Nel mondo pag. 2 In Italia pag. 4

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1 III TRIMESTRE 20 numero 4/ 30 ottobre 20 IN SINTESI Nel mondo pag. 2 In Italia pag. 4 Secondo l indagine di giugno, Eurostat conferma consistenze bovine stabili nell UE-27 dopo le flessioni caratterizzanti gli anni precedenti. Nella prima parte del 20 prosegue la flessione produttiva dell UE-27 (-3,9% su base annua). Nel terzo estre del 20 i listini dei broutard in Francia e in Irlanda hanno segnato una flessione tendenziale (-5,8% e -18% rispettivamente). Segna una battuta d arresto il trend positivo dei vitelloni R3 in Francia (-0,9%) e in Germania (- 7,7%), mentre si conferma positivo in Olanda (+2,8%). Sul fronte degli scambi totali dei paesi dell UE-27, il secondo estre dell anno registra una flessione delle importazioni in volume di carne bovina fresca e refrigerata (-3,2%) e un calo delle relative esportazioni (-5,7%). La Francia guarda con meno interesse alla vendita di broutard agli allevatori italiani, per privilegiare i nuovi mercati, come il nord Africa. Per l intero 20 Ismea stima un calo delle macellazioni totali dell 1,5% su base annua, imputabile sia alla debolezza della domanda interna sia al forte calo dell import di bestiame vivo. Nel terzo estre 20 l indice Ismea dei prezzi all origine ha mostrato un -0,5% su base annua, imputabile principalmente ai ribassi dei vitelloni e delle vacche. I prezzi dei fattori di produzione in questo estre sono diminuiti in misura più consistente (-2%) e, pertanto, la redditività dell allevamento ha finalmente mostrato un trend positivo (+1,4%). Nel terzo estre 20 l indice del clima di fiducia dell industria di macellazione delle carni rosse ha mostrato un deciso miglioramento su base estrale, per una forte risalita degli ordini e delle aspettative di produzione. Prosegue la flessione della domanda domestica, con acquisti in calo per la carne fresca naturale (-4% in volume nei primi nove mesi del 20). IN EVIDENZA Nel mondo In Italia Le esportazioni di animali vivi dell Ue-27 nei paesi terzi (000 capi) L indice del clima di fiducia per l industria della macellazione delle carni rosse I II da allevamento da macello da riproduzione Fonte: elaborazione Ismea su dati GTA -15,7-1,0 Legenda: III estre 20 (in nero); II estre 20 (in grigio) 1

2 1. Nel mondo 1.1 La produzione In base ai dati dell indagine di giugno 20, il paonio bovino dell Unione Europea è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all analoga rilevazione del 20. L Italia, la Polonia e la Germania hanno dichiarato incrementi del 2,4%, dell 1,5% e dello 0,9% rispettivamente. Il paonio è risultato in flessione soprattutto in Spagna (-3%), mentre la riduzione è stata molto lieve in Francia (-0,5%) e in Romania (-0,4%). Tab. 1.1 Il paonio bovino e bufalino nei principali paesi dell UE-27 (al 1 giugno) Tab. 1.2 La produzione di carne bovina nell UE- 27 (000 tec) var.% (.000 capi) (.000 capi) gen-lug gen-lug var.% gen-lug / gen-lug - Francia ,5 - Germania ,9 - Spagna ,0 - Italia ,4 - Polonia ,5 -Romania ,4 Fonte: Elaborazioni Ismea su dati Eurostat (indagine di giugno) UE ,9 - Francia ,6 - Germania ,3 - Italia ,2 - Regno Unito ,4 - Spagna ,4 - Irlanda ,7 Fonte:Elaborazioni Ismea su dati Eurostat Nei primi sette mesi del 20 si protrae la contrazione dell offerta di carne bovina nell UE-27, registrando un- 3,9% rispetto allo stesso periodo del 20. A determinare questa variazione concorrono tutti i principali paesi produttori ad eccezione dell Irlanda (+6,7%). I cali più rilevanti vengono registrati in Italia (-,2%), Germania (-6,3%), Francia (-4,6%), Regno Unito (-3,4%) e Spagna (-0,4%). 