COMUNE DI BANCHETTE. Provincia di Torino

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1 COMUNE DI BANCHETTE Provincia di Torino PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE (articolo 1, commi 8 e 9, della legge 6 novembre 01, n. 190) Il contesto normativo PREMESSE In attuazione dell'articolo 6 della Convenzione dell Organizzazione delle Nazioni Unite contro la corruzione e degli articoli 0 e 1 della Convenzione Penale sulla corruzione di Strasburgo del 7 gennaio 1999, il 6 novembre 01 il legislatore ha approvato la legge numero 190, recante le Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella pubblica Amministrazione. Il concetto di corruzione, che viene preso a riferimento dalla legge n. 190/01 e nel presente documento, ha un'accezione ampia. Il concetto di corruzione, infatti, è comprensivo delle varie situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, si riscontri l'abuso da parte d un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Con la legge n. 190/01, lo Stato italiano ha individuato gli organi incaricati di svolgere, con modalità tali da assicurare un azione coordinata, attività di controllo, di prevenzione e di contrasto della corruzione e dell'illegalità nella pubblica Amministrazione. La strategia nazionale di prevenzione della corruzione è attuata mediante l'azione sinergica di diversi soggetti, tra i quali : - la CIVIT, che attualmente, in qualità di Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), svolge funzioni di raccordo con le altre Autorità ed esercita poteri di vigilanza e di controllo per la verifica dell'efficacia delle misure di prevenzione adottate dalle Pubbliche Amministrazioni nonché del rispetto della normativa in materia di trasparenza (art. 1, commi e 3, legge n. 190/01); - le Pubbliche Amministrazioni, e, quindi, anche i Comuni, che attuano ed implementano le misure previste attraverso un Piano Anticorruzione. Tra i compiti che la legge n. 190/01 assegna all ANAC, è fondamentale l approvazione del Piano Nazionale Anticorruzione (PNA), predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Sulla scorta delle linee di indirizzo formulate dal Comitato Interministeriale, istituito con DPCM 16 gennaio 013, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha licenziato lo schema di PNA. Il Piano Nazionale Anticorruzione è stato approvato in via definitiva dalla CIVIT, quale Autorità nazionale anticorruzione, l 11 settembre 013, con la deliberazione numero 7. In base alle suddette disposizioni, i Comuni devono approvare un Piano Triennali di Prevenzione della Corruzione (PTPC) entro il 31 gennaio 014. Il Contenuto del Piano comunale anticorruzione Di seguito viene sinteticamente data una panoramica delle disposizioni per la redazione del Piano in oggetto, alla luce delle indicazioni fornite dalla CIVIT ed alle quali si rifà il presente documento. In base al PNA ( pag. 7 della proposta di Piano), il PTPC ha quale contenuto minimo: 1. la descrizione del processo di adozione del PTPC;

