AUTORI: ALUNNI DELLE CLASSI QUINTE
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- Casimiro Morelli
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1 FEBBRAIO 2014 ANNO III N. 7 SCUOLA PRIMARIA STATALE DI GRANTORTO AUTORI: ALUNNI DELLE CLASSI QUINTE Questo numero parla di un argomento un po scottante : IL BULLISMO! I PROTAGONISTI LA VITTIMA Nel mese di gennaio noi ragazzi delle classi quinte abbiamo discusso del bullismo. Abbiamo imparato molte cose e abbiamo deciso di spiegarle nel nostro giornalino. Ci siamo fatti delle domande e a gruppi abbiamo cercato di rispondere in modo personalizzato. Ecco le nostre risposte. COS E IL BULLISMO? E un atto di violenza fatto nei confronti dei più deboli. E un comportamento IL BULLO non adeguato di alcuni ragazzi che se la prendono con quelli più deboli. E un atto intenzionale e ripetuto. E un azione volontaria pensata ed elaborata E un atto concentrato su di una persona per metterle paura. E una forma di aggressività provocata da ragazzi. E una manifestazione per dimostrare di essere importanti e per divertirsi. 1
2 COSA FA IL BULLO? Minaccia e insulta una persona indifesa. Certe volte può anche picchiarla e farle molto male. Minaccia e prende in giro la vittima che si può offendere fino al punto di uccidersi ( nei casi estremi). Dice parolacce, prende in giro, ride quando qualcuno si fa male. Oltre a queste azioni verbali ci sono anche azioni fisiche: come spinte, botte e ferite Obbliga la vittima a fare cose stupide e imbarazzanti con la minaccia di picchiarla, dicendole di non parlare con nessuno. Minaccia la vittima che prende paura e fa quello che vuole il bullo. Alla vittima fa subire: dispetti, minacce, offese e botte. Ruba gli oggetti ai più piccoli, li getta via o li rompe. Cerca di impaurire la vittima, tramite insulti verbali e\o minacce scritte. Il bullo aggressore può passare ad un livello superiore cioè ad azioni fisiche con conseguenze anche molto gravi. PER QUALI MOTIVI UN RAGAZZO DIVENTA UN BULLO? Può avere qualche problema. Forse da piccolo è stato picchiato. o Vuole attirare l attenzione per far vedere agli altri che è il più forte perché è stato trascurato in famiglia. Il bullismo ha un origine impropria, infatti ogni bullo ha un suo motivo per comportarci in quella maniera. o Può essere geloso dei compagni più bravi e non avere una buona considerazione di se stesso. Può sfogarsi sui ragazzi più piccoli o fragili magari perché non ha amici e picchia per attirare l attenzione. o Può aver vissuto cose brutte come: molte note a scuola, litigi in famiglia.. Il bullismo è un modo che ha un ragazzo solo per farsi degli amici. QUALI SONO I LUOGHI IN CUI ACCADONO ATTI DI BULLISMO? Nelle scuole perché è lì che i ragazzi si incontrano tutti i giorni. Dove non ci sono adulti presenti. Nei bagni scolastici o pubblici Negli spogliatoi sportivi Nelle case abbandonate o diroccate Nel cortile durante la ricreazione Nelle piazze e nelle stanze In posti nascosti perché se i bulli vengono visti, il bullismo scompare. 2
