 7.1 Quarta colonna, seconda riga Guida CEI art I controlli devono essere annotate su un apposito registro, indicando la data e l'ora Guida CEI art Le verifiche devono essere annotate su un apposito registro, indicando almeno la data di effettuazione 273 Tabella 7.1 Quinta colonna, seconda riga Periodicità quadrimestrale (zona 1) annuale (zona 2) Periodicità trimestrale (emissioni I grado) semestrale (emissioni II grado) 273 Tabella 7.1 Quarta colonna, terza riga Prevede che vengano eseguite verifiche periodiche (la periodicità va stabilita di volta in volta in funzione dell'impianto), in alternativa ad una supervisione continua dell'impianto Inserire nella quarta colonna: I risultati di tutte le verifiche iniziali, periodiche e a campione devono essere registrati Inserire quinta colonna: Verifiche periodiche (la periodicità va stabilita di volta in volta in funzione dell'impianto), in alternativa ad una supervisione continua dell'impianto 20

21 Appendice F RIFERIMTI NORMATIVI PER IL RISCHIO ESPLOSIONE PAG. RIGA O RICHIAMO RIFERIMTO / ERRATA AGGIORNAMTO / CORRIGE Sostituire con le seguenti righe: 345 Terza, quarta e quinta riga della tabella Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 1: Custodie a prova di esplosione d Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 1: Protezione mediante custodie td Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 2: Custodie a sovrapressione p CEI CEI CEI Sostituire con le seguenti righe: 345 Ottava, nona e decima riga della tabella Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 7: Modo di protezione a sicurezza aumentata e Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 0: Regole generali Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 0: Prescrizioni generali CEI CEI CEI Sostituire con le seguenti righe: 346 Prima e seconda riga della tabella Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 4: Modi di protezione pd Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 11: Apparecchiature con modo di protezione a sicurezza intrinseca i CEI CEI Sostituire con la seguente riga: 346 Quarta riga della tabella Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 18: Protezione mediante incapsulamento md CEI Sostituire con la seguente riga: 346 Ottava riga della tabella Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Parte 15: Costruzione, prove e marcatura delle costruzioni elettriche aventi modo di protezione n CEI

22 Sostituire con le seguenti righe: 347 Quinta, sesta e settima riga della tabella Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della Norma CEI (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori e nebbie infiammabili Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas. Guida all applicazione della Norma CEI (CEI 31-30). Classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas, vapori e nebbie infiammabili: esempi di applicazione Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive. Gruppo di apparecchi I. Sistemi a sicurezza intrinseca Parte 1: Costruzione e prove - - CEI CEI 31-35/A CEI Sostituire con le seguenti righe: 348 Prima e seconda riga della tabella Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 14: Scelta ed installazione Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione (diversi dalle miniere) CEI CEI Sostituire con la seguente riga: 348 Quarta riga della tabella - - Elettrostatica. Guida e raccomandazioni per evitare i pericoli dovuti all elettricità statica TR CEI CLC/TR CEI Sostituire con le seguenti righe: 349 Prima e seconda riga della tabella Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Parte 10: Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri combustibili Costruzioni elettriche destinate ad essere utilizzate in presenza di polveri combustibili. Guida all applicazione della Norma (CEI 31-66) Classificazione delle aree dove sono o possono essere presenti polveri esplosive CEI CEI Sostituire con la seguente riga: 350 Quinta riga della tabella - - Progettazione di ventilatori che operano in atmosfere potenzialmente esplosive UNI

23 Aggiungere le seguenti righe: - - Sistemi di soppressione dell esplosione - - UNI Dopo la seconda riga della tabella - - Dispositivi di sfogo dell esplosione Sistemi di protezione mediante sfogo dell esplosione di polveri Sistemi di protezione mediante sfogo dell esplosione di gas UNI UNI UNI Apparecchi resistenti all esplosione - - UNI

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