2 . la gestione del rischio di corruzione; 3. la formazione del personale in materia di anticorruzione; 4. il codice di comportamento; 5. le altre iniziative. La parte più importante del documento è evidentemente quella relativa alla gestione del rischio, che deve riportare: - la mappatura delle attività per le quali è più elevato il rischio di corruzione; - l indicazione della metodologia utilizzata per effettuare la valutazione del rischio. Per "gestione del rischio" si intende l'insieme delle "attività coordinate per guidare e tenere sotto controllo l'amministrazione con riferimento al rischio". La gestione del rischio di corruzione è lo strumento per diminuire le probabilità che il rischio si concretizzi. La pianificazione, mediante il PTCP, è il mezzo per attuare la gestione del rischio. Le fasi principali della gestione del rischio sono: - la mappatura dei processi attuati; - la valutazione del rischio per ciascun processo; - il trattamento del rischio. a) La mappatura dei processi Nel Piano occorre individuare le attività per le quali è maggiore il rischio di corruzione, consistenti nell'individuazione di ciascun processo, delle sue fasi elementari e delle responsabilità per ciascuna fase. Per processo si intende un insieme di attività interrelate che creano valore, trasformando delle risorse (input del processo) in un prodotto (output del processo) destinato ad un soggetto interno o esterno all'amministrazione (utente). Il concetto di processo è più ampio di quello di procedimento amministrativo e ricomprende anche le procedure di natura privatistica. b) La valutazione del rischio La valutazione del rischio deve essere svolta per ciascun processo o fase di processo mappato. La valutazione prevede l identificazione, l'analisi e la ponderazione del rischio. b.1 - L'identificazione del rischio Consiste nel ricercare, individuare e descrivere i rischi. Richiede che, per ciascun processo o fase di esso, siano evidenziati i possibili rischi di corruzione. Questi sono fatti emergere considerando il contesto esterno ed interno all'amministrazione, anche con riferimento alle specifiche posizioni organizzative presenti all'interno dell'amministrazione stessa. I rischi sono identificati: - attraverso la consultazione ed il confronto tra i soggetti coinvolti, tenendo presenti le specificità di ciascuna Amministrazione, di ciascun processo e del livello organizzativo in cui il processo si colloca; - valutando i passati procedimenti giudiziari e disciplinari che hanno interessato l'amministrazione; - applicando i criteri di cui all Allegato 5 del PNA (discrezionalità, rilevanza esterna, complessità del processo, valore economico, razionalità del processo, controlli, impatto economico, impatto organizzativo, economico e di immagine). b. -L'analisi del rischio In questa fase si stimano le probabilità che il rischio si concretizzi (probabilità) e si pesano le conseguenze che ciò produrrebbe (impatto). Al termine, è calcolato il livello di rischio moltiplicato per le probabilità per impatto. Per ciascun rischio catalogato occorre stimare il valore della probabilità e il valore dell'impatto. b.3 -.La ponderazione del rischio Dopo aver determinato il livello di rischio di ciascun processo o attività, si procede alla ponderazione. In pratica, si formula un sorta di graduatoria dei rischi sulla base del parametro numerico livello di rischio. I singoli rischi ed i relativi processi sono inseriti in una classifica del livello di rischio. Le fasi di processo o i processi per i quali siano emersi i più elevati livelli di rischio identificano le aree di rischio, che rappresentano le attività più sensibili ai fini della prevenzione.

3 c) Il trattamento La gestione del rischio si conclude con il trattamento. Il trattamento consiste nel procedimento per modificare il rischio. In concreto, occorre individuare e valutare delle misure per neutralizzare o almeno ridurre il rischio di corruzione. Il responsabile della prevenzione della corruzione deve stabilire le priorità di trattamento in base al livello di rischio, all obbligatorietà della misura ed all impatto organizzativo e finanziario delle misura stessa. IL PIANO 1. - La descrizione del processo di adozione del PTPC L elaborazione del presente Piano è il frutto di un azione coordinata tra attori interni all Amministrazione ed esterni alla stessa. Il Piano, infatti, redatto dal Responsabile anticorruzione, individuato nel Segretario Comunale con decreto sindacale del 15 marzo 013, ha avuto una fase istruttoria rivolta sia alla cittadinanza che ai singoli Responsabili dei Servizi del Comune. Infatti, con avviso pubblico del 16 dicembre 013, pubblicato sul sito del Comune, si è chiesto ai Responsabili dei Servizi ed ai cittadini eventualmente interessati, associazioni ed altri soggetti sociali di partecipare alla redazione di detto Piano, mediante la presentazione di proposte e/o idee, individuando, in particolare, i processi relativi alle proprie attività di ufficio per le quali sussistono maggiori rischi di corruzione. Il presente Piano sarà pubblicato, perché chiunque ne possa prendere conoscenza, sul sito istituzionale del Comune, link dalla homepage Amministrazione trasparente, a tempo indeterminato sino a revoca o sostituzione con un Piano aggiornato.. - La gestione del rischio di corruzione a) La mappatura dei processi Come detto in precedenza, il Piano ha una valenza pluriennale e potrà essere di anno in anno modificato, e, soprattutto, adeguato a realtà ed esigenze eventualmente sopravvenute. In sede di prima applicazione, si ritiene opportuno partire da una base minima, e, comunque, rispondente ai canoni previsti dal PNA per poi successivamente evolvela in base alle nuove disposizioni e situazioni eventualmente sopravvenute. I processi sono stati separati in base alla organizzazione del Comune e quindi tra i diversi settori in cui si articola l organigramma dell Ente: Affari Generali, Finanziario e Tecnico. Per ognuno di essi si sono individuati i processi più rilevanti ai fini del presente Piano. Detti processi sono evidenziati nelle schede allegate che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente Piano. b) La valutazione del rischio Una volta individuati i processi si è proceduto a determinare l indice di rischio per ciascuno di essi. Come già anticipato esso rappresenta il prodotto della pesatura della probabilità di accadimento del rischio per l impatto dello stesso. E evidente che più elevato sarà detto valore, maggiore saranno le precauzioni da adottare per evitare l accadimento dello stesso Anche in questo caso, data la necessità di uno start up, si è proceduto con formule in linea con le indicazioni del PNA ma semplificate: si sono quindi evidenziati per ogni fattore tre livelli di rischio ( 1= basso, = medio, 3 = elevato) in base ai quali determinare indice di rischio ( probabilità x impatto) che quindi varierà da un minimo di 1 ad un massimo di 9. Si rimanda quindi alle schede allegate.

