ANDROMEDA S.R.L. MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE SULLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA (D.Lgs. 231/2001)

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1 DOC.: M.O.G. rev. 03 del 13/01/16 Pagina 1 di 45 ANDROMEDA S.R.L. MODELLO ORGANIZZATIVO E GESTIONALE SULLA (D.Lgs. 231/2001) 03 13/01/2016 Revisione integrale del modello organizzativo 02 10/09/2015 Nomina nuovo membro dell Organismo di Vigilanza ing. Gaetano Sampognaro 01 08/04/2015 Nomina dei componenti dell OdV 00 26/03/2015 Prima emissione Rev. Data Motivo Redatto/Approvato Redatto/Approvato Redatto/Approvato Redatto/Approvato Redatto/Approvato Presidente CDA Dott. Michele Vaccarello Vice presidente Dott. Francesco Vanella Consigliere Sig.ra Angela Mariani Consigliere Sig.ra Cipriano Claudia Consigliere Sig. Cappadona Nunzio

2 DOC.: M.O.G. rev. 03 del 13/01/16 Pagina 2 di 45 INDICE 1. Il decreto legislativo n. 231/ Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo 6 2. Finalità perseguite con l adozione del Modello Aspetti rilevanti per la definizione del Modello organizzativo Adozione del Modello Modalità di diffusione del Modello Formazione del personale Istituzione dell organismo di vigilanza Requisiti dell Organismo di Vigilanza Nomina dell Organismo di Vigilanza Obblighi del CdA nei confronti dell OdV Riunioni e deliberazioni dell Organismo di Vigilanza Compiti dell Organismo di vigilanza Poteri attribuiti all OdV Collaboratori interni ed esterni Flussi informativi verso l Organismo di vigilanza Flussi informativi da parte dell Organismo di Vigilanza Sistema disciplinare Criteri generali di irrogazione delle sanzioni Misure nei confronti degli Amministratori 18

3 Pagina 3 di 45 PREMESSA L entrata in vigore del D.Lgs.. 231/01 ha introdotto nel nostro ordinamento la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche quale conseguenza della commissione di determinati reati da parte di soggetti apicali o sottoposti, sempre che tali fatti siano messi in atto nell interesse o a vantaggio dell ente stesso. L inosservanza di tale disciplina può comportare per l ente sanzioni che possono arrivare fino all interdizione dall esercizio dell attività, anche in via definitiva. Tuttavia, qualora l organo dirigente dell ente provi, tra l altro, di aver adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi, l ente non risponde per la responsabilità amministrativa. La Andromeda s.r.l., facendo anche riferimento alle linee guida emanate dalle associazioni di categoria di riferimento, ha provveduto ad elaborare e ad adottare il seguente Modello di organizzazione e gestione.

4 Pagina 4 di 45 PARTE GENERALE 1. Il decreto legislativo n. 231/2001 Il Decreto Legislativo 8 giugno 2001, n. 231 ha introdotto la disciplina della responsabilità delle persone giuridiche (società ed enti) per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato. Nel suo testo originario il Decreto fa riferimento ai reati contro la Pubblica Amministrazione (art. 24 e art. 25), e cioè: indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un Ente Pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un Ente Pubblico (art. 24 e 24 bis D. Lgs. 231/2001); concussione e corruzione (art. 25 D. Lgs. 231/2001). Successivamente alla sua entrata in vigore, l ambito di applicazione del D. Lgs. 231/2001 ha subito rilevanti estensioni, includendo nei reati presupposto al Decreto le seguenti ulteriori fattispecie reati contro la fede pubblica (art. 25 D. Lgs. 231/2001); reati societari (art. 25 ter D. Lgs. 231/2001); delitti con finalità di terrorismo o di eversione dell ordine democratico (art. 25 quater D. Lgs. 231/2001); delitti contro la personalità individuale e delitti contro la vita e l incolumità individuale (art. 25 quater - 1, quinquies D. Lgs. 231/2001); reati di abuso di mercato (art. 25 sexies D. Lgs. 231/2001); reato di omicidio colposo e lesioni colpose gravi o gravissime commessi con la violazione delle norme antinfortunistiche e sulla tutela dell igiene e della salute sul lavoro (art 25 septies D. Lgs. 231/2001); reato di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro o utilità di provenienza illecita (art 25 octies D. Lgs. 231/2001); reati legati alla criminalità organizzata transnazionale e associazione per delinquere (art. 24 ter e art.ii 3, 4 e 10 della Legge 16 marzo 2006, n. 146 D. Lgs. 231/2001); reati legati alla criminalità informatica (art. 24 bis D. Lgs. 231/2001); reati contro l industria e il commercio (art. 25 bis D. Lgs. 231/2001); reati in violazione dei diritti d autore e induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 25 novies D. Lgs. 231/2001).

5 Pagina 5 di 45 reati di induzione a non rendere dichiarazioni o a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (art. 25 decies D. Lgs 231/2001) reati ambientali (art. 25 undecies D. Lgs 231/2001) Infine, l art.10 della Legge 16 marzo 2006, n.146 ( Ratifica ed esecuzione della Convenzione e dei Protocolli delle Nazioni Unite contro il crimine organizzato transnazionale, adottati dall'assemblea generale il 15 novembre 2000 ed il 31 maggio 2001 ) ha introdotto la responsabilità amministrativa degli enti in relazione alla commissione dei c.d. reati transnazionali. La persona giuridica può essere ritenuta responsabile e, quindi, sanzionata patrimonialmente, in relazione ad alcune fattispecie di reato che si suppone siano state commesse a suo vantaggio o nel suo interesse dagli amministratori, dai dipendenti, dai collaboratori ovvero da chiunque agisca in sua rappresentanza. I presupposti affinché un ente possa incorrere nella descritta responsabilità risultano essere: - che una persona fisica - la quale si trova, rispetto all ente, in una delle relazioni previste dall art. 5 - commetta uno dei reati previsti dal D. Lgs. 231/01; - che il reato sia stato commesso nell interesse o a vantaggio dell ente; - che il reato commesso dai soggetti individuati dalla legge derivi, quanto meno, da una colpa di organizzazione dell ente. Per quanto riguarda il primo aspetto, il D. Lgs. 231/2001 individua con l art. 5 - rubricato Responsabilità dell'ente - due tipologie di soggetti i quali, qualora dovessero commettere nell interesse o a vantaggio dell ente uno dei reati sopra evidenziati, potrebbero determinare una responsabilità a carico dell ente stesso. Secondo il dettato della citata norma, l ente è responsabile per i reati commessi nel suo interesse o a suo vantaggio: a) da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell ente o di una sua unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale nonché da persone che esercitano, anche di fatto, la gestione e il controllo dello stesso; b) da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti di cui alla lettera a).

