B) NORMATIVE E STANDARDIZZAZIONI DI RIFERIMENTO

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1 Aspetti Normativi e Radioprotezionistici relativi alle wireless LAN Lorenzetto, G. Arpa Veneto, DAP di Vicenza, Via Spalato 14/16, 36100, Vicenza (VI), glorenzetto@arpa.veneto.it Cesari P. Arpa Veneto, DAP di Vicenza, Via Spalato 14/16, 36100, Vicenza (VI), pcesari@arpa.veneto.it Gambato E. Arpa Veneto, DAP di Padova, Via Ospedale 22, 35121, Padova (PD), Padova (PD), egambato@arpa.veneto.it De Mas V. Arpa Veneto, DAP di Padova, Via Ospedale 22, 35121, Padova (PD), Padova (PD), vdemas@arpa.veneto.it Riassunto Il documento analizzerà le normative e le standardizzazioni, comunitarie e nazionali, che devono essere rispettate all atto dell installazione di una radiolan ad uso pubblico e privato: ci si soffermerà in particolare sugli standard ETSI (European Telecommunications Standards Institute) e sulla raccomandazione CEPT (European Conference of Postal and Telecommunications administrations) ERC/REC 70-03, che fissano i valori massimi di potenza emessi da apparati per radiolan. Seguirà una breve introduzione sulle caratteristiche tecniche di questo tipo di impianti, focalizzando l attenzione sull interfaccia radio e sulle funzionalità che influenzano l entità del campo generato. Infine verranno esposti i risultati di uno studio volto a stimare l effettivo impatto radioprotezionistico di apparati Wi-Fi funzionanti secondo lo standard IEEE802.11b/g: l analisi sarà realizzata sia con simulazioni al calcolatore, sia tramite misure strumentali. Dallo studio si potrà concludere che questi dispositivi presentano uno scarso impatto radioprotezionistico, che diventa trascurabile per distanze di alcune decine di centimetri dall impianto radiante. A) INTRODUZIONE Gli ultimi dieci anni sono stati teatro di una grande evoluzione nel mondo delle telecomunicazioni, che ha fornito ad un pubblico sempre più vasto possibilità di scambio di informazioni mai raggiunte in precedenza. Protagonisti di questo salto di qualità sono state da un lato la telefonia mobile, dall'altro il World Wide Web; di pari passo alla rete globale hanno cominciato a diffondersi presso aziende pubbliche e private le Local Area Network (LAN), reti locali che mettono in comunicazione utenti all'interno di un ambito più ristretto. La maggior parte delle LAN ancora in uso sfruttano per il collegamento connessioni wired, ma sempre maggior diffusione stanno avendo le Wireless LAN (WLAN), che utilizzano l'aria come mezzo trasmissivo. Nate per integrare le reti cablate, le WLAN hanno il grosso vantaggio di non richiedere la realizzazione di una costosa rete fisica e di essere facilmente scalabili, poiché la necessità di interconnessione di nuovi utenti può essere realizzata solo con l'aggiunta di un dispositivo, senza dover stendere nuovi cavi. Oltre che come estensione delle LAN, le reti wireless si prestano ad essere utilizzate per garantire connettività a internet in luoghi aperti al pubblico, quali ad esempio aeroporti, stazioni ferroviarie, hotel e pub. Un altra applicazione che comincia a prendere piede è la telefonia via WLAN, che sfruttando protocolli del tipo Voice Over IP permette la realizzazione di reti telefoniche private. La grande diffusione delle WLAN ha inoltre attirato l'attenzione sia degli enti di standardizzazione internazionale, che del legislatore europeo e nazionale; per tutte queste considerazioni si è reso necessario un approfondimento delle tematiche inerenti l'utilizzo delle WLAN, sia dal punto di vista normativo legislativo, che