4 c) Il trattamento Una volta individuati i processi e valutata l incidenza del rischio per ciascuno di essi, si è quindi proceduto ad analizzare i rischi teoricamente prevedibili individuando le azioni e/o misure possibili da mettere in campo per neutralizzare o almeno ridurre il rischio di corruzione. Anche in questo caso si rimanda alle schede allegate. In questa sede, una volta esemplificata e spiegata la procedura eseguita, occorre fare una considerazione generale ma puntuale. Al fine di evitare che il presente lavoro sia fine a se stesso e/o comunque venga pensato come un mero adempimento, è necessario che lo stesso prenda vita nel corso della gestione, ma soprattutto venga attuato nelle sue parti. In altre parole, dato che le diverse azioni da porre in essere per trattare il rischio sono essenzialmente adempimenti gestionali in capo ai diversi Responsabili dei Servizi, occorre che detto Piano, prima della sua formale adesione che, come detto dovrà avvenire entro il 31 gennaio del 014, venga ulteriormente accettato e/o comunque concordato con i diversi Responsabili; pertanto si procederà ad un ulteriore attività istruttoria, nel senso che si procederà ad inoltrare, nella prima parte del mese di gennaio 014, il testo definitivo agli stessi affinchè questi possano eventualmente formulare ulteriori osservazioni da prendere in considerazione prima della approvazione definitiva La formazione del personale in materia di anticorruzione Come premessa occorre ricordare che l ente è assoggettato al limite di spesa per la formazione fissato dall articolo 6 comma 13 del DL 78/010 e pari al 50% della spesa 009. Ciò detto, si cercherà comunque di garantire la formazione del personale sul tema della Anticorruzione. A tal fine il Segretario Comunale provvederà a svolgere dei corsi a livello generale, rivolti a tutti i dipendenti senza costi ulteriori per l ente, fornendo a tutti i dipendenti nozioni basilari sulla tematica in oggetto, sulla normativa in generale e su quanto previsto dal Comune in materia illustrando puntualmente il presente Piano. Detta attività sarà svolta periodicamente e comunque almeno una volta l anno con incontri in aula per illustrare le modifiche ed integrazioni del Piano, nonché l eventuale evoluzione della normativa. Si prevedono almeno due ore l anno di formazione. Laddove possibile, il Responsabile della prevenzione e i funzionari-responsabili addetti alle aree a rischio seguiranno dei corsi presso altri soggetti istituzionali e non volti alla acquisizione di una competenza specifica in materia Il codice di comportamento; L articolo 54 del decreto legislativo 165/001, ha previsto che il Governo definisse un Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni per assicurare: la qualità dei servizi; la prevenzione dei fenomeni di corruzione; il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell'interesse pubblico. Il 16 aprile 013 è stato emanato il DPR n. 6, recante il suddetto Codice di comportamento. Il comma 3 dell articolo 54 del decreto legislativo 165/001, dispone che ciascuna Amministrazione elabori un proprio Codice di comportamento con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione. Anche riguardo a detto Codice si è proceduto, nel mese di dicembre, a richiedere sia ai dipendenti comunali che ai cd. portatori di interesse e/o semplici cittadini indicazioni e/o osservazioni in merito allo stesso sulla base di uno schema predisposto dal Segretario Comunale. Finita la fase istruttoria, con deliberazione della Giunta Comunale n. 104 del 16 dicembre 013 è stato approvato il nuovo Codice di Comportamento dei dipendenti comunali.