6 Pagina 6 di Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo In base all art. 6 del Decreto, l esonero dalla responsabilità consegue alla prova da parte dell Ente della sussistenza dei requisiti che seguono: a) l'organo dirigente ha adottato ed efficacemente attuato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione e di gestione idonei a prevenire reati della specie di quello verificatosi; b) il compito di vigilare sul funzionamento e l'osservanza dei modelli, di curare il loro aggiornamento è stato affidato a un organismo dell'ente dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo; c) le persone hanno commesso il reato eludendo fraudolentemente i modelli di organizzazione e di gestione; d) non vi è stata omessa o insufficiente vigilanza da parte dell'organismo di cui alla lettera b). Il contenuto del Modello organizzativo (d ora in avanti anche Modello ) deve rispondere alle seguenti esigenze, anch esse indicate nel decreto (art.6): a) individuare le attività nel cui ambito possono essere commessi reati; b) prevedere specifici protocolli diretti a programmare la formazione e l attuazione delle decisioni dell ente in relazione ai reati da prevenire; c) individuare modalità di gestione delle risorse finanziarie idonee ad impedire la commissione di reati; d) prevedere obblighi di informazione nei confronti dell organismo deputato a vigilare sul funzionamento e l osservanza dei modelli; e) introdurre un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello. Come anticipato, l art. 7 dispone che nel caso previsto dall'articolo 5, comma 1, lettera b), l'ente è responsabile se la commissione del reato è stata resa possibile dall'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza, specificandosi che, in ogni caso, è esclusa l'inosservanza degli obblighi di direzione o vigilanza se l'ente, prima della commissione del reato, ha adottato ed efficacemente attuato un Modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.

7 Pagina 7 di 45 In particolare, al terzo comma si stabilisce che il Modello prevede, in relazione alla natura e alla dimensione dell'organizzazione nonché al tipo di attività svolta, misure idonee a garantire lo svolgimento dell'attività nel rispetto della legge e a scoprire ed eliminare tempestivamente situazioni di rischio. Si precisa ulteriormente che l'efficace attuazione del Modello richiede, da una parte una verifica periodica e l'eventuale modifica dello stesso quando sono scoperte significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengono mutamenti nell'organizzazione o nell'attività e, dall altra, un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello. Da ultimo, l art. 30 del d. lgs. n.81 del 2008 prevede, con specifico riferimento alla responsabilità dell Ente ex art. 25 septies (Omicidio colposo o lesioni gravi o gravissime commesse con violazione delle norme sulla tutela della salute e sicurezza sul lavoro) del D.Lgs. 231 del 2001 che il Modello di organizzazione e di gestione idoneo ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica di cui al decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, deve essere adottato ed efficacemente attuato, assicurando un sistema aziendale per l'adempimento di tutti gli obblighi giuridici relativi: a) al rispetto degli standard tecnico-strutturali di legge relativi a attrezzature, impianti, luoghi di lavoro, agenti chimici, fisici e biologici; b) alle attività di valutazione dei rischi e di predisposizione delle misure di prevenzione e protezione conseguenti; c) alle attività di natura organizzativa, quali emergenze, primo soccorso, gestione degli appalti, riunioni periodiche di sicurezza, consultazioni dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; d) alle attività di sorveglianza sanitaria; e) alle attività di informazione e formazione dei lavoratori; f) alle attività di vigilanza con riferimento al rispetto delle procedure e delle istruzioni di lavoro in sicurezza da parte dei lavoratori; g) alla acquisizione di documentazioni e certificazioni obbligatorie di legge; h) alle periodiche verifiche dell'applicazione e dell'efficacia delle procedure adottate. Inoltre, si precisa che tale Modello organizzativo e gestionale deve prevedere idonei sistemi di registrazione dell'avvenuta effettuazione di siffatte attività, dovendo in ogni caso prevedere, per

8 Pagina 8 di 45 quanto richiesto dalla natura e dimensioni dell'organizzazione e dal tipo di attività svolta, un'articolazione di funzioni che assicuri le competenze tecniche e i poteri necessari per la verifica, valutazione, gestione e controllo del rischio, nonché un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello. Al quarto comma del medesimo articolo, poi, si chiarisce che il Modello organizzativo deve altresì prevedere un idoneo sistema di controllo sull'attuazione del medesimo Modello e sul mantenimento nel tempo delle condizioni di idoneità delle misure adottate. Il riesame e l'eventuale modifica del Modello organizzativo devono essere adottati quando siano scoperte violazioni significative delle norme relative alla prevenzione degli infortuni e all'igiene sul lavoro ovvero in occasione di mutamenti nell'organizzazione e nell'attività in relazione al progresso scientifico e tecnologico. 2. Finalità perseguite con l adozione del Modello L azienda ha costruito e consolidato la propria posizione ed immagine di eccellenza nel contesto delle strutture private che si occupano della cura ed assistenza dei pazienti psichiatrici in nome e per conto del Servizio Sanitario Nazionale, in virtù di una strategia aziendale centrata sulla costante attenzione alle necessità ed esigenze dei cittadini ed alla determinazione di un positivo impatto sul Paese e sulle Comunità locali, nella consapevolezza dell importanza del ruolo svolto per assicurare la migliore qualità della vita possibile ai propri assistiti. L azienda è sensibile all esigenza di assicurare condizioni di correttezza e trasparenza nella conduzione delle attività aziendali, a tutela non solo della propria posizione ed immagine ma anche delle aspettative degli azionisti e del lavoro dei propri dipendenti e collaboratori; ha ritenuto, quindi, coerente con la propria strategia aziendale dotarsi di un modello di organizzazione e di gestione aziendale conforme ai principi sanciti nel decreto legislativo n. 231 dell 8 giugno Scopo del modello è la costruzione di un sistema strutturato ed organico di procedure e di attività di controllo, volto a prevenire la commissione delle diverse tipologie di reati contemplate dal decreto. In particolare l adozione del modello si propone come obiettivi: 1. di affermare in termini espliciti che qualunque forma di comportamento illecito è fortemente condannata dall azienda, in quanto, anche quando la società ne traesse apparentemente un

