Assemblea coordinamento donne Cesena

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1 Cesena Assemblea coordinamento donne Cesena Il motivo per cui oggi ci troviamo qui è legato al fatto che le donne pensionate della CGIL stanno preparando l assemblea Regionale, poi nel 2015 quella Nazionale, dove si discuterà prevalentemente di politiche di genere, politiche che periodicamente a causa dei tanti cambiamenti che si susseguono così velocemente nella nostra società hanno bisogno di essere ripensate, riorganizzate e poi rilanciate. Quindi anche noi donne pensionate di Cesena vorremmo dare un contributo a questo appuntamento. Lo SPI-CGIL è l unica categoria che da statuto prevede la rappresentanza delle donne nel 50% a tutti i livelli nei luoghi dove si decide, segreterie, direttivi, leghe e di questo ne siamo molto orgogliosi qusro 50% ce lo siamo conquistato. In molte realtà locali il coordinamento donne insieme alla confederazione si occupa anche di CONTRATTAZIONE SOCIALE nei confronti dei Comuni in sede di definizione dei bilanci di previsione nei confronti delle AUSL e di tutti quei soggetti che erogano servizi alla persona. Il ruolo del coordinamento donne diventa ancora più importante in momenti drammatici come quelli che stiamo vivendo dove le risorse dei comuni, della Sanità sono fortemente intaccate dal dissesto della finanza pubblica nazionale con forti tagli sui trasferimenti territoriali alla spesa sociale (alle Regioni sono stati tagliati 3 milioni sulla sanità). Le conseguenze si ripercuotono come sempre in maniera maggiore sulle donne sia come lavoratrici sia come pensionate essendo le principali utenti dei servizi.. I coordinamenti sono un luogo dove si valorizzano le differenze di età e anche di etnie un luogo dove si vuole (anche se non sempre ci si riesce) mantenere vivo il dialogo fra le donne pensionate e le donne che lavorano e le donne straniere per contribuire insieme al benessere di genere nei nostri territori. Sul dialogo con le lavoratrice delle categorie della CGIL nei nostri congressi della primavera scorsa, grazie alla nostra responsabile regionale Gabriella che è qui con noi questa mattina,abbiamo presentato un documento (che troverete in cartella) dove sollecitiamo vivamente le

2 giovani compagne delle categorie ad iniziare un percorso di collaborazione sulle tematiche di genere e non solo insieme a noi perché pensiamo che solo ascoltando anche quali sono i bisogni delle donne che lavorano si possono pensare e mettere in campo progetti innovativi. Alle compagne delle categorie non chiediamo un impegno costante, sappiamo com è difficile conciliare l orario di lavoro con gli altri impegni famigliari, ci siamo passate anche noi, chiediamo semplicemente incontri periodici per conoscersi e riflettere insieme. Parlare di Consultori, di Case della Salute della VIOLENZA sulle Donne di Medicina di Genere ma anche di temi che riguardano il tempo libero sarebbe una bella conquista. Le tematiche che i Gruppi di lavoro nazionale si sono occupati in questi anni e che noi nei territori abbiamo adottato come strumento di lavoro, sono così suddivisi PREVENZIONE E CONTRASTO DELLA VIOLENZA DI GENERE Un tema di cui se ne parla poco ma abbastanza diffuso non solo nelle case di riposo ma in particolare all interno della famiglia. Noi intendiamo approfondire questo tema e in un secondo momento, attraverso un indagine sul nostro territorio, capire quanto sia diffuso anche nelle nostre piccole comunità. In base a quello che emergerà, eventualmente parlarne pubblicamente, attraverso giornate informative. RICONOSCIMENTO E SOSTEGNO DEI CAREGIVER L approccio a questo tema deve essere quello di un cambiamento di prospettiva. Non concentrandosi solo sul lavoro di cura in sé, ma collocarsi dal punto di vista di chi svolge la cura. Le statistiche ci dicono che questo ruolo coinvolge principalmente le donne che, di conseguenza, subiscono nell ambito della loro vita lavorativa, ricadute negative pesantissime, sia dal punto della permanenza nel mercato del lavoro che in seguito, nella tutela previdenziale. Anche a livello Europeo si sta discutendo di questa figura dell assistente familiare volontario del caregiver e si propone a tale soggetto curante, un riconoscimento di diritti da parte delle istituzioni Pubbliche ad ogni livello. Il gruppo ha formulato alcune proposte per riconoscere e valorizzare il lavoro di cura erogato dai familiari, proposte che poi noi dovremmo essere in grado di sostenere nei nostri territori, Regionali durante la contrattazione sociale insieme ai compagni dello SPI e della CGIL. Chiedendo di implementare la rete dei Servizi socio-sanitari e assistenziali.

