P232. RISULTATI DEGLI INCONTRI TECNICO-SCIENTIFICI. Componente 2, Azione 3 Deliverable N 25. Partner responsabile del prodotto: CNR IBIMET

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1 PO Italia-Francia Marittimo PROTERINA-Due Il secondo passo nella protezione dei rischi naturali: gli investimenti sul territorio P232. RISULTATI DEGLI INCONTRI TECNICO-SCIENTIFICI Componente 2, Azione 3 Deliverable N 25 Partner responsabile del prodotto: CNR IBIMET Programma cofinanziato con il Fondo Europeo Programme cofinancé par le Fonds Européen per lo Sviluppo Regionale de Développement Régional

2 Programma cofinanziato con il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale Programme cofinancé par le Fonds Européen de Développement Régional Hanno collaborato Per CNR IBIMET: Grazia Pellizzaro, Bachisio Arca, Pierpaolo Duce Per Protezione Civile Regione Sardegna: Salvatore Cinus, Francesco Tola, Paolo Botti, Silvestro Frau, Sergio Carrus, Michele Chessa, Daniela Deidda, Maria Lucatorto. Per UNISS: Valentina Bacciu, Michele Salis. 1

3 Sommario 1. Résumé Introduzione Tavola rotonda sulla comunicazione del rischio ambientale Incontri tecnico-scientifici per la prevenzione e gestione del rischio idrogeologico

4 1. Résumé Avec administrateurs et représentants des institutions, maires, chercheurs, journalistes et communicateurs scientifiques, on a parlé de la gestion et la communication des risques environnementaux et on a cherché occasions de discussion, de débat et d'analyse pour identifier les synergies et minimiser les risques de conflit qui pourrait surgir entre les différents acteurs agissant de fournir des informations au public. Pendant une table ronde une attention particulière a été accordée aux risques associés à la déformation, la simplification ou la dramatisation excessive de messages sur les événements avec un fort impact émotionnel et, plus généralement, le rôle des médias et le monde de la recherche sur la sensibilisation et l'éducation de la population. Enfin, les participants à plusieurs réunions organisé par la Protection Civil sur la prévention et gestion di risque idro-geologique ont discutée des méthodes de perception de ces questions par la population, sur la sensibilisation des citoyens et sur le rôle de la population dans la prévention des risques environnementaux. 2

5 2. Introduzione Nell ambito della componente due Comunicazione e diffusione dei risultati l azione 2.3 era finalizzata allo svolgimento di incontri tecnico scientifici con operatori della protezione civile, dipendenti pubblici e volontari, coinvolti nella prevenzione e gestione del rischio idrogeologico e degli incendi boschivi. Sono stati quindi organizzati due tipologie di eventi. Il primo evento consisteva in una tavola rotonda su La comunicazione del rischio ambientale: strategie, sinergie e nuove sfide che si è svolto il 27 maggio 2015 ad Alghero. Il secondo evento è stato invece più articolato, consisteva di 5 incontri sul territorio e ha visto il coinvolgimento attivo degli stakeholder dei 7 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa. Gli stakeholder coinvolti sono stati in particolare amministratori locali, tecnici comunali, organizzazioni di volontariato e di Protezione civile.. Baskerville 11, justified, line spacing