9 Pagina 9 di 45 vantaggio, ogni comportamento illecito è contrario, oltre che alle disposizioni di legge, anche ai principi etico sociali ai quali l azienda si ispira nell adempimento della propria mission ; 2. di determinare in tutti coloro che operano in nome e per conto dell azienda la consapevolezza di incorrere, in caso di violazione dei principi sanciti nel modello, nel codice etico e nelle disposizioni dettagliate nelle procedure ed istruzioni del sistema gestionale, in un illecito passibile di sanzioni, sia sul piano penale che su quello amministrativo; 3. di consentire all azienda, grazie anche alla costante azione di monitoraggio delle aree di attività a rischio, di intervenire tempestivamente per prevenire e contrastare la commissione delle fattispecie di reato previste dal decreto. A tal fine, l azienda ha effettuato una analisi dei propri strumenti organizzativi, di gestione e di controllo, volta a verificare la corrispondenza delle procedure aziendali già esistenti alle finalità previste dal Decreto e ad integrare i principi comportamentali e le procedure già adottate. Nell ottica della realizzazione di un programma di interventi sistematici e razionali per la definizione del proprio Modello organizzativo e di controllo, la società ha predisposto una mappa delle attività aziendali e ha individuato nell ambito delle stesse le cosiddette attività a rischio ovvero quelle che, per loro natura, rientrano tra le attività da sottoporre ad analisi e monitoraggio alla luce delle prescrizioni del decreto. A seguito dell individuazione delle attività a rischio, l azienda ha tenuto conto, nella predisposizione del Modello Organizzativo: a) delle prescrizioni del decreto legislativo n. 231 del 2001; b) della prima elaborazione giurisprudenziale formatasi (finora soprattutto in sede cautelare) circa l individuazione dei parametri idonei per poter giungere ad un vaglio di piena adeguatezza di un Modello organizzativo; c) delle indicazioni contenute nelle linee guida emanate dall A.I.O.P. per la redazione del modello organizzativo e gestionale, approvato dal Ministero della Giustizia in data e successivamente in data Aspetti rilevanti per la definizione del Modello organizzativo. Ai fini di quanto previsto nel Decreto, Andromeda srl (d ora in avanti anche società) ha individuato gli aspetti rilevanti per la definizione del Modello. Tali aspetti sono così sintetizzabili:

10 Pagina 10 di 45 analisi dei rischi o mappa dei processi delle attività aziendali sensibili ossia di quelle nel cui ambito è più frequente l astratta possibilità di commissione dei reati di cui al Decreto e, pertanto, da sottoporre a monitoraggio; progettazione e applicazione del sistema di prevenzione dei reati; identificazione dell Organismo di Vigilanza e attribuzione di specifici compiti di vigilanza sull efficace e corretto funzionamento e osservanza del Modello; definizione dei flussi informativi da e verso l Organismo di Vigilanza; elaborazione di un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Modello Organizzativo; attività di informazione, sensibilizzazione e diffusione a tutti i livelli aziendali delle regole comportamentali e delle procedure istituite; aggiornamento periodico del Modello. 3. Adozione del Modello Il Modello è l atto di emanazione dell organo dirigente, il Consiglio d Amministrazione della società, ha approvato il presente documento unitamente al Codice Etico, col fine di attuarlo nella sede operativa di Comiso (RG), in via Augusto Righi n. 1/D. Considerato che il presente modello è un atto di emanazione del Consiglio di Amministrazione, le successive modifiche e/o integrazioni sono demandate alla competenza del Consiglio di Amministrazione della società. E tuttavia, riconosciuta al Presidente del Consiglio di Amministrazione la facoltà di apportare al testo eventuali modiche e/o integrazioni di carattere formale. 3.1 Modalità di diffusione del Modello Al Modello sarà garantita la massima diffusione e pubblicità, anche nei seguenti modi: Consegna a mano o via mail a tutti i dipendenti della società; pubblicazione sul sito web dell Andromeda srl (appena operativo) segnalazione della sua esistenza sulla carta dei servizi; segnalazione della sua esistenza sui contratti stipulati con i fornitori ed i collaboratori liberi professionisti;

11 Pagina 11 di Formazione del personale Ai fini dell attuazione del Modello, la formazione del personale sarà gestita dal Coordinatore dell OdV, in stretto coordinamento con gli altri membri dell Organismo di Vigilanza (OdV), e sarà articolata sui livelli di seguito indicati: DIPENDENTI NEOASSUNTI, COLLABORATORI ESTERNI E FORNITORI: informativa relativa all esistenza del Modello e dei reati da gestire. DIPENDENTI IN SERVIZIO: una volta l anno e, comunque, ogni volta che ne ravvisi la necessità, riunione informativa finalizzata all illustrazione di eventuali aggiornamenti e modifiche del Modello. 4. Istituzione dell organismo di vigilanza È istituito un Organo con funzioni di vigilanza e controllo (d ora in avanti anche OdV ) sull attuazione, l efficacia, l adeguatezza anche sotto il profilo dell aggiornamento - e sull osservanza del modello di organizzazione e gestione, dotato di autonomi poteri di iniziativa e di controllo. 4.1 Requisiti dell Organismo di Vigilanza L OdV è nominato dal Consiglio di Amministrazione (d ora in avanti anche CdA ) della società, i membri dell OdV devono garantire il rispetto dei seguenti requisiti: professionalità, intesa come possesso di adeguate competenze specialistiche. onorabilità, intesa come assenza di cause di ineleggibilità, previste per i soggetti che svolgono funzioni di amministrazione, direzione e controllo; autonomia e indipendenza, intese come possesso di autonomi poteri di iniziativa e controllo, assenza di vincoli di parentela, entro il terzo grado, con gli Amministratori ed i soci, possibilità di relazionarsi direttamente con il vertice societario e gli organi di controllo. Il CdA della società ha accertato che i componenti dell OdV siano in possesso dei requisiti previsti dal Decreto e dalle linee guida A.I.O.P. e che non si trovano in alcuna delle condizioni di ineleggibilità espressamente previste dal Decreto, in particolare non possono far parte dell OdV coloro che: a) sono stati sottoposti a misure di prevenzione disposte dall autorità giudiziaria, salvi gli effetti della riabilitazione;