1.2 Gli scambi L ormai comprovato spostamento degli equilibri mondiali a favore dei paesi in via di sviluppo, continua ad evidenziare, proprio a livello di tali aree, una sempre maggiore richiesta di prodotti a base di carne. Infatti, in alcuni paesi emergenti la produzione locale stenta a stare al passo con la domanda provocando, come sta succedendo, un vertiginoso aumento delle importazioni di mangimi animali. La crisi economica ha spinto molti stati europei ad adeguare i propri rapporti commerciali ed orientare l attenzione verso le richieste dei paesi emergenti, prospettiva favorevole per gli stati esportatori, ma molto penalizzante per quelli che, come l Italia, sono specializzati nell ingrasso di ristalli esteri. Da qualche mese la Turchia ha aperto alle importazioni di bovini vivi dall Italia, chiuse finora per motivazioni di carattere sanitario. Una prospettiva questa che fa sperare molte realtà zootecniche del nostro paese: infatti, l attuale apertura turca si concretizza con la possibilità da parte degli operatori italiani di esportare bovini vivi da macello e da ingrasso accompagnati da un apposito certificato, con poche modifiche rispetto a quello richiesto per gli animali provenienti dalla Francia. Nel secondo estre 20, le importazioni di animali vivi e carni dai Paesi terzi hanno registrato una riduzione in valore su base annua (-1,9%), a fronte di un senisibile calo delle esportazioni (-33,6% in valore), che ha generato un deficit della bilancia commerciale del settore per un ammontare di oltre 6,7 milioni di euro. Tale dinamica è stata sostanzialmente determinata da una ridotta disponibilità interna che, ha portato, da un lato, all aumento dell importazioni da Paesi terzi di animali vivi (+22,9% in numero di capi) e di carne bovina fresca e refrigerata (+16,2% in volume rispetto al II estre 20) e, dall altro lato, a una contrazione delle esportazioni di bovini vivi (-36%) e carni fresche (-42%). Sul fronte dell export l unica eccezione è rappresentata dalle preparazioni e conserve bovine che hanno fatto registrare una variazione positiva (+14,5%). In particolare, aumentano le importazioni di carne bovina fresca e refrigerata dall Uruguay (+21,5%), dall Australia (+40,6%) e, grazie all aumento delle macellazioni e a prezzi stabili, dal Brasile (+6,3%). In flessione l import dall Argentina (-0,9%) a causa degli elevati prezzi del bestiame e delle politiche restrittive volte a favorire il consumo interno. Continua la ripresa delle importazioni dagli Stati Uniti (+5%), dopo il calo III estre 20 2

3 registrato nei estri precedenti. Per quanto riguarda l export di animali vivi, l UE continua a perdere quote di mercato in Turchia (-95,1% in volume), per una riduzione delle esportazioni da parte soprattutto della Francia (-97,2%). Si confermano invece poli di destinazione di capi vivi provenienti dall UE alcuni paesi del bacino del Mediterraneo, come Libia, Algeria e Marocco. A livello intracomunitario, nel secondo estre 20, gli scambi in volume mostrano un trend flessivo, imputabile al ridimensionamento dell offerta e alla debolezza della domanda interna. In calo gli scambi di carne bovina fresca e refrigerata (-2,9%), carne bovina congelata (-10,8%) e preparazioni e conserve bovine (-,5%). Fig. 1.1 Il movimento di carne bovina intra-ue (.000 t) I II Sul fronte degli scambi totali dei paesi dell UE-27, il secondo estre dell anno registra una flessione delle importazioni in volume di carne bovina fresca e refrigerata (-3,2%), ed un calo delle relative esportazioni (- 5,7%). L indebolimento degli scambi in quantità ha caratterizzato tutti i principali paesi importatori ed esportatori; in particolare riduzioni significative dell import si sono rilevate in Italia e Germania. Allo stesso modo, cali accentuati delle esportazioni di carne bovina fresca e refrigerata si sono avuti in Germania e nei Paesi Bassi, mentre è aumentato l export dalla Francia. Nello stesso periodo, anche gli scambi di carne bovina congelata hanno mostrato un rallentamento: in particolare, la Francia, il Regno Unito e l Italia hanno diminuito le importazioni, mentre le esportazioni sono calate per l Italia, i Paesi Bassi e la Francia. 1.3 Il mercato Carne fresca o refrigerata Carne bovina congelata Preparazioni e conserve bovine Fonte: elaborazioni Ismea su dati Eurostat Fig. 1.2 L import di carne bovina dell UE dai Paesi Terzi (.000 t) Nel terzo estre 20, in Francia come in Irlanda i listini dei broutard hanno registrato un ridimensionamento a livello congiunturale (-1,6% e -,7% rispettivamente). A livello tendenziale in Francia il trend positivo mostra una consistente flessione (-5,8%), mentre in Irlanda prosegue il forte ridimensionamento dei precedenti estri (-18%). Quotazioni negative interessano i vitelloni da macello in Francia (-0,4%), Germania (-2,2%) e Olanda (-2,2%) su base estrale. Su base tendenziale, invece, segna una battuta d arresto nel terzo estre 20 la tensione rialzista dei listini (-0,9% per la Francia e - 7,7% per la Germania), dovuta principalmente alla contrazione dei prezzi dei fattori produttivi. In Olanda prosegue, invece, il trend positivo caratterizzante i precedenti estri (+2,8% su base annua) I II Carni fresche e refrigerate Carni congelate Preparazioni e conserve Fonte: elaborazioni Ismea su dati GTA Fig. 1.3 I prezzi all origine dei broutard in Francia e in Irlanda( /100 kg p.v.) Fig. 1.4 I prezzi all origine dei vitelloni R3 in Germania, Francia e Olanda ( /100 kg p.c.) IV IV 280 IV IV Francia Irlanda Francia Germania Olanda Fonte: elaborazioni Ismea su dati Commissione UE Fonte: elaborazioni Ismea su dati Commissione UE 3 III estre 20

4 2. In Italia Tab. 2.1 Il settore in sintesi (.000 t.e.c.) virato, verso carni a più basso valore unitario. var.% 20/20 Macellazioni (1) ,7 Import di broutard ,6 Import di carne e preparazioni (2) ,4 Export di carne e preparazioni (2) ,3 Consumo umano apparente ,4 (1) esclusi bufalini; (2) escluse le frattaglie. Le caselle scure sono stime. Secondo stime Ismea, anche il 20 si chiuderà con una consistente flessione dei principali indicatori statistico-economici relativi al comparto del bovino da carne. In particolare, si stima una ulteriore flessione della produzione di carne, imputabile principalmente al calo delle macellazioni di vitelli e vitelloni. Dovrebbe prosegurie la riduzione delle importazioni di ristalli per la minore disponibilità di broutard francesi, che sono sempre più indirizzati verso nuovi mercati, fra i quali il Nord Africa. In flessione anche l import di carni e preparazioni, anche in considerazione della contrazione della domanda interna, con i consumi nazionali, che hanno ormai 2.1 La produzione La produzione