In altre parole, non può esservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione finale.

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2 PLASTICA

3 ASSORIMAP - Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori di Materie Plastiche - che dal 1978 rappresenta le aziende che riciclano o rigenerano materie plastiche pre-consumo e post-consumo, aderisce all Associazione Europea dei Riciclatori di Materie Plastiche EUPR - European Plastic Recyclers e figura tra i fondatori di UNIRE - Unione Nazionale Imprese Recupero, aderente a FISE. ASSORIMAP è impegnata con istituzioni, organismi nazionali, aziende associate e operatori del settore a rafforzare l industria del riciclo e rigenerazione delle materie plastiche operanti sul territorio nazionale e internazionale. Fare Sistema per costruire un ciclo industriale qualitativo è la linea di ASSORIMAP, che mira a rafforzare l economia di filiera e dare (o restituire) al riciclo un ruolo centrale nella gestione dei rifiuti plastici. Nel preparare il commento ai dati dell edizione 2005 del Censimento ASSORIMAP si devono purtroppo dichiarare pressoché invariate le problematiche già messe in evidenza nelle ultime due edizioni, dovendo pertanto reiterare le osservazioni già svolte in merito. In primo luogo, il settore continua a soffrire di un immagine poco riconoscibile e di una modesta identità a livello industriale. Poi, sotto il profilo istituzionale, il settore appare fortemente sottovalutato e sempre più spesso a causa di azioni denigratorie operate dagli organismi deputati per legge proprio al sostegno e allo sviluppo del riciclo. Grazie all introduzione del Decreto Ronchi e alla nascita dei Consorzi, occorre ancora una volta ricordare che è stato il sistema italiano nel suo complesso ad aver saputo generare un circolo virtuoso in tutti i sensi, un modello cioè dove ai Consorzi di filiera si riconosce il merito di aver avviato la diffusione della raccolta differenziata, ai riciclatori quello di aver realizzato un sistema industriale di riciclo di grande efficienza e all industria di trasformazione quello di aver saputo sviluppare una notevole capacità di utilizzare materiali riciclati. Eppure, emerge sempre forte una considerazione di carattere generale, ovvero che, in campo istituzionale, ampia enfasi viene posta sulla fase della raccolta dei rifiuti trascurando, in modo più o meno marcato, la fase industriale e la fase di mercato dei materiali riciclati. Sono tutti gli stadi che invece consentono la conversione del rifiuto in materiale effettivamente utilizzabile e utilizzato. In altre parole, non può esservi raccolta senza riciclo, né riciclo senza trasformazione finale. Vantare quindi a vario titolo il raggiungimento di buoni livelli di raccolta, ancorché migliorabili e ancora da realizzare in tutte le aree del Paese, potrebbe di per sé valere poco o nulla se non si ha la certezza di aver effettivamente avviato a riciclo le frazioni raccolte e di conseguenza di aver effettivamente trasformato un rifiuto in nuova materia prima, semilavorato, prodotto finito. Questa considerazione di carattere generale crediamo sia alla base delle problematiche dell industria nazionale del riciclo e rigenerazione delle materie plastiche. È da queste premesse infatti che traggono origine le problematiche, più volte esposte, circa la carenza di materiali da riciclare da parte dell industria, l assimilazione dei rifiuti, le interferenze caotiche e discontinue dei Consorzi nel settore dei rifiuti secondari e terziari, i nuovi orientamenti del Consorzio COREPLA a massimizzare 66