3 SCHERZI, LITIGI E ATTI DI BULLISMO Discutendo assieme ci si siamo resi conto che c è differenza tra uno scherzo o piccolo dispetto, un litigio e un atto di bullismo. Abbiamo capito che qualche volta anche noi possiamo fare piccoli atti di bullismo quando non facciamo giocare un\a nostro\a compagno\a oppure lo\a prendiamo in giro. Caratteristiche di uno scherzo: È fatto per ridere insieme. Non fa male a nessuno. Non fa nascere paura. Si fa ad un amico\a. Si ricambia volentieri. Si fa in compagnia. Caratteristiche di un litigio: Nasce da un incomprensione tra due compagni. Tutti e due sono arrabbiati. A volte si usano parolacce e gesti anche aggressivi. Ognuno pensa di aver ragione. Di solito si fa pace e si ritorna amici. Si può essere da soli o in compagnia. Caratteristiche di un atto di bullismo ( più o meno pesante) Si compie senza un motivo Viene presa di mira la stessa persona per più tempo. Si usano espressioni verbali eo fisiche per far del male. Ci si diverte della paura o del dispiacere della vittima. Si usa la minaccia. Si agisce sempre di nascosto. 3
4 SCHERZI, SCHERZI, SCHERZI. La giacca nascosta Il giorno del 1 di aprile noi ragazze di quinta abbiamo fatto uno scherzo ad un nostro compagno di classe che per fortuna non si è arrabbiato. Lo scherzo consisteva nel nascondergli la giacca sotto al termosifone. Lo scherzo è stato elaborato una settimana prima. Dovevamo trovare un posto dove il nostro compagno non avrebbe trovato la giacca troppo facilmente. Allora abbiamo pensato che una di noi poteva distrarlo, mentre gliela nascondevamo sotto al termosifone. E così è stato! Quando si è accorto che gli mancava la giacca, il nostro compagno si è messo a fare l isterico, perché era tardi e doveva sbrigarsi ad andare a casa. Dopo un po che la cercava, gli abbiamo detto che gliela avevamo nascosta sotto al termosifone. Alla fine siamo, tutti, scoppiati a ridere! Uno scherzo ben riuscito! Un giorno ho portato a scuola un libro che si intitolava Gli scherzi! A ricreazione l ho mostrato a due miei compagni e abbiamo deciso di fare uno scherzo in cui serviva un portafoglio. Il giorno dopo ci siamo messi d accordo che io portavo il portafoglio, un altro portava un filo e il terzo una cazzuola. Ci siamo ritrovati, al pomeriggio, al campo sportivo. Abbiamo legato il filo al portafoglio, poi abbiamo nascosto il filo scavando una piccola buca con la cazzuola. Successivamente abbiamo coperto il filo e ci siamo nascosti tenendolo in mano. Ad un certo punto è arrivato un signore che subito, vedendo il portafoglio, si è chinato per raccoglierlo. Noi immediatamente abbiamo tirato il filo trascinando così il portafoglio verso di noi. Il signore ha seguito il percorso del portafoglio ma senza risultato! Alla fine siamo saltati fuori, il signore si è spaventato e noi siamo scoppiati a ridere seguiti a ruota dal signore che ha voluto conoscere il trucco. Io ho preso il libro degli scherzi e gli ho mostrato da dove avevamo preso quell idea! Uno scherzo e si diventa amici! Un venerdì, dopo la ricreazione, non avevo più trovato il mio astuccio nero. Allora mi sono messo a cercarlo. Io:- Chi ha visto il mio astuccio? I compagni:- Noi no!! Guarda dietro di te. I bambini di quarta ti stanno prendendo in giro. A quel punto mi sono girato e ho visto un gruppetto di bambini di quarta che continuavano a ridere. Così ho capito che erano stati loro. Io:- Ridatemi il mio astuccio!! Vado dalla maestra! -Prendi, prendi il tuo astuccio!non lo faremo più.- esclamarono i bambini di quarta. -Va bene, per questa volta vi perdono- ho concluso io. Alla fine ci siamo messi a ridere e siamo diventati amici. 4