3 Dovremmo chiedere anche normative di legge fiscale e previdenziali che riconoscono il lavoro di cura non pagato.questi strumenti andrebbero integrati, anche al fine di impegnare equamente le risorse, ridefinendo un Budget di cura dedicato. La legge regionale sul Caregiver purtroppo non ha minimamente evidenziato questi temi e noi non ne siamo per niente entusiaste. RICHIESTA E RILANCIO DEI CONSULTORI riportandoli alla loro funzione iniziale rispondendo ai bisogni delle donne di tutte le età. Da una ricerca svolta,da noi del coordinamento, nei nostri distretti sono emerse purtroppo due elementi negativi Non esisteva nessun punto di ascolto dedicato alle donne che si avvicinano alla Menopausa oppure ci sono già se non informazioni in merito su richiesta dell interessata. La percezione che i consultori siano diventati servizi di serie B frequentati solo da donne straniere o donne di un ceto medio-basso. Noi del coordinamento ci siamo mosse e attraverso numerosi incontri siamo riuscite a stimolare l Azienda AUSL ad attivare delle giornate informative-formative mettendo a disposizione dei loro professionisti, dove si approffondiscone le tematiche dei cambiamenti che le donne devono affrontare con l arrivo della menopausa. Questi incontri si svolgono in tutti i distretti già da tre anni e li abbiamo chiamati: MENOPAUSA A TUTTA SALUTE. LA MEDICINA DI GENERE Con l obiettivo di assicurare appropriatezza nella diagnosi e nelle terapie. MEMORIA delle donne Per ricordare a noi e alle giovani generazioni il ruolo che le donne hanno avuto nel nostro paese. POLICHE ABITATIVE ALTERNATIVE Dovremmo iniziare a pensare a come dare risposte sul tema della casa approcciandoci a nuovi modelli abitativi di case condivise con altre persone.in questo modo si potrebbero dare risposte a tante donne, ma

4 anche uomini, con pensioni bassissime, a continuare a vivere nella loro casa sia che sia di proprietà o in affitto. A questo proposito in Francia è nato un progetto proposto da Madame Clerc di un alloggio sociale per over 65, in cui le donne possono vivere a costi contenuti purchè si impegnino per dieci ore a settimana in attività per la collettività e nella ricerca di questioni femminili. Gli appartamenti sono di 40 metri quadri e l affitto è di 350 euro al mese Le donne che attualmente vivono in questa maison sono 21 ed altri ne stanno nascendo su questo modello. Questo modello di convivenza in Francia è inserito in un progetto denominato SILVER ECONOMY non ci possiamo dimenticare che nel 2050 più della metà della popolazione sarà costituita da over 60. Da circa 3 anni stiamo collaborando con soggetti esterni al coordinamento per la realizzazione di progetti e iniziative. Stiamo collaborando assiduamente con il centro donna di Cesena Sui temi della violenza,.con AUSER, con AUSL e ASP del Rubicone sui temi della salute. Con le scuole superiori del comprensorio Cesenate sulla Legalità, abbiamo anche partecipato ai campi della Legalità in Puglia e Calabria da 4 anni a questa parte. Cosa vogliamo fare in futuro Continuare con i progetti dei corsi già partiti sulla salute e il benessere. Realizzare un corso Denominato E ADESSO COSA FACCIO indirizzato indistintamente si a uomini e donne che stanno per andare in pensione o ci sono già da poco, dove si affronteranno i temi che si possono incontrare quando avvengono dei cambiamenti radicali nella nostra vita e il pensionamento è uno di questi Vogliamo parlare di farmacologia di Genere. Vorremmo Poter attivare un corso formativo di autobiografia in due fasi in collaborazione con le donne pensionate di Forli - 1 dove si possono imparare le tecniche di come raccontare noi stesse e il notro passato., per conoscersi condividere e fare gruppo. - 2 acquisire gli strumenti necessari per diventare biografi volontari e dare vita a progetti condivisi di raccolta di storie del territorio.

5 Spunti di lavoro per i prossimi anni lo trarremo anche dal questionario che nel 2013 abbiamo realizzato insieme ai compagni dello SPI e di AUSER facendo 670 interviste ai nostri pensionati residenti nel distretto Cesena- Valle Savio e Rubicone-mare Naturalmente continuare la collaborazione interessante che abbiamo costruito in questi anni con le associazioni esterne e magari aprirci ad altre associazioni che sono nel territori e che ancora non conosciamo. Maria Lombardi Responsabile Coordinamento donne SPI Cesena

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