da quello radioprotezionistico. B) NORMATIVE E STANDARDIZZAZIONI DI RIFERIMENTO A livello europeo, la Raccomandazione della Commissione Europea (R.C.E.) che fornisce le direttive agli stati membri dell'unione nell'ambito delle WLAN è la CE del 20 Marzo 2003; in tale norma viene innanzitutto data una definizione di Radio LAN (o WLAN): Le reti locali per la trasmissione dati con tecnica a dispersione di spettro (Radio Local Area Network R-LAN) rappresentano uno strumento innovativo per fornire un accesso a banda larga e senza filo a Internet e alle reti Intranet aziendali non solo in locali privati ma anche in aree aperte al pubblico quali aeroporti, stazioni ferroviarie e centri commerciali. Sono inoltre fissate le bande che verranno utilizzate in tutta l Unione Europea per l espletamento del servizio: I sistemi R-LAN possono utilizzare la banda di frequenze 2400,0-2483,5 MHz (di seguito denominata «banda 2,4 GHz») o le bande di frequenze MHz e MHz (di seguito denominata «banda 5 GHz»). Infine, la norma prevede che vengano utilizzati nell ambito delle R-LAN solo dispositivi conformi alla Direttiva Europea (D.E.) 1999/5/CE del 9 marzo 1999, che stabilisce i criteri da soddisfare per ricevere la marchiatura CE. In particolare, essa prevede che l ETSI fornisca delle norme

2 armonizzate, tali che, se rispettate, garantiscano la presunta conformità di un dispositivo alla Direttiva Europea, e quindi un iter agevolato per l ottenimento dell omologazione. Per quanto riguarda le WLAN, l ETSI ha promulgato tre norme armonizzate: la EN , che si preoccupa delle specifiche in ricezione delle apparecchiature WLAN e che verrà tralasciata nel seguito della trattazione ; la EN , che definisce le caratteristiche degli apparati WLAN operanti nella banda a 2,4GHz e che emettono una potenza EiRP fino a 100mW; la EN , che norma i dispositivi funzionanti nella banda a 5GHz, e ne fissa a 200mW e 1W le massime potenze EiRP di emissione rispettivamente nella prima e nella seconda sottobanda. A livello Europeo, va infine citata la raccomandazione CEPT ERC/REC 70-03, che definisce le restrizioni a cui devono sottostare i dispositivi radio a corto raggio, tra cui nell annesso 3 sono citate le R-LAN (a 2,4GHz) e le HIPERLAN (a 5GHz). In questo testo vengono ribaditi i limiti di potenza emessa descritti dalla norma ETSI per le R-LAN (100mW), mentre per le HIPERLAN si fa riferimento ai valori indicati dalla norma ETSI nel caso di trasmissione a livello massimo (1W). Questa raccomandazione assume un significato maggiore poiché il Decreto Ministeriale (D.M.) del 20 febbraio 2003, recante le modifiche al Piano Nazionale di ripartizione delle frequenze necessarie per destinare le bande a 2,4 e 5 GHz alle WLAN, ne richiede la validità per gli apparecchi usati in Italia: quindi, ad esempio, per garantire la connettività WLAN a 2,4GHz dovranno essere necessariamente utilizzati apparati con potenza di uscita EiRP massima di 100mW (20dBm). Per quanto riguarda la normativa italiana in materia, oltre al Decreto Legislativo (D.L.vo) del 9 maggio 2001, n 269, che recepisce praticamente senza variazioni la DE 1999/5/CE, vanno citati, in ordine cronologico: il D.M. di regolamentazione dei servizi WI-FI ad uso pubblico del 28 maggio 2003, il D.L.vo 259 del 1 agosto 2003 recante il codice Unico delle Comunicazioni Elettroniche e il D.M. del 4 ottobre 2005 (detto Decreto Landolfi ), che modifica e completa il precedente decreto ministeriale del Il D.M. del 28 maggio 2003, oltre a fornire una nuova definizione di radiolan, impone restrizioni aggiuntive