I depositi fiscali Iva per agevolare gli scambi in ambito comunitario - 4
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1 Articolo pubblicato su FiscoOggi ( Analisi e commenti I depositi fiscali Iva per agevolare gli scambi in ambito comunitario Luglio 2012 L immissione in libera pratica presuppone una chiarazione vincolo al regime e lo svolgimento alcune attività presso la dogana d ingresso nell Unione europea Immissione in libera pratica articolo 50-bis, comma 4, lett. b) Sono considerati in libera pratica in uno Stato Ue i prodotti provenienti da Paesi o territori terzi per i quali siano state adempiute in uno Stato membro le formalità d'importazione, nonché riscossi i dazi doganali e le tasse effetto equivalente esigibili in base alla tariffa doganale comune. L immissione in libera pratica presuppone una chiarazione vincolo al regime resa presso la dogana d ingresso nell Unione europea, che implica le seguenti attività in dogana: applicazione delle misure politica commerciale (verifica delle licenze d importazione, assenza vieti, sussistenza e capienza contingenti eccetera) espletamento delle altre formalità previste per l importazione una merce (controlli sanitari, fitosanitari eccetera) applicazione dei dazi legalmente dovuti secondo la normativa comunitaria. L immissione in libera pratica attribuisce la posizione doganale merce comunitaria a una merce non comunitaria. Le operazioni immissione in libera pratica non sono soggette a Iva in Italia, laddove i beni 1 5
2 importati siano destinati a proseguire verso altro Stato membro della Ue o siano destinati a essere introdotti in un deposito Iva. In tal caso, il soggetto che intende effettuare le predette operazioni è tenuto a chiarare, nel mod. Dau-Imp, che i beni da immettere in libera pratica sono destinati a successiva cessione e spezione verso un altro Stato membro o sono destinati all introduzione in depositi Iva (articolo 50-bis, Dl n. 331/1993). Il comportamento da seguire è il seguente: 1) si deve affidare l'incarico per lo sdoganamento a un soggetto registrato ai fini Iva nello Stato membro in cui viene eseguita l'immissione in libera pratica ovvero nominare in quel paese un proprio rappresentante fiscale 2) al ricevimento della merce nel deposito, si deve integrare e registrare la fattura ricevuta dal predetto soggetto, al fine calcolare e contabilizzare l'iva dovuta sull'operazione 3) si deve incare l'operazione nell'elenco riepilogativo degli acquisti intracomunitari (modello Intra 2). A norma della lettera b), comma 4, articolo 50-bis, i beni extracomunitari possono essere introdotti in un deposito Iva previa "immissione in libera pratica". L'immissione in libera pratica merci origine non comunitaria, con introduzione in un deposito Iva, "...è da considerarsi importazione, non più in sospensione d'imposta, bensì non soggetta all'i.v.a. sulla base una chiarazione dell'importatore circa la destinazione del bene comprovata anche dalla restituzione copia del documento doganale importazione munito dell'attestazione, sottoscritta dal depositario, avvenuta presa in carico delle merci nel registro previsto per i depositi IVA dall'art. 50-bis, comma 3, del D.L. n. 331 del 1993" (circolare n. 145 del 10/6/1998). L'esclusione dal pagamento dell'iva è quin subornata all'incazione, nella bolletta doganale d'importazione, che i beni immessi in libera pratica sono destinati a essere introdotti in un deposito Iva; inoltre, copia della bolletta doganale d'importazione, fornita sia dell'attestazione presa in carico sia del numero attribuito dal gestore del deposito, deve essere rimessa all'ufficio doganale che ha proceduto allo sdoganamento. Per l introduzione beni provenienti da paesi extracomunitari in depositi Iva occorre che gli stessi, una volta giunti in dogana scortati da un documento transito, vengano sdoganati con un documento sul quale va incato che i beni sono destinati a essere introdotti in un deposito Iva ai sensi dell'articolo 50-bis, comma 4, lettera b), del Dl 331/1993 e, pertanto, non soggetti a imposta. 2 5