5 5. - Le altre iniziative. Come anticipato in premessa, il PNA (Piano Nazionale Anticorruzione) indica quale contenuto minimale che un Piano Anticorruzione deve avere la presenza ed indicazione di ulteriori misure tutte finalizzate all implementazione delle azioni volte a prevenire fenomeni corrutivi all interno dell ente. In questo senso si indicano le seguenti azioni, definibili di carattere trasversale, che l Amministrazione si impegna, nel corso del prossimo triennio di validità del presente Piano, ad attuare: - maggiore trasparenza, che di si sostanzia nella redazione e rispetto del Piano Triennale per la Trasparenza che di norma è una sezione del Piano Anticorruzione ed al quale si rimanda. - completamento, o, comunque, implementazione dell'informatizzazione dei processi: ciò consentirà per tutte le attività dell'amministrazione la tracciabilità dello sviluppo del processo e riduce quindi il rischio di "blocchi" non controllabili con emersione delle responsabilità per ciascuna fase; logica conseguenza di detto processo sarà il tendenziale accesso telematico a dati, documenti e procedimenti. Ciò consentirà l'apertura dell'amministrazione verso l'esterno e, quindi, la diffusione del patrimonio pubblico e il controllo sull'attività da parte dell'utenza; - il monitoraggio sul rispetto dei termini procedimentali per far emergere eventuali omissioni o ritardi che possono essere sintomo di fenomeni corruttivi. Ogni anno nel corso dell aggiornamento del presente Piano triennale si indicheranno modi, forme ed obiettivi per il miglioramento di detti processi che costituiranno comunque un punto di riferimento per qualsiasi azione amministrativa. Oltre a quanto detto, si indicano ulteriori azioni e misure tutte volte a garantire una maggiore legalità dell azione amministrativa e ad accrescere la prevenzione a sempre possibili fenomeni corruttivi. Rotazione del personale L ente intende adeguare, in linea di principio, il proprio ordinamento alle previsioni di cui all'art. 16, comma 1, lett. I quater), del decreto legislativo 165/001, che dispone in merito alle funzioni dei dirigenti/responsabili dei servizi che questi provvedono al monitoraggio delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nell'ufficio a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva. E evidente che un normale avvicendamento nei ruoli e mansioni dei diversi dipendenti comunali è uno strumento di tutela anticipata e quindi di prevenzione alla corruzione. Ad oggi, però, la dotazione organica dell ente è limitata e non consente, di fatto, l applicazione concreta e puntuale del criterio della rotazione. Non esistono infatti figure professionali perfettamente fungibili all interno dell ente. Inoltre bisogna ricordare che la nomina dei responsabili dei servizi è deputata esclusivamente al Sindaco, che provvede alla loro nomina in base anche ad un criterio fiduciario. In ogni caso il principio in oggetto sarà preso nella dovuta considerazione al momento di dette nomine. Lo stesso varrà per i responsabili dei servizi: detti funzionari dovranno infatti, nei limiti della dotazione organica assegnata al proprio settore/servizio, ruotare i vari istruttori che collaborano nei diversi procedimenti di competenza, al fine di assicurare oltre al principio in oggetto anche una maggiore maturità professionale del personale e una totale interscambiabilità degli stessi. Misure per la tutela del dipendente che effettua segnalazioni di illecito ( cd. whistleblower) L art. 54-bis del decreto legislativo 165/001 Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti (c.d. whistleblower), introduce una misura di tutela finalizzata a consentire l'emersione di fattispecie di illecito. Esso così recita:

6 1. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria o alla Corte dei conti, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia.. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rivelata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte, sulla segnalazione, l'identità può essere rivelata ove la sua conoscenza sia assolutamente indispensabile per la difesa dell'incolpato. 3. L'adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della funzione pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall'interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell'amministrazione nella quale le stesse sono state poste in essere. 4. La denuncia è sottratta all'accesso previsto dagli articoli e seguenti della legge 7 agosto 1990, n. 41, e successive modificazioni. Quindi al delatore sono accordate le seguenti misure di tutela: 1. la tutela dell'anonimato;. il divieto di discriminazione; 3. la previsione che la denuncia sia sottratta al diritto di accesso (fatta esclusione delle ipotesi eccezionali descritte nel comma del nuovo art. 54-bis). La ratio della norma è evidentemente quella di evitare che il dipendente ometta di effettuare segnalazioni di illecito per il timore di subire conseguenze pregiudizievoli. Appare di tutta evidenza la necessità di rispettare la disposizione normativa che, data la sua chiara formulazione, non abbisogna di ulteriori indicazioni in sede di Piano ed alla quale quindi si rimanda. Predisposizione di protocolli di legalità per gli affidamenti I protocolli di legalità rappresentano un sistema di condizioni la cui accettazione viene configurata dalla stazione appaltante come presupposto necessario e condizionante la partecipazione dei concorrenti ad una gara di appalto. Si tratta quindi di un complesso di regole di comportamento finalizzate alla prevenzione del fenomeno corruttivo e volte a valorizzare comportamenti eticamente adeguati per tutti i concorrenti. L'AVCP con determinazione 4/01 si è pronunciata circa la legittimità di prescrivere l'inserimento di clausole contrattuali che impongono obblighi in materia di contrasto delle infiltrazioni criminali negli appalti nell'ambito di protocolli di legalità/patti di integrità. Il Comune ha aderito ad un protocollo di legalità con la Prefettura di Torino e quindi si rimanda a quanto detto nello stesso. Indicazione delle iniziative previste nell'ambito dell'erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere Sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzioni di vantaggi economici di qualunque genere, sono elargiti esclusivamente alle condizioni e secondo la disciplina del regolamento previsto dall articolo 1 della legge 41/1990. Ogni provvedimento d attribuzione/elargizione è prontamente pubblicato sul sito istituzionale dell ente nella sezione Amministrazione trasparente, oltre che all albo online e nella sezione determinazioni/deliberazioni.

7 Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile In conformità al PNA (pagina 5), l ente intende pianificare ad attivare misure di sensibilizzazione della cittadinanza finalizzate alla promozione della cultura della legalità. A questo fine, una prima azione consiste nel dare efficace comunicazione e diffusione alla strategia di prevenzione dei fenomeni corruttivi impostata e attuata mediante il presente PTCP e alle connesse misure. Considerato che l'azione di prevenzione e contrasto della corruzione richiede un'apertura di credito e di fiducia nella relazione con cittadini, utenti e imprese, che possa nutrirsi anche di un rapporto continuo alimentato dal funzionamento di stabili canali di comunicazione, l Amministrazione dedicherà particolare attenzione alla segnalazione dall esterno di episodi di cattiva Amministrazione, conflitto di interessi, corruzione. Conclusioni Come chiarito dalla Funzione Pubblica in un comunicato del 1 dicembre 013, la prima relazione sull'efficacia delle misure adottate andrà trasmessa entro il 31 gennaio 015 in concomitanza con la comunicazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione 015. La relazione, a consuntivo delle attività svolte nel primo anno di vita del presente Piano e da redarre entro il 15 dicembre di ogni anno, ai sensi dell'articolo 1, comma 14, della legge n. 190/013, espliciterà l'efficacia delle misure di prevenzione definite dal presente PTPC. In quella sede si potrà verificare la validità del presente lavoro ed eventualmente proporre le integrazioni e modifiche che migliorino lo stesso. Banchette, lì 15 gennaio 014 IL SEGRETARIO COMUNALE (dott. Luigi CUNTI)