per i dispositivi che operano nella prima sottobanda a 5GHz (5,150-5,350 GHz), che potranno essere utilizzati solo in ambiente indoor. Inoltre subordina la fornitura di un servizio WLAN pubblico al conseguimento di un autorizzazione generale, che ha la valenza di Denuncia di Inizio Attività (DIA) e dà titolo ad avviare il servizio contestualmente alla sua presentazione. Infine, l art. 6, che descrive le condizioni per il conseguimento dell autorizzazione generale, stabilisce tra l altro che venga rispettata la normativa vigente in materia di tutela della salute pubblica e dell ambiente, ivi incluso il rispetto dei tetti previsti per le emissioni elettromagnetiche. Il D.M. del 4 ottobre 2005 modifica sopratutto l art. 6 del decreto 2003, disponendo che per collegare i nodi delle WLAN si possa ricorrere anche a connessioni proprietarie degli operatori che erogano il servizio: in questo modo è possibile creare reti che, tramite collegamenti wireless, possano portare servizi a larga banda anche in zone in cui questi non sono disponibili sull infrastruttura di rete fissa. Al decreto del 28 maggio 2003 è allegato un modulo di richiesta di autorizzazione generale, che oltre a riportare i dati del richiedente, certifica la localizzazione e il tipo di apparati usati: da questo modulo e da quanto riportato all art. 3 comma 2 del D.M. stesso, sembra che tale autorizzazione sia sufficiente a installare i dispositivi necessari alla realizzazione di una WLAN. Lo stesso modulo è riportato in forma praticamente invariata come allegato 9 al D.L.vo 259 del 1 agosto 2003, in cui si sottolinea ancora la necessità di un autorizzazione generale all erogazione di servizi WLAN; l art. 26 però prevede tra i diritti dei titolari di un autorizzazione generale quello di richiedere le specifiche autorizzazioni, ovvero presentare le occorrenti dichiarazioni, per esercitare il diritto di installare infrastrutture, in conformità agli articoli 86, 87 e 88. A rigore quindi, per installare impianti WLAN ad uso pubblico sarebbe necessario presentare in comune una DIA, secondo il modello previsto all allegato 13b. Tanto più che l art. 87, al comma 1, inserisce nell ambito di applicabilità dello stesso L installazione di infrastrutture per impianti radioelettrici e la modifica delle caratteristiche di emissione di questi ultimi e, in specie, l'installazione di impianti radio-trasmittenti, Non è quindi chiaro quale sia la documentazione da presentare per poter fornire un servizio WLAN al pubblico; la situazione non è migliorata dal Decreto Landolfi del 2005, che all art. 4 afferma che per conseguire i titoli abilitativi necessari alla costruzione di una rete wireless si devono applicare le disposizioni previste nel Codice Unico delle Comunicazioni. Infine è opportuno fare un breve cenno alle WLAN ad uso privato, di cui si occupa il D.L.vo 259/03: esso stabilisce che non necessitano di autorizzazione le WLAN che permettono collegamenti solo nel fondo del privato o tra più fondi contigui dello stesso proprietario, sempre che il collegamento non attraversi il suolo pubblico. Si considerano contigui fondi separati ma collegati da opere permanenti di uso esclusivo del proprietario, che consentano il passaggio pedonale o di mezzi (art. 99, comma 5 e art. 105 comma 1-b). La realizzazione della WLAN resta invece subordinata al conseguimento dell autorizzazione generale se il collegamento tra i due fondi passa su suolo pubblico; non è però in nessun caso applicabile l art. 87, che è relativo alle sole reti di telecomunicazioni ad uso pubblico.