3 L'ufficio importazione provvede a far garantire l'iva non riscossa, sempreché non ricorrano le ipotesi esonero dall'obbligo prestare cauzione. Nel caso i beni vengono trasportati verso una destinazione versa da quella chiarata, l'ufficio doganale mantiene la suddetta cauzione. Al momento dell'introduzione, il gestore del deposito prende in carico la merce sull'apposito registro e appone sulla copia della bolletta doganale la nota presa in carico e il numero attribuito, rinviandone copia alla dogana che ha provveduto allo sdoganamento. Il soggetto che ha importato i beni annoterà sul registro Iva acquisti la relativa bolletta doganale incando l'ammontare imponibile e il titolo non assoggettamento. Procedura estrazione beni immessi in libera pratica Al momento dell estrazione dei beni dal deposito si avrà, a seconda della destinazione dei beni, un'operazione interna, intracomunitaria ovvero una cessione all'esportazione. Se i beni estratti dal deposito vengono inviati fuori dal territorio dello Stato, l'operazione estrazione risulterà: non imponibile, ex articolo 8, comma 1, lettera a), Dpr 633/1972, se destinati a paesi extracomunitari intracomunitaria, ex articolo 41 del Dl 331/1993, se destinati a paesi membri della Ue. La fattura va annotata nel registro delle fatture emesse. Laddove i beni vengano estratti per essere commercializzati in Italia, l'operatore dovrà emettere autofattura ai sensi dell'articolo 17, comma 2, del Dpr 633/1972, sulla quale occorre fare riferimento al documento doganale importazione già annotato nel registro Iva degli acquisti. L'autofattura può quin essere considerata a tutti gli effetti il completamento del documento doganale ai fini dell'assolvimento dell'imposta non pagata in dogana al momento dell'importazione. L autofattura dovrà essere annotata sia nel registro delle fatture emesse sia in quello degli acquisti, ottenendo fatto la neutralizzazione dell'imposta. La registrazione deve seguire le seguenti regole (risoluzione n. 198/2000): 3 5
4 qualora l'ammontare imponibile non sia variato rispetto al valore introduzione: nel registro delle fatture attive va riportato integralmente sia l'imponibile che l'imposta nel registro delle operazioni passive andrà annotata esclusivamente l'imposta, essendo l'imponibile già stato incato sulla base del documento doganale immissione in libera pratica qualora l'ammontare imponibile risulti verso rispetto al valore introduzione, anche a causa eventuali prestazioni servizi (lavorazione, riparazione eccetera) rese durante la giacenza in deposito: nel registro delle fatture emesse andrà annotato l'intero ammontare imponibile e la relativa imposta nel registro degli acquisti dovrà essere riportata la fferenza dell'ammontare imponibile (rispetto a quello già annotato sulla base del documento doganale), nonché l'intera imposta riguardante l'operazione estrazione. Alla fine della procedura estrazione, auto-fatturando le merci, i beni verranno considerati a tutti gli effetti "nazionalizzati" e, pertanto, le successive operazioni nello Stato saranno assoggettate a Iva nei mo ornari. Consignment stock Il contratto consignment stock, utilizzato in particolar modo nel commercio internazionale, si basa sul trasferimento beni proprietà del fornitore presso un deposito del cliente, il quale ha la facoltà, in base alle sue esigenze, effettuare prelievi in qualsiasi momento. Con tale tipologia contratto il ritto proprietà sui beni si trasferisce in capo al cliente solo nel momento del prelievo da parte del medesimo. Con il contratto consignment stock si ha quin il vantaggio, per il compratore, spostare in avanti nel tempo il momento dell'esposizione finanziaria, dato che, in assenza del prelievo, nonostante egli abbia la sponibilità della merce in magazzino, non sarà tenuto a effettuare alcun pagamento. Peculiarità del contratto: 4 5
5 il destinatario finale dei beni si identifica con il depositario ossia vi deve essere identificazione tra titolare del deposito Iva e soggetto (acquirente finale) che procede all'estrazione dei beni l'introduzione dei beni per conto del cedente comunitario non determina un acquisto intracomunitario, che si realizza, invece, rettamente in capo al cessionario-depositario all'atto del prelievo i beni restano proprietà del cedente fino al perfezionamento dell acquisto il rischio perta dei beni durante la giacenza in deposito resta a carico del fornitore il prezzo viene determinato al momento del prelievo dei beni Obblighi del cessionario-depositario: richiesta autorizzazione all Agenzia delle Entrate la merce comunitaria deve essere accompagnata da apposito documento consegna da parte del fornitore il depositario prende in carico la merce nel registro cui all articolo 50-bis, comma 3, senza compilare il modello Intra 2. E al momento del prelievo (effettuato secondo le necessità dell azienda) che si realizza l acquisto intracomunitario. L acquirente: comunica al fornitore la quantità beni prelevati integra la fattura del cedente compila il modello Intra 2 sia ai fini fiscali che, eventualmente, ai fini statistici. 4 - continua Elda Papandrea URL: 5 5
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