8 Ambito Processi con indice di rischio elevato probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto Rischi prevedibili Azioni/misure possibili SETTORE TECNICO Lavori Pubblici manutenzione Gare d'appalto per lavori ed incarichi progettazione e D.L. Controllo esecuzione contratto (DL e coord sicurezza) Alienazioni patrimoniali e permute Scarsa trasparenza dell operato/alterazione della concorrenza Disomogeneità di valutazione nella individuazione del contraente Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Assenza di un piano dei controlli Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità Rischio "Scarsa trasparenza/alterazione della concorrenza" Utilizzo di bandi tipo per requisiti e modalità di partecipazione Ricorso a regolamenti redatti in ambito di incarichi di progettazione Monitoraggio per tipologia delle modalità utilizzate per l'effettuazione delle gare Stesura di un atto di indirizzo che regolamenti la rotazione dei concorrenti Rischio " nella individuazione del contraente" Definizione dei tempi di nomina e di criteri per la composizione delle commissioni e verifica che chi vi partecipa non abbia interessi o legami parentali con le imprese concorre Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli dei requisiti dei partecipanti o controllo puntuale Rischio "Assenza di un piano dei controlli" Formalizzazione di un programma di controlli/direzioni lavori da effettuare in relazione alle fasi di esecuzione dell'opera, con evidenza di un report per ogni controllo da parte del DL e coord sicurezza Rischio " " Procedura formalizzata per la gestione dell'attività (varianti, richieste subappalti, ecc.) Periodico reporting dei controlli realizzati e di tutte le varianti richieste, per ogni opera Rischio " " Formalizzazione della procedura di alienazione Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" (solo per alienazioni) Formalizzazione delle attività di pubblicizzazione da effettuare Patrimonio Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Definizione criteri per assegnazione dei beni e modalità di accesso Assegnazione/c oncessione beni comunali 4 Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Rischio " nella verifica delle richieste" Creazione dell'elenco o albo delle associazioni Stesura del regolamento di assegnazione sale e spazi pubblici Esplicitazione della documentazione necessaria per l'ottenimento del bene

9 SETTORE TECNICO Edilizia Privata Gestione degli atti abilitativi (permessi di costruire, agibilità edilizia, ecc.) Controllo della segnalazione di inizio di attività edilizie Gestione degli abusi edilizi Assenza di criteri di campionamento Discrezionalità nell intervenire Disomogeneità dei comportamenti Rischio " " Esplicitazione della documentazione necessaria per l attivazione delle pratiche e delle richieste di integrazione Codificazione dei criteri di controlli sulle dichiarazioni Verifica della conclusione di tutte le pendenze autorizzatorie relative all'immobile Compilazione di check list puntuale per istruttoria Previsione di pluralità di firme sull'istruttoria Rischio " " Pubblicizzazione del calendario sedute commissione e tempi minimi per la presentazione delle pratiche Procedura formalizzata e informatizzata che garantisca la tracciabilità delle istanze e tiene conto dell'ordine cronologico di arrivo salve motivate eccezioni Monitoraggio e semestrale reporting dei tempi di evasione istanze, per tipologia di procedimento Rischio "Assenza di criteri di campionamento" Formalizzazione dei criteri statistici per la creazione del campione di pratiche da controllare Rischio " " Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli Rischio " " Procedura formalizzata e informatizzata che garantisca la tracciabilità dell'operato Monitoraggio e semestrale reporting dei tempi di realizzazione dei controlli Rischio "Discrezionalità nell intervenire" Procedura formalizzata a livello di Ente per la gestione delle segnalazioni Effettuazione dei controlli a seguito di segnalazione e monitoraggio che quanto realizzato sia coerente con il pianificato o comunque sia motivato Rischio "Disomogeneità dei comportamenti" Formalizzazione degli elementi minimi da rilevare nell eventuale sopralluogo per la definizione del verbale Istruttoria puntuale dello storico delle pratiche edilizie presentate relative all'edificio verificato Rischio " " Monitoraggio e semestrale reporting dei tempi di realizzazione dei controlli Differenziazione delle modalità di intervento a seconda della gravità potenziale dell'abuso (urgenza) Pianificazione territoriale Approvazione dei piani attuativi 3 6 Rischio " " Esplicitazione della documentazione necessaria per l attivazione delle pratiche Procedura formalizzata di gestione dell'iter