6 3. Tavola rotonda sulla comunicazione del rischio ambientale Una componente rilevante delle attività svolte all interno di Proterina 2 ha riguardato le azioni di comunicazione, aspetto cruciale del progetto che risponde a un assunto basilare: nella prevenzione e nella gestione del rischio la comunicazione è fondamentale. In questo contesto è stata quindi organizzata una tavola rotonda dal titolo La comunicazione del rischio ambientale: strategie, sinergie e nuove sfide, avente come oggetto i diversi aspetti legati alla comunicazione del rischio ambientale. Obiettivo della tavola rotonda era quello di creare un momento di incontro e approfondimento fra ricercatori, giornalisti e comunicatori scientifici italiani, amministratori locali e rappresentanti delle istituzioni, volontari e comuni cittadini sul tema della comunicazione del rischio ambientale. In particolare si voleva stimolare un confronto costruttivo per identificare le sinergie e minimizzare eventuali problemi di incomprensione che possono insorgere tra i diversi attori preposti a fornire informazioni alla popolazione sia durante le fasi di prevenzione del rischio sia durante l emergenza. Fra i vari spunti di dibattito si intendeva porre particolare attenzione sulle modalità con cui è possibile sensibilizzare ed informare la popolazione sui potenziali rischi senza cadere in un eccessiva semplificazione o spettacolarizzazione dei messaggi soprattutto nel caso di eventi a forte impatto emotivo. Un ulteriore aspetto del dibattito era capire come aumentare consapevolezza della popolazione sull importante ruolo che essa può rivestire nella prevenzione dei rischi ambientali. Per aumentare l audience della tavola Rotonda, l iniziativa è stata inserita come evento collaterale di un convegno internazionale sul rischio di incendio che si svolgeva negli stessi giorni ad Alghero. Sono state invitate a parlare diverse figure coinvolte nella comunicazione del rischio ambientale. Grande spazio è stato inoltre dato al pubblico presente nella sala. All evento hanno partecipato circa 100 persone. La maggior parte dei presenti era costituito da addetti ai lavori: dipendenti del corpo forestale e dell ente foreste, dipendenti dell ARPA Sardegna, vigili del fuoco, servizio di protezione civile, volontari, amministratori locali, giornalisti, ricercatori scientifici e professori universitari. La discussione si è concentrata su alcune domande con le quali la moderatrice Elisabetta Tola ha aperto i lavori del tavolo: Cosa non comunicare? Cosa non funziona, quali sono i concetti sbagliati, gli errori della comunicazione del rischio? 4

7 Sulle criticità della comunicazione del rischio ambientale è emerso l aspetto della frammentazione della comunicazione. La frammentazione della comunicazione riflette la frammentazione delle competenze del sistema di protezione civile, un sistema necessariamente complesso dove interagiscono una molteplicità di soggetti. E, se da una parte occorre migliorare la qualità della comunicazione e investire sul rapporto di fiducia tra cittadini e chi comunica il rischio ambientale, occorre anche tenere conto della generale mancanza di una cultura dell'incertezza. Altra difficoltà è legata al problema del linguaggio, si parla troppo in burocratese. I messaggi sui comportamenti corretti da adottare non devono essere solo chiari ma anche martellanti, affinché entrino nel nostro vissuto quotidiano. Occorre costruire una cultura della consapevolezza e per farlo necessariamente bisogna partire dalle esperienze passate, raccoglierle, raccontarle e farne tesoro, affinché non si ripetano in futuro i comportamenti errati del passato e si abbia conoscenza delle corrette misure di autoprotezione da adottare. Anche il mondo della ricerca e della scienza può e deve lavorare per avvicinarsi maggiormente al linguaggio comune, Tutte le istituzioni, anche l'università, devono farsi portatrici della necessità di migliorare la comunicazione e la comprensione dei messaggi, anche attraverso attività formative. Dalla discussione è emersa anche la necessità di un grosso impegno da parte dei Sindaci, che oltre a predisporre dei buoni piani comunali di protezione civile hanno anche il compito di farli conoscere ai propri cittadini, includendo anche l organizzazione di esercitazioni periodiche. In questo senso le amministrazioni comunali hanno bisogno di supporto e gli amministratori presenti hanno evidenziato che occorre il concorso di tutti gli attori quando si parla di corretta comunicazione tra istituzioni e cittadini e hanno manifestato l esigenza di creare un tavolo permanente di confronto in materia di protezione civile. 5