3 C) GLI STANDARD DI TRASMISSIONE Gli standard maggiormente usati per le WLAN sono attualmente quelli della famiglia messi a punto dall IEEE; tra questi, il primo ad essere effettivamente commercializzato è stato l b, chiamato anche WI-FI (WIreless FIdelity), funzionante nella banda dei 2,4GHz; esso prevede una velocità massima teorica di trasmissione di 11Mbps, anche se il flusso reale arriva tipicamente a 5Mbps; successivamente sono state sviluppate evoluzioni di questo standard (come l g e l n) per garantire velocità di connessione sempre maggiori. Per la banda a 5GHz l IEEE ha elaborato l a, che sfrutta la stessa modulazione dell g e raggiunge velocità simili (throughput massimo di 54Mbps). Le WLAN, sono costituite generalmente da due componenti fondamentali: gli adattatori e gli Access Point (AP). I primi forniscono l interfaccia tra un dispositivo e la rete wireless, preparando il segnale ad essere inviato secondo lo standard prestabilito e realizzando la comunicazione radio lato utente; hanno la forma tipicamente di schede PCMCIA per i notebook (in molti casi tali sistemi sono integrati nel processore), mentre i PC desktop si connettono tramite dispositivi collegati alla porta USB o alla presa di rete. Gli AP invece realizzano la copertura radio locale e funzionano tipicamente da ponte tra una WLAN e la rete cablata; un AP garantisce una copertura che va dai 20-50m in ambiente indoor, per arrivare ad un massimo di 300m outdoor. Pur esistendo standard analoghi per entrambe le bande, si sono particolarmente diffusi i sistemi funzionanti a 2,4GHz, mentre la banda a 5GHz viene prevalentemente sfruttata per realizzare ponti radio di collegamento tra AP distanti anche alcuni chilometri. La canalizzazione che in Europa l ETSI ha stilato per dividere gli 83,5MHz della banda a 2,4GHZ è formata da tredici canali, di ampiezza pari a 22MHz, che si sovrappongono parzialmente. Infine è opportuno fare un precisazione: come in ogni sistema di trasmissione wireless, anche nelle WLAN si presenta il problema del fading dovuto alla propagazione per cammini multipli del segnale; per migliorare le prestazioni del sistema rispetto a questo inconveniente, gli AP sono spesso dotati di due antenne, distanziate di un multiplo pari della lunghezza d onda (12,5cm per la banda a 2,4GHZ), che ricevono e trasmettono alternativamente il segnale. D) VALUTAZIONI RADIOPROTEZIONISTICHE: ANALISI TEORICA E SIMULAZIONI Per poter valutare l impatto radioprotezionistico di impianti radiolan, si è considerato un apparato di caratteristiche generali, utilizzato da diversi WISP (Wireless Internet Service Provider) per garantire la copertura wireless in ambienti pubblici, e le cui caratteristiche sono riassunte in tab. 1. Tabella 1 - Caratteristiche AP considerati nell analisi protezionistica. Tipo Access Point e antenna Cisco Aironet Air-Ant4941 Dimensioni antenna 13cm Guadagno antenna 2dBi Apertura sul piano verticale (3dB) 70 Apertura sul piano orizzontale (3dB) 360 Potenza massima di trasmissione al connettore di antenna 63mW (18dBm) Frequenza di utilizzo 2,400 2,4835 GHz Figura 1 Rappresentazione del campo elettrico generato da un AP le cui caratteristiche tecniche sono riportate in tabella 1; a) sezione orizzontale alla quota del centro elettrico; b) sezione verticale. Per verificare l andamento del campo elettrico generato da un AP di questo tipo si è ricorso al software Etere, che utilizza per i propri calcoli formule valide nell ipotesi di campo lontano; viste le esigue dimensioni dell antenna e l alta frequenza di utilizzo, tale condizione è rispettata a circa 37cm