10 Rischio " " Monitoraggio dei tempi di istruttoria delle istanze SETTORE POLIZIA MUNICIPALE Ambito Polizia locale Processi con indice di rischio elevato Controlli annonaria/com mercio Controlli edilizi e ambientali Gestione dell iter dei verbali per infrazioni al probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto Rischi prevedibili Assenza di criteri di campionamento Assenza di criteri di campionamento Disomogeneità dolosa delle Azioni/misure possibili Rischio "Assenza di criteri di campionamento" Formalizzazione dei controlli di tutte le attività Rischio " " Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli Rischio " " Monitoraggio e semestrali reporting dei tempi di realizzazione dei controlli Rischio "Assenza di criteri di campionamento" Formalizzazione dei controlli di tutte le situazioni Rischio " " Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli Rischio " " Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di realizzazione dei controlli Rischio "Disomogeneità dolosa delle " Monitoraggio e periodico reporting dei a verbali annullati Monitoraggio e periodico reporting dei ricorsi e al loro esito

11 infrazioni al codice della strada Rischio " " Monitoraggio e periodico reporting dei verbali che per motivi temporali risultano prescritti SETTORE POLIZIA MUNICIPALE Polizia locale Commercio/atti vità produttive Accertamenti relativi alla residenza Controllo della SCIA Assenza di criteri di campionamento Assenza di criteri di campionamento Rischio " " Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli Rischio " " Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di evasione Monitoraggio e periodico reporting del numero di procedimenti che superano i tempi del silenzio assenso Formalizzazione dei criteri statistici per la creazione del campione di pratiche da controllare o controllo puntuale Rischio " " Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli Rischio " " Monitoraggio dei tempi di realizzazione dei controlli

12 SETTORE FINANZIARIO Ambito Servizi finanziari Tributi e entrate patrimoniali Processi con indice di rischio elevato Pagamento fatture fornitori Controlli/accer tamenti sui tributi/entrate pagati probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto 4 4 Rischi prevedibili Assenza di criteri di campionamento Azioni/misure possibili Rischio " " Esplicitazione della documentazione necessaria per effettuare il pagamento Definizione del campione dei controlli della regolarità contributiva per importi inferiori ad 0.000,00 (solo beni e servizi) Rischio " " Monitoraggio dell'ordine cronologico dei tempi di pagamento, per tipologia di fattura Rischio "Assenza di criteri di campionamento" Controllo puntuale o formalizzazione dei criteri statistici per la creazione del campione di situazioni da controllare Rischio " " Formalizzazione di linee guida per i controlli da effettuare Rischio " " Monitoraggio dei tempi di evasione dei controlli

13 SETTORE AFFARI GENERALI Ambito Servizi demografici Personale Processi con indice di rischio elevato Gestione degli accertamenti relativi alla residenza Selezione/recl utamento del personale probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio 3 Indice di rischio: probabilità x impatto 4 6 Rischi prevedibili Assenza di criteri di campionamento durante la selezione Disomogeneità nel controllo del possesso dei requisiti dichiarati Azioni/misure possibili Rischio "Assenza di criteri di campionamento" Formalizzazione dei controlli di tutte le situazioni Rischio " " Monitoraggio e periodico reporting dei tempi di evasione Rischio " durante la selezione" Definizione di criteri stringenti per le diverse tipologie di chiamate a termine Creazione di griglie per la valutazione dei candidati Definizione di criteri per la composizione delle commissioni e verifica che chi vi partecipa non abbia legami parentali con i concorrenti Ricorso a criteri statistici casuali nella scelta dei temi o delle domande Rischio "Disomogeneità nel controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli dei requisiti Mobilità tra enti 3 6 Scarsa trasparenza/poca pubblicità della opportunità Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Pubblicazione dei bandi di selezione