agricola Secondo l indagine Istat di giugno 20, le consistenze nazionali di capi bovini sono in aumento. Sulla variazione positiva ha inciso soprattutto l incremento del paonio da latte, mentre per quanto riguarda il segmento della carne è da sottolineare la forte riduzione delle consistenze dei maschi da ingrasso, a causa della ridotta disponibilità di ristalli, principalmente quelli di provenienza francese. Per l intero 20 le riduzioni produttive più significative dovrebbero interessare la categoria dei vitelli e dei vitelloni, principalmente a causa del calo della domanda domestica per il permanere della crisi economica. Dovrebbero, invece, aumentare gli abbattimenti delle vacche (+4,5%) e di altre categorie minori, a conferma della tendenza a privilegiare carni meno pregiate. Tab. 2.2 Le consistenze nazionali (.000 di capi) var% Bovini totali di cui: ,0 - meno di un anno ,6 vitelli da macello ,1 maschi da ingrasso ,1 - da un anno a meno di due ,1 maschi ,4 femmine da macello ,5 - di due anni e più ,1 vacche da latte ,6 altre vacche ,9 Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat, indagine di giugno Tab. 2.3 La produzione nazionale (.000 t.e.c.) var% macellazioni totali ,5 - vitelli 0 4-4,4 - vitelloni ,2 - vacche ,5 - altri bovini e bufalini ,3 Le caselle scure sono stime. Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat La produzione industriale L indice del Clima di Fiducia Ismea (ICF) dell industria alimentare ha mostrato, nel terzo estre 20, una situazione di deciso miglioramento sia congiunturale che tendenziale; così anche per l'industria di macellazione delle carni rosse il trend appare in netto miglioramento, soprattutto su base congiunturale. Il relativo ICF è passato da -15,7 nel secondo estre 20 a -1 nel terzo estre 20 (-9,8 nel terzo estre 20). Il marcato miglioramento congiunturale del clima di fiducia nell industria di macellazione delle carni rosse ap- 4 III estre 20

5 pare legato, in questo periodo, ad una sostanziale risalita degli ordini, ma soprattutto ad un forte miglioramento delle aspettative di produzione. Anche per l industria delle preparazioni si registrano miglioramenti, dopo il trend negativo caratterizzante i precedenti estri, con l ICF risalito a quota 1,9. Fig. 2.1 Andamento dell indice del clima di fiducia dell industria delle carni macellazioni carni rosse tot industria alimentare IV.Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat IV preparazioni Fig. 2.2 Componenti dell indice del clima di fiducia dell industria di macellazione (1) IV IV ordini produzione attesa giacenze (1)Saldo delle percentuali di risposta Fonte: elaborazioni Ismea su dati Istat 2.2 Gli scambi Nel primo semestre del 20 i volumi scambiati hanno mostrato su base annua ulteriori flessioni; fanno eccezione al trend contrattivo le esportazioni di preparazioni e conserve bovine e di animali vivi i quali, in ogni modo, incidono in misura limitata sul totale dei flussi. In particolare, in questa prima parte dell anno, la bilancia commerciale italiana dei bovini vivi ha mostrato un miglioramento tendenziale del deficit sia in quantità (-5,9%) che in valore (-9,7%), dovuto ad una netta flessione delle importazioni. In particolare, le importazioni italiane di bovini d'allevamento hanno registrato nel primo semestre del 20 un -8,2% su base annua, imputabile soprattutto al calo degli acquisti dalla Francia (-5,9%). Una flessione ha interessato anche gli invii dalla Polonia (-22,5%), che comunque si conferma secondo fornitore italiano di bovini d allevamento. Si sono invece registrati incrementi degli acquisti dalla Romania (+27,4%), che conferma il trend positivo rilevato negli anni precedenti. L export italiano di bovini vivi comunque irrisorio rispetto all'import ha invece registrato una crescita, ma solo sul mercato comunitario (+21,2% in quantità e +9,3% in valore rispetto alla prima parte del 20). Fig. 2.3 La dinamica dell'import nazionale del settore bovino (.000 tec) Fig. 2.4 La dinamica dell'export nazionale di carne (.000 tec) La bilancia commerciale italiana delle carni bovine fresche refrigerate e congelate ha registrato, in questa prima parte dell anno, un peggioramento tendenziale del deficit sia in valore che in volume. Infatti, l Italia ha acquistato meno carne in questi primi sei mesi dell anno (-3,7% in volume e -5,1% in valore), soprattutto dai paesi dell UE-27 (-5,8% in quantità). In flessione anche le esportazioni di carne (-6,1% in volume e -2,1% in valore), soprattutto per la diminuzione dei flussi verso gli altri stati dell UE-27. III estre 20 I II bovini da allevamento carni congelate carni fresche I II carni fresche carni congelate 5

6 La contrazione delle importazioni di carne bovina fresca, refrigerata e congelata interessa tutti i principali fornitori ad eccezione della Spagna. Tra i più importanti prevalgono la Polonia (-84,9% in volume), l Irlanda (- 24%), e la Germania (-23,6%). Sul fronte dell export di carne prosegue il calo verso la Russia (-61,2%), i Paesi Bassi (-15,4%) e la Danimarca (-10,6%). Aumentano invece le esportazioni di preparazioni e conserve bovine (+19,8%), in particolare verso la Germania (+49%). Tab. 2.5 Bilancia commerciale italiana di bovini vivi, carni bovine fresche, refrigerate e congelate export import saldo gen-giu gen /gen var% gen-giu gen /gen var% gen-giu gen /gen var% (.000 euro) q.tà valore val. unit. (.000 euro) q.tà valore val. unit. (.000 euro) q.tà valore Bovini vivi Totale ,9 6,0-8, ,5-9,5-4, ,9-9,7 Paesi terzi ,5-41,4 28, ,1 31,2-15, ,2-48,2 UE ,2 9,3-9, ,5-9,5-4, ,0-9,7 Carni fresche refrig. e congel. Totale ,1-2,1 4, ,7-5,1-1, ,5-6,1 Paesi terzi ,5-45,7-7, ,8 2,3-6, ,5 9,4 UE ,5 1,3 2, ,8-6,3-0, ,7-9,1 Prepar.e conserve bovine Totale ,8,3-5, ,0-14,7-6, ,7-146,5 Paesi terzi ,7 21,7-10, ,8-24,7 -, ,0-90,1 UE ,1 9,2 9, ,8-6,4 0, ,5 637,7 Totale animali, carni e prepar. Totale ,4 0,2 2, ,5-6,9-2, ,6-8,5 Paesi terzi ,2-18,2-8, ,1-1,3-7, ,2 2,7 UE ,9 2,3 3, ,7-7,5-1, ,7-9,7 Tab. 2.6 Paesi di destinazione dell export di carne bovina fresca e congelata (.000 tec) Carni bovine fresche, refrigerate e congelate gen-giu gen-giu var % Totale Mondo 71,5 67,1-6,1 Francia 22,6 21,8-3,6 Paesi Bassi,6 9,8-15,4 Germania 9,0 8,3-8,0 Grecia 6,8 6,2-8,3 Danimarca 3,8 3,4-10,6 Russia 3,1 1,2-61,2 Tab. 2.7 Paesi di origine dell import di animali vivi e carni bovine Bovini da allevamento (.000 capi) gen-giu gen-giu var % Totale mondo 436,7 400,9-8,2 Francia 316,2 297,7-5,9 Polonia 39,5 30,7-22,5 Austria 26,3 24,5-6,8 Romania 15,3 19,5 27,4 Irlanda,1 8,8-21,0 Germania 7,3 5,6-23,0 Preparazioni e conserve bovine Totale Mondo 10,4,5 19,8 Francia 1,3 1,2-9,4 Regno Unito 1,3 1,4,9 Germania 0,5 0,8 49,0 Malta 0,2 0,2-1,1 Romania 0,2 0,2 41,0 Bulgaria 0,1 0,1-29,5 Carni bovine fresche, refrigerate e congelate (.000 tec) Totale mondo 214,8 206,8-3,7 Francia 46,9 42,7-9,1 Paesi Bassi 33,4 31,2-6,5 Germania 30,1 23,0-23,6 