8 La Discussione è stata seguita da un pubblico attento e interessato che ha ascoltato e partecipato attivamente alla discussione, a testimonianza di quanto sia sentito l'argomento, di quanto ancora molto ci sia fare nella comunicazione tra istituzioni e cittadini come nella formazione degli addetti ai lavori. Formare gli addetti ai lavori non solo a svolgere bene il loro lavoro, ma anche a comunicare efficacemente, perché, come ha sostenuto convintamente Immacolata Postiglione, quando si parla di Protezione Civile la comunicazione del rischio è una comunicazione di servizio. 6

9 4. Incontri tecnico-scientifici per la prevenzione e gestione del rischio idrogeologico Relativamente alla tematica della prevenzione e gestione del rischio idrogeologico sono stati organizzati 5 incontri sul territorio che hanno visto il coinvolgimento attivo degli stakeholder di 7 Comuni ricadenti nel bacino idrografico del fiume Flumendosa (Armungia, Ballao, Escalaplano Villasalto, Muravera, San Vito e Villaputzu). Il primo incontro di presentazione del progetto si è svolto venerdì 3 luglio 2015 a Muravera, nella sala consiliare del Comune con l obiettivo di informare gli stakeholder di tutto il territorio sulle finalità di PROTERINA-Due e sulle attività che il progetto portava avanti nel territorio campione. Durante questo primo incontro i referenti della Direzione Generale della Protezione Civile della Regione Sardegna hanno illustrato nel dettaglio il Progetto PROTERINA-Due, i partner, le finalità e le azioni messe in campo, hanno spiegato il contesto di intervento di PROTERINA-Due e hanno presentato il nuovo sistema regionale di Protezione Civile, competenze, compiti e attività (di previsione, monitoraggio e sorveglianza) del Centro Funzionale Decentrato. A seguire, si è parlato del Manuale operativo delle allerte ai fini di protezione civile e del Sistema informativo di Protezione Civile regionale Zero GIS. In chiusura dell incontro, è stato illustrato l intero percorso partecipativo progettato per il territorio del medio e basso Flumendosa e, nello specifico, i 4 incontri destinati agli stakeholder dei comuni del territorio (tre partecipativi open forum e un incontro di chiusura) finalizzati a elaborare una strategia condivisa per migliorare la comunicazione sia all interno delle istituzioni sia fra istituzioni e cittadini. 7

10 I primi due incontri open forum avevano la finalità di discutere ed elaborare, insieme ai rappresentanti del sistema locale di protezione civile, una proposta sperimentale e un modello condiviso che regolasse il flusso di comunicazione tra le istituzioni interessate sul sistema di allertamento. Il terzo incontro aveva invece lo scopo di elaborare una proposta comunicativa finalizzata ad aumentare nei cittadini la consapevolezza del rischio idrogeologico e la conoscenza dei comportamenti da adottare in fase di emergenza a tutela della propria incolumità. I primi due incontri si sono svolti mercoledì 15 luglio a Ballao, con gli stakeholder dei comuni del medio Flumendosa, Armungia, Ballao, Escalaplano e Villasalto, e giovedì 16 luglio a Villaputzu, con quelli del basso Flumendosa, Muravera, San Vito e Villaputzu. Il terzo incontro open forum si è svolto mercoledì 22 luglio 2015 a San Vito (Aula consiliare) con gli stakeholder di tutti i comuni del medio e basso Flumendosa. L incontro finale si è svolto mercoledì 29 luglio a Muravera (Aula consiliare) con tutti gli stakeholder del territorio che, a vario titolo, hanno contribuito alla produzione dei risultati. L incontro è stata occasione per la restituzione puntuale di tutti i risultati delle attività realizzate sul territorio. Di seguito si riporta quindi una sintesi dei principali risultati emersi durante l incontro. L opzione scelta dalla Direzione Generale della Protezione Civile, allo scopo di definire un metodo per regolare la catena di comunicazione tra il Centro Funzionale Decentrato della Regione Sardegna e le istituzioni locali, di attivare un processo partecipativo con i Comuni e le Organizzazioni di volontariato di protezione civile del territorio del Bacino del medio e basso Flumendosa, ha consentito di delineare importanti elementi per la costruzione di un modello di regolazione condiviso, che partisse dal confronto tra la visione tecnica di livello regionale e il contesto locale. Il percorso partecipativo, infatti, ha coinvolto l insieme degli attori in gioco nel valutare lo scenario attuale di protezione civile in cui si trovano ad operare i soggetti locali. La partecipazione degli stakeholder ha permesso pertanto di condividere lo scenario iniziale, definire l insieme degli interessi (regionali e locali) e orientare le azioni programmate al fine di condividere lo scenario auspicato. Il percorso attivato, in estrema sintesi, ha facilitato il passaggio da una logica «normativo-amministrativa» a una logica «di governance». 8