12 Pagina 12 di 45 b) sono stati condannati con sentenza passata in giudicato, salvi gli effetti della riabilitazione: a pena detentiva per uno dei reati previsti in materia bancaria, finanziaria e tributaria; a pena detentiva per uno dei reati previsti nel titolo XI del libro V del codice civile e nel R.D., 16 marzo 1942, n. 267; alla reclusione per un tempo non inferiore a sei mesi per un delitto contro la p.a., la fede pubblica, il patrimonio, l ordine pubblico e l economia pubblica; alla reclusione per un tempo non inferiore ad un anno per qualunque delitto non colposo. c) le preclusioni di cui alla precedente lettera b) valgono altresì in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti di cui all art. 444 c.p.p. salvo che sia intervenuta l estinzione del reato. d) abbiano riportato una condanna, anche non definitiva, per uno dei reati previsti dal decreto Nomina dell Organismo di Vigilanza La società ha nominato le seguenti componenti membri dell OdV, l avv. Carmela Cosimo (Coordinatore dell OdV), Tiziana Noto (componente) e dall ing. Gaetano Sampognaro (componente), quali membri effettivi e dai Sigg. Elisa Amato, arch. Giovanni Raudino e l avv. Giuseppe Ragusa quali membri supplenti. Il coordinatore ha il compito di promuovere l attività degli OdV, presiedere le riunioni e rappresentare l OdV presso gli Amministratori della società, provvedendo, altresì, alle eventuali sostituzioni dei membri effettivi con i supplenti; I membri supplenti sostituiscono i membri effettivi in caso di decadenza di un membro effettivo, di possibile conflitto di interessi o in caso di assenza. I componenti dell OdV rimangono in carica per cinque anni e sono rieleggibili. Al momento della nomina, i componenti attestano, sotto la propria responsabilità, il possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità, di autonomia ed indipendenza, nonché l inesistenza di cause di ineleggibilità previsti dal presente Modello. L OdV rileva annualmente la permanenza in capo ai propri componenti dei predetti requisiti e l assenza delle predette cause, riferendo al CdA eventuali carenze rilevate, perché vengano presi i provvedimenti di competenza. I membri dell OdV decadono in caso di perdita dei requisiti di: eleggibilità, onorabilità, professionalità, autonomia ed indipendenza, essi devono comunicare tempestivamente al Presidente del CdA e agli altri componenti l eventuale perdita dei requisiti.

13 Pagina 13 di 45 L OdV o i suoi singoli membri non possono essere revocati dal CdA se non per giusta causa, accertata dal CdA. Per giusta causa di revoca può anche intendersi, a titolo meramente esemplificativo: una grave negligenza nell espletamento dei compiti assegnati; assenze ingiustificata per più di tre volte consecutive alle sedute dell OdV; prolungata inattività desumibile, ad esempio, dalla mancanza di riunioni dell OdV per almeno 12 mesi grave e reiterata violazione degli obblighi di riservatezza previste dal presente Modello; l interruzione del rapporto di lavoro, laddove il componente sia anche dipendente della società. 4.3 Obblighi del CdA nei confronti dell OdV Il CdA garantisce all OdV autonomia di iniziativa e libertà di controllo sulle attività della società sui rischio-reati, al fine di incoraggiare il rispetto della legalità e del Modello e consentire l accertamento immediato delle violazioni; restano fermi, comunque, in capo ai soggetti a ciò formalmente preposti nell organizzazione aziendale, gli obblighi generali di direzione e vigilanza sul personale sottoposto, anche ai fini del rispetto delle disposizioni del presente Modello. Il CdA assicura l uso, anche se non esclusivo, di idonei locali per le riunioni, le audizioni, ed ogni altra necessaria attività. Tali locali dovranno garantire l assoluta riservatezza nell esercizio delle funzioni dell OdV; inoltre, il CdA deve, altresì, mettere a disposizione dell OdV personale di segreteria, anche non esclusivamente dedicato, e i mezzi tecnici necessari, per l espletamento delle sue funzioni. Ogni anno il CdA eroga un fondo sufficiente allo svolgimento dei compiti che il d. lgs. n. 231/2001 e il presente Modello assegnano all OdV. Tale fondo sarà quantificato dal Consiglio di Amministrazione, sulla base di apposita relazione predisposta dall OdV. Gli organi di amministrazione, venuti a conoscenza di violazioni del Modello o costituenti un ipotesi delittuosa non ancora giunta a consumazione devono immediatamente attivarsi per impedire il compimento dell azione o la realizzazione dell evento.

14 Pagina 14 di Riunioni e deliberazioni dell Organismo di Vigilanza L Organismo di Vigilanza si riunisce, almeno una volta l anno, (assemblea ordinaria) su convocazione del Coordinatore, con un preavviso di almeno quarantotto ore, salvo i casi di comprovata urgenza o di motivata richiesta del CdA, o su richiesta degli altri due componenti. L avviso di convocazione deve essere contestualmente trasmesso per conoscenza al Consiglio di Amministrazione della Società. L Organismo delibera a maggioranza dei suoi membri, di ogni operazione compiuta dall OdV deve comunque essere redatto apposito verbale complessivo sottoscritto da tutti i componenti. Il componente in dissenso deve allegare una relazione di minoranza. I verbali e i relativi allegati devono essere inseriti nel libro dei verbali dell Organismo, custodito a cura del Coordinatore. 4.5 Compiti dell Organismo di vigilanza In base al D. lgs. 231/2001, l Organismo di vigilanza ha l obbligo di: vigilare sulla effettiva applicazione del Modello; valutare, anche tramite la segnalazione di eventuali criticità ad opera di soggetti apicali o sottoposti, l adeguatezza del Modello, ossia l idoneità dello stesso, in relazione alla tipologia di attività e alle caratteristiche dell impresa, a ridurre i rischi di commissione dei reati presupposto; promuovere l attività di aggiornamento dei modelli, da effettuarsi obbligatoriamente in caso di modifiche organizzative e di eventuali novità legislative. A tal fine è tenuto a: effettuare verifiche su operazioni o atti specifici posti in essere nell ambito delle attività a rischio-reato, attraverso il controllo su un significativo campione di operazioni che sarà determinato mediante un criterio casuale; condurre indagini interne e svolgere ogni attività ispettiva utile ad accertare presunte violazioni delle prescrizioni del Modello, anche attraverso l accesso a qualsiasi documento aziendale rilevante per lo svolgimento delle funzioni attribuite dalla legge all OdV; richiedere ed ottenere informazioni, nei limiti delle proprie competenze, da chiunque a qualunque titolo operi nella società, interpellando individualmente, il personale per verificare se sia a conoscenza di eventuali violazioni o voglia formulare proposte di modifica