4 dal centro di radiazione, pari a 3 volte la lunghezza d onda media( questo se si segue la definizione riportata nella norma CEI , par ; tale valore scende a 21cm se si fa riferimento alla norma CEI 211.7, par ). Le simulazioni sono state effettuate nelle condizioni di massima emissione, in modo da raggiungere il limite legislativo di 20dBm EiRP. I risultati delle simulazioni sono riportati nelle fig. 1a e 1b, che rappresentano rispettivamente l andamento del campo in una sezione orizzontale (all altezza del centro elettrico) e verticale. Visto che le WLAN vengono installate sopratutto in zone a permanenza non inferiore alle quattro ore o altamente frequentate, si può far riferimento ai valori di attenzione o agli obiettivi di qualità di 6V/m come limite da dover rispettare, in accordo col DPCM del 8 luglio Come si può notare dalla figura 1, la zona in cui il campo stimato supera tale valore è una ristretta area nelle vicinanze del centro elettrico, di dimensioni massime inferiori alla distanza in cui vale l ipotesi di campo lontano. Questo dato è confermato dalla tabella 2, che calcola i volumi di rispetto a partire dalle formule contenute nella norma CEI , par , pagg.24-25, considerando il caso di antenne poste in direzione verticale (perpendicolari al piano di calpestio). Nella tabella viene anche riportato l analogo calcolo effettuato considerando come campo limite il 10% del valore di attenzione, cioè 0,6V/m; questo per valutare l altezza a cui porre l AP per poter considerare trascurabile il suo contributo al campo elettrico, seguendo le indicazioni della norma CEI , par.8.2 e Anche in questo caso si è supposto che le antenne siano in posizione verticale: da questi risultati, si deduce che il campo generato dall impianto in un ambiente indoor è inferiore a 0,6V/m in zone accessibili alla popolazione se il centro di radiazione viene posto ad un altezza superiore a circa 3,2m (ipotizzando 2m come altezza di riferimento del corpo umano: 2+LV,3dB/2=3,17m). Se invece si considera il caso di un installazione con antenne in posizione orizzontale (parallela al piano di calpestio), l altezza del centro elettrico per cui risulta trascurabile l AP diventa pari a 4,9m. Tabella 2 - Volume di rispetto per vari valori di campo elettrico limite calcolato secondo la norma CEI , par , pagg A lato è riportata la rappresentazione grafica delle grandezze usate in tabella. L M1 [m] L V,3dB [m] L H,3dB [m] Valori Limite [V/m] Nei casi in cui l AP dovesse essere installato in zone più basse, come ad esempio il corridoio di un hotel, è opportuno fare un osservazione: si consideri un valore di fondo di campo elettrico preesistente di 3V/m, livello abbastanza elevato e difficilmente riscontrabile in situazioni reali per gli ambienti indoor. In queste ipotesi cautelative, poiché il campo elettrico totale è il risultato di una somma quadratica, l AP dovrebbe generare un campo superiore a 5V/m per creare un superamento del valore di attenzione: questa situazione si può verificare solo nelle immediate vicinanze dell impianto radiante, come mostrato dalla tab. 2. Per quanto riguarda il caso di installazioni prossime ad un soffitto, andrebbe valutato l impatto radioprotezionistico che l AP ha sul piano superiore. In realtà, l attenuazione introdotta dai materiali da costruzione comunemente usati è tale da rendere minimi i valori di campo registrabili, anche se la connettività wireless è comunque garantita. Inoltre la norma CEI suggerisce, al par , di valutare il campo ad una o più altezze rappresentative del tronco e della testa del corpo umano; così facendo il campo verrebbe calcolato a distanze superiori ad 1m dal centro elettrico, e risulterebbe quindi di scarsa entità. E) VALUTAZIONI RADIOPROTEZIONISTICHE: MISURA DI UN ROUTER WI-FI Oltre alle valutazioni teoriche esposte nel paragrafo precedente, si è proceduto ad effettuare alcune misure del campo generato da un router WI-FI, installato in un ambiente privato sopra una scrivania, e quindi ad un altezza di poco inferiore ad 1m dal piano di calpestio (fig. 2). Le caratteristiche dell impianto ricetrasmittente sono riportate in tab. 3; come si può notare le grandezze