14 enti opportunità durante Rischio " durante la selezione" Creazione di griglie per la valutazione dei candidati SETTORE AFFARI GENERALI personale Sociale Progressioni di carriera Erogazione di contributi e benefici economici Erogazione di contributi e benefici economici durante la selezione Disomogeneità nel controllo del possesso dei requisiti dichiarati Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Rischio " durante la selezione" Creazione di griglie per la valutazione dei candidati Definizione di criteri per la composizione delle commissioni e verifica che chi vi partecipa non abbia legami parentali con i concorrenti Rischio "Disomogeneità nel controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli dei requisiti Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Pubblicazione anche sul sito internet delle modalità di accesso al contributo e della tempistica Rischio " nella verifica delle richieste" Stesura regolamento per l'erogazione dei contributi con esplicitazione dei criteri Esplicitazione dei requisiti e della documentazione necessaria per l'ottenimento del beneficio Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Controllo puntuale dei requisiti e della documentazione consegnata Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Pubblicazione anche sul sito internet delle modalità di accesso al contributo e della tempistica Rischio " nella verifica delle richieste" Stesura regolamento per l'erogazione dei contributi con esplicitazione dei criteri Esplicitazione dei requisiti e della documentazione necessaria per l'ottenimento del beneficio Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Controllo puntuale dei requisiti e della documentazione consegnata

15 SETTORE AFFARI GENERALI Ambito Istruzione Cultura/Sport/T empo libero Processi con indice di rischio elevato Accesso a servizi (Asilo Nido, Centro estivo, ecc.) Erogazione di contributi e benefici economici a associazioni probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto 4 4 Rischi prevedibili Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Azioni/misure possibili Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Verifica pubblicazione informazioni sulle opportunità, le strutture e le modalità di accesso Creazione carta dei servizi Rischio " nella verifica delle richieste" Stesura regolamento per l'accesso alla struttura Esplicitazione della documentazione necessaria per l attivazione del servizio Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Ricorso ai CAF per dichiarazione ISEE Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Pubblicazione anche sul sito internet delle modalità di accesso al contributo e della tempistica Rischio " nella verifica delle richieste" Stesura regolamento per l'erogazione dei contributi con esplicitazione dei criteri Esplicitazione dei requisiti e della documentazione necessaria per l'ottenimento del beneficio Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Controllo puntuale dei requisiti e della documentazione consegnata

16 SETTORE AFFARI GENERALI Ambito Cultura/Sport/T empo libero Processi con indice di rischio elevato Utilizzo di sale, impianti e strutture di proprietà comunale probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto 4 Rischi prevedibili Scarsa trasparenza/ poca pubblicità dell'opportunità nella verifica delle richieste Scarso controllo del corretto utilizzo Azioni/misure possibili Rischio "Scarsa trasparenza/poca pubblicità dell'opportunità" Pubblicazione delle strutture disponibili e delle modalità di accesso Rischio " nella verifica delle richieste" Stesura regolamento per la gestione delle sale Esplicitazione della documentazione necessaria per la concessione Rischio "Scarso controllo del corretto utilizzo" Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli

17 tutti i servizi/settori Ambito Tutti i Servizi che effettuano acquisti Processi con indice di rischio elevato Acquisto di beni e servizi e controllo forniture probabilità di accadimento del rischio impatto del rischio Indice di rischio: probabilità x impatto 3 6 Rischi prevedibili Scarsa trasparenza dell operato/alterazi one della concorrenza Disomogeneità di valutazione nella individuazione del contraente Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati Scarso controllo del servizio erogato Azioni/misure possibili Rischio "Scarsa trasparenza/alterazione della concorrenza" Formalizzazione dei criteri di rotazione incarichi o ricorso a MEPA Rischio " nella individuazione del contraente" Definizione di criteri per la composizione delle commissioni e verifica che chi vi partecipa non abbia interessi o legami parentali con le imprese concorrenti Creazione di griglie per la valutazione delle offerte Rischio "Scarso controllo del possesso dei requisiti dichiarati" Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli dei requisiti dei partecipanti Rischio "Scarso controllo del servizio erogato" Stesura di capitolati di gara che prevedono la qualità e la quantità delle prestazioni attese Creazione di supporti operativi per la effettuazione dei controlli del servizio erogato

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