15 Pagina 15 di 45 del sistema di prevenzione in atto. Del contenuto delle singole audizioni deve essere redatto un verbale contestuale, letto e sottoscritto, per la parte che lo riguarda, dall interessato; raccogliere ed elaborare le informazioni rilevanti in ordine al Modello, ai fini dell eventuale necessità di aggiornamento. 4.6 Poteri attribuiti all OdV Per esercitare efficacemente le proprie competenze l Organismo di Vigilanza dispone: del pieno accesso a tutti i documenti e le informazioni aziendali; di mezzi e risorse adeguati. A tal fine il consiglio di amministrazione della Società stanzia un fondo per le spese che l Organismo di Vigilanza sostiene nell esercizio delle sue funzioni. 4.7 Collaboratori interni ed esterni L OdV può avvalersi di collaboratori, anche esterni, rimanendo sempre direttamente responsabile dell esatto adempimento dei propri obblighi. Ai collaboratori è richiesto il rispetto dei medesimi obblighi di riservatezza previsti per i componenti dell Organismo di Vigilanza, nonché la sussistenza dei relativi requisiti di onorabilità e l assenza delle relative cause di ineleggibilità. 4.8 Flussi informativi verso l Organismo di vigilanza L Organismo di Vigilanza è destinatario delle segnalazioni circa violazioni, realizzate o tentate, del presente Modello. A tutti coloro che operano nella struttura è assicurata piena libertà di informare l Organismo di vigilanza di ogni aspetto potenzialmente rilevante per la efficace attuazione del Modello. Tali segnalazioni devono essere effettuate in forma scritta ed indirizzate all OdV nella persona del Coordinatore anche attraverso l utilizzazione della casella postale informatica odvandromeda@gmail.com

16 Pagina 16 di 45 Al fine di consentire all OdV di essere tempestivamente informato e di partecipare, ove lo ritenga opportuno, alle attività di verifica e controllo condotte all interno della società devono essere trasmessi i seguenti documenti: A cura del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione Relazione sicurezza A cura del responsabile amministrativo Soggetti autorizzati alle disposizioni di pagamento Riesame della contabilità, con allegate le fatture vidimate dal DSM Report selezione del candidato - Report sulla soddisfazione dei dipendenti Organico del personale in servizio UNILAV dei lavoratori Permessi di soggiorno lavoratori exstracomunitari A cura del Responsabile qualità: Verbale di audit interno Rapporto delle verifiche ispettive eseguite dall ente certificatore Reclami pervenuti da cittadini utenti Report di soddisfazione dei cittadini utenti A cura del responsabile Commerciale Copia dei contratti con fornitori di beni e servizi contenente la clausola sul modello organizzativo Albo Fornitori qualificati A cura del Responsabile Medico: Riesame cartella clinica Registro farmaci stupefacenti A cura del CdA: Bilancio provvisorio Dichiarazione di corretta redazione del bilancio rilasciata dal commercialista Denunce presentate dai clienti Instaurazione e/o esito dei procedimenti disciplinari avviati a seguito della violazione del Modello

17 Pagina 17 di 45 L OdV assicura i segnalanti contro qualsiasi forma di ritorsione, discriminazione o penalizzazione, garantendo altresì l anonimato del segnalante e la riservatezza dei fatti dal medesimo segnalati. Qualora l OdV, nelle forme previste ai punti precedenti, venga a conoscenza di elementi che possano far ritenere l avvenuta violazione del Modello da parte dei sottoposti deve immediatamente informarne il Consiglio di Amministrazione, affinché adotti le misure conseguenti. In caso di seri e concordanti indizi su avvenute trasgressioni dolose del Modello o che astrattamente integrino ipotesi di reato da parte di uno degli apicali, l OdV provvede alle necessarie comunicazioni. 4.9 Flussi informativi da parte dell Organismo di Vigilanza E compito dell Organismo assicurare adeguati flussi informativi verso il CdA mediante la presentazione di copia dei verbali delle assemblee ordinarie e straordinarie contenenti informazioni: sull attività svolta e sulla gestione finanziaria del budget assegnato, motivando gli eventuali scostamenti; in merito alle eventuali variazioni non sostanziali apportate al Modello e alle procedure che formano parte integrante dello stesso con la proposta delle eventuali modifiche sostanziali da attuare, previa specifica approvazione del CdA; sulle segnalazioni ricevute nel corso dell esercizio indicando le strutture coinvolte, unitamente ad una sintesi degli esiti; sull eventuale presenza di violazioni accertate e sul buon funzionamento del sistema disciplinare e sanzionatorio; 5. Sistema disciplinare Il presente sistema disciplinare è adottato ai sensi dell art. 6, comma 2, lett. e) e dell art. 7, comma 4, lett. b) del Decreto. Il sistema stesso è diretto a sanzionare la violazione delle regole di comportamento previste nel Modello organizzativo, nel rispetto di quanto previsto dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL) di categoria applicati al personale dipendente. La violazione delle disposizioni contenute nel presente Modello costituisce per il personale violazione dell obbligo di rispettare l impostazione e la fisionomia propria della struttura, di