11 Il processo partecipativo attivato nell ambito del Servizio di supporto alle azioni di informazione e comunicazione, ha fatto emergere i punti di vista in campo, le criticità e le conoscenze specifiche degli attori coinvolti, stakeholder primari classificabili in soggetti pubblici di livello regionale (la Direzione Generale della Protezione Civile, l ARPAS, l ADIS, l ENAS, il CFVA, il Genio Civile, i VVFF, l Ente Foreste della Sardegna), Enti Locali (i sette Comuni del Bacino del medio e basso Flumendosa) e terzo settore (le Organizzazioni dei volontari di Protezione Civile e le Associazioni di volontari del soccorso). L analisi dello scenario attuale ha evidenziato quanto sia complicato gestire il rischio idraulico e idrogeologico in un sistema territoriale ampio e complesso come quello del Bacino del medio e basso Flumendosa. In questo senso i partecipanti sottolineano la necessità di prevedere in un prossimo futuro un processo che punti a coinvolgere anche quelli che possiamo definire stakeholder secondari: allevatori, agricoltori, pescatori e in generale comunità locali e cittadini. Condividere anche con questi attori la complessità dello scenario di partenza, includendo pertanto nell analisi aspetti di ordine sociale ed economico, potrebbe consentire di comporre in maniera strategica un insieme più ampio e diversificato di interessi e obiettivi, con il fine ultimo di costruire un percorso condiviso di gestione del rischio. La partecipazione al processo ha fatto sperimentare una possibilità diversa, cioè quella di andare verso un Piano comunale di protezione civile partecipato. La partecipazione al processo delle comunità locali permetterebbe di superare la percezione del Piano comunale di protezione civile come mero adempimento formale percepito spesso come un obbligo esterno, atto semplicemente a rispondere a un approccio di tipo normativo procedurale. Dagli incontri è inoltre emerso come una buona comunicazione del rischio rappresenti l elemento di connessione tra una buona gestione del rischio da parte dei sistemi esperti (regionali e locali) e la capacità dei cittadini di adottare comportamenti adeguati per tutelare la propria incolumità. 9

12 Infine, a conclusione del percorso, è emersa la necessità di realizzare concretamente da subito il rapporto di cooperazione tra uffici di una stessa organizzazione istituzionale, soggetti istituzionali di diverso livello (regionali e locali), ma anche tra gli stessi soggetti locali, nello specifico tra i Comuni che gravitano in uno stesso ambito territoriale e tra questi ultimi e le Organizzazioni di Protezione Civile. In altre parole dare seguito alle relazioni fiduciarie instaurate durante il percorso partecipativo e valorizzare le proposte operative emerse, sia in merito alla realizzazione a livello locale della Fase di now casting monitoraggio e sorveglianza, sia in riferimento alla realizzazione di un piano di comunicazione del rischio. Figura 1: Tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale (27 maggio 2015). 10

13 Figura 2: Tavola rotonda sulla comunicazione e gestione del rischio ambientale (27 maggio 2015). 11

14 Figura 3: Open forum Rendere consapevoli n. 2 di Villaputzu (16 luglio 2015). 12

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