Polonia 21,8 3,3-84,9 Irlanda 16,4,5-24,0 Spagna 8,4 8,9 5,9 2.3 La domanda La domanda delle famiglie Prosegue inesorabile il calo dei consumi domestici delle famiglie italiane. Nel periodo gennaio-settembre del 20 si confermano i ridimensionamenti negli acquisti di carne bovina sia in volume (-3,7%) che in valore (- 3,2%). A risentire del calo dei consumi soprattutto la carne bovina fresca naturale, che ha registrato un -3,9% a fronte di una proporzionale riduzione della spesa; tale dinamica ha interessato sia il segmento del vitello e, in misura più accentuata, il bovino adulto. In particolare, per la carne di bovino adulto, il calo della spesa è risultato meno che proporzionale, indice di una certa tenuta dei valori medi al consumo. 6 III estre 20

7 Pur continuando ad avere un peso poco rilevante sulla spesa complessiva delle famiglie in carne bovina, risultano in aumento gli acquisti di elaborati (+2%), in corrispondenza di una forte flessione dei valori, segnale di una propensione verso prodotti di fascia economica. Pressochè stabili i consumi di bresaola (- 0,3% in quantità), in corrispondenza di un rilevante aumento della spesa (+5,6%). Tab. 2.8 Dinamica degli acquisti e della spesa di carne bovina e bresaola (var. %) q.tà val. Totale carne bovina e preparazioni -3,7-3,2 Carne bovina fresca e refrig. di cui: -3,7-3,7 - Naturale -3,9-3,6 Vitello -3,2-5,2 Bovino adulto -4,1-2,9 - Elaborata 2,0-8,9 Bresaola -0,3 5,6, Panel famiglie Gfk-Eurisko gen-set / gen-set Fig. 2.5 Indice dei prezzi all origine dei bovini da macello (2000=100) IV IV vacche vitelli vitelloni 2.4 Il mercato I prezzi alla produzione Nel terzo estre del 20 l indice dei prezzi Ismea per i bovini da macello ha registrato un leggero calo tendenziale (-0,5%), imputabile ad una flessione dei prezzi all origine delle vacche (indice -7,3%) e dei vitelloni (indice -1,2%) i quali segnano una battuta d arresto dopo il trend positivo che ha caratterizzato i precedenti estri. Fanno eccezione i prezzi dei vitelli, la cui dinamica continua a mostrarsi positiva (indice +4,3% a livello tendenziale). Infatti, la contrazione dell offerta di tale categoria di capi - nonostante il calo della domanda - continua a sostenere le quotazioni. A livello congiunturale l indicatore ha evidenziato valori in calo sia per i vitelloni (-2,7%), che per i vitelli e le vacche (-0,3% e -4,9% rispettivamente). In complesso, il mercato non ha presentato particolari tensioni rispetto all andamento atteso, come evidenziato dall intervallo di volatilità (Fig. 2.6). Scendendo nel dettaglio delle razze e delle piazze monitorate, i prezzi medi dei broutard francesi hanno registrato, nel terzo estre 20, una flessione sia a livello congiunturale sia a livello tendenziale sulla piazza di Modena. Riguardo i vitelli, si segnala un incremento dei listini per i capi di razza Frisona, mentre si registrano lievi oscillazioni al ribasso per gli incroci da carne. Per i vitelloni i prezzi all origine hanno confermato nel terzo estre 20 un trend stagnante sia per le razze autoctone, mentre per le razze pregiate francesi si riscontrano lievi revisioni al ribasso. Confermano il trend in flessione anche le quotazioni dei bovini adulti, in particolare per le vacche di razza Frisona che, sulla piazza di Montichiari, registrano ridimensionamenti a due cifre rispetto al precedente estre. Fig. 2.6 Volatilità del mercato dei prodotti guida ( /kg peso vivo) 4,00 Vitelli 2,50 Vitelloni 