18 Pagina 18 di 45 attenersi alle disposizioni impartite dagli Organi di amministrazione secondo la struttura organizzativa interna e di osservare in modo corretto i propri doveri, così come è stabilito dall art. 38 comma 2 del C.C.N.L per il personale non medico dipendente e dall art. art. 9 comma 2 del C.C.N.L. per il personale medico dipendente. Ai titolari dei poteri di direzione e vigilanza spetta l obbligo di vigilare sulla corretta applicazione del Modello da parte dei sottoposti. L irrogazione di sanzioni disciplinari per violazione delle regole di comportamento indicate nel Modello prescinde dall eventuale instaurazione di un procedimento penale e dall esito del conseguente giudizio per la commissione di uno dei reati previsti dal Decreto ed è ispirata alla necessità di una tempestiva applicazione. 5.1 Criteri generali di irrogazione delle sanzioni Nei singoli casi, il tipo e l entità delle sanzioni sono determinati in proporzione alla gravità delle violazioni, tenuto conto anche degli elementi di seguito elencati: a) rilevanza oggettiva delle regole violate: comportamenti che possono compromettere, anche solo potenzialmente, l efficacia generale del Modello rispetto alla prevenzione dei reati presupposto; b) elemento soggettivo della condotta: dolo o colpa, da desumersi, tra l altro, dal livello di responsabilità gerarchica e/o tecnica o dalle precedenti esperienze lavorative del soggetto che ha commesso la violazione e dalle circostanze in cui è stato commesso il fatto; c) reiterazione delle condotte; d) partecipazione di più soggetti nella violazione. 6. Misure nei confronti degli Amministratori Nel caso di compimento di reato, anche solo ipotizzato dall Autorità Giudiziaria, o di violazione del Codice Etico, del Modello e/o relative Procedure Operative da parte degli Amministratori della Società, l Organismo di Vigilanza informerà l intero Consiglio di Amministrazione, i quali provvederanno ad assumere le opportune iniziative e provvedimenti, anche ai sensi della vigente normativa societaria. In casi di gravi violazioni da parte di un amministratore, non giustificate e/o non ratificate dal Consiglio di Amministrazione, il fatto potrà considerarsi giusta causa per la revoca dello stesso. Se del caso, la Società agirà per il risarcimento del danno.

19 Pagina 19 di 45 In caso di inerzia degli Organi competenti, sarà compito dell Organismo di Vigilanza richiedere l intervento dell assemblea dei soci. 6.1 Misure nei confronti dei componenti dell Organismo di Vigilanza (OdV) Nel caso di compimento di reato, anche solo ipotizzato dall Autorità Giudiziaria, o di violazione del Codice Etico, del Modello e/o relative Procedure, da parte dei membri dell Organismo di Vigilanza, il Consiglio di Amministrazione, su segnalazione dell Organismo stesso, provvederà a rimuovere i membri coinvolti dal loro incarico e a sostituirli in tempi brevi. 6.2 Misure nei confronti dei lavoratori subordinati Con riguardo ai Dipendenti occorre rispettare i limiti connessi al potere sanzionatorio imposti dall articolo 7 della legge n. 300/1970 (c.d. Statuto dei lavoratori ) e dai CCNL, sia per quanto riguarda le sanzioni applicabili (che in linea di principio risultano tipizzate in relazione al collegamento con specificati indebiti disciplinari) sia per quanto riguarda la forma di esercizio di tale potere. La società ritiene che il Sistema Disciplinare correntemente applicato al proprio interno, in linea con le previsioni di cui al vigente CCNL, sia munito dei prescritti requisiti di efficacia e deterrenza. Il mancato rispetto e/o la violazione dei principi generali del Modello, del Codice Etico e delle Procedure Operative, ad opera dei Dipendenti della Società, costituiscono quindi inadempimento alle obbligazioni derivanti dal rapporto di lavoro e illecito disciplinare. Con riferimento alle sanzioni applicabili, si precisa che esse saranno adottate nel pieno rispetto delle procedure previste dalle normative collettive nazionali ed aziendali applicabili al rapporto di lavoro. In particolare, per il personale dipendente non dirigente, saranno applicate le sanzioni di cui all art. 30 (richiamo verbale; ammonizione scritta; multa; sospensione e licenziamento) del CCNL, nei seguenti termini. Richiamo verbale Lieve inosservanza delle norme di comportamento del Codice Etico aziendale, delle Procedure Aziendali previste dal Modello e/o del sistema dei controlli interni.

20 Pagina 20 di 45 Tolleranza di lievi inosservanze o irregolarità commesse da propri sottoposti o da altri appartenenti al personale ai sensi del Modello, delle Procedure Aziendali e del sistema dei controlli interni. Si ha lieve inosservanza nei casi in cui le condotte non siano caratterizzate da dolo o colpa grave e non abbiano generato rischi di sanzioni o danni per la Società. Richiamo scritto Inosservanza colposa delle norme di comportamento del Codice Etico aziendale e delle Procedure Aziendali previste dal Modello e/o del sistema dei controlli interni. Tolleranza di inosservanze colpose commesse da propri sottoposti o da altri appartenenti al personale ai sensi del Modello, delle Procedure Aziendali e del sistema dei controlli interni. Mancato adempimento a richieste di informazione o di esibizione di documenti da parte dell Organismo di Vigilanza, salvo giustificazioni motivate. Reiterazione dei comportamenti rappresentanti lieve inosservanza. Si ha inosservanza colposa nei casi in cui le condotte non siano caratterizzate da dolo e/o non abbiano generato potenziali rischi di sanzioni o danni per la Società. Multa Violazione colposa riguardante una procedura relativa alle aree/attività a rischio commissione reati ai sensi del D.Lgs. 231/01, tale da compromettere l efficacia generale del Modello a prevenire gli specifici reati presupposto. L applicazione della multa, che dovrà essere d importo non superiore a quattro ore della retribuzione base, dovrà avvenire nel rispetto dei limiti previsti dal CCNL di categoria. Sospensione dal lavoro e dalla retribuzione fino ad un massimo di 10 giorni Inosservanza ripetuta o grave delle norme di comportamento del Codice Etico aziendale e delle Procedure previste dal Modello. Omessa segnalazione o tolleranza di inosservanze gravi commesse da propri sottoposti o da altri appartenenti al personale ai sensi del Modello, del Codice Etico e delle Procedure Aziendali.