4 PLASTICA i profitti da vendite a tutti i costi, senza alcuna considerazione delle implicazioni che tali azioni generano sul mercato del riciclato. Con visioni miopi (o forse troppo acute) si dice spesso che la plastica è tra i materiali più costosi da raccogliere, data la sua intrinseca leggerezza e l incapacità quindi di fare peso. Ma in questa visione, distrattamente o volutamente, si dimentica l importanza di questo materiale, le ragioni della sua diffusione, della sua crescita e soprattutto la sua capacità di essere riciclata, come altri materiali tradizionali ed essere così riutilizzabile come materia prima seconda. Nel rapporto sul consumo e sul recupero di materie plastiche in Europa nel periodo , pubblicato nell estate 2004 da PlasticsEurope, Associazione dei Produttori di Materie Plastiche, si legge che la plastica continua ad essere il materiale di punta nella società moderna. Secondo le stime, se in Europa occidentale la plastica dovesse essere sostituita da materiali più tradizionali, occorrerebbe il 10% in più di energia. Ciò equivale a circa 25 milioni di tonnellate di petrolio greggio o a 105 milioni di tonnellate di emissioni di gas a effetto serra (CO 2 ). L uso di materiali in plastica leggera e isolante permette invece di realizzare un risparmio energetico considerevole al momento del loro impiego, che altrimenti andrebbe perso se venissero utilizzati materiali più tradizionali. Il settore del riciclo, sviluppatosi a partire dagli anni 50 per lavorare gli scarti delle attività di produzione e trasformazione delle plastiche, tratta imballi post-consumo sin dagli anni 60 e dall inizio degli anni 80 è il terminale per il recupero degli imballaggi provenienti da raccolta differenziata urbana. Purtroppo, ricevuto il grande stimolo allo sviluppo del recupero e riciclo negli anni successivi all istituzione dei Consorzi, questo sistema non sembra oggi voler compiere quell importante quanto necessario processo di trasformazione, come logica di una naturale evoluzione dei sistemi. Il sistema italiano di riciclo dei rifiuti plastici di imballaggio post-consumo opera su rifiuti selezionati che a livello nazionale sono di esclusiva provenienza dal Consorzio COREPLA. A fronte di tale valore, esperienze estere dimostrano che sono perseguibili quantitativi ben superiori per le stesse tipologie di rifiuti: Francia 44%, Svizzera circa 70%, Belgio oltre 60%, Germania oltre 80%. Ma da una lettura più attenta dei dati riportati nel Piano Specifico di Prevenzione COREPLA triennio 2004/2006 emerge inoltre che continua a sussistere un fortissimo divario dei volumi di raccolta tra il Nord e il Centro-Sud Italia, con una scarsissima crescita della raccolta differenziata al Centro-Sud. Tabella 1: Attività di riciclo in Italia (000/ton) Immesso al consumo Riciclo COREPLA Riciclo Operatori Indipendenti (extra COREPLA) Totale riciclo Riciclo (COREPLA) su immesso al consumo 12,1% 13,1% 13,9% Fonte: COREPLA - PSP

5 Tabella 2: Raccolta differenziata in Italia (000/ton) Nord Centro Sud Totale Fonte: COREPLA - PSP 2005 Basta questo dato per comprendere come sia strategico per il comparto contribuire a sviluppare un modello di raccolta, soprattutto nelle aree del Centro-Sud, adeguato alle esigenze dell industria di riciclo in termini di qualità e quantità. È necessario quindi riorientare la politica generale di raccolta e riciclo meccanico delle materie plastiche secondo le finalità e gli obiettivi indicati dalla Legge, ponendo attenzione sugli aspetti industriali del sistema, nel rispetto assoluto di quelli ambientali. Ancora una volta, l Associazione dei riciclatori e rigeneratori di materie plastiche evidenzia pertanto l opportunità di: incrementare i livelli di raccolta differenziata del Centro-Sud Italia, riducendo il differenziale con quelli del Nord Italia, attraverso specifici piani di sviluppo. Ciò, con la duplice finalità di ridurre la disparità tra Nord e Sud Italia e dare la giusta soluzione alla crisi dell industria italiana del riciclo post-consumo; orientare le risorse per uno sviluppo della raccolta differenziata su materiali di comprovata riciclabilità, puntando sulla massima valorizzazione industriale del rifiuto e sulla riduzione del costo di trattamento per il Consorzio; rivedere le proiezioni del Piano Specifico di Prevenzione del triennio 2004/2006, avendo riguardo alla filiera del riciclo dei rifiuti di imballaggi secondari e terziari gestiti dagli Operatori Indipendenti, che contribuiscono, per oltre il 50%, al raggiungimento degli obiettivi nazionali; instaurare un concreto e continuativo rapporto di collaborazione tecnica diretta CONAI COREPLA- ASSORIMAP, a supporto dei rispettivi organi statutari, al fine di progettare, definire e attuare ogni possibile e auspicabile miglioramento al sistema nazionale di raccolta, recupero e riciclo delle materie plastiche; garantire condizioni di sicurezza e continuità dell approvvigionamento dei rifiuti che consenta all industria nazionale del settore di esistere e di essere competitiva sui mercati, così come avviene negli altri Stati d Europa. Per quanto riguarda i rifiuti plastici in polietilene diversi dagli imballaggi si assiste al consolidamento dei risultati della raccolta e del riciclo. La nostra Associazione, che rappresenta un elevato numero di operatori coinvolti nel riciclo del polietilene, riconosce che questo polimero rappresenta oltre il 50% del totale delle plastiche prodotte ogni anno e oltre l 80% dei rifiuti annui prodotti in agricoltura e che lo stesso è normalmente soggetto a forti oscillazioni di prezzo sui mercati internazionali. 68