5 che influenzano il campo elettrico generato (potenza di trasmissione e guadagno dell antenna) sono del tutto simili a quelle descritte in tab.1. Tabella 3 - caratteristiche del router installato Tipo router 3Com OfficeConnect ADSL Wireless 11g Firewall Dimensioni AP 22,8 x 4,1 x 13,5cm Potenza di trasmissione 63mW (18dBm) Guadagno antenne 2 dbi Banda di frequenze 2,4 2,4835GHz Le misure sono state effettuate durante la trasmissione di un file e a due diverse altezze, 1,1m e 1,5m, rappresentative rispettivamente di una persona seduta o in piedi davanti alla scrivania. La strumentazione utilizzata è costituita da un lettore di campi elettromagnetici PMM mod con sonda isotropa di campo elettrico a larga banda PMM mod. EP330. I risultati, espressi come media quadratica del campo misurato in un periodo di 6 minuti, sono riportati nella tab. 4. Una misura realizzata a router spento ha evidenziato la presenza di un fondo elettromagnetico inferiore alla sensibilità della strumentazione utilizzata (0,3V/m). Figura 2 punto di misura e posizionamento della sorgente Tabella 4 Risultati della misura del campo generato dal router le cui caratteristiche sono descritte in tab. 3. Punto Descrizione E RMS [V/m] 1 Sonda posizionata ad una quota di 1,1m di fronte alla scrivania 1,78 2 Sonda posizionata ad una quota di 1,5m di fronte alla scrivania 0,64 Dal confronto tra le tab. 2 e 4 si può notare come i valori misurati all altezza di 1,1m risultano prossimi a quelli trovati per via analitica considerando una distanza dall elemento radiante di circa 1m. F) VALUTAZIONI RADIOPROTEZIONISTICHE: MISURE IN CONDIZIONI DI CAMPO VICINO Le valutazioni teoriche esposte nel paragrafo D si basano sull ipotesi che sia verificata la condizione di campo lontano; al fine di stimare il campo generato anche nell immediate vicinanze delle antenne emittenti, si è proceduto ad una successiva campagna di misure, tenutasi presso la fiera di Vicenza, dove è installato un apparato con le stesse caratteristiche descritte in tab.1 ( Cisco Aironet antenne Cisco Air-Ant4941). Tale AP è posizionato sulla parete del mezzanino che si affaccia verso il padiglione fieristico, ad un altezza di circa 3,5m dal piano di calpestio e con le antenne in posizione verticale (fig. 3). La strumentazione utilizzata è costituita da un lettore di campi elettromagnetici PMM mod con sonda isotropa di campo elettrico a larga banda PMM mod. EP330. Sono state analizzate le condizioni di massimo esercizio (download di file durante tutta la misura da parte di un notebook utente ) e diverse posizioni nelle vicinanze delle antenne trasmittenti. Nei primi quattro punti di misura il PC utilizzatore è stato mantenuto in una posizione fissa a circa 5m dall AP, in modo che l antenna più vicina fosse la B, secondo la notazione di fig. 3; per realizzare la misura 5 il notebook è stato spostato di circa 20m dall AP, in modo che l antenna più vicina fosse la A. Anche in questo caso il fondo preesistente si è mantenuto al di sotto della sensibilità della sonda utilizzata (0,3V/m). I risultati della misura, espressi come valore RMS del campo elettrico mediato su un periodo di 6 minuti, sono riportati in tab. 5.