21 Pagina 21 di 45 Ripetuto inadempimento a richieste di informazione o di esibizione di documenti da parte dell Organismo di Vigilanza, salvo giustificazioni motivate. Sospensione dal servizio con mantenimento del trattamento economico per lavoratori sottoposti a procedimento penale ex D. Lgs. 231/2001 Nei confronti di lavoratori/lavoratrici sottoposti ad indagini preliminari ovvero sottoposti ad azione penale per un Reato, la Società può disporre, in ogni fase del procedimento penale in atto, l allontanamento dal servizio del soggetto interessato per motivi cautelari. L allontanamento dal servizio deve essere reso noto per iscritto al lavoratore/lavoratrice interessato e può essere mantenuto dalla Società per il tempo dalla medesima ritenuto necessario ma non oltre il momento in cui sia divenuta irrevocabile la decisione del giudice penale. Il lavoratore/lavoratrice allontanato dal servizio conserva per il periodo relativo il diritto all intero trattamento economico ed il periodo stesso è considerato servizio attivo per ogni altro effetto previsto dal CCNL. Licenziamento per giusta causa ( ex art cod.civ. ) Notevole violazione (dolosa o con colpa grave) delle norme di comportamento previste dal Modello, dal Codice Etico e dalle relative Procedure aziendali, tali da provocare grave nocumento morale o materiale alla Società e tali da non consentire la prosecuzione del rapporto neppure in via temporanea, quale l adozione di comportamenti che integrano uno o più fatti illeciti che rappresentino presupposti dei Reati, ovvero a titolo di esempio: Infrazione dolosa delle norme aziendali emanate ai sensi del D. Lgs. 231/2001 di gravità tale, o per la dolosità del fatto o per i riflessi penali o pecuniari o per la recidività o per la sua particolare natura, da far venire meno la fiducia sulla quale è basato il rapporto di lavoro, e da non consentire comunque la prosecuzione nemmeno provvisoria del rapporto stesso. Compimento doloso di atti non dovuti od omissione di atti dovuti ai sensi del Modello o delle relative Procedure, che abbia causato, al termine di un processo giudiziario, la condanna della Società a pene pecuniarie e/o interdittive per aver compiuto i reati previsti dal D. Lgs. 231/2001. Infrazione dolosa di Procedure Aziendali e/o del sistema dei controlli interni di gravità tale, o per la dolosità del fatto o per i riflessi tecnico organizzativi, legali, economici o

22 Pagina 22 di 45 reputazionali o per la recidività o per la sua particolare natura, da far venire meno la fiducia sulla quale è basato il rapporto di lavoro, e da non consentire comunque la prosecuzione nemmeno provvisoria del rapporto stesso. 6.3 Misure di tutela nei confronti dei collaboratori non in organico e dei fornitori La violazione delle procedure del Modello attinenti all oggetto dell incarico o alla effettuazione della prestazione comporta la risoluzione di diritto del rapporto contrattuale, ai sensi dell art c.c.

23 Pagina 23 di 45 PARTE SPECIALE 1. Ripartizione dei reati presupposto in ragione delle classi di rischio La società nell individuazione delle procedure ritenute idonee alla prevenzione dei reati presupposto, ha tenuto conto della ripartizione di questi ultimi in classi di rischio. La classificazione in reati comuni, peculiari e atipici è stata parametrata secondo le modalità operative riportate nella Procedura: PR.231.ADR (Analisi dei Rischi) 2. Procedure generali di prevenzione Le operazioni concernenti attività a rischio reati devono essere registrate documentalmente e verificabili con immediatezza. Ogni documento afferente la gestione amministrativa o sanitaria deve essere redatto in conformità alla normativa vigente e sottoscritto da chi lo ha formato. È vietato formare dolosamente in modo falso o artefatto documenti amministrativi, sanitari o societari. Nell ambito dell attività della società la richiesta e l ottenimento di un provvedimento amministrativo, nonché lo svolgimento delle procedure necessarie al conseguimento di contributi, finanziamenti pubblici, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo devono essere conformi alla legge ed alla normativa di settore. È vietato non registrare documentalmente la movimentazione di denaro e fondi della società. Nei rapporti con i rappresentanti dell Assessorato Regionale alla Salute, del Dipartimento di Salute Mentale DSM, della ASP ovvero di qualsiasi altro ente pubblico o pubblica amministrazione, anche delle Comunità europee, è fatto divieto a chiunque operi in nome e per conto della società di determinare le decisioni con violenza, minaccia o inganno. Il Presidente del CdA ed il Medico Responsabile sono tenuti alla reciproca informazione e consulenza in tutte le ipotesi in cui l attività dell uno possa riguardare la competenza dell altro. La stessa regola vale per tutti coloro che partecipano a fasi diverse di una medesima procedura amministrativa o sanitaria. Con riferimento alle procedure di cui sopra il Presidente del CdA ed il Medico Responsabile si adoperano affinché sia sempre immediatamente possibile individuare il soggetto responsabile della singola fase della procedura.

24 Pagina 24 di 45 Il personale deputato ad entrare in contatto con gli assistiti ed il pubblico deve indossare apposito cartellino di identificazione riportante fotografia, nome, cognome e ruolo ricoperto all interno della struttura. Ogni attività deve essere autorizzata specificamente o in via generale da chi ne abbia il potere. Il Presidente del CdA nonché tutti i responsabili di un determinato settore dell azienda, in ragione dell'articolazione delle attività e della complessità organizzativa, possono adottare un sistema di deleghe di poteri e funzioni. La delega è ammessa con i seguenti limiti e condizioni: 1) che essa risulti da atto scritto recante data certa; 2) che il delegato possegga tutti i requisiti di professionalità ed esperienza richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; 3) che essa attribuisca al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti dalla specifica natura delle funzioni delegate; 4) che essa attribuisca al delegato l'autonomia di spesa necessaria allo svolgimento delle funzioni delegate; 5) che la delega sia accettata dal delegato per iscritto; 6) che alla delega sia data adeguata e tempestiva pubblicità. Gli incarichi di consulenza esterna devono essere conferiti solo in presenza di reali esigenze aziendali e la relativa proposta deve essere formalizzata per iscritto recando l indicazione espressa del compenso pattuito. I fornitori devono essere selezionati in base a criteri di scelta individuati nel rispetto della legislazione regionale, nazionale e comunitaria e in base alla loro capacità di fornire prodotti o servizi rispondenti per qualità, costo e puntualità, all esigenza di garantire l efficacia della prestazione aziendale finale. I contratti stipulati con consulenti e fornitori devono contenere specifiche clausole per l immediata risoluzione del rapporto nelle ipotesi di inosservanza del Modello.

