Accordo SNA -CRUI- COINFO
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- Gennaro Renato Ceccarelli
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1 Accordo SNA -CRUI- COINFO Corso specialistico per Responsabili e Referenti Anticorruzione nelle Università Programma di dettaglio
2 INDICE 1. Premessa Obiettivi Destinatari Coordinamento scientifico Programma di dettaglio Valutazione dell apprendimento
3 1. Premessa La nuova disciplina in materia di trasparenza e prevenzione della corruzione (L. n. 190/2012) e il conseguente Piano Nazionale Anticorruzione hanno previsto che ogni amministrazioni pubblica si doti di un proprio Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione contenente misure e interventi organizzativi volti a promuovere l integrità e a prevenire fenomeni corruttivi. L individuazione di tali misure e interventi deve avvenire attraverso un attenta analisi del livello di esposizione al rischio di corruzione dei processi organizzativi e degli uffici. 2. Obiettivi Gli obiettivi che il corso di formazione, organizzato dal COINFO e dalla Fondazione CRUI, in collaborazione con la SNA, si prefigge di far conseguire ai partecipanti sono essenzialmente quattro. 1) Illustrare la filosofia di fondo e offrire il quadro generale della riforma introdotta con la legge , n. 190 cd Anticorruzione in armonia con il quadro disegnato dalle norme internazionali in materia e, in particolare, nella Convenzione dell ONU contro la corruzione del 2003 (ratificata dallo Stato italiano con Legge , n. 116), nonché nelle linee guida e nelle convenzioni che l OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development), il Consiglio d Europa con il GR.E.C.O. (Groupe d États Contre la Corruptione) e l Unione Europea riservano alla materia. 2) Trasferire conoscenze mirate sui principali nodi critici applicativi della legge. In particolare, nel corso dell intervento si svilupperanno: le diverse soluzioni disponibili per la mappatura dei processi organizzativi, ai fini di prevenzione della corruzione; le diverse tecniche di individuazione, ponderazione e analisi dei rischi di corruzione, le modalità di utilizzo dei risultati dell analisi del rischio per la progettazione esecutiva delle misure; le logiche di project management applicate alla programmazione degli interventi di prevenzione; i sistemi di monitoraggio e attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. 3
4 3) Attivare una riflessione, con il coinvolgimento diretto dei corsisti, sullo stato di attuazione delle procedure prescritte dalla legge 190/2012 nelle Università e sulle criticità emerse in fase di attuazione. 4) Stimolare i discenti ad interrogarsi in modo critico e attivo sui fattori che possono promuovere oppure ostacolare scelte, decisioni e comportamenti etici che hanno rilevanza pubblica, riflettendo sui valori e le molteplici direzioni di significato, sui collegamenti tra etica delle capacità e risk management, sulle differenze tra aspetti codificati e non codificati dell etica nelle relazioni e sulle principali capacità richieste, indispensabili per tradurre le norme sul piano dei comportamenti etici attesi. 3. Destinatari Il corso di formazione è rivolto ai Responsabili e ai referenti anticorruzione delle Università italiane. In particolare, ai Responsabili della prevenzione della corruzione nelle Università, ai Dirigenti e responsabili delle aree/uffici maggiormente esposti al rischio, ed ai Responsabili di strutture e uffici di controllo interno. 4. Coordinamento scientifico La progettazione e il coordinamento scientifico del corso sono affidati al Prof. Alessandro Hinna, docente temporaneo della SNA in materia di Organizzazione e Management pubblico e al Prof. Franco Bochicchio, docente di Didattica generale presso l Università del Salento. 5. Programma di dettaglio La durata complessiva del corso è di 28 ore, distribuite in 4 giornate d aula, di 7 ore ciascuna con il seguente orario: dalle 9.00 alle e dalle alle Il corso è articolato come segue: 4