6 PLASTICA Preso atto quindi delle problematiche espresse dal Consorzio POLIECO in ordine alla mancata adesione di tutte le imprese e alla conseguente impossibilità di svolgere al meglio il proprio compito istituzionale, ASSORIMAP auspica che quanto prima si possa addivenire ad una chiara soluzione. ASSORIMAP non ha perso l occasione di rimarcare anche al Consorzio POLIECO che il sistema italiano del riciclo materie plastiche soffre di una crisi di disponibilità tale da aver ridotto il grado di sfruttamento degli impianti a quasi il 50% delle capacità produttive installate. E tutto ciò si traduce inevitabilmente nel mancato raggiungimento di una dimensione produttiva e tecnologica capace di garantire produzione, investimenti, innovazione, ma soprattutto riciclo. Nel 2004 in Italia, in base alle indagini e ai rilevamenti statistici di ASSORIMAP, su oltre 5 milioni di tonnellate di materiali termoplastici immessi al consumo, risulterebbero avviati a riciclo meno del 7%. L aumento della disponibilità di rifiuti è essenziale per le aziende di riciclo che hanno raggiunto da una parte una dimensione internazionale e una copertura dei mercati di trasformazione a valle di notevole interesse economico e ambientale e dall altra una dimensione produttiva e tecnologica al di sotto della quale non è più garantita la sopravvivenza. Tale sistema industriale rappresenta un valore per il Paese e per l ambiente. ASSORIMAP, per tutto quanto sopra esposto, auspica che nella stesura dei Testi Unici ambientali si considerino le argomentazioni da tempo esposte dagli operatori del settore, quali soggetti interessati ad un effettivo riciclo e recupero delle materie plastiche. Nello specifico si ritiene necessario che la nuova struttura normativa esprima meglio la volontà di valorizzare, incrementare e favorire lo sviluppo del riciclo, alla luce delle evoluzioni registrate nel corso dell ultimo decennio, anche in relazione all esigenza di regolamentare tutti gli aspetti di mercato, in una visione ampia dell economia. Inoltre, ad avviso della nostra Associazione, si ritiene di dover tenere in debita considerazione che i principi di concorrenza tra i Consorzi e la ripartizione dei contributi secondo meccanismi virtuosi non tralascino le esigenze di quelli attivi su materiali più impegnativi da raccogliere e riciclare (come la plastica), che, al contrario, necessitano di adeguate risorse da destinare allo sviluppo della raccolta, soprattutto nel Centro-Sud Italia. Altrettanto necessaria appare l esigenza di consentire, come prassi in qualsiasi realtà, una più diretta e attiva partecipazione degli operatori del settore (riciclatori) nei costituenti organismi di indirizzo e gestione. Ciò al fine di meglio garantire le finalità e gli obiettivi che costituiscono la ragion d essere di questi organismi ed evitare che nei fatti finiscano poi per prevalere politiche o logiche addirittura contrarie al fine ultimo di questi organismi, che è appunto il riciclaggio e il recupero. ANTONIO DIANA Presidente Assorimap 69

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