6 Figura 3 - Punto di misura 1 Tabella 5 - Risultati della misura effettuata presso la fiera di Vicenza. Punti di Misura Descrizione E RMS [V/m] 1 Sonda posizionata tra le due antenne 9,2 2 Sonda posizionata tra le due antenne allontanandosi dalla parete di circa 15cm 6,27 3 Sonda posizionata vicino all'antenna B (vedi fig. 3) a circa 2cm 13,81 (*) 4 Sonda allontanata di 15cm dall'antenna B in direzione diagonale esterna 6,10 5 Sonda come punto 3 spostando il PC utilizzatore di circa 20m in modo che l antenna più vicina fosse la A (vedi fig. 3) 11,39 (*) Le misure contrassegnate con (*) non sarebbero valide seguendo rigorosamente le procedure descritte dalla norma CEI 211-7, che al paragrafo 13.4 impone di porre la sonda ad una distanza dall elemento radiante tale da mantenere il campo imperturbato, e quindi superiore almeno al doppio della dimensione della sonda stessa (nel caso specifico a circa 8-10cm). Tali valori vanno quindi intesi come misure di massima che danno una valutazione qualitativa dell andamento del campo elettrico nelle immediate vicinanze dell elemento radiante. Dall analisi della tab. 5, si nota immediatamente come tutti i valori risultino compresi tra il valore di attenzione/obiettivo di qualità di 6V/m e il limite di esposizione di 20V/m fissato dal DPCM dell 8 luglio Ciò suggerisce di evitare l installazione dell AP ad altezze in cui può esserci permanenza non inferiore alle quattro ore giornaliere; va comunque sottolineato che il superamento del valore di attenzione scompare dopo poche decine di cm. Il confronto tra le misure 3 e 5, realizzate mantenendo inalterata la posizione della sonda ma spostando il notebook utente, sottolinea due caratteristiche proprie del funzionamento di questo dispositivo: innanzitutto manca un algoritmo di power control, che adatta la potenza emessa dall AP all effettiva bontà del collegamento. Inoltre la posizione dell utente nel punto 5 ha aumentato l effetto della trasmissione per cammini multipli: per far fronte a ciò il sistema ha alternativamente usato le antenne A e B per trasmettere, con la conseguenza che il valore di campo elettrico misurato è risultato intermedio tra quelli riscontrati ai punti 3 e 4. G) CONCLUSIONE Come si è evidenziato nel presente documento, il quadro normativo nell ambito delle WLAN pubbliche è complesso e non ancora del tutto chiaro; in questa fase di incertezza, potrebbe essere preferibile operare come se fosse applicabile l art. 87 del Codice delle comunicazioni elettroniche, che prevede siano fornite informazioni molto più complete della semplice autorizzazione generale; è dato di fatto comunque che la maggioranza degli WISP operanti sul territorio non interpellano in alcun modo le ARPA prima delle installazioni di AP. SI sottolinea inoltre che, dagli studi svolti e dalle misurazioni effettuate, l impatto degli apparati WLAN dal punto di vista radioprotezionistico risulta modesto, e i valori di campo superano i limiti previsti dal DPCM del 8 luglio 2003 solo nelle immediate vicinanze delle antenne trasmittenti; già ad una distanza superiore ai 30cm infatti il campo si attesta su valori tali da garantire il rispetto dei valori di attenzione/obiettivi di qualità. Queste situazioni suggeriscono l installazione degli AP a quote superiori ai 2-2,5m dal piano di calpestio, cosa che solitamente si verifica già per favorire la copertura dell area prescelta. Bibliografia [1] Norma ETSI EN V1.6.1 Electromagnetic compatibility and Radio spectrum Matters (ERM); Wideband Transmission systems; Data transmission equipment operating in the 2,4 GHz ISM band and using wide band modulation techniques; Harmonized EN covering essential requirements under article 3.2 of the R&TTE Directive, , [2] Norma ETSI EN V1.2.3, Broadband Radio Access Networks (BRAN); 5 GHz high performance RLAN; Harmonized EN covering essential requirements of article 3.2 of the R&TTE Directive, , [3] Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), Norma , Guida alla realizzazione di una Stazione Radio Base per rispettare i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici in alta frequenza, aprile [4] CEI, Norma 211-7, Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell intervallo di frequenza 10 KHz 300 GHz, con riferimento all esposizione umana, gennaio [5] D. Di Zenobio, M. Celidonio, L. Pulcini, Il Vademecum per le radiolan, 2002, Fondazione Ugo Bordoni.

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