5 1 Giorno - Il Piano Nazionale Anticorruzione nell Università Obiettivi Il modulo è finalizzato a fornire un quadro di sistema che passa in rassegna le misure preventive di contrasto alla corruzione e le interrelazioni con le altre discipline di riferimento sia nella fase organizzativa che in quella gestionale dei singoli procedimenti con particolare riferimento a quelli che lo stesso legislatore individua come più a rischio di eventi corruttivi integrando, nella trattazione degli argomenti, gli aspetti più specifici che riguardano le Università. Contenuti La filosofia di fondo della Legge 190/2010 e l impianto generale della riforma Le misure preventive di contrasto alla corruzione Le misure di prevenzione: la prevenzione come strategia di lotta all illegalità e alla corruzione Le figure preposte alla prevenzione: Il Comitato interministeriale e le linee di indirizzo, L Autorità Nazionale anticorruzione, Il responsabile della prevenzione della corruzione (responsabilità specifiche, I problemi per la sua individuazione nel contesto universitario, rapporti con il personale docente La circolare n. 1/2013 de3l Dipartimento della Funzione pubblica Il piano nazionale di prevenzione della corruzione: tecniche e metodiche di redazione La trasparenza quale strumento di lotta alla corruzione Il c.d. controllo generalizzato Il concetto di Amministrazione aperta (la Legge 150/2009) L obbligo di predisposizione del sito web e la figura del responsabile del sito I doveri di pubblicità: dal d.l. n. 83 del 2012 alla l. n. 190 del 2012 La delega per il riordino delle disposizioni in materia di pubblicità L attuazione della delega : il dlvo n. 33/2013: i nuovi oneri di pubblicità (il nuovo concetto di trasparenza, il diritto di conoscibilità, il concetto di accesso civico, i limiti alla trasparenza ed il rapporto con la disciplina a tutela della privacy, il piano per la trasparenza). Gli obblighi di pubblicità concernenti (l organizzazione amministrativa, gli organi di indirizzo politico, i dirigenti, il personale) Gli enti partecipati e vigilati, i provvedimenti amministrativi, i provvedimenti relativi a procedure contrattuali 5
6 Le responsabilità e le sanzioni Le problematiche applicative relative all attività di didattica e di ricerca Il chi fa cosa nel contesto dei nuovi Dipartimenti Universitari La nuova disciplina delle incompatibilità La disciplina del conflitto d interessi Le modifiche all art. 53 in materia di incompatibilità dei pubblici dipendenti ad assumere incarichi esterni Il nuovo articolo 35 bis in materia di incompatibilità a partecipare a commissioni in qualità di componente (conseguenze in tema di gare e concorsi) L incompatibilità nell assumere incarichi dirigenziali o di direzione degli uffici pubblici L incompatibilità a decidere sull assegnazione di contributi, sussidi e altri trasferimenti economici La delega in materia di incompatibilità e la sua attuazione: il dlvo n. 39/2013 (le problematiche applicative al personale in regime di diritto pubblico, il rapporto con la disciplina introdotta dalla legge Gelmini, le incompatibilità per i direttori di dipartimento) 2 Giorno - Il sistema di risk management per la prevenzione della corruzione: principi, fasi, strumenti Obiettivi L analisi e la gestione del rischio di corruzione costituiscono un presupposto metodologico fondamentale ai fini della strategia decentrata di prevenzione e contrasto della corruzione. In linea generale, le fasi fondamentali in cui si articola il processo di gestione del rischio sono: Individuazione e rappresentazione dei processi organizzativi, Analisi e valutazione del rischio, Trattamento del rischio. Più nello specifico il Piano Nazionale Anticorruzione ha previsto metodi (Iso 31000), strumenti e supporti tecnici specifici (allegati tecnici), che possono consentire di applicare l analisi e la valutazione del rischio con vari livelli di complessità e analiticità, adattandosi alle caratteristiche organizzative degli enti. Se ben applicata, l analisi del rischio può 6