5 LITIGI, LITIGI, LITIGI Poveri zaini! Un giorno Mario non trovava più lo zaino. Carlo l aveva buttato sopra un armadio. Allora Mario prese lo zaino di Carlo e lo mise nel cestino. Così si scatenò il litigio. Mario:- Perché mi hai buttato lo zaino sopra l armadio? Carlo:-Così per ridere! Ah, ah, ah! Mario:- Non faceva ridere! Carlo:-Dovevi vedere la tua faccia! Mario:- Neanche il tuo zaino ora mi sembra stia tanto bene. Ah ah.. Carlo: - Ti odio.. Mario:- Vattene femminuccia! Per poco non cominciarono a prendersi a botte Da allora in poi Mario e Carlo non si parlarono più e quando si trovavano giravano i tacchi. Un brutto litigio! Un giovedì mattina, nel cortile della scuola, alcuni bambini stavano giocando con le carte yogioh come gli altri giorni. Si stavano divertendo molto e hanno coinvolto anche altri bambini. Ad un certo punto un bambino prende una carta ad un compagno e inizia il litigio. Cominciano a dirsi parolacce e a darsi botte e pugni. Altri due compagni cercano di fermarli ma non ci riescono. Arriva la maestra che li ferma e li fa ragionare. Alla fine i due compagni capiscono che certe cose non si devono fare e fanno la pace. Per fortuna si può far pace! L altro giorno mi sono trovato con mia cugina e la sua famiglia a casa mia. Dopo cena abbiamo deciso di andare a giocare in camera mia per essere un po più libere. Dopo un po volevo cambiare gioco e mia cugina no, così ho cercato di farle cambiare idea, ma non ci sono riuscita. Poche istanti dopo abbiamo entrambe perso la pazienza e abbiamo iniziato a gridare e a prenderci in giro. Infine, tutt ad un tratto, ci siamo guardate e siamo scoppiate a ridere, facendo così la pace! A volte basta una parola detta male che Un giorno un bambino di nome Luca, disse una brutta parola ad un compagno pensando di on fare niente di male. Invece quel suo compagno si arrabbiò e gli diede una sberla. Allora Luca reagì con uno spintone e i due bambini iniziarono a litigare. Continuavano ad insultarsi e anche se gli altri dicevano di smetterla loro non lo ascoltavano. Per fortuna arrivarono i maestri che li fermarono. Li fecero ragionare e così alla fine fecero pace. 5
6 Un episodio di bullismo finito male 6
7 IL DECALOGO PER DIFENDERSI DAI BULLI 1. EVITARE DI ANDARE IN LUOGHI POCO FREQUENTATI DA SOLI E SE CAPITA NON DARE RETTA A NESSUNO. 2. DIRE NO E FARE GRUPPO SE QUALCUNO FA PROPOSTE POCO ONESTE. MAI AVER PAURA DI DIRE DI NON ESSERE D ACCORDO. 3. ORGANIZZARSI E ANDARE SEMPRE IN DUE NEI BAGNI SCOLASTICI O PUBBLICI. 4. AVVISARE IMMEDIATAMENTE UN ADULTO SE SI RICEVE MESSAGGI DI MINACCIA AL CELLULARE O AL COMPUTER. 5. ALLONTANARSI SE SI E SOLI E SI VEDE ARRIVARE UN BULLO O UN GRUPPO DI BULLI. NON RISPONDERE ALLE PROVOCAZIONI. 6. NON VERGOGNARSI DI PARLARE CON UN ADULTO FIDATO SE SI PENSA DI ESSERE VITTIMA DI UN BULLO. 7. NON CREDERE ALLE MINACCE DI UN BULLO QUANDO TI IMPONE DI NON DIRLO A NESSUNO. NON E VERO CHE LUI SA TUTTO. 8. NON ACCETTARE PROPOSTE DI INIZIAZIONE PER ENTRARE IN UN GRUPPO. CI SI PUO FAR VERAMENTE MALE. 9. FREQUENTARE AMICI CHE SI COMPORTANO BENE. 10. AVVERTIRE IMMEDIATAMENTE UN ADULTO SE SI VEDE CHE QUALCUNO E IN DIFFICOLTA. NON LASCIARE SOLE PERSONE CHE SEMBRANO SPAVENTATE O IN PERICOLO. IL MIGLIOR ANTIDOTO CONTRO IL BULLISMO E L AMICIZIA SINCERA. 7
8 Un compagno ha detto:- Chi non ha paura è come un gigante! Ecco un episodio finito bene! ARRIVEDERCI AL PROSSIMO E ULTIMO NUMERO DI THE BEST SCHOOL 8
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