3,80 3,60 3,40 3,65 3,66 3,71 2,40 2,30 2,20 2,23 2,24 2,28 3,20 2,10 3,00 lug ago set 2,00 lug ago set prezzo rilevato intervallo atteso prezzo rilevato intervallo atteso Nota: la bolla indica il prezzo effettivamente rilevato sul mercato, mentre l area grigia indica l intervallo atteso in base all andamento di mercato degli ultimi tre anni. Quando il prezzo rilevato è compreso nell'intervallo atteso, nel mercato non si evidenziano tensioni; viceversa se il prezzo rilevato è esterno all intervallo atteso, nel mercato sussistono tensioni al rialzo o al ribasso. III estre 20 7

8 Tab Prezzi medi de bovini da allevamento e da macello ( /kg peso vivo) III IV I II III var % III /II var % III /III Broutard Limousine-Modena 3,20 3,10 2,97 3,07 3,05-0,8-4,9 Charolaise-Modena 3,02 2,85 2,71 2,81 2,78-1,3-8,0 Vitelli Frisona-Montichiari 2,53 2,71 2,84 2,75 2,75-0,3 8,7 Varie-razze-Padova 3,17 3,19 3,20 3,16 3,14-0,5-0,7 Vitelloni Piemontese-Cuneo 2 2 2,00 2,00 2,00 0,0 0,0 Limousine-Vicenza 2,81 2,91 2,90 2,87 2,80-2,5-0,3 Vacche Frisona-Montichiari 1,17 1,00 1, 1,25 1,07-14,0-8, I prezzi dei mezzi di produzione Nel terzo estre del 20 i costi di produzione dell'allevamento bovino hanno segnato a livello tendenziale una battuta d arresto (-2%) dopo il trend in ascesa che ha caretterizzato il 20 e la prima parte del 20. La contrazione è stata poco superiore a quella rilevata per l'allevamento nel complesso (-1,2%) ma in controtendenza rispetto a quella registrata per il settore agricolo (+0,4%). A determinare questa flessione dei costi produttivi dell allevamento bovino da carne, hanno contribuito sia gli animali da allevamento (-5,3%) che la componente mangimistica (-3,1%). Continua l impennata dei prodotti energetici (+5,3%) e dei salari (+3,2%) anche se ad un ritmo meno sostenuto rispetto i precedenti estri. Anche a livello congiunturale è stato rilevato un deciso calo dei prezzi dei fattori di produzione per il comparto bovino (-5,1%), analogamente a quanto verificatosi per la zootecnia in generale (-4,5%). Rispetto al precedente estre si arresta la crescita delle quotazioni degli animali da allevamento (-7%) mentre si confermano in flessione quelle dei prodotti energetici (-8,5%) e dei mangimi (-5,7%). Fig. 2.7 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione dei bovini da carne (2000=100) 155 Fig. 2.8 Indice dei prezzi dei mezzi di produzione per voce di spesa (2000=1000) IV IV 80 IV IV bovini e bufalini agricoltura allevamenti an.da allev. mangimi energia La ragione di scambio In questo terzo estre dell anno si arresta, dopo un periodo di continua flessione, il trend negativo della ragione di scambio dell allevamento bovino da carne (+1,4% rispetto al secondo estre 20), dovuto ad una maggiore riduzione dei prezzi dei fattori produttivi rispetto a quella registrata dai prezzi all origine. La dinamica è in linea con l aumento della redditività del comparto agricolo (+5,7%) ma non con quello degli allevamenti nel complesso (-1,1%). Anche a livello congiunturale il trend risulta in ascesa (+2,9%) dopo i III estre 20 8