7 consentire di definire una strategia di prevenzione molto più mirata e, dunque, più efficiente ed efficace. Infatti, le misure di prevenzione possono essere più selettive e tarate sulle criticità organizzative. A fronte di questo scenario, tuttavia, le metodologie di analisi e gestione del rischio corruttivo non sembrano sufficientemente diffuse e conosciute nella pubblica amministrazione italiana e, in particolare, nel settore universitario. Una lettura dei primi Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione pubblicati da alcune Università sembra indicare che l analisi e valutazione del rischio sia stata condotta a un livello ancora molto approssimativo. Gli aspetti più critici sembrano essere: Le modalità di rilevazione e rappresentazione dei processi organizzativi, La definizione del catalogo dei rischi, La ponderazione dei rischi La progettazione esecutiva delle misure di prevenzione (fasi, tempi, responsabili, indicatori) L impostazione di un sistema di monitoraggio Contenuti Nel corso del modulo saranno affrontati seguenti argomenti: le diverse soluzioni disponibili per la mappatura dei processi organizzativi, ai fini di prevenzione della corruzione, le diverse tecniche di individuazione, ponderazione e analisi dei rischi di corruzione, le modalità di utilizzo dei risultati dell analisi del rischio per la progettazione esecutiva delle misure le logiche di project management applicate alla programmazione degli interventi di prevenzione i sistemi di monitoraggio e attuazione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione. Sessione teorica (4 ore) Il Piano Nazionale Anticorruzione e fasi del processo di risk management Modelli e tecniche di analisi e valutazione del rischio Definizione del catalogo dei rischi di corruzione nelle aree obbligatorie Dall analisi del rischio alla progettazione delle misure di intervento Misure obbligatorie ed ulteriori 7
8 Il sistema di monitoraggio del P.T.P.C Rapporti tra piani di prevenzione della corruzione, programmi triennali per la trasparenza e strumenti di misurazione e valorizzazione della performance pubblica amministrazione Sessione pratica (3 ore) Esercitazione su: analisi e valutazione dei rischi, progettazione esecutiva delle misure di prevenzione, definizione di obiettivi, indicatori e target relativi ai risultati da conseguire tramite la realizzazione dei Piani triennali di prevenzione della corruzione. 3 Giorno - Analisi delle aree di rischio obbligatorie con specifico riferimento all Università Obiettivi La riforma introdotta dalla legge n. 190 del 6 novembre 2012 e la successiva produzione legislativa, ampiamente analizzata nel modulo 1 del percorso formativo in oggetto, coinvolgono ed investono tutte le amministrazioni pubbliche, ivi comprese le Università le quali, per le funzioni particolari che assolvono quali enti erogatori di conoscenze attraverso l attività didattica ed enti preposti alla ricerca scientifica, hanno dovuto operare con particolare attenzione e sensibilità nell individuazione delle attività a rischio di corruzione in riferimento ai diversi processi individuati dal Piano Nazionale Anticorruzione ed alle specifiche aree di intervento degli Atenei. Il modulo didattico si propone di attivare una riflessione, con il coinvolgimento diretto dei corsisti, sullo stato di attuazione delle procedure prescritte dalla legge 190/2012 nelle Università e sulle criticità emerse in fase di attuazione. Contenuti la prima parte della giornata d aula prevede un laboratorio di approfondimento con analisi comparativa dei Piani triennali di prevenzione della corruzione adottati dagli 8