25 Pagina 25 di Prevenzione dei reati previsti dall art. 24 D.lgs. 231/2001 Indebita percezione di erogazioni, truffa in danno dello Stato o di un ente pubblico o per il conseguimento di erogazioni pubbliche e frode informatica in danno dello Stato o di un ente pubblico Attività a rischio A) FATTURAZIONE B) EROGAZIONE DI BENEFITS O ALTRI INCENTIVI C) ISTRUZIONE E GESTIONE DELLE PRATICHE DI FINANZIAMENTO D) REDAZIONE DELLE CARTELLE CLINICHE E) ACCESSO ALLA RETE INFORMATICA AZIENDALE Misure di prevenzione A) FATTURAZIONE È vietato emettere fatture per prestazioni non realmente erogate, duplicare la fatturazione per una stessa prestazione. È vietato, altresì, non emettere note di credito laddove siano state fatturate, anche se per errore, prestazioni in tutto o in parte inesistenti o comunque non finanziabili. Ai fini del controllo sull attività di fatturazione, il personale addetto alla fatturazione trasmette annualmente all OdV un rapporto sulle prestazioni fatturate, che saranno oggetto di verifica da parte dell OdV. (mod. DR.RCON.01) B) EROGAZIONE DI BENEFITS O ALTRI INCENTIVI Al di fuori di quanto stabilito dall accordo collettivo nazionale fra A.I.O.P. e ANAAO- ASSOMED, non è consentito al Consiglio di Amministrazione e agli organi di direzione, salvi i casi di approvazione preventiva e per iscritto da parte dell OdV, promettere o erogare partecipazioni al fatturato, benefits o altri analoghi incentivi, parametrati al futuro conseguimento di risultati finanziari, il cui ottenimento nell esercizio appaia straordinariamente difficile. Con specifico riferimento al personale addetto alla fatturazione, non si può prevedere che il relativo stipendio contempli ad personam, in qualsiasi forma, incentivi commisurati al risultato finanziario dell impresa.

26 Pagina 26 di 45 C) ISTRUZIONE E GESTIONE DELLE PRATICHE DI FINANZIAMENTO In materia di finanziamenti pubblici richiesti dalla società, chiunque presti la propria opera all interno di essa deve agire nel rispetto della normativa vigente e nei limiti delle proprie competenze, adoperandosi affichè tale obbligo sia rispettato. Il presidente del CdA individua almeno un soggetto deputato all istruzione della pratica di finanziamento (mod.: DR.FIN.01) ed un altro addetto al riesame della stessa (mod. DR.FIN.02) prima che la stessa venga presentata all organo deputato al riesame finale e alla formale sottoscrizione. In particolare, coloro i quali risultano preposti all istruzione della pratica di finanziamento devono osservare l obbligo di veridicità dei dati e dei fatti dichiarati. L amministrazione destina le somme erogate a titolo di finanziamento pubblico agli scopi per i quali furono ottenute. Il riscontro di qualsivoglia irregolarità nella procedura di erogazione o gestione di finanziamenti pubblici obbliga coloro i quali svolgano attività ad essa connesse a fornire segnalazione all OdV. D) REDAZIONE CARTELLE CLINICHE I soggetti che all interno della società sono preposti alla redazione delle cartelle cliniche sono tenuti all osservanza dell obbligo di veridicità dei dati e dei fatti dichiarati. Il Medico Responsabile è tenuto al controllo della completezza delle cartelle cliniche. A tal fine può avvalersi dell ausilio di personale competente che presti la propria opera all interno della struttura e che venga a ciò formalmente delegato. Le responsabilità e le modalità di esecuzione delle attività di registrazione sulle cartelle cliniche sono disciplinate in dettaglio nella procedura di sistema Proc.EDS01 Erogazione del Servizio. L attività di riesame delle cartelle cliniche è eseguita su apposito mod.: DR.RCLI.01 - Riesame cartella clinica a cura del responsabile medico. E) ACCESSO ALLA RETE INFORMATICA Ad ogni operatore autorizzato ad accedere alla rete informatica aziendale sono attribuite una user ID e una password personali, che lo stesso si impegna a non comunicare a terzi, salvo che all OdV per lo svolgimento dei suoi compiti. È vietato utilizzare la user ID o la password di altro operatore.

27 Pagina 27 di Prevenzione dei reati previsti dall art.24 bis D.lgs. 231/2001 Delitti informatici e trattamento illecito di dati Attività a rischio A) GESTIONE DEL DATABASE B) FATTURAZIONE Misure di prevenzione A) GESTIONE DEL DATABASE La direzione della società verifica, tramite idonea documentazione, l'identità dei soggetti ai quali consente l'accesso ai propri database ovvero la veridicità dei dati identificanti i soggetti autorizzati. L autorizzazione all accesso viene revocata contestualmente alla cessazione del rapporto contrattuale. La società nella figura del suo Responsabile per i Sistemi Informativi, in collaborazione con la software house esterna, verifica all'atto dell'installazione, e successivamente tramite cicliche rivalutazioni, l'impossibilità da parte degli operatori di accedere ai dati archiviati per distruggerli, deteriorarli cancellarli, sopprimerli o alterarli sotto ogni forma, in tutto o in parte. E' fatto salvo il diritto del titolare dell'informazione di richiederne formalmente l'integrazione, la cancellazione o la rettifica che dovranno avvenire tramite un apposito profilo, utilizzabile esclusivamente da un soggetto autorizzato per il tempo strettamente necessario al compimento di tale operazione. Per nessuna ragione società consentirà che uno degli operatori di sistema abbia all'interno del suo abituale profilo la possibilità di effettuare le suddette modifiche. Le responsabilità e le modalità di svolgimento delle attività relative all utilizzo ed al controllo del sistema informativo aziendale sono esplicitate in dettaglio nella procedura Proc. GDI02 - Gestione e controllo infrastrutture

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