9 ribassi del estre precedente. Fig. 2.9 Indice della ragione di scambio del comparto del bovino da carne (2000=100) Fig Confronto fra le ragioni di scambio di agricoltura, zootecnia e comparto bovino IV IV indice prezzi indice costi ragione di scambio 70 IV IV bovini e bufalini agricoltura allevamenti I prezzi al consumo La debolezza della domanda interna sta spingendo i prezzi della carne nazionale ad allinearsi ai più contenuti livelli della carne estera. In dettaglio, i valori medi unitari al consumo delle carni e delle preparazioni bovine hanno mostrato nel terzo estre 20 una riduzione su base annua. Le riduzioni di prezzo registrate per la carne fresca sono guidate dal vitello (-0,8%); in netta flessione anche i prezzi della carne elaborata (-3,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Rispetto al estre precedente vengono, invece, rilevati segni positivi per tutte le categorie di prodotto e in special modo per la carne bovina fresca elaborata. Tab. 2. Valori medi unitari al consumo della carna bovina (euro/kg) III IV I II III var.% III /II var.% III /III Carne bovina fresca elaborata 9,4 9,1 8,3 7,9 9,0 14,0-3,7 Carne bovina fresca naturale: 9,7 9,6 9,6 9,5 9,8 3,4 0,8 - Bovino Adulto 9,4 9,2 9,2 9,1 9,5 4,7 1,4 - Vitello 10,7 10,9 10,7 10,5 10,6 1,1-0,8 Bresaola 26,3 26,8 27,4 27,6 27,7 0,4 5,4 Tot. Carne bovina e preparaz 10,1 9,9 9,8 9,8 10,2 4,0 1,0, Panel famiglie Gfk-Eurisko III estre 20 9

10 3. Focus on 3.1 La domanda dell industria di seconda lavorazione delle carni nel 20 Nel periodo settembre 20-agosto 20, secondo l indagine annuale condotta tramite il Panel ISMEA dell industria agroalimentare, il grado di utilizzo degli impianti per il settore bovino da carne ha quasi raggiunto l 80%, risultando inferiore rispetto all anno precedente ma superiore nel confronto con la media del totale Panel. L andamento della domanda dell industria di Fig. 3.1 Grado di utilizzo degli impianti (%) Prima lavorazione carni rosse Totale Panel * 20* * set 20- ago 20: ** set 20 - ago 20 72,0 79,6 80,5 78,5 prima lavorazione delle carni rosse per prossimi dodici mesi non dovrebbe subire grandi cambiamenti, infatti meno del 20% degli operatori prevede un aumento degli ordini attuali. Secondo gli operatori, infatti, gli ordini in portafoglio e/o i piani produttivi aziendali a settembre 20 assicurano un numero di mesi di attività pari a 8,1, che risulta decisamente inferiore ai 9,1 mesi indicati lo scorso anno. Stessa situazione permane sotto il profilo degli introiti, dal momento che 1 operatore su 4 attende per i prossimi dodici mesi un aumento dei prezzi di vendita; la restante quota di intervistati prevede, invece, una stabilità. Considerando, le diverse aree di provenienza degli ordini, gli operatori sono apparsi particolarmente fiduciosi per l evoluzione dello scenario sia nell Area Euro che Extra Euro, sebbene rimanga elevata la quota di quanti sostengono che non ci saranno variazioni nei prossimi dodici mesi, soprattutto con riferimento alla domanda nazionale (il 70 % degli intervistati). Fig. 3.4 Attese relative a ordini e prezzi per i prossimi mesi Fig. 3.5 Attese sugli ordini per area di committenza per i prossimi mesi % % 60% 70,3% 69,5% 60,0% 71,4% III estre 20,7 17,8,1 Prima lavorazione carni rosse Ordini complessivi* 20,4 Totale Panel Prezzi* * Saldi delle percentuali di risposta in aumento - in diminuzione 40% 20% 0% Area Mercati Responsabile di redazione: Patrizio Piozzi Redazione a cura di: Annamaria Di Paolo a.dipaolo@ismea.it 19,5% 19,5% 30,0% 28,6% 6,8% 5,1% 5,0% 0,0% Complessivi Nazionali Area Euro* Extra Area Euro* Aumenteranno Rimarranno stazionari Diminuiranno *Le percentuali sono calcolate sul totale dei soli operatori che ricevono ordini da Paesi dell'area Euro ed Extra. 10

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