9 Atenei di provenienza dei partecipanti al corso, con specifico riferimento all individuazione delle aree di rischio obbligatorie (acquisizione e progressione del personale; affidamento di lavori, servizi e forniture; provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari). L analisi dei Piani triennali di prevenzione sarà effettuata con il sussidio di una griglia di lettura e di classificazione contenutistica che sarà fornito dal docente. In questa fase dall analisi della produzione documentale delle Università sarà possibile desumere elementi comparativi ed individuare eventuali elementi di criticità. In questa prima fase i corsisti saranno invitati a svolgere attività di studio in gruppo secondo le indicazioni e il mandato del docente. Questa attività consentirà di acquisire una conoscenza più approfondita della disciplina adottata dal proprio Ateneo e di raffrontarla con quella adottata da altri Atenei, secondo un percorso di scambio reciproco di conoscenze tra i corsisti stessi. la seconda parte della giornata, in chiave ricostruttiva, sarà dedicata alla trattazione dei seguenti argomenti, con particolare riferimento alle Università: le aree di rischio comune ed obbligatorio definite dal PNA individuazione delle aree di rischio rilevanti per le Università in relazione alle proprie peculiarità organizzative e funzionali, come indicate nei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione la declinazione nei Piani Triennali di Prevenzione della Corruzione delle Università delle misure obbligatorie adottate, secondo le prescrizioni del PNA, al fine di ridurre le probabilità di rischio. Il modulo è caratterizzato da una dimensione interattiva tra docente e corsisti che si realizza non solo attraverso un coinvolgimento diretto tra sapere e attività praticalaboratoriale (prima fase d aula) con uno scambio dinamico tra i partecipanti, ma anche tramite una metodologia didattica orientata a definire risposte ai profili più problematici emersi nell esperienza personale dei partecipanti al corso. 4 Giorno - Risk management ed etica delle capacità Obiettivi In linea con le raccomandazione OCSE, la legge anti-corruzione (legge n.190/2012) ha introdotto numerosi strumenti per la prevenzione e la repressione dei fenomeni corruttivi. 9
10 Anche se i percorsi formativi sulla disciplina affrontano l etica dei comportamenti attraverso l individuazione e il rispetto di codici di comportamento, è tuttavia necessario accompagnare il cambiamento anche sul versante culturale e dei comportamenti, privilegiando approcci capaci di favorire le ricadute dell apprendimento nella quotidianità del lavoro. Il modulo didattico si propone di stimolare i discenti ad interrogarsi in modo critico e attivo sui fattori che possono promuovere oppure ostacolare scelte, decisioni e comportamenti etici che hanno rilevanza pubblica, riflettendo sui valori e le molteplici direzioni di significato, sui collegamenti tra etica delle capacità e risk management, sulle differenze tra aspetti codificati e non codificati dell etica nelle relazioni e sulle principali capacità richieste, indispensabili per tradurre le norme sul piano dei comportamenti etici attesi. Nell interrogarsi sulle modalità attraverso cui è concretamente possibile promuovere comportamenti etici nell attività di lavoro, si intendono fornire ai partecipanti strumenti e tecniche operative privilegiando un approccio psicopedagogico, utile affinché essi - a loro volta - possano trasferire ad altri quanto appreso. Contenuti Valori etici negli ambienti di lavoro tra benessere individuale, salute organizzativa e collettiva Etica delle capacità e risk management: prevenzione e promozione di azioni che hanno rilevanza pubblica Aspetti codificati e non codificati dell etica nelle relazioni Le capacità etiche fondamentali La promozione di valori etici tra partecipazione, coinvolgimento e negoziazione Psicopedagogia dell etica nelle relazioni interpersonali, con il pubblico e nei gruppi: strumenti e tecniche L ultima ora della giornata sarà dedicata alla valutazione individuale dell apprendimento. 10
11 6. Valutazione dell apprendimento Al termine dell intero corso è prevista una valutazione individuale dell apprendimento, mediante una prova scritta, il cui superamento sarà certificato mediante un attestato di profitto rilasciato dalla SNA. L ultima ora dalla quarta giornata del corso sarà dedicata alla valutazione individuale dell apprendimento. Per accedere alla valutazione i partecipanti non dovranno avere effettuato assenze in misura superiore al 20% delle ore complessivamente previste. 11
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