Indirizzi per la programmazione della rete scolastica e dell offerta formativa 2016/2017

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1 Indirizzi per la programmazione della rete scolastica e dell offerta formativa 2016/2017 I presenti indirizzi costituiscono le indicazioni alle Istituzioni scolastiche, ai Comuni e alle Conferenze per l istruzione per l adozione degli atti di rispettiva competenze rispetto alla programmazione della rete scolastica e dell offerta formativa 2016/2017 e integrano gli indirizzi regionali emanati con nota dell Assessora Cristina Grieco prot /S.050 del 14/7/2015 e con la deliberazione GRT n. 708 del 1/8/2011 da essa richiamata. Scadenze - 30 settembre per la presentazione delle richieste di variazione alla rete scolastica da parte degli Istituti scolastici; - 31 ottobre per l approvazione da parte delle Conferenze per l istruzione dei piani zonali; - 30 novembre per l approvazione da parte della Provincia del Piano di organizzazione della rete scolastica 2016/2017. Priorità generali Superamento delle pluriclassi, laddove i numeri o una diversa organizzazione dei plessi lo possano consentire. Stabilizzazione delle sezioni di scuola dell Infanzia finanziate dalla Regione (sezioni Pegaso ). Estensione del tempo pieno e del tempo scuola nella scuola primaria e secondaria di 1 grado, con la priorità di stabilizzare i corsi che non hanno ancora il ciclo completo a tempo pieno/tempo prolungato. Valutazione delle possibilità di revisione e ampliamento dell offerta didattica e formativa della scuola superiore, con il requisito necessario che nuovi eventuali indirizzi di studio non dovranno comportare costi aggiuntivi per la Provincia. Approfondimento delle problematiche attinenti al dimensionamento, con l obiettivo di dare stabilità e prospettive di crescita alle Istituzioni scolastiche attualmente sottodimensionate, in attesa che vengano definiti i nuovi criteri per l individuazione delle istituzioni scolastiche e educative sedi di dirigenza scolastica e di direttore dei servizi generali e amministrativi, i quali, come previsto dal Decreto Legge Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca n. 104/2013, articolo 12 (convertito il legge con la Legge n. 128 del 8/11/2013), verranno stabiliti tramite accordo in sede di Conferenza unificata. Nell ambito di questo obiettivo, si dovrà individuare la soluzione ottimale per un diverso dimensionamento del Liceo classico di Pisa. Programmazione dell attività del CPIA. Prosecuzione di un percorso concertato con i Comuni al fine di costituire una rete di plessi scolastici adeguatamente dimensionati. Dimensionamento degli Istituti scolastici Rispetto ai parametri dimensionali necessari per mantenere l autonomia scolastica, storicamente la normativa regionale ha recepito quelli fissati dal DPR 18 giugno 1998, n Il Piano di Indirizzo Generale Integrato non contiene parametri numerici per il dimensionamento delle Istituzioni scolastiche autonome, e la nota dell assessora Grieco prot /S.050 del 14/7/2015 richiama ed estende anche al 2016/2017 la validità delle Linee guida regionali approvate con deliberazione GRT n. 708 del 1/8/2011. Le Linee guida del 2011 rispetto al dimensionamento stabiliscono che le istituzioni scolastiche, per acquisire e mantenere l autonomia, devono avere un numero di alunni compreso tra 500 e 900. Nel contempo, viene richiamata la Legge n. 111 del 15/7/2011, con la quale sono stati previsti i 1

2 parametri dei 600 (400 nei comuni montani) alunni per l assegnazione da parte del Ministero del Dirigente scolastico e del DSGA titolare, parametri che le proposte di dimensionamento devono necessariamente prendere in considerazione. In materia di dimensionamento infine, il Decreto Legge Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca n. 104/2013, articolo 12, convertito il legge con la Legge n. 128 del 8/11/2013, ha introdotto un importante innovazione disponendo che i criteri per l individuazione delle istituzioni scolastiche e educative sedi di dirigenza scolastica e di direttore dei servizi generali e amministrativi verranno stabiliti, a partire dall a.s. 2014/2015, tramite decreto ministeriale previo accordo in sede di Conferenza unificata. Tale accordo, che dovrebbe avere l obiettivo del superamento dei parametri rigidi in favore di un sistema che invece stabilisca contingenti complessivi spettanti ai diversi territori, all interno dei quali la programmazione regionale potrà operare con una relativa flessibilità, non risulta ancora concluso, in quanto le proposte di accordo avanzate dai Ministeri competenti sono state giudicate insostenibili dalle Regioni. La nota dell assessora Grieco prot /S.050 del 14/7/2015, in materia di dimensionamento invita le Amministrazioni competenti a cercare le possibili soluzioni per il superamento del sottodimensionamento delle rispettive istituzioni scolastiche. Analizzando la situazione del dimensionamento delle Istituzioni scolastiche della nostra provincia, soprattutto per la scuola di base, si riscontra una situazione di Istituti sovradimensionati rispetto alle medie regionali e nazionali. In particolare per la scuola di base e per l organizzazione degli Istituti Comprensivi, non si ritiene opportuno modificare la situazione attuale, in quanto gli Istituti Comprensivi della provincia di Pisa hanno in media, nell a.s. 2015/2016, iscritti e l unica situazione di numeri inferiori al parametro dei 600 si verifica in una situazione periferica, quella di Montescudaio, nella quale l ambito territoriale dell Istituto copre già un area molto vasta comprendente 5 Comuni in una zona scarsamente popolata. Per quanto riguarda la scuola superiore, si segnala una popolazione scolastica in decisa crescita, in tutte le zone della provincia, con l eccezione della Val di Cecina che presenta una situazione di stabilità. Questa tendenza, unitamente ai valori sottodimensionati rispetto alla media regionale e nazionale che ha l Istruzione Professionale nella nostra provincia, rendono opportuno non adottare operazioni di accorpamento per l IPISA Fascetti di Pisa, che risulta avere 584 studenti, solo poche unità al di sotto del parametro di 600. Si intende invece risolvere con un operazione di accorpamento la situazione del Liceo Classico Galileo Galilei di Pisa, istituto che è in decrescita di iscritti e attualmente ha meno di 500 studenti. A tal fine, proseguirà il percorso di concertazione avviato nel mese di aprile con il Liceo classico Galileo Galilei, con la Conferenza per l istruzione della zona pisana e con gli altri Istituti superiori di Pisa, al fine di individuare la soluzione ottimale. Istruzione degli adulti Con DPR n. 263 del 29/10/2012 è stato emanato il Regolamento recante Norme generali per la ridefinizione dell assetto organizzativo didattico dei Centri d istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n Ai sensi di tali disposizioni, in Toscana sono stati istituiti i CPIA. Nel 2016/2017 l obiettivo provinciale sarà quello di consolidare l attività del CPIA della provincia di Pisa, anche tramite il rafforzamento dei rapporti di rete con gli Istituti superiori dell Istruzione Tecnica, Professionale e Artistica, ai fini della realizzazione dell attività di secondo livello, e di rafforzare i rapporti di collaborazione tra il CPIA e le Conferenze educative al fine di una programmazione condivisa dell attività in tutti i 4 ambiti provinciali. Rispetto ai corsi di secondo livello, che il DPR prevede siano realizzati dalle Istituzioni scolastiche presso le quali funzionano i percorsi di istruzione tecnica, professionale e artistica, 2

3 rimanendo in esse incardinati, eventuali nuove proposte dovranno essere presentate congiuntamente dagli Istituti Tecnici e Professionali interessati insieme al CPIA, e dovranno tenere conto del requisito di non comportare ulteriori oneri o spese di funzionamento per la Provincia. Indirizzi di scuola superiore Nelle Linee guida approvate dalla Regione con delibera GRT n. 708 del 1/8/2011, rispetto alle richieste di nuovi indirizzi di scuola superiore, si evidenziano i seguenti requisiti richiesti (estratto dalla delibera regionale): Eventuali nuovi percorsi, indirizzi, articolazione e opzioni possono essere istituiti solo per documentate esigenze del territorio compatibili con le caratteristiche delle istituzioni scolastiche e tenendo conto delle previsioni relative agli organici come risultanti dalla serie storica degli ultimi due anni, secondo i seguenti criteri: a) la nuova offerta di percorsi formativi può essere presentata nello stesso territorio provinciale a condizione che preveda l avvio, di norma, di almeno due classi prime e sia sostenuta da un analisi numerica del bacino d utenza che si sviluppi nel medio-lungo periodo, al fine di garantire la durata quinquennale del percorso; b) l attivazione di nuovi indirizzi e articolazioni, così come previste dai regolamenti di riordino della scuola secondaria superiore, può essere prevista, di norma, solo qualora non siano già presenti nello stesso ambito territoriale. Per ambito territoriale si intende quello definito ai sensi dell art. 6 ter della legge regionale 32/2002. Deroghe possono essere concesse a condizione che la richiesta sia sostenuta da un analisi numerica del bacino d utenza che ne giustifichi l attivazione. c) le nuove attivazioni di percorsi, indirizzi, articolazioni e/o opzioni possono usufruire delle corrispondenti aule, attrezzature e laboratori, già a disposizione della scuola proponente; d) la specificità del percorso, dell indirizzo e/o dell opzione deve essere prioritariamente coerente con l identità dell istituto. Sono ammesse deroghe qualora la proposta di attivazione del percorso, dell indirizzo, dell articolazione e/o dell opzione si deve collocare nell ambito del programma di sviluppo socioeconomico del territorio provinciale di riferimento, con il quale presenta tutte le necessarie coerenze e tiene conto di possibili sbocchi occupazionali in loco ; e) l attivazione di nuovi percorsi, indirizzi, articolazioni e/o opzioni nei territori di confine tra Province non deve essere basata sulla competitività tra territori, ma deve essere, per quanto possibile, concordata tra i territori stessi. Inoltre l analisi della sostenibilità nel tempo deve tener conto dell impatto nel territorio provinciale limitrofo. Si ritiene opportuno confermare i seguenti ulteriori requisiti: - le proposte di attivazione di nuovi indirizzi/ opzioni/ articolazioni devono dimostrare di non entrare in contrasto, mettendone in pericolo la sussistenza, con corsi dello stesso tipo funzionanti in altri istituti della zone e della provincia, specialmente nei casi in cui i corsi già esistenti funzionino con una sola classe per anno, o che la perdita di alunni da parte del corso già funzionante metta a rischio l autonomia dell istituto. In caso di possibili rischi di sovrapposizione e contrasto con altri indirizzi già funzionanti, per le nuove proposte si prenderà in considerazione la possibilità del nuovo indirizzo di attrarre nuova e più ampia utenza e la centralità territoriale della nuova proposta rispetto all attuale utenza iscritta allo stesso indirizzo in altra scuola. In ogni caso, i nuovi indirizzi che potrebbero entrare in contrasto con indirizzi esistenti verranno monitorati per un periodo biennale, al termine del quale si valuterà se possano coesistere o se invece si debba scegliere per un unica collocazione. - per quanto riguarda il precedente punto c) le scuole dovranno documentare che le proposte di istituzione di nuovi indirizzi non comporteranno spese aggiuntive per la Provincia, in quanto l Istituto è in grado di disporre degli spazi, delle attrezzature e dei laboratori richiesti dal nuovo corso. 3

4 Le richieste di sostituzione di indirizzi o articolazioni esistenti saranno valutate considerando i requisiti richiesti per le nuove istituzioni, anche tenendo conto del minor impatto che tali operazioni hanno sull organico e sulle strutture e attrezzature. Per quanto riguarda nuove eventuali richieste di Liceo musicale, si ritiene opportuno non estendere l offerta ad altri Istituti e puntare invece al rafforzamento - in termini quantitativi e qualitativi - del corso attivato presso il Liceo Carducci di Pisa. IeFP In ottemperanza a quanto contenuto nell Intesa approvata in sede di Conferenza Unificata il 16 dicembre 2010 recante Linee Guida per la realizzazione dei raccordi tra i percorsi quinquennali degli IP, come riordinati dal DPR n. 87/2010, e i percorsi di IeFP, a norma dell art. 13 comma 1- quinquies della legge 40/07, la Regione Toscana ha individuato il sistema della sussidiarietà quale metodologia formativa per l ottenimento della qualifica triennale regionale. Gli Istituti Professionali sono pertanto invitati a inserire nelle proposte per la rete scolastica l offerta sussidiaria integrativa (o complementare laddove previsto dalla delibera GRT n. 502 del 7/4/2015) di IeFP, in termini di classi e qualifiche professionali per le classi I dell anno 2016/2017. Anche per le proposte di percorsi di IeFP le scuole dovranno documentare che esse non comporteranno spese aggiuntive per la Provincia, in quanto l Istituto è in grado di disporre degli spazi, delle attrezzature e dei laboratori richiesti. Dimensionamento delle classi/sezioni Le indicazioni per un dimensionamento corretto delle classi devono spingere verso numeri che si assestino sui valori massimi della capienza prevista dalla normativa, là dove ciò sia possibile e in particolare dove le condizioni logistiche lo consentono (grandi centri in particolare). In questo modo si può solidaristicamente consentire la disponibilità di risorse per le zone e le realtà che consigliano o costringono (zone montane o piccole isole) a classi sottodimensionate. Le Scuole autonome, i Comuni e la Provincia dovranno fare ogni sforzo per far sì che le classi delle scuole di propria pertinenza abbiano un numero di alunni al di sopra delle 15 unità e comunque che si eliminino le pluriclassi in tutti i loro territori. Si invitano gli Enti Locali a non considerare i confini comunali come ostacoli insuperabili ma a trovare accordi programmatici che contribuiscano a fornire il miglior servizio scolastico a tutti gli studenti del territorio. Punti di erogazione del servizio Gli indirizzi regionali definiscono, in termine di numero di classi, i parametri sulla base dei quali, di norma, devono essere riorganizzati i punti di erogazione del servizio. Da tali indicazioni deriva l opportunità di avere scuole Primarie con non meno di due corsi, in particolare nei centri più densamente popolati, Scuole di I grado con non meno di tre corsi. Per la scuola dell infanzia, si ritiene opportuno tendere al superamento delle monosezioni. Per quanto riguarda la scuola superiore, i punti di erogazione del servizio dovranno funzionare con la previsione di un corso completo quinquennale. Ovviamente va considerato che mentre la dimensione delle classi non impatta in maniera significativa sulle strutture edilizie, l adeguamento dei punti di erogazione del servizio alle dimensioni e alle caratteristiche delineate può richiedere per un Ente Locale una consistente riorganizzazione del proprio patrimonio di edilizia scolastica. Ciò suggerisce un attento studio del problema, con un piano pluriennale di interventi che potrebbero richiedere consistenti investimenti anche a fronte di ricavi per la trasformazione del patrimonio di edifici scolastici dismessi. Nell ambito della programmazione dell edilizia scolastica e dei relativi finanziamenti, la Provincia si impegna a inserire delle priorità in favore dei progetti volti a realizzare scuole che rispettino i miglioramenti qualitativi indicati. 4

5 Ordine di priorità delle richieste La normativa regionale chiede alle Conferenze per l istruzione e alla Provincia di approvare i Piani di relativa competenza collocando le richieste delle scuole in ordine di priorità. Per la programmazione 2016/2017 si ritiene opportuno confermare le categorie e i parametri per la formazione della graduatoria di priorità già utilizzati nelle precedenti programmazioni. Tali parametri verranno applicati, se disponibili i relativi dati, già nella fase di approvazione del Piano provinciale. Qualora per alcune tipologie di richieste i dati necessari per formulare l ordine di priorità fossero disponibili solo al momento delle iscrizioni, tali richieste verranno collocate in graduatoria con la medesima priorità, rimandando alla fase di attuazione del piano la definizione di una più specifica graduatoria. A tal fine, la Provincia perseguirà una più stretta collaborazione con l UST, coinvolgendo anche le Conferenze di zona per l istruzione, al fine di verificare, nella fase di attuazione del Piano, le richieste previste alla luce dei dati delle iscrizioni e degli organici assegnati alla nostra provincia. Per quanto riguarda la scuola dell Infanzia, si dovrà tenere conto anche dell eventuale prosecuzione del progetto Pegaso da parte della Regione Toscana (nota prot /S del 7/8/2015). I criteri di priorità sotto elencati saranno applicati dalle Conferenze per l istruzione e dalla Provincia salvo motivate eccezioni di situazioni particolari, valutate in sede di singola Conferenza oppure, rispetto al Piano provinciale, dal Tavolo provinciale di programmazione e concertazione. Le Conferenze potranno anche utilizzare criteri integrativi di priorità (ad es. presenza di alunni stranieri, disabili, ecc.), soprattutto per le situazioni di pari livello che emergessero dall applicazione dei criteri provinciali. Al Tavolo provinciale spetterà anche di valutare e collocare all interno dei criteri individuati dal presente atto le richieste di tipo particolare che non rientrano tra le categorie di richieste comuni. Scuola dell infanzia 1) Conferma in organico di diritto delle sezioni assegnate in organico di fatto nel 2015/16 con la statalizzazione delle sezioni Pegaso. Parametro: a) graduatoria prevista dal decreto Regione Toscana n ) Richieste di nuove sezioni a) numero di bambini in lista di attesa (esclusi gli anticipatari) b) numero di bambini di 5 anni (tra quelli in lista di attesa); c) possibilità che nelle scuole dei comuni limitrofi o nelle scuole paritarie dei rispettivi territori i bambini in lista di attesa posano essere accolti; 3) Richieste di estensione del tempo scuola da orario ridotto a tempo pieno a) numero di bambini iscritti nelle sezioni che richiedono l estensione dell orario; b) numero di bambini di 5 anni iscritti nella sezione; c) minor rapporto percentuale di classi che usufruiscono di sezioni a tempo ordinario nel territorio comunale; d) minore presenza di strutture per l infanzia nel territorio comunale; 5

6 Scuola primaria 1) Superamento delle pluriclassi a) maggior numerosità degli alunni della pluriclasse; b) maggiore distanza dal plesso di scuola primaria funzionante con classi distinte 2) Classi in più a tempo pieno in corsi già attivati ma non ancora completi a) maggior numero di classi già funzionanti nel corso a cui si riferisce la richiesta (comprese le classi a TP attivate con risorse interne); b) minor rapporto percentuale di classi a TP nel comune. 3) Nuove classi prime a tempo pieno a) minor rapporto percentuale di classi a TP nel territorio comunale; b) numero di richieste delle famiglie Scuola secondaria di I grado 1) Superamento delle pluriclassi a) maggior numerosità degli alunni della pluriclasse; b) maggiore distanza dal plesso di scuola secondaria di I grado funzionante con classi distinte 2) Classi in più a tempo prolungato (comprese le classi dei corsi sperimentali) in corsi già attivati ma non ancora completi Ordine di precedenza tra queste richieste: come per la scuola primaria. 3) Nuove classi prime a tempo prolungato (comprese le classi dei corsi sperimentali) Ordine di precedenza tra queste richieste: come per la scuola primaria. Scuola superiore Rispetto alle richieste di nuovi indirizzi, opzioni e articolazioni di scuola superiore saranno valutati gli aspetti qualitativi delle nuove proposte. Le priorità delle richieste saranno stabilite, sentite le Conferenze per l istruzione, dal Tavolo provinciale di programmazione e concertazione, con una valutazione complessiva che prenderà in considerazione la presenza dei requisiti regionali/provinciali e dei seguenti elementi: - richieste che rafforzino i numeri per l autonomia dell istituto proponente (nel caso di numeri vicini al limite minimo per l autonomia); - mancanza dell indirizzo di studi proposto nell offerta formativa provinciale/ zonale; - migliore documentazione delle esigenze formative del corso proposto in relazione con la situazione socio-economica del territorio; - indicazioni di priorità espresse dalle Conferenze per l istruzione; - miglior documentazione della disponibilità e della qualità dei locali/ attrezzature necessari per il corso richiesto; - capacità dell Istituto richiedente di essere disponibile alla sperimentazione e all innovazione didattica/ organizzativa e di rendicontarne i risultati; - risorse rese disponibili (in termini di collaborazioni, partenariati, messa a disposizione di beni e strutture, ecc.) da parte di enti e realtà economiche del territorio. C:\Copia D\dirittoallostudio\2015\programmazione_rete\indirizzi